Nuovo Piano Stralcio di Bacino, in Regione incontro tra Rete delle Professioni Tecniche e Dipartimento

Si è discusso della Disposizione Transitoria inerente al Progetto di Piano Stralcio di Bacino sul “rischio alluvioni” (Pai Alluvioni), recentemente adottata dalla Conferenza Istituzionale Permanente (Cio) dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, nel corso dell’incontro svoltosi in Regione tra  i rappresentanti del Dipartimento “Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana” della Regione Calabria e quelli della Rete delle Professioni Tecniche (RPT) della Calabria.

La riunione è stata convocata dall’assessore Giovanni Calabrese e dal direttore generale, ing. S. Siviglia.

I rappresentanti della RPT hanno espresso apprezzamento per lo sforzo di concertazione, recentemente attuato dal Dipartimento con il coinvolgimento della stessa RPT, sottolineando l’utilità del “tavolo di confronto” su temi tanto delicati che attengono alla salvaguardia dell’incolumità di persone e beni nonché allo sviluppo urbanistico del territorio. Il contenuto della Disposizione transitoria rappresenta certamente un importante passo avanti, rispetto a quanto previsto dalla CIP con Delibera n. 2 del 24 ottobre 2024.

Tali norme non rappresentano, tuttavia, la soluzione di tutte le criticità evidenziate dalla RPT nelle “Osservazioni al Progetto di Piano”, inviate a AdDAM il 20 gennaio scorso, inerenti anche ai dati e alle procedure di analisi e modellazione utilizzate. Riguardo all’articolato della Disposizione transitoria, peraltro, sono emersi alcuni dubbi interpretativi e la necessità di approfondimenti su alcune casistiche particolari, nonché di dispositivi specifici inerenti agli strumenti di pianificazione in corso di redazione (PSA, PSC, Piani di Lottizzazione, ecc.).

Terminata l’analisi della Disposizione transitoria, i rappresentanti della RPT hanno ribadito la necessità di pervenire a uno strumento di Piano maggiormente aderente alla realtà territoriale, che garantisca al contempo la mitigazione del rischio geo-idrologico e un sano e sostenibile sviluppo socio-economico del territorio.

L’estensione dei termini, concessa dalla CIP con Delibera n. 1/2025, fa riferimento a un non precisato “termine congruo” (specificando che l’iter dovrà concludersi entro dicembre 2025), e appare limitata alla mera presentazione di richieste di riperimetrazione, non prevedendo più la possibilità di formulare osservazioni al Progetto di Piano (come inizialmente previsto con Delibera n. 2/2024). L’accoglimento delle Osservazioni avanzate dalla RPT a gennaio consentirebbe la formulazione di proposte dettagliate per il miglioramento del Progetto di Piano.

Al termine dell’incontro, l’assessore Calabrese e il direttore generale Siviglia hanno manifestato disponibilità a farsi parte attiva, nei confronti di AdDAM, per definire una serie di quesiti interpretativi (da pubblicare come FAQ) in merito alla Disposizione transitoria. Inoltre, la Regione ha confermato l’intenzione di riconvocare il tavolo di confronto con RPT per approfondire le tematiche di interesse comune.

I rappresentanti della RPT hanno garantito massima disponibilità e collaborazione, proponendo di rendere il presente tavolo di confronto quale organo permanente di approfondimento e indirizzo sulle questioni di pianificazione e mitigazione dei rischi, in modo da poter incidere tempestivamente sui processi di interesse.

I rappresentanti della RPT hanno espresso apprezzamento per lo sforzo di concertazione, recentemente attuato dal Dipartimento con il coinvolgimento della stessa RPT, sottolineando l’utilità del “tavolo di confronto” su temi tanto delicati che attengono alla salvaguardia dell’incolumità di persone e beni nonché allo sviluppo urbanistico del territorio. Il contenuto della Disposizione transitoria rappresenta certamente un importante passo avanti, rispetto a quanto previsto dalla CIP con Delibera n. 2 del 24 ottobre 2024.

Tali norme non rappresentano, tuttavia, la soluzione di tutte le criticità evidenziate dalla RPT nelle “Osservazioni al Progetto di Piano”, inviate a AdDAM il 20 gennaio scorso, inerenti anche ai dati e alle procedure di analisi e modellazione utilizzate. Riguardo all’articolato della Disposizione transitoria, peraltro, sono emersi alcuni dubbi interpretativi e la necessità di approfondimenti su alcune casistiche particolari, nonché di dispositivi specifici inerenti agli strumenti di pianificazione in corso di redazione (PSA, PSC, Piani di Lottizzazione, ecc.).

Terminata l’analisi della Disposizione transitoria, i rappresentanti della RPT hanno ribadito la necessità di pervenire a uno strumento di Piano maggiormente aderente alla realtà territoriale, che garantisca al contempo la mitigazione del rischio geo-idrologico e un sano e sostenibile sviluppo socio-economico del territorio.

L’estensione dei termini, concessa dalla CIP con Delibera n. 1/2025, fa riferimento a un non precisato “termine congruo” (specificando che l’iter dovrà concludersi entro dicembre 2025), e appare limitata alla mera presentazione di richieste di riperimetrazione, non prevedendo più la possibilità di formulare osservazioni al Progetto di Piano (come inizialmente previsto con Delibera n. 2/2024). L’accoglimento delle Osservazioni avanzate dalla RPT a gennaio consentirebbe la formulazione di proposte dettagliate per il miglioramento del Progetto di Piano.

Al termine dell’incontro, l’assessore Calabrese e il Direttore generale Siviglia hanno manifestato disponibilità a farsi parte attiva, nei confronti di AdDAM, per definire una serie di quesiti interpretativi (da pubblicare come Faq) in merito alla Disposizione transitoria. Inoltre, la Regione ha confermato l’intenzione di riconvocare il tavolo di confronto con RPT per approfondire le tematiche di interesse comune.

I rappresentanti della RPT hanno garantito massima disponibilità e collaborazione, proponendo di rendere il presente tavolo di confronto quale organo permanente di approfondimento e indirizzo sulle questioni di pianificazione e mitigazione dei rischi, in modo da poter incidere tempestivamente sui processi di interesse. (rcz)

 

Piano stralcio di bacino, AssoLaghi presenta osservazioni e sollecita revisioni

L’Associazione Laghi di Sibari, in qualità di soggetto portatore di interessi collettivi ha chiesto agli Enti competenti di rivedere la classificazione del rischio idrogeologico del Piano Stralcio di Bacino.

Al centro dell’attenzione, la modifica nella classificazione del rischio idrogeologico dell’area dei Laghi di Sibari, portata da P3 a R4. A tal riguardo, su proposta del presidente Luigi Guaragna, il direttivo ha deliberato la costituzione di un gruppo di lavoro composto dall’architetto Ferruccio Lione, dal professor Maurizio Aristodemo e dall’avvocato Christian Piro, autori di un’approfondita analisi tecnico-amministrativa sulle criticità emergenti dalla ventilata modifica. In primis, è stato evidenziato come il progetto Laghi di Sibari, redatto dall’architetto Gino Valle nei primi anni ’70 del Novecento, sia stato approvato da tutti gli enti territorialmente competenti, in conformità alle normative urbanistiche, ambientali e tecniche il tempo in vigore. Nel progetto originale viene definito con precisione il funzionamento idraulico delle darsene, in relazione sia al mare sia al contiguo canale Stombi.

Il sistema delle darsene, in particolare, comprende specifici dispositivi di regolazione idraulica, tra cui le porte vinciane. Inoltre, è presente una centrale di smaltimento con due pompe idrovore, il cui compito è abbassare il livello idrico delle stesse, riversando l’acqua nello Stombi. Pertanto, è stato evidenziato, l’attribuzione della nuova classe di pericolosità non ha considerato adeguatamente la specificità delle darsene portuali, idraulicamente connesse al mare.

Inoltre, negli scenari di pericolosità e rischio, non sono stati tenuti in conto i dispositivi di mitigazione associati, come le porte vinciane e le pompe idrovore, parte integrante e fondamentale del sistema. Da qui, anche in considerazione delle proroghe ottenute dalla Regione Calabria a seguito del confronto con l’Autorità di Bacino, la presentazione di osservazioni tese a evidenziare le incongruenze della nuova classificazione del rischio idrogeologico, oltre che a sollecitare la loro revisione sulla base di dati aggiornati e di uno studio approfondito della situazione dell’area, all’esclusivo fine di salvaguardare il valore del territorio e delle proprietà situate nei Laghi di Sibari, affinché vengano preservate le peculiarità ambientali e le risorse locali. (rcs)