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Carlo Tansi

Tansi chiede lo stop all’odissea dei tirocinanti calabresi

Carlo Tansi, candidato alla presidenza della Regione Calabria, ha ribadito che la vertenza dei tirocinanti calabresi si potrà concludere «se l’attuale giunta regionale si attivi seriamente sul nostro fronte».

«È arrivata all’ultimo atto – ha detto Tansi – dopo innumerevoli promesse mancate e tante vicissitudini, l’annosa vicenda della stabilizzazione dei tirocinanti  calabresi. Che vedono finalmente un bagliore di luce, dopo un lungo periodo di buio profondo,  caratterizzato  da  numerose, ma purtroppo vane, promesse ricevute dalla classe politica alla guida della Regione. L’esercito di lavoratori ‘pseudo-apprendisti’ dislocati in diversi settori è ancora oggi considerato tale, malgrado ognuno di loro abbia acquisito un importante bagaglio professionale degno di un contratto da dipendente a tutti gli effetti del rispettivo ambito tanto nel privato quanto nel pubblico. Ed è ciò che è emerso dalla discussione intrapresa da Tesoro Calabria con gli stessi tirocinanti».

«I quali – ha aggiunto – non sono inquadrati in un formale rapporto, né autonomo né subordinato, avendo invece quale unico scopo il medesimo apprendistato. Parliamo della preparazione necessaria ad aumentare le chance per l’ingresso nel mondo del lavoro. Il problema concreto  riguarda, però, il periodo successivo. Perché, una volta esaurita la fase della formazione peraltro più volte prorogata, non è stata mai concessa l’opportunità di uno sbocco occupazionale in forma stabile con una tutela garantita e un’adeguata  retribuzione. Eppure, è noto come alcuni di loro siano stati utilissimi sia in ambito pubblico quanto nel privato, in enti e addirittura Ministeri come Giustizia, Miur e Mibact, che li hanno, per così dire, ospitati e in favore di cui prestano tuttora in modo proficuo, e ormai da lungo tempo, un’attività mascherata da tirocinio senza una paga commisurata all’impegno profuso».

«Motivo per cui – ha proseguito Tansi – l’obiettivo è adesso di dimenticare le tante promesse da marinaio ricevute nel corso degli anni da tutti i partiti e gli schieramenti calabresi fra cui figura, come ovvio, l’attuale classe politica, che si vanta di essersi spesa moltissimo per risolvere tale problematica.  Peccato che si sia trattato di parole belle, ma vuote, a fronte di nessun risultato concreto raggiunto. Uno spot elettorale, insomma, che si è stanchi di ascoltare. Ebbene, dopo quanto sopportato, le delusioni patite in quantità industriale potranno essere finalmente cancellate soltanto se l’attuale giunta regionale si attivi seriamente sul nostro fronte. Viviamo infatti un particolare momento storico, da un lato per la triste emergenza pandemica in corso e dall’altro per la spaventosa mole di finanziamenti europei, che arriveranno a breve anche alla Calabria attraverso il Recovery Fund».

«Ed allora non ci sono più scuse – ha detto ancora –. Occorrono progetti adeguati, affinché una tranche delle risorse presto ricevute siano destinate alla definitiva sistemazione dei tirocinanti, intavolando trattative ad hoc con il Governo e prospettando delle tangibili soluzioni, quali ad esempio quelle tese a incoraggiare le assunzioni mediante consistenti sgravi fiscali in favore dei privati che si determinano a contrattualizzarli in modo definitivo».

«Stessa cosa – ha detto ancora – dicasi per la parte pubblica, riconoscendo un altissimo punteggio di base dovuto all’abilitazione conseguita e attestata dalla  Regione, che dovrà bandire un concorso per facilitarne l’accesso nella Pa. In ogni caso, inequivocabile dovrà questa volta essere l’indirizzo che la governance calabrese è chiamata ad adottare nei confronti dei tirocinanti con la consapevolezza di avviare una mirata azione  in grado di cogliere l’opportunità della copertura economica della loro stabilizzazione e la necessità di non privarsi della preparazione acquisita da queste migliaia di donne e uomini».  (rcz)