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I Normanni di Calabria, più di una mera dominazione

I Normanni di Calabria, più di una mera dominazione

di BRUNELLA GIACOBBENel libro storico La Calabria dei Normanni di Giuseppe Caridi viene esaminata la storia politica, sociale e culturale della nostra regione durante l’avvento dei Normanni, attribuendo a loro l’unità che oggi conosciamo. Unità che attraversò, come fu fisiologico per molte regioni d’Italia durante l’Alto Medioevo, diverse trasformazioni socio-culturali, dettate dai nuovi assetti.


Nel testo siamo nel periodo che va dal XI al XII secolo, e che culminò con la dominazione normanna durante il regno di Ruggero II di Sicilia.

Roberto il Guiscando è da ritenersi la figura chiave della storia normanna nella nostra terra, perché fu lui a sconfiggere i bizantini insediati da inizio XI secolo, insieme a suo fratello Ruggero. In un secondo momento sconfisse anche la denominazione araba precedentemente sopraggiunta da oriente, consolidando il proprio potere anche attraverso la fortificazione mediante castelli, distribuiti e mantenuti perfettamente sul nostro territorio (li vedremo più avanti con una veloce carrellata).

A differenza di altre dominazioni, i Normanni non furono sterili conquistatori dediti allo sfruttamento del territorio, ma parteciparono attivamente all’assetto politico e sociale, come detto, riconfigurandolo e migliorandolo più volte, a vantaggio della condizione economica dei luoghi.  Furono loro ad introdurre un sistema feudale, che seppur avesse lo svantaggio di sfruttare alcune popolazioni come mera forza lavoro, fornì un salto nella modernità dal quale non tornammo più indietro.

Caridi descrive dettagliatamente il sistema feudale introdotto dai Normanni, a partire dalla creazione di signorie locali fino alla distribuzione delle terre tra i nuovi aristocratici normanni, rivoluzionando la precedente divisione delle proprietà di terre tra chiesa e nobiltà locale. I Normanni ebbero l’intuizione di doversi adattare rapidamente alle realtà locali, in questo senso ci fu un enorme scambio di culture e tradizioni che, nonostante la condizione di “dominato”, arricchì il nostro territorio.

Approccio che proseguì anche con Ruggero II, colui che creò il Regno di Sicilia e che rappresentò l’apice del potere normanno nelle nostre terre, unificando sotto un’unica corona le attuali regioni di Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e gran parte del restante territorio meridionale. Egli infatti scelse di continuare a far comunicare tra loro le diverse tradizioni locali, con le proprie normanne e anche quelle derivate dalle precedenti dominazioni bizantine, arabe e longobarde.

Da ciò ne risultò una comunità profondamente multietnica e anche multi religiosa, accelerando lo sviluppo economico e culturale perché si sa che amalgamare il meglio di diverse culture non può che favorire il tessuto sociale.
Ecco perché in Calabria, molto più che in altri territorio, abbiamo fisionomie molto diverse tra loro che persistono tutt’oggi: biondi, rossi, mori, carnagioni scure e chiarissime, diverse altezze e stazze.

Ne conseguì che durante il regno di Ruggero II, “la Calabria divenne un centro importante per la cultura e l’arte, grazie anche alla protezione dei monasteri e delle chiese. La fondazione di abbazie e monasteri, come quello di San Giovanni in Fiore, rappresenta una delle caratteristiche distintive di questo periodo. Ruggero, che aveva una visione illuminata della politica e della cultura, incentivò la costruzione di grandi edifici religiosi e promosse una certa tolleranza religiosa, che favorì la coesistenza di cristiani, musulmani e ebrei, almeno in alcuni periodi», scrive Caridi nel suo testo. 

Con la morte di Ruggero II e la fine della dinastia normanna, il regno di Sicilia passò sotto il controllo degli Svevi, ma l’eredità normanna continuò a influenzare la Calabria per molti secoli successivi e possiamo ancora ammirare i castelli e le fortificazioni di quel periodo.

I castelli Normanni in Calabria

Per chi volesse effettuare un itinerario dei castelli normanni in Calabria, di seguito una preziosa lista:

– Castello dell’Arso
– Castello di San Giorgio Morgeto
– Castello normanno-svevo di Cosenza
– Castello Normanno di Rende
– Castello di San Michele a Santa Maria del Cedro
– Castello di Santa Severina
– Castello di Scalea
– Castello di Scribla
– Castello di Squillace (in foto nell’articolo)
– Castello di Stilo. (bg)