Il Consorzio del Cedro di Calabria tra gli attori del turismo esperienziale sulla Riviera dei Cedri

Lo scorso 24 febbraio, a Grisolia, si è tenuto un incontro organizzato dalla Fiptes (Federazione italiana professionisti del trekking e del turismo esperienziale), dove il presidente del Consorzio del Cedro di Calabria, Angelo Adduci, ha evidenziato come il consorzio, attraverso interventi mirati, sta puntando al rafforzamento del turismo esperienziale e destagionalizzato sulla Riviera dei Cedri, condividendo l’esperienza della “Via del Cedro di Calabria”, un circuito creato dal medesimo organismo che mette in relazione, lungo percorsi ed itinerari turistici integrati, gli operatori d’eccellenza che operano sul territorio, con l’obiettivo di favorire una fruizione integrata e di qualità del territorio, l’integrazione delle filiere produttive e la nascita di nuovi sbocchi commerciali.

«Presso il Museo del Cedro, che è il centro di questa strategia di marketing territoriale, proponiamo da sempre la nostra singolare idea di “turismo esperienziale a tema Cedro”: un percorso “agro-mistico-sensoriale”. Questo ci ha permesso, soprattutto grazie alla narrazione del Cedro e del territorio fornita negli ultimi 20 anni – supportata anche dalle comunità ebraiche – non solo di promuovere gli elementi caratteristici della cedricoltura calabrese, ma soprattutto di valorizzare l’identità culturale della nostra terra, assieme al suo patrimonio materiale e immateriale, incentivando l’economia locale e promuovendo un turismo di qualità, lento, sostenibile, rivolto a tutti quei visitatori che sono in cerca di esperienze uniche e ricercate, capaci di suscitare emozioni e di lasciare un buon ricordo», ha affermato il presidente Adduci.

È stato sottolineato, poi, l’approccio strategico condiviso con l’assessore alle Politiche agricole, on. Gianluca Gallo, e con il presidente della giunta regionale, on. Roberto Occhiuto, i quali, partendo da una “narrazione” della Calabria e dei suoi marcatori identitari, tra cui il Cedro di Santa Maria del Cedro, puntano alla creazione di un’identità territoriale forte e distintiva, capace di caratterizzarci nel mondo e di promuovere quelle realtà d’eccellenza che costituiscono un unicum sul panorama nazionale. (rcs)

Nella Riviera dei Cedri nasce il “taxi del mare”

Nella Riviera dei Cedri è nato il “taxi del mare”, permetterà di raggiungere velocemente le spiagge tra Scalea e Praia a Mare. Grazie ad un progetto realizzato dalla Regione Calabria, di cui la Galatea Srls è risultata aggiudicataria del servizio tramite Mepa, sarà ora possibile raggiungere via mare: Scalea e le sue bellezze, San Nicola Arcella con l’incantato Arcomagno e Praia a Mare e la sua misteriosa Isola Dino.
Il servizio sarà attivo tutti i giorni fino al 30 settembre, con prenotazione obbligatoria.

Visitare le nostre spiagge non è mai stato così semplice e veloce, dimenticate le attese per autobus e coincidenze e rilassatevi a bordo delle motonavi Elettra e Galatea.

La società è stata inoltre scelta per la sua attenzione alla sostenibilità ambientale, vantando nella sua flotta la motonave Elettra con propulsione ibrida ad energia solare.

Il comandante Luca Grosso, amministratore di Galatea Srls, oltre a ringraziare il Dipartimento Turismo Marketing Territoriale e Mobilità della Regione Calabria per la preziosa opportunità, si dice soddisfatto per la strada che la Regione ha deciso di intraprendere incentivando la mobilità sostenibile. (rcs)

SAN NICOLA ARCELLA (CS) – Concluso il festival “Crawford in Riviera dei cedri”

Si chiude col botto la prima edizione di “Crawford in Riviera dei cedri”, con oltre 400 giovani provenienti da Calabria, Campania, Puglia e Sicilia che hanno pacificamente invaso il centro storico di San Nicola Arcella per partecipare al ricco cartellone dell’evento di chiusura del primo Festival dedicato al Folk Horror in Calabria. L’innovativo format di una manifestazione che, visto il successo riscontrato sarà certamente replicata il prossimo anno dai suoi ideatori, Michele Capalbo e Angelo Napolitano, della cooperativa Thyrrenians.

Il Festival ha inteso valorizzare in maniera creativa il patrimonio culturale, materiale e immateriale, legato al famoso scrittore di fine ottocento Marion F. Crawford. Autore che amava trascorrere lunghi periodi dell’anno nella torre normanna di San Nicola Arcella, oggi a lui intitolata. Qui scrisse diversi dei suoi racconti, tra cui “Perché il sangue e vita”, tipico del Folk Horror.

Genere che dopo alcuni decenni di silenzio sta tornando in auge soprattutto tra i giovani. Si ricomincia infatti a raccontare le paure radicate nelle antiche tradizioni popolari ed in Riviera dei Cedri lo si è fatto recuperando storie e personaggi, allestendo una splendida mostra dalla giovane fumettista Granita, portando studenti di diverse regioni a percorrere il bellissimo sentiero di Crawford e promuovendo il concorso letterario nazionale legato ai generi folk horror e fantasy riservato agli studenti degli istituti comprensivi.

Nell’evento di chiusura del Festival, rievocatori e cosplayers hanno dato vita alle parole di autori quali: Crawford, King, Lewis, Lovecraft, Poe, Stoker, Tolkien e Tryon.

Qui ha fatto la sua comparsa anche il metaverso con i laboratori di realtà aumentata che hanno dato vita alla vampira Cristina di Crawford, ma anche altri personaggi del Folk Horror cari a Lovercraft, Poe e Tolkien. Ed ancora la caccia al tesolo digitale che ha visto tra i vicoli del centro storico, tanti giovani cacciatori di immagini con i loro smartphone.

Molto gettonata dai presenti anche l’escape room dedicata al racconto: “Perché il sangue e vita” di Crawford, protagonista indiscusso di questa prima edizione e delle prossime del Festival del Folk Horror, patrocinato dall’amministrazione comunale di San Nicola Arcella, e cofinanziata dalla Regione Calabria con Fondi per lo Sviluppo e la Coesione. (rcs)

Successo per il Press Tour del Consorzio Operatori Turistici Diamante & Riviera dei Cedri

Ha riscosso grande successo il Press Tour organizzato dal Consorzio Operatori Turistici Diamante & Riviera dei Cedri con giornaliste e giornalisti di Stampa italiana ed estera.

Una grande operazione di promozione turistica finalizzata alla redazione di articoli riguardanti il tratto calabrese alto-tirrenico. Tre giorni dedicati alla scoperta del territorio costiero e montano, fra Borghi del Lao e della Riviera dei Cedri assorbendo la cultura, le tradizioni, la storia e l’enogastronomia che rendono questa porzione di Calabria straordinariamente unica. 

Nella giornata di sabato 17 settembre, accompagnato dalla guida turistica Annunziata Bruno e dalla guida AIGAE Maria Teresa Gallelli, il gruppo è andato alla scoperta dell’archeologia magnificamente rappresentata dalla Grotta del Romito di Papasidero e l’insediamento risalente al Paleolitico superiore conservato in loco. Il tour è proseguito nel cuore del Parco del Pollino con tappa ad Orsomarso dov’è intervenuto il prof. Giovanni Russo, fine conoscitore della Magna Grecia e del Monachesimo Basiliano e calabro-bizantino.

Domenica 18 settembre alla volta dei Ruderi di Cirella e il Convento dei Minimi votato al culto di San Francesco di Paola accompagnati da una “guida” d’eccezione: il prof. Francesco Errico da sempre appassionato studioso della storia e delle testimonianze archeologiche del territorio che si è impegnato a tutelare e promuovere attraverso l’Associazione Cerillae di cui è Presidente Onorario. Nel pomeriggio tappa obbligata a Buonvicino, borgo aggregato alla rete dei Borghi più belli d’Italia, nei giorni della Festa Patronale di San Ciriaco alla scoperta di un culto religioso antichissimo, delle tradizioni custodite all’interno del Museo Arti Gusto Buonvicino, della cultura e del folklore con lo spettacolo “Canto e Cunto” del cantastorie Biagio Accardi.

Lunedì 19 settembre giornata dedicata al mare, sull’imbarcazione ibrida Elettra, la prima imbarcazione per trasporto passeggeri alimentata ad energia solare ideata da Francesca Galiano e Luca Grosso, per esplorare la costa fra San Nicola Arcella e Praia a Mare, da Isola Dino dove, attratti dall’azzurro mare cristallino, alcuni giornalisti non hanno resistito al richiamo di un tuffo, fino all’Arco Magno lungo il sentiero panoramico profumato dei sentori della macchia mediterranea. Nel pomeriggio tutti “coi nasi all’insù” per ammirare i Murales di Diamante e le imponenti opere di Street Art accompagnati dall’artista diamantese Antonino Perrotta.

Martedì 20 settembre, prima della ripartenza, un’ulteriore tappa presso il Museo del Cedro di Santa Maria del Cedro per conoscere il simbolo della Riviera alto-tirrenica, dalla sua coltivazione fino alla cultura religiosa ebraica che lega indissolubilmente il popolo calabrese e quello ebraico in un legame di fratellanza come sottolineato dallo stesso Presidente del Consorzio del Cedro di Calabria, Angelo Adduci, accompagnando i giornalisti lungo il tour.

Tanto grande la curiosità suscitata dal cedro da richiedere una tappa fuori programma presso una cedriera sita a Scalea, lungo il percorso della ripartenza verso Roma, dov’è stato possibile comprendere l’arduo lavoro dei cedricoltori che portano avanti la coltivazione del “Cedro Liscio Diamante”. (rcs)

 

L’approccio a questa Terra è avvenuto con grande curiosità, interesse, passione ma soprattutto allegria e voglia di divertirsi tanto da rendere la coralità il tratto distintivo di questo Press Tour 2022. Coralità testimoniata dalle parole che giornaliste e giornalisti hanno avuto per questo territorio e per il Consorzio Operatori Turistici Diamante & Riviera dei Cedri che glielo ha fatto conoscere. Intervenendo nel corso della cena di arrivederci, tutti hanno sottolineato lo stupore suscitato dai luoghi esplorati e il calore dell’accoglienza ricevuta che hanno reso il loro soggiorno a Diamante e in Riviera dei Cedri ancora più straordinario

BELVEDERE MARITTIMO (CS) – Dal 31 luglio il Riviera Sport Village

Dal 31 luglio al 7 agosto, a Belvedere Marittimo, è in programma il Riviera Sport Village, organizzato dall’Associazione Culturale La Riviera in collaborazione con Basket Belvedere, “Asd Tennis Club Belvedere Marittimo”, “D’Amico Bike School” e Christian Marino PT, con il patrocinio del comune di Belvedere Marittimo.

Una settimana di eventi all’insegna dello sport, del divertimento e del benessere fisico e mentale. Il Riviera Sport Village nasce con l’obiettivo di promuovere lo sport tout court, promuovere il territorio, aggregare la comunità e sensibilizzarla all’importanza dello sport e della salute.

Ad aprire l’evento sarà l’8° trofeo del ‘’Miglio Marino’’ della Asd Triathlon Motivation. Chiunque potrà prendere parte a tornei e dimostrazioni di beach soccer, beach volley, basket, sand basket, minitennis, ping-pong e gimkana. Non mancheranno momenti dedicati al fitness, giornate pensate per più piccoli e occasioni di riflessione sul ruolo dello sport nella vita di tutti i giorni. A concludere queste giornate all’insegna dello sport sarà la manifestazione podistica ‘’Strabelvedere’’.

L’evento si svolgerà contemporaneamente sul lungomare di Belvedere Marittimo e Piazza Mercato.

La partecipazione è aperta a tutti e per l’iscrizione ai tornei è previsto un contributo che verrà utilizzato per il finanziamento dell’evento. (rcs)

La Riviera dei Cedri nello speciale televisivo di Sky Sport

La Riviera dei Cedri e in particolare l’Isola di Dino e Cirella, sarà protagonista nella trasmissione The boat Show di Sky Sport, condotto da Sandro Donato Grosso, in onda il prossimo 14 luglio.

In Calabria, per questa prima assoluta, gli autori si prefiggono l’obiettivo di cogliere tutte le bellezze delle due isole e di far conoscere al grande pubblico cosa significhi navigare in uno dei tratti di Costa più belli della Calabria, conoscerne i fondali e le scogliere più suggestive senza dimenticare i punti più attrattivi di Praia a Mare e Diamante. 

Un evento che si sposa felicemente con il progetto Calabria Straordinaria (di cui la Calabria Film Commission è  soggetto attuatore), promosso  dalla Regione Calabria e dell’Assessore Regionale al Turismo. Fausto Orsomarso, assessore al Turismo sarà ospite della puntata che illuminerà le meraviglie del mare circostante alle due isole. Il progetto, nella sua interezza, mira a ridisegnare l’immagine della Calabria attraverso diversi elementi caratterizzanti, quali anche la bellezza unica delle nostre coste. Un punto di arrivo qualificante che passa anche attraverso  una nuova narrazione della Calabria, quella che non ti aspetti. 

Per Sandro Donato Grosso, conduttore del programma e personaggio di profilo internazionale, questa trasferta avrà una motivazione in più visto le sue origini calabresi.

Un ruolo operativo lo avrà la Guardia Costiera che supporterà le riprese mentre il Consorzio Operatori Turistici Diamante & Riviera  dei Cedri è coinvolto nella parte autorale (con esperti del territorio) oltre che dal punto di vista logistico. Non mancherà il backstage dell’evento, a carattere territoriale, che è stato affidato al Network Digiesse Tv/Radio che incentra la propria attività giornalistica e di intrattenimento proprio in questa zona della Calabria.

Le linee guida del programma (che conosceremo meglio prima della messa in onda) hanno come filo conduttore la navigazione da Praia a Mare a Diamante. Un approfondimento, con il D.A. del Teatro dei Ruderi Alfredo De Luca, riguarderà i Ruderi di Cirella, scenario “artistico” della prossima estate con la sua visuale unica sulla piccola isola.

La trasmissione, in onda da 10 anni su Sky Sport in prima serata e distribuita anche nel mondo in 6 lingue diverse è reale punto di riferimento internazionale televisivo per chi ama le barche, la tradizione marinara e scoprire le rotte più belle del pianeta. (rcs)

 

 

Ecotur prosegue con la presentazione della Riviera dei Cedri che è la sesta tappa del Giro d’Italia

Fervono i preparativi per la sesta tappa del Giro d’Italia che, domani, sarà la sesta tappa del Giro d’Italia, giunta alla 105esima edizione.

E, proprio a Scalea, fervono i preparativi per tutte le iniziative di contorno alla tappa, proprio come nel caso di Giroland. Si tratta del villaggio commerciale che l’organizzazione della Corsa Rosa allestisce in prossimità di ogni arrivo di  tappa. Un’area pensata per migliorare l’esperienza degli appassionati e all’interno della quale si trovano spazi dedicati alla storia e ai simboli del Giro d’Italia, attività di intrattenimento e di engagement. Qui sarà possibile ammirare il Trofeo senza Fine del Giro 100 e le Maglie Rosa storiche, conoscere le tappe fondamentali degli anni scorsi, interagire con contenuti video e audio e cimentarsi con il Giro d’Italia Virtual.

Non è da meno Ecotur che prosegue con la sua strategia di comunicazione e promozione della Riviera dei Cedri attraverso la diffusione, nel web, di cartoline idealmente spedite da ogni località del territorio per aumentare la conoscenza di centri rivieraschi e collinari di questo splendido angolo di Calabria e che sta riscuotendo successo.

Questa volta, tocca a Santa Maria del Cedro, Verbicaro, Grisolia e Maierà.

Santa Maria del Cedro richiama nel nome la produzione del cedro, che la fa essere esclusiva capitale mondiale del prezioso agrume. Recente è il suo sviluppo sul litorale come centro balneare. Nella frazione di San Bartolo di Marcellina sorge l’antica Laos, città da ritenersi rifondazione italica dell’antico centro un tempo sibarita della metà del IV secolo a.C. Qui si può visitare il Parco Archeologico, e ammirare i resti del sistema viario della città, di alcune costruzioni dei quartieri artigianali e della zecca, oltre al piccolo ma ben allestito Antiquarium. Spostandosi in località Abatemarco si potrà ammirare la splendida valle dell’omonimo fiume che conserva i ruderi del castello feudale di San Michele, dell’abbazia e dell’arcata di acquedotto.

Il cedro, che viene utilizzato per la produzione di liquori, canditi, bevande e profumi, è ancora oggi alla base dell’economia di molte famiglie locali. Centrale, in tal senso, l’attività svolta dal Consorzio del Cedro di Calabria e dell’Accademia del Cedro. Da segnalare infine il carcere dell’Impresa, oggi Palazzo Marino, antico edificio del 1500 originariamente opificio per la raffinazione della canna da zucchero, oggi completamente ristrutturato e sede del Museo del Cedro.

Verbicaro, terra di mulini e frantoi, si offre alla visita con le sue architetture tipiche del borgo agricolo pastorale d’impianto medievale, adagiato su una roccia e sviluppatosi per sfuggire alle incursioni dei Saraceni. Affascinante soprattutto l’impianto urbano del quartiere Bonifanti, con i suoi vicoli stretti, le scale appese e le abitazioni in gran parte di un solo e angusto vano. Il borgo potrebbe essere sorto in epoca medioevale-barbarica. Inizialmente era un castello circondato da alte mura. Sono molte le attrattive che questo luogo riserva al visitatore, la Chiesa di Santa Maria del Rito, la Chiesa di San Francesco di Paola, la Chiesa della Madonna del Carmine, la Chiesa Madre di Santa Maria del Piano.

La Chiesa di Santa Maria Assunta è la Matrice di Verbicaro. Si trova nel centro storico ai piedi del rione Bonifanti. Fu edificata nel XV secolo ed ha subito interventi di rimaneggiamento nel 1883, 1924 e 1974. Il palazzo feudale costruito sulla pianta dell’antico castello, il museo della civiltà contadina e la chiesetta della Madonna della Neve con i suoi affreschi del 1300-1500. Il centro è famoso nel campo enologico per il suo vino Doc e per il suo moscato bianco. Molto caratteristica e assolutamente da non perdere la visita ai numerosi “catuvi”. In passato l’uva raccolta nei vigneti veniva trasportata per mezzo di asini e muli nei “parmienti” dove avveniva la spremitura dei grappoli, effettuata con i piedi scalzi.

Il mosto ottenuto veniva trasportato all’interno di otri ricavati con pelli di capra e depositato, appunto, nei catuvi, in botti di legno dove avveniva la fermentazione. L’attesa durava fino all’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, data in cui tradizionalmente veniva assaggiato il nuovo vino e che ancora oggi viene chiamata festa di “perciavutti”. Suggestiva la processione figurativa del Giovedì Santo quando, verso mezzanotte, si ripete il rito pagano dei “Battenti’, persone devote che si autoflaggellano a sangue percorrendo le vie del paese.

Grisolia è uno dei paesi più antichi dell’area dell’Alto Tirreno Cosentino. L’antico nome, Chriseora, probabilmente deriva dal greco Chrousuolea o dal latino Chrisena, entrambi richiamano l’oro e sono riferibili alla fertilità del terreno o, come alcuni sostengono, a qualche miniera d’oro, o ancora a qualche pepita trovata nell’antichità. Il primo nucleo abitativo è di origine basiliana agli inizi del IX secolo. Fu feudo di numerose famiglie fino all’età napoleonica. Il comune di Grisolia si estende in aperta collina, all’interno del Parco Nazionale del Pollino fino al Mar Tirreno, abbracciando in pieno il binomio mare-monti. Nel territorio c’è una particolarità: la presenza della vetta del monte La Mula, posta oltre quota 1900 metri sul livello del mare: è la più alta raggiunta da un comune italiano con sbocco a mare.

Il centro storico è arroccato su un dirupo che si affaccia sul profondo vallone del torrente Vaccuta. Il borgo, situato a circa 500 metri sul livello del mare, ha avuto origine attorno al convento basiliano di San Nicola al tempo del conflitto tra Longobardi e Bizantini. L’interno di Grisolia è un intrico di vicoli, scale, archi e supporti. I vicoli sono innumerevoli e diversi tra loro per larghezza e lunghezza. Una caratteristica dell’architettura del centro storico è il supporto, in gergo: “U spuortu”. Il nome indica tratti coperti del centro antico, nati dalla necessità di costruire le abitazioni, anche per motivi di difesa, attaccate l’una all’altra con una certa continuità e unite da archi in funzione statica ed estetica.

Molto interessanti, sul piano storico-architettonico, sono il Santuario di San Rocco (anno Mille), la Chiesa di Sant’Antonio dedicata al Santo patrono del paese, che risale al XIV secolo. la Chiesa di Santa Sofia e la Chiesa di San Leonardo con i resti di affreschi bizantineggianti. Il maestoso Palazzo Ducale del XV secolo oggi ospita il museo Etnografico.

Il territorio del paese di Maierà conserva nei toponimi il ricordo di antichi insediamenti greci e latini. Molti studiosi locali vedono tracce di vita protostorica per la presenza di numerose grotte sparse nel comune. La posizione, lungo la direttrice Jonio-Tirreno, serve a fare conoscere la zona prima agli Ausoni e agli Enotri, poi ai Greci e ai Romani e, infine, ai monaci Basiliani che danno vita al casale bizantino di Santa Maria o M’rà (che vuol dire grotta). L’abitato di Maierà si trova in una posizione suggestiva, costruito su uno spuntone roccioso. Il paese si presenta arroccato introno all’antico castello che dall’alto sovrasta il Mar Tirreno e i ruderi dell’antica Cirella di Diamante. Sul lato monte è quasi possibile stringere idealmente la mano ai vicini di Grisolia. Il centro storico è ricco di suggestivi vicoli e di sottopassi che sventrano le vecchie case costruite sulla nuda roccia. Le numerose chiese basiliane, spesso scavate nella pietra calcarea, ricordano i primi insediamenti bizantini. Il borgo ruota attorno al castello.

A Maierà c’è la strada panoramica che dalla piazzetta dove si apre la porta Terra conduce alla chiesa di Santa Maria del Piano e al palazzo Casella. Da qui si può ammirare, inoltre, il panorama del vallo in cui scorre il torrente Vaccuta. La Chiesa di Santa Maria del Piano è la matrice, il cui rifacimento risale al 1534 per volere di Alfonso di Loria che la ingrandisce e l’arricchisce di stucchi. L’edificio originario risulta essere stato realizzato all’epoca di Carlo I D’Angiò. La chiesa della Madonna del Carmine è stata costruita dai monaci basiliani. Oggi, dopo numerosi rimaneggiamenti, si presenta come una piccola chiesa di campagna alla quale si accede da tre gradini. Maierà ospita, unico al mondo, un Museo del Peperoncino. (rcs)

Giro d’Italia nella Riviera dei Cedri, Ecotur presenta gli altri Comuni

Giovedì il Giro d’Italia arriverà in Calabria, facendo tappa nella Riviera dei Cedri. E, per questo, Ecotur ha presentato altri quattro Comuni della Riviera dei Cedri: Scalea, San Nicola Arcella, Santa Domenica Talao e Orsomarso, nell’ambito dell’iniziativa promozionale via social.

ECOtur, infatti, ha diffuso attraverso i social delle “cartoline”, idealmente spedite da ogni località del territorio per aumentare la conoscenza di centri rivieraschi e collinari di questo splendido scorcio di Calabria. 

In queste ore, la Città di Torre Talao, si veste di ora in ora sempre più in Rosa e si prepara anche alle attività organizzate per l’occasione e che si legano indissolubilmente con la promozione del territorio come destinazione cicloturistica, obiettivo

 È il caso, ad esempio, della consegna di un riconoscimento al ciclista Maurizio Fondriest, campione del Mondo in linea nel 1988 e presente al Giro come testimonial di Banca Mediolanum, sponsor del Gran Premio della Montagna. Il suo legame con il territorio è dato dalla storica amicizia con Squadra Terùn Scalea. 

Proprio il 12 maggio, alle 15, tutti i componenti del team dilettantistico locale, compresi i co-fondatori Franco e Maico Campilongo e il presidente Rossano Bruno, taglieranno simbolicamente il traguardo della tappa in livrea rosa accompagnati da Fondriest e alla presenza del sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta.

Intanto, continua il tour visivo e testuale di promozione di ogni singola perla della Riviera dei Cedri, territorio interessato dalla sesta tappa della 105esima edizione del Giro d’Italia 2022: la Palmi – Scalea Riviera dei Cedri, in programma giovedì 12 maggio. L’evento, a livello locale, è promosso dal Comune di Scalea in collaborazione con Regione Calabria, Parco Nazionale del Pollino ed ECOtur.

Scalea è una cittadina costiera dalla caratteristica struttura a scalinate e si trova a soli 25 metri sul livello del mare. Chi va da Nord verso Sud non può non restare per un attimo senza fiato quando, subito dopo San Nicola Arcella, si apre un panorama da ammirare nella sua bellezza. Qualcuno l’ha definita la Rimini del Sud, per la sua estensione, per le molteplici attività estive che si praticano. Scalea è il fulcro del turismo dell’Alto Tirreno cosentino. Posta in panoramica posizione “a gradinata”, domina la visuale tra la collina e la Valle del fiume Lao. Dalle spiagge si risale per le vie pittoresche che si inerpicano nell’abitato, dove si respira ancora un po’ di Medioevo.

Il segno delle lotte tra Longobardi e Bizantini è forte. Scalea è stato anche luogo di “villeggiatura” dei romani nel II secolo a. C. Ci sono numerosi resti di ville costruite nei posti più panoramici. Laos, Lavinium, l’influenza angioina, aragonese, spagnola e francese. Un territorio ricco di storia e di cultura che può essere assaporato risalendo le scale fino ai ruderi del Castello.  A Scalea sono nati ed hanno soggiornato grandi nomi della filosofia , della letteratura, delle scienze. Gregorio Caloprese è uno dei personaggi di spicco, al quale è stata intitolata la piazza principale, oggi zona pedonale. 

San Nicola Arcella, le cui origini  vengono attribuite ad una colonia normanna stabilitasi proprio nel territorio dove si trova tuttora il centro abitato. Una posizione favorevole per controllare il litorale minacciato dalle incursioni che si registravano in tutta la costa. Spiagge, spiaggette, scogli, gole, terreni scoscesi fino a lambire il Mar Tirreno. Non c’è dubbio che la costa di San Nicola Arcella sia quella che ricorda di più la conformazione del litorale della lucana Maratea. Le viuzze strette del centro storico, il vento che costantemente si infiltra tra gli anfratti finendo lungo il canalone che giunge al mare, rendono il paesaggio del piccolo centro di grande attrazione. Basta affacciarsi dal belvedere per avere sotto gli occhi la bellezza del litorale con la vicina Isola Dino, l’Arcomagno, il golfo e le villette sparse lungo il costone della punta estrema che si spinge fino a dentro al mare per diverse centinaia di metri.

A picco sul mare, San Nicola Arcella è caratterizzato dalla ricca varietà del territorio che si estende fino alla vicina collina verdeggiante. La costa rocciosa e frastagliata presenta numerose insenature. Particolarmente suggestive le grotte dell’Arcomagno e del Saraceno, caratterizzate da sorgenti d’acqua dolce che sgorga dalla sabbia. Il centro storico, quasi interamente lastricato in pietra, è costituito da vicoli che confluiscono tutti alla Chiesa Matrice. proprio fra quei vicoli, anche nelle più calde giornate estive, la brezza rende più piacevole la passeggiata nel centro storico. Nel cuore del paese antico sorge la Chiesa di San Nicola da Tolentino. Sorta in epoca seicentesca, ha una torre campanaria a base quadrata, con la caratteristica sommità a cuspide. nella facciata principale il portale d’ingresso rettangolare è fiancheggiato da elementi decorativi.

Santa Domenica Talao venne fondata nel 1620 da un bovaro, Giannandrea La Greca di Mormanno. Lo riferisce il Padula. L’uomo, che trascorreva l’inverno in questo agro, feudo del Principe di Scalea Ettore Maria Spinelli, pensò di costruire una borgata. Con il permesso del Principe edificò la prima abitazione. Il primo nucleo abitato sorse nella prima metà del XVII secolo, voluto dagli Spinelli per favorire la coltivazione delle campagne circostanti.

I contadini, provenienti dagli abitati vicini, in questo modo trovarono la possibilità di dimorare stabilmente nel territorio della futura Santa Domenica Talao. È certo che il borgo fosse un “Casale” di Scalea e che grazie alle immunità concesse dal Principe, alla fertilità della sua terra, al commercio movimentato dai vicini porti di Scalea e San Nicola Arcella, divenne ben presto centro dinamico con un notevole aumento demografico: si contavano almeno 3000 abitanti alla fine del XVIII secolo. Santa Domenica Talao  viene oggi definita la terrazza sul mare per la sua particolare posizione panoramica. A 304 metri sul livello del mare, infatti, l’abitato domina la Valle del fiume Lao verso l’intera costa tirrenica da Scalea a Cirella di Diamanrte. Il suo territorio ricade in gran parte nel Parco Nazionale del Pollino.

Tra il XVIII e il XIX secolo, periodo di particolare fulgore sociale ed economico, a Santa Domenica Talao si registrò un fiorire di palazzi nobiliari, che gli scalpellini impreziosirono con portali in pietra locale di particolare bellezza. Basta addentrarsi nelle stradine del centro storico per ammirare le particolarità dei portali di Palazzo Schiffino, di Palazzo Senise, di Palazzo Campagna con i piccoli leoni scolpiti alla base dei piedritti, di Casa Nardi, di Palazzo La Greca, dell’ex Casa Longo. Corso Umberto I è la strada principale del borgo antico, pavimentata con pietra locale.

Orsomarso si estende lungo la vallata dell’Argentino e dell’Orsomarso. Spiccano le case dai caratteristici tetti rossi che si stendono come un lenzuolo tra le insenature della valle. Il comune è situato ai piedi del Monte Garramillo. È interamente inserito nel Parco Nazionale del Pollino e anzi alcune aree fanno parte della zona con il maggior vincolo del parco stessi: la Riserva orientata. Le origini di Orsomarso risalgono, probabilmente, all’epoca romanica. Una fortezza militare sarebbe stata sistemata, a scopo difensivo, lungo la Valle del Fiume Lao.

Questa valle fu attraversata da mercanti e navigatori achei, etruschi e greci e non è da escludere che tali passaggi abbiano interessato anche la parte interna e, quindi, la zona di Orsomarso. Notizie più certe sulle origini del paese risalgono all’anno mille. Viene ritenuto un centro romanico di notevole importanza per gli scambi commerciali prima, e per il monachesimo basiliano poi. È la zona del Mercure, il nome deriva dal dio Mercurio. Con l’avvento dei monaci basiliani, si trasformò in Mercurion. La Torre dell’Orologio, dall’alto della sua posizione, veglia costantemente sull’abitato di Orsomarso. nel territorio cresce il pino loricato, l’albero simbolo del borgo e del Parco Nazionale del Pollino. Nel centro storico, una serie di viuzze, vicoli con archi, gallerie e piazzette regalano scorci suggestivi. (rcs)

Ecotur promuove la Riviera dei Cedri, sesta tappa del Giro d’Italia

Il 12 maggio è in programma la sesta tappa della 105esima edizione del Giro d’Italia, la Palmi-Scalea Riviera dei Cedri. Si tratta di un’occasione imperdibile tanto che, Ecotur, ha deciso di promuovere ogni singola perla della Riviera dei Cedri attraverso delle cartoline diffuse attraverso i social.

Queste cartoline, infatti, sono state idealmente spedite da ogni località del territorio per aumentare la conoscenza di centri rivieraschi e collinari di questo splendido scorcio di Calabria. 

Dei 16 Comuni in tutto, scrigni per bellezze paesaggistiche e architettoniche, pronti ad essere scoperti, sono stati presentati i primi quattro: Aieta, Tortora, Praia a Mare e Papasidero.

Aieta fu fondata intorno al X secolo dai bizantini che sfuggirono alla furia iconoclasta e vi costruirono diversi edifici di culto di rito greco. Il paese fu poi feudo dei Lauria, dei Martirano e dei Cosentino.

Borgo la cui denominazione deriva dal greco “astu aetou” (aquila), Aieta ha la sua maggiore attrattiva nel complesso del palazzo Martirano-Spinelli, ritenuto il più bell’esempio di palazzo signorile rinascimentale dell’Italia Meridionale, con un’elegante facciata con balaustra in ferro battuto e un loggiato a cinque archi poggiati su colonnine toscane. L’interno mantiene soffitti lignei e frammenti di colonne classiche provenienti dalla vicina area archeologica. 

Dalla piazzetta principale del paese, ancora centro della vita sociale, si diramano le tante viuzze che attraversano i rioni del centro storico e lungo le quali è possibile ammirare bellissimi esempi di architettura minore. Per le bellezze naturali si suggerisce, invece, di visitare La Pineta e il Monte Ciagola. Molto interessanti da visitare sono la Chiesa di Santa Maria della Visitazione, la Chiesa del monastero dei Frati minori Osservanti di San Francesco d’Assisi, i ruderi della Cappella di San Nicola, la Cappella di San Vito martire, gli antichi mulini e il ponte medievale. Imperdibile ad agosto la sagra del fusillo con mostra dei prodotti tipici locali.

Tortora, sede di Blanda, antica città enotria, lucana e romana (Blanda Julia) situata sul colle Palècastro, è uno dei centri più ricchi della Riviera dei Cedri.

Nel rione Julitta si trova la chiesa a tre navate di San Pietro Apostolo, che è stata ristrutturata e ampliata nel XVI secolo. Interessante è il portale in pietra della chiesa del Purgatorio e il Chiostro del ‘400 nei pressi della chiesa di San Francesco di Assisi. In ognuna delle chiese sono conservati reperti pittorici e lignei risalenti a varie epoche.

Negli ultimi anni il “catalogo” dei beni culturali di Tortora è stato incredibilmente arricchito dai reperti provenienti dalle diverse campagne di scavi archeologici sul colle del Palécastro e nelle località San Brancato e Rosaneto. 

I reperti, molti dei quali risalenti al paleolitico, sono ora conservati nel Museo di Blanda nel centro storico di Tortora, raggiungibile con un percorso panoramico e caratteristico, dove si può apprezzare lo sviluppo storico di questo suggestivo lembo di Calabria al confine con la Basilicata.

Praia a Mare, il cui nome deriva da “plaga”, che significa spiaggia, è legato al territorio fin dai tempi antichi. Già intorno al X secolo, infatti, c’è una “Plaga Sclavorum”, Spiaggia degli Sclavoni, chiamati così per la presenza di una grossa colonia di Slavi, esperti marinai inviati dall’Imperatore d’Oriente Niceporo Foca (963-969), che voleva contrastare il dominio dei Saraceni.

La vita e la storia del centro sono legate alla Grotta che nel X secolo fu sede del Monastero Basiliano di Sant’Elia e poi, dal XIV, divenne Santuario cristiano della Madonna della Grotta. “Plaga Sclavorum” si trasforma in “Praia degli Schiavoni” e nel XVII secolo in “Praia d’Aieta”.

Da visitare il cento storico nella zona Fumarulo, il grande viale alberato al centro del paese, la Torre Angioina di Fiuzzi, una delle più grandi della zona, eretta a presidio della costa dalle incursioni saracene, il Castello di Fiuzzi, un tempo appartenente agli eredi della famiglia Cosentino di Ajeta e la Torre sull’isola Dino.

A breve distanza dal centro abitato, l’Isola Dino (anticamente chiamata Isola dei Conigli) un piccolo lembo di terra di soli 4 chilometri di perimetro per un’altezza massima di 65 metri, che rappresenta un piccolo tesoro naturalistico per la sua rigogliosa macchia mediterranea e per il suo mare. Non ci sono arenili, ma spettacolari sono le grotte, da quella delle Cascate a quella del Frontone, delle Sardine, del Leone e fino alla meravigliosa Grotta Azzurra.

Dominato dal Monte Velatro, Papasidero fa parte del Parco Nazionale del Pollino. D’impianto urbanistico medievale, l’intero borgo, che si trova alla confluenza del fiume Lao e del torrente Santo Nocaio, racconta attraverso le sue chiesette bizantine e il dedalo di vie e viuzze, l’abilità degli scalpellini di un tempo. Sulla riva destra del fiume Lao, immerso in una folta vegetazione, sorge il Santuario di Santa Maria di Costantinopoli, uno splendido esempio di architettura seicentesca che conserva, incastonato nella roccia, un affresco di epoca basiliana: la Madonna col Bambino tra i Santi. Nella località omonima, a circa 13 chilometri dal centro urbano, si può visitare la “Grotta del Romito”. La grotta si raggiunge attraverso una suggestiva passeggiata tra il verde della vegetazione del Parco Nazionale del Pollino. Essa si presenta con due parti ben distinte: la Grotta vera e propria, profonda 20 metri, e il Riparo che si estende per circa 34 metri.

Nel riparo, inciso su un blocco di calcare lungo circa 2,30 metri e inclinato di 45°, si può ammirare lo splendido graffito raffigurante un toro preistorico (Bos primigenius datato 10.800 a.C.). Una delle più interessanti espressioni dell’arte rupestre del Paleolitico superiore, che secondo alcuni studiosi esprime il legame di tipo totemico del “gruppo” con l’animale rappresentato. Come altri centri dell’area mercuriense in cui si sviluppò il monachesimo basiliano, Papasidero è ricco di edifici di culto di grande interesse, tra cui la Cappella di Santa Sofia e la Chiesa di San Costantino. Da non perdere anche i ruderi del Castello Svevo, della cinta muraria e dell’abbazia di San Pietro il Grasso. La Riserva Naturale Orientata “Valle del Fiume Lao” si distingue per la varietà della vegetazione e per la grande ricchezza faunistica.  A giugno il borgo merita un soggiorno per la Festa di Sant’Antonio e la tipica “Sfilata delle Travi”. (rcs)

La Calabria destinazione cicloturistica a partire dal passaggio in Rivera dei Cedri del Giro d’Italia

La Riviera dei Cedri e il Parco Nazionale del Pollino come destinazione cicloturistica alla Bit di Milano grazie a Ecotur, consorzio di operatori turistici calabresi.

Nello spazio dedicato, dove sono stati ospitati circa 50 operatori turistici tra tour operator, consorzi turistici e strutture ricettive calabresi, hanno fatto gli onori di casa il governatore Roberto Occhiuto, “l’ambasciatrice nel mondo” Elisabetta Gregoraci, il presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, e l’assessore regionale al Turismo e Marketing, Fausto Orsomarso

«La nostra – ha avuto modo di dire l’assessore – è una terra di molte opportunità, soprattutto turistiche: enogastronomia, cammini, mare e montagna, entroterra, cultura, borghi, archeologia e le esperienze di turismo slow. Queste ultime sono pensate con particolare attenzione agli amanti della bicicletta in ogni sua declinazione, dalla strada allo sterrato, fino alle ciclovie e alle piste ciclabili».

«Su tutto questo – ha aggiunto Fausto Orsomarso – costruiamo costantemente una nuova narrazione, Calabria Straordinaria, appunto, e un fitta programmazione in cui accoglienza turistica fa rima con marketing, mobilità, comunicazione, strutture ricettive moderne e funzionali e operatori qualificati». 

E tra questi, sempre nello spettacolare ed accogliente spazio allestito in fiera dalla Regione, c’era anche Giancarlo Formica, presidente ECOtur, a stretto contatto con gli oltre 1.000 espositori, i tanti  buyer provenienti da 47 Paesi, gli enti e le realtà italiane affiancate da Enit, agenzia nazionale del turismo.

«Ci siamo dati da fare – ha detto – per promuovere la Riviera dei Cedri e il Parco nazionale del Pollino come destinazione clicloturistica e penso che si possa essere soddisfatti per aver intrapreso la strada giusta. La Bit è stata una grande opportunità in tal senso, per via delle centinaia di operatori italiani e internazionali incontrati e con i quali siamo riusciti a trarre conclusioni positive. Da molti di loro abbiamo riscosso pareri lusinghieri sulla nostra offerta di vacanza».

«Voglio sottolineare – ha aggiunto il presidente ECOtur – come in questo processo abbia giocato un ruolo molto importante lo stand allestito dalla Regione Calabria, che ci ha ospitati in questa tre giorni. Non solo per la sua bellezza, ma anche perché innovativo e molto funzionale. Ha suscitato molta curiosità anche per il suo essere caratterizzato da elementi ecosostenibili e ha attirato operatori che magari non erano partiti con interesse verso il prodotto Calabria. ‘Calabria Straordinaria’, insomma è servita anche ad aumentare il numero di connessioni con gli addetti ai lavori».

«Ora – ha concluso Formica –, sotto con il lavoro già avviato, perché c’è da mettere in campo strategie e iniziative per rendere i nostri territori protagonisti, come in occasione dell’imminente sesta tappa del Giro d’Italia edizione 2022, la Palmi – Scalea Riviera dei Cedri, in programma il 12 maggio prossimo e che organizziamo come consorzio in collaborazione con Regione Calabria, Parco nazionale del Pollino e Comune di Scalea».

Dopo la presenza all’altro grande evento di settore, Discover Italy (Sestri Levante, 7 e 8 aprile 2022), ECOtur ha dunque lavorato anche alla Bit di Milano per la promozione della Riviera dei Cedri e del Parco nazionale del Pollino, tracciando anche per questi territori una via da perseguire per incrementare lo sviluppo turistico locale. (rrm)

In copertina, da sinistra, il presidente Roberto Occhiuto, l’assessore Fausto Orsomarso e Giancarlo Formica