le sorti della regione saranno decise dal governo: potrebbe subire tagli maggiori;
FONDI UE PER LE ARMI, IL RISCHIO PER LA CALABRIA DI PERDERE RISORSE PREZIOSE

FONDI UE PER LE ARMI, IL RISCHIO PER LA
CALABRIA DI PERDERE RISORSE PREZIOSE

di FRANCESCO RENDE – Aldilà delle dichiarazioni di facciata, chi si aspettava rassicurazioni dalle parole del commissario agli affari regionali e vice presidente della Commissione Raffaele Fitto è rimasto deluso: la sostanza non cambia, quella dei fondi delle politiche di coesione per finanziare il piano di riarmo dell’Unione Europea proposto dalla presidente von der Leyen è “una possibilità dei singoli Stati” e saranno quindi i governi centrali a decidere se utilizzare i fondi di coesione, in che modo e quali programmi eventualmente tagliare per sostenere la nuova corsa agli armamenti europea.

La Conferenza delle Regioni di mercoledì sera, alla quale ha partecipato il commissario agli affari regionali Fitto, è l’ennesima dimostrazione di quanto le politiche di coesione (ed in particolar modo i programmi che hanno forti difficoltà di spesa) siano a rischio in questa fase. L’incontro, convocato settimane fa per verificare l’andamento della spesa dei singoli programmi e organizzato per verificare la necessità di eventuali riprogrammazioni in vista della finestra temporale di marzo 2025, a porte chiuse ha preso poi una piega diversa. Il piano ReArm Europe e l’impellente Consiglio Europeo hanno imposto un’accelerata che le regioni non si aspettavano e che ha messo sul chi va la diversi governatori, in particolare quelli del Sud Italia. Alcuni, come De Luca, si sono esposti platealmente contro questo piano: «Le cose che sto sentendo rischiano di essere mortali per il Sud – spiega De Luca – questi soldi servono per le politiche di riequilibrio dei divari territoriali e se a Bruxelles decidono di finanziare il riarmo con questi soldi il Sud è morto».

Fondi di coesione spesi per le armi, timore per la Calabria e le altre regioni del sud: deciderà il governo

I governatori di centrodestra, invece, sono più guardinghi ma la paura è tanta: a fine riunione, è stato proprio il leghista Fedriga, a capo della conferenza delle Regioni, a tirare le somme provando a buttare acqua sul fuoco ringraziando Fitto e spostando l’asse sulle proposte di modifiche ai fondi che arriveranno dalle regioni italiane e che saranno discusse a Bruxelles.

Le parole di Fitto, però, non hanno lasciato nessun margine all’interpretazione: «Il piano europeo di riarmo ha diverse fonti: quella delle politiche di coesione è una scelta volontaria dello stato membro e riguarda diversi stati membri che hanno diverse esigenze tra loro».

Parole che, nell’interpretazione del burocratese, non hanno molte interpretazione: decide Roma, in soldoni, e i fondi italiani sono ancora più a rischio rispetto a quelli di altri paesi. Il motivo, in realtà, è semplice: lo Stato italiano al momento non ha la capacità di cassa e la possibilità di investire risorse per aumentare gli investimenti in armamenti. Le difficoltà recenti nel trovare spazi economici per gli aiuti energetici alle famiglie e le discussioni intorno all’ultima finanziaria lo dimostrano: la coperta è corta, cortissima e le sirene che arrivano da Bruxelles non fanno che addensare nubi su regioni come la Calabria in difficoltà.

«I programmi più indietro con la spesa sono quelli attenzionati» si sussurra negli uffici ed è questo il timore principale per le regioni del Sud ed in particolar modo per la Calabria: dopo lo spostamento delle risorse dell’Fsc sul Ponte sullo Stretto (1,6 miliardi tolti dalle disponibilità di Calabria e Sicilia), quest’altra mannaia sarebbe davvero un colpo durissimo per il futuro di questa regione. (fr)

[Courtesy LaCNews24]