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L'ADDIO / Pasquale Laurito, il decano della stampa parlamentare

L’ADDIO / Pasquale Laurito, il decano della stampa parlamentare

di FILIPPO VELTRIÈ  morto la scorsa notte a Roma, all’età di 97 anni, Pasquale Laurito, il decano della stampa parlamentare.

A fine anni ’70 diede vita alla Velina Rossa, foglio di notizie ufficiose nato su impulso di Tonino Tatò, il capo segreteria di Enrico Berlinguer, che oggi sarebbe una ‘newsletter’ quotidiana, foglio di informazioni parlamentari dedicato a raccontare scena e retroscena del Pci e della sinistra. Il contraltare della Velina bianca di Vittorio Orefice, l’altrettanto celebre nota quotidiana – allora dattiloscritta, entrambe rigorosamente dettate, poi inviate per fax, in tempi in cui Internet e smartphone erano di là da venire – che dava invece conto delle vicende della Dc e della maggioranza di governo.   

Laurito aveva cominciato nel 1947, per seguire i lavori dell’Assemblea costituente, cronista ventenne della “Democrazia del Lavoro”, giornale di matrice socialdemocratica, diretto da un amico di famiglia, il senatore calabrese Enrico Molè. Pasquale veniva infatti da Lungro, nel cosentino, sede dell’Eparchia albanese di rito cattolico, arbëreshë, figlio di un medico socialista nenniano, Giosafat.

«Io ero l’unico comunista in famiglia, presi la tessera a 17 anni e 8 mesi. Ma sono stato battezzato per volontà di mia madre Emma. E sono rimasto cattolico e comunista. Mi sono fatto le ossa in politica accanto ai lavoratori della Società operaia di Lungro, i salinari, che andavano giù in miniera per duemila gradini a buscarsi il pane. Coi giovani del paese mettemmo su un circolo del partito con 200 iscritti, avevamo anche la sezione femminile. La sera facevamo scuola per insegnare a leggere e scrivere. E avevamo un giornale, “La riscossa”, che affiggevamo ai muri del paese…».

All’alba dei vent’anni il bivio: continuare con l’attività politica o provare col giornalismo? “Grazie a Molè potevo seguire i lavori della Costituente. Palmiro Togliatti, Nenni, Saragat, Benedetto Croce… erano nomi che avevo seguito alla radio. A 20 anni a fare il resoconto dei lavori parlamentari. E chi se lo poteva immaginare? (fv)