Irto e Misiani (PD) interrogano Salvini su caso Scarcella-Agostinelli

I senatori del Pd Nicola Irto e Antonio Misiani hanno presentato un’interrogazione parlamentare per avere chiarezza, dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini su una vicenda che contrappone la sindaca di Gioia Tauro, Simona Scarcella, all’Autorità portuale di quel territorio.

Nell’atto parlamentare si contesta una recente delibera con cui la giunta comunale di Gioia Tauro ha chiesto la rimozione del presidente dell’Autorità portuale, l’ammiraglio Andrea Agostinelli, il commissariamento dell’ente pubblico e la cancellazione del provvedimento disciplinare avviato dalla stessa Autorità nei confronti dell’attuale sindaca, quando vi lavorava da dipendente.

Secondo gli interroganti, tale delibera appare sospinta da un vecchio conflitto personale e politico, che ha visto la sindaca di Gioia Tauro presentare delle denunce, poi archiviate dal Tribunale di Palmi, mentre il ministero delle Infrastrutture e l’Anac hanno ritenuto legittimo l’operato dell’Autorità portuale rispetto alle questioni lamentate dall’interessata.

«È gravissimo e inaccettabile esporre a rischio la stabilità dell’Autorità portuale per fini estranei all’interesse generale», tuona il senatore Irto, segretario del Pd Calabria, che poi accusa: «Siamo di fronte al tentativo di usare le istituzioni come strumento di pressione, proprio mentre si avvicina la scadenza del mandato del presidente Agostinelli, che ha lavorato con efficacia, rafforzato lo scalo portuale e contrastato i rischi di infiltrazione mafiosa».

Tra l’altro, si legge nell’interrogazione, un assessore comunale di Gioia Tauro, in un proprio documento, ha anche prospettato la radiazione dall’Albo al giornalista Luigi Longo, solo per aver dato notizia della vicenda.

«Denunciamo e respingiamo questo attacco vergognoso alla libertà di informazione, che – conclude Irto – rivela una prepotenza politica molto pericolosa per la tenuta della democrazia». (rp)

Minasi (Lega): Ddl su violenza di genere prezioso intervento per tutela delle donne

Per Tilde Minasi, senatrice della Lega, «la recente presentazione del disegno di legge regionale per il contrasto alla violenza di genere, insieme ai progetti “Donne libere” e “Concilia”, rappresenta un impegno concreto della Calabria nella tutela delle donne e nel supporto alle famiglie».

«Sono particolarmente felice – ha aggiunto – che la Regione stia proseguendo nel lavoro preziosissimo intrapreso quando ero Assessore. La violenza sulle donne è un’emergenza non procrastinabile e questa iniziativa è un’importantissima conquista di civiltà».

«Il provvedimento dell’Assessore Capponi – ha sottolineato Minasi – risponde a una visione integrata delle politiche di genere, che unisce la tutela delle vittime a interventi concreti per l’autonomia e l’inclusione lavorativa delle donne. Questa proposta di legge rappresenta, dunque, un tassello preziosissimo di un percorso che deve necessariamente coinvolgere tutte le Istituzioni, affinché si possa rafforzare la rete di prevenzione e protezione».

«In quest’ottica – ha continuato – sto portando avanti in Parlamento una proposta di legge per la tutela delle vittime dei reati violenti, con particolare attenzione ai figli delle donne vittime di femminicidio o di stragi familiari. Questi bambini e ragazzi e i loro famigliari hanno vissuto traumi profondissimi e lo Stato ha il dovere di garantire loro un supporto adeguato».

«Lapprovazione in Calabria della proposta di legge regionale, dunque – ha continuato – rafforzerebbe anche l’iniziativa legislativa a livello nazionale e rappresenterebbe comunque un segnale chiaro della volontà della politica di fare passi concreti nella lotta alla violenza di genere. Certo, il percorso sarebbe solo all’inizio e non dovrebbe poi fermarsi qui: serve un impegno continuo da parte delle Istituzioni e della società».

«Limpegno sul fronte della violenza di genere, infatti, deve essere costante e strutturato – prosegue Minasi – Da sempre, sia nel mio ruolo di Assessore, prima al Comune di Reggio Calabria poi alla Regione, sia oggi, come Senatrice e membro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, mi dedico a questo tema, sostenendo con convinzione la necessità di misure efficaci per contrastare ogni forma di violenza».

«Ricorre, peraltro, domani l’8 marzo – ha continuato – giornata che celebra i successi e i diritti conquistati dalle donne, ma che si è trasformata sempre più in un momento di denuncia e riflessione sulle violenze e le discriminazioni che ancora le donne subiscono, esattamente come il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che ci ricorda quanto questa battaglia sia ancora aperta e quanto non possiamo permetterci di abbassare la guardia».

«Le vittime – ha rimarcato la senatrice – non devono sentirsi sole: servono protezione efficace, supporto psicologico e legale e uneducazione che insegni il rispetto e combatta la cultura del possesso, e l’iniziativa legislativa dell’Assessore Capponi certamente va in questa direzione».

«Ne approfitto, quindi – ha concluso – per dire che il mio pensiero, nella ricorrenza dell’8 marzo, va a tutte le donne: a chi non c’è più, a chi combatte ogni giorno, a chi resiste con coraggio e a chi, con determinazione, afferma quotidianamente la propria libertà e il proprio diritto a esistere senza paura». (rp)

 

Minasi (Lega): Ponte, incomprensibili due sindaci contro sviluppo del territorio

La senatrice della Lega, Tilde Minasi, ha evidenziato «mentre si procede a passo spedito verso la realizzazione del Ponte sullo Stretto, con l’avvio dei cantieri previsto per la primavera del 2025, lavorando quindi per costruire il futuro, c’è ancora chi guarda al passato».

«Leggo –  ha detto – dell’ultima trovata di un gruppo di esponenti del fronte del “No al Ponte” che, guidati dal sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e dalla sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti, a Bruxelles hanno espresso forti critiche all’opera, arrivando persino a chiedere l’intervento dell’Unione Europea perché non conceda deroghe ambientali e ne blocchi così la realizzazione».

«Stento a credere a questa iniziativa: invece di difendere gli interessi del Sud, gli esponenti politici nostri conterranei si sono rivolti addirittura all’Europa per fermare un’Infrastruttura essenziale per lo sviluppo del nostro e loro territorio, arrivando al paradosso di chiedere all’Ue lo stop a un’opera che l’Ue stessa vuole – ha evidenziato – inserita proprio dall’Ue nella rete di trasporti Ten-T, come snodo essenziale e imprescindibile del corridoio Scandinavo-Mediterraneo».

«Forse Falcomatà, Caminiti e la sinistra – ha proseguito – pensano che la mobilità in Calabria e Sicilia debba continuare a basarsi su soluzioni temporanee e inefficaci. Davvero è difficile comprendere le ragioni di due sindaci che vorrebbero fermare un investimento che porterà sviluppo, occupazione e collegamenti moderni proprio sui loro territori».

«I cittadini hanno bisogno di risposte concrete, non di ostacoli – ha concluso –. Il Ponte sarà realtà, e il nostro impegno per realizzarlo continuerà con determinazione».  (rp)

Minasi (Lega): Calabria da sempre terra di accoglienza

«Il redivivo leader Pd Romano Prodi, con le sue ultime battute sulla Calabria, dimostra ancora una volta l’ipocrisia sua e della sinistra. Chieda subito scusa alla Calabria e ai calabresi». È quanto ha detto la senatrice della Lega, Tilde Minasi, commentando  le ultime dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio piddino: “Perché l’Albania? Il campo profughi non si poteva fare in Calabria, che tra l’altro dà lavoro a tante persone, che ne hanno bisogno?”, aveva dichiarato Prodi durante un programma televisivo nazionale.

«Ebbene, queste parole – ha proseguito Minasi – denotano chiaramente quale sia davvero il concetto di accoglienza e cosa siano i migranti per Romano Prodi e i suoi compagni della sinistra. Nel dire che il campo profughi fatto in Calabria sarebbe stata anche una buona opportunità per dare lavoro sul territorio, Prodi conferma quello che le numerose inchieste della magistratura hanno dimostrato fino ad ora, ovvero il fatto che proprio quella sinistra vede nell’immigrazione irregolare una fonte di reddito e la sfrutta per lucrare, esattamente com’è successo con le tante cooperative che sulle spalle proprio di questi poveri sfortunati si sono arricchite senza alcuno scrupolo e vergogna».

«La Calabria – ha sottolineato Minasi – è terra di accoglienza e lo dimostra con i fatti da lunghissimi anni. Noi, però, vogliamo accogliere migranti, non clandestini senza controllo, per poter davvero dare un futuro migliore a chi ha bisogno e non per arricchirci, appunto, come sono invece abituati a fare loro».

«L’ironia, o il sarcasmo dovrei dire, che il professore ha usato – ha aggiunto – pensando forse di essere persona di spirito, ha solo offeso la Calabria. Con il suo tono ha voluto semplicemente significare che la nostra regione è talmente arretrata che potrebbe perfino trarre vantaggio dall’ospitare il campo profughi».

«Peraltro, con la sua osservazione – ha continuato –, Prodi dimostra anche di disconoscere le motivazioni alla base dell’accordo del governo con l’Albania, ovvero evitare che i migranti irregolari possano approdare sul territorio europeo – di cui la Calabria fa parte – scoraggiando così quei disperati e, soprattutto, i trafficanti della morte a intraprendere viaggi così rischiosi».

«Il professore Prodi, dunque, si scusi con noi – ha concluso –. Con quella terra che, in campagna elettorale, e solo per quello, aveva definito “figlia prediletta”. Salvo dimenticarsene immediatamente dopo le elezioni e ricordarsene ora, come ultima degli ultimi». (rp)

Minasi (Lega): Da Governo investimenti di portata storica per AV

La senatrice della Lega, Tilde Minasi, ha evidenziato come «mentre il Partito Democratico continua con la sua sterile retorica delle accuse, il nostro Governo lavora concretamente per dotare la Calabria di infrastrutture moderne e strategiche».

«Siamo di fronte – ha proseguito – a un investimento storico che porterà benefici reali al territorio, con una visione a lungo termine per lo sviluppo del Mezzogiorno e dell’intero Paese».

In particolare, la senatrice della Lega sottolinea come RFI abbia previsto investimenti per ben 36,7 miliardi di euro per il miglioramento e lo sviluppo delle infrastrutture ferroviarie, di cui 16 miliardi già finanziati. 

«Tra le opere principali – voglio ricordarlo – figurano l’AV Salerno-Reggio, con interventi che comprendono il Lotto 1A Battipaglia-Romagnano, per un costo di 2,91 miliardi di euro (interamente finanziato, attivazione prevista per il 2026); il Lotto 1B+1C Romagnano-Praja, per un costo di 8,07 miliardi di euro (di cui 7,027 miliardi finanziati); il raddoppio della galleria Santomarco, per un costo di 2,13 miliardi di euro (interamente finanziato)».

«E ancora – ha aggiunto – la riqualificazione della linea Jonica lungo la tratta Sibari-Melito Porto Salvo e la trasversale Lamezia Terme-Catanzaro Lido, per un costo complessivo di 1,41 miliardi di euro, con 942 milioni già finanziati. Come si può, dunque, affermare, che i soldi non ci sono? E, soprattutto, con quale faccia si può dire, di fronte a queste numerosissime e corpose opere, che la Calabria è destinata all’isolamento?».

Minasi ha ricordato, poi, gli interventi previsti anche nel settore stradale: «Anas ha programmato investimenti per 15,87 miliardi di euro, di cui 1,255 miliardi destinati alla manutenzione programmata 2021-2024 e 14,34 miliardi per nuove opere, come il Megalotto 3 della SS 106 Jonica (Sibari-Roseto Capo Spulico). I numeri parlano chiaro: siamo davanti a un piano strategico senza precedenti, che creerà migliaia di posti di lavoro e garantirà benefici concreti per l’intera regione».

«Con oltre 221 milioni di euro destinati ai porti calabresi – ha proseguito – il nostro Governo sta dando risposte concrete anche al miglioramento delle infrastrutture marittime, fondamentali per la competitività della Calabria».

Tra gli interventi principali: il Porto di Gioia Tauro, con l’elettrificazione delle banchine Ro-Ro e della banchina di Levante; lavori per l’accessibilità al Porto di Gioia Tauro, con 7 interventi finanziati per un totale di 111,7 milioni di euro; lavori nei porti di Gioia Tauro e Villa San Giovanni, finanziati con 89,15 milioni di euro.

«Gli stessi sindacati, come messo già in evidenza dal Ministro Salvini – ha continuato – hanno riconosciuto l’importanza degli interventi messi in campo finora, senza considerare che, oltre agli investimenti per le infrastrutture ferroviarie, il Governo ha rilanciato il progetto del Ponte sullo Stretto, destinato a diventare uno snodo cruciale per l’intero Mediterraneo. Parliamo – sottolinea – di migliaia di posti di lavoro stabili, di crescita economica reale e di un cambio di passo storico per la mobilità e la competitività del Mezzogiorno».

In merito alle accuse del PD, la Senatrice non usa mezzi termini e ha detto: «le dichiarazioni dei Dem dimostrano ancora una volta una mancanza di conoscenza dei dati e delle azioni in corso. Invito chi ci critica a informarsi sugli investimenti già stanziati e sulla portata di queste opere, che superano ogni promessa e ogni intervento mai fatti dai governi di sinistra».

«Non possiamo più consentire – ha chiosato – che le solite retoriche ideologiche ostacolino questa nuova stagione di sviluppo. L’opposizione si trincera dietro un sistematico “no” a tutto, mentre noi lavoriamo con coraggio per dire “sì”, sì alle infrastrutture, sì alla crescita, sì a un futuro migliore per la Calabria e il Mezzogiorno».

«Andremo avanti – ha concluso Minasi – con determinazione, perché il Sud e la Calabria meritano un rilancio concreto e duraturo». (rp)

Irto (PD): Privatizzazione di Ferrovie conferma fallimento del Governo

Per il senatore del Partito Democratico, Nicola Irto, «l’annunciata privatizzazione di Ferrovie dello Stato conferma il fallimento politico del ministro Salvini, della presidente Meloni e dell’intero governo delle destre».

«Ora è chiarissimo – ha continuato il parlamentare del Pd – il disegno perverso di questo governo: determinare disagi enormi a viaggiatori e trasportatori per giustificare la consegna ai privati del sistema ferroviario nazionale, voltando le spalle ai lavoratori e così rimediando all’incapacità politica di Salvini, senza precedenti nella storia repubblicana».

«Dopo le panzane del ministro dei Trasporti sui continui ritardi dei treni, dal chiodo, al lucchetto, dalla catena di bicicletta al teorema del complotto, la verità – ha osservato Irto – è emersa tutta: Meloni e i suoi privatizzano i servizi essenziali perché non sanno né vogliono affrontare i problemi, svendono le aziende pubbliche per inadeguatezza e malafede assolute. Avevamo già visto le giravolte del governo a proposito del futuro di Poste e ne avevamo denunciato le bugie sulla sanità pubblica, volutamente affossata per favorire i privati e garantire la tutela della salute ai soli ricchi».

«Continueremo – ha concluso l’esponente dem – a lottare in Parlamento e nelle piazze per smascherare questo governo di mentitori seriali e, soprattutto, per difendere il patrimonio pubblico dell’Italia e i diritti dei cittadini». (rp)

Rapani (Fdi) chiede sospensione provvedimento per Centrale del Mercure

Il senatore di Fdi, Ernesto Rapani, ha chiesto la sospensione dell’efficacia del provvedimento approvato dal Consiglio regionale della Calabria, che impone la riduzione della potenza della centrale a biomasse del Mercure.

«È necessario attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale prima di adottare misure che potrebbero compromettere gravemente l’economia locale e mettere a rischio centinaia di posti di lavoro», ha dichiarato il senatore. La centrale del Mercure rappresenta una risorsa fondamentale per il territorio. Tra occupati diretti e indotto, sono circa 1500 le unità lavorative coinvolte nel processo produttivo. La sua operatività è garantita da un protocollo d’intesa sottoscritto da azienda, comuni, regioni Calabria e Basilicata, e organizzazioni sindacali, volto a incentivare la partecipazione delle PMI e dei consorzi locali.

«Bene ha fatto il Governo Meloni – ha sottolineato – a impugnare la norma contenuta nella legge Omnibus, ritenendola in contrasto con la normativa statale ed europea. Il provvedimento, osserva Rapani, viola i principi fondamentali di diritto, introducendo una retroattività impropria che regolamenta una struttura già realizzata e autorizzata, sottoponendo di fatto a rischi l’erario in chiave di risarcimento.  Rapani ha sottolineato l’inadeguatezza di una misura che non disciplina il presente o il futuro, ma pretende di ridimensionare retroattivamente un impianto già pienamente operativo.

«È impensabile adottare un approccio che mette a rischio un modello di sviluppo sostenibile e consolidato, soprattutto in una regione già afflitta da alti tassi di disoccupazione», ha aggiunto.

Secondo il senatore, il provvedimento comporterebbe inevitabilmente un risarcimento milionario da parte della Regione nei confronti della società che gestisce l’impianto (Sorgenia), con conseguenze devastanti per le finanze pubbliche.

«Non possiamo permetterci – ha sottolineato – di sacrificare un’infrastruttura che contribuisce in maniera significativa alla transizione energetica e allo sviluppo delle imprese locali», ha ribadito Rapani. L’impianto, che utilizza biomasse per la produzione di energia pulita, si inserisce in una strategia nazionale per fare del Sud Italia un hub energetico di importanza strategica.

Penalizzarlo, secondo Rapani, significherebbe non solo tradire questa visione, ma anche compromettere la creazione di nuovi posti di lavoro e il supporto alle PMI del territorio proprio mentre il Governo Meloni continua a varare misure a favore delle imprese del Sud.

Il senatore ha, quindi, chiesto al Consiglio regionale di fermarsi e riflettere: «Una decisione di tale portata non può essere presa senza un approfondimento serio e senza attendere il parere della Corte Costituzionale. Serve responsabilità per evitare di mettere in ginocchio l’economia di un’intera area». «Qualora la Corte dovesse dare torto alla Regione Calabria, la Sorgenia potrebbe avviare un giudizio per risarcimento danni, un’ipotesi più che plausibile», avverte il senatore. Rispondendo alle ipotesi di divisioni interne al centrodestra sulla gestione del caso, Rapani smentisce qualsiasi spaccatura. «Di fronte a un provvedimento legislativo non ci può essere nessun tipo di divisione. Il centrodestra ha dimostrato compattezza in Consiglio regionale approvando la misura a maggioranza senza problemi», afferma. Tuttavia, il senatore riconosce che le criticità emerse successivamente richiedono un’attenta riflessione da parte delle istituzioni. «Oggi, di fronte ai problemi evidenziati, è normale regolarsi di conseguenza e prenderne atto», conclude Rapani, auspicando una gestione responsabile e condivisa della vicenda. La richiesta al Presidente della Regione Calabria è chiara: prevenire il rischio di un contenzioso oneroso, che potrebbe avere pesanti conseguenze economiche per il bilancio regionale. (rp)

Minasi (Lega): Piazza del Popolo a Reggio va protetta

La senatrice della Lega, Tilde Minasi, ha risposto alle dichiarazioni dell’assessore alle Attività Produttive del Comune di Reggio, Marisa Lanucara, in merito alla chiusura del mercato di Piazza del Popolo.

L’assessore Nucara, infatti, ha affermato che “sarebbe utile raccogliere il mio parere” sulla decisione del Comune di “ripristinare la legalità”, sulla piazza e su “ciò che era diventato quello spazio”, «invitandomi, poi – ha spiegato la parlamentare – a intervenire presso i rappresentanti locali del partito, per far comprendere loro il senso di una “battaglia di civiltà, giustizia e legalità”».

«Ebbene, ho deciso di intervenire – ha aggiunto – ma per porre a lei una domanda diretta e precisa: in questi anni di Assessorato cos’hanno fatto, lei e l’Amministrazione, perché l’area di Piazza del Popolo non degenerasse in quella situazione di illegalità diffusa che adesso denunciano e a cui vorrebbero porre rimedio cancellando il mercato?».

«Ricordo quando l’assessore Lanucara era dirigente della Camera di Commercio – ha proseguito Minasi – e premeva sull’allora Amministrazione comunale perché si procedesse a una regolamentazione del mercato, nell’interesse degli ambulanti. Adesso che a decidere su quella regolamentazione è lei, cos’ha fatto in questi anni? Dov’è finita la passione che metteva allora a tutela dei commercianti? E, soprattutto, a chi spettava far rispettare la legalità sulla piazza, se non proprio al Comune, quindi anche a lei, e al corpo dei vigili urbani che da esso dipende?».

«Chiudere il mercato di Piazza del Popolo per trasformare la piazza in un parcheggio significa liberarsi di un problema imboccando la via più sbrigativa, ma – peggio ancora – significa sostituire un’ “agorà” – ha evidenziato – luogo tradizionalmente di incontro tra persone, vite, esperienze, in un anonimo non-luogo, peraltro a due passi dal centro cittadino. Esistono certamente altre soluzioni più efficaci e idonee per ricavare spazi in cui poter parcheggiare le auto, dislocati in aree più marginali. Ma queste soluzioni richiederebbero una diversa organizzazione anche del trasporto pubblico cittadino, che evidentemente questa Amministrazione non è stata in grado di pensare e attuare finora».

«Se, come dice il sindaco per giustificare questa decisione, addirittura “in questi anni” sono state fatte “verifiche approfondite” – ha continuato – e si è scoperto che i venditori regolari erano rimasti solo in tre, perché non si è intervenuti prima per regolarizzare gli altri e proporre nuove idee e iniziative attraverso cui rivitalizzare il vecchio mercato, cioè una realtà che ovunque è ritenuta luogo anche di aggregazione e coesione sociale, con funzioni socio-culturali, oltre che economiche?».

«In ogni Comune italiano – ha spiegato la parlamentare della Lega – i mercati svolgono queste funzioni e sono anzi spesso anche attrattori turistici. Che senso ha distruggere una piazza storica adibendola ad area di parcheggio, magari decidendo anche di modificarla architettonicamente, cancellando così, come già fatto in altri casi, le tracce del passato e anche la sua bellezza?».

«Quindi, per rispondere all’assessore Lanucara, – ha concluso – intervengo, sì, ma per sostenere la battaglia del consiglieri comunali della Lega, che non difendono l’abusivismo, come lei e altri accusano, ma la memoria di un luogo, la sua peculiarità e il lavoro di tante famiglie che, se l’Amministrazione avesse fin qui operato come doveva, avrebbero potuto ritrovare nella Piazza del Popolo una rinnovata fonte di reddito». (rp)

Minasi (Lega): Nessuna divisione, Ponte è scelta condivisa

La senatrice della Lega, Tilde Minasi, ha smentito le notizie secondo cui ci sia una «presunta divisione interna alla Lega nazionale, che vedrebbe il gruppo del Nord, capeggiato dal capogruppo in Senato e nuovo coordinatore della Lombardia Massimiliano Romeo, contrapposto a una “fazione” del Sud, e quindi in particolare alla realizzazione del ponte sullo Stretto».

«Non c’è alcuna divisione interna – ha precisato la senatrice – Semplicemente il capogruppo Romeo ha sottolineato, ai rappresentanti del suo territorio, la necessità di parlare dei loro problemi specifici, esattamente come facciamo noi. Il senso e il valore della rappresentanza politica, d’altronde, è proprio questo: serve a far valere le esigenze dei singoli territori. Ed è questo che Romeo ha voluto rimarcare, anche in interviste appena diffuse dai media».

«Questo, però – ha aggiunto – non vuol dire che investire sul ponte o sulla Statale 106 Jonica, come questo governo e il Ministro Salvini stanno facendo, tolga qualcosa al Nord, tutt’altro! Significa potenziare la crescita di aree che possono così diventare nuova fonte di ricchezza e sviluppo, a vantaggio di tutta l’Italia. E su cui l’intero partito concorda».

«Dispiace, dunque – ha continuato – leggere ricostruzioni giornalistiche evidentemente fuorvianti. La Lega è compatta, su tutte le scelte operate dal leader Salvini, e soprattutto sulle scelte di politica economica. Prime tra tutte il Ponte sullo Stretto». (rp)

Minasi (Lega): Formulazione dell’emendamento era incompleta

La senatrice della Lega, Tilde Minasi, è intervenuta per fare chiarezza sull’astensione della Lega, in Senato, sull’emendamento per la sanità calabrese, sottolineando come l’astensione «è frutto di una decisione ponderata, presa in linea con il parere del Governo, che non ha ritenuto lemendamento completo o adeguato a fornire una risposta concreta alle complesse problematiche della sanità calabrese».

«Non siamo degli irresponsabili e non si è trattato né di un dispetto, né di una ripicca. Sarebbe sciocco anche solo pensarlo», ha sottolineato Minasi, ricordando come «per noi la salute dei cittadini è e resta una priorità assoluta e lo abbiamo fin qui dimostrato con ogni intervento e provvedimento. È proprio per questo che abbiamo fatto questa scelta, non possiamo permettere che su un argomento così delicato si giochi politicamente o si propongano soluzioni che non abbiano basi solide e condivise».

«È, indispensabile, piuttosto – ha evidenziato – mantenere un approccio responsabile, evitando strumentalizzazioni o semplificazioni».

Usando toni decisi, la senatrice leghista ribadisce l’impegno del partito a costruire un sistema sanitario regionale più equo ed efficiente, lavorando su interventi strutturali e di lungo termine.

«La sanità calabrese ha bisogno di un cambio di passo – ha ribadito – non di misure poco incisive. Solo attraverso unazione politica seria e mirata possiamo affrontare i problemi atavici che la affliggono».

E, rispondendo alle critiche sollevate da alcuni esponenti politici, aggiunge: «Trovo paradossale che lalzata di scudi arrivi proprio da chi, negli anni, ha contribuito a sfasciare il nostro sistema sanitario. Piuttosto che puntare il dito oggi, sarebbe opportuno riflettere sulle responsabilità del passato».

«Noi non arretreremo di un passo nella nostra battaglia per garantire una sanità giusta, moderna ed efficiente –ha concluso la parlamentare, rinnovando limpegno della Lega a lavorare per il bene dei cittadini –. Le nostre politiche continueranno a mettere al centro i bisogni reali delle persone, con lobiettivo di restituire dignità e qualità ai servizi sanitari della Calabria. Una volta per tutte». (rp)