ROSARNO (RC) – Le realtà sociali preoccupate per «un’altra stagione di sfruttamento»

Realtà sociali preoccupate per «un’altra stagione di sfruttamento» a Rosarno. A sottoscrivere un documento di preoccupazione sono Cric – Centro Regionale d’Intervento per la Cooperazione, Medici per i Diritti Umani (Medu), Recosol – Rete delle comunità solidali, Nuvola Rossa Aps, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali – Università della Calabria e Arci Samarcanda Reggio Calabria.

«Le proteste degli agricoltori delle ultime settimane hanno agitato anche il territorio della Piana di Gioia Tauro e della città metropolitana di Reggio Calabria, dove le comunità, le aziende e i lavoratori della terra hanno sofferto, nel corso degli anni, gli effetti di politiche ingiuste e di interventi inefficaci e inefficienti, che sprecano risorse, alimentano divisioni e tensioni, ma senza rispondere ai bisogni in modo sostenibile. Per questo oggi le riforme per la transizione ecologica appaiono a molti insostenibili – scrivono nella nota – Al contempo, nei giorni scorsi, a Rosarno è stato inaugurato il Villaggio della Solidarietà (16 unità abitative per 96 persone), dove sono stati trasferiti 24 braccianti stranieri dal campo container, ridotto a baraccopoli, di contrada Testa dell’Acqua. Tuttavia, restano ancora inutilizzati i 36 alloggi in contrada Serricella, come anche il borgo Solidale di Taurianova, mentre si discute della costruzione di una nuova struttura, con un investimento di 12 milioni di euro. A oltre dieci anni dalla rivolta di Rosarno, l’ingente spesa sostenuta dalle istituzioni per rispondere ai bisogni abitativi dei lavoratori stagionali costretti a vivere in insediamenti informali non ha prodotto soluzioni sostenibili ed ha anzi alimentato situazioni di degrado, ghettizzazione e divisione a livello sociale. Tra il 2011 e il 2019 i campi container (due) e le tendopoli (tre) installati hanno avuto sempre la stessa parabola: prima si mette in piedi e istituzionalizza un campo, poi, esauriti i fondi necessari per la gestione e la manutenzione, si procede allo sgombero e alla spesa per una nuova struttura destinata, a sua volta, a tramutarsi in un nuovo insediamento informale col passare del tempo. L’ultima tendopoli ministeriale, allestita a San Ferdinando nel 2019, si è convertita come in passato in una baraccopoli dove oggi circa 400 lavoratori stranieri vivono senza elettricità e acqua corrente, in condizioni di marginalità spaziale e sociale».

Continua la nota: «Chi vive negli insediamenti informali incontra ostacoli nell’esercizio di diritti fondamentali come l’iscrizione anagrafica, indispensabile per l’accesso al Servizio Sanitario Nazionale e il rinnovo dei documenti di soggiorno, oltre a ledere il benessere psicofisico e gli equilibri di convivenza con la comunità locale. Il modello alloggiativo di tipo emergenziale promosso in questi anni, oltre a risultare dispendioso e inefficace, mina anche le opportunità di rigenerazione urbana e sociale e la sostenibilità del sistema agroalimentare locale. Le aziende agricole locali, alla ricerca di strategie di risposta alla crisi e alle nuove richieste di consumatori critici, evidenziano la necessità di manodopera regolare, stabile, formata e tutelata nei propri diritti, ma le attuali politiche non rispondono a queste esigenze. Tuttavia, nella Piana di Gioia Tauro, non mancano esperienze di accoglienza e inserimento abitativo a bassa soglia e di tipo diffuso nei centri urbani, in grado di garantire ai lavoratori condizioni dignitose a costi contenuti. Nella località di Drosi, una frazione del Comune di Rizziconi, nel corso di oltre dieci anni, grazie all’azione di intermediazione e garanzia della Caritas locale, è stato possibile dare vita ad un’esperienza di abitare diffuso che ha permesso l’inserimento abitativo in autonomia di più di 200 lavoratori, con evidente beneficio per un territorio ormai spopolato. L’ostello Dambe so (casa della dignità), aperto a San Ferdinando dal progetto Mediterranean Hope della Federazione Chiese Evangeliche In Italia, accoglie oggi 40 lavoratori, sostenendosi attraverso donazioni di chiese protestanti e il contributo economico dei lavoratori che vi risiedono in modo stagionale o stabile e la devoluzione, daparte della cooperativa Mani e Terra, di una quota sociale derivante dalle vendite di arance a gruppi di consumo critico in Italia e in Germania».

«Questa forma innovativa di responsabilità sociale d’impresa – conclude il comunicato congiunto – sorretta da filiere alternative, può essere amplificata attraverso il coinvolgimento di più aziende del comparto, ma anche della grande distribuzione organizzata, responsabile in ultima istanza degli squilibri all’interno della filiera. Un meccanismo di contrattazione sociale di filiera che solleciti il pagamento di un centesimo su ogni chilo di agrumi, in aggiunta al prezzo sorgente corrisposto in modo giusto e trasparente ai produttori, può rappresentare un’importante leva con cui finanziare il miglioramento delle condizioni di tutti i lavoratori della Piana, sostenendo anche l’inclusione abitativa, i trasporti, la formazione, a beneficio dell’intera popolazione locale. L’impegno in questa direzione, anche da parte delle istituzioni, rappresenterebbe un segnale di svolta importante per produttori, lavoratori e per il territorio tutto, andando oltre approcci particolaristici o separatisti, inutilmente dispendiosi e del tutto inefficaci sul lungo termine. La transizione ecologica in agricoltura deve essere giusta, deve cioè garantire il reddito e le condizioni di lavoro degli attori della filiera, condizioni di benessere per la comunità locale, un cibo di qualità per tutti. Pertanto, insieme al rafforzamento delle azioni di educazione antirazzista, formazione e informazione, dei servizi legali e sanitari, anche supportati dalla mediazione culturale, chiediamo con forza un impegno collettivo per una trasformazione dei rapporti produttivi e commerciali orientata alla giustizia sociale». (rrc)

REGGIO CALABRIA – Alla Pinacoteca civica presentato il bando Onore al merito

Di fronte ad una sala gremita si è parlato dell’importanza dell’orientamento scolastico in occasione della presentazione del suddetto bando giunto alla sua VI° edizione che prevede l’erogazione di borse di studio a studenti meritevoli, per intraprendere percorsi per la preparazione ai concorsi militari.

L’evento organizzato dalla dott.ssa Marilisa Panuccio e patrocinato dal Comune di Reggio Calabria insieme a numerose autorità del mondo giudiziario e dell’istruzione. Sono intervenuti il dott. Luciano Gerardis già presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria, dott. Carrà Giuseppe direttore della casa circondariale di Reggio Calabria, alla dott.ssa Anna Briante, assessore all’Istruzione, pari opportunità e Università, la dott.ssa Anna Maria Cama, dirigente scolastico dell’Istituto BocconiFermi e il presidente del Club Rotary Reggio Calabria Nord dott. Mimmo Chindemi.

Ad intervenire ed esprimere soddisfazione il consigliere comunale avv Mario Cardia: «Motivo di orgoglio la presenza di tanti giovani qui in Pinacoteca, il mio grazie va alla dott.ssa Marilisa Panuccio da anni impegnata a valorizzare e soprattutto “formare” i nostri ragazzi e alla sua splendida squadra che la supporta. Credo che sia doveroso per chi fa politica sostenere iniziative meritevoli come questa che mirano a formare i giovani ed a inserirli nel mondo del lavoro. La dott ssa Panuccio merita tutto il sostegno delle Istituzioni e da parte mia troverà sempre il massimo supporto», così Mario Cardia.

Durante l’evento sono stati premiati i ragazzi reggini vincitori delle borse di studio, che sono già idonei ai concorsi e fra pochi mesi indosseranno la divisa. Il concorso “Onore al merito”, quest’anno alla sua sesta edizione, è promosso da Assorienta – Associazione Orientatori Italiani, impegnata da anni nel settore dell’orientamento ed al lavoro presso le scuole secondarie di secondo grado.

L’iniziativa è organizzata in collaborazione con Nissolino Corsi, scuola leader in Italia per la preparazione ai concorsi nelle Forze Armate e nelle Forze di Polizia. (rrc)

REGGIO CALABRIA – OK al bilancio di previsione, Democratici progressisti soddisfatti per le stabilizzazioni

«È una promessa che oggi possiamo dire di essere riusciti a mantenere: una stabilizzazione che i lavoratori del Comune aspettavano da anni». Così in una nota il gruppo di maggioranza dei Democratici progressisti dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2024/2026 in consiglio comunale.

«In questo che è il primo bilancio dopo l’uscita dal Piano di rientro, l’amministrazione Falcomatà ha mostrato coi fatti di mantenere fede alle proprie linee guida. In questa fase i beneficiari delle novità saranno i più fragili, grazie alla pubblicazione dell’avviso pubblico per contributi economici straordinari sulla Tari per il 2024. Un primo tassello di un puzzle che col tempo si arricchirà di ulteriori fondi per tutto il welfare cittadino».

A proposito della stabilizzazione di oltre 100 lavoratori comunali: «Sin dalla creazione di questo gruppo in consiglio quella delle stabilizzazioni è stata una battaglia di dignità che abbiamo portato avanti con coraggio e mai mollato – hanno spiegato i Dp – fino ad ottenere i preziosi risultati odierni. Un lavoro frutto della nostra costante attenzione i temi del lavoro, del precariato e della tutela delle fasce più deboli della cittadinanza».

«Un obiettivo – hanno puntualizzato i Dp – che ha richiesto una decisa azione politica volta a trovare una soluzione immediata per aumentare le ore di lavoro di queste madri e padri di famiglia, precari ora stabilizzati. In questo momento in cui tanti lavoratori e lavoratrici si trovano per scelte scellerate senza occupazione, l’impiego di queste figure a 36 ore settimanali li equipara in tutto, anche dal punto di vista retributivo, ai dipendenti comunale. Un ringraziamento va a chi ha sostenuto la nostra lotta, al sindaco Giuseppe Falcomatà, agli altri consiglieri di maggioranza, ai dirigenti, agli assessori Gangemi e Battaglia, a tutti coloro che hanno manifestato attenzione e sensibilità ai temi del lavoro e della tutela dei lavoratori». (rrc)

CINQUEFRONDI (RC) – Lunedì si presenta il libro di don Marcello Cozzi

Nell’ambito della rassegna “Festival dei libri e della lettura”, lunedì 22 aprile, alle 18, presso la Mediateca comunale “Pasquale Creazzo” di Cinquefrondi, sarà presentato il libro “Lupare rosa” di don Marcello Cozzi, ex vicepresidente di Libera e oggi coordinatore (sempre in Libera) del tavolo di confronto interreligioso, presidente della Fondazione nazionale antiusura “Interesse uomo”, vicepresidente della Federazione italiana delle associazioni antiracket e antiusura, coordinatore Irfi (Istituto di ricerca e formazione interdisciplinare sui fenomeni della mafia e della corruzione) che nasce all’interno del Dipartimento di Diritto canonico della Pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridionale.

Dialogherà con l’autore il giornalista Antonino Raso e interverrà Antonio Napoli, vicepresidente Valle del Marro, Libera Terra.

Don Marcello Cozzi è autore di numerose fortunate pubblicazioni: Quando la mafia non esiste. Malaffare e affari della mala in Basilicata” (2008); “Poteri invisibili. Viaggio in Basilicata tra affari, mafie, omicidi e verità negate” (2014); “Ho incontrato Caino. Pentiti. Storie e tormenti di vite confiscate alle mafie” (2016); Dio ha le mani sporche. Il grido degli innocenti, le angosce dei carnefici, l’arroganza dei boss (2022).

“Lupare Rosa”, con prefazione di Federica Sciarelli e introduzione di Giancarlo Caselli, è dedicato alle donne che cercano di sfuggire all’oppressione dei mariti boss di ‘ndrangheta. Don Marcello Cozzi, sacerdote impegnato da decenni sul versante del disagio sociale, nell’educazione alla legalità e alla giustizia, nel contrasto alle mafie e nell’accompagnamento ai pentiti di mafia e ai testimoni di giustizia, ci racconta una pagina diversa della mafia: quella delle donne, delle mogli dei boss, di Cetta, Angela, Tita, Annunziata, Rossella che sognano una vita diversa e che hanno cercato di scappare da quella gabbia fatta di violenza e paura che le teneva prigioniere.

Cresce sempre di più il numero delle donne, soprattutto madri, che chiedono una mano per fuggire dalle mafie. dal loro mondo di menzogna e di morte. Ma se per i collaboratori e i testimoni di giustizia è previsto il cambio anagrafico queste donne e questi bambini non sono considerati né collaboratori di giustizia né testimoni, non hanno alcuna tutela. Ad aiutare e accogliere donne e minori che vogliono uscire dal circuito mafioso e promuovere una rete di protezione e di sostegno è stato siglato “Liberi di scegliere”: un protocollo di intesa tra Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, Tribunale per i Minorenni, Procura per i Minorenni e Procura Distrettuale di Reggio Calabria. Procura Nazionale Antimafia e Libera ed è sostenuto dalla Conferenza Episcopale Italiana.

Lo scorso 30 settembre Papa Francesco, in un incontro reso noto solo successivamente per motivi di sicurezza e incolumità delle partecipanti, ha incontrato le donne uscite da mafia e ‘ndrangheta, accompagnate da don Luigi Ciotti. che hanno deciso di infrangere codici millenari fondati sulla violenza e sulla minaccia. Il sindaco e consigliere della città metropolitana di Reggio Calabria con delega ai Beni Confiscati, periferie, Politiche giovanili e Immigrazione e Politiche di pace, Michele Conia, colpito in passato da gravi e inquietanti attacchi intimidatori, spiega, con la coerenza di un uomo politico che è sempre rimasto ancorato ai suoi valori di riferimento, che «la lotta alle mafie è intesa come riscatto sociale e impegno civile, che parta dal basso, dai territori, per una migliore convivenza tra le persone e per la partecipazione democratica alla vita della propria comunità, nel rispetto delle regole attraverso una cultura della legalità, diffusa nella società e nelle scuole e grazie all’operato quotidiano di sindaci e sindache impegnati/e in prima linea con straordinario spirito di servizio. Questo evento letterario vuole narrare storie al femminile, donne che si alzano dal silenzio dell’omertà e della violenza per costruire un cambiamento, vittime di un sistema criminale che ha condizionato la loro esistenza. Tante altre storie ancora aspettano di essere conosciute e lette provando a scrivere un finale differente». (rrc)

REGGIO CALABRIA – Al Cedir un confronto contro violenza e maltrattamenti

Il sindaco Giuseppe Falcomatà e l’assessora comunale al Welfare, Lucia Nucera, sono intervenuti al convegno conclusivo del progetto “Smart – Servizio maltrattanti: ascolto, recupero, trattamento” promosso dal Dipartimento per la Giustizia minorile di comunità del Ministero della Giustizia – Ufficio distrettuale di Esecuzione penale esterna di Reggio Calabria” – rivolto alle scuole per sensibilizzare e prevenire la violenza di genere.

Presso la Sala “Gianni Versace” del Cedir, di fronte a tanti studenti, il sindaco Giuseppe Falcomatà, nel ringraziare il Ministero ed il dipartimento per la Giustizia minorile, ha ricordato «l’impegno che, da anni, l’Ente porta avanti rispetto al tema del contrasto alla violenza e, in particolare, a quella di genere». «Questo progetto – ha detto – è uno dei tasselli che si inserisce in un mosaico più ampio che ha l’obiettivo di far comprendere quanto questi argomenti siano tremendamente attuali. L’errore che spesso facciamo, però, è quello di sentirli distanti, lontani da noi, come se la cosa riguardasse soltanto gli altri: il nostro compagno di scuola, l’amico che viaggia insieme a noi sul bus, l’avversario che incontriamo in una partita di calco, basket o pallavolo. Nel sottovalutare questi aspetti, purtroppo, succede che quella violenza ci arrivi addosso all’improvviso, cogliendoci di sorpresa e impreparati. Quello che dobbiamo comprendere, quindi, è che la violenza e le fragilità di chi la subisce sta intorno a noi e, per questo, ci riguarda».

«Spesso – ha continuato il sindaco rivolgendosi alle studentesse ed agli studenti – queste violenze non sono visibili ai nostri occhi. Ci sono vittime che subiscono i torti di un mondo che li respinge perché, magari, non corrispondono ai canoni di bellezza imposti dai social o hanno diversi orientamenti sessuali. Piano piano, queste violenze subite, generano sempre una maggiore fragilità in chi non ha la forza di reagire o non ha gli strumenti per farlo e, ahimè, le reazioni possono essere anche le più drammatiche. Percorsi come questo progetto, quindi, sono importanti perché ci insegnano a metterci nei panni di chi abbiamo di fronte. Ciò che dobbiamo fare è costruire la giusta empatia con gli altri sapendo che, ognuno di noi, combatte la propria battaglia interiore». «Dobbiamo farlo noi per primi – ha proseguito Falcomatà – che abbiamo l’onore di rappresentare le istituzioni. La violenza, non soltanto verbale, è diventata comune, purtroppo, anche all’interno dei luoghi in cui le istituzioni operano. L’impegno che, anche le istituzioni, devono assumere è quello di tornare a dare l’esempio. Se noi, con il nostro linguaggio e non solo, inneggiamo alla guerra, alla violenza, individuando sempre un nemico, allora è un fallimento per tutti. Il compito della comunità educante, come questo progetto insegna, è lavorare affinché ognuno di noi abbia la cultura di abbracciare i disagi che abbiamo intorno e comportarsi di conseguenza come cittadini degni della comunità che vivono».

Per l’assessora Lucia Nucera, quella del contrasto ad ogni forma di violenza, «è un’attività che vede fortemente impegnata l’amministrazione, soprattutto in un contesto di collaborazione e condivisione dei programmi con le associazioni del territorio specializzate in un settore così delicato e complesso». Dal “Mandela office”, «pronto ad essere riattivato», al protocollo con il carcere che «ha visto diversi detenuti coinvolti in specifici percorsi all’interno dell’amministrazione stessa», l’assessora Nucera ha ribadito «l’attivismo dell’Ente nello stare al fianco dei cittadini sia in forma di sostegno e accompagnamento al superamento del dramma, sia in una funzione rieducativa affinché si eviti la reiterazione di reati speciosi».

«Stiamo lavorando al nuovo Piano di zona – ha affermato, in conclusione, la delegata alle Politiche sociali – rivolgendoci al territorio ed a quanti hanno la volontà di impegnarsi in questo percorso che già riconosce il protagonismo e l’efficienza di associazioni che possono davvero darci indicazioni per avviare nuovi programmi e attività». (rrc)

LOCRI (RC) – Sabato Paolantoni rivisita Shakespeare a modo suo

Ancora un nuovo grande evento per la XXX Stagione Teatrale della Locride, organizzato dal Centro Teatrale Meridionale, per la Direzione artistica di Domenico Pantano, che ha riscosso un grande successo da parte del pubblico per l’ampia offerta in grado di spaziare tra i generi più diversi.

Sabato 20 Aprile, alle ore 21, sarà la volta di un grande attore comico Francesco Paolantoni, che porterà in scena al Palazzo della Cultura di Locri il suo “O Tello o… io”, nell’ambito della rassegna “Locri al Teatro”.

Scritta e diretta dallo stesso Francesco Paolantoni, sul palcoscenico insieme a Stefano Sarcinelli, Arduino Speranza, Raffaele Esposito, Viola Forestiero, Felicia del Prete, la pièce – produzione Idue – è ispirata al dramma shakespeariano Otello.

Seguendo il meccanismo del “teatro nel teatro”, protagonista è una compagnia amatoriale intenta a fare le prove dello spettacolo che debutterà l’indomani sera. Tra disavventure, deliranti discussioni interpersonali tra i vari attori, dissertazioni psicologiche sui rapporti e la disperazione per la notizia che l’attore che avrebbe dovuto interpretare proprio il protagonista non verrà più, l’unica soluzione è che il regista stesso dovrà interpretare Otello senza però conoscerne la parte.

Uno spettacolo trascinante e divertentissimo dove non mancano i riferimenti alla situazione di precarietà che attraversa lo spettacolo dal vivo oggi. Il regista, infatti, sicuro che le compagnie amatoriali, non dovendo subire i tagli alla cultura e allo spettacolo, siano l’unica risorsa per portare avanti il teatro, sceglie quindi un testo impegnativo: il dramma della gelosia per eccellenza, sentimento rovinoso e comune, che consente di allontanarsi dal classico repertorio delle compagnie amatoriali.

Con una scrittura che rimanda alla commedia dell’arte, dal ritmo veloce, “O Tello o… io” è una impietosa ed esilarante messa in scena con un finale inevitabilmente diverso che mai il grande Bardo avrebbe potuto immaginare.

Il genio comico napoletano di Francesco Paolantoni trova qui la sua realizzazione perfetta, tornando al suo primo amore, il teatro, dopo una lunga ed entusiasmante carriera che lo ha visto in cinema e in televisione, in numerosi spettacoli e film, sempre apprezzato dal grande pubblico.

La commedia, dopo aver girato in tutta Italia, fa ora tappa in Calabria nella prestigiosa rassegna curata dal Centro Teatrale Meridionale, con il patrocinio del Comune di Roccella, del Comune di Locri e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Locri, e co-finanziata dall’Assessorato regionale alla Cultura della Regione Calabria. (rrc)

REGGIO CALABRIA – Domani la presentazione di “San Giorgio, il drago, un libro e una rosa”

Il Salone dei Lampadari “Italo Falcomatà” di Palazzo San Giorgio ospiterà domani, venerdì 19 aprile alle ore 10, la conferenza stampa di presentazione dell’evento “San Giorgio, il drago, un libro e una rosa”.

Trattasi di una iniziativa prevista nell’Area Sacra Griso Laboccetta di Reggio Calabria martedì 23 aprile a partire dalle ore 10 e fino alle 20, in occasione della Giornata internazionale del libro e del diritto d’autore.

Diverse le attività programmate: fiera del libro, reading, arte, artigianato solidale, economica circolare e musica al tramonto. L’ingresso è libero.

Alla conferenza stampa di venerdì 19 interverranno il consigliere metropolitano delegato alla Cultura, Filippo Quartuccio, il vicesindaco di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, e la presidente dell’associazione Ulysses, Marisa Cagliostro. (rrc)

REGGIO CALABRIA – Falcomatà in visita ufficiale a Castore con il nuovo cda

Il sindaco Giuseppe Falcomatà ha fatto visita ai lavoratori ed al nuovo management di Castore presso la sede della società partecipata dal Comune e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria. Ad accompagnare il primo cittadino anche il vicesindaco metropolitano, Carmelo Versace, l’assessore comunale Domenico Battaglia, i consiglieri di Palazzo San Giorgio Franco Barreca e Giuseppe Sera. L’incontro con l’amministratore delegato Domenico Mallamaci, la del cda, Valentina Sapone, ed il componente Giuseppe Letterio Visicaro. Presente all’incontro anche il consigliere regionale Giovanni Muraca.

«Il dialogo con i lavoratori – ha detto Falcomatà – è servito soprattutto a tastare il polso della situazione ed a rinnovare loro l’impegno amministrazione rispetto alla crescita della società che, oggi, è metropolitana e che, col prossimo bilancio, avrà risorse per garantire, ancor di più, la cura del verde, la manutenzione delle strade e delle scuole».

«Al management ed ai lavoratori – ha proseguito il sindaco – ho chiesto di continuare l’attività al servizio della città con la competenza e la passione che, sin dal 2018, anno della nascita dell’azienda, li ha sempre contraddistinti. Tutti insieme, infatti, dobbiamo mettere in campo un’operazione straordinaria di recupero e mantenimento del bello, del decoro urbano, della pulizia, dell’igiene e di piena fruibilità degli spazi e dei luoghi pubblici. Lo possiamo fare anche grazie al continuo impegno delle maestranze che hanno la piena fiducia dell’Amministrazione e dell’intera città. Intorno a Castore, avverto un sentimento di sostegno da parte dei cittadini che riconoscono il buon lavoro che i lavoratori stanno facendo».

L’amministratore del Cda di Castore, Domenico Mallamaci, ha parlato di una «visita gradita», ringraziando il sindaco Falcomatà per «la rinnovata fiducia e per il sostegno all’azienda che non è mai venuto meno».

«Come consiglio d’amministrazione – ha aggiunto – siamo in carica da appena un mese e stiamo cercando di mettere in campo una serie di attività in grado di dare risposte concrete, per come è giusto che sia, ai cittadini dell’intero comprensorio metropolitano».

«Da subito – ha continuato – abbiamo registrato, positivamente, una grande attenzione da parte delle amministrazioni di riferimento e dei rispettivi uffici. Il mio ringraziamento maggiore va a tutti i lavoratori, agli ingegneri ed al personale amministrativo che, in questi anni, prima del nostro insediamento, hanno sempre operato per dare risposte alla comunità reggina». (rrc)

REGGIO CALABRIA – Le Muse raccontano l’intercultura della Calabria

L’Associazione culturale Le Muse “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria, domenica scorsa presso la Sala d’Arte di via San Giuseppe 19, ha presentato alla città un inedito incontro su “Culture a confronto…viaggio intorno al mondo”.

La manifestazione domenicale ha ricordato il presidente prof. Giuseppe Livoti, ha un grande valore divulgativo, poiché vuole segnare un limite, superandolo tra il concetto di “multiculturalità” che è risultato di flussi migratori e di incontri tra le culture ed “interculturalità” che è invece un processo educativo intenzionale, che deve essere progettato dagli educatori per rispondere alle esigenze formative della società d’oggi.

Hanno dialogato con il pubblico Paola Maldonado responsabile e curatrice Porta Verde – Home Restaurant Messico, Yolanda Gutièrrez Rodrìguez docente madre lingua – Spagna e Tatiana Potapova presidente BergaModel Fashion Academy dottoressa commercialista – Russia, creando un virtuale viaggio tra video ed immagini raccontando la loro terra, le loro difficoltà in Calabria e come si può convivere nonostante grandi trasferimenti che cambiano la vita personale e lavorativa.

Paola Maldonado responsabile e curatrice Porta Verde – Home Restaurant Messico si è subito inserita nell’argomento facendo memoria della sua scelta di venire in Calabria solo ed esclusivamente per amore. Sono scelte per sempre dice lei e della nostra terra di origine in questo caso il Messico, non posso non evidenziare l’ordine, la pulizia il rispetto per il paesaggio urbano, elementi che purtroppo qui a Reggio vengono poco presi in considerazione. Provengo da uno stato dell’America settentrionale la cui capitale è Città del Messico, paese più settentrionale dell’America Latina che costituisce la più grande e la più popolata nazione ispanofona del mondo. Tante le tradizioni che porto con me sono solo nel cuore ma che amo ricordare anche ai miei piccoli figli: dal 31 ottobre al 2 novembre la tradizione dell’ Hanal Pixan vuole che gli spiriti “ottengono il permesso” per visitare i parenti ancora vivi. Una nostra caratteristica è fare un altare che deve essere allestito facendo attenzione a rappresentare i quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco e viene solitamente collocato in salotto o sala da pranzo per la condivisione con tutta la famiglia.

A volte gli altari vengono fatti di Poaceae (Graminacee) con tetti di palma o di foglie di banano usando i petali di tagetes erecta per fare un percorso dall’entrata all’altare per dirigere il cammino delle anime. Sull’altare vengono posti diversi elementi importanti, alcuni variano da città a città anche per l’ordine considerato valido. Si tende a creare un altare a più livelli e ogni livello rappresenta un elemento e un passo dalla terra al cielo.

La prima cosa da fare è inserire le foto di coloro che vogliamo ricordare. La maggioranza dei messicani definisce la propria identità personale e nazionale come mestiza, termine spagnolo che denota una persona di razza mista, meticcia. Il popolo messicano si ritiene dunque discendente di avi indigeni (amerindi) o spagnoli (europei) e proprio dalla Spagna abbiamo anche ereditato una attenta tradizione culinaria. Oggi a Reggio Calabria ho aperto Porta Verde – Home Restaurant Messico, un nuovo modo di fare imprenditoria ed io lavoro seguendo la tradizione gastronomica insegnatami dalla mia mamma e nonna.

I tacos sono l’elemento base della cucina messicana e vengono preparati con carne, pesce oppure verdure avvolti in una tortilla di circa 10/15 cm di diametro e farcito con salse, lime, cipolle e coriandolo. Ed ancora quesadillas, tortilla piegata in due, riscaldata su una piastra e riempita di formaggio o le tostadas tortillas che vengono fritte, servite croccanti e accompagnate con i più svariati condimenti. Ad esempio le tostadas de pollo si preparano con pollo, crema di fagioli, insalata, cipolle, avocado e formaggio. Una sperimentazione nuova che porta dunque economia in una città come Reggio Calabria che si adegua al food internazionale.

Yolanda Gutièrrez Rodrìguez docente madre lingua e trasferita anche lei per amore dalla Spagna in Calabria da 35 anni ha ribadito come il rapporto e l’identità con il paese di origine c’è sempre ed il contesto familiare personale assorbe quotidianamente usi e tradizioni rinnovate anche qui in Calabria. In Spagna dice si è molto collegati alla tradizione ed esistono quattro lingue ufficiali: (castigliano, catalano, basco e galiziano), tre lingue regionali non ufficiali (asturiane, aragonesi ed aranesi), oltre a molti altri dialetti. La questione della lingua (idioma nella cultura spagnola) è presa seriamente, tanto da essere protetta anche dalla costituzione spagnola. Gli spagnoli hanno un ritmo di vita diverso, molto particolare che avvicina la cultura spagnola a quella delle regioni del sud Italia.

La Spagna è piuttosto nota per le feste folkloristiche e fanno parte di questi appuntamenti: San Fermín – ai più conosciuta come la corsa dei tori – che è la festa celebrativa di San Fermino, patrono di Pamplona.

I festeggiamenti iniziano con il lancio di un fuoco d’artificio (chupinazo) dal balcone del Comune che dà il via all’adrenalinico evento. La Tomatina è una festa non collegata a ricorrenze del calendario cristiano e si celebra nel municipio Valenciano di Buñol. Lo scopo della festa è quello di bombardare con pomodori i passanti (tomate nella cultura spagnola significa infatti pomodoro). La Spagna è il terzo paese al mondo per quantità di siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco (ben 44) e, molti di questi monumenti fanno parte del Cammino di Santiago di Compostela (in spagnolo Camino de Santiago, in galiziano Camiño de Santiago) rete di itinerari che, a partire dal Medioevo, i pellegrini hanno percorso attraverso l’Europa per giungere alla Cattedrale di Santiago di Compostela, presso la quale si troverebbero le reliquie dell’Apostolo San Giacomo il Maggiore. Ai reggini consiglio di fare rete, di lavorare per la città che dovrebbe avere cittadini più orgogliosi conclude.

Tatiana Potapova dottoressa commercialista prima in Russia ed oggi a Reggio Calabria, proviene dalla Siberia immensa provincia russa che comprende la maggior parte dell’Asia del Nord. Il suo territorio ospita tundra, foreste di conifere e catene montuose che includono Urali, Altai e Verkhoyansk. A sud, il Lago Baikal è il lago più profondo del mondo, circondato da una rete di sentieri chiamati The Great Baikal Trail. Paesaggi diversi e temperature bassissime che ho lasciato nel mio paese di origine ma che mi hanno fatto anche amare il bel clima calabrese. Il popolo russo dice la Potapova è popolo mite, ed oggi più che mai anche io insieme a loro, grido per la pace e sono contro la guerra, tutte le guerre, anche perché anche noi abbiamo passato periodi bui e di ripresa anche nell’economia del paese. La Russia ha tante tradizioni nazionali che hanno origini molto antiche.

Infatti, il folklore ha iniziato a svilupparsi all’incirca più di 1000 anni fa ed è stato influenzato da svariatissime culture, fra cui quella dell’Europa Occidentale. Come il folklore ucraino, anche quello russo è pieno di miti e tradizioni della cultura slava. Perciò, molto spesso le leggende ed i personaggi assumono caratteristiche umane.

La nostra cucina è utile soprattutto per i lunghi freddi che durano solitamente sei mesi. Fanno parte delle pietanze tradizionali una molteplicità di zuppe, gli ortaggi vengono consumati sia crudi (in salamoia o sott’aceto) sia cotti (al vapore, alla brace o bolliti). Il pesce si cuoce al vapore, bollito, fritto, stufato o alla brace e può essere farcito con diversi ripieni (per esempio polenta o funghi) oppure si mangia in gelatina una volta essiccato e salato.

Il caviale si prepara sotto sale oppure bollito in aceto e latte di papavero. Una ricetta tradizionale delle regioni siberiane è la stroganina, pesce crudo congelato tagliato in fette lunghe e molto sottili e consumato ancora ghiacciato. La chiesa ortodossa ha grandemente influenzato la cucina russa: poiché in più della metà dei giorni di un anno era prescritto il digiuno, per cui non si potevano consumare alcune categorie di alimenti.

Per questo nella cucina tradizionale russa prevalgono pietanze con funghi, pesce, grano, ortaggi, frutti di bosco piuttosto che carne. A Reggio la Potapova svolge l’attività di commercialista, lavoro che anche la figlia fa in Siberia: io divido per questo la mia vita tra terra di origine e città come Reggio che mi vede vivere ed operare portando sempre nel cuore la mia famiglia e la mia terra.

Un incontro, dunque, che ha attestato alle Muse, come la presenza di molte culture in uno stesso contesto culturale è legata ai più significativi processi dell’età contemporanea. Oggi più che mai, nel contemporaneo, si vive in pieno multiculturalismo e, nelle grandi città così come nella città del sud, convivono linguaggi altri, provenienti da differenze di razze con usi, costumi, tradizioni e storie umane e personali. (rrc)

ROSARNO (RC) – Insediate le commissioni comunali, eletti i presidenti

Il Presidente del Consiglio Comunale Antonio Rachele, ha presieduto all’insediamento delle due Commissioni Permanenti.

Le Commissioni sono formate da cinque componenti – tre di maggioranza e due di minoranza, come da nuovo regolamento deliberato nell’ultimo consiglio comunale, ridotte a due sia per motivi di funzionalità che di operatività.

I componenti della prima Commissione sono Brilli, La Torre e Macrì di maggioranza, Ferrarini e Italiano di minoranza, hanno votato all’unanimità Brilli Presidente e Ferrarini quale vice.

Analogamente nella seconda Commissione formata da La Torre, Brosio e Porretta per la maggioranza, Bruzzese e Ferrarini per la minoranza sempre all’unanimità sono stati eletti La Torre presidente e Bruzzese vicepresidente,

Ricordiamo che la prima Commissione ha competenze sulle deleghe amministrative, contabili e regolamentari oltre che sulla toponomastica.

Le competenze della seconda Commissione abbracciano le materie ambientali, urbanistiche e i lavori pubblici.

Il Presidente del Consiglio Antonio Rachele, nel rivolgere un augurio di buon lavoro ha voluto sottolineare l’importanza delle commissioni stesse come strumento di raccordo con i cittadini ed il mondo sociale e produttivo per raccogliere le istanze e portarle al vaglio del Consiglio Comunale.

Il capogruppo Giuseppe La Torre ha dichiarato che «attraverso le Commissioni si vuole dare un segnale di un lavoro Comune anche con le minoranze nel solo interesse della nostra Rosarno, approfondendo ogni tematica ed ascoltando in apposite audizioni i rappresentanti delle associazioni». (rrc)