La Locride territorio ottimale per la zootecnia

di ARISTIDE BAVA – «Puntare sulla qualità dei prodotti, la sostenibilità ambientale e il benessere animale per uno sviluppo del comparto zootecnico che produca redditività e soddisfi le richieste del consumatore». Questo in sintesi il risultato del convegno sul tema “Il ruolo del pascolo nell’alimentazione del bovino da carne”, finanziato dal Gal Terre Locridee e attivato con il progetto Valbiopas nell’ambito del Psr Calabria 2014-2020 a sostegno a progetti pilota ed allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie nel settore agroalimentare ed in quello forestale.

Il progetto ha avuto come partner tre aziende della Locride e il Dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti dell’Università degli Studi del Molise. All’incontro che si è tenuto a Palazzo Nieddu di Locri è stato presente ed ha aperto i lavori l’Assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo che ha affermato che : «Si tratta di un progetto di grande interesse in un campo, quello del benessere animale, sul quale la Regione Calabria ha voluto investire molto e su cui si intende continuare a investire, contrariamente a quanto accade invece nel resto del Paese, dove chiudono molti allevamenti in favore dell’acquisto di carni dall’estero. Questo progetto invece rispetta l’ambizione di puntare sulla qualità e rendere anche la produzione di carne un marcatore identitario in grado di incentivare lo sviluppo economico territoriale».

Sul progetto si è soffermato Giuseppe D’Alessandro di VmLab: indicandolo come «una misura di cooperazione che ha coinvolto l’Università degli studi del Molise e tre imprese del territorio e che, partendo dall’analisi del comprensorio della Locride, ha proposto buone pratiche da trasferire alle aziende per esaltare le caratteristiche botaniche ed ecologiche del territorio affinchè vengano sfruttate per esaltare le qualità del prodotto carne».

Particolarmente interessante, poi, la relazione del Prof. Giuseppe Maiorano del Dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti dell’Università degli Studi del Molise: «Il pascolo – ha detto – è un’entità biologica quasi sempre eterogenea per la diversità delle piante presenti ma che dipende, nel tempo, dall’insieme delle condizioni non solo ambientali, ma anche antropiche e, particolarmente, dalle modalità della sua utilizzazione da parte del bestiame. Il progetto ha inteso valutare la componente floristica del pascolo presente in alcune aree rappresentative della Locride, I risultati del progetto hanno evidenziato che le famiglie botaniche presenti nei pascoli delle aree oggetto di studio sono rappresentate soprattutto da Graminacee (55%) e Leguminose (25%), oltre ad altre specie (20%). La presenza di differenti componenti floristiche, riscontrata nei pascoli, presuppone un diverso contenuto di sostanze fitochimiche».

Scendendo sul piano pratico, quindi, l’imprenditore capofila, Giuseppe Fragomeni, ha affermato che «Il progetto si sta rivelando di fondamentale importanza per il territorio e dà una grossa mano per una produzione di qualità, oltre che contribuire attivamente a un controllo del territorio limitando gli incendi e garantendo una cura dei terreni che prevengono gli allagamenti».

Il direttore regionale dell’assessorato all’agricoltura Giuseppe Giovinazzo ha, poi, precisato che «Non c’è mai stata una politica della carne al sud, ma neppure nel resto del Paese. Gran parte delle difficoltà oggi sono determinate dall’imposizione europea di modelli per rispondere a delle necessità di sostenibilità che vengono da altri settori».

Michele Colucci, presidente Ara Calabria ha detto: «Siamo perfettamente in linea con questo tema che vede al centro la salvaguardia della biodiversità anche per la difesa dalla tradizione. Ma questo non basta: bisogna continuare lavorare per alzare il livello della produzione. Abbiamo tutte le carte in regola per poter affrontare insieme le problematiche in essere e affrontare il futuro in serenità».

Nella conclusione, poi, Francesco Macrì, presidente del Gal Terre Locride, dopo aver ringraziato l’assessore Gallo per il suo impegno ha rimarcato che «Il comparto zootecnico ha un ruolo strategico per lo sviluppo economico della Locride e dell’intera regione. La Locride – ha precisato – è dotata un territorio splendido, idoneo alla produttività e al benessere, un territorio che però va gestito nella maniera adeguata perché possa produrre al meglio. Il progetto Valbiopas, in questa direzione, rappresenta un viatico importante ed efficace per le buone pratiche aziendali, per rafforzare la sicurezza alimentare e la sostenibilità ambientale. Uno sviluppo concreto e importante della zootecnia è possibile; dipende dalle nostre azioni, dalla capacità di mettere in campo sinergie, idee, e richiede l’impegno di tutti». (ab)

Il ministro Valditara a San Luca: Investire in istruzione per dare futuro ai giovani

«Investire nell’istruzione e nella scuola, per dare un futuro ai giovani, è il nostro obiettivo». È quanto ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, nel corso della sua visita a San Luca.

«Oggi è un giorno importante, un giorno in cui noi siamo venuti qui per ascoltare le esigenze e per dare risposte concrete», ha detto Valditara, assicurando che «lo Stato c’è ed è vicino ai cittadini».

Il Ministro ha auspicato che «veramente possa partire un esempio di crescita civile ed economica per l’Italia e per l’Europa investendo nell’Istruzione e investendo nella scuola dando un futuro ai ragazzi, ai giovani. Questo è un passo importante di Agenda Sud: siamo stati a Caivano con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e siamo venuti qua. Agenda Sud significa credere nello sviluppo, nella crescita e nelle opportunità per tanti giovani del Mezzogiorno e soprattutto significa riunire l’Italia. Un’Italia che oggi è spaccata in due, che ha tanti ragazzi che non hanno le stesse opportunità formative e quindi non hanno le stesse opportunità lavorative di tanti giovani che vivono in aree più fortunate».

«Investire 320 milioni di euro complessivamente in duemila scuole del Mezzogiorno in Italia – ha detto ancora – investire risorse importanti in questi comuni e nell’intera regione Calabria vuol dire dare finalmente risposte concrete. Non chiuderemo scuole anzi allungheremo il tempo scuola, ci saranno più docenti e più personale Ata». (rrc)

Il sindaco Versace (Metrocity RC): Valditara nella Locride un segnale di attenzione

Il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, ha evidenziato come la visita del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, sia «un segnale di attenzione a un territorio da troppo tempo abbandonato».

Il ministro, infatti, nella mattinata si è recato a San Luca, Platì e Bovalino, mentre nel pomeriggio a Reggio Calabria incontrerà i dirigenti scolastici.

«Non soltanto la sua visita premia un territorio che ha voglia di riscatto – ha aggiunto Versace – ma ci dà anche quella speranza di poter discutere con delle istituzioni che hanno voglia di fare e soprattutto vogliono comprendere realmente le esigenze e le difficoltà di questo nostro territorio purtroppo per troppo tempo abbandonato».

«Noi crediamo che veramente – ha detto Valditara – possa partire un esempio di crescita civile ed economica per l’Italia e per l’Europa, investendo nell’istruzione, nella scuola, dando un futuro ai ragazzi, ai giovani. Questo è un giorno importante, in cui noi siamo venuti qui per ascoltare le esigenze e per dare risposte concrete. Uno Stato che è presente che è al fianco dei cittadini e che non li abbandonerà».

«Questo è un po’ un primo passo importante di Agenda Sud – ha aggiunto il ministro – siamo stati a Caivano con la presidente del consiglio Giorgia Meloni e siamo venuti qua».

Infine il ministro Valditara, sul dimensionamento, ha detto che «non ci deve essere preoccupazione perché noi non chiuderemo scuole, anzi qui manderemo più insegnanti, faremo più tempo scuola, manderemo più personale ata». (rrc)

Il sindaco Metrocity Versace: Locride comunità che dimostra di voler invertire la rotta

Per il sindaco f.f. della Metrocity Rc, Carmelo Versace, «quando si parla della Locride non si può non richiamare al concetto di coesione sociale. Mi riferisco al tema dei diritti, alla sanità, alla mobilità, al lavoro. Oggi questa comunità dimostra di voler invertire una tendenza che dura ormai da decenni».

«Da parte nostra noi faremo la nostra parte. Purtroppo in questi anni questo territorio è stato oggetto di tagli selvaggi sotto l’aspetto degli investimenti pubblici. Non è facile ma dobbiamo provarci. La coesione sociale è un obiettivo assolutamente imprescindibile per la crescita del territorio. A Roccella ad esempio esiste una comunità che quotidianamente lavora per l’accoglienza delle persone in difficoltà. Mi riferisco ai migranti e agli arrivi delle persone che vengono accolte con tanta dignità, in un contesto solidale di straordinario valore, senza clamori, lontano dai riflettori», ha detto Versace, partecipando al dibattito Calabria e coesione sociale, svoltosi a Roccella Jonica nell’ambito della “settimana della cultura 2023” a Borgo Carafa.

All’incontro, insieme a Versace, hanno partecipato il sindaco di Roccella Jonica Vittorio Zito, il sindaco di Cinquefrondi e consigliere metropolitano Michele Conia, il Segretario generale della Cisl Luigi Sbarra ed il sociologo Francesco Rao.

«Coesione sociale significa anzitutto uguaglianza nei diritti – ha poi affermato il Consigliere metropolitano Michele Conia – garantire l’uguaglianza significa applicare in maniera autentica i principi costituzionali sui quali è fondata la nostra Repubblica: quello dell’uguaglianza formale, per il quale ognuno di noi nasce con i medesimi diritti sulla carta, e soprattutto quella sostanziale, con la possibilità, che le istituzioni hanno il dovere di garantire, di mettere tutti i cittadini nelle medesime condizioni, a partire dalle persone svantaggiate che devono essere sostenute ed aiutate».

«Gli esempi che mi vengono in mente riguardano le mense scolastiche – ha concluso –, ma anche lo sport per le persone disabili. Sono temi sui quali le istituzioni devono intervenire, rimuovendo gli ostacoli che generano disuguaglianze e discriminazioni». (rrc)

La necessità di allungare la stagione turistica

di ARISTIDE BAVAIl turismo, quello vero, non può rimanere limitato a quindici/venti giorni all’anno. Purtroppo questo è quello che succede in molti centri della Calabria e in particolare nella Locride o Costa dei Gelsomini che dir si voglia. Un tempo, infatti era quest’ultimo il nome con cui si identificava la zona costiera della provincia di Reggio Calabria che si sviluppava in particolare da Brancaleone a Monasterace.   

La zona prendeva  il nome dalla tipica coltivazione della pianta di gelsomino diffusa in tutta la provincia reggina ma in particolar modo nel lembo di terra appena citato dove un tempo il profumato fiore veniva raccolto dalle donne (chiamate gelsominaie), venduto a peso ed esportato all’estero per preparare profumi. Quel tempo è finito e, adesso, la presenza del gelsomino si è particolarmente diradata e il nome più comune con il quale si identifica il territorio in questione è, appunto, Locride.  La bellezza di questo lembo di Calabria, d’altra parte, non era ancorata solo alla sua zona costiera che è sovrastata anche da colline di conformazione diverse con  la parte montuosa  ricoperta da boschi, e quando si scende verso la pianura la coltivazione prevalente è rappresentata da uliveti, vigneti e, più a sud dal tipico bergamotto. 

La forza trainante del territorio, soprattutto  dal punto di vista culturale e  turistico è rappresentato, non solo dal mare ma oggi anche e soprattutto  da siti di interesse archeologico e storico che risalgono all’epoca magnogreca e romana quali  gli scavi di Locri e di Monasterace, dalla villa Romana di Casignana e/o del Naniglio di Gioiosa Jonica e all’epoca bizantina con punti di forza la Cattedrale di Gerace e la Cattolica di Stilo o  il Monastero di Santa Barbara di Mammola.dove è presente il Parco Museo Musaba considerato dagli esperti uno dei più importati Musei di Arte Moderna a livello internazionale.

La Locride a parte di importanti centri balneari tra i quali spiccano Roccella, Siderno, Caulonia insigniti della bandiera blu  ma anche Marina di Gioiosa, Caulonia, Monasterace, Locri, S. Ilario, Bovalino, Ardore,  Bianco e Brancaleone che d’estate, sono anch’essi, molto frequentati si trova ad avere altre “ricchezze” che turisticamente potrebbero fare la sua fortuna. Una delle caratteristiche che accomuna la riviera con i centri interni, è infatti la presenza di interessanti borghi antichi che anno dopo anno stanno diventando la vera attrazione della Locride e che, ancora, non sono stati adeguatamente valorizzati e quindi conosciuti dal grande pubblico.

E, poi ci sono tante manifestazioni tradizionali che si accompagnano al periodo estivo e che costituiscono grande attrattiva per i forestieri, Tra le manifestazioni di maggiore richiamo possiamo ricordare il Festival Jazz di Roccella che  si svolge solitamente dopo ferragosto presso il caratteristico Anfiteatro che si trova ai piedi del Castello feudale. È considerato ormai  uno dei più antichi e rinomati festival internazionali, e non a caso richiama ogni anno migliaia di spettatori. Poi c’è il  Palio di Ribusa di Stilo, che si svolge anche in agosto e rappresenta la rievocazione storica della consegna della bandiera al Mastrogiurato della città da parte del delegato del Regno. Altra manifestazione di grande richiamo è il Tarantella Festival  che si svolge ogni anno, a fine agosto,  nell’antico borgo di Caulonia. Una manifestazione  animata da numerosi suonatori  che ballano e suonano la caratteristica Tarantella Calabrese, coinvolgendo il pubblico presente con numerosi artisti  nazionali ed internazioni.

Altra manifestazione di grande impatto pubblico è il Borgo Incantato  che si svolge a Gerace ed è considerato uno dei più grandi festival internazionale d’arte di strada del Meridione favorito anche dalla bellezza di Gerace inserita tra i borghi più belli d’ Italia. La manifestazione, nata agli albori de 2000 è animata dalla presenza di numerosi artisti che  alternano le loro esibizioni nelle piazze e per le vie del centro storico della città. La chiave di successo del Festival è legata all’utilizzo dell’arte di strada come mezzo per promuovere il patrimonio culturale del centro storico che ben si presta ad offrire ai suoi visitatori uno scenario suggestivo e magico.

L’evento oltre a promuovere la creatività e la bellezza del proprio patrimonio artistico, punta alla diffusione delle proprie tradizioni anche attraverso la cucina.  Infatti è possibile per tutta la durata dei tre giorni degustare i prodotti tipici del nostro territorio grazie alla presenza di punti di ristoro allestiti per l’occasione dai cittadini di Gerace. Manifestazioni, tutte queste, che seppure in gran parte si svolgono nel periodo estivo sono servite, e servono, a promuovere il territorio dell’intera Locride. resta la necessità, però, se si vuole realmente allungare la stagione sfruttare meglio le potenzialità esistenti e superare una eccessiva improvvisazione che penalizza fortemente la possibilità di uno sviluppo turistico concreto e duraturo. (ab)

Per due giorni la Locride Capitale della Cultura

di ARISTIDE BAVA Si è conclusa con notevole partecipazione di pubblico la “due Giorni” organizzata dal Cenacolo della cultura e delle scienze che si è sviluppata tra Locri (Palazzo Nieddu)  e  Gerace (Museo Diocesano – Sala degli arazzi).

Per due giorni la Locride è diventanta una piccola capitale della cultura che ha richiamato personalità arrivate da ogni parte d’Italia. Un consuntivo decisamente positivo – ha commentato Luigi Mileto, cofondatore del Cenacolo , che ci induce a continuare la nostra opera di sensibilizzazione , soprattutto dei giovani, verso il mondo delle arti e della cultura. Nel corso della serata di Locri sono stati consegnati ad alcune “eccellenze” i Premi Zaleuco ma soprattutto si sono svolte alcune tavole rotonde che hanno coinvolto  numerose personalità  chiamate dai rappresentanti del “cenacolo” a venire nella Locride con l’obiettivo e il desiderio di risvegliare  la consapevolezza  che il  “sapere”  è uno strumento fondamentale  anche per affrontare la vita quotidiana in un dialogo  serrato tra stili, linguaggi ed epoche diverse. 

Gli argomenti affrontati hanno riguardato il 75 anniversario della Costituzione Italiana dove ha prevalso la forte considerazione che molti giovani ( e non solo) disconoscono completamente  la nostra Costituzione. Si è parlato poi di Robotica e intelligenza artificiale e non è mancata la considerazione che malgrado tutto questa disciplina non potrà mai sostituire l’essere umano. Ed ancora ,nella terza tavola rotonda si è parlato di Ematologia e delle nuove strategie mediche lasciando molte buone speranze per il futuro. Nel corso della serata, a parte i Premi Zaleuco, sono stati assegnati anche un premio alla memoria al poeta e scrittore Locrese  Carmelo Filocamo ritirato dal suo congiunto cofondatore del Cenacolo ed ex magistrato Giovanni Filocamo.

Alla manifestazione è intervenuto anche il sindaco Giuseppe Fontana che ha espresso il suo compiacimento per l’iniziativa ed ha auspicato la sua continuazione anche negli anni futuri. A Gerace, presente il sindaco Salvatore Galluzzo. in una location molto suggestiva sono stati consegnati i premi “Architettura e città” e in particolare è stata esaltata l’opera dell’architetto Paolo Albano, locrese trapiantato a Como  autore del progetto ” La città de mare” che dovrebbe essere realizzato al confine tra Siderno e Locri.

Gli altri premi hanno accomunato altre “eccellenze” nel campo della medicina ( era presente anche il noto oncologo Michelino De Laurentiis ), della cultura e del giornalismo. Non sono mancati significativi apprezzamenti per  l’archeologia e la storia millenaria della Locride, un territorio – ha precisato il Presidente del Cenacolo Tonino Lacopo – dove esiste un enorme patrimonio storico culturale certamente ancora poco conosciuto dal grande pubblico.

L’iniziativa del Cenacolo va anche in questa direzione e le molte presenze esterne della due giorni sono servite  pure  per  mettere a fuoco il ricco potenziale che il territorio può offrire in campo culturale a partire dalla presenza dei beni archeologici, musei compresi,  con Locri, Casignana, Monasterace, grossi punti di forza,  per andare alla scoperta delle enorme ricchezze che si trovano nei borghi antichi di cui Gerace è certamente una punta di diamante. Considerazioni pienamente condivise da Aldo Ferrara presidente di Unindustria Calabria, presente all’evento.

All’ incontro di Gerace hanno preso parte anche ” I Girasoli della Locride” con la presidente Irma Circosta, che hanno fatto da cornice alla consegna alla memoria di un premio a Salvatore Gemelli, medico e scrittore di grande carisma che fa parte della storia di Gerace. Altri due premi alla memoria sono stati assegnati al medico ricercatore Giovanbattista Multari di cui la figlia Emmida, ben nota cardiologa dell’ Ospedale di Locri, ha tracciato un significativo ricordo e allo scrittore sidernese Armando Latorre ; in questo caso il riconoscimento è stato ritirato dall’assessore sidernese alla cultura Francesca Lopresti(ab)

Il Naniglio, un sito archeologico della Locride che merita più attenzione

di ARISTIDE BAVAQuesto periodo estivo è servito a molti forestieri per conoscere l’esistenza sul territorio della Locride di un sito archeologico certamente poco conosciuto ma meritevole di maggiore attenzione sia da parte delle istituzioni locali sia da parte delle strutture sovracomunali. Parliamo della Villa Romana del Naniglio di Gioiosa Jonica.

Una struttura di particolare interesse ubicata in contrada Annunziata di Gioiosa Jonica a qualche chilometro  dal centro abitato. Secondo gli esperti è  stata edificata verso la fine del I secolo a.c. e probabilmente, faceva parte di un podere di grandi dimensioni. D’altra parte nel territorio di Gioiosa esistevano insediamenti di diverse età incluso il periodo romano. Nel podere in questione . si elevava questa villa imponente e di grande prestigio che – pare – raggiunse il massimo splendore intorno al III sec. d.c., per poi subire un lento e progressivo abbandono nei secoli successivi. È ubicata proprio sotto la strada 281 che collega Gioiosa con il paese di Mammola e negli anni passati la sua ubicazione  ha costituito anche un certo pericolo a causa del transito automobilistico in quanto c’era una sola strada che necessariamente costringeva al passaggio obbligato. 

Poi, proprio per questo motivo e, soprattutto,  per evitare pericoli allo stesso naniglio, è stata creata una deviazione e la struttura  è stata “aggirata”. La pianta redatta dagli esperti presenta un corpo principale di forma allungata, con annessi alle estremità due corpi più piccoli. Tra il 1981 e il 1986 furono effettuati degli scavi archeologici che hanno messo in luce solo il settore inferiore della villa a cui si accede mediante una scaletta elicoidale a spirale. Alle due estremità di questo settore residenziale si trovano alcuni ambienti, con pavimenti a mosaico policromo a motivi geometrici e intonaco dipinto sulle pareti che con successivi scavi condotti nel 2010 hanno messo in luce un’ampia sala ottagonale e diverse canalizzazioni, una delle quali si collegava probabilmente ad una cisterna sottostante. Nella zona a Sud della villa si trova inoltre un complesso di ruderi che corrisponde al quartiere termale e che comprende una monumentale cisterna di età Romana (I-V sec. d.c.), a tre navate scandite.

La cisterna ipogea viene indicato come un capolavoro di ingegneria. Le volte sono sorrette da otto poderosi pilastri quadrangolari, disposti su doppia fila e su di esse, era impostato il pavimento su cui erano ubicati i vani della villa. All’interno la cisterna misura una lunghezza di m.17,47 ed una larghezza di 10,27. Nella parte centrale del grande ambiente è collocato un pozzo per la decantazione delle acque. La scala di accesso ai locali interrati è visibile all’esterno ed è coperta da una specie di cappelletto in muratura ordinaria. Degli altri due vani minori,il primo è sormontato da una volta a botte, munita di lucernario circolare centrale; il secondo con due lucernari circolari di grandezza diversa. In questa stanza è situata un’edicola in cotto che presenta i residui di un elegante frontone. 

Si tratta di un Ninfeo, cioè di un luogo dove si andava a godere del fresco e della penombra, e dove scorreva naturalmente dell’acqua. Questa descrizione curata da esperti del settore non può, comunque, rendere merito alla bellezza e all’importanza di questo sito che, per essere veramente apprezzato  deve essere realmente visitato. Purtroppo spesso il Naniglio è chiuso,  ma in questo periodo grazie alla attività di alcuni volontari del posto, su apposita richiesta  può anche essere visitato. Ed è certamente un sito che meriterebbe di essere maggiormente valorizzato. (ab)

La Locride è ancora “tutta un’altra storia”

di ARISTIDE BAVA – Mai come in questo periodo, grazie alla presenza di tanti forestieri, si avverte l’importanza turistica dei borghi antichi della Locride. È la grande conferma che questa terra come spesso è stato scritto, “benedetta dalla natura ma maledetta dalla incapacità degli uomini” non riesce ad avere i supporti politici e l’immagine necessaria per decollare malgrado il suo immenso patrimonio. Anche perché – è bene ammetterlo – continua a pagare lo scotto di una immagine su cui pesano parecchio le sue vicende negative. Una vecchia storia che si ripete e che non è stata ancora cancellata malgrado proprio in questi ultimi tempi si sperava che lo slogan coniato, lo scorso anno, a supporto della sua candidatura a Capitale della cultura, ovvero “tutta un’altra storia” avesse potuto far fuoriuscire la Locride da uno stereotipo che ha fatto breccia sulla gente più delle bellezze e dei tesori storici culturali e archeologici di cui questa terra, piaccia o non piaccia, è piena. Ma la bellezza del territorio c’è, anche se è stata parzialmente deturpata dalla mano dell’uomo con qualche costruzione poco appropriata.

Nessuno, insomma, può togliere alla Locride il suo fascino, la bellezza selvaggia delle spiagge basse e sabbiose che si alternano, in alcuni tratti alle rocce a picco sul mare, e a molte colline, ancora ricche di agrumeti e ulivi . E non si può togliere a questo territorio un patrimonio storico-culturale che resta certamente una sua immensa risorsa. Giusto, quindi, rivendicare – e questa deve essere la grossa forza dei cittadini della Locride – quello che di eccezionale questa terra può offrire. Una natura meravigliosa che si mescola alla storia antica testimoniata dai ritrovamenti negli scavi di Locri Epizefiri e di Monasterace-Kaulonia, dalla stupenda Villa Romana di Casignana e dai suoi splendidi mosaici, dai resti del Naniglio di Gioiosa Jonica, dai tanti castelli del suo entroterra, dai maestosi Palazzi dei suoi borghi antichi. Una terra che ha ospitato i Bizantini e i Normanni, dove esistono ancora monasteri e santuari di notevole bellezza e dove soprattutto il fascino dei borghi antichi riesce ad incantare i visitatori.

Ci sono anche alcune punte di diamante come Gerace, con la sua Cattedrale normanna; Stilo con la pregevole architettura della Cattolica bizantina, Bivongi con le spettacolari cascate del Marmarico. E c’è una fascia costiera che comprende suggestive località balneari e ampie e lunghe spiagge tra le quali anche quella di Riace resa famosa in tutto il mondo per il ritrovamento dei Bronzi. Una terra meravigliosa, pur con tutti i suoi contrasti, dove la qualità della vita, è certamente tra le migliori del mondo, favorita anche da un microclima unico che non solo fa bene alla salute come è stato accertato da appositi studi universitari, ma favorisce anche la coltivazione di risorse di nicchia come il bergamotto, l’annona, piante officinali, e il famoso e inimitabile vino greco. E ci sono prodotti gastronomici “speciali” come l’olio d’oliva “Grossa di Gerace”; la ricotta affumicata di Mammola, il caciocavallo di Ciminà, il pane di Platì, di Mammola e di Canolo, tanto per citare solo alcune delle specialità più note del territorio. Chi può disconoscere tutto questo?

Anche se il rovescio della medaglia è costituito dalle sue tante carenze sociali che, probabilmente hanno costituito una classica palla al piede. Alla fine, però, comincia ad esserci la convinzione che il tempo delle considerazioni negative, se non cancellato, si può mitigare. È necessario, a questo punto, fare qualcosa di più e di concreto. Il “sogno” di sviluppo della Locride non può svanire nel nulla e, proprio la presenza del grande patrimonio qui esistente ci deve far credere che “tutta un’altra storia” è ancora possibile. (ab)

Locride, terra che si ama anche quando si è lontani

di ARISTIDE BAVADocente sidernese di materie letterarie trapiantata a Genova ma fortemente attaccata a questa terra da dove i suoi genitori sono emigrati tanti anni addietro. Si chiama Livia Archinà, ed ha una profonda passione per la cultura e la civiltà antica, greca e romana. A 42 anni è particolarmente legata, per le sue radici, al territorio che frequenta fin da bambina e – dice – il suo interesse per la Locride, continua a crescere di anno in anno,  cosa che si evince da una lunga nota che ha voluto inviare per esaltare le bellezze del territorio e ringraziare l’Archeoclub di Locri per l’intensa attività che sviluppa per far conoscere ai forestieri i “tesori” esistenti  e  che “questa terra generosa ci elargisce; tesori alla luce del sole, ma su cui il turista si sofferma troppo poco, travolto com’è dal turbine dell’estate”.

E invece l’estate – dice Livia Archinà – dovrebbe essere soprattutto la stagione del ritmo lento, della riscoperta paziente, della paziente rieducazione dello sguardo alla bellezza. Stimolare gratitudine per gli uomini e per le donne del passato, che nel tempo si sono spesi per riscoprire e conservare un patrimonio immenso, portando avanti con sforzo tenace un lavoro comune che attraversa i secoli. Parla di Paolo Orsi, Alfonso De Franciscis, Umberto Zanotti Bianco, per citare – precisa – solo i più noti. Livia Archinà  esprime  «riconoscente ammirazione, per chi, nel presente e nonostante gli ostacoli, ancora si adopera per preservare, valorizzare, diffondere la conoscenza di quanto finora è stato riportato alla luce, con sguardo duplice di Giano bifronte, rivolto al passato e proiettato sul futuro; sul futuro perché più del 60 % dei tesori di Locri è ancora sotto terra e molto resta da disseppellire; sul passato per non far dimenticare le storture e i nodi irrisolti».

Si sofferma anche sulla “querelle” sul possibile ritorno in Italia della statua di Persefone, oggi conservata all’Altes Museum di Berlino non mancando di evidenziare la passione di coloro che «coniugando passione e lucido impegno intellettuale, si spendono concretamente, di anno in anno, ciascuno nel proprio ambito di competenza, nell’intento comune di valorizzare il patrimonio culturale locale, in ideale continuità con i grandi uomini del passato e a dispetto degli innumerevoli ostacoli».

Non mancano precisi riferimenti «alla villa romana di Casignana, al museo archeologico nazionale di palazzo Nieddu, al complesso di Casino Macrì, dedicato alla vita di Locri in età romana, al Museo, alla piacevole visita  nell’area extraurbana riservata ai culti delle grandi divinità, a ridosso del perimetro dell’antica colonia greca, vero e proprio oppidum, con i suoi 7,5 Km di mura difensive che cingono 300 ettari di terra al santuario di Demetra e il tratto di mura di recente restauro e allo tesso  santuario di Marasà». Una nota, per forza di cose sintetizzata dalla quale traspare non solo grande conoscenza di questi “tesori” del territorio della Locride ma anche, e soprattutto, il grande amore verso una terra che anche quando si è lontani rimane sempre nel cuore. (ab)

L’incantevole sito della Scialata nella Locride

di ARISTIDE BAVALa Locride non è solo mare. In questo particolare periodo estivo sono molti i forestieri che arrivano nella Locride e “scoprono” posti e località decisamente particolari . molti dei quali, spesso, sono poco conosciuti e/o certamente poco frequentati dagli stessi cittadini locali. Uno di questi siti, in questo periodo particolarmente attrattivo e meta sempre più frequente degli ospiti del territorio, è certamente un sentiero naturalistico, nella Locride, noto come “Scialata”, che nel dialetto locale, non a caso,  significa “divertimento”.

Questo sentiero  si trova in territorio del  comune di San Giovanni di Gerace, ed è ubicato ad una manciata di chilometri dalla fascia  ionica  nella vallata del ,  in un vasto territorio  sulle pendici collinari  che fanno da confine tra l’Aspromonte e le Serre. È abbastanza nascosto ma è anche un sito molto semplice da raggiungere per i visitatori, che riesce a “regalare” delle forti emozioni per una indiscutibile capacità attrattiva  che ha nelle sue splendide ed  ampie vedute  alcuni punti di forza di grande bellezza ma che è anche arricchito da numerose piccole cascate che caratterizzano buona parte del sentiero. È certamente un luogo incantevole per gli amanti della natura. Una specie di passeggiata alla scoperta delle vie dell’acqua, spesso nascoste da  una vegetazione rigogliosa  che si snoda lungo imponenti rocce granitiche.

Tra l’altro c’è anche da dare atto che, contrariamente a quanto avviene per tanti altri siti che, soprattutto nel cuore dell’ Aspromonte, seppure molto belli sono anche difficili da individuare, in questo caso la “Scialata” è segnalata  da una accurata cartellonistica  che consente anche a chi non è conoscitore della zona di non commettere errori viari. L’inizio del sentiero si trova a pochi  chilometro dal centro abitato di San Giovanni di Gerace, Comune che si è fatto conoscere negli anni scorsi per la tradizionale “Sagra della soppressata” che, nel periodo estivo, era un appuntamento di grande impatto pubblico per il territorio della Locride. 

Dall’inizio del sentiero dopo un breve tragitto si arriva in prossimità di un casello (località Giancè), e poi bisogna seguire una strada sterrata che  conduce sino alle cascate “Fellare”; da questa località , poi, seguendo il corso del torrente Levadio, si possono ammirare una varietà di piccoli salti d’acqua, pareti granitiche a strapiombo, ponti in legno, cascate con laghetti e fitti boschi secolari di  pioppi e castagni. Il cammino, quindi, continua sino a raggiungere e superare  la cascata “Crisafi”, la cascata “Schiavone”, la cascata “Piccolo canyon” e la cascata “Scogli” e si arriva, quindi,  appunto, alla “Scialata”, una vera e propria oasi ubicata in contrada Cannavarè. In questo sito sgorga anche una  sorgente di acqua oligominerale ed esiste   un’area attrezzata pic-nic.

Ciò nel cuore di un fitto castagneto. Una bella visione che ripaga della lunga passeggiata e concilia il bello con l’ambiente e la natura. La ” Scialata” è luogo che negli anni scorsi è stato censito anche dal Faie che fa parte dei “luoghi del cuore”. Anche questa è la Locride che bisogna conoscere, e a conoscere, di più. (ab)