Riuscirà la sinistra riformista (che fa capo a Principe) a evitare il ridicolo in cui sta sprofondando il PD e tutta la coalizione che vorrebbe battere Occhiuto? È caos calmo e il tempo per la presentazione delle liste si restringe ogni giorno di più.
Se non fosse una drammatica realtà, ci sarebbe persino da ridere: il Movimento 5 Stelle ha lanciato le autocandidature per le regionali, come se fosse un quiz televisivo per il quale occorre superare i provini. Siamo messi proprio male e questo conferma che il “vuoto” con cui inopinatamente vinsero le elezioni politiche un’altra vita fa, tale è rimasto.
L’ing. Fabio Pugliese, animatore di Basta Vittime 106, è stato uno dei primi a stigmatizzare sui social la bizzarra scelta, promossa dal coordinatore regionale Riccardo Tucci, delle autocandidature: «Non una selezione trasparente – scrive Pugliese – , non un confronto sulle competenze, non un curriculum passato al vaglio di una commissione politica: un post. Sui social. Per dire “fatevi avanti”. Perché non riescono nemmeno a completare le liste…. E quindi via alle autocandidature: chiunque può proporsi. Chiunque può gestire fondi europei, sanità, infrastrutture, lavoro, istruzione. Chiunque può governare la Calabria. CHIUNQUE.
«Questo, sia chiaro, non è un attacco personale, ma una constatazione amara e doverosa: la Calabria non è un campo scuola né un esperimento di improvvisazione politica. Eppure è trattata come tale. E mentre il Movimento 5 Stelle organizza casting, il Partito Democratico – che si dice alternativo, solido, riformista – tace. Perché questi sono i suoi alleati. E va tutto bene.
«Ma a ottobre non si vota per una sagra o per una recita di fine anno: si vota per il futuro della Regione. E chi ha a cuore questa terra ha il dovere di pretendere serietà, competenza e rispetto». (rr)







