Cannizzaro e Orsomarso: Attivato a Roma tavolo per i tirocinanti calabresi

È stato attivato, a Roma, un tavolo sui tirocinanti calabresi. Lo hanno reso noto il deputato di Forza ItaliaFrancesco Cannizzaro e il consigliere regionale al Lavoro, Fausto Orsomarso, che hanno ringraziato il ministro Renato Brunetta « per aver accolto con prontezza e sollecitudine la nostra richiesta dell’avvio di un iter volto a trovare una soluzione definitiva per i lavoratori ‘tirocinanti’ in Calabria».

«L’incontro tecnico – hanno aggiunto – avvenuto nei giorni scorsi a Roma, presso il Dipartimento della Funzione pubblica, promosso dalla Regione Calabria e dai deputati calabresi di Forza Italia, al quale hanno preso parte alcune delle amministrazioni statali presso le quali i tirocinanti prestano la loro attività, segna un importante punto di svolta. L’incontro, finalizzato a condividere i corretti elementi di conoscenza della vicenda, in particolare riguardo le amministrazioni coinvolte, i servizi espletati, i dati anagrafici e la dislocazione territoriale, proseguirà la prossima settimana con la partecipazione di tutte le amministrazioni interessate. In prima linea la Regione Calabria».

«Fondamentale, inoltre – hanno proseguito – sarà anche il Ministero del Lavoro con il ministro Andrea Orlando del Pd, a testimonianza del fatto che questa battaglia non ha e come già detto in piazza non può avere un preciso colore politico ma patrimonio di tutti e nell’interesse esclusivo dei lavoratori. Monitoreremo e continueremo a sostenere il percorso intrapreso auspicando che si possa addivenire a una soluzione definitiva per i lavoratori. Insomma, stiamo dando corpo e sostanza alle istanze che provengono da una parte indispensabile della pubblica amministrazione della Calabria, ponendo anche molta attenzione alle numerose situazioni critiche che necessitano di una soluzione particolare».

«La stretta sinergia tra Governo, parlamentari e amministrazioni locali – hanno concluso – rappresenta il vero valore aggiunto, a fronte di una attenzione sempre viva nei confronti del Sud. La ripartenza del Paese passa dalla ‘normalizzazione’ e dallo sviluppo del Mezzogiorno». (rrm)

Candeloro Imbalzano: subito due leggi regionali per i 7000 tirocinanti calabresi

Candeloro Imbalzano, ex consigliere regionale e già presidente della Commissione Bilancio e Attività Produttive, raccoglie il grido di dolore dei 7000 tirocinanti calabresi e lancia due proposte operative per questi lavoratori precari che continuano ad essere sottopagati e tenuti appesi a promesse di stabilizzazione che sembra non arrivare mai. Candeloro suggerisce di avviare due proposte di legge regionale che consentano l’avvio di un vero processo di stabilizzazione.

«La piaga del vasto bacino del precariato calabrese – afferma Candeloro Imbalzano – è una intollerabile mortificazione per i giovani  e meno giovani  della nostra regione. In questo ambito, particolare significato assume la condizione dei circa 7000 tirocinanti che prestano da anni servizio  presso Enti pubblici, privati e  Ministeri (Giustizia, Comuni, Scuola, Mibact, Città Metropolitana, Sanità) privi di alcuna tutela lavorativa, senza contributi, senza ferie, e senza eventuale diritto di malattia e con retribuzioni da fame,  a fronte di 20 ore  di servizio settimanale. Così come da noi proposto più volte  nel corso di questi ultimi due anni  e soprattutto nello scorso mese di febbraio,  ci sono le condizioni  legislative, giuridiche  ed economiche perché Consiglio Regionale, fino ad oggi colpevolmente  indifferente, e  Governo,  affrontino il problema  ed   avviino da subito un  vero processo di stabilizzazione. In una fase di straordinarie emergenze che il Presidente  Draghi si accinge ad affrontare, alla  drammatica questione dei tirocinanti calabresi  si può e si   deve dare una soluzione concertata con  i  loro rappresentanti.

«Poiché, grazie ai percorsi formativi svolti in questi anni, i tirocinanti hanno  acquisito una preziosa professionalità, importante per l’assetto organizzativo degli Enti ove hanno prestato e continuano a  prestare il loro servizio,  reggendone in buona parte ormai le strutture burocratiche  e le sorti, al punto che la loro eventuale assenza ne paralizzerebbe di fatto l’attività, si impone ormai una forte azione politica che coinvolga tutti i soggetti istituzionali, a partire dei Parlamentari Calabresi, perché all’interno sia dei Fondi POR- FSE e dello stesso  “Recovery Fund”  trovi posto la soluzione di questa delicata ed ormai ineludibile  questione».

Secondo Imbalzano, «Anche se in regime di “prorogatio”, il Consiglio Regionale è nella condizione di approvare, ed è questa la via  praticabile che indichiamo, in qualche settimana due proposte  di legge, per un problema che è più che mai urgente ed indifferibile. La prima dovrà garantire un immediato adeguamento della irrisoria indennità  oggi percepita ogni tre mesi, attraverso l’eventuale rimodulazione dei Fondi POR FSE 2014 – 2020  e prefigurando  da subito contratti di assunzione a tempo determinato. La seconda, è una proposta di legge di iniziativa regionale da sottoporre all’esame del Parlamento, che individui ben chiari  percorsi  di stabilizzazione definitiva, atteso che questi 7000 lavoratori prestano servizio nelle rispettive amministrazioni ormai da tanti  anni».  (rrc)

ISOLA CAPO RIZZUTO (KR): Il sindaco Vittimberga: Vicinanza ai tirocinanti calabresi

Il Comune di Isola Capo Rizzuto, guidato dal sindaco Maria Grazia Vittimberga, ha espresso solidarietà e vicinanza ai tirocinanti calabresi che, nella giornata di venerdì, sono riusciti a ottenere un incontro a Roma con il segretario generale del Ministero del Lavoro e, successivamente, con funzionari di altri Ministeri interessati alla vertenza.

«7mila lavoratori – si legge in una nota – che hanno bisogno di una voce, hanno bisogno di essere ascoltati e, sopratutto, hanno bisogno di essere regolarizzati. Non si tratta di semplici tirocinanti, ma di lavoratori molto utili alle lente macchine amministrative calabresi, che vanno al più presto equiparati agli altri dipendenti della Pubblica Amministrazione».

«Il sindaco di Isola Capo Rizzuto – prosegue la nota – e l’Amministrazione comunale tutta è, e sempre lo sarà, al fianco di questi lavoratori fino a quando non saranno regolarizzati. Dal mese di ottobre, il nostro Comune si è rafforzato di otto unità, al momento contrattualizzati dalla Regione Calabria, e tutti diventati fondamentali per la macchina comunale; un valore aggiunto per gli uffici dove operano».

«Luca, Teresa, Caterina, Serafina, Regina, Carmine, Giovanni e Pietro – conclude la nota – questi i loro nomi che, negli ultimi mesi, abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare; un grande lavoratore dietro ognuno di questi nomi e, siamo certi, dietro ognuno dei 7mila che, da troppo tempo, attendono risposte». (rkr)

Tansi chiede lo stop all’odissea dei tirocinanti calabresi

Carlo Tansi, candidato alla presidenza della Regione Calabria, ha ribadito che la vertenza dei tirocinanti calabresi si potrà concludere «se l’attuale giunta regionale si attivi seriamente sul nostro fronte».

«È arrivata all’ultimo atto – ha detto Tansi – dopo innumerevoli promesse mancate e tante vicissitudini, l’annosa vicenda della stabilizzazione dei tirocinanti  calabresi. Che vedono finalmente un bagliore di luce, dopo un lungo periodo di buio profondo,  caratterizzato  da  numerose, ma purtroppo vane, promesse ricevute dalla classe politica alla guida della Regione. L’esercito di lavoratori ‘pseudo-apprendisti’ dislocati in diversi settori è ancora oggi considerato tale, malgrado ognuno di loro abbia acquisito un importante bagaglio professionale degno di un contratto da dipendente a tutti gli effetti del rispettivo ambito tanto nel privato quanto nel pubblico. Ed è ciò che è emerso dalla discussione intrapresa da Tesoro Calabria con gli stessi tirocinanti».

«I quali – ha aggiunto – non sono inquadrati in un formale rapporto, né autonomo né subordinato, avendo invece quale unico scopo il medesimo apprendistato. Parliamo della preparazione necessaria ad aumentare le chance per l’ingresso nel mondo del lavoro. Il problema concreto  riguarda, però, il periodo successivo. Perché, una volta esaurita la fase della formazione peraltro più volte prorogata, non è stata mai concessa l’opportunità di uno sbocco occupazionale in forma stabile con una tutela garantita e un’adeguata  retribuzione. Eppure, è noto come alcuni di loro siano stati utilissimi sia in ambito pubblico quanto nel privato, in enti e addirittura Ministeri come Giustizia, Miur e Mibact, che li hanno, per così dire, ospitati e in favore di cui prestano tuttora in modo proficuo, e ormai da lungo tempo, un’attività mascherata da tirocinio senza una paga commisurata all’impegno profuso».

«Motivo per cui – ha proseguito Tansi – l’obiettivo è adesso di dimenticare le tante promesse da marinaio ricevute nel corso degli anni da tutti i partiti e gli schieramenti calabresi fra cui figura, come ovvio, l’attuale classe politica, che si vanta di essersi spesa moltissimo per risolvere tale problematica.  Peccato che si sia trattato di parole belle, ma vuote, a fronte di nessun risultato concreto raggiunto. Uno spot elettorale, insomma, che si è stanchi di ascoltare. Ebbene, dopo quanto sopportato, le delusioni patite in quantità industriale potranno essere finalmente cancellate soltanto se l’attuale giunta regionale si attivi seriamente sul nostro fronte. Viviamo infatti un particolare momento storico, da un lato per la triste emergenza pandemica in corso e dall’altro per la spaventosa mole di finanziamenti europei, che arriveranno a breve anche alla Calabria attraverso il Recovery Fund».

«Ed allora non ci sono più scuse – ha detto ancora –. Occorrono progetti adeguati, affinché una tranche delle risorse presto ricevute siano destinate alla definitiva sistemazione dei tirocinanti, intavolando trattative ad hoc con il Governo e prospettando delle tangibili soluzioni, quali ad esempio quelle tese a incoraggiare le assunzioni mediante consistenti sgravi fiscali in favore dei privati che si determinano a contrattualizzarli in modo definitivo».

«Stessa cosa – ha detto ancora – dicasi per la parte pubblica, riconoscendo un altissimo punteggio di base dovuto all’abilitazione conseguita e attestata dalla  Regione, che dovrà bandire un concorso per facilitarne l’accesso nella Pa. In ogni caso, inequivocabile dovrà questa volta essere l’indirizzo che la governance calabrese è chiamata ad adottare nei confronti dei tirocinanti con la consapevolezza di avviare una mirata azione  in grado di cogliere l’opportunità della copertura economica della loro stabilizzazione e la necessità di non privarsi della preparazione acquisita da queste migliaia di donne e uomini».  (rcz)

La denuncia dei tirocinanti calabresi: Non c’è prospettiva di contrattualizzazione

Continua il calvario dei 7 mila tirocinanti calabresi che, ad oggi, attendono una risposta alla vertenza che, ormai, si prolunga da anni, e denunciano la mancata promessa dell’assessore regionale al Lavoro, Fausto Orsomarso, ovvero quello di risolvere la vertenza con una contrattualizzazione.

«La piaga del precariato in Calabria ha, da anni – si legge in una nota –raggiunto radici solide e difficili da estirpare soprattutto se a questa problematica si aggiunge quel totale disinteresse da parte della classe politica locale e non e da parte delle principali istituzioni nel trovare opportune soluzioni. E’ quello che pensano i circa 7.000 tirocinanti calabresi che prestano quotidianamente servizio presso Enti Pubblici e Privati e Ministeri (Giustizia, Miur, Mibact). Si tratta di persone manipolate dal politico di turno per fini elettorali e pertanto usati come semplice bacino di voti».

«Si tratta di madri e padri di famiglia (di cui molti con famiglie monoreddito) – continua la nota – tenuti da mesi “con la canna del gas” dall’assessore al lavoro calabrese Fausto Orsomarso con la promessa di risolverne la vertenza in ottica contrattualizzazione dopo anni e anni di tirocinio presso Enti Pubblici, Privati e Ministeri (Giustizia, Miur, Mibact) ma, ad oggi, non si è visto nulla di concreto (ad oggi ha scritto soltanto due lettere al ministro del lavoro Andrea Orlando, senza recarsi personalmente a Roma)».

«Per nulla esaustivo – prosegue la nota – si è rivelato inoltre l’operato delle tre sigle sindacali calabresi (Uil, Cisl e Cgil) accusate di essere compiacenti per la precaria situazione dei 7.000 tirocinanti calabresi (in considerazione anche di quel tavolo tematico in Cittadella di quel 7 settembre 2020) e lasciare scorrere in maniera maldestra la clessidra del tempo per una vertenza per cui continua a sussistere “solo belle parole” e purtroppo zero fatti concreti. Pertanto, si tratta di una situazione alquanto spiacevole quella che vivono quotidianamente i 7.000 tirocinanti calabresi ovvero questo non riconosciuto bacino di precari che oltretutto coprono da anni quell’annosa carenza di personale in settori strategici dell’intero territorio calabrese».

«Allo stato attuale – conclude la nota – non esiste “sulla carta” quella prospettiva di contrattualizzazione, che garantisca una seppur minima e dignitosa esistenza di vita per i circa 7.000 tirocinanti calabresi (prossimi alla scadenza dei tirocini stessi e con il rischio concreto di ritrovarsi seriamente sulla strada e nella totale disperazione)». (rcz)

Tirocinanti Calabresi: Inascoltato da istituzioni e politica calabrese e non nostro grido d’aiuto

Continua la vertenza dei 7 mila tirocinanti calabresi, il cui grido d’aiuto non è stato ascoltato nè dalle istituzioni nè dalla politica calabrese e non.

«Non è per nulla piacevole – si legge in una nota – prendere in giro quella vasta platea di disperati cronici quali sono i circa 7.000 tirocinanti calabresi, madri e padri di famiglia che reclamano da mesi prospettive concrete di lavoro dopo avere prestato quotidianamente servizio da anni presso Enti Pubblici e Privati e Ministeri (Giustizia, Miur, Mibact). Si tratta di persone che a differenza di un comune lavoratore, non hanno alcun diritto, tutela e che sono prossimi di trovarsi presto sulla strada per la scadenza di quell’assurdo tirocinio che garantisce ad ognuno di loro quel minimo sostentamento economico (500 euro)».

«I 7.000 tirocinanti calabresi – prosegue la nota – non hanno santi in paradiso (in Calabria anche quando si reclama un sacrosanto diritto qual è quello del lavoro se non hai favoritismi politici, puoi morire di fame o pensarla di farla finita una volta per tutte e questa non è pura fantasia ma realtà e ciò è a dir poco vergognoso) rispetto ad altre categorie “di lavoratori di fatto” ad esempio quelli della  Legge 12, che ad esempio hanno lo status “di precari” e hanno trovato ampio sostegno e conforto da parte dell’attuale Giunta calabrese di Centro-Destra, al contrario di quanto s’è verificato in questi mesi per i circa 7.000 tirocinanti calabresi che continuano a navigare a vista, e che continuano a richiedere incessantemente risposte in termini di prospettive concrete di lavoro in ottica contrattualizzazione».

«Ma quando si tratta di parlare dei 7.000 tirocinanti calabresi – dice ancora la nota – l’assessore al lavoro calabrese, Fausto Orsomarso, si dimostra puntualmente incapace a dare risposte concrete, forse perché interessato al ricambio dell’arredamento del proprio ufficio o ad interessarsi “con tutta l’anima e il cuore” alla questione dei lavoratori della legge 12 sponsorizzati da l’intera Giunta calabrese di Centro-Destra. E ancor più grave, è la faccia tosta con cui alcuni sedicenti esponenti politici si fanno avanti con ancorati proclami riguardanti la vertenza dei 7.000 tirocinanti politici, “soltanto” per incrementare il proprio bacino personale di voti, disconoscendo “una volta ottenuto il proprio scopo” le promesse fatte in precedenza, come del resto è già avvenuto in questi anni».

«I circa 7.000 tirocinanti calabresi – conclude la nota – sono attualmente figli di nessuno  e abbandonati a se stessi, per il semplice fatto che reclamano prospettive concrete di lavoro in termini di contrattualizzazione e questo purtroppo urta seriamente l’interesse di qualche esponente dell’attuale classe politica calabrese abituata a quel sistema di postificio valido soltanto per le proprie cerchie ristrette personali». (rcz)

Tirocinanti calabresi: Parole di Orsomarso dimostrano mancanza di volontà di risolvere vertenza

Sono amareggiati i 7 mila tirocinanti calabresi dalle dichiarazioni dell’assessore regionale al Lavoro, Fausto Orsomaso, che esclude la contrattazione per i tirocinanti per mancanza di fondi a cui attingere e ogni decisione riguardo al loro futuro viene nuovamente rimessa al Governo centrale.

«La fortuna di rivestire un’incarico istituzionale – si legge in una nota – e al contempo l’evidente incapacità di agire e di essere parte integrante dell’incarico stesso che si riveste. Si parla ovviamente dell’assessore al lavoro calabrese Fausto Orsomarso che viene incessantemente chiamato in causa dai circa 7.000 tirocinanti calabresi, padri e madri di famiglie che reclamano da mesi lavoro vero e dignitoso in termini di contrattazione (come si parlava da mesi), e che da anni prestano quotidianamente servizio presso Enti Pubblici e Privati e Ministeri (Giustizia, Miur, Mibact)».

«Le ultime affermazioni dell’assessore al lavoro calabrese – continua la nota – evidenza la sua personale, e totale, mancanza di volontà politica di risolvere in positivo la vertenza dei circa 7.000 tirocinanti calabresi che continuano a non essere riconosciuti ne lavoratori e ne soprattutto precari. Pertanto, queste circa 7.000 anime si trovano ingabbiate in un sistema che non rende merito alle professionalità acquisite in questi anni e senza alcun diritto contributivo e previdenziale. Per queste persone si sono disattese le promesse fatte nelle innumerevoli campagne elettorali (dove si parlava addirittura di stabilizzazione dei circa 7.000 tirocinanti calabresi e che come promessa, con tutta sincerità, è a dir poco assurda e soprattutto utopica) ma si sa che le vie del Signore sono infinite se c’è volontà politica e istituzionale».

«Ma per i circa 7.000 tirocinanti calabresi – prosegue la nota – la bussola del tempo sta per esaurirsi per la mancanza di azioni concrete a loro tutela, e quel destino di trovarsi presto tutti sulla strada e di perdere, al contempo, quelle professionalità acquisite in anni e anni si fa sempre più reale anche a causa dell’immobilismo dell’attuale Giunta Regionale calabrese di Centro-Destra che ha, però, il merito di avere reso onore e dignità ad altre categorie di lavoratori, come quelli della legge 12, mostrandosi al contempo madre-matrigna per i circa 7.000 tirocinanti calabresi che hanno solo la colpa di essersi resi protagonisti “in negativo” di un percorso alquanto tortuoso e complesso, quando sono stati spesi 100 milioni di euro con fondi della regione Calabria stessa e che, assieme allo Stato stesso, si è fatta garante di questi percorsi di Politica Attiva che sono vere e proprie misure che devono essere mirate al reinserimento nel mondo del lavoro dei stessi destinatari». (aer)

Di Natale: Il Consiglio regionale discuta della situazione dei tirocinanti in mobilità in deroga

Il segretario-questore Graziano Di Natale ha presentato una mozione, chiedendo di conoscere la volontà del Consiglio Regionale della Calabria circa la strada da seguire per la stabilizzazione dei lavoratori tirocinanti in mobilità in deroga.

«Da ormai troppi anni, circa 7.000 tirocinanti che prestano servizio presso Enti Pubblici, privati e Ministeri (Giustizia, Miur, Mibact) vivono quotidianamente in un profondo clima di incertezza generato dalla mancanza di volontà politica per stabilizzarli definitivamente restituendo loro dignità» ha detto Di Natale, aggiungendo che, purtroppo, «la mia richiesta non sembrerebbe essere stata accolta. Resta il fatto che, nonostante l’importante contributo professionale dei lavoratori tirocinanti, questi hanno sempre mantenuto uno stato di precarietà inaccettabile tant’è che non è previsto, in favore degli stessi, nessun trattamento previdenziale e contributivo».

«Questo comparto occupazionale – ha sottolineato Di Natale – è stato dimenticato dalla Politica. Tutti ricordano le battaglia di chi prima era all’opposizione ed oggi siede nei banchi della maggioranza. Ebbene, l’attuale Giunta Regionale, dopo aver cavalcato la protesta, ha proseguito sulla stessa strada contribuendo ad un disastro ampiamente previsto che lede soltanto la dignità di circa settemila persone».

Di Natale, conscio del proprio ruolo istituzionale, lancia l’ennesimo appello: «La misura è ormai colma. Chiedo ancora una volta che il Consiglio Regionale discuta sul tema dei lavoratori in mobilità in deroga, ed auspico un trattamento equo, giusto e consono alle loro attese. Continuerò a restare vigile rinnovando la mia disponibilità ad intavolare qualsiasi azione congrua alla risoluzione definitiva del problema».

«La Calabria non può più aspettare – ha concluso – è stanca delle pacche sulla spalla e reclama a gran voce i propri diritti». (rrm)

Carlo Tansi: Nessun futuro roseo per i tirocinanti calabresi

Carlo Tansi, leader di Tesoro Calabria, ha dichiarato che non c’è «nessun futuro roseo per i 6.522 tirocinanti calabresi, purtroppo».

«Niente di nuovo all’orizzonte – ha aggiunto – verrebbe quindi da esclamare. Almeno a giudicare dall’immobilismo di cui sono preda, in virtù anche e soprattutto della pandemia in atto. Una terribile emergenza, quest’ultima. Che, tuttavia, non serve a giustificare i circa nove anni precedenti durante cui tali svariate migliaia di lavoratori sono state tenute in un limbo con la classe dirigente, di ieri e di oggi, indifferente».

«Anzi – ha proseguito Tansi – forse persino colpevole nel relegarle a una vita grama fatta di ansia e incertezza. Senza contare che la formula del tirocinio ha una scadenza naturale fissata dopo un anno dalla sua attivazione. Ecco allora che se lo si blocca si tengono ‘appesi’ più del dovuto i destinatari. E io, proprio con loro, ho assunto un impegno preciso, pur sapendo di non essere in lizza per un incarico di Governo, organo a cui compete la maggior parte delle scelte in merito. Ma anche la Regione gioca come ovvio un ruolo, peraltro nient’affatto secondario, in questa delicata partita e, lo ripeto, io ho intenzione di spendermi in ogni modo per inserire la contrattualizzazione dei tirocinanti nel progetto di Tesoro Calabria di amministrazione del territorio. Sarà in sostanza parte del nostro programma».

«Perché parliamo – ha detto ancora Tansi – di un esercito di persone rientrante nella categoria dei cosiddetti ‘lavoratori ex mobilità in deroga’ che prestano servizio, ben oltre il tirocinio formativo, negli enti pubblici e privati e nelle sedi distaccate dei vari dicasteri: Giustizia, Miur, Mibac e così via. La loro attività, inoltre, è ormai ritenuta fondamentale per il funzionamento delle stesse strutture. Sebbene ciò, molte sono state le promesse di stabilizzazione ricevute nel tempo. Ahimè, però, sempre rivelatesi da marinaio».

«Nessuna Giunta – ha detto ancora Tansi – avvicendatasi al vertice della Cittadella, ha infatti finora mosso un dito sul piano della concretezza per aiutarli. Forse perché conviene a parecchi ‘rappresentanti del popolo’ disporre di un ampio bacino elettorale sempre ‘caldo’ al quale attingere. E, intanto, più di seimila madri e padri di famiglia, ma anche tante donne e uomini singoli, seguitano a svolgere un’attività professionale senza diritto alla retribuzione, dal momento che i 500 euro lordi al mese percepiti dai diretti interessati non possono certo essere considerati alla stregua di uno stipendio degno di tal nome, non solo in termini contributivi ma pure previdenziali».

«Come se non bastasse – ha concluso – a tutto ciò si somma, da circa 12 mesi, lo tsunami Covid che rende difficile, se non addirittura impossibile, la ripartenza per alcuni mentre la pone a forte rischio per altri. Si tratta dunque di soggetti privi di tutele, pure sotto il profilo del rischio contagio da Coronavirus, ma in particolare dell’assenza di adeguato riconoscimento economico per come premesso. Rendo, infine, noto che presto mi occuperò anche degli ex Lsu-Lpu e dei percettori di mobilità in deroga, che meritano attenzione». (rrm)

I tirocinanti calabresi: Ignorati anche nella Legge di Bilancio e nel Recovery Fund

Anche nel 2021, non ci sono interventi e tavoli tecnici per la situazione di stallo in cui vertono i 7 mila tirocinanti calabresi degli Enti Pubblici e privati e dei Ministeri (Giustizia, Miur, Mibact).

« I circa 7.000 tirocinanti calabresi – si legge in una nota – non hanno a loro favore ne una legge varata dalla Giunta regionale calabrese, né considerazione da parte dell’attuale Legge di Bilancio e, da ultimo, neanche in termini di Recovery Fund, ma tutto ciò sembra non interessare ne la classe politica calabrese e ne le sigle sindacali calabresi stesse (Uil, Cisl, Cgil)».

È «appeso a un filo» il futuro lavorativo di madri e padri di famiglia che «sopperiscono alla drammatica e annosa carenza di personale in vari settori e precisamente in Enti Pubblici e Privati e Ministeri (Giustizia, Miur, Mibact) ricoprendo la status di eterni “Tirocinanti” e che maturano la modesta somma di 500 euro solo al raggiungimento del loro monte ore mensile.»

«È importante sottolineare – continua la nota – che si tratta di persone manipolate dal politico di turno per fini elettorali e usati come notorio bacino di voti, con vane promesse di trovare soluzioni alla vertenza stessa. Cosa più grave, è che parte dei 7.000 tirocinanti calabresi hanno già terminato il loro percorso e vivono quotidianamente maturando pensieri assurdi che sono fonte di depressione e che possono portare in un attimo seriamente a staccare la spina con una vita che si è rivelata, purtroppo, grama e inutile per colpa di uno status qual è quello di “Tirocinante” e non di lavoratore a tutti gli effetti come viene incessantemente richiesto dai circa 7.000 tirocinanti stessi».

«L’attuale giunta regionale calabrese di centro-destra – continua la nota – prosegue silente il proprio mandato, dopo avere illuso queste persone con iniziali proposte di contrattualizzazione di cui si è fatto anche portatore l’assessore al lavoro calabrese Fausto Orsomarso, coinvolgendo anche le sigle sindacali calabresi stesse (Uil, Cisl, Cgil) e come affermato dallo stesso assessore coinvolgendo anche il ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo, per poi retrocedere di passo in passo e rimettere al Governo centrale ogni decisione in merito al futuro dei circa 7.000 tirocinanti calabresi. Per nulla battaglieri e propensi a quell’essere dei semplici figuranti incapaci d’ogni agire in ragione dell’incarico istituzionale che rivestono, si è rivelato inoltre l’operato dell’assessore al lavoro calabrese Fausto Orsomarso e del suo collega cioè l’assessore con delega al Welfare calabrese Gianluca Gallo».

«Pertanto – conclude la nota – attualmente la problematica inerente al futuro lavorativo dei circa 7.000 tirocinanti calabresi da mesi è sempre più lontana da ogni soluzione e argomentazione con responsabilità e capi d’accusa che non sono di poco conto». (rcz)