;
Il racconto calabrese della malattia del Papa

Il racconto calabrese della malattia del Papa

di PINO NANONon ci crederebbe nessuno, ma a raccontare la lunga malattia di Papa Francesco al Policlinico Gemelli di Roma ci sono, da due settimane ormai, tre giornalisti calabresi.

Ognuno di loro viene da esperienze diverse, ma nel racconto che traspare dai loro collegamenti in diretta ne viene fuori l’immagine fiera di tre giovani professionisti pieni di ammirazione per Padre Bergoglio e soprattutto profondi conoscitori della vita e della storia del Papa. 

Sono, in ordine rigorosamente alfabetico: Rosario Carello, Franceso Paravati, ed Enzo Romeo

Enzo Romeo è il volto nazionale del TG2, racconta la vita del Vaticano e dei Papi da quasi 30 anni, ha girato il mondo al seguito di almeno tre pontefici diversi, e ogni giorno continua a seguire l’evoluzione della malattia del Santo Padre in diretta dalla piazza centrale del Policlinico Gemelli, davanti alla grande statua dedicata a Papa Giovanni Paolo Secondo.

Lo fa con il suo garbo di sempre, vaticanista amatissimo dallo stesso Pontefice, ma non poteva essere altrimenti, soprattutto per via del suo carattere, il classico “ragazzo della porta accanto” a cui ognuno di noi affiderebbe le chiavi di casa propria. Classe 1959, originario di Siderno, Enzo Romeo ha raccontato i pontificati di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco; da inviato è stato su alcuni dei principali fronti di tensione e teatri di politica internazionale degli ultimi decenni. Fa parte del comitato editoriale della editrice Ave e del comitato di direzione di Dialoghi, rivista culturale dell’Azione Cattolica. Collabora alle riviste Credere e Jesus. Ha scritto numerosi saggi su temi letterari, ecclesiali e di attualità internazionale, tradotti in varie lingue. E’ quello che in Vaticano considerano “uno dei nostri”.

Francesco Paravati è, invece, l’inviato speciale al Gemelli della TGR, la Testata Giornalistica Regionale, anche lui un cronista attentissimo alla forma e al linguaggio, rigoroso, sobrio, documentatissimo. Nato a Catanzaro il 28 aprile 1973, laureato in giurisprudenza all’Università di Bologna “Alma Mater”, avvocato esperto in materia di diritto del web, tutela diritto d’autore, privacy e protezione dati personali, diritto dei minori e dei new media, è giornalista professionista dal 9 settembre 2011.

In passato portavoce dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, dal 1998 al 2002 è stato redattore del quotidiano “Il Domani della Calabria”, quindi collaboratore dell’Editoriale Domus, del magazine “Diario”, delle riviste d’Arte contemporanea Inside Art e Drome, dei siti Panorama.it e Calabriaweb, dei quotidiani Il Domani della Calabria, Calabria Sera, Quotidiano della Calabria, Il Sole 24 Ore. Assunto alla Rai di Cosenza, oggi lavora al TG regionale del Lazio e, insieme a Rosario Carello, segue le cronache sulla salute del Papa per tutte le altre redazioni regionale della Testata. 

Ma altrettanto rigorose sono le “dirette” di Rosario Carello, che conosce il mondo Vaticano come pochi, per essere stato lui per lunghi anni una delle facce ufficiali del programma che oggi è di Lorena Bianchetti “A Sua Immagine”. Rosario Carello è nato a Catanzaro nel 1973. Giornalista professionista, prima di condurre A Sua Immagine, dov’è è stato anche autore, ha fatto parte della redazione giornalistica di SAT2000, lavorando al TG, ai programmi culturali, ai servizi religiosi e conducendo per un anno il talk quotidiano Formato Famiglia.

Autore e conduttore radiofonico per oltre dieci anni, ha scritto editoriali per Avvenire, diretto per l’Ave un dvd-reportage sull’Azione Cattolica in Italia, collaborato con numerose riviste. Suoi testi sono usciti per la Carello Editore e un suo saggio “La cronaca e altri racconti” è stato pubblicato nel 2008 dalla San Paolo. Anche lui, raccontano i retroscena vaticani, molto apprezzato e seguito da Papa Francesco.

Questo significa che se vi capita, per un motivo qualunque, di passare davanti al Policlinico Gemelli troverete, giorno e notte, perché i turni che fanno sono davvero massacranti, almeno uno di loro, e questo come calabresi francamente dovrebbe riempirci di orgoglio. (pn)