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LA RIFLESSIONE / Serafino Lio: Entrare nel rapporto di conoscenza storica tra l'Unical e Cosenza

LA RIFLESSIONE / Serafino Lio: Entrare nel rapporto di conoscenza storica tra l’Unical e Cosenza

di SERAFINO LIOGli studi che furono compiuti per la scelta dell’area dell’Università Statale della Calabria prevedevano che «la presenza di questo nuovo complesso di strutture avrebbe modificato l’assetto territoriale ed il suo sistema di relazioni, per cui si rendeva necessario rivedere la pianificazione urbana da parte degli Enti Locali interessati» per influenzare, quindi, anche lo sviluppo futuro di Cosenza e del suo vasto hinterland.

La scelta della localizzazione a Nord di Cosenza dell’Università significava localizzarla in un’area già urbanizzata e rispondeva anche all’obiettivo di frenare la tendenza all’urbanizzazione, anzi “ribaltare questo rapporto” tanto che nell’impostazione del concorso internazionale bandito nel 1972 ed espletato nel 1974 (poi vinto dal gruppo del prof Vittorio Gregotti), fra le indicazioni di possibili soluzioni progettuali era previsto anche che l’Università  potesse “al limite considerarsi dissolta nelle Città” (Vittorio Gregotti). 

Nella scelta dell’ubicazione fu scartata la possibilità di far sorgere l’Università nella valle del Crati, riserva agricola di grande rilievo, e fu proposto di spostare più a monte fra le colline la sua localizzazione anche per le occasioni che questo avrebbe potuto offrire all’Università stessa nell’ambito di una stretta relazione antropogeografica. 

La relazione al progetto del prof Gregotti diceva: «Con l’Università ed il Centro Storico si rimettono in relazione due estremità qualificate dello sviluppo urbano di Cosenza, due punti terminali che indurranno nuovi interessi per la riorganizzazione della città esistente. Se non fosse così l’Università stessa alimenterebbe la riproduzione di una periferia che dilaga ad ondate successive nella valle. Ma la città è più ampia dell’Università, le residenze degli studenti saranno ubicate in una seconda fase nei centri storici dei Comuni e nella costiera tirrenica oltre che nel Centro Storico di Cosenza, quando fossero intraprese le necessarie opere di risanamento. Requisito fondamentale per la diffusione di tali effetti sul territorio sarà un sistema di trasporti efficace dalla Regione a dalla Città», investendo anche le zone ad ovest ed a sud-est della Città stessa (Fausto Lio).

Sembra evidente che il collegamento fra le “due estremità qualificate” non poteva essere assicurato soltanto da linee infrastrutturali (come forse qualcuno credeva e sperava) perché non basta, come scriveva il sindaco di Cosenza, Fausto Lio, alla fine del suo mandato nel volume “Università di Calabria. Incontri e resoconti”, un servizio auto-filo-tranviario e ferroviario che consentisse a studenti, docenti, personale amministrativo ed ospiti di raggiungere un campus chiuso sulle colline di Arcavacata ed allo stesso tempo invogliasse a visitare ed ammirare le significative opere d’arte e strutture architettoniche del Centro Storico di Cosenza; era necessario pensare ed instaurare anche un «rapporto Università-Città volto ad arricchire ed integrare le potenzialità operative di questi due sistemi inserendo la comunità universitaria nelle popolazioni cosentine e calabresi come elemento di solidarietà sociale e di elevazione civile e culturale».

Tutto questo accadeva e sviluppava un dibattito nei primi anni ‘70 (il presidente Antonio Guarasci prima della sua prematura scomparsa nell’ottobre ‘74, scriveva che “esiste una specie di diffidenza fra classe politica e Università e forse tra Università e società”) ed oggi, anche grazie ai fondi del Pnrr, ci si riallaccia a quella “utopia” con la notizia recente che Rfi informa di avere chiesto la  pubblicazione nella Gazzetta Europea del bando di gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori di raddoppio della Galleria Santomarco sulla linea Cosenza-Paola oltre che  la realizzazione di una nuova fermata a Settimo di Montalto Uffugo, e il campus universitario, che nelle intenzioni diventerà la stazione di Alta velocità dell’area urbana pur ricordando che la Città di Cosenza è stata pensata come baricentro dell’asse Università-Città. Ovviamente è una buona notizia con l’auspicio della sua concretizzazione in tempi ragionevoli.

Certo non basta, come già dicevano negli anni ‘70, un sistema di collegamento auto-filo-tranviario e ferroviario ma, come scrisse il prof Gregotti sul Corriere della Sera del 17 giugno 2010 “Università e territorio il progetto mancato”, è un segnale interessante.

Vivo in Veneto da molti anni (sono un medico ospedaliero recentemente andato in quiescenza) ma questo non mi ha impedito di seguire ed appassionarmi alle vicende di Cosenza e della Calabria tutta alla quale sono molto legato. In questi anni ho seguito il dibattito su Unical, a cui mio padre si dedicò con grandissimo impegno e passione, anche leggendo quanto il giornalista Franco Bartucci ha scritto su Calabria.Live.

In questi anni ha pubblicato molti articoli su questi argomenti e bisogna dargli atto, a mio avviso, che lo ha fatto con competenza, convinzione e passione e le mie considerazioni al riguardo vorrebbero essere solo un piccolo e personale contributo alla ricostruzione storica e al dibattito da parte di un appassionato cosentino. (sl)

[Serafino Lio è figlio dell’ex sindaco di Cosenza, Fausto Lio]