Il beauty truck di Veralab arriva al Museo Archeologico di Reggio Calabria

Bellezze al Museo, il progetto ideato dall’imprenditrice Cristina Fogazzi, creatrice del brand Veralab, arriva in riva allo Stretto. Il suo Beautry truck, infatti, questo weekend farà a tappa a Reggio Calabria per sostenere uno degli istituti museali archeologici più prestigiosi d’Italia: il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Con questo eco-truck total pink, infatti, l’imprenditrice promuove nuovamente la cultura, avvicinandola sempre di più alle donne appassionate del brand e sostenendo le istituzioni museali che rendono unico il patrimonio italiano. Non poteva mancare, dunque, nel suo lungo tour che ha toccato le città di Mantova, Napoli, Trapani e Ortiglia, la città che ospita il MarRC, che custodisce innumerevoli e preziosi reperti della Magna Grecia, come i bronzi di Riace, il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria espone collezioni che spaziano dall’era paleolitica all’età ellenistica, ospitando nei suoi spazi anche esposizioni temporanee.

È da questo progetto che Cristina Fogazzi, appassionata d’arte, è voluta ripartire per veicolare un messaggio attuale di inclusività e body-positivity attraverso le opere e, al contempo, supportare i musei e le loro collezioni, installazioni e progetti espositivi.

Durante il tour le appassionate del brand potranno vivere un’esperienza unica e ad ogni acquisto riceveranno in regalo un biglietto per poter visitare il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Ma non è solo di arte che parla questo progetto: tra le collaborazioni illustri che animano questo progetto condiviso c’è quella con Komen Italia, associazione no profit, che assieme a VerLab porta a Reggio Calabria la Carovana della Prevenzione, il Programma Nazionale Itinerante di Promozione della Salute Femminile che offre visite gratuite di prevenzione delle principali patologie oncologiche che colpiscono le donne dando loro la possibilità di accedere a servizi di screening e spazi ambulatoriali multifunzionali.

Con questo sodalizio, Cristina Fogazzi – nominata Ambasciatrice della prevenzione – rinnova il suo impegno nella difesa della salute. Le iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondi hanno permesso all’associazione di investire, dal 2000 a oggi, 21 milioni di euro in oltre mille progetti di attività per il contrasto al tumore.

Un altro importante sodalizio è quello creato con il jewelry brand DoDo che ha realizzato una speciale edizione del bracciale Rondelle dedicato alle “Fagiane”, l’inesauribile community di VeraLab, in una nuova veste sostenibile in rosa. Il gioiello è acquistabile sul sito dodo.it e online durante il tour.

La novità di quest’anno è il concorso a premi Scrubba&Vinci grazie al quale vengono messe in palio numerose sorprese firmate proprio VeraLab e Dodo. Tra i regali che si possono vincere con questa iniziativa ci sono non solo i prodotti iconici VeraLab, ma anche la special edition del bracciale Rondelle realizzata da DoDo

Dopo il grande successo della scorsa edizione, torna il concept del truck come hub artistico in cui ogni donna può prendere parte alla creazione di un’opera d’arte. In ogni appuntamento, le visitatrici sono invitate a scrivere la loro idea di bellezza su un quadro che, a fine tour, diventerà una straordinaria opera corale. Inoltre, non mancherà l’allestimento di un backdrop a tema artistico con cui interagire, divertirsi e farsi fotografare.

Cristina Fogazzi consolida, così, il proprio impegno di promotrice della bellezza attraverso l’arte. Una missione che quest’anno ha portato avanti anche come social media partner della mostra Tiziano e l’immagine della donna nel Cinquecento Veneziano, in scena al Palazzo Reale di Milano fino al 5 giugno.

Questa iniziativa si è aggiunta alla visita notturna promozionale delle Stanze di Raffaello e della Cappella Sistina di Michelangelo nei Musei Vaticani, fatta nel 2020. Fogazzi aveva motivato la sua scelta con un forte statement: «Non sono una critica d’arte, ma so di avere un impatto sulla mia community. Credo che chiunque abbia una forte popolarità in rete debba metterla al servizio dell’Italia». (rrm)

L’IMPROVVISAZIONE SUL CINQUANTENARIO
EPPURE LA METROCITY PRODUCE CULTURA

di SANTO STRATI – Nonostante il grande impegno della vicepresidente Giusi Princi e degli altri attori chiamati nel comitato per le celebrazioni del cinquantenario del ritrovamento dei Bronzi nel mare di Riace, la sensazione che ancora si coglie è di grande improvvisazione, con l’angoscia di mettere in fretta rimedio a una disattenzione imperdonabile. Non si è scoperto ieri che il 16 agosto del 2022 sarebbero stati 50 anni esatti dal ritrovamento dei due tesori della Magna Grecia. Tesori che il mondo intero – e non sappiamo quanti ancora non ne conoscono l’esistenza – ci invidia. Eppure a pochi mesi dall’anniversario che offriva ai calabresi, e soprattutto ai reggini, un’occasione irripetibile di promozione  turistico-culturale che avrebbe messo la Calabria sotto gli occhi di tutto il pianeta, ancora manca un progetto preciso la cui realizzazione dovrà combattere con tempi ristrettissimi. Per fare un esempio, il logo del cinquantenario avrebbe dovuto essere l’occasione per un concorso internazionale destinato a designer e artisti di tutto il mondo e avrebbe costituito una prima promozione mondiale dell’evento. Invece…

Invece, ad oggi, l’unica proposta – risibile  – è quella di far venire a Reggio Bocelli a cantare: e chi se ne frega di Bocelli (con tutto il rispetto per il grande artista) diranno i potenziali visitatori attratti (?) dall’idea di vedere da vicino i due guerrieri. Chi vuol vedere i Bronzi non cerca la voce possente di Bocelli, ma vorrebbe capire come fare ad arrivare a Reggio, visto che l’aeroporto funziona a mezzo servizio (permetteteci la generosa valutazione per uno scalo vergognosamente inutilizzato) e che tipo di offerta turistica potrebbe trovare. Per intenderci, chi volesse venire a Reggio per una visita ai Bronzi, non si accontenta di un meraviglioso gelato nel chioschetto centenario di Cesare o delle prelibatezze dello chef Filippo Cogliando e del suo magnifico ristorante l’Accademia (entrambi a un passo dal Museo Archeologico Nazionale – un tempo “della Magna Grecia, oggi non più? – ma probabilmente avrebbe piacere di scoprire l’Aspromonte, gli altri straordinari siti archeologici (la Villa Romana di Casignana, il Teatro Greco di Locri, le preziose testimonianze di Medma-Rosarno, l’incanto di Scilla, il fascino di Tropea, il Codex Purpureus e mille altre inestimabili bellezze che solo i calabresi non sono capaci di valorizzare. No, il visitatore deve avere un ventaglio di offerte, con le cosiddette commodities che gli permettono di spostarsi e guardarsi intorno, scoprire – a seconda delle proprie preferenze – paesaggi incontaminati e mozzafiato (per esempio le Valli Cupe) e percorsi religiosi (il Cammino di San Francesco o quello Basiliano) oppure itinerari enogastronomici inimitabili, che si possano attuare con facilità. Non serve Bocelli, serve cervello e buonsenso che fanno il paio con capacità e competenza.

Oggi la Calabria è al Bit. Cosa andiamo a proporre alle agenzie di viaggio se non c’è un piano intelligente e programmatico per accogliere (e avvincere) i potenziali futuri turisti? Che poi non andrebbero considerati tali, bensì ospiti in visita, con tutto il riguardo che la tradizionale accoglienza calabrese non fa mai mancare. Diciamoci la verità: chi scopre la Calabria se ne innamora. Ma non si fa nulla per farla scoprire. La promozione ridicola del corto di Muccino costata tanti quattrini non ha funzionato (come si fa a stanziare quasi due milioni per la produzione e non prevedere altrettanti per la comunicazione?). Esistono iniziative individuali, lodevoli, straordinarie che combattono ogni giorno con la burocrazia di sindaci indifferenti preoccupati solo a misurare la larghezza dei tavolini e l’occupazione del suolo ma trascurano di premiare, incentivare, sostenere esercenti e gli imprenditori del turismo che vorrebbero portare ricchezza in Calabria (con legittima aspirazione al personale e giusto utile) ma non trovano interlocutori.

C’è l’aspetto del turismo di ritorno, quello delle radici: potrebbe portare centinaia di migliaia di calabresi che vivono lontano a riscoprire le terre degli avi. Una frotta di visitatori, di ospiti aggiuntivi al turismo mordi e fuggi che alla Calabria non serve perché non ha le strutture ricettive adatte. E le tante iniziative che si stanno accavallando contano più sull’appassionato impegno di singoli (per esempio, il prof. Tullio Romita dell’Unical) e di associazioni (come Casa Calabria International) che organizzano e promuovono con successo il turismo delle radici, ma non trovano il sostegno concreto della Regione. Manca, a nostro modesto avviso, un’idea di coordinamento, che punti a fare rete, a organizzare e stimolare nuove iniziative a tutela dei visitatori e di chi nel turismo vorrebbe lavorare e vivere di esso. Ci sono migliaia di giovani laureati pronti a lasciare la Calabria, quando potrebbero occuparsi delle risorse del territorio, sul piano della cultura, del turismo, del paesaggio. Ma chi li arruola? Chi li forma e li prepara? Chi si prende la briga di lavorare su questo eccezionale capitale umano? Nessuno, purtroppo, e ci piacerebbe molto essere smentiti con numeri e fatti concreti.

Eppure, come si può ascoltare nell’intervista video (link), al delegato alla Cultura della Città Metropolitana di Reggio Filippo Quartuccio ci sono segnali importanti che provengono proprio dalla città dei Bronzi e dalla sua (ex) provincia.

«I beni culturali – afferma Quartuccio – devono essere vissuti dai cittadini, altrimenti poi sono destinati all’abbandono. E proprio perché si tratta di beni culturali, bisogna farli raccontare da chi, persone o associazioni, vivono nei luoghi che ospitano le ricchezze del territorio. Il nostro impegno è coinvolgere gli altri per far conoscere la storia». E, bisogna dire, i numerosi progetti portati avanti dalla MetroCity potrebbero costituire un modello di partenza per tutta la regione: si parla della valorizzazione dei patrimoni immateriali e, soprattutto, si pensa al giusto ruolo che la biblioteche svolgono come promozione di cultura. Ma si chiederà: i Bronzi stanno nella Città Metropolitana (a cui appartiene anche il Comune di Riace dalle cui acque sono emersi i due maestosi guerrieri di bronzo), com’è possibile che  oggi, a pochi mesi dalle celebrazioni del ritrovamento ci siano ancora incertezze sul da farsi?

Abbiamo sottolineato l’impegno della vicepresidente Princi, ma l’operazione anniversario non è soltanto un’operazione culturale: soprattutto, doveva (dovrebbe, potrebbe?) essere una gigantesca operazione di marketing territoriale, avendo come testimonial il suggestivo magnetismo dei due guerrieri. Un’operazione di immagine che avrebbe sbocchi che non si riesce nemmeno a pensare, data la forza e la carica vitale della loro maestosa fisicità. Sono una delle più grandi e ultime testimonianze della scultura magnogreca del V secolo a.C., espressione di quella cultura che ha donato la civiltà al mondo, ma rischiano di diventare un’inutile “paccottiglia reale” che non interessa nessuno, men che meno ai calabresi.

Per cortesia evitiamo questo harakiri: non c’è molto tempo, ci sono tre milioni di euro (da spendere intelligentemente, se si è capaci), e non servono bancarelle di salsiccia o le vocalità di Bocelli per attrarre visitatori. Serve una visione di futuro: quello che, a cominciare dai Bronzi, la Calabria si merita. (s)

MINISTRO FRANCESCHINI, SALVI IL MARRC
DALL’OBLIO E DA UN INEVITABILE DECLINO

di MIMMO NUNNARI – Se il vecchio cronista avesse un pur minimo potere chiederebbe al Ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini di salvare dall’oblio i Bronzi di Riace e dal declino il Museo Nazionale Archeologico di Reggio, uno dei più importanti del Mediterraneo, pure più del Museo di Atene, scrisse sul Corriere della Sera Cesare de Seta. Tempi passati.

Ora, mentre il Museo Egizio di Torino riparte con l’Aida per celebrare il 150° anniversario del debutto dell’opera di Giuseppe Verdi al Cairo, a Reggio per il 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi, nella prima iniziativa, nell’ambito del progetto pensato per il grande evento, la luce che brilla è quella di Anna Falchi. Una “spruzzata di pop” su un avvenimento dedicato al bene culturale più identitario della Calabria, ha scritto su questo giornale Paride Leporace, richiamando alla memoria le passeggiate di Valeria Marini e Lele Mora, arruolati anni fa per promuovere “l’immagine” della città.

Anna Falchi è una bellezza statuaria. Niente da dire. Certo, le sue presenze più rilevanti in Calabria, come testimonial, in precedenza, riguardano l’inaugurazione di uno stabilimento caseario e una sfilata di moda. Ma non è la bella attrice il problema. La questione, più in generale, al di là del programma per il cinquantenario dei bronzi che ci auguriamo eccellente, riguarda la dimensione culturale attuale del Museo e la sua gestione.

Ospitato nel Palazzo progettato da Marcello Piacentini (uno dei massimi esponenti dell’architettura del primo Novecento) il museo reggino non splende, come dovrebbe splendere. Recentemente è stato anche imbruttito da una terribile sopraelevazione. Forse, c’era la necessità di ricavare nuovi spazi, ma stravolgere un edificio simbolo dello stile con cui il famoso architetto Piacentini fu capace di dare una svolta all’architettura italiana, reinnestandola nel circuito europeo, non è un’operazione da elogiare.

Tutt’altro. Era un monumento da salvaguardare Palazzo Piacentini, come è da proteggere la piazza De Nava, antistante il museo, prossima anch’essa ad un discutibile e radicale restyling, con un progetto per il quale la Fondazione Mediterranea (presidente Enzo Vitale) raccogliendo il comune sentire delle associazioni culturali e della cittadinanza e avvalendosi di qualificate consulenze si è opposta, fino a scrivere al ministro Franceschini e poi a presentare un esposto alla Procura delle Repubblica.

Dentro il palazzo Piacentini che con la raccolta dei materiali più diversi (ori, bronzi, terrecotte, pinakes, sculture, specchi, marmi ed acroteri fittili, corredi funerari esposti nella loro integrità) racconta la vita quotidiana magnogreca, c’è (nonostante i cospicui investimenti in arrivo dalla Regione) il grigiore del declino. Sono lontanissimi i tempi di quando questo grande museo italiano, dopo la collocazione dei bronzi, si animava con la presenza di autorevoli studiosi nazionali e stranieri. Il successo, richiamò personalità di calibro internazionale: il presidente francese Mitterrand, il ministro della Cultura greca Melina Mercuri, per citare i primi che vengono in mente.

Senza contare i ricordi più lontani – di quando ancora i bronzi erano sommersi nel mare di Riace – delle frequentazioni di re Gustavo di Svezia: “Il Re archeologo”, che trascorreva molto del suo tempo in Calabria, peregrinando tra i siti archeologici.  Quando arrivarono a Reggio i bronzi, dopo il restauro di Firenze e la “passerella” al Quirinale, fortemente voluta dal presidente Sandro Pertini, il museo ebbe echi nel mondo intero.

Nel 1981 i bronzi diventarono – seducendo milioni di persone – i personaggi dell’anno. Si produssero servizi televisivi, reportage, elzeviri, riflessioni per spiegare l’innamoramento collettivo verso le due sculture. A Roma, il primo a vederli, si racconta, è stato l’avvocato Gianni Agnelli, giunto sull’uscio del Quirinale verso le sette del mattino. Più tardi giunsero il presidente Pertini e Giovanni Spadolini presidente del Consiglio dei ministri. Poi, a Reggio, migliaia di visitatori paralizzarono la città, quando tornarono a casa. La media giornaliera era di ottomila visitatori.

Ci fu una giornata record, con oltre diciannovemila visitatori. I bronzi, con forza, fecero uscire Reggio, città tra le più belle del Mediterraneo, dall’isolamento. Si fecero simposi internazionali (uno all’Università della Calabria coordinato da Luigi Lombardi Satriani) con i maggiori esperti al mondo. Passato e presente si davano la mano nel Museo.

C’erano i bronzi di Riace, ma c’erano (e ci sono) anche le testimonianze culturali che s’intrecciavano con l’ambiente, con un territorio di testimonianze archeologiche che sembrava fatto apposta per collegare passato e presente. Oggi, tutte queste cose, sono senz’anima. Giacciono, i reperti, e i bronzi. E per animarle ci vuol altro che Anna Falchi, o magari Bocelli, che, si dice, farebbe un concerto ad agosto. Serve il meglio del meglio, per gestire il museo con una visione internazionale, perché i bronzi, la ricca collezione di reperti provenienti da tutto il territorio calabrese, sono un patrimonio culturale dell’umanità. (mn)

REGGIO – Giornata nazionale delle Famiglie al Museo, domenica iniziativa al MArRC

Domenica 10 ottobre, in occasione della Giornata nazionale delle Famiglie al Museo, il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, guidato da Carmelo Malacrino, ha organizzato l’iniziativa Creando si impara.

Previsti, dunque, per bambini e ragazzi di età compresa tra i 4 e i 14 anni, laborator didattici gratuiti che permetteranno loro di scoprire le tantissime storie della Calabria antica raccontate dai magnifici reperti esposti al MArRC. Sarà un’occasione straordinaria per trascorrere in spensieratezza una giornata festiva in famiglia. 

Con iCreando s’impara, insieme alla dottoressa Palma Buda sarà possibile conoscere le principali forme di vasi antichi e le tecniche di fabbricazione. I piccoli ospiti diventeranno “vasai” per un giorno, creando le forme preferite, in un’avventura che inizia nella preistoria, fino alla tarda età imperiale.  

«L’adesione del nostro Museo a Famu 2021 dopo la pausa dello scorso anno imposta dall’emergenza sanitaria – ha dichiarato Maurizio Cannatà, funzionario responsabile dei servizi educativi del MArRC – costituisce un grande segnale di ripartenza. Il nuovo anno scolastico è iniziato all’insegna di un rinnovato desiderio di crescita culturale, che trova proprio nell’incontro tra Scuola e Museo uno dei suoi punti di forza».

«Sono già decine i gruppi scolastici accolti dai nostri servizi educativi – ha spiegato – e l’obiettivo è quello di avvicinare sempre di più bambini e ragazzi, insieme alle loro famiglie, alla conoscenza della storia della Calabria antica e il suo straordinario messaggio culturale e identitario».

I laboratori saranno svolti nei locali della sala conferenze del MArRC, nel rispetto della normativa di contenimento della pandemia, fino a un max di 15 partecipanti. Le prenotazioni potranno essere effettuate all’indirizzo mail man-rc.mostre@beniculturali.it entro le ore 12:00 di sabato 9 ottobre. Sarà data priorità ai visitatori con disabilità fisica, cognitiva e sensoriale. 

«Ringrazio il funzionario archeologo Cannatà, che con la collaborazione della dottoressa Buda ha pensato a una iniziativa che, sono certo, otterrà grande successo – ha commentato il Direttore Malacrino –. È con enorme piacere che aderiamo alla FAMU 2021, dopo i mesi difficili dovuti all’emergenza sanitaria da Coronavirus. Le famiglie reggine non perderanno questa straordinaria occasione di conoscere il Museo e trascorrere una piacevole giornata alla scoperta delle meraviglie della Calabria antica».

«Durante tutta la giornata di domenica 10 ottobre – ha concluso – a tutte le famiglie con bambini sarà distribuito gratuitamente il fumetto ‘Teoria degli opposti’ di Vincenzo Filosa, realizzato nell’ambito del progetto ‘Fumetti nei Musei’ e ambientato proprio nel nostro Museo. 

Domenica 10 ottobre il MArRC sarà aperto, come di consueto fino alle 20.00, con ultimo ingresso alle 19.30. Per accedere alle sale è richiesto il greenpass. 

In Piazza Orsi sarà possibile ammirare la mostra Salvati dall’oblio. Tesori di Archeologia recuperati dal Nucleo TPC Carabinieri di Cosenza.  (rrc)

Il MArrC con la Testa del Filosofo protagonista al Salone Internazionale del Restauro di Bari

Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria partecipa al Salone Internazionale del Restauro di Bari con la presentazione del restauro della Testa del Filosofo, capolavoro del MArRC che, insieme ai Bronzi di Riace e alla Testa di Porticello, costituisce uno degli esempi più alti della statuaria bronzea dell’età classica.

Un evento cardine nell’ambito del restauro a livello internazionale, che assume un valore ancora più significativo per il periodo di pandemia in cui si svolge. Il Salone del Restauro, come di consueto, pone l’attenzione sull’importanza della conservazione dei beni culturali e paesaggistici. Ma quest’anno, oltre ai tradizionali temi del restauro, un focus speciale è dedicato alla sostenibilità, uno degli assi portanti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, attraverso l’impiego di strumenti tecnologici, materiali e metodi innovativi nel campo del restauro. 

 Il restauro dellaTesta del Filosofo, sostenuto mediante l’Art Bonus, si è svolto nell’ultimo anno nel suggestivo spazio di Piazza Paolo Orsi, in un “cantiere aperto” che ha offerto ai visitatori la straordinaria opportunità di osservare il “dietro le quinte” dell’intervento. Tre diversi video raccontano il contesto di ritrovamento della Testa, rinvenuta nell’ambito del relitto sommerso dinanzi alla spiaggia di Porticello; il delicato intervento di restauro, eseguito dalla ditta “Mantella Restauri Opere d’Arte”; e, infine, l’accurato studio diagnostico, che ha visto la collaborazione del Dipartimento di Scienza Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e della Terra dell’Università di Messina e del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dall’Università della Calabria.

«Siamo orgogliosi di poter presentare, in una manifestazione di respiro internazionale, i risultati di un progetto complesso, frutto di un grande lavoro di squadra – dichiara il direttore del Museo, Carmelo Malacrino –. A partire dai fondi utilizzati, messi a disposizione da un mecenate calabrese tramite l’Art Bonus. Intorno al progetto, durato circa due anni, si è costituita un’èquipe multidisciplinare di ricerca e d’intervento. Il restauro, affidato alla professionalità del calabrese Giuseppe Mantella e del suo staff, si è svolto sotto la supervisione dei funzionari restauratori e archeologi del MArRC, che ringrazio per il continuo impegno».

«Sono certo – ha concluso Malacrino – che la Testa del Filosofo, tornata a essere esposta nella sala dei Bronzi, con questo intervento conservativo e di ricerca scientifica assumerà anche una rinnovata forza attrattiva per il grande pubblico»

Particolarmente soddisfatti dei tanti risultati anche i restauratori e gli archeologi dello staff del Museo. «La Testa del Filosofo – ha dichiarato Barbara Fazzari, funzionario restauratore – è tornata a essere esposta dopo un minuzioso restauro, che ha evidenziato come la collaborazione multidisciplinare di varie professionalità possa condurre a risultati tecnici e approfondimenti scientifici di notevole interesse».

«Attraverso queste iniziative operate nei “cantieri aperti” al pubblico – ha concluso – si creano le opportunità per mostrare anche il dietro le quinte del funzionamento del Museo, in particolare le attività di catalogazione, studio e conservazione delle collezioni». (rrc)

 

Green pass, Malacrino chiede di attivare una postazione per test nei pressi del Museo

Il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, Carmelo Malacrino, ha chiesto all’Asp di Reggio di attivare una postazione per l’effettuazione di un test antigenico rapido nella zona antistante l’ingresso del Museo, per agevolare i visitatori sprovvisti di Green pass.

La richiesta è stata fatta a seguito dell’entrata in vigore del certificato verde Covid-19 e, per il direttore, si tratta di «una misura utile, per rispondere alle esigenze degli utenti sprovvisti del green pass, evitando disagi per chi volesse raggiungere lo Stretto desideroso di visitare il Museo e accedere alla sala dove sono esposti i magnifici Bronzi di Riace e di Porticello. Ringrazio le autorità competenti – aggiunge -, certo che non mancheranno nel trovare la migliore soluzione alla nostra istanza».

Tutti coloro che sono in possesso della certificazione, cartacea o digitale, dovranno essere muniti anche di un documento di identità. Vale la pena ricordare, infine, che sono esenti dal green pass i minori di anni 12 e i soggetti per i quali non è prevista la campagna di vaccinazione. In questo caso dovranno esibire l’idonea documentazione che ne attesti l’esclusione. 

«Dopo il controllo al thermoscanner – ha ricordato Malacrino – durante la vista in Museo è necessario mantenere la mascherina e la distanza di sicurezza, nonché utilizzare il gel sanificante disponibile in numerose postazioni. Inoltre gli ingressi vengono opportunamente contingentati dal personale di vigilanza. Ringrazio tutto lo staff del Museo, per lo straordinario impegno nell’assistenza e accoglienza dei visitatori in questi giorni di adeguamento alle ultime disposizioni di legge». 

Il Museo è aperto dal martedì alla domenica, con orario continuato dalle 9.00 alle 20.00 (ultimo ingresso 19.30). Il giovedì e il sabato il Museo resta aperto fino alle 23.00 (con ultimo ingresso alle 22.30). Per queste aperture serali, che danno accesso anche agli eventi sulla terrazza panoramica del MArRC, dalle 20.00 il biglietto d’ingresso costa solo 3 euro.  (rrc)

Sabato la prima edizione del Premio Bronzi di Riace

Sabato 7 agosto, a Reggio, alle 21, al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, è in programma la prima edizione del Premio Bronzi di Riace, «un segno di riconoscimento a quelle figure che, nel loro percorso professionale e di vita, si sono impegnate in attività culturali o hanno operato per proteggere e restituire alla collettività le preziose testimonianze del nostro passato» ha spiegato il direttore del MArRC, Carmelo Malacrino.

«È la prima iniziativa in vista delle celebrazioni per il Cinquantesimo anniversario dal ritrovamento delle due celebri statue, che festeggeremo il prossimo anno – ha spiegato il direttore Malacrino –. Un evento, quello del 2022, al quale stiamo lavorando da tempo, immaginando una ricca serie di proposte culturali che possa promuovere a livello internazionale questi due capolavori dell’arte greca».

«Un progetto – ha aggiunto – che si avvarrà delle sinergie con le istituzioni, con il mondo universitario e con quanti vorranno portare il loro contributo alla valorizzazione del Museo, della città di Reggio e di questo straordinario territorio».

«Sarà, anche – ha proseguito – l’occasione per ringraziare gli enti e le associazioni che in questi anni hanno voluto costruire con noi la visione di una cultura d’insieme, condividendo un percorso di collaborazione che – conclude il direttore – ha trasformato il Museo in un luogo dinamico e inclusivo per tutto il territorio».

Il premio è diviso in nove sezioni, e precisamente: Nuove tecnologie per i beni culturali, Patrimonio culturale e legalità, Impegno professionale nelle Istituzioni culturali, Conservazione e restauro del patrimonio culturale, Tutela dei beni culturali e del paesaggio, Studi e ricerche sul patrimonio culturale, Archeologia e ricerca subacquea, Sinergie culturali tra le due sponde dello Stretto, Strategie per il patrimonio culturale. Concluderà la cerimonia la consegna del premio Bronzi di Riace 2021 per la carriera. 

Ed ecco i nomi delle istituzioni e delle personalità che riceveranno la targa del Museo: l’Archivio Diocesano di Reggio Calabria, diretto da Maria Pia Mazzitelli; la Fondazione “Antonino Scopelliti, presieduta dalla figlia del giudice prematuramente scomparso, Rosanna; Teresa Triolo, segretario Amministrativo del MArRC; Giuseppe Mantella, restauratore d’arte; Bartolo Taglietti, Capitano del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza; Fabrizio Mollo, professore di Archeologia classica presso l’Università di Messina; Barbara Davidde, soprintendente  Nazionale per il Patrimonio Subacqueo; Gabriella Tigano, direttore del Parco archeologico di Taormina e Giardini Naxos; Ludovico Solima, professore di Management delle imprese culturali e dei musei presso l’Università della Campania “Vanvitelli”; e Claudio Sabbione, già funzionario archeologo nella Soprintendenza ai Beni Archeologici della Calabria. 

Nel corso della manifestazione riceveranno una Menzione speciale per la collaborazione nella promozione culturale il Centro Internazionale Scrittori della Calabria, il Conservatorio di Musica “Francesco Cilea”, il Planetario “Pythagoras” di Reggio Calabria, il Club di territorio del Touring Club Italiano. Una Menzione speciale per la comunicazione andrà anche alla giornalista Emanuela Martino, per il suo continuo supporto al Museo. 

La partecipazione all’evento è inclusa nel biglietto d’ingresso al Museo, che per l’apertura serale è di soli 3 euro a partire dalle ore 20.00. 

Ai sensi delle ultime disposizioni governative, per accedere al Museo è necessario il Green Pass per tutti i visitatori, ad eccezione dei minori di anni 12 e dei soggetti per i quali non è prevista la vaccinazione. Da qualche giorno sul sito del Museo è anche possibile acquistare il ticket online, con l’indicazione dell’orario di ingresso.

La prenotazione non è necessaria e il personale contingenterà gli ingressi nel rispetto delle norme di contenimento della pandemia.

Dopo i saluti del direttore Malacrino, presenta Emanuela Martino. Saranno presenti il prof. Pasquale AmatoFrancesco AlìEduardo Lamberti Castronuovo.

«Parteciperò a questa ottima iniziativa – ha detto Amato – con piena convinzione e motivato orgoglio, per coerenza con la mia trentennale azione di difesa ad oltranza della permanenza dei due capolavori nella loro casa del Museo reggino, contro tutti i tentativi di sloggiarli e di scipparli. Azioni concluse tutte con esiti positivi».

«La prima – ha spiegato – la condussi in solitudine, facendo saltare il folle progetto di farli diventare testimonial della ricerca anti-Aids in un folle viaggio in giro per il mondo. Seguirono le opposizioni ad altri tentativi sino agli ultimi due:
1. l’opposizione alla decisione di trasferirli a Roma per un restauro cui opponemmo, con il Comitato Bronzi e Museo assieme a Francesco Alì e Eduardo Lamberti Castronuovo, la controproposta che si sarebbe potuto fare, e difatti si fece, nella Sala Monteleone di Palazzo Campanella; 2. la campagna contro Il tentativo di trasferirli all’Expo di Milano come feticci».
«La ferma opposizione, sempre da parte del Comitato – ha detto ancora – corroborata da oltre 10.000 firme da tutta l’Italia e dall’estero, si chiuse con un duplice successo: a) il riconoscimento della Commissione Ministeriale che sono “Beni identitari e inamovibili” del Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria; b) Grazie a tutte le iniziative di difesa della permanenza dei Bronzi nel nostro Museo, vi è è stato l’inserimento di esso nella Riforma Franceschini come uno dei primi venti Musei a direzione autonoma in Italia. Direzione che per Concorso è stata affidata alla brillante guida dell’arch. Carmelo G. Malacrino». (rrc)

REGGIO – Notti d’Estate, sabato il concerto “Magiche Armonie”

Sabato 10 luglio, a Reggio, nella Terrazza del Museo Archeologico Nazionale, è in programma il concerto Magiche Armonie dell’Ensemble di Archi del Conservatorio di Musica “Francesco Cilea”.

L’evento apre il calendario delle Notti d’Estate, promosso dal MArRC, diretto da Carmelo Malacrino, che si è detto soddisfatto «per essere riusciti a organizzare una serie di eventi che ci vedrà impegnati fino al mese di settembre».

«Sarà la migliore risposta ai difficili mesi di chiusura del Museo – ha aggiunto – che ci hanno costretto a rinunciare a momenti importanti di condivisione, socializzazione e confronto. Il ricco programma nasce dalla proficua sinergia con le altre istituzioni e le associazioni del territorio, tutto incluso nel biglietto d’ingresso di soli 3 euro a partire dalle 20.00. Senza dimenticare la sicurezza; per l’accesso alla terrazza, infatti, sarà necessario il possesso del Green Pass, che dovrà essere esibito su richiesta al personale di vigilanza. Stiamo anche costruendo – prosegue il direttore – una grande sorpresa per il mese di agosto. Sarà il primo evento per il lancio nel 2022 delle celebrazioni per i 50 anni dalla scoperta dei due capolavori del Museo, con l’istituzione del Premio “Bronzi di Riace” destinato a personalità che si sono distinte nel settore della cultura».

L’Ensemble d’archi, formato da 14 giovani musicisti, diretti dal Maestro Giuseppe La Malfa, offrirà all’ascolto un programma ricco e variegato, rivisitando musicisti quali Vivaldi, Mozart, Sibelius, fino a Bregovich e Morricone: musiche che nascono nel segno del disimpegno, con melodie facilmente orecchiabili e riconoscibili, adatte ad una esecuzione all’aperto, ma estremamente raffinate nella scrittura strumentale. 

«Abbiamo accolto subito e con gioia l’invito del direttore Malacrino a inaugurare gli eventi estivi in programma nella splendida terrazza del Museo – ha affermato il direttore del Conservatorio, Maria Grande –. Dopo tanti mesi di silenzio la Città ha bisogno di ritornare a vivere, di ritrovarsi, di condividere emozioni positive. Ed è compito delle istituzioni, delle associazioni culturali, degli enti lavorare in sinergia virtuosa per andare oltre la pandemia. Il Museo Archeologico e il Conservatorio hanno da tempo avviato una stretta collaborazione, che ha permesso di offrire ai nostri giovani di talento un prestigioso palcoscenico, agli appassionati l’occasione di scoprire i tesori dell’arte, a curiosi e turisti la possibilità di accostarsi al repertorio musicale classico. La cultura sarà una grande risorsa solamente se le realtà che la compongono metteranno in campo tutte le loro energie per fare sistema». 

Le aperture serali continuano a maturare i successi delle trascorse stagioni, complice anche la Giornata Europea dei musei dello scorso sabato 3 luglio, durante la quale oltre 200 tra turisti e semplici visitatori hanno gustato la visita dopo il tramonto delle collezioni del MArRC. 

«Grande interesse, infine, sta riscuotendo la mostra “Salvati dall’oblio. Tesori d’archeologia recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale”, allestita nello spazio di Piazza Paolo Orsi», ha concluso Malacrino. La mostra sarà visitabile sino al mese di gennaio 2022.

Il Museo, secondo le vigenti disposizioni ministeriali, è accessibile senza prenotazione dal martedì alla domenica; gli ingressi sono contingentati dal personale fino a mezz’ora prima dell’orario di chiusura, nel rispetto delle norme di contenimento della pandemia.   (rrc)

Dal 1° luglio al Museo Archeologico nazionale di Reggio tornano le “Notti d’Estate”

Dal 1° luglio, al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, ogni martedì e giovedì, tornano le Notti d’Estate, le aperture serali del Museo, che permetterà ai visitatori di ammirare i preziosi reperti, dalle 20 alle 23, al prezzo di tre euro fino a settembre.

Tutta l’attenzione, poi, sarà rivolta alla data di sabato 10 luglio, quando riaprirà al pubblico anche la magnifica terrazza affacciata sullo Stretto, con un ricco programma di eventi inclusi nel biglietto d’ingresso.

«È una delle iniziative che, negli anni, ha riscosso più successo – ha commentato il direttore, Carmelo Malacrino –. La visita dopo il tramonto è carica di suggestioni. Un percorso espositivo di oltre 4000 grandi e piccoli capolavori, che racconta la storia di tutta la Calabria, dalla preistoria alla tarda età romana. A breve, ripartirà anche la programmazione estiva, con tantissime iniziative che troveranno spazio sulla terrazza del Museo, offerte in collaborazione con tanti partner culturali del territorio, che ringrazio». 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Per la visita del museo non sarà necessaria la prenotazione; ma, ai fini del contenimento della pandemia, gli ingressi restano contingentati e resteranno obbligatori l’uso della mascherina e il distanziamento. 

«Ringrazio ancora una volta tutto il personale tecnico e di vigilanza del Museo – ha proseguito il direttore – per l’attenzione che rivolge al pubblico, garantendo loro di potere usufruire di una visita in sicurezza». 

Nel magnifico spazio di Piazza Paolo Orsi, sarà possibile visitare la nuova esposizione Salvati dall’Oblio. Tesori di archeologia recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, frutto delle operazioni del Nucleo T.P.C. di Cosenza che, negli ultimi anni, ha restituito alla collettività straordinari reperti, sottraendoli al mercato clandestino o alle collezioni private illecite. Tra le vetrine è possibile ammirare bellissimi reperti magno-greci databili dall’età arcaica al tardo ellenismo, insieme a falsi contraffatti che testimoniano quanto interesse ci sia nella compravendita illegale delle testimonianze del nostro passato. 

«L’esposizione – ha spiegato Malacrino – è il frutto della restituzione al patrimonio pubblico di tracce perdute dell’antichità, che vengono ora studiate e valorizzate. È stato infatti possibile, anche grazie al contributo del team di esperti dell’Università della Calabria, svolgere indagini di laboratorio per individuare la composizione dei reperti e distinguere gli originali dalle riproduzioni. Le ricerche scientifiche rappresentano l’inizio di ogni attività al Museo, accompagnate dalla documentazione e dal restauro delle opere».

«Allestire questa mostra è stata un’esperienza straordinaria – ha detto ancora – perché ha dimostrato la fattibilità di un’azione sinergica tra gli istituti museali calabresi del Ministero della Cultura, l’Università e le Forze dell’Ordine preposte alla tutela del patrimonio culturale. Ringrazio, in particolare, il Capitano Bartolo Taglietti e la squadra del Nucleo T.P.C. di Cosenza per l’incessante lavoro svolto e per le sinergie attuate con il MArRC per sensibilizzare il territorio su questi specifici temi della cultura».

«La mostra, che vede la luce dopo un anno e mezzo di chiusura dovuta alla pandemia – ha concluso Malacrino – è una gratificazione condivisa, dopo un periodo difficile vissuto da tutta la collettività». (rrc)

Al MArRC di Reggio s’inaugura la mostra “Salvati dall’oblio”

S’inaugura oggi, in Piazza Paolo Orsi del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, la mostra Salvati dall’oblio, a cura del direttore Carmelo Malacrino, da Bartolo Taglietti, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza e dall’Archeologo Maurizio Cannatà.

L’esposizione, composta da 150 preziosi reperti archeologici rinvenuti  illecitamente o pronti per essere venduti sul mercato clandestino, e recuperati dal Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza, è visitabile fino al 9 gennaio 2022, ed è la prima mostra, dopo i mesi di chiusura a causa della pandemia, che viene realizzata all’interno del Museo.

L’inaugurazione di Salvati dall’oblio – realizzata con la collaborazione del Dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria e della Direzione Regionale Musei Calabria – dunque, rappresenta la ripartenza delle grandi mostre al Museo di Reggio Calabria.

Mostra salvati dall'oblio

«La mostra, con il suo curato percorso espositivo, rende molto bene l’idea del grande lavoro svolto nel tempo dal Nucleo di Cosenza per la salvaguardia di un patrimonio straordinario, quello di una Regione ricca di storia e di cultura» ha spiegato il generale Ricciardi.

«Siamo onorati di poter ospitare in Museo questi manufatti – ha commentato il direttore Malacrino – non soltanto per il contributo archeologico e di ricerca, ma soprattutto per il valore civile che essi testimoniano nei confronti della collettività per la tutela dello straordinario patrimonio culturale italiano e calabrese in particolare. L’obiettivo della mostra non è soltanto quello di esporre reperti archeologici che, diversamente, sarebbero rimasti sconosciuti in qualche vetrina di collezionisti privati, ma anche quello di descrivere e comunicare al pubblico l’eccezionale azione di contrasto alle attività illecite e ai reati contro il Patrimonio Culturale condotta con orgoglio dai Carabinieri in sinergia con il Ministero della Cultura e con le sue diramazioni regionali».

«Ringrazio, quindi – ha concluso – l’Arma per le sinergie proficue messe in campo per la realizzazione di questa esposizione. Una mostra che vede la luce dopo i mesi di chiusura al pubblico determinati dalla pandemia e della cui realizzazione siamo fieri. Sono certo che essa rappresenterà un valore aggiunto alla collezione permanente del Museo, entusiasmando gli animi e la vista dei calabresi e dei turisti che attendiamo numerosi».

«La prima sezione tematica della mostra – ha spiegato Cannatà – evidenzia il valore identitario che il patrimonio culturale riveste per l’intera collettività, l’importanza della sua tutela e della sua valorizzazione come valori fondamentali della nostra Nazione, così come sanciti dall’art. 9 della nostra Costituzione. L’allestimento prosegue rimarcando il rapporto tra la Costituzione repubblicana e la moderna legislazione contenuta nel Codice dei Beni Culturali e del paesaggio, sottolineandone la lunga tradizione derivante dalla normativa vigente negli stati preunitari. Nella seconda sezione della mostra sono descritti i compiti, le funzioni, le attività operative del Comando TPC e del suo Nucleo calabrese, che hanno permesso di salvare dalla distruzione numerosi siti di interesse culturale e paesaggistico, nonché di recuperare migliaia di opere d’arte trafugate illecitamente».

«Una volta conclusi i procedimenti giudiziari scaturiti dalle attività investigative – ha concluso – il patrimonio culturale di proprietà statale recuperato dai Carabinieri TPC viene affidato al Ministero della Cultura. La terza sezione – conclude Cannatà – descrive l’intensa attività dei tecnici del Ministero, Archeologi, Architetti, Storici dell’Arte e Restauratori, finalizzata a recuperare il valore culturale e storico dei beni». (rrc)