Per Legambiente Calabria il «sequestro del villaggio turistico abusivo di Bova Marina effettuato a seguito delle indagini condotte dai Carabinieri Forestali della Calabria, guidati dal comandante regionale, il Colonnello Giovanni Misceo, è un’ulteriore conferma del forte impegno nella lotta all’abusivismo edilizio che può e deve caratterizzare la Calabria».
«Ora si tratta di garantire, fatte tutte le necessarie verifiche, la demolizione dei manufatti abusivi e il ripristino di un’area d’importante valenza ambientale», hanno ribadito Enrico Fontana, responsabile Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente e Anna Parretta, Presidente Legambiente Calabria, sottolineando come «lavorando in sinergia, forze dell’ordine, autorità giudiziaria, istituzioni regionali e locali, associazioni di cittadini è possibile contrastare con efficacia un fenomeno, quello dell’abusivismo edilizio, che in Calabria e più in generale in tutto il Mezzogiorno rappresenta una minaccia all’ambiente, alla sicurezza dei cittadini e alla buona economia».
«La nostra Associazione – hanno proseguito – sta collaborando con la Regione Calabria con un’attività di monitoraggio, frutto di un Protocollo d’intesa, con l’auspicio che possa costituire un tassello importante per rendere più efficace l’azione di contrasto e di prevenzione del fenomeno dell’abusivismo edilizio. Dobbiamo tutti essere consapevoli che occorrono azioni incisive per fermare i reati nel ciclo del cemento e che non sono più giustificabili i ritardi ed inadempienze da parte delle Pubbliche Amministrazioni».
Un tema, quello del ciclo illegale del cemento, che Legambiente combatte da anni fornendo, nel suo Rapporto Ecomafia, dati e numeri anche di questo fenomeno che dal 2021 al 2023 ha registrato una crescita del 37%, con un picco del +28,7% nel 2022, lo stesso anno in cui l’Istat segnala il balzo in avanti del “mattone illegale” con una crescita del 9,1% rispetto al 2004. Quello dell’abusivismo edilizio è anche uno dei temi che la storica campagna di Goletta Verde compie ogni anno lungo le coste italiane e di cui si è parlato lunedì scorso a Palmi (RC), nel corso del convegno “Lotta all’abusivismo edilizio: una priorità per l’Italia” organizzato da Legambiente nel corso della tappa calabrese di Goletta verde.
La Calabria è una delle regioni del sud tra le più ferite dal cemento illegale. Stando agli ultimi dati del report Ecomafia, dal 2021 al 2023 sono stati accertati 3.003 reati relativi al ciclo del cemento, con una flessione nel 2022 e un’impennata del +20,1% nel 2023. In particolare, nel 2023 i reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto in questa “filiera” dell’ecomafia sono stati 1.046, con 1.230 persone denunciate (+29% sul 2022).
Dati nel complesso preoccupanti, ma su cui la Calabria ha deciso di non abbassare la testa dando segnali importanti di controtendenza con sequestri, demolizioni, controlli effettuati nelle zone costiere con l’ausilio di droni e con il monitoraggio di ordinanze di abbattimento. (rcz)