;
L'IC Pascoli-Aldisio di Catanzaro e i suoi studenti ribadiscono il loro "no" alla guerra

L’IC Pascoli-Aldisio di Catanzaro e i suoi studenti ribadiscono il loro “no” alla guerra

L’Istituto Comprensivo “Pascoli Aldisio” di Catanzaro, attraverso le voci dei suoi ragazzi, sostenute dal dirigente scolastico Raul Elia e da tutti i docenti, ha ribadito il suo “no” alla guerra e a ogni «forma di violenza, usurpazione e privazione che da essa derivano; ribadire un eterno “SI” alla pace, ad ogni forma di libertà, al rispetto, all’umanità e al dialogo come premessa di una convivenza pacifica».

«“Prof. ha sentito che c’è la guerra?”, “Perché questa guerra?” “Cosa ha fatto l’Ucraina per meritare questo?” “Ma Putin perché è così arrabbiato?” “Ma la guerra arriverà da noi?” “Dove andranno tutte quelle persone con le valigie e i bambini?” “Possibile che dal passato non si sia imparato nulla?”. Sono queste le domande che i nostri giovani alunni non fanno altro che porci in questi giorni in cui la loro quotidianità è stata scossa da un nuovo cambiamento epocale» si legge in una nota dell’istituto.

«Loro, tanto piccoli quanto capaci di grandi gesti e pensieri, che con i primi raggi di sole stavano già pregustando i pomeriggi al parco e la pizza sul corso il sabato sera, eccoli qui nuovamente in silenzio che attendono di sentirci dire qualcosa di rassicurante e di diverso da ciò che hanno letto e sentito nei TG» si legge ancora. 

«E noi docenti – prosegue la nota – noi che ormai abbiamo imparato a “sentirli” quei loro sguardi, a farci “bastare” i loro occhi e a fare a meno dei loro sorrisi, coperti da quello che già era stato ed è ancora un peso duro da portare e da sopportare, abbiamo voluto dedicare tutto il tempo necessario per spiegare, ascoltare, rassicurare e guidare i pensieri dei nostri giovani alunni tenendoli per mano per dargli contezza della realtà da cui, pur volendolo, non si può scappare ma anche facendogli aprire il cuore per trasformare le loro paure in spiragli di speranza».

«Le riflessioni e le emozioni dei ragazzi – conclude la nota – i loro messaggi fiduciosi che le cose si sistemeranno e la loro disapprovazione per quello che accadendo, hanno dato vita a tanti lavori creativi e colorati accomunati da un unico filo conduttore: la speranza che la libertà, la pace, l’umanità vengano riconosciuti come unici baluardi da seguire e da tutelare». (rcz)