LA LETTERA / Giuseppe Falduto: Sindaco Falcomatà, ritiri il ricorso al Tar contro il Ponte

Caro Giuseppe, o se preferisci Signor Sindaco Giuseppe Falcomatà,
Il sottoscritto, Pino Falduto, o se preferisci l’imprenditore Falduto, ti scrive questa lettera aperta perché non ho mai avuto altro modo di dialogare con te.
In tutti questi anni hai sempre ignorato ogni mio tentativo di confronto, nonostante i rapporti personali tra le nostre famiglie e il mio ruolo di imprenditore che opera nella città di cui sei il Sindaco.
Ti scrivo per chiederti di ritirare il ricorso che hai presentato al Tar del Lazio per cercare di ritardare la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Capisco che gli ordini di partito spesso prevalgano, soprattutto per chi costruisce il proprio percorso politico sotto la loro egida. Tuttavia, il ruolo che ricopri richiede una visione più alta, che metta al centro il bene della città e della comunità che rappresenti.
Il Ponte sullo Stretto non è solo un’infrastruttura: è una possibilità storica per rilanciare l’intero territorio dal punto di vista economico, sociale e culturale. Invece di opporsi a questo progetto, sarebbe più utile impiegare il tempo e le risorse per chiedere opere compensative fondamentali per lo sviluppo di Reggio Calabria. Infrastrutture strategiche come un sistema di trasporti intermodale, il potenziamento della rete viaria e ferroviaria, e la valorizzazione delle aree urbane e costiere potrebbero rappresentare una svolta per la nostra città.
È tempo di agire con responsabilità, andando oltre le logiche di partito e pensando a ciò che è meglio per la nostra comunità. I cittadini hanno bisogno di azioni concrete e lungimiranti, non di ostacoli e rallentamenti che penalizzano il territorio.
Le luci che hai fatto installare nel centro città sono belle, certo, ma non rappresentano la risposta alle vere esigenze di Reggio. La città ha bisogno di infrastrutture, sviluppo e opportunità, non di interventi che, per quanto gradevoli, non cambiano la realtà quotidiana di chi vive in questo territorio.
Confido che tu possa riflettere su queste parole e scegliere di agire nell’interesse di Reggio e della sua gente, perché il futuro di questa città dipende anche da decisioni come questa.
Con l’occasione, ti porgo i miei più sinceri auguri di un sereno Natale e di un felice anno nuovo. Mi auguro che il 2025 possa portare alla nostra città nuove opportunità, maggiore unità e quella visione di sviluppo che tutti auspichiamo.

L’OPINIONE / Bruno Tucci: Ponte, la continua lotta tra fazioni non produce nulla di buono

di BRUNO TUCCIChe si possano nutrire dubbi sulla costruzione del ponte sullo Stretto è lecito ed è bene denunciarli per il noto principio del pluralismo delle idee.

Ma un conto è affermare che l’opera sarà inutile per la Calabria (ed anche per la Sicilia), un altro è puntare il dito contro chi difende la propria idea sull’opera solo perché è un avversario politico. Chi parla dell’assurdità del ponte è Pasquale Tridico, ex presidente delI’Inps e ora deputato europeo in quota 5Stelle.

È un calabrese di Scala Coeli, un paesino di montagna in provincia di Cosenza. È determinato e sicuro di quanto dice e lo strale è scagliato contro Matteo Salvini il quale ritiene che il ponte vorrà dire ricchezza e occupazione non solo per le due regioni, ma per l’intero Mezzogiorno.

Come è pure giusto denunciare la pochezza delle infrastrutture, la povertà della Sanità, l’inutile attesa per la linea ferroviaria Napoli-Reggio. Tutto giusto e sacrosanto: mi si permetta di scrivere, però, che non tutti i problemi debbono poi finire in una bagarre politica, una guerra che vede l’un contro l’altro armati di modo che tutto finisca in un braccio di ferro che non porta a niente.

Sarebbe meglio e auspicabile che i favorevoli e i contrari al ponte si incontrassero, ne discutessero portando ognuno le proprie ragioni e decidere poi cosa è giusto fare e non fare.

Se la nostra Calabria è rimasta al palo in diversi settori è anche, e forse soprattutto, per questa continua lotta fra fazioni politiche che non produce nulla di buono. Si cambi registro, per favore, se si vuole davvero ridurre il gap che ci divide dal resto del Paese. (bt)

Ponte, Reggio e Villa chiedono al Tar di annullare parere Commissione Via

Reggio e Villa San Giovanni hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio per chiedere l’annullamento del parere positivo della Commissione Via del Ministero dell’Ambiente sul Ponte, «per vizi di legittimità ed eccesso di potere in ogni sua forma, sollevando dubbi di costituzionalità sulla decretazione d’urgenza del DL Ponte e del DL Infrastrutture».

«Le due amministrazioni congiuntamente sin dall’avvio della procedura avevano chiesto ai due ministeri competenti (Mase e Mit) di sospendere la procedura in attesa di studi tecnici specifici, evidenziando le lacune progettuali tali da non rendere possibile un giudizio di merito dello stesso, evidenziando tra l’altro il rischio incompiuta legato alla cosiddetta “realizzazione per fasi costruttive progressive”», ha spiegato la sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti.

«Una richiesta al Mit (14 e 31 maggio 2024) che continua ad essere valida, considerato che le Amministrazioni ad oggi non hanno alcuna conoscenza dell’incidenza diretta del progetto sul territorio comunale e metropolitano. I territori – ha sottolineato la sindaca – hanno il diritto di avere garanzie e certezze, hanno l’obbligo di tutelare ambiente e paesaggio e di difendere i diritti dei cittadini, hanno il diritto e il dovere di governare le fasi di cambiamento».

«Il parere della Commissione Via pubblicato il 19.10.2024 – ha proseguito – rileva la non ottemperanza delle prescrizioni poste nel 2003 al progetto preliminare e pone 62 prescrizioni all’attuale definitivo aggiornato che confermano tutte le eccezioni sollevate dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria nell’aprile scorso e dalla Città di Villa San Giovanni fino al 13 ottobre, soprattutto circa la carenza di studi di dettaglio specifici, progetto di cantierizzazione e progetti di risoluzione delle interferenze».

«Nel ribadire una posizione già espressa – ha spiegato il primo cittadino – non ideologicamente orientata ma protesa esclusivamente alla tutela del territorio e alla difesa dei diritti dei suoi abitanti (precipuamente quelli degli espropriandi), le due amministrazioni hanno attentamente valutato dal punto di vista giuridico e tecnico il parere espresso dalla commissione Via Vas, addivenendo alla conclusione che lo stesso non dà garanzie, finendo per rinviare ogni valutazione di compatibilità ambientale di questo progetto ad un giudizio di ottemperanza previsto per la maggior parte delle prescrizioni “prima della presentazione della progettazione esecutiva”».

«Questa considerazione – ha detto ancora – trova conferma nell’impugnato parere, dal momento che gli approfondimenti e le integrazioni documentali richieste nella procedura di Valutazione di impatto Ambientale presuppongono l’esecuzione di analisi e indagini di campo, sia per il versante Sicilia che per il versante Calabria, che non sono mai state effettuate; l’esigenza “di svolgere nel modo più accurato ed approfondito le integrazioni richieste dalle Autorità competenti nell’ottica di dare piena ed effettiva promozione al valore ambiente” è rimasta solo un buon proposito ma nulla di più rispetto alla relazione di aggiornamento del progettista che non poggia su dati scientifici ulteriori».

«Con specifico riferimento alla Città di Villa San Giovanni –ha detto ancora la sindaca Caminiti – è provata l’esistenza di una faglia attiva e capace denominata “Cannitello” sotto le fondazioni dei pilastri lato Calabria con prescrizione della “Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale” di eseguire nuove indagini che pongono ulteriori perplessità sulla fattibilità dell’opera (normativamente la progettazione definitiva deve chiarire ogni aspetto di questo tipo in maniera certa), studi specifici e di dettaglio ed approfondimenti preliminari completi su tutte le faglie attive e capaci presenti nell’ambito in oggetto. Idem rispetto al problema dell’erosione costiera, non valutata e carente di studi specifici; manca qualunque analisi delle previsioni dei documenti di pianificazione, in contrasto con la puntale prescrizione n.1 della Delibera Cipe del 2003 di approvazione del progetto preliminare in base alla quale il progetto definitivo dovrà essere sviluppato in modo che, ferma la predetta localizzazione, si pervenga alla massima possibile compatibilità con le strategie ed i piani di sviluppo con i quali è destinato ad interagire».

«La mancata esecuzione della Vas – ha spiegato – trascura colpevolmente tale prescrizione. Il progetto definitivo aggiornato ed esitato dalla Commissione Via Vas, secondo la normativa vigente e il Dl.gvo 50, non assurge da alcun punto di vista (tecnico-progettuale, economico, ambientale, paesaggistico) a livello di progettazione definitiva. Preoccupano gli enti, nel merito, la mancata previsione di un monitoraggio continuo – prima, durante e dopo l’eventuale realizzazione del ponte – della qualità dell’aria, l’erosione costiera e la mancanza di interventi di ripascimento; la mancanza di regolamentazione e rigenerazione degli elementi identitari dell’area dello Stretto».

«Un’area che non deve essere snaturata dall’opera ponte – ha rimarcato – ma tutelarla nel suo patrimonio storico, ambientale e culturale e gli enti rappresentativo dei territori non possono essere soggetti passivi di interventi che modificherebbero in maniera sostanziale e definitiva l’Area dello Stretto. Tutela del paesaggio quale valore costituzionale, tutela degli espropriandi, paventato rischio di un’eterna incompiuta con ricadute nefaste inimmaginabili per la sopravvivenza dello stesso tessuto sociale metropolitano, sono le ragioni squisitamente politiche della decisione assunta, considerato che il parere espresso dalla Commissione Via Vas presenta profili di dubbia costituzionalità, vizi di violazione di legge ed eccesso di potere, e dunque, occorre, tutelare gli interessi della città di Villa San Giovanni come comune su cui impatta completamente l’opera Ponte e gli interessi della Città Metropolitana di Reggio Calabria e dell’Area dello Stretto».

«Sappiamo esserci larga convergenza amministrativa e politica sulla posizione espressa – ha concluso – soprattutto sappiamo esserci su ciò la convergenza delle nostre comunità che vogliono essere protagoniste di ogni decisione di sviluppo di questo territorio straordinario». (rrc)

Minasi (Lega): Nessuna divisione, Ponte è scelta condivisa

La senatrice della Lega, Tilde Minasi, ha smentito le notizie secondo cui ci sia una «presunta divisione interna alla Lega nazionale, che vedrebbe il gruppo del Nord, capeggiato dal capogruppo in Senato e nuovo coordinatore della Lombardia Massimiliano Romeo, contrapposto a una “fazione” del Sud, e quindi in particolare alla realizzazione del ponte sullo Stretto».

«Non c’è alcuna divisione interna – ha precisato la senatrice – Semplicemente il capogruppo Romeo ha sottolineato, ai rappresentanti del suo territorio, la necessità di parlare dei loro problemi specifici, esattamente come facciamo noi. Il senso e il valore della rappresentanza politica, d’altronde, è proprio questo: serve a far valere le esigenze dei singoli territori. Ed è questo che Romeo ha voluto rimarcare, anche in interviste appena diffuse dai media».

«Questo, però – ha aggiunto – non vuol dire che investire sul ponte o sulla Statale 106 Jonica, come questo governo e il Ministro Salvini stanno facendo, tolga qualcosa al Nord, tutt’altro! Significa potenziare la crescita di aree che possono così diventare nuova fonte di ricchezza e sviluppo, a vantaggio di tutta l’Italia. E su cui l’intero partito concorda».

«Dispiace, dunque – ha continuato – leggere ricostruzioni giornalistiche evidentemente fuorvianti. La Lega è compatta, su tutte le scelte operate dal leader Salvini, e soprattutto sulle scelte di politica economica. Prime tra tutte il Ponte sullo Stretto». (rp)

Irto (PD): Ponte progetto privo di approfondimenti su terremoti e maremoti

Il senatore del PD, Nicola Irto, ha reso noto come «Matteo Salvini ha risposto picche al question time con cui gli avevamo chiesto conto della sicurezza sismica del ponte sullo Stretto di Messina, dell’incompletezza degli studi alla base dell’approvazione del progetto definitivo e della necessità di approfondimenti scientifici, anche sul rischio di maremoti a danno dell’infrastruttura».

«Il ministro ha avuto un comportamento omissivo – ha spiegato – perfino sulla gravissima vicenda della relazione sismica attribuita all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che ne aveva disconosciuto la paternità e l’aveva imputata all’iniziativa autonoma di due ricercatori interni. Il ponte è un’opera priva di sostenibilità economica e di garanzie di sicurezza, di cui non c’è traccia nel Piano strategico da poco presentato dal Gruppo Ferrovie dello Stato».

In Senato, in replica alla risposta del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Irto ha attaccato il governo, dicendo: «Avete congelato 1,6 miliardi del Fondo per lo sviluppo e la coesione delle regioni Calabria e Sicilia, risorse che sarebbero servite per asili, per istruzione, per la digitalizzazione, per migliorare le nostre città».

«Le avete bloccate – ha proseguito – per un ponte che non si farà: per la sua illusione, ministro. Avete deciso che questa deve essere una priorità e avete cancellato totalmente l’Alta velocità ferroviaria in Calabria e in Sicilia. Avete fatto sparire la perequazione infrastrutturale tra il Nord e il Sud del Paese; penso per esempio alla Taranto-Reggio Calabria, alla Statale 106, quella che si chiama “Strada della morte”, sparita dai radar perché avete posto le attenzioni solo all’illusione del ponte sullo Stretto».

«Lei, ministro, cerca sempre di dare la responsabilità a qualcuno. Un giorno la responsabilità è di un chiodo, un giorno di Tajani e oggi del Tar. Ministro – ha concluso in Aula il senatore Irto – le assicuro che in questo caso la responsabilità è tutta sua». (rp)

La Stretto di Messina risponde all’esposto presentato all’Agcm: Nessuna violazione

La Stretto di Messina spa ha risposto all’esposto presentato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, precisando che non c’è «nessuna violazione e nessuna mancata trasparenza. La società agisce sempre nel pieno rispetto delle norme».

Entrando nello specifico, per quanto riguarda l’art. 72 direttiva Ue e costi del progetto, la Stretto di Messina ha spiegato:

«La crescita del valore dell’investimento da 8,5 mld del 2011 a 13,5 (come previsto nel DEF 2023), non si riferisce a maggiori opere ma al forte aumento dei prezzi registrato negli ultimi anni, fenomeno che ha coinvolto e coinvolge tutti i progetti infrastrutturali. Inoltre va sottolineato che il valore di 13,5 miliardi non riguarda solo il contratto con il Contraente generale e gli altri affidatari, ma il costo complessivo del progetto».

«La Direttiva 2014/24/Ue sarà, pertanto, rispettata come peraltro espressamente richiamato nel Decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, recante: “Agli atti di cui ai commi 3 e 4 si applicano le disposizioni di cui all’articolo 72 della Direttiva 2014/24/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio e le relative norme interne di attuazione e i medesimi sono adottati in coerenza con le disposizioni normative dell’Unione europea in materia di contratti pubblici”».

68 osservazioni del Comitato Scientifico

La Società ha ricordato come «il Comitato Scientifico, organo autonomo e indipendente istituito per legge, ad esito della sua attività collegiale, di studio e analisi per ciascuna disciplina riguardante l’aggiornamento del progetto del ponte sullo Stretto di Messina, ha rilasciato all’unanimità parere favorevole».

«Le osservazioni (68), che in parte riprendono quelle del precedente Comitato Scientifico, non sono da intendersi in distonia con l’espressione di un parere positivo, ma riguardano aspetti da approfondire in sede di progettazione esecutiva, legati all’evoluzione delle conoscenze tecniche e dei materiali e all’evoluzione normativa in tutti gli ambiti di interesse».

Parere Via Mase

«Il parere favorevole rilasciato dalla Commissione Tecnica di Valutazione dell’Impatto Ambientale del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase), sul progetto definitivo del ponte sullo Stretto è un importante passo avanti per il progetto e la realizzazione dell’Opera».
«Le 62 prescrizioni rilasciate contestualmente, da ottemperare in sede di progettazione esecutiva (due addirittura dopo l’entrata in esercizio del ponte), non rappresentano lacune progettuali ma richieste di approfondimenti già, in larga misura, programmati da Stretto di Messina che, comunque, non riguardano la fattibilità dell’Opera».

Progettazione per fasi

«La Progettazione esecutiva, che potrà essere sviluppata per fasi costruttive, non determina alcuna violazione del bando per la selezione del Contraente generale, anzi è in linea con le best practice internazionali e ha l’obiettivo di ottimizzare la costruzione dell’opera, contenendo tempi e costi».

Finanziamento opera

«Nella Finanziaria 2024 era previsto un finanziamento pari 11,63 miliardi, che sommati ai 370 milioni di risorse proprie della Stretto di Messina, offrivano una copertura complessiva di 12 miliardi.
La Finanziaria 2025, in discussione, dovrebbe prevedere ulteriori 1,5 miliardi di euro, per garantire la copertura totale dei 13,5 miliardi di euro, che come detto non rappresentano un aumento dei costi, ma la conferma delle previsioni del Def 2023».
«Per quanto concerne la trasparenza si ricorda che la recente disposizione normativa (art. 2 DL 89/2024 convertito con Legge 120/2024), il cosiddetto Decreto Infrastrutture, ha introdotto nuovi passaggi procedurali volti ad assicurare il controllo da parte dello Stato, nel rispetto della massima trasparenza. In particolare, l’importo aggiornato del contratto con il Contraente generale è sottoposto, prima della stipula del relativo atto aggiuntivo, all’asseverazione di uno o più soggetti di adeguata esperienza e qualificazione professionale nominati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti».

Affidamenti

«Si ricorda che la Stretto di Messina è una società ‘in house’ del Ministero dell’economia e delle finanze pertanto soggetta al cosiddetto ‘controllo analogo’ ovvero lo stesso controllo il ministero esercita sui suoi Dipartimenti. La società si conforma alle normative in materia di trasparenza (decreto legislativo 33/2013) e di prevenzione della corruzione (legge 190/2012), ponendo in essere gli adempimenti previsti dalle suddette disposizioni nonché dai provvedimenti emanati dall’Autorità Nazionale Anticorruzione».

«In particolare, Stretto di Messina pubblica nell’apposita sezione “Società Trasparente” del proprio sito istituzionale informazioni, dati e documenti previsti in assolvimento degli obblighi su trasparenza, anticorruzione e affidamenti». (rrm)

Ponte, presentato un esposto all’Agcm per presunta violazione delle norme sulla libera concorrenza

Domenico Marino, docente dell’università Mediterranea, Aura Notarianni, avvocata e attivista, ed Enzo Musolino, segretario del Pd di Villa San Giovanni, hanno presentato un esposto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contro il Ponte sullo Stretto.

L’esposto ha per oggetto presunte violazioni delle norme che regolano la Concorrenza e il mercato da parte di Stretto di Messina Spa, Webuild Spa e Eurolink Spa, sulla questione “Ponte sullo Stretto di Messina”.
Le censure riguardano specificatamente la violazione dell’art. 72 della direttiva 2014/20/Ue: per il costo dell’Opera più che raddoppiato; per la riattivazione del contratto tra Stretto di Messina Spa e Eurolink senza procedere a nuova gara internazionale nonostante i costi di realizzazione siano notevolmente superiori al 50% del valore iniziale; per un rapporto contrattuale tra società concessionaria e contraente generale basato su un contratto del 2006, rilanciato da un progetto del 2010 che non ha superato la valutazione ambientale, per la relazione del progettista – dopo l’accelerazione salviniana sull’Opera – che contiene 68 raccomandazioni al momento inevase; per la Commissione Via Vas che ha recentemente emesso parere “positivo” con 62 prescrizioni alcune da ottemperare prima  del progetto esecutivo e un parere “negativo” in riferimento alla valutazione di incidenza appropriata per i siti ZPS ITA 030042 e ZPS IT 9350300, per i quali non si può escludere che il progetto possa determinare incidenze significative.
E ancora, per le documentate perplessità sulla Trasparenza e la sostenibilità economica dell’Opera, aggravate dall’assenza di chiare stime sui costi di mantenimento del Ponte; per il contrasto tra bando di gara e l’avvio dei lavori per “fasi di costruzione” previste da dl n. 89/2024; per l’incremento, contenuto nella Legge di Bilancio in discussione, della dotazione finanziaria per il Ponte fino a 14,7 miliardi di euro, con una differenza tra la base d’asta del bando di gara iniziale e l’attuale ammontare dell’ appalto di ben 10,8 miliardi di euro; per le modifiche alla compagine societaria di Eurolink e all’abuso di posizione dominante di Webuild nell’acquisto di quote di partecipazione e, infine, per la violazione delle regole di Concorrenza e di mercato sull’affondamento di incarichi senza che gli affidamenti siano stati preceduti da manifestazioni pubbliche di interesse.
Gli esponenti, dunque, con l’esposto hanno chiesto All’Autorità Garante di avviare un’istruttoria sul presunto abuso di posizione dominante e di intraprendere le azioni necessarie, anche cautelari, per tutelare la libera concorrenza e il mercato. (rrm)

Ciucci (Ad Stretto): Società applica normative di trasparenza e anticorrunzione

«A differenza di quanto riportato da due membri della Camera dei Deputati, a società si conforma alle normative in materia di trasparenza (decreto legislativo 33/2013) e di prevenzione della corruzione (legge 190/2012), ponendo in essere gli adempimenti previsti dalle suddette disposizioni, nonché dai provvedimenti emanati dall’Autorità Nazionale Anticorruzione». È quanto ha detto Pietro Ciucci, amministratore Delegato di Stretto di Messina, rispondendo al capogruppo del Pd in Commissione Trasporti, Anthony Barbagallo e il capogruppo del PD in Commissione Ambiente, Marco Simiani, che hanno presentato un’interrogazione alla Camera rivolta ai ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

«In particolare, Stretto di Messina pubblica nell’apposita sezione “Società Trasparente” del proprio sito istituzionale informazioni, dati e documenti previsti in assolvimento degli obblighi su trasparenza e anticorruzione», ha concluso Ciucci, rispondendo ai parlamentari del Pd.

Barbagallo e Simiani, infatti, nell’interrogazione hanno evidenziato come «dopo i rilievi posti dalla Corte dei Conti sulla gestione finanziaria di Anas il Governo non può più girarsi dall’altra parte. La Corte, infatti, ha sottolineato che il bilancio 2023 si è chiuso con una perdita di 162,7 milioni di euro riconducibile alla svalutazione del valore della partecipazione detenuta nella società Stretto di Messina», hanno detto Barbagallo e Simiani.

«Secondo i magistrati contabili – hanno aggiunto –la disciplina vigente non è compatibile con il criterio della valorizzazione ‘al costo’ della società SdM nel bilancio Anas 2022, nel quale si ometteva l’analisi dei costi funzionali al riavvio dell’opera di collegamento stabile tra Sicilia e Calabria».

«Una violazione della legge accertata anche dal perito indipendente nominato dal Mef – hanno proseguito – che ha ritenuto non funzionali al riavvio dell’opera oltre 85 milioni di euro di costi sostenuti da SdM, con conseguente grave svalutazione del valore delle azioni di SdM. Inoltre, sempre la Corte, contesta anche il ricorso a onerosi e ingiustificati pareri di professionisti esterni e segnala la necessità che la Sdm, particolarmente esposta a gravi comportamenti corruttivi, debba essere riportata nell’ambito di applicazione della normativa anticorruzione e trasparenza, dalla quale attualmente risulta esclusa in quanto partecipata da FS».

«Il Ponte, dunque – hanno concluso – rischia di affossare i bilanci dell’Anas, società importante che va difesa e tutelata. Il governo deve garantire la vigilanza esplicitamente invocata nella relazione della Corte dei conti, superando l’attuale situazione di incertezza determinata dal rapporto concessorio e riportando Anas nell’ambito di applicazione della normativa anticorruzione e trasparenza. Il governo intervenga al più presto». (rrm)

Al Porto di Gioia lo stoccaggio del materiale per il Ponte

Il Porto di Gioia Tauro è stata scelta come sede di stoccaggio di materiali per la costruzione del Ponte sullo Stretto. Lo ha reso noto l’Autorità di Sistema Portuale, esprimendo soddisfazione per la proficua sinergia intercorsa con la Autorità Marittima ed il team della società Stretto di Messina, coordinato dall’ing. Valerio Mele, nel tentativo coronato da successo di rispondere pienamente alle esigenze di accosto e di  spazi di deposito e lavorazione per la costruzione di un’opera strategica per la Nazione, e la necessità altrettanto imprescindibile di salvaguardare l’operatività del porto commerciale evitando la diminuzione delle banchine commerciali e dei piazzali assentiti alla logistica dei contenitori.

La società costruttrice del Ponte, infatti, secondo un cronoprogramma ufficiale fino al 2032, utilizzerebbe le aree a sud ovest del bacino di evoluzione portuale, ed anche una parte delle aree retrostanti al terminal containers, al netto delle recenti acquisizioni operate dal terminal contenitori e previ accordi con il Consorzio Regionale per le attività produttive, titolare delle aree.

Il progetto originario del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria individuava Gioia Tauro come porto di stoccaggio dei conci prefabbricati e delle bobine dei cavi per la costruzione del Ponte e costituiva una sensibile interferenza con la operatività portuale, dovuta all’ormeggio delle navi che trasportavano tali materiali presso l’accosto “alti fondali” della banchina di levante in concessione a MCT SpA e la interruzione della continuità logistica dovuta al   passaggio di tali materiali verso aree retrostanti non in concessione. 

Nel corso della Conferenza dei Servizi che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha promosso in data 16 aprile 2024, questa Autorità di Sistema Portuale aveva depositato un congruo parere, sottolineando l’impatto negativo e le dannose interferenze di tale progetto con le attività dei soggetti terminalisti, MCT in primis, e della operatività portuale in genere.

Si descrivevano, cioè, le potenziali conseguenze negative che la “revoca” anche di una piccola parte di concessione del terminal contenitori e la interruzione della continuità logistica avrebbe potuto comportare sulla economia del porto. 

Nel contempo è stata fornita una proposta risolutiva, anche in esito a sopralluoghi ed incontri con i tecnici della società “Stretto di Messina Spa”, consistente nella infrastrutturazione della parte sud del bacino di evoluzione e l’utilizzo per le aree di stoccaggio delle aree retrostanti. 

La soluzione proposta da questa Autority, di concerto con la locale Capitaneria di porto, è stata accolta e successivamente confermata nel corso di una recente interlocuzione con il costruttore, avendo sciolto la Autorità Marittima la riserva sulla assoluta non interferenza con l’attuale bacino di evoluzione delle navi. 

Tale soluzione ha riscosso, inoltre, il compiacimento dei terrminalisti MCT e Automar, impegnati ormai da un quinquennio nel rilancio del transhipment nello scalo gioiese, con nuovi investimenti nell’equipment portuale e nuovi record commerciali. 

Una lettera personale recapitata nei giorni scorsi al presidente Agostinelli testimonia la soddisfazione dell’armatore MSC per la soluzione che soddisfa da una parte le esigenze del costruttore, evitando nel contempo dannose interferenze alle operazioni del terminal. (rrc)

Minasi (Lega): Ponte sullo Stretto simbolo di unità nazionale

La senatrice della Lega, Tilde Minasi, ha commentato le ultime affermazioni del Ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, il quale è tornato a sottolineare come l’opera, dal valore complessivo stimato in 13,5 miliardi di euro, genererà oltre 120.000 posti di lavoro, apportando benefici significativi in termini di occupazione, logistica, turismo e sostenibilità ambientale.

«Le dichiarazioni del Ministro Matteo Salvini sul Ponte sullo Stretto, rilasciate durante il convegno organizzato da Unioncamere a Roma, confermano una visione ambiziosa e concreta per il rilancio del nostro Paese, e in particolare del Sud Italia. Il Ponte rappresenta molto più di una semplice infrastruttura: è un simbolo di unità nazionale e un motore per la crescita economica e sociale dell’intera area del Mezzogiorno», ha detto Minasi, sottolineando come «questi numeri non sono solo proiezioni: sono una prospettiva concreta che il Governo ha il dovere di sostenere e realizzare. Investire nel Ponte significa investire nelle persone, nelle imprese e nel futuro delle nostre regioni».
Le analisi condotte dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – ribadisce – confermano ciò che abbiamo sempre sostenuto: il Ponte sullo Stretto è un progetto economicamente sostenibile e strategicamente indispensabile. Il rapporto benefici/costi pari a 1,2 e un Valore Attuale Netto Economico positivo per oltre 1,8 miliardi di euro dimostrano chiaramente che questa grande infrastruttura avrà ricadute positive e tangibili sul tessuto produttivo.

Il Ponte sullo Stretto – ha spiegato Minasi – non sarà solo un collegamento tra Calabria e Sicilia, ma un’opera capace di ridurre significativamente le distanze economiche e sociali tra il Sud e il resto del Paese. È il simbolo di un’Italia finalmente connessa e integrata, dove ogni territorio avrà le stesse opportunità di crescita e sviluppo».

«L’opera – ha aggiunto – rappresenta una risposta concreta alle esigenze di modernizzazione del Mezzogiorno: non si tratta solo di costruire un’infrastruttura, ma di realizzare un progetto che crei sinergie, attragga investimenti e renda il Sud una piattaforma logistica e turistica competitiva a livello europeo».

Grazie al Ponte sullo Stretto – ha proseguito la senatrice – si rafforzerà il ruolo strategico dell’Italia nei corridoi europei e globali, ponendo il Mezzogiorno al centro delle rotte economiche e logistiche del futuro. Questa infrastruttura rappresenta un’opportunità unica per sviluppare commercio e turismo, due pilastri fondamentali della nostra economia, e per attrarre investimenti privati e pubblici, stimolando crescita e occupazione e chi continua a negarne o a sottovalutarne l’importanza non comprende le dinamiche di un mondo sempre più interconnesso, dove infrastrutture efficienti e sostenibili sono la chiave del progresso».

«Il Ponte non è un costo – ha ribadito  Minasi – ma un investimento strategico che integra territori, favorisce lo sviluppo del Mezzogiorno e posiziona l’Italia come snodo cruciale nei corridoi europei e mediterranei. Come Lega siamo orgogliosi di sostenere un’opera di tale rilevanza, che rappresenta una vittoria per il Sud e per l’Italia intera. Il Ponte sullo Stretto non è solo un’infrastruttura: è un messaggio di fiducia e di futuro per le generazioni a venire». (rp)