Pugliese (Calabria Excellent): Istituzioni tutelino immagine ormai compromessa del nostro mare

Il presidente dell’Associazione Calabria ExcellentFabio Pugliese, ha rivolto un appello alle istituzioni, affinché «tutelino l’immagine ormai compromessa del nostro mare, le cui acque sono “eccellenti per la balneazione”».

Un appello che arriva a seguito dell’articolo pubblicato su Italia Oggi, a firma di Andrea Settefonti, dal titolo C’è un disastro. Ma non si dice – e dal sottotitolo il percolato di una discarica nel fiume. Dati chimici ignoti – che per Pugliese «rappresenta l’ulteriore elemento di grave disinformazione a danno del territorio del basso jonio cosentino. È davvero singolare che Andrea Settefonti, giornalista di Siena, abbia deciso di interessarsi ad una vicenda che evidentemente non conosce a fondo a tal punto da essere contraddittorio e certamente poco informato».

«Nel corpo dell’articolo – ha spiegato Pugliese – si afferma che il percolato prodotto dalla discarica di rifiuti tossici non pericolosi è fuoriuscito contaminando le acque dei fiumi Cacciadebiti e Patia, affluenti del fiume Nicà per sei chilometri dei loro corsi e raggiungendo il mare nonostante è noto che il corso dal fiume Nicà dalla discarica di Scala Coeli fino al mare dista circa 15 chilometri (…). Poi subito dopo precisa che “fonti interne all’Arpacal rivelano testualmente che: (…) per il mare non si rilevano al momento problemi, anche perché dei terrapieni hanno fermato (dopo due giorni di sversamento), il flusso del percolato”. Anche qui una inesattezza poiché i terrapieni sono stati realizzati molto prima di due giorni…».

«Detto ciò colpiscono due aspetti – ha proseguito –. Il primo riguarda il fatto che nonostante nel sottotitolo dell’articolo vi sia scritto “dati chimici ignoti” nel corpo dell’articolo nulla è scritto in riferimento a questo aspetto… Evidentemente, chi ha scritto l’articolo, si è ben guardato dallo scrivere una colossale castroneria se non nel sottotitolo per creare allarmismo e catturare l’attenzione del lettore».

«Il secondo aspetto riguarda le dichiarazioni di Legambiente – ha aggiunto – che anche in questa circostanza non dimentica di sottolineare che le acque del Nicà “sfociano in mare” dopo aver sciorinato dati che riguardano le acque inquinate da valori superiori ai limiti di legge. Voglio ribadire preliminarmente che quanto è accaduto presso la discarica di Scala Coeli non può non essere considerato un vero e proprio disastro ambientale e, ancor più grave, è il fatto che ancora oggi non si riesce a smaltire il pergolato fuoriuscito e contenuto nell’ex bio-valle del Nicà con il probabile rischio che, in caso di pioggia, si possa avere un aggravamento della situazione».

«Così come è opportuno ricordare  – ha sottolineato – che sulla discarica al momento c’è una indagine della Magistratura, tant’è che la discarica è stata posta sotto sequestro, e sono all’opera, dal primo momento, le indagini delle autorità inquirenti di cui ho piena fiducia al fine di stabilire le responsabilità sull’accaduto».

«Ritengo, però necessario sottolineare che, al disastro ambientale – ha detto ancora – si è unito il disastro dovuto all’irresponsabilità di chi, attraverso dichiarazioni pubbliche (e non solo), irresponsabili e dannose per l’interesse generale, non essendo suffragate da dati autorevoli ed inconfutabili elementi di rilievo, non ha esitato a generare allarmismo e confusione».

«L’articolo di ieri su “ItaliaOggi” – ha detto ancora – ne rappresenta certamente una ulteriore riprova se consideriamo che gli enti preposti al controllo delle acque hanno stabilito che non vi è per il mare alcun pericolo e mettere in discussione il buon operato o, ancora peggio, la buona fede, la serietà e la responsabilità di quanti hanno operato significa certamente creare allarmismo e confusione!».

«Tutto questo clamore – ha evidenziato – non aiuta l’interesse generale del territorio ma, ancor di più non aiuta, quanti sostengono la causa ambientalista poiché mina la credibilità di una battaglia che merita, invece, un più alto senso di responsabilità e serietà. Confido che al più presto possa essere smaltito il pergolato oggi presente presso la discarica di Scala Coeli e con viva speranza auspico che in futuro su questioni così importanti possa nascere un alto senso di responsabilità da parte di tutti, nessuno escluso». (rcs)

 

Tavernise (M5S): Da Regione nessuna attenzione per garantire accesso a spiagge

Il consigliere regionale e capogruppo del M5S ha denunciato come dalla Regione non ci sia nessuna attenzione per garantire l’accesso alle spiagge destinate alla balneazione.

«Un anno, tanto è il tempo trascorso ad oggi dalla presentazione di una proposta di legge a mia firma – ha ricordato – per garantire l’accessibilità dei disabili alle spiagge demaniali destinate alla balneazione. Di quella proposta di legge però c’è solo l’assegnazione alle commissioni competenti. Viene da chiedersi quanto tempo ancora chi è in difficoltà nella nostra regione dovrà aspettare per vedersi riconosciuta una battaglia di civiltà?».

«Eppure la legge regionale n. 4/2003 prevede la possibilità per i comuni costieri – ha aggiunto – di richiedere il finanziamento per la realizzazione di strutture mobili o fisse, e della relativa segnaletica di riferimento, per agevolare l’accesso al mare, sulle spiagge libere, di persone con problemi motori. Da molti anni però questa disposizione non viene finanziata. Successivamente poi, l’approvazione della legge regionale n.17/2005 disciplinante l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo destinato a fini turistico-ricreativi, prevedente, all’articolo 15 comma 2, che i concessionari garantiscano l’accesso al mare da parte dei disabili, predisponendo appositi percorsi da posizionare sulle spiagge, sia normalmente che parallelamente alla battigia. Allo stesso modo, per le spiagge libere la stessa legge regionale n. 17/2005 prevedrebbe che la Regione tramite il piano di indirizzo regionale (PIR), obblighi i comuni al medesimo adempimento».

«Si tratta di leggi regionali, però – ha continuato – che risultano disattese e insufficienti. Garantire l’effettivo godimento delle zone balneari, da parte dei disabili, significa per esempio predisporre sedie per l’accesso alla spiaggia e al mare, parcheggi dedicati e servizi igienici adeguati. Serve garantire un’offerta di servizi completa, che vada oltre le dotazioni minime, e cerchi di soddisfare ogni necessità dei disabili. In questo senso va la proposta di legge depositata un anno fa che la Regione tarda a portare avanti sintomo questo di una scarsa sensibilità e attenzione del legislatore regionale alle istanze dei disabili».

«Garantire il diritto alla piena fruizione delle spiagge e del mare da parte di tutti – ha concluso – significa promuovere l’uguaglianza sostanziale. E’ una questione di civiltà sociale che evidentemente la Regione ha deciso di non portare avanti». (rrc)

Tavolo interistituzionale tra Regione e Arpacal per garantire fruibilità delle acque di balneazione

Garantire la piena e sicura fruibilità delle risorse idriche e delle acque di balneazione della Regione. È questo l’obiettivo del tavolo interistituzionale svoltosi in Cittadella regionale per fare il punto della situazione dei dati ambientali afferenti al 2022 e per tracciare una comune strategia operativa in previsione della prossima apertura della stagione balneare.

Presenti all’iniziativa l’Ing. Salvatore Siviglia, Dirigente Generale del Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria, il Comandante della Direzione Marittima della Calabria del Corpo delle Capitanerie di Porto C.V. (CP) Giuseppe Sciarrone unitamente ai Comandanti dei Compartimenti Marittimi della Calabria.

Ha aperto e introdotto i lavori il Commissario straordinario Arpacal, Prof. Gen. (ris) Emilio Errigo, il quale ha illustrato ai presenti quanto sia importante la cooperazione tra istituzioni che operano a difesa e valorizzazione dell’ambiente marittimo e costiero della Calabria. Ha preso la parola l’ing. Siviglia, portando ai presenti il saluto del Presidente della Regione Calabria e dell’Assessore regionale Territorio e Tutela dell’Ambiente Prof. Marcello Minenna.

Durante l’ampio momento di confronto costruttivo, a forte taglio operativo, sono intervenuti il Comandante della Direzione Marittima Giuseppe Sciarrone che ha illustrato agli intervenuti come intenderà procedere sinergicamente per il raggiungimento degli obiettivi a tutela e salvaguardia della qualità delle acque di balneazione del mare della Calabria, esponendo le interessanti attività svolte dagli uomini e dalle donne delle Capitaneria di Porto al fine di garantire una migliore qualità della fruizione sia del bene mare, in generale, delle acque di balneazione in particolare e delle spiagge.

A seguire è stata la volta dei singoli Direttori dei Dipartimenti provinciali dell’Arpacal e dei Centri Regionali, i quali hanno offerto preziosissimi contributi scientifici. I Comandanti delle Capitanerie di Porto intervenuti, hanno relazionato sull’attività svolta durante il 2022 in cooperazione con il personale tecnico di Arpacal mentre i biologi, i chimici e altro personale specializzato di tutti i laboratori dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria hanno fornito un quadro conoscitivo delle singole realtà provinciali, meritevoli di attenzione.

Ha concluso i lavori il Commissario straordinario Prof. Errigo, manifestando l’intendimento di procedere al progressivo controllo degli impianti di trattamento e depurazione delle acque reflue urbane e industriali dei Comuni costieri e di quelli situati in territori montani, avvalendosi della preziosa cooperazione del Corpo delle Capitanerie di Porto e in concorso alle Forze di Polizia che operano a tutela e salvaguardia dell’ambiente nella regione Calabria e non solo. (rcz)

LA CALABRIA IGNORA GIORNATA DEL MARE
MANCANO INFORMAZIONI SU BALNEAZIONE

di MARIO PILEGGIIn gran parte della Calabria e nei comuni del Tirreno lametino si è persa anche quest’anno l’occasione di celebrare la “Giornata del mare e della cultura marinara” per valorizzare il prezioso patrimonio costiero. A differenza del resto di altre realtà territoriali meno centrali nel Mediterraneo si continua ad ignorare che la Repubblica italiana riconosce l’11 aprile di ogni anno la “Giornata del mare e della cultura marinara” allo scopo di promuovere e sviluppare la cultura per la valorizzazione del mare.

Occasione persa anche per mantenere i riflettori accesi su due recenti eventi straordinari relativi ai problemi della depurazione e dell’inquinamento marino.

Il primo evento di carattere amministrativo è la decisione del Presidente Occhiuto di rendere noti alcuni dati sulla maladepurazione, di attribuire alla Regione i poteri straordinari per lo smaltimento dei fanghi di depurazione e di dichiarare che “tenere pulito il mare significa anche guardare alla salute dei calabresi”.

Il secondo evento sempre in tema d’inquinamento marino è l’indagine dei Carabinieri, Operazione “deep”, effettuata con l’impiego di notevoli mezzi e uomini sulla condizione degli scarichi e impianti di depurazione sui litorali e l’entroterra del tratto costiero compreso tra i comuni di Gioa Tauro e Tortora. 

Si comprende la rilevanza di questi avvenimenti se si considera che simili interventi non si sono mai registrati a far data del 1999, anno di inizio delle nostre pubbliche denunce-proposte sulla condizione delle acque marine e sulla necessità di tutelare e valorizzare il prezioso patrimonio costiero, documentate anche da questo giornale. 

Incongruenze e carenze informative ancora persistenti da parte di tutti gli Enti preposti che illustreremo nel prossimo Rapporto 2022 sullo Stato di salute dei Mari. Intanto è da rilevare che mentre in Calabria non si rende noto il giorno di apertura e chiusura della stagione balneare 2022, nella limitrofa Regione Basilicata è già aperta e si chiuderà non a Settembre ma il 31 ottobre.

D’altra parte si estende sempre più in tutta la regione la protesta organizzata, in particolare sui social, contro il ricorrente inquinamento delle acque marine e per un “Mare Pulito” sia sul Tirreno che sullo Jonio. In proposito è da segnalare il recente raggruppamento di numerose sigle ed associazioni, (LIPU Calabria, Associazione Pinetamare Insieme, Legambiente Lamezia, Costa Nostra, Lamezia Rifiuti Zero, Vitambiente Lamezia, Comitato Ginepri, Logos & Polis, Amici della Terra Calabria, Slow Food Lamezia, Marevivo Lamezia, WWF O.A. Vibo/Vallata dello Stilaro), denominato “Uniti per il Golfo di Sant’Eufemia” e promotore dell’incontro-confronto con sindaci e amministratori di venerdì scorso, nei locali del Civico Trame di Lamezia Terme su strategie da mettere e/o messe in atto da parte di tutti i Comuni del Golfo di Sant’Eufemia per contrastare l’inquinamento marino. 

È ancora presto per dire se tutto ciò consentirà, nella prossima stagione balneare, di fare i bagni ovunque e a tutte le ore del giorno in un mare perfettamente pulito. 

In ogni caso, gli avvenimenti delle scorse settimane favoriscono una crescita dell’attenzione e delle attività per la tutela e valorizzazione del mare e del nostro prezioso patrimonio costiero. 

Interesse ed attività che, per la concreta risoluzione dei problemi dell’inquinamento, richiedono interventi sulle reti e gli impianti di depurazione e risorse economiche notevoli come avviene in alcune realtà costiere del BelPaese. 

Nelle stesse realtà costiere, come ad esempio in corrispondenza delle spiagge dell’Emilia Romagna, sono in fase di ultimazione nuovissimi impianti idonei ad eliminare l’inquinamento e rendere balneabili anche le foci di canali e corsi d’acqua nel passato inibiti in modo permanente alla balneazione. 

In proposito è da ribadire che i 34 Km di spiaggia del lametino con i 68 Km di costa del vibonese raggiungono la stessa lunghezza e disponibilità di tutte le spiagge adibite alla balneazione nel Veneto e nella intera regione Emilia Romagna dove arrivano più di 5 milioni di turisti balneari all’anno, più della metà degli 8 milioni che visitano la regione ogni anno. 

Sulla rilevanza e potenzialità delle ricchezze del patrimonio costiero disponibile nel Golfo di S. Eufemia sono da aggiungere le specificità degli assetti idro-geomorfologici favorevoli allo sviluppo della più grande varietà di habitat e forme di vita in ambiente acquatico e terrestre.  

E un microclima favorevolissimo per la più lunga durata della stagione balneare del Mediterraneo e con tratti di costa caratterizzati da una ventilazione particolarmente favorevole anche per attività e gare sportive internazionali.

Sulla ricchissima biodiversità è da ribadire la rilevanza delle recenti scoperte delle due specie megabentoniche, Topsentia calabrisellae e Halicona fimbriata, che vivono nelle acque del mare lametino tra i 70 ed  90 metri di profondità. E in un contesto idrogeomorfologico unico che rende possibile in una superficie di pochi chilometri quadrati del Golfo di S.Eufemia la presenza, tra l’altro, di varie oasi di Coralli finora non rilevata in nessun altra area dell’intero Mediterraneo e oggetto d’interesse anche dell’Università di Cambridge.

Sulla geodiversità e grande varietà di spiagge che caratterizzano il Golfo di S. Eufemia va ricordato che le stesse sono formate da frammenti di rocce di tutte le ere geologiche che documentano la nascita ed evoluzione sia del paesaggio terrestre sia degli insediamenti umani dell’intero Belpaese. 

Con specificità rare nelle coste della Penisola come gli ammassi granitici di Parghelia e Capo Vaticano generati dallo stesso magma che ha generato le più note coste granitiche della Sardegna e dai quali sono stati separati a seguito d’imponenti movimenti della crosta terrestre iniziati milioni di anni fa e ancora in atto nel Tirreno. 

Sull’importanza naturalistica del Territorio del Golfo sono da considerare le varie ZSC (Zona Speciale di Conservazione) come i “Fondali di Pizzo” e la ben nota Oasi WWF del Lago dell’Angitola che rappresenta una zona umida di importanza internazionale, tappa fondamentale degli uccelli migratori. La stessa Oasi, che si trova in una Zona Speciale di Conservazione (IT9340086), si estende per circa 875 ettari e comprende un lago artificiale sul fiume Angitola di 196 ha che offre un rifugio a molte specie di uccelli.  E nel settore centro-settentrionale del Golfo, i Siti d’Interesse Comunitario SIC denominati: “Dune dell’Angitola” e “Lago la Vota”. Quest’ultimo si estende si estende per circa 200 ettari lungo un tratto di costa compreso fra Capo Suvero e Gizzeria Lido. 

Le “Dune dell’Angitola” Sito “SIC IT9330089″, nel settore centrale del Golfo, si estende per 383 ettari dalla destra della foce del Fiume Angitola fino alla foce del Torrente Turrina nel comune di Curinga.

Oltre ad una grande varietà di preziosi aspetti naturalistici, paesaggistici ed ambientali sui litorali del Golfo di S. Eufemia esiste un rilevante e unico patrimonio archeologico a partire dai manufatti in pietra risalenti al Paleolitico Inferiore di Casella di Maida. 

Nello stesso Golfo, tra l’VIII ed il V secolo a.C. sorgevano importanti centri abitati della Magna Grecia come Hipponion, Temesa e Terina. 

Per tutelare e valorizzare questo prezioso patrimonio costiero e le sue ricche specificità sono necessari interventi concreti da perseguire dall’insieme delle classi dirigenti come avviene nella sopracitata Emilia Romagna e non come avviene  in Calabria, dove permane sia la rassegnata passività dei più, sia la sterile e strumentale contrapposizione tra chi utilizza l’inquinamento marino per apparire e ottenere consensi elettorali con proteste o promesse a seconda del ruolo, di minoranza o maggioranza, che riveste nel governo dei vari Enti pubblici. 

Evidentemente, solo tessendo una concreta unità d’intenti per il bene comune tra le varie componenti sociali, politiche ed economiche regionali si riuscirà ad impedire di continuare ad utilizzare il mare come “una discarica che tutti possono utilizzare pur di risparmiare soldi pubblici e privati” come denunciato dalla Corte dei Conti a seguito di indagini in corrispondenza dello stesso tratto di costa tirrenica di recente interessata dall’Operazione “deep”; e di considerare che “tenere pulito il mare significa anche guardare alla salute dei calabresi”.  (mp)

[Mario Pileggi è geologo del Consiglio Nazionale “Amici della Terra”]

Governo, 325 euro per incentivare il turismo
Ma in Calabria la stagione non è compromessa

di SANTO STRATI – Il neopresidente designato di Confindustria Carlo Bonomi ha parlato ieri di «classe politica smarrita». Ma è smarrito anche l’esecutivo che continua a varare ridicoli provvedimenti per gestire l’emergenza che di sicuro manderanno a picco questo Paese. L’ultima trovata – che ci riguarda come regione tendenzialmente votata al turismo – è l’incentivo di (massimo) 325 euro a famiglia per fare vacanze in Italia. L’equivalente di due pernottamenti in un albergo di 3 stelle per una famiglia di quattro persone. Ma si può pensare di incentivare il turismo “locale” con provvedimenti del genere, riservati peraltro a chi ha redditi trai 7.500 e i 26mila euro. Ma dove vivono i nostri governanti?

Questo insulso “obolo” (crediamo difficile che con tali redditi una famiglia quest’estate possa permettersi più del noleggio di un ombrellone e due sdraio) ci offre però il pretesto per raccogliere gli allarmi che in Calabria stanno arrivando dagli operatori turistici su una stagione che rischia di apparire già da ora compromessa.

E allora visto che dal Governo centrale non c’è da aspettarsi niente di buono in termini di reali incentivazioni (quanto meno dovrebbero essere sospese tasse e tributi a tutto il comparto) occorre che la Regione faccia la sua parte, con un ruolo da protagonista.

Giuseppe Nucera, imprenditore turistico che è stato a capo degli industriali reggini, proprio su queste pagine nei giorni scorsi aveva messo in guardia sulla necessità di cominciare da subito il montaggio e la manutenzione degli stabilimenti balneari, senza aspettare l’ultimo momento per dare il via libera ai lavori.

Secondo il decreto Cura Italia tocca al presidente di Regione stabilire le attività ammesse e i codici Ateco degli stabilimenti balneari non risultano autorizzati. «La presidente Jole – dice Nucera – deve fare subito l’ordinanza, entro lunedì al massimo, per far partire i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture turistiche, diversamente sarà troppo tardi e agli imprenditori non resterà che tenere serrati gli impianti. Altre regioni hanno già provveduto, perché la Calabria ritarda?»

«Ad oggi non sono stati ancora autorizzati i lavori di ripristino e sistemazione delle strutture balneari»: è scettico sui tempi l’imprenditore turistico Pino Falduto. «30 giorni prima dell’apertura tradizionale della stagione, del 1° maggio, andava comunicato l’inizio dei lavori, e già siamo in grave ritardo: rischiamo di avere cantieri aperti in una stagione già si annuncia peraltro imprevedibile».

In Calabria ci sono 2500 stabilimenti con oltre 20mila unità lavorative. Nucera – che da imprenditore e politico (guida il movimento La Calabria che vogliamo) è abituato prima a fare e poi a parlare, ha indicato espressamente che «serve una deroga che conceda agli stabilimenti balneari maggiori spazi e aree di concessione demaniale». Ma per gli interventi servono aiuti e provvidenze, non promesse e crediti d’imposta: bisognerà prevedere sostegni adeguati per affrontare una stagione che – se tutto va bene – viaggerà a scartamento ridotto, molto ridotto. È facile prevedere un abbattimento superiore al 50% delle presenze e dei ricavi, considerando però che i costi saranno identici a quelli di una stagione tradizionale.

Si tenga, inoltre, presente che in condizioni normali, la programmazione delle vacanze al mare avrebbe già dovuta essere avviata da metà marzo, ma siamo in piena emergenza e nessuno è in grado di immaginare il prossimo scenario dei mesi estivi. E allora è necessario mettersi subito al lavoro prevedendo sin da ora tutte le possibili opzioni per garantire la tenuta del comparto.

Le nostre bandiere blu (che segnalano un mare pulitissimo) e la contenuta diffusione del virus nella regione possono costituire un reale incentivo a scegliere la Calabria per l’eventuale (e auspicabile) periodo di vacanze al mare. La Calabria – come hanno suggerito gli operatori della Riviera e Borghi degli Angeli del basso jonio catanzarese anche su queste colonne – dovrebbe diventare una regione Covid-free in termini di marketing turistico.

L’ex consigliere regionale Candeloro Imbalzano, che in passato ha guidato la commissione Bilancio della Regione, ha lanciato un’idea di grande suggestione alla presidente Santelli: rimodulare la programmazione dei fondi europei  2014-2020 e farsi autorizzare per il settore turistico parte significativa delle imponenti risorse fin qui non spese. Con la necessità di costituire un Fondo Speciale Europeo per il Turismo sul modelli dei fondi Fesr.

L’assessore Fausto Orsomarso, che ha anche la delega al Turismo, ha già dato assicurazione ai gestori dei lidi dall’alto Jonio – peraltro danneggiati gravemente dalle mareggiate dello scorso dicembre – per questa difficile stagione e sta predisponendo una serie di iniziative regionali che riguardano tutti gli operatori del settore.

«Noi guardiamo con fiducia – ha detto Orsomarso – alla possibilità di poter recuperare parte della stagione estiva 2020,  prevedendo una ripresa graduale almeno a metà giugno e adeguando le attività alle eventuali misure di distanziamento sociale che saranno ancora in atto».

Non si può, ovviamente, decidere da soli: «anche in Calabria – ha rilevato l’assessore Orsomarso – vogliamo supportare le proposte avanzate a livello nazionale, che prevedono la possibilità per gli operatori di accedere alle strutture balneari e alle spiagge per prepararle e attrezzarle in vista della ‘fase 2’ e la necessità di dare una chiara indicazione ai Comuni  affinché  vengano estese  le concessioni al 2033 per dare certezza alle imprese e consentire l’utilizzo degli strumenti del Dl liquidità».

Decreto di cui, peraltro,  abbiamo ampiamente criticato l’inefficacia e la scarsa applicabilità per le piccole e medie imprese.

È uno scenario imprevedibile quello che si va prefigurando e l’aspetto non meno rilevante è la caduta di reputazione della regione, per gli “interventi” della mafia che in molti paesi del Mezzogiorno si è sostituita allo stato negli aiuti per le famiglie e le imprese.

Certamente, va considerato che non si prospetta un’estate di grandi numeri, soprattutto dall’estero, ma già recuperare, ovvero attrarre nuovi flussi italiani verso le nostre splendide località marine e montane sarebbe un primo passo per affrontare la crisi e pensare al dopo.

Come si farà a conciliare balneazione, ricettività e ristorazione con le limitazioni imposte dal coronavirus?

La distanza tra i soggetti è l’unica terapia di prevenzione che, in qualche modo, ha dato risultati, ma non si può immaginare una spiaggia con ombrelloni separati da pareti di plexiglas, come bizzarramente ha proposto un’azienda in cerca di un quarto d’ora di notorietà. La formula vincente potrebbe essere quella di garantire intanto la perfetta igiene degli ambienti (alberghi, ristoranti, ritrovi) con continue sanificazioni e quindi prevedere una diversa sistemazione, in spiaggia, di ombrelloni e sdraio. Difficile immaginare la gente in costume con la mascherina, ma se fosse necessario per salvaguardare (pur con lecite perplessità) i bagnanti dal rischio di trasmissione del virus, dovranno dirlo le autorità sanitarie. Non è questo il punto. Il vero problema riguarda la redditività delle imprese turistiche e non soltanto balneari. Se sarà necessario contingentare l’accesso ai ristoranti, con tavoli distanziati fino a dimezzare la capienza, e nei bar limitare il servizio al tavolo, siamo sicuri che i gestori saranno in grado di far quadrare costi e ricavi? I costi saranno quelli di sempre, anzi no, aumentati perché c’è un incontrollato rialzo dei prezzi nelle materie prime di consumo (zucchero, caffè, bibite, ecc), ma i ricavi saranno dimezzati. Come può un ristoratore o il proprietario di un bar affrontare una stagione dove la rimessa è, con buona probabilità,  pressoché garantita?

In questo senso, la Regione, l’assessorato al Turismo e quanti altri possono essere coinvolti, dovranno immaginare una sorta di aiuto economico a sostegno delle attività in crisi che permetta di superare la contingenza di un anno da dimenticare e pianificare, un po’ più serenamente, il futuro. (s)