Si chiama Il Gusto del Sapere il progetto che vuole valorizzare i prodotti eno-gastronomici calabresi e trasformarli in elementi di attrazione, mediante la creazione di itinerari turistici esperienziali alla scoperta di paesaggi naturalistici, antichi borghi, storia e tradizioni di cui la Calabria è ricca e che meritano di essere esplorati e conosciuti durante tutto l’anno.
Il progetto, finanziato dalla Regione Calabria, si è articolato in due giornate, dove nella prima si sono confrontati esperti, mentre nella seconda laboratori sensoriali e degustazioni di cibo e vino (grazie al coinvolgimento dell’associazione dei cuochi calabresi e al circuito Divinibus), si è svolta al Mec, il Mercato delle eccellenze di Calabria che ha sede a Zumpano.
Carmine Passarelli, responsabile del progetto, ha spiegato che «siamo al lavoro per costruire una rete che metta insieme le eccellenze della nostra meravigliosa terra; immaginiamo cantine e frantoi che, aprendo le loro porte ai visitatori, possano diventare mete di nuove forme di turismo e luoghi di consapevolezza dove, dalla viva voce degli imprenditori locali, si attingano informazioni sulla provenienza, la natura e la qualità dei prodotti che ogni giorno portiamo sulle nostre tavole e che ci invidiano in tutto il mondo».
Pierluigi Aceti, presidente del Movimento Turismo del Vino Calabria – l’associazione di produttori che esiste da quasi vent’anni e che organizza eventi come “Calici di Stelle” e “Benvenuta Vendemmia” – ha confidato: «Rispetto alle altre regioni che prima e meglio di noi sono riuscite a promuovere i propri prodotti, partiamo in ritardo, però abbiamo le risorse e le capacità per recuperare il distacco. Sbaglieremmo a copiare le esperienze altrui».
«Al contrario – ha suggerito Aceti – dobbiamo puntare tutto sulla ruralità della Calabria, intorno alla quale costruire forme di turismo lento e sensoriale».
Dai vigneti battuti dai venti dello Jonio e del Tirreno, agli antichi uliveti da cui scorre il vero oro della Calabria: l’olio extravergine di oliva. Antonio Anastasi ha portato alla manifestazione “Il Gusto del Sapere” l’esperienza del Movimento Turismo dell’Olio Calabria, nato meno di un anno fa dalla sinergia tra una ventina di aziende del settore.
«È il primo esperimento in Calabria – ha chiarito Anastasi – e anche in Italia, poiché siamo tra i soci fondatori del Movimento nazionale del Turismo dell’Olio. E’ una scommessa, qualcosa che la Calabria avrebbe dovuto già fare da tempo. Le nostre aziende vantano un patrimonio naturalistico che può e deve essere sfruttato a fini turistici. In questo, la nuova normativa ci dà una mano. Prima, soltanto chi aveva un agriturismo poteva ospitare turisti».
«Adesso, invece, qualunque azienda – olivicola nel nostro caso – che voglia sfruttare gli scorci e i profumi nei quali essa è immersa, è autorizzata a farlo. Ci sono turisti – ha continuato – che si muovono durante tutto l’anno e non soltanto in estate. Dobbiamo creare una valida alternativa al mare e noi con le nostre aziende siamo in grado di riempire questi spazi vuoti».
Il Mec «è un luogo fisico dove accogliamo le aziende di produzioni eno-gastronomiche di eccellenza del territorio regionale, associazioni di categoria ed esperti del settore, quali chef, sommelier, biologi e nutrizionisti – ha evidenziato Giovanni Guido, general manager di Mec – mi piace definirlo la sede dell’ambasciata della dieta mediterranea apprezzata in tutto il mondo».
«Siamo già in tanti, ma stiamo crescendo di settimana in settimana. Nonostante la Calabria – ha continuato Guido – sia la regione con il più alto numero di prodotti riconosciuti dall’Unione europea, fatichiamo tantissimo a imporci sul mercato, specie quello estero. La Calabria è tagliata fuori dalla logistica; per assurdo, è più facile e costa meno comprare un prodotto siciliano, perché dalla Sicilia partono le grandi navi che bypassano il Sud e seguono altre rotte. Aver realizzato un luogo in comune che mette insieme le eccellenze della nostra regione, ne facilita la vendita fuori dai confini nazionali». (rrm)