A Expo Dubai lo scorso 15 febbraio, è stato presentato il lavoro e i risultati raggiunti dal Contamination Lab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, nato nel 2014 su impulso del Ministero dell’Istruzione, dell’Università della Ricerca e del Ministero dello Sviluppo Economico.
L’evento ha visto la partecipazione del Prorettore alla Ricerca dell’Università Mediterranea, Professore Claudio De Capua, del Knowledge Transfer Manager Luciano Zingali, dell’Innovation Promoter Domenico Rositano e del responsabile scientifico del Marine Energy Lab, Professore Fabio Filianoti.
Lorenzo Micheli, in apertura dei lavori, ha ricordato come uno degli obiettivi principali della missione italiana ad Expo 2020, sia proprio quello di promuovere Scuola, Formazione e Ricerca. Anche per questo, il Padiglione Italia è l’unico ad aver previsto una “Accademia di Formazione” progettata per ospitare eventi come quello di cui è stata protagonista l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
Claudio De Capua, supportato da Luciano Zingali e Domenico Rositano, ha illustrato alcuni dei risultati più importanti raggiunti dal Contamination Lab negli ultimi anni, quali, dal successo delle ultime edizioni della StartCup Calabria, al contributo per la creazione di nuovi spin-off e start up nella provincia reggina così come la partecipazione ad importanti fiere del settore tecnologico come il Viva Technology di Parigi ed il CES di Las Vegas (eventi tecnologici tra i più influenti al mondo).
Sono state, inoltre, approfondite le tematiche legate alla “terza missione” vale a dire l’impegno dell’università nel diffondere cultura, conoscenze e trasferire i risultati della ricerca al di fuori del contesto accademico, contribuendo alla crescita sociale e culturale del territorio.
Infine, Fabio Filianoti ha presentato alcune attività scientifiche universitarie affini alle tematiche di Expo 2020 dedicate alla sostenibilità, alla mobilità ed alle fonti di energia rinnovabile soffermandosi, in particolare, su quelle provenienti dal mare.
Una trasferta, quindi, che proietta verso nuovi scenari il Contamination Lab dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. (rrm)