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AUTORITÀ PORTUALE DELLO STRETTO: LA METROCITY REGGIO DICE NO A MESSINA

13 settembre – A parte l’annuncio sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (“Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, su impulso del Ministro Danilo Toninelli, darà vita alla sedicesima autorità di sistema portuale, ovvero l’Autorità dello Stretto di Messina. Alla quale faranno capo i porti di Messina e Milazzo per la Sicilia e di Reggio Calabria e Villa San Giovanni per la Calabria”) non ci sono ancora atti ufficiali sull’istituzione voluta dal Ministro, ma crescono le prese di posizione, sulla sponda calabrese, contro un ulteriore declassamento della ZES e del porto di Gioia Tauro.

Il vicesindaco metropolitano di Reggio, Riccardo Mauro

Per la Città Metropolitana, è intervenuto il vicesindaco Riccardo Mauro che ha definito come scelta illogica «Spezzare Autorità Portuale».
«Riteniamo – ha affermato Mauro – sinceramente incomprensibile la decisione annunciata dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, di trasferire a Messina la sede dell’Autorità Portuale dello Stretto, spezzando in due diverse aree il territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria e spostando da Gioia Tauro, cuore pulsante della nuova Zes, istituita da pochi mesi, l’asse baricentrico dello sviluppo portuale di un’area strategica per i trasporti al centro del Mediterraneo.
«La scelta del Ministro – spiega ancora Mauro – mortifica il percorso avviato in questi anni in stretta sinergia con il precedente Governo, che guardava a Gioia Tauro come il perno di un programma di sviluppo che metteva insieme l’aspetto commerciale con il trasporto passeggeri, costituendo una tra le più grandi ed autorevoli Autorità portuali d’Europa, con l’obiettivo di supportare la crescita di un’area strategica caratterizzata dalla presenza di una delle infrastrutture portuali più importanti del Mediterraneo. Non si può condividere la scelta di assumere una decisione di tale portata senza coinvolgere il territorio e le istituzioni locali. Da rappresentanti della Città Metropolitana, chiediamo al Governo di rivedere quanto annunciato dal Ministro e alla deputazioni parlamentari calabresi di battere i pugni sui tavoli romani affinché non venga posto in essere l’ennesimo scempio su un territorio che negli ultimi decenni ha subito le conseguenze nefaste di scelte politiche miopi, quasi sempre ostaggio – conclude Mauro – di piccoli potentati locali, incapaci di guardare ad un progetto di sviluppo credibile e sostenibile, ma soprattutto condiviso con la popolazione».

È il caso di ricordare che qualche anno fa il sindaco Giuseppe Falcomatà aveva espresso chiaramente la posizione della Città Metropolitana commentando i dubbi espressi dal Governatore della Regione Sicilia Rosario Crocetta sul piano di riordino della portualità. «L’Autorità portuale dello Stretto – aveva detto Falcomatà – è una sfida per lo sviluppo delle Città Metropolitane di Reggio Calabria e Messina, una grande occasione per dare seguito all’irrinunciabile necessità di integrazione tra le due sponde. Opporsi a questo progetto significa far perdere al nostro territorio un treno che probabilmente non passerà mai più».
«L’ipotesi di una gestione unitaria della portualità dello Stretto, attraverso la creazione di un’unica Port Authority a Gioia Tauro, è un’idea condivisa da entrambe le sponde dello Stretto – aveva dichiarato Falcomatà – in una lettera firmata insieme al Sindaco di Messina Renato Accorinti e inviata al Ministro Graziano Delrio la scorsa estate, avevamo espresso la necessità di tenere unite le istanze delle due Città Metropolitane nel piano di riforma delle autorità portuali italiane. Una richiesta prontamente ascoltata dal Governo che ha dato seguito a questa ipotesi, che ritengo risponda a pieno al programma di conurbazione tra le due città, sia sotto il profilo del trasporto commerciale che su quello della mobilità, residenziale e turistica. Negli ultimi decenni lo Stretto è sempre stato considerato un elemento di divisione. Oggi abbiamo ribaltato questa logica. Il mare unisce le nostre città – ha concluso il Sindaco – e la creazione di un’unica Autorità Portuale non può che rilanciare concretamente quest’idea progettuale».

L’assessore ai trasporti del Comune di Reggio, Giuseppe Marino

La nuova scelta del Governo adesso mette in discussione anche l’articolazione stessa della ZES, dove i porti di Reggio e Villa, rivestono un ruolo strategico. Secondo l’assessore ai Trasporti del Comune di Reggio, Giuseppe Marino, «Si tratta di un indirizzo che va nettamente contro gli interessi e le prerogative di Reggio Calabria e dell’intera provincia, ipotizzando uno scenario che vede il nostro territorio ancora una volta stritolato da logiche che fatichiamo a comprendere e che nulla hanno a che vedere con la crescita e lo sviluppo».
«La decisione annunciata dal ministro – ha detto Marino – riporta improvvisamente il territorio reggino indietro di tanto tempo, vanificando il faticosissimo percorso intrapreso in questi anni e solo da poco concretizzatosi con un indirizzo chiaro, ovvero Gioia Tauro a capo di una importante Autorità portuale nel cuore del Mediterraneo e dunque al centro della governance e dei processi di carattere commerciale, economico e occupazionale che toccano da vicino l’intero contesto metropolitano reggino e che hanno nella Zes un fondamentale strumento di sviluppo. Un processo frutto di un intenso lavoro di confronto tra tutti gli attori direttamente coinvolti. Quanto emerso qualche giorno fa, al contrario, – ha dichiarato l’assessore – è l’espressione di un modus operandi per nulla condivisibile poiché maturato in assenza di una qualsiasi forma di dialogo, proposta o concertazione fra gli enti territoriali, le parti sociali e il tessuto produttivo. Non comprendiamo come possa giovare al futuro di Reggio Calabria e della stessa area dello Stretto, la costituzione di due autorità ricadenti nello stesso contesto territoriale che finirebbero, di fatto, per creare una situazione di incertezza a danno soprattutto della componente calabrese e creando il paradosso di due Zes poste sotto il controllo di due diverse autorità portuali. In altre parole un modo per perdere la straordinaria opportunità di far sorgere una gestione unitaria e strategica. L’area dello Stretto le cui peculiarità e storia ci auguriamo il ministro conosca perfettamente, ha bisogno di una visione strategica che spinga verso processi di integrazione dei propri distretti e non verso la moltiplicazione fine a se stessa di centri decisionali. Un’area complessa che da decenni paga lo scotto di un isolamento dal resto del Paese e di un grave scollamento dai circuiti produttivi nazionali ed europei. Dunque solo ragionando secondo una logica di “sistema” e non di campanile è possibile sfruttare al meglio le enormi potenzialità derivanti dall’area di Gioia Tauro e far decollare i contesti metropolitani che fanno a capo alle due sponde dello Stretto. Ci auguriamo – conclude Marino – che quanto reso noto dal ministro Toninelli possa essere rivisto e, soprattutto, ridiscusso seriamente, con senso di responsabilità e secondo modalità radicalmente diverse dalle troppo superficiali esternazioni affidate ai social network».

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Il consigliere regionale Alessandro Nicolò (Fratelli d’Italia)

Dal Consiglio regionale, il consigliere Alessandro Nicolò ha diffuso una nota contro la decisione ministeriale: «Il Governo e nella fattispecie, il Ministro Toninelli, – afferma Nicolò – con la loro decisione di istituire un’Autorità portuale dello Stretto con sede a Messina e inglobando Reggio Calabria e Villa San Giovanni, hanno provocato lo smembramento del sistema portuale calabrese che aveva individuato in Gioia Tauro da tempo la struttura di riferimento cui assegnare la sede della nuova Autorità. C’è una evidente contraddizione tra la decisione dei ministro dei Trasporti e l’implementazione dell’area Zes (Zona economica speciale)  attorno a Gioia Tauro e l’estrapolazione dei porti di Villa San Giovanni e Reggio Calabria, indirizzo che induce a sospettare sulla qualità stessa dell’organizzazione portuale. I fatti, però – dichiara Nicolò – sono duri ed evidenti: assegnare la direzione dell’Autorità dello Stretto al porto di Messina snatura l’idea stessa, e impedisce, l’estensione dei benefici della Zes di Gioia Tauro da cui potrebbero venire escluse le città di Reggio Calabria e Villa San Giovanni, con gravissime ricadute sulle attività commerciali e imprenditoriali che avrebbero, invece, ricevuto impulso grazie ai benefici derivanti dallo status speciale della Zes. È auspicabile che il governo rifletta e ascolti il territorio e le sue rappresentanze istituzionali, per scongiurare una mutilazione di una parte importante e popolosa della Calabria che sarebbe costretta così a discutere del proprio avvenire con la Sicilia e senza alcun riferimento con le politiche di sviluppo della nostra regione. Una decontestualizzazione istituzionale – conclude il Consigliere regionale di FdI – che indebolirà ulteriormente Reggio Calabria e Villa San Giovanni, lasciandole in balia di decisioni presa altrove e non in Calabria».  (rrc)