L’Unical protagonista dei lavori geologi preparatori per il Ponte sullo Stretto

L’Università della Calabria darà il proprio contributo ai lavori geologici preparatori per la costruzione del Ponte sullo Stretto. Ciò è possibile grazie all’accordo firmato per la realizzazione della Carta Geologica Villa San Giovanni di cui saranno protagonisti i ricercatori del Dipartimento di Biologia, ecologia e scienze della Terra (Dibest) dell’Unical.

La convenzione per l’avvio dei lavori è stata sottoscritta presso la sede della Regione Sicilia a Palermo da Ispra, Dipartimento della montagna, foreste, forestazione e difesa del suolo della Regione Calabria, Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia e le Università di Palermo, Catania, Messina e della Calabria.

Il coinvolgimento dell’Unical giunge a valle di un accordo di collaborazione con la Regione Calabria, per la quale l’ateneo – e in particolare il Dibest – svolgerà il ruolo di referente sulle questioni geologiche.

I geologi del Dibest hanno già contribuito alla realizzazione della Carta Geologica scala 1:50.000 Messina-Reggio Calabria e nei prossimi quattro anni, pertanto, realizzeranno la Carta Geologica di un’area di 649 kmq (75% aree marine e 25% terrestri), tra le più complesse e strategiche dell’intero Mediterraneo su cui è individuato il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, il Ponte sullo Stretto di Messina.

La Cartografia Geologica Villa San Giovanni rappresenta uno studio multidisciplinare integrato delle rocce, dei sedimenti, dei fossili e delle strutture tettoniche e morfologiche di un territorio, associato ad una rappresentazione cartografica e digitale 4D (spazio/tempo). Non sarà semplicemente uno studio che fornirà necessarie informazioni geologiche funzionali alla progettazione del Ponte sullo Stretto di Messina, ma anche un’importante base per lo sviluppo di progetti e studi multidisciplinari di carattere scientifico, tecnologico ed industriale.

Infine, la cartografia geologica rappresenterà per il corso di laurea in Scienze geologiche un “laboratorio sperimentale” dove gli studenti di geologia potranno affrontare le future sfide geologiche-ambientali: dalla realizzazione dei modelli geologici per le grandi opere ed infrastrutture strategiche alla prevenzione, mitigazione e gestione dei rischi naturali ed antropici; dall’esplorazione alla caratterizzazione e sfruttamento sostenibile delle georisorse, delle nuove energie e del patrimonio geologico-ambientale e paesaggistico. (rcs)

All’Università della Calabria grande successo per UnicalFesta

Un grande successo di pubblico per la prima edizione di “UnicalFesta”, la manifestazione che attraverso spettacoli, incontri a tema e sport ha fatto incontrare tutta la comunità dell’Università della Calabria.

Un’iniziativa dal grande appeal artistico e sociale, pensata per far vivere il Campus nella sua dimensione più piena, permettendo quei momenti di svago, di incontro ed approfondimento grazie alla musica, al teatro ed alla cultura che arricchiscono l’esperienza universitaria e aiutano a coinvolgere anche tutto il territorio di riferimento.

Non a caso, il primo appuntamento in programma, ha avuto come ospite Diodato, tra i cantautori italiani che più si stanno imponendo nel panorama musicale, che ha richiamato, presso la piazza Anfiteatro dell’Unical tanti giovani e non solo.

“UnicalFesta”, infatti, ha rappresentato una particolare novità per l’offerta culturale proposta, di grande qualità, dal carattere inclusivo e dallo spirito giovane e dinamico, proprio come il carattere distintivo della vita universitaria all’interno del Campus, che ospita oltre 1300 studenti provenienti da 96 paesi diversi: la cena internazionale organizzata dagli stessi studenti ha, infatti, voluto suggellare un clima di festa e socialità condivisa ritrovata.

La manifestazione, che è stata voluta e realizzata dall’Ateneo, con il supporto del Centro residenziale, che ha celebrato i suoi 45 anni di attività, dell’Area della socialità, del Centro arti musica e spettacolo e delle associazioni studentesche, ha visto un ampio e proficuo lavoro di collaborazione, unito dallo sforzo comune di promuovere il valore dell’esperienza targata Unical.

Il direttore artistico di “UnicalFesta”, Fabio Vincenzi, ha saputo creare un cartellone di eventi innovativi ed apprezzati dal pubblico, come testimoniato dal successo dell’incontro focalizzato sull’Università della Calabria, quale ponte di sviluppo tra il presente e il futuro, che ha visto la presenza di Dario Brunori; un incontro che si è trasformato in un concerto dal vivo, che ha racchiuso la coralità di una volontà di proseguire su un percorso di residenzialità artistica che possa aiutare gli studenti a lavorare sulle proprie sensibilità e attitudini.

Un importate gradimento ha riscosso anche il concerto di Peppe Voltarelli, finalista al Premio Tenco 2023 con l’album “La grande corsa Lupionòpolis”, a dimostrazione dell’attenzione alla realizzazione di un cartellone artistico di alto livello, ancorato alle radici della terra di Calabria.

Da segnalare, tra gli altri eventi del programma “UnicalFesta”, il concerto itinerante della Takabum Street Band, il concerto di Elisa Brown & Come Shine Gospel Choir & Amoled voices, gli appuntamenti del “Be alternative festival”, lo spettacolo teatrale Antigone rappresentato da AttorInCorso, l’esibizione “Groove Trio”, a cura del Conservatorio “S. Giacomantonio” di Cosenza, gli incontri sull’inclusione, etica e intelligenza artificiale nel “Ci troviamo da noi”, e le attività di orientamento degli “Open Days” che hanno fatto da preludio al concerto di Diodato. (rcs)

All’Unical un nuovo corso di laurea in Infermieristica

di FRANCO BARTUCCIDopo medicina ecco che all’Unical con il prossimo anno accademico, tutto è pronto per dare il via anche al corso di laurea  in Infermieristica. Infatti è arrivato l’accredito da parte del Ministero dell’Università per come riporta una nota  stampa dell’ufficio Comunicazione dello stesso Ateneo. Questo risultato  si apprezza ancora  di più per il fatto che cade nel cinquantesimo anniversario del primo anno accademico 1972/1973.

Gli ispettori dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione dell’università e della ricerca), arrivati in sede nei mesi scorsi, hanno infatti espresso giudizio pienamente positivo sull’attivazione del corso e, nei giorni scorsi, è pervenuta la comunicazione dell’avvenuto accreditamento. Il corso di laurea sarà, quindi, attivo già da questo anno accademico.

Per essere ammessi occorrerà superare una prova di ammissione programmata a livello nazionale che quest’anno si svolgerà il 14 settembre. Per iscriversi alla prova, bisognerà consultare il bando pubblicato nella sezione “Ammissione infermieristica” sul portale Unical. I candidati saranno ammessi all’iscrizione in funzione dei posti disponibili, sulla base del posizionamento conseguito nella graduatoria finale.

Il corso di laurea in Infermieristica dell’Unical si colloca all’interno dei corsi di laurea delle professioni sanitarie, con l’obiettivo di formare operatori che svolgano con autonomia professionale attività dirette alla prevenzione delle malattie, all’assistenza dei malati e delle persone con disabilità e all’educazione sanitaria. 

I nuovi infermieri saranno responsabili dell’assistenza e della cura delle persone ammalate, andranno a svolgere una delle professioni più nobili, che può fare una grande differenza nella vita degli altri. 

Il titolo conseguito al termine degli studi è abilitante alla professione di infermiere e consente al dottore in Infermieristica – previa iscrizione all’albo professionale – di svolgere l’attività in strutture sanitarie, pubbliche o private, nel territorio e nell’assistenza domiciliare, sia in regime di dipendenza che libero-professionale.

Il corso Unical è articolato in tre anni e unisce alle tradizionali metodologie didattiche, anche l’uso di laboratori professionalizzanti e modalità di insegnamento basate sulla simulazione medica avanzata, ovvero l’uso della realtà virtuale e delle tecnologie digitali. Durante il percorso formativo, inoltre, viene offerta agli studenti l’opportunità di intraprendere percorsi di mobilità in Europa (programma Erasmus+) e nel resto del mondo. 

«La richiesta di infermieri nel servizio sanitario pubblico e privato – ha commentato il Rettore Nicola Leone – è continua e costante. Essi rappresentano una risorsa indispensabile per la sanità, ma non ce ne sono abbastanza per ricoprire tutti i posti vacanti. Basti pensare che, nei giorni scorsi, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha ipotizzato che, per coprire il fabbisogno, ci si potrebbe “rivolgere a qualche Paese straniero, che magari abbia una buona formazione in campo infermieristico”. Secondo i dati dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), infatti, il numero totale di infermieri per abitante in Italia è inferiore rispetto a quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale, presentando un deficit di 2,6 infermieri ogni 1.000 abitanti rispetto alla media europea: mancherebbero quindi ben 148.366 infermieri».

«La Calabria, poi – ha aggiunto – è la terzultima regione d’Italia per numero di infermieri per abitante. Ecco perché questo corso, che si inserisce nel progetto Unical per la sanità, è particolarmente importante perché offrirà – da un lato – agli ospedali calabresi, che hanno difficoltà ad arruolare infermieri, preziose risorse umane e – dall’altro – a tanti giovani studenti la possibilità di intraprendere un percorso professionale di qualità e di grande importanza civile».

«Un ringraziamento particolare – ha concluso il Rettore – va al dottor Nicola Ramacciati, responsabile coordinatore dei tirocini, che ha creduto sin dal primo momento nel nostro progetto e ha contribuito in modo decisivo a definire un percorso formativo innovativo e di alta qualità. Per questa nuova sfida ha deciso di lasciare l’Azienda ospedaliera di Perugia, per venire a formare le nuove leve infermieristiche della nostra università».

Un risultato pregevole che si è ottenuto grazie all’impegno assiduo del prof.Sebastiano Andò e dei suoi collaboratori, sia amministrativi, Salvatore Ricchio, assiduo lavoratore, sia quelli della docenza della Facoltà  di Farmacia e Scienze  della Salute e Nutrizione, che negli anni ha portato a questo risultato di un’area medica di qualità.

Mentre al Rettore Leone, riconosciuto grande esperto e maestro della informatica digitale, a differenza dei rettori che lo hanno preceduto, va riconosciuto il merito di aver creduto da subito a tale immenso e passionevole lavoro svolto dalla squadra di sostenitori dell’iniziativa e di essersi speso per il risultato finale. (fb)

Standing Ovation per Peppe Voltarelli a “UnicalFesta”

di PINO NANOPeppe Voltarelli in concerto all’Università della Calabria, tra gli ulivi del Campus di Arcavacata, rimarrà una delle pagine più belle della storia dell’Ateneo di questi anni.

Emozionante, è dire poco. Intrigante, è dire molto di meno. Elettrizzante e affascinante insieme, avvolgente e provocatorio, un fiume di musica e di parole, canzoni scritte e “parlate” molte delle quali in dialetto calabrese, una sfida alla modernità e ai falsi perbenismi di chi crede che il dialetto sia da dimenticare, un ritorno al passato ma proiettati nel mondo e nel futuro, la magia dei ricordi di un’infanzia che torna prepotente nella mente di ognuno di noi, che con quella “lingua orale” siamo cresciuti e siamo invecchiati.

Un mix straordinario di vecchio e nuovo, di passato e presente, di orizzonti che si profilano dalle piazze più piccole delle nostre periferie urbane e che come d’incanto si proiettano nelle grandi capitali del mondo, Londra, Berlino, Parigi, Roma, New York, Buenos Aires. È il mondo che in tutti questi anni Peppe Voltarelli ha visitato conosciuto, attraversato e vissuto, e di cui alla fine si è anche persino profondamente innamorato.

Il suo concerto, lunedì sera, è stato tutto questo insieme. Suoni, colori, mescolanza di culture diverse, frullato di idiomi e di tradizioni, poesia e romanzo, musica struggente e malinconica, ma anche tanta musica forte, perché Peppe Voltarelli in tutti questi anni di carriera ha saputo shakerare insieme varie scuole e vari generi.

Un’attività concertistica che lo ha portato a suonare in 23 paesi nel mondo, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Canada, Cile, Francia, Germania, Inghilterra, Iraq, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Madagascar, Messico, Polonia, Repubblica Ceca, Serbia, Spagna, Stati Uniti d’America, Svizzera, Ungheria e Uruguay. E questo gli è valso il nomignolo di “cantante emigrante”.

Il merito di tutto questo ha oggi un nome soltanto, che è quello di Patrizia Piro, donna di successo, accademica riconosciuta e profondamente amata dai suoi studenti, punta di diamante del Senato dell’Unical, formalmente lei è il Pro-Rettore del Campus universitario calabrese, ma nei fatti è l’anima complice di questo bellissimo Festival del Campus.

«Dopo il periodo dell’emergenza covid – dice Patrizia Piro – abbiamo creduto sia necessario rimettersi in gioco, proponendo momenti di socialità che aiutano la comunità a ritrovarsi e stare insieme. “UnicalFesta” è per tutti noi una sfida, un atto di coraggio che affrontiamo insieme a tanti artisti. Una comunità come la nostra che accoglie 1300 studenti internazionali provenienti da 96 paesi diversi mette al centro le persone e crea questi importanti momenti di incontro e confronto». Francamente non si poteva fare di meglio.

Dopo il concerto di Diodato, dunque, che ha aperto ufficialmente “UnicalFest” di quest’anno, anche per lui un successo senza fine, ancora un grande artista sul palcoscenico del Campus calabrese. Un musicista come pochi. Un Peppe Voltarelli che usa la sua chitarra come arma di difesa, la tiene stretta al corpo come fosse una propaggine della sua vita e della sua storia, e certamente lo è anche, ma quando poi incomincia a cantare le sue canzoni più famose, e molte di queste rigorosamente in dialetto calabrese, allora è un tripudio collettivo. Di emozioni e di ricordi.

È la musica punk-rock che diventa viaggio nel tempo, nel proprio passato e nel proprio corpo. È la musica che scandisce le stagioni della nostra vita, è la musica che detta le regole e i ritmi della nostra esistenza.
Ma soprattutto, è la musica che ti racconta quale è in fondo la vera anima della tua terra di origine, e con la grazia che solo alla musica appartiene, riempie di immensa dolcezza anche i vuoti incolmabili di una terra come questa, la Calabria, e di una generazione che per trovare lavoro vive ormai ai margini del mondo e in ogni angolo del pianeta. Quasi una seduta di psicoanalisi di gruppo, tutti insieme immersi questa volta nel fragore assordante e multietnico di un concerto d’autore.

La storia di Peppe Voltarelli è ormai un pezzo iconico della storia della musica italiana che più conta.
Artista di origini calabresi, Peppe Voltarelli nasce a Cosenza il 26 dicembre del 1969, da mamma cosentina e da padre che veniva da Mirto Crosia. Una storia d’amore, la loro, nata alle scuole elementari di Mirto Crosia dove lavorava sua madre. Ma è Mirto Crosia il vero “paese ombra” di Peppe Voltarelli, perché è qui a Mirto che lui trascorre i primi diciotto anni della sua vita. E dove incomincia a suonare le sue prime cose. Va a scuola di musica che ancora molto piccolo, e quando Peppe arriva alle scuole medie i suoi insegnanti si accorgono che il ragazzo ha delle doti musicali naturali molto spiccate.

Nel 1995 si laurea al Dams dell’Università di Bologna discutendo una tesi sul rap italiano in semiologia della musica con il Prof. Gino Stefani e sotto la supervisione di Pierfrancesco Pacoda, e questo fa di lui anche un intellettuale poliedrico e carismatico di questo mondo.

«Mirto Crosia? Eravamo un gruppo di bambini che componevamo canzoni nostre, e originali. È stato il professore di musica che ci ha formato. Non solo musicalmente, ma anche umanamente. Il nostro gruppo si chiamava “Red Devils”. Avevamo in scaletta pezzi dei Beatles, dei Pooh, di Santana, qualche vecchia hit come “Calabrisella mia”, “Romagna mia”, “Obladì Obladà”. I nostri pezzi erano canzoni d’amore che seguivano il filone degli anni settanta dei Pooh e s’intitolavano “Tutto Bimba”, “Eravamo due ragazzi sotto il sole” e roba del genere».

Dopo la scuola media Peppe si iscrive all’Istituto tecnico per geometri, e ogni mattina prende la corriera che da Mirto Crosia lo porta a Rossano. Per lui saranno gli anni della svolta, perché sono gli anni in cui l’incontro con la musica d’autore diventa per lui quasi letale, fobico, appassionato e indissolubile. Ha appena 15 anni quando mette in piedi il suo primo gruppo musicale sullo stile dei Doors e dei Pink Floyd, musica rock, «avevamo i capelli lunghi, eravamo vestiti di nero e cantavamo brani con titoli come “Bighellonare”».

Estate del 1990, per lui è l’anno degli esami di stato, ma è anche l’anno in cui Peppe lascia la sua casa di famiglia e la sua Mirto Crosia per finire a Bologna.E qui, fonda “Il Parto delle Nuvole pesanti”, una band che presto diventerà punto di riferimento del mondo della musica giovane non solo in Italia. Nasce il suo primo disco, ma da qui la sua carriera non conoscerà più parentesi di silenzio. Il disco d’esordio Alisifare e una prolifica attività concertistica fanno ben presto del gruppo una delle realtà più interessanti del folk Anni ’90. Canzoni come Raggia e Lupu e l’album 4 battute di povertà, prodotto dalla Lilium e distribuito dalla Sony Music, diventano apripista di un genere denominato Tarantella punk. Cinque anni dopo essere arrivato a Bologna Peppe Voltarelli è già una realtà della musica italiana di quegli anni.

Targa Tenco per il miglior album in dialetto per Ultima notte a Malá Strana nel 2010, Targa Tenco per il miglior album interprete per Voltarelli canta Profazio nel 2016, Targa Tenco per miglior album interprete per Planetario nel 2021, e infine finalista della Targa Tenco per migliore album in dialetto con La grande corsa verso Lupionòpolis nel 2023. È quanto basta per dare l’idea di quanta strada il “ragazzo di Mirto Crosia” abbia percorso verso il successo. Serata indimenticabile all’Unical. (pn)

L’unical favorisce il rientro dei “cervelli in fuga”

di FRANCO BARTUCCI Prosegue con grande successo, all’Università della Calabria, il piano di reclutamento di studiosi altamente qualificati, provenienti da tutto il mondo, interessati a proseguire la propria carriera nel Campus di Rende. 

«L’università – si legge in un comunicato diffuso dal Portavoce del Rettore – ha appena lanciato una nuova call che, in linea con gli obiettivi programmatici del rettore Nicola Leone, si propone di accrescere il valore competitivo dell’ateneo, ampliarne i confini, rafforzare la qualità della didattica e della ricerca».

L’avviso è rivolto alla raccolta di manifestazioni di interesse per “chiamata diretta” per la copertura di posti di professore di ruolo di prima o di seconda fascia e ricercatore a tempo determinato, di studiosi con comprovata esperienza all’estero o insigniti di alti riconoscimenti scientifici in ambito internazionale, che potranno presentare domanda entro il 31 luglio 2023.

«L’attuale call – si precisa nella nota del Portavoce – segue quella conclusa a dicembre 2022, per il reclutamento di studiosi di alta qualificazione scientifica, arrivata ormai alle battute finali della procedura. All’avviso avevano risposto personalità accademiche da tutta Europa e anche dai Paesi extra europei.  Non appena il ministero dell’Università e della Ricerca approverà la richiesta, all’Unical prenderà servizio uno studioso insigne che, in virtù del proprio curriculum ‘outstanding’, è stato chiamato dall’ateneo senza bando». 

Un’altra importante fase di reclutamento, questa volta per settori disciplinari specifici, era stata attuata dall’Unical ad agosto dello scorso anno, per ricoprire il ruolo di professore nei settori con esigenze prioritarie di didattica o di ricerca indicati dai dipartimenti. L’avviso, anche in quel caso, aveva registrato forte interesse, con la partecipazione di 68 candidati dall’Italia e dall’estero. 

Infine, un mese fa, si è chiusa con notevole successo (quasi 300 domande pervenute) la richiesta di manifestazioni di interesse rivolta a medici con esperienza accademica, destinati ad entrare nel corpo docente del nuovo corso di laurea in Medicina e chirurgia TD (Tecnologie Digitali), che andranno a rinforzare il servizio assistenziale nelle strutture sanitarie della provincia di Cosenza.

«Il reclutamento di studiosi di alto profilo – ha detto il rettore Nicola Leone –  è una chiave di volta per il successo dell’Unical, in quanto contribuisce a migliorare la qualità della ricerca, la visibilità e la reputazione dell’istituzione e l’esperienza didattica degli studenti.  Questi scienziati portano con sé una vasta esperienza e competenza nel loro campo, che possono essere condivisi con i colleghi e gli studenti. Inoltre, sono spesso in grado di attrarre finanziamenti e risorse, attraverso la partecipazione a progetti di ricerca e lo sviluppo di collaborazioni con altre istituzioni e organizzazioni».

«Quello a cui stiamo lavorando – ha aggiunto – attraverso queste call è un nuovo meccanismo di incontro, aperto e trasparente, tra domanda, da parte dell’università, e offerta di disponibilità, da parte di studiosi dall’Italia e dall’estero, per trasformare la mobilità permanente dei “cervelli in fuga” in mobilità transitoria. E la formula sta funzionando».

«Il numero di domande che arrivano – ha concluso – dimostra che il campus è ormai appetibile non solo per gli studenti, che ci stanno premiando con le loro iscrizioni in straordinaria crescita, ma anche per gli studiosi internazionali, che lo considerano un ambiente ideale per l’insegnamento e la ricerca. Non a caso anche la commissione europea ha sancito tale status conferendoci l’award “Hr Excellence in Research”. L’Unical è entrata così a far parte dei soli 16 atenei che hanno ottenuto il prestigioso marchio di qualità in tutta Italia». (fb)

RENDE (CS) – Parte la rivoluzione su due ruote: al via le piste ciclabili dall’Unical a Cosenza

A Rende la mobilità sostenibile è già realtà: aggiudicati i lavori per la realizzazione della pista ciclabile che collegherà Quattromiglia a Roges.

Un punto nodale, questo, per le politiche di sviluppo della città: dall’Università della Calabria sarà infatti possibile percorrere in bici il nuovo tratto che arriverà sino alla vicina Cosenza.
Parallelamente, infatti, sono partiti lo scorso lunedì i lavori all’interno del Parco Robinson che, grazie alla acquisizione del vecchio ponte di ferro, sì unirà al Nicholas Green.

L’incremento dei percorsi ciclopedonali integrativi da Quattromiglia al Parco Robinson, infatti, si inserisce in un progetto più ampio che concerne il miglioramento della funzionalità del traffico urbano.

La costruzione di piste ciclabili, inoltre, viaggia nella prospettiva della sostenibilità ambientale e della salvaguardia delle risorse naturalistiche dall’inquinamento, Tali interventi, finanziati dal Pnrr, insieme ad Agenda Urbana, vanno finalmente a creare le condizioni necessarie alla realizzazione di un servizio di mobilità per un area urbana allargata grazie ad una programmazione ad hoc pensata per potenziare una rete che prediligerà i percorsi a piedi o su due ruote.

Essendo Rende, il più esteso polmone verde dell’area urbana, l’amministrazione comunale ha infatti voluto preservare e incentivare una mobilità alternativa e, grazie alla recente adozione del nuovo Piano Strutturale Comunale da parte del Consiglio Comunale, l’adesione al consumo di suolo zero e ai principi di sostenibilità ambientale.

Sul sistema della mobilità si dara dunque un forte impulso, con la realizzazione di una rete di piste ciclabili che collegherà la località Quattromiglia con il resto dell’area urbana passando per le piste già presenti su Villaggio Europa e Viale Principe. Le piste ciclabili garantiranno così un efficace collegamento degli edifici strategici comunali e delle aree direzionali e commerciali.

Sono stati quattro i tratti individuati dall’Amministrazione Comunale per dare continuità ai tratti ciclabili esistenti all’interno del territorio rendese: si è infatti optato per una scelta progettuale che prevede la realizzazione di una pista ciclabile di connessione tra i vari tratti con la contemporanea sistemazione di quelli esistenti inutilizzati.

L’obiettivo progettuale principale è quello di realizzare un percorso ciclopedonale che destinato alla mobilità dolce in grado di collegare l’area a Sud e la ciclopolitanta di Cosenza con l’area a Nord fino alla Stazione ferroviaria. Gran parte dei punti di interesse pubblici e privati presenti nell’area urbana di Rende da Quattromiglia fino a Roges saranno interessati dalla nuova pista che si svilupperà per 5 km.
L’incentivazione delle scelte urbane alternative rispetto all’utilizzo dell’automobile significa riduzione del traffico e dell’inquinamento, favorendo la sostituzione con mobilità ciclistica o pedonale, trasporto pubblico locale e uso condiviso e multiplo dell’automobile.

L’area di intervento è individuata principalmente nel territorio urbano dei Comuni di Rende e di Cosenza, ma sono previste azioni progettuali anche nel territorio dei comuni limitrofi.
Basti pensare al finanziamento di circa € 2.000.000,00 ottenuto per realizzare un collegamento tra lo svincolo autostradale e la zona industriale liberando dal traffico pesante via Marconi, oltre al realizzando svincolo autostradale di Settimo, che garantirà un collegamento adeguato tra lo svincolo, la nuova stazione di S. Maria di Settimo e l’Università della Calabria.

Nello specifico, il Tratto n°1 è quello che va, dal Parco Robinson alla zona del Marchesino a Commenda di Rende, e collegherà il tratto esistente della “ciclopolitana” di Cosenza al Viale Parco “Francesco e Carolina Principe”. Tramite l’innesto con il Viale Parco si potrà quindi raggiungere oltre al Parco Robinson anche il parco acquatico di Rende e il neo centro sportivo del Marchesino, dove a breve inizieranno i lavori della cittadella degli sport paralimpici.

Il percorso avrà una corsia per senso di marcia rispettivamente 1,25 m ciascuna per un totale di 2,5 m di percorso.
Il tratto n. 2 va da Via Tirana (Villaggio Europa) alla Stazione Ferroviaria di Castiglione Cosentino. La pista sarà ubicata al margine destro della carreggiata stradale con una corsia che percorrerà il marciapiede destro ed una altra corsia che sarà ubicata a margine della carreggiata esistente. Le stesse corsie quindi saranno separate dalla siepe presente che delimita la carreggiata dal marciapiede esistente.

La pista sarà larga, per tutto il tratto, 2,5 m. Inizialmente la pista ciclabile, subito dopo l’attraversamento ciclopedonale su Via Giuseppe Verdi, per circa 200 m, sarà divisa su due corsie uno per ogni senso di marcia.
Ogni corsia sarà di 1,25 mt e sarà evidenziata con la segnaletica verticale e orizzontale, inoltre in questo tratto saranno presenti dei spartitraffico gommati, in modo da separare la carreggiata automobilistica da quella ciclabile. Successivamente la pista ciclabile si congiungerà e tornerà ad essere a 2,5 mt di larghezza complessiva. Nei veri punti di intersezione per gli accessi alle abitazioni private e agli incroci, verrà opportunamente segnalata e interrotta tramite degli attraversamenti ciclabili.

Al termine del percorso si arriverà alla Stazione Ferroviaria dove verrà realizzata un’area di sosta, in prossimità dell’ingresso dei passeggeri, attrezzata con portabici coperti.

Nel tratto n°3, ovvero sul ponte Giuseppe Giacomantonio, verrà realizzata anche qui una doppia corsia, una per ogni senso di marcia, per favorire l’attraversamento dell’incrocio con Via M. Sorrenti. Ogni corsia avrà una larghezza di 1,25 mt con la segnaletica orizzontale e verticale e le strisce per l’attraversamento della carreggiata, saranno installati degli sparti traffico gommati per la separazione delle corsie automobilistiche e ciclabili.
Successivamente questo percorso si collegherà al tratto già esistente della pista ciclabile di Via Mosca fino all’intersezione con Via Vienna. Da questo punto in poi la pista ciclabile percorrerà un tratto già realizzato che attraversa Villaggio Europa.

Al termine di questa prima parte del tratto, si arriva in Piazza San Carlo Borromeo, dove l’intervento prevede la sola realizzazione della segnaletica orizzontale e verticale sulla pavimentazione esistente, fino all’innesto con la pista ciclabile esistente su Viale Principe.

Nella seconda parte del tratto, che inizia da Via Buenos Aires fino all’intersezione con Via Parigi, sarà realizzata una pista in sede propria con l’applicazione del conglomerato bituminoso ed uno strato finale di resina colorata, e la segnaletica orizzontale e verticale. La stessa occuperà la corsia interna che divide l’abitato da Via Braille permettendo di raggiungere pertanto il Palazzetto dello Sport e l’area mercatale adiacente. Da Via Braille la pista fiancheggerà la strada urbana di Via Parigi, fino all’innesto con il percorso già esistente di Via Tirana e quindi all’unione con il tratto n°2 attraversando Via Giacomo Rossini.

Il tratto n°4 andrà da Viale Principe fino al nuovo collegamento di Viale dei Giardini e la realizzazione della nuova pista ciclabile sarà tutta in corsia riservata a margine della carreggiata stradale. Il percorso avrà una larghezza di 2,5 mt complessivi, 1,25 mt a corsia per senso di marcia e sarà realizzato anche questo con l’applicazione del conglomerato bituminoso di usura ed uno strato finale di resina colorata oltre che la segnaletica orizzontale e verticale e l’installazione dei cordoli per la separazione della corsia ciclabile con la corsia automobilistica.

Al termine del percorso che giungerà su Via Mattia Preti, dove verrà realizzato l’attraversamento pedonale che unisce le due sponde del torrente Surdo, il percorso abbandonerà la sede stradale per giungere sul terreno a margine dell’alveo del fiume alla stessa quota del marciapiede adiacente e successivamente, mediante un’area pavimentata, si collegherà al nuovo ponte ciclo pedonale in fase di ultimazione. (rcs)

I Ragazzi del Dipartimento Umanistico dell’Unical danno vita al progetto “Marginalia”

di MARIACHIARA MONACOTutti, almeno una volta nella vita avrete segnato, tra i banchi di scuola o all’università, delle note ai margini di un testo.

Ecco, i ragazzi del Dipartimento Umanistico dell’Università della Calabria, hanno fatto di questo gesto, un simbolo, dando vita a Marginalia, un laboratorio autogestito di interpretazione dei testi poetici, così da potersi ritagliare uno spazio autonomo in cui discutere liberamente di poesia in un quadro che travalicasse in qualche modo lo schema della classica lezione accademica.

Il progetto, pensato e fondato da Maria Teresa Gigliotti, Giovanni Lamberti (filologia moderna), Giorgia Mazzaferro e Raffaella Filosa (scienze dell’antichità), e Alessandra Falduto (Dottoranda Disu), prevede l’organizzazione di piccoli seminari a cadenza settimanale a cura di una studentessa o uno studente, su imitazione de La settima ora, seminario di interpretazione dei testi poetici, che ha impegnato docenti e ricercatori dell’ intero Dipartimento nel corso del periodo pandemico.

Una realtà appena nata, ma che sta muovendo già i primi passi. Molti infatti, sono gli studenti che ogni mercoledì partecipano al dibattito, anche chi, pur non studiando materie umanistiche, si affaccia alla scoperta di un nuovo mondo, grazie alla versatilità di un Campus che permette una mescolanza di persone e di saperi.

È il caso di Alessio, studente d’ingegneria informatica, che, appena saputo di questa novità è accorso in aula per parteciparvi: «Sono molto curioso e affascinato da questa iniziativa. Sarà una bella esperienza, che mi darà la possibilità di conoscere aspetti del panorama letterario, e di confrontarmi con persone nuove».

Da Massimiano ad Anna Achmatova, passando per Saffo e Alda Merini, non ci sono confini o muri che tengano, la forza della poesia viaggia ad una velocità indiscussa, e tocca diverse parti del mondo, pur restando in un’ aula universitaria.

Perché Marginalia è quel viaggio che ogni tanto sogniamo di fare, senza bagagli e senza biglietto, verso una località sconosciuta, anche a noi stessi.

Una cosa è certa però, si parte ogni mercoledì alle ore 17. L’ultima destinazione è stata raccontata dalla dottoressa Antonella Mandarino, la quale, ha presentato Elsa Morante nella veste di poeta, attraverso i filamenti di “Alibi”, una raccolta di poesie, datata 1958.

L’autore, così amava essere chiamata Elsa Morante, si lascia trasportare verso un “altrove”; un mondo parallelo, dove poter incontrare i personaggi delle sue storie, e dove poter soprattutto, combattere il potere dilatatore del tempo, nutrendo una voglia matta di sana spensieratezza, che solo gli anni dell’infanzia danno la possibilità di provare.

Durante il dibattito si è messo in evidenza come tutti i componimenti della raccolta siano legati al tema dell’amore, inteso come pharmakon, che può essere antidoto o veleno, pur sempre rimanendo un pretesto per raccontare l’attaccamento alla vita, e alla letteratura.

Un’esperienza anche misteriosa e animale, un “sentimento altro”, che si presenta come raro, elevato, prezioso, spettacoloso, estraneo al suo secolo, e forse anche ai nostri giorni.

Un’estraneità che l’autore continua a sentire sulle proprie spalle, fino al suo ultimo respiro, proprio come noi, viaggiatori instancabili.

Nella raccolta, molteplici sono i riferimenti ad una delle più famose opere della Morante, ovvero L’isola di Arturo, ma anche alla contemporanea relazione con Luchino Visconti, in una ricerca, redenzione, di sé donna-autrice, anima-fanciulla; ma non solo, quello della dottoressa Mandarino è un vero e proprio excursus, che ci trasporta da Elsa Morante fino Guttuso, a Piero della Francesca, facendo dell’arte e della letteratura, un unicum intramontabile. C’è spazio anche per le note, infatti la Morante, essendo molto amica di Pasolini ed appassionata di musica classica, sceglieva le colonne sonore che accompagnavano i film dell’intellettuale corsaro.

Ecco cos’è Marginalia, un’esperienza dalla quale ne esci arricchito, spensierato e anche un po’ sognatore. (mm)

Medicina, call dell’Unical per docenti medici

L’Università della Calabria è alla ricerca di professori e ricercatori che non solo andranno a rinforzare in corpo docente del nuovo corso di laurea in Medicina e chirurgia TD (Tecnologie Digitali), ma presteranno anche servizio assistenziale nelle strutture dell’Azienda ospedaliera e sanitaria della provincia di Cosenza.

A tale scopo è stata appena lanciata una call, con scadenza il 31 maggio 2023, che mira a raccogliere la disponibilità da parte di professori e ricercatori di area medica a prestare la loro opera all’Unical, e svolgere la loro attività clinica presso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza in primis, ma anche nelle strutture dell’Azienda sanitaria provinciale e presso l’Inrca (Istituto nazionale di riposo e cura per anziani) grazie all’ampliamento in corso delle rispettive convenzioni.

La manifestazione di interesse a ricoprire il ruolo di professore universitario o ricercatore, riguarda circa 40 settori scientifico disciplinari. A conclusione della call, il Consiglio di Amministrazione – tenuto conto delle complessive esigenze didattiche e di ricerca dell’ateneo, nonché della qualificazione dei profili degli studiosi che hanno manifestato interesse – procederà a individuare i settori scientifico-disciplinari e la posizione (professore ordinario o professore associato o ricercatore in tenure track) da porre a concorso e, per i professori vincitori, si potrà prevedere anche il conferimento della responsabilità di Unità operative complesse.

In particolare, la struttura sanitaria di afferenza ed il ruolo ospedaliero dei vincitori dei concorsi (con l’eventuale primariato per i professori) saranno individuati con apposito atto del commissario dell’Azienda Ospedaliera previa intesa con il Rettore, in conformità alla programmazione universitaria e aziendale. La convenzione stipulata tra università e Azienda ospedaliera, infatti, ha già individuato un primo nucleo di reparti che dovranno assumere una guida universitaria. Tra questi i reparti di Oncologia medica, Medicina interna, Malattie dell’apparato cardiovascolare, Gastroenterologia, Nefrologia, Urologia, Ginecologia e ostetricia, che al momento non hanno un responsabile accademico. In prospettiva le convenzioni prevedono un ampliamento dei reparti a guida universitaria sia nell’azienda ospedaliera che in quella sanitaria e nell’Inrca.

Rigorosi i criteri di partecipazione alla manifestazione di interesse. L’Unical richiede, infatti, che gli studiosi interessati debbano possedere una comprovata esperienza clinica, un’elevata qualificazione scientifica e didattica, acquisita attraverso esperienze maturate nell’ambito della comunità accademica nazionale e internazionale o presso riconosciuti enti di ricerca. 

L’appello del Rettore

«Il nostro lavoro a sostegno dello sviluppo del sistema sanitario regionale continua attraverso il rafforzamento del personale ospedaliero con docenti-medici» ha affermato il Rettore Nicola Leone, che sta lavorando incessantemente per dotare l’Unical di un corso di laurea in Medicina con docenza altamente qualificata, strumentazioni e tecnologie d’avanguardia e proiettato verso la medicina del futuro, integrata con le più recenti applicazioni dell’Intelligenza artificiale». 

«Invito docenti e ricercatori medici dall’Italia e dall’estero ad accettare la sfida, aderendo alla nostra call – è l’appello del Rettore –. È un progetto di grande rilevanza scientifica e sociale, che mira al rilancio della sanità in una zona particolarmente svantaggiata come la Calabria. Non si tratta di un semplice trasferimento geografico, ma di essere protagonisti di un progetto ambizioso, con grandi spazi di crescita professionale già nell’immediato futuro, in una rete assistenziale enorme, che include 8 strutture ospedaliere e circa 1.200 posti letto.

«L’occasione è da cogliere subito – ha concluso – per essere in prima linea nel dare una svolta alla sanità calabrese, che ha potenzialità di crescita immense. La missione è triplice: assicurare il diritto alla salute ai cittadini, offrire ai giovani studenti di medicina una formazione di alto profilo e dare un significativo slancio allo sviluppo della ricerca biomedica, che sempre più beneficia della contaminazione con nuove tecnologie e Intelligenza artificiale, in cui l’Università della Calabria ha rinomate competenze». (rcs)

Migliorare il sistema di mobilità all’Unical: Il workshop dell’Associazione Amici dell’Unical

di FRANCO BARTUCCISu iniziativa dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria” si è svolto nella sede dell’University Club dell’Ateneo calabrese un  Workshop sul tema: UniCal in un sistema  di mobilità regionale – Una via d’uscita sostenibile e libera.

Un tema di vibrante attualità ed importanza per l’intera comunità universitaria che si trova a vivere quotidianamente il dramma dell’invasione delle strutture universitarie ad opera di migliaia di autoveicoli che rendono ormai impraticabili e invivibili quei luoghi necessari ad essere utilizzati come aule di studio, di tempo libero, per attività di ricerca e socializzazione.

Ad aprire i lavori sono stati la presidente dell’Associazione, prof.ssa Silvia Mazzuca, che ha spiegato alcune delle finalità operative della stessa Associazione chiamata a sensibilizzare la dirigenza dell’Università, come la stessa comunità universitaria, a migliorare il contesto ambientale e l’organizzazione gestionale dei vari servizi; mentre il Pro Rettore, prof.ssa Patrizia Piro, con delega alla Presidenza del Centro Residenziale, ha parlato della situazione di mobilità e sostenibilità attenzionate all’interno dell’Università, divenute una questione di centralità nel contesto dei bisogni prioritari da parte della comunità universitaria che deve saper guardare pure al collegamento con il contesto del territorio locale e regionale.

Ad affrontare i punti più salienti ed importanti posti dal tema del workshop è stato  il socio dell’Associazione promotrice dell’evento, Giuseppe Lo Feudo, già laureato Unical ed ex  direttore generale Ferrovie della Calabria. Lo Feudo  ha ricordato come fin dall’inizio il tema in argomento è stato centrale per l’ Università della Calabria, che  ha sempre sofferto problemi di accessibilità e di insufficienza dei servizi.

«L’inopinato recente fallimento del progetto di costruzione di una moderna Metrotramvia – ha sostenuto Lo Feudo – che ha vanificato anni di studi e di discussioni, richiede quindi ora  una risposta d’orgoglio da parte della stessa Università, che anche in materia di mobilità dovrebbe porsi come soggetto propulsore  di innovazione e sviluppo di nuove forme integrate di trasporto sostenibile».

Un complesso come il campus infatti, sia per estensione territoriale che per effetto degli oltre 30.000 soggetti attivi che lo popolano, oltre ad essere principale polo attrattivo dei flussi di mobilità regionale, si presta anche ad essere laboratorio ideale per lo sviluppo di un sistema Smart di mobilità sostenibile e complementare da sperimentare per poi estendere a tutto il territorio regionale.

Proprio nel mese di febbraio del 1973 le prime seicento matricole svolsero la prima manifestazione di protesta rivendicando un servizio di trasporto pubblico tra la città di Cosenza ed il Campus universitario di Arcavacata in fase di costruzione quale superamento divisorio tra due aree urbane, considerando anche l’ opportunità di costruire un sistema di metropolitana veloce di collegamento con le varie aree urbane e storiche del territorio provinciale in primo luogo e regionale di conseguenza. Furono oggetto di discussione e proposte le metropolitane veloci di collegamento tra l’Università il Pollino de la Sibaritide, come le fasce montane della Sila.

“Il Campus come incubatore e sviluppatore di Smart Mobility” è stato il tema affrontato dal prof. Giuseppe Guido, docente e Mobility Manager dell’Unical, nella cui parte iniziale ha definito nel dettaglio il contesto territoriale interessato, illustrando i progetti innovativi  che sono  in fase di avvio concreto e che  prevedono sviluppo dello sharing e del Pooling come sistemi complementari qualificanti e che in una prospettiva di breve e medio periodo dovrebbero consentire un decongestionamento del Campus dalle autovetture e un miglioramento significativo della qualità della vita degli studenti , dei docenti e del personale tutto.

Successivamente  interessante è stato  l’intervento del dott. Fabio Teti, Direttore finanziario e commerciale di Tiper, l’ azienda pubblica di trasporto della Regione Emilia-Romagna.  Teti dopo aver evidenziato le importanti potenzialità che ha l’Unical  per quanto attiene lo sviluppo di un sistema di Smart Mobility, ha raccontato nel dettaglio  l’esperienza in corso a Bologna, Ferrara, Rimini, Modena e tante altre importanti città, di sistemi di car sharing elettriche che stanno stravolgendo le abitudini dei cittadini in Emilia Romagna, semplificando l’accessibilità alla rete regionale e nazionale e spostando l’orientamento dei giovani verso l’uso dell’autovettura piuttosto che verso la proprietà della stessa. 

Secondo programma è  poi intervenuto il dirigente trasporti della Regione Calabria, ing. Giuseppe Pavone, che ha illustrato le azioni in essere da parte della regione confermando l’esistenza di interessanti opportunità per ottenere incentivazioni e  finanziamenti mirati alle nuove forme di mobilità.

Dopo un breve ma interessante dibattito e le considerazioni e riflessioni conclusive di Emanuele Proia, direttore generale Asstra, che ha confermato fra l’altro la disponibilità della stessa Azienda a supportare iniziative interessanti a livello territoriale mettendo a disposizione le proprie professionalità ed il proprio Know how, è intervenuta a conclusione nuovamente la prof. Patrizia Piro, Pro Rettore Presidente del Centro Residenziale, che ha ringraziato gli intervenuti ed ha posto all’attenzione anche  il problema dell’assoluta insufficienza dei collegamenti aerei diretti  fra Lamezia e le principali Capitali Europee e non solo, spiegando che all’Università della Calabria  sono iscritti e frequentano oltre 2000 studenti  stranieri, ai quali secondo lo Statuto dell’Università sono riservati annualmente dei posti nel Centro Residenziale e che l’esigenza di collegamenti internazionali aerei diretti è ormai esigenza non secondaria, sia per l’Unical che per l’intera regione.

La stessa Prof.ssa Piro ha chiesto quindi all’Ing. Pavone di farsi portatore di tale importante  istanza all’autorità politica regionale sollecitandone un intervento incisivo anche politico, a livello legislativo sia nazionale che europeo. (fb)

All’Università della Calabria inaugurato il “Luogo del Silenzio”

di FRANCO BARTUCCIÈ stato inaugurato, nel Centro Residenziale dell’Università della Calabria, il Luogo del Silenzio: un’area di preghiera e meditazione, fortemente voluta dal Rettore Nicola Leone, che è aperta a tutta la comunità universitaria e vuole rappresentare uno spazio fisico di reale integrazione dedicato all’incontro fra le diverse sensibilità religiose e spirituali presenti nel campus.

Ero lì ad assistere a questo importante evento che si è concretizzato nel cinquantesimo anniversario del primo anno accademico 1972/1973. Tutto è avvenuto nei locali predisposti nel Quartiere “Maisonettes, con il taglio del nastro, affidato al pro-rettore con delega al Centro Residenziale Patrizia Piro, insieme al pro-rettore vicario Francesco Scarcello e alla sociologa Laura Corradi. Un momento molto atteso dagli studenti stranieri che hanno partecipato in gran numero alla cerimonia di inaugurazione.   Si tenga conto che ad oggi gli studenti stranieri iscritti ai vari corsi di laurea dell’Università della Calabria sono all’incirca 1.300 provenienti da 86 Paesi del mondo.

«Oggi – ha affermato Patrizia Piro – è un giorno molto importante per la nostra università che ha una grande vocazione internazionale. Questo posto è un segno di civiltà ed accoglienza per tutti gli studenti, un luogo di prevenzione del conflitto per la conoscenza reciproca e la serena convivenza».

Il Luogo del Silenzio, tra i pochi spazi per la convivenza inter-religiosa presenti negli atenei italiani, è stato fortemente voluto anche da Alberto Ventura, docente Unical e grande esperto di islamismo scomparso nell’agosto del 2022. Qui si incontreranno i credenti delle tante confessioni e spiritualità praticate nel campus: anglicani, animisti, buddhisti, cattolici, cristiano-maroniti, ebrei, induisti, protestanti, sciiti, sunniti, sufisti, testimoni di Geova, valdesi, zoroastriani.

«Questo luogo, che, nel ricordo di Alberto Ventura, abbiamo voluto chiamare Luogo del Silenzio – ha spiegato Laura Corradi – vuole testimoniare che non vi può essere conflitto tra persone che credono in un Dio diverso. Da questo luogo parte l’invito ad ascoltare e comprendere le realtà interiori delle persone con l’auspicio di vedere sempre più valorizzata la grande diversità di spirito presente nella nostra università».

Fin qui le dichiarazioni delle persone che si sono impegnate nel promuovere questa iniziativa e che potrà costituire un grande tassello, o meglio seme, per fare del Campus universitario dell’Università della Calabria un “Giardino di pace”, per come stiamo dicendo da più tempo attraverso i nostri servizi giornalistici pubblicati da questa testata. Il cammino è possibile e bisogna far presto. (fb)