PILLOLE DI PREVIDENZA / Ugo Bianco: Assegno sociale, redditi 2020 da comunicare all’Inps

di UGO BIANCOL’assegno sociale è una prestazione assistenziale destinata ai cittadini privi di contributi previdenziali, in condizioni economiche disagiate, che non hanno diritto ad una pensione. Introdotto dall’articolo 3 commi 6 e 7 della legge 335/95, richiede specifici requisiti reddituali e di residenza.

Particolare importanza assume l’articolo 20 comma 10 del decreto-legge 112/2008 in base al quale il legislatore ha stabilito che il richiedente deve aver soggiornato legalmente ed in modo continuativo in Italia per almeno 10 anni. Con il messaggio Inps n. 1173 del 4 aprile 2025 vengono illustrate le indicazioni operative per i beneficiari inadempienti alla comunicazione dei redditi 2020. In questo articolo analizzeremo prima le condizioni attuali per il diritto, per poi concentrarci sull’importanza del predetto adempimento obbligatorio. 

A chi spetta? 

I soggetti interessati sono i seguenti: Cittadini italiani; Cittadini UE iscritti all’Anagrafe del comune di residenza; Cittadini extracomunitari titolari di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;

Quali sono gli altri requisiti?

Età anagrafica 67 anni; Stato di bisogno economico; Residenza effettiva in Italia; dieci anni di soggiorno legale e continuativo in Italia.

Qual è la condizione reddituale?

Quanto ai requisiti economici, il limite massimo di reddito per ottenere la prestazione è fissato in € 7.002,97 annui per il soggetto non coniugato e in € 14.005,94 complessivi per il soggetto coniugato. Nel caso in cui il richiedente sia privo di redditi, l’assegno sociale spetta per intero. In presenza di redditi inferiori alle soglie indicate, l’importo dell’assegno viene corrisposto in misura pari alla differenza tra l’importo annuo spettante ed il reddito percepito. Per l’anno 2025, l’importo dell’assegno sociale è pari a € 538,69 mensili, erogati per tredici mensilità, e non è soggetto a ritenute Irpef. 

Esempio: Il signor Rossi, non coniugato e senza reddito, presenta domanda per l’assegno sociale nel 2025. Avendo tutti i requisiti e rientrando nel limite reddituale (€ 7.002,97), gli spetta l’importo pieno: € 538,69 mensili per 13 mensilità.  Se invece avesse un reddito annuo di € 3.000, l’assegno sarebbe pari alla differenza: € 7.002,97 – € 3.000 = € 4.002,97 annui, cioè € 307,92 al mese per 13 mensilità.

Quali sono i redditi da considerare?

Rientrano tra i redditi del richiedente e del coniuge: 1. I redditi assoggettabili all’Irpef; 2. I redditi esenti da imposta; 3. I redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta; 4. I redditi soggetti ad imposta sostitutiva 5. Redditi da terreni e fabbricati; 6. Pensioni di guerra; 7. Rendite vitalizie Inail; 8. Le pensioni dirette erogate da stati esteri; 9. Le pensioni e gli assegni concesse agli invalidi civili, ai ciechi civili e ai sordi; 10. Gli assegni alimentari corrisposti dall’ex coniuge.

Quali redditi non rilevanti?

I trattamenti di fine rapporto; 2. La rendita catastale della prima casa; 3. Le somme arretrate assoggettate a tassazione separata. 

La decorrenza? 

Il pagamento dell’assegno sociale decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda, sulla base del reddito presunto per l’anno in corso, indicato dal richiedente nella stessa domanda. 

Quando decade?

L’assegno viene sospeso quando il titolare soggiorna all’estero più di 29 giorni. Dopo un anno di sospensione, si procede con la revoca della prestazione. 

Come anticipato in premessa, l’Inps a seguito di una verifica effettuata nelle proprie banche dati, ha avviato una campagna di comunicazione, formalizzata con l’invio di una raccomandata A/R, ai titolari di assegno sociale che non hanno adempiuto all’obbligo di dichiarare i redditi percepiti nell’anno d’imposta 2020. In caso di ulteriore inadempienza, l’Istituto procederà con la sospensione del pagamento e la successiva revoca della prestazione.

Per comunicare i redditi è possibile utilizzare la procedura telematica disponibile sul sito ufficiale dell’Inps: “Ricostituzione reddituale per sospensione art.35 comma 10bis D.L. 207/2008″. In alternativa, attraverso gli Istituti di patronato o altri soggetti abilitati. (ub)

[Ugo Bianco è presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Calabria]

 

 

PILLOLE DI PREVIDENZA / Indennità di accompagnamento, chi ne ha diritto

di UGO BIANCOL’indennità di accompagnamento è una prestazione economica che rappresenta la principale risposta dello Stato ai bisogni di chi è affetto da gravi patologie fisiche o mentali. Istituita con la legge n. 18 del 1980, spetta ai cittadini che possiedono i requisiti sanitari riconosciuti dalla commissione medico-legale dell’Inps, indipendentemente dall’età o dal reddito personale. Ispirata al principio dell’assistenza sociale, viene concessa previa presentazione di apposita domanda da parte del minorato.

Ne possono beneficiare non solo gli anziani, ma anche i minori e tutti coloro che abbiano ottenuto il riconoscimento di un’invalidità civile totale (100%), a condizione che la disabilità sia tale da compromettere gravemente la deambulazione autonoma o renda necessario un aiuto continuo per compiere gli atti quotidiani della vita.

Quali sono i requisiti?

Il riconoscimento di una totale inabilità (100 %) derivata da menomazioni fisiche o psichiche; L’impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore oppure non riuscire a compiere gli atti quotidiani della vita, ad esempio mangiare, bere, lavarsi e vestirsi; La residenza stabile e abituale sul territorio nazionale; La cittadinanza italiana; Per i cittadini stranieri comunitari: l’iscrizione all’anagrafe del comune di residenza; Per i cittadini stranieri extracomunitari: il permesso di soggiorno di almeno un anno (art. 41 TU immigrazione).

A chi non spetta?

L’indennità di accompagnamento non viene erogata agli invalidi che: Sono ricoverati gratuitamente in istituti per un periodo superiore a 29 giorni; Percepiscono un’analoga indennità per invalidità derivata per cause di guerra, di lavoro o di servizio. Ovviamente si può optare per il trattamento più favorevole.

Con il messaggio Hermes n. 3347 del 26 settembre 2023, l’Inps ha chiarito che l’indennità di accompagnamento continua ad essere riconosciuta anche in caso di ricoveri ospedalieri superiori ai 29 giorni, a condizione che la struttura sanitaria, pubblica o convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale, non fornisca un’assistenza completa.

In linea con un consolidato orientamento giurisprudenziale, l’Istituto precisa che il beneficio economico non sarà sospeso nei casi in cui sia necessaria la presenza costante di un familiare o di personale infermieristico privato per assistere la persona con disabilità in tutte le attività quotidiane. Lo stesso principio vale anche per i minori, quando la presenza continuativa dei genitori durante l’intera giornata risulti indispensabile per il benessere fisico e relazionale del bambino, contribuendo in modo significativo all’efficacia dei trattamenti terapeutici.

Per l’anno in corso, come stabilito dalla circolare Inps n. 23 del 28 gennaio 2025 (Allegato 2), l’importo mensile della prestazione è pari a € 542,02, erogata per 12 mensilità Decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda amministrativa. Non è reversibile ai superstiti e non è soggetta a ritenute Irpef. Per inoltrare la richiesta è obbligatorio il rilascio del certificato medico on line (Mod. C) redatto dal medico certificatore. È in atto un importante processo di semplificazione delle procedure per ottenere l’indennità di accompagnamento, che mira a rendere più rapido e accessibile l’intero iter di riconoscimento della disabilità.

Al centro di questa trasformazione vi è la sostituzione della tradizionale richiesta amministrativa con un “certificato medico introduttivo”, redatto e trasmesso direttamente all’Inps da medici abilitati. Questo documento, che prende il posto della domanda presentata dal cittadino, consente di avviare automaticamente il procedimento di accertamento, eliminando passaggi intermedi e riducendo i tempi di attesa.

Dal 1° gennaio 2025 è stata avviata una fase sperimentale in nove province italiane: Trieste, Brescia, Forlì-Cesena, Firenze, Perugia, Frosinone, Salerno, Catanzaro e Sassari. A partire dal 30 settembre 2025 interesserà altre undici province: Alessandria, Lecce, Genova, Isernia, Macerata, Matera, Palermo, Teramo, Vicenza, Provincia Autonoma di Trento e Aosta.

L’applicazione del nuovo sistema su scala nazionale è prevista per il 1° gennaio 2027, come stabilito dal decreto-legge Milleproroghe n. 202/2024, modificato dalla legge di conversione n. 15/2025 ed in vigore dal 25 febbraio scorso. La riforma prevede inoltre una maggiore chiarezza nei compiti dei medici certificatori, ampliando il numero dei professionisti autorizzati a redigere il certificato introduttivo, inclusi medici di base, specialisti del SSN, medici in pensione iscritti all’albo e professionisti di strutture sanitarie accreditate. (ub)

[Ugo Bianco è presidente Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Calabria]

PILLOLE DI PREVIDENZA / Ugo Bianco: Contributi Inps ridotti per nuovi artigiani e commercianti

di UGO BIANCO La Legge di Bilancio 2025 introduce un’importante agevolazione per i nuovi artigiani e commercianti che si iscrivono per la prima volta alle gestioni previdenziali Inps tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025. In particolare, il comma 186 dell’articolo 1 prevede una riduzione del 50% dei contributi previdenziali per i primi tre anni di attività, applicabile sia alla quota fissa che a quella percentuale.

Questa misura rappresenta un incentivo concreto per chi avvia un’attività, alleggerendo il carico contributivo nei primi anni. Per chiarire i dettagli operativi l’Inps ha emanato la circolare n. 38 del 7 febbraio 2025 che fornisce indicazioni pratiche sull’applicazione della norma. In questo approfondimento analizzeremo i requisiti richiesti, le modalità di accesso all’agevolazione e le sue implicazioni, offrendo una panoramica chiara e completa sulla nuova disposizione.

Chi sono i beneficiari?

L’agevolazione è destinata ai lavoratori che, nel corso del 2025, si iscrivono per la prima volta a una delle gestioni speciali autonome degli Artigiani e dei Commercianti, ai sensi dell’art. 1, comma 1, della legge 2 agosto 1990, n. 233, in qualità di: Titolari di impresa; Soci lavoratori di società.

I beneficiari devono percepire redditi d’impresa, compresi quelli soggetti al regime forfettario. L’agevolazione è concessa anche ai collaboratori familiari che si iscrivono per la prima volta alle suddette gestioni, indipendentemente dalla data di iscrizione del titolare.

Chi sono gli esclusi?

Sono coloro che si reiscrivono alla gestione Ivs nel 2025 dopo un’iscrizione precedente. Restano esclusi anche gli ex soci di società di persone o di capitali già iscritti in passato, così come i lavoratori autonomi appartenenti alla gestione separata Inps o alle Casse di previdenza. 

Quanto vale la riduzione?

Ad esempio, un commerciante che nel primo anno di attività dovrebbe versare 4.000 euro di contributi previdenziali, grazie a questa agevolazione ne pagherebbe solo 2.000. Il risparmio ottenuto può essere particolarmente utile per sostenere altre spese iniziali.

Come influisce l’agevolazione sulla pensione?

La riduzione dei contributi permette un risparmio immediato, ma può avere conseguenze sulla futura pensione. Versare contributi più bassi significa accumulare meno per il proprio fondo pensionistico, con il rischio che alcuni mesi di attività non vengano riconosciuti ai fini pensionistici se l’importo versato è inferiore al minimo richiesto. Per questo motivo, è importante valutare bene questa scelta e, se necessario, chiedere consiglio ad un esperto previdenziale sulla convenienza rispetto ad altri incentivi disponibili. (ub)

[Ugo Bianco è Presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi Calabria]

 

PILLOLE DI PREVIDENZA / Ugo Bianco: Lavori usuranti, aperte le domande per il riconoscimento

di UGO BIANCOLa pensione anticipata rappresenta un’opportunità fondamentale per i lavoratori che desiderano concludere la propria carriera prima del raggiungimento della pensione di vecchiaia, attualmente fissata a 67 anni di età e 20 anni di contribuzione.

Per i lavoratori usuranti, impegnati in mansioni particolarmente faticose e pesanti, questa possibilità assume un’importanza ancora maggiore. L’esposizione quotidiana a condizioni di lavoro gravose dà diritto a una pensione anticipata, caratterizzata da una “quota” che combina un’età minima ed almeno 35 anni di contributi. Il decreto legislativo 67/2011, modificato dalla legge 232/2016, ha definito le modalità per il riconoscimento dei lavori usuranti, suddividendoli in quattro principali categorie. Ognuna verificata e attestata dall’Inps con la richiesta di certificazione del diritto. A questo proposito, il messaggio Inps 801 del 5 marzo 2025 definisce i criteri e le scadenze da rispettare. Per approfondire l’argomento, si propone una sezione di domande e risposte con un focus sugli aspetti principali e le modalità da seguire raggiunti i requisiti obbligatori.

Quali lavoratori svolgono attività usuranti?

  1. Lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti, classificate dall’articolo 2 del decreto del Ministero del lavoro del 19 maggio 1999. Riguarda tutti quei soggetti che espletano lavori in galleria, cava o miniera; lavori con esposizione corporea ad alte temperature; lavori eseguiti in cassoni ad aria compressa; attività con esposizione all’amianto; la lavorazione del vetro cavo; i lavori svolti in spazi ristretti e le attività dei palombari. 
  2. Lavoratori notturni distinti nelle seguenti categorie: a) lavoratori soggetti a turnazione, che svolgono l’attività notturna per almeno 6 ore ed almeno 64 giorni all’anno; b) lavoratori in attività notturna per almeno 3 ore nell’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino per l’intero anno;
  3.  Lavoratori addetti alla linea di catena con compiti ripetitivi e costanti nel ciclo di produzione su parti staccate di un prodotto finale. Ad esempio la produzione di autoveicoli. Sono esclusi gli addetti alle lavorazioni accessorie alla produzione, alla manutenzione, al rifornimento dei materiali. Così come tutte le attività di regolazione e controllo computerizzato della produzione e del controllo di qualità;
  4. i conducenti di veicoli, destinati al servizio pubblico, con capienza non inferiore a 9 posti.

Tuttavia, non è sufficiente rientrare in una di queste casistiche per dire di appartenere ai lavoratori usuranti. Il riconoscimento è subordinato alla durata dell’attività svolta. Mi spiego meglio, tutte le attività usuranti devono essere svolte per un periodo minimo di 7 anni negli ultimi 10 di attività lavorativa oppure riferirsi almeno alla metà della vita lavorativa complessiva.

Qual’è l’età pensionabile?

La pensione anticipata prevede il meccanismo della “quota”, basato sulla riduzione dell’età anagrafica e del numero dei contributi, con esclusione della disoccupazione e della malattia. La determinazione dell’accesso si differenzia a seconda dell’attività svolta e dalla gestione contributiva di riferimento.

Fino al 2026 occorre un’anzianità contributiva minima di 35 anni ed un’età base per raggiungere la quota necessaria. La prestazione decorre dal primo giorno del mese successivo al perfezionamento dei requisiti. A stabilirlo è l’articolo 1 comma 206 della legge 232/2016 che ha mandato in soffitta le cosiddette “finestre mobili”. Fino al 31/12/2016, l’erogazione del primo rateo avveniva dopo un’attesa di 12 mesi per i dipendenti e 18 mesi per gli autonomi.

I requisiti per “la pensione anticipata dei lavoratori usuranti” dal 2017 al 2026

Gestione previdenziale Attività usuranti; Turni notturni più di 77 notti lavorate per anno;  Turni notturni da 72 a 77 notti lavorate per anno;  Turni notturni da 64 a 71 notti lavorate 

per anno;

Fondo pensione lavoratori dipendenti Quota 97,6 

Età 61 anni e 7 mesi

Contributi 35 anni

Quota 98,6 

Età 62 anni e 7 mesi

Contributi 35 anni

Quota 99,6 

Età 63 anni e 7 mesi

Contributi 35 anni

Lavoratori autonomi Quota 98,6 

Età 62 anni e 7 mesi

Contributi 35 anni

Quota 99,6 

Età 63 anni e 7 mesi

Contributi 35 anni

Quota 100,6 

Età 64 anni e 7 mesi

Contributi 35 anni

 

Entro quando va presentata la domanda per il riconoscimento dei requisiti?

La domanda di certificazione del diritto deve essere presentata entro il 1° maggio 2025 per chi perfeziona i requisiti tra il 1° gennaio 2026 e il 31 dicembre 2026, in via telematica, con il modello AP45 e la documentazione della tabella “A” del Dm 20 settembre 2011.

Quale esito può dare?

L’Inps può emettere tre diversi tipi di provvedimento:

  1. L’accoglimento della domanda, con indicazione della prima decorrenza utile del trattamento pensionistico, se i requisiti per le lavorazioni particolarmente faticose e pesanti sono verificati e la copertura finanziaria è sufficiente;
  2. L’accertamento del possesso dei requisiti, con il differimento della decorrenza della pensione in caso di copertura finanziaria insufficiente; in tal caso, la prima data utile verrà comunicata successivamente;
  3. Il rigetto della domanda, qualora non siano accertati i requisiti necessari.

Nel caso di accoglimento, per ricevere il primo rateo, è necessario inviare all’Inps la domanda di pensione anticipata. (ub)

[Ugo Bianco è presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Calabria]

 

PILLOLE DI PREVIDENZA / Ugo Bianco: Naspi, le novità per il 2025

di UGO BIANCOLa Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, abbreviata con l’acronimo NASpi, è un’indennità mensile, erogata dall’Inps ai lavoratori in disoccupazione involontaria. Introdotta con il decreto legislativo n. 22 del 4 marzo 2015, ha lo scopo di attenuare la perdita di reddito dovuta alla cessazione del rapporto di lavoro.

Nel corso degli anni la normativa ha subito vari aggiustamenti. L’ultima modifica, introdotta dall’articolo 1 comma 171 della legge di Bilancio 2025, stabilisce che un lavoratore che si dimette o risolve consensualmente il proprio rapporto di lavoro e, nei 12 mesi successivi, viene assunto e licenziato senza aver accumulato almeno 13 settimane di contributi, non ha diritto all’indennità.

L’obiettivo è contrastare pratiche elusive in cui lavoratori e datori di lavoro simulano situazioni di disoccupazione involontaria. I dati dell’Istituto Previdenziale sulle comunicazioni obbligatorie evidenziano un aumento di cessazioni volontarie (che non danno diritto alla NASpI) seguite da brevi periodi di rioccupazione e successivo licenziamento, con il solo scopo di maturare i requisiti per l’indennità. Con lo stesso spirito restrittivo, il Collegato Lavoro (legge 203/2024) ha introdotto una stretta sulle dimissioni per fatti concludenti.

Se un lavoratore si assenta ingiustificatamente oltre i limiti previsti dal contratto (o oltre i 15 giorni se il contratto non specifica una soglia massima), il rapporto di lavoro sarà considerato risolto a suo carico, con conseguente esclusione dalla prestazione economica. Per comprendere l’impatto delle nuove restrizioni è utile ricordare quali sono i requisiti standard per accedervi. 

Chi sono i beneficiari? Per poter richiedere la prestazione è necessario rientrare in uno dei seguenti profili lavorativi: Dipendenti provato con contratto di lavoro subordinato; Dipendenti a tempo determinato della Pubblica Amministrazione; Apprendisti; Soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato; Personale artistico con rapporto di lavoro subordinato; Operai agricoli a tempo indeterminato dipendenti da cooperative e consorzi agricoli.

Condizioni particolari: possono richiedere la NASpI lavoratrici madri che abbiano presentato dimissioni per giusta causa durante il periodo di maternità (entro un anno dalla nascita del bambino) e i lavoratori licenziati per motivi disciplinari; nel caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, il trattamento è riconosciuto attraverso una procedura di conciliazione presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro; il dipendente che rifiuta un trasferimento oltre i 50 km dalla residenza o con un tempo di percorrenza superiore a 80 minuti con i mezzi pubblici ha diritto all’indennità.

 

Chi non ha diritto alla NASpi? Non possono beneficiare dell’indennità: Dipendenti delle pubbliche amministrazioni a tempo indeterminato; Operai agricoli con contratto a tempo determinato; Lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale; Lavoratori che hanno maturato i requisiti per il pensionamento; Lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità;

Con quali requisiti contributivi? Il lavoratore che richiede la NASpI deve soddisfare due requisiti aggiuntivi: Essere effettivamente disoccupato, cioè non svolgere alcuna attività lavorativa, nemmeno in modo occasionale (secondo quanto stabilito dall’art. 1, comma 2, lettera c, del D.Lgs. 21 aprile 2000, n. 181); Aver versato almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti l’inizio della disoccupazione. Il requisito delle 30 giornate di lavoro nei 12 mesi che precedono la disoccupazione non è più richiesto per gli eventi successivi al 1° gennaio 2022.

Qual’è la durata? L’indennità viene erogata mensilmente per un periodo pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni, con un massimo di 24 mesi. Nel calcolo della durata, non vengono considerati i periodi contributivi che hanno già dato diritto ad altre prestazioni di disoccupazione.

Quanto spetta? L’importo mensile è determinato come segue: Se la retribuzione media mensile degli ultimi quattro anni è pari o inferiore a un importo stabilito dalla legge (rivalutato annualmente in base all’indice Istat), l’indennità corrisponde al 75% di tale retribuzione; Se la retribuzione media mensile è superiore a questo importo, l’indennità è pari al 75% dell’importo stabilito, più il 25% della differenza tra la retribuzione media mensile e l’importo stesso.

Tuttavia, l’importo dell’indennità non può superare il limite massimo stabilito annualmente dalla legge, per il 2025, il limite è di 1.562,82 euro (Circ. Inps 25 del 29 gennaio 2025). Inoltre, la NASpI si riduce del 3% ogni mese a partire dal sesto mese di fruizione. Se il beneficiario ha più di 55 anni alla data di presentazione della domanda, la riduzione inizia dall’ottavo mese.

Da quando decorre? La NASpI spetta a partire da: Dall’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro, se la domanda è presentata entro tale termine. Se la domanda è presentata dopo l’ottavo giorno, l’indennità decorre dal giorno successivo alla presentazione; Dall’ottavo giorno dopo il termine di maternità, malattia, infortunio sul lavoro, malattia professionale o preavviso, se la domanda viene presentata entro l’ottavo giorno. In caso di presentazione oltre l’ottavo giorno, l’indennità decorre dal giorno successivo alla domanda, purché presentata entro i termini di legge; Dal trentottesimo giorno successivo a un licenziamento per giusta causa, se la domanda è presentata entro il trentottesimo giorno. Se la domanda è presentata oltre questo termine, l’indennità decorre dal giorno successivo alla presentazione, ma solo se avviene entro i termini di legge.

Quando va presentata la domanda? I lavoratori aventi diritto devono presentare la domanda all’Inps, esclusivamente online o tramite Istituti di Patronato, entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, pena la decadenza. (ub)

[Ugo Bianco è presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Calabria]

PILLOLE DI PREVIDENZA / Ugo Bianco: Quota 103, la proroga conferma le regole

di UGO BIANCOCon l’entrata in vigore della legge di Bilancio 2025 n. 207/2024, l’art. 1 comma 174, ha confermato la Quota 103, mantenendo inalterate le regole già previste lo scorso anno. Si tratta di una misura di pensionamento anticipato rivolta ai lavoratori dipendenti pubblici e privati, agli autonomi e ai parasubordinati, con l’esclusione del personale militare, delle forze armate, della polizia, dei vigili del fuoco e della guardia di finanza.

Ma quali sono i costi e i vantaggi di questa scelta? A differenza della prima versione, l’assegno pensionistico è ora calcolato interamente con il sistema contributivo, meno vantaggioso rispetto a quello misto o retributivo, con una possibile riduzione dell’importo fino al 20%. Inoltre, è previsto un tetto massimo alla rata mensile, fissato a € 2.466,28 lordi (quattro volte il trattamento minimo Inps) fino al compimento dei 67 anni. Sono state allungate le finestre mobili di uscita, ossia il tempo di attesa tra la maturazione dei requisiti e la decorrenza dell’assegno pensionistico. Rimane l’incumulabilità tra pensione e redditi da lavoro. In particolare, la pensione non è compatibile con altre attività lavorative, ad eccezione del lavoro autonomo occasionale, il cui reddito annuo non deve superare i 5.000 euro.

Quali sono requisiti? 

I requisiti per accedere alla Quota 103, nell’anno in corso, sono i seguenti:  62 anni d’età; 41 anni di contribuzione; Non essere beneficiario di pensione. 

Non è previsto nessun incremento dell’età anagrafica in base alla speranza di vita.

Come funzionano le finestre mobili?

Quando si valuta il pensionamento anticipato con Quota 103 è importante considerare le finestre mobili. Per i lavoratori dipendenti del settore privato e per gli autonomi il periodo di attesa è di 7 mesi, mentre per i dipendenti pubblici è di 9 mesi. 

Con quale contribuzione? 

Si considerano validi tutti i contributi versati o accreditati, sia obbligatori che volontari, inclusi quelli da riscatto e figurativi. È fondamentale aver raggiunto almeno 35 anni di contributi, escludendo i periodi di disoccupazione e malattia, se richiesto dalla gestione che eroga la pensione (ad esempio, il Fondo pensioni lavoratori dipendenti). Inoltre, è possibile cumulare i contributi di diverse gestioni previdenziali INPS, purché il richiedente non sia già beneficiario di una pensione diretta da una delle forme di assicurazione obbligatoria Inps.

Come fare domanda? 

Secondo il messaggio Inps 502/2025 si puoi procedere come segue: Online: Accedi al servizio “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, Certificazioni, Ape Sociale e Beneficio precoci” sul sito Inps, selezionando la voce “Nuova prestazione pensionistica” nell’area tematica. Patronati: Puoi rivolgerti ad un patronato che ti assisterà nella presentazione della domanda. Contact Center: Puoi contattare il Contact Center Multicanale chiamando il numero verde 803 164 da telefono fisso, o il numero 06 164 164 da cellulare (a pagamento in base al gestore). (ub)

[Ugo Bianco è presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Calabria]

PILLOLE DI PREVIDENZA / Ugo Bianco: Assegno unico universale 2025, importi in crescita con l’adeguamento Istat

di UGO BIANCOL’Assegno Unico Universale (AUU), introdotto dal D.lgs n. 230/2021, è un sostegno economico per le famiglie con figli a carico che ha sostituito gli assegni familiari, detrazioni fiscali e vari bonus.

Per il 2025, la circolare Inps n. 33 ha aggiornato le somme erogabili in base all’indice Istat. Poiché nel 2024 il costo della vita è aumentato dello 0,8%, dall’inizio dell’anno in corso, gli assegni verranno adeguati di conseguenza, includendo il conguaglio del bimestre precedente. Per evitare riduzioni nell’importo assegnato, l’Isee deve essere rinnovato entro il 28 febbraio.

In caso contrario, l’assegno verrà erogato con il minimo previsto. Tuttavia, presentando la DSU entro il 30 giugno, le somme già versate saranno ricalcolate retroattivamente da marzo, con l’accredito degli eventuali arretrati. Di seguito, si riportano le principali disposizioni che ne regolano l’erogazione. 

Chi sono i beneficiari?

L’AUU è destinato alle famiglie con figli minori, maggiorenni fino a 21 anni d’età e figli disabili senza limiti anagrafici. Il figlio maggiorenne deve essere nelle seguenti condizioni: studente universitario o frequentare corsi di formazione scolastica o professionale; svolgere un tirocinio o un’attività lavorativa da cui riceve un reddito complessivo annuo inferiore a 8000 euro; essere iscritto come disoccupato ed in cerca di un lavoro presso il centro per l’impiego; svolgere il servizio civile universale. 

Quali sono i requisiti? 

L’articolo 3 comma 1 lettera a) del decreto legislativo 230/2021 stabilisce che il richiedente, alla data della domanda, sia in possesso di determinati requisiti di cittadinanza e di soggiorno. Nello specifico, occorre essere cittadino italiano, o cittadino di uno stato UE o extracomunitario con permesso di soggiorno europeo di lungo periodo o del permesso unico necessario per svolgere un’attività lavorativa o di ricerca per più di sei mesi.

Essere residente o domiciliato in Italia, nonché assoggettato al pagamento delle imposte. La residenza deve riferirsi almeno a due anni, anche non continuativi o possedere un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato con durata minima di sei mesi. Infine, aver presentato una DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) con certificato Isee in corso di validità.  

Quali sono le maggiorazioni previste?

Restano in vigore diverse maggiorazioni per specifiche categorie di famiglie. Tra queste, si confermano: Maggiorazioni per figli con disabilità; Aumento per figli oltre il secondo; Incremento per madri sotto i 21 anni; Bonus per il secondo percettore di reddito.

In aggiunta, per il 2025 sono previste ulteriori agevolazioni: Maggiorazione transitoria (gennaio e febbraio 2025): I nuclei con ISEE fino a 25.000 euro che nel 2021 hanno percepito l’Assegno al Nucleo Familiare (ANF) con figli minori riceveranno un’integrazione mensile per compensare eventuali riduzioni rispetto al sistema precedente; Aumento per figli sotto un anno: Per ogni neonato, l’Assegno Unico sarà incrementato del 50% fino al compimento del primo anno di vita; Maggiorazione per famiglie con tre figli: Le famiglie con almeno tre figli e un ISEE non superiore a 45.939,56 euro riceveranno un aumento del 50% per ogni figlio di età compresa tra uno e tre anni; Bonus per famiglie numerose: I nuclei con almeno quattro figli beneficeranno di un incremento forfettario di 150 euro.

Si raccomanda di prestare attenzione alla corretta compilazione e aggiornamento dell’Isee, soprattutto per chi intende beneficiare delle maggiorazioni.

È essenziale mantenere una gestione accurata della documentazione e rispettare le scadenze, per evitare riduzioni nell’importo e assicurarsi che l’erogazione avvenga senza intoppi. Un’attenta attenzione a questi dettagli garantirà di sfruttare al meglio il sostegno economico disponibile. (ub)

[Ugo Bianco è presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Calabria]

PILLOLE DI PREVIDENZA / Ugo Bianco: Ape sociale 2025, proroga e requisiti

di UGO BIANCOL’Ape Sociale è un’indennità economica, finanziata dallo Stato ed erogata dall’Inps, destinata a determinate categorie di lavoratori che si trovano in condizioni di svantaggio e che incontrano difficoltà nel raggiungere la pensione di vecchiaia. La legge n. 207/2024 (legge di bilancio 2025), con l’articolo 1, comma 175 – 176, ne ha prorogato la validità fino al 31 dicembre 2025. Per accedervi è necessario presentare la domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso all’Inps entro le seguenti date: 31 marzo, con risposta entro il 30 giugno; 15 luglio, con risposta entro il 15 ottobre; 30 novembre, con risposta entro il 31 dicembre.

Peraltro, l’Istituto di previdenza, con il messaggio n. 502 del 10 febbraio 2025, ha ufficializzato l’apertura delle nuove domande telematiche per la certificazione del diritto e per l’accesso alla pensione.

Qual’ è l’età minima richiesta?

L’età minima è di 63 anni e 5 mesi, requisito necessario per presentare la domanda e ricevere l’indennità fino al pensionamento.

Con quale contribuzione?

Essere iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria, alla gestione speciale dei lavoratori autonomi, alla gestione separata, ai fondi speciali ed alle forme esclusive dei dipendenti dello stato. Sono esclusi i liberi professionisti iscritti ad ordini e collegi. L’accesso al beneficio è subordinato alla cessazione del lavoro dipendente, autonomo o parasubordinato, espletato in italia o all’estero. 

Con quanti contributi? 

Per lavoratori e lavoratrici sono necessari 30 anni di anzianità contributiva e trovarsi in una delle seguenti condizioni: 1) disoccupati che hanno terminato la prestazione di disoccupazione. Il beneficio è riservato a chi ha perso il lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale o scadenza di un contratto a tempo determinato, con almeno 18 mesi di lavoro dipendente negli ultimi 36; 2) invalidi civili con un riconoscimento minimo del 74 %; 3) i caregivers che assistono un disabile almeno da 6 mesi;

Per le attività gravose, individuate dalla legge n. 234/2021, bisogna possedere un’anzianità assicurativa minima di 36 anni, di cui almeno 7 anni negli ultimi 10 oppure 6 anni negli ultimi 7 in modo continuativo. 

Per i gli operai edili, i ceramisti e i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta sono sufficienti 32 anni di contributi e un’età minima di 63 anni e 5 mesi. 

Per le madri lavoratrici è prevista la riduzione dei contributi di un anno per ogni figlio, con un massimo di 104 settimane (2 anni). 

Ai fini dell’anzianità contributiva è valida tutta quella versata o accreditata a qualsiasi titolo.

Tab. 1 

Beneficiari Ape sociale 2025
Richiedenti Requisiti (età e contributi)
1 Disoccupati con NASPI, DISCOLL e Disoccupazione Agricola (Terminate) 63 anni e 5 mesi e 30 anni di contributi
2 Invalidi civili con almeno il 74% 63 anni e 5 mesi e 30 anni di contributi
3 Caregivers 63 anni e 5 mesi e 30 anni di contributi
4 Lavoratori dipendenti addetti ad attività gravose 63 anni e 5 mesi e 36 anni di contributi
5 Operai edili, ceramisti e conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta 63 anni e 5 mesi e 32 anni di contributi

 

Quanto spetta?

L’assegno può arrivare massimo a 1500,00 euro lordi mensili. Non è rivalutabile, non prevede la reversibilità, gli assegni familiari e la tredicesima. 

Quand’è cumulabile o incompatibile?

L’Ape sociale è cumulabile con la pensione di reversibilità, le prestazioni economiche dedicate agli invalidi civili e il un lavoro autonomo occasionale, remunerato con un limite di € 5.000 annue lorde. E’ incompatibile con le prestazioni temporanee a sostegno della disoccupazione involontaria (es. Naspi) e l’indennità per la cessazione dell’attività commerciale (Ind. Com). 

La decorrenza? 

È il primo giorno del mese successivo alla maturazione dei requisiti. 

Come fare domanda?

Appena raggiunti i requisiti, è necessario presentare due domande in momenti diversi: Riconoscimento del diritto di accesso: questa prima domanda serve a verificare l’idoneità. L’Inps valuta la richiesta e, se provvede all’accoglimento, comunica la prima decorrenza utile o un eventuale differimento, qualora le risorse stanziate siano insufficienti. In caso di rigetto, l’Istituto fornisce le motivazioni della decisione; Richiesta di pagamento: una volta ottenuto il riconoscimento, è possibile presentare la seconda domanda per ricevere l’indennità.

Per evitare di perdere i ratei del trattamento, se si possiedono tutti i requisiti, inclusa la cessazione dell’attività lavorativa, è possibile presentare contestualmente sia la domanda di riconoscimento del diritto di accesso che quella di liquidazione. (ub)

[Ugo Bianco è presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Calabria]

PILLOLE DI PREVIDENZA / Ugo Bianco: Opzione Donna 2025, come ottenere la pensione anticipata

di UGO BIANCO – Opzione Donna è una misura che consente alle lavoratrici del settore pubblico, privato e autonomo di accedere alla pensione anticipata, rispettando determinati requisiti anagrafici, contributivi e personali.

Introdotta dalla legge 243/2004 (Riforma Maroni), prorogata per il 2025 dall’articolo 1 comma 173 della legge di Bilancio 207/2024, offre una possibilità in più a chi desidera lasciare il lavoro prima dell’età prevista, soprattutto in presenza di particolari esigenze o difficoltà. In questo articolo esaminerò i criteri necessari per beneficiarne, approfondendo gli aspetti positivi e le eventuali difficoltà che può comportare. 

Qual’è il requisito anagrafico? 

L’età per accedere alla misura dipende dalle condizioni specifiche della lavoratrice: 61 anni per la generalità delle lavoratrici; 60 anni per le lavoratrici con un figlio; 59 anni per le lavoratrici con due o più figli; 59 anni per le lavoratrici dipendenti o licenziate da aziende in crisi con tavolo di confronto attivo presso gli organi competenti.

Con quale anzianità contributiva? 

È richiesta un’anzianità contributiva minima di 35 anni, calcolata esclusivamente sui contributi effettivi versati, senza considerare i periodi di contribuzione figurativa, come quelli derivanti da malattia, disoccupazione o maternità, entro il 31 dicembre 2024.

Quali sono le finestre mobili? 

Le finestre mobili rappresentano il periodo di attesa tra la maturazione dei requisiti e l’erogazione della pensione. Per le lavoratrici dipendenti, sia pubbliche che private, è prevista una finestra di 12 mesi, mentre per le autonome il tempo di attesa è di 18 mesi. Di conseguenza, il primo assegno pensionistico sarà corrisposto rispettivamente dopo un anno e dopo un anno e mezzo. 

Quali sono le condizioni soggettive?
È necessario trovarsi in una delle seguenti condizioni:

1) Assistere, in modo continuativo e da almeno sei mesi il coniuge, il componente dell’unione civile o un parente di primo grado convivente con riconoscimento dell’handicap grave ai sensi dell’art. 3, comma 3 della legge 104/1992. In alternativa assistere, con le stesse modalità, un parente o un affine di secondo grado, convivente, quando i genitori, il coniuge e l’altro membro dell’unione civile del disabile ha compiuto l’età di 70 anni o che sia affetto da patologie invalidanti, sia deceduto o manca.

La convivenza è valida quando si ha la residenza nel medesimo stabile, allo stesso numero civico, ma anche in interno diversi, mentre i sei mesi di assistenza devono essere necessariamente continuativi. Lo status di disabile è riconosciuto dalla commissione medica dell’Inps. La decorrenza è determinata dalla data di definizione del verbale di accertamento. 

 2) Avere una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalla commissione INPS, con punteggio minimo del 74 %; 

3) Essere lavoratrice dipendente oppure licenziata da un’azienda che è interessate dall’apertura di un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale, esistente alla data della presentazione della pensione. Per chi risulta già licenziata, la cessazione del rapporto di lavoro deve ricadere nel periodo compreso tra l’apertura e la chiusura delle trattative. 

La principale criticità dell’opzione donna riguarda l’applicazione esclusiva del metodo contributivo, ai sensi del decreto legislativo n. 180/1997, che determina un importo mensile inferiore di circa il 30 % rispetto al calcolo con il regime retributivo o misto. Resta comunque applicabile il trattamento minimo.

Inoltre, è prevista la c.d. ‘cristallizzazione del requisito’, che permette di presentare la domanda anche dopo il 31 dicembre 2024, facendo riferimento ai requisiti maturati entro tale data. Altri vantaggi dipendono dalle esigenze personali e professionali di ciascuna lavoratrice. In alcuni casi, infatti, l’accesso anticipato alla pensione può essere particolarmente utile per chi desidera una cessazione anticipata dell’attività lavorativa o per chi ha difficoltà a conciliare lavoro e vita privata. (ub)

[Ugo Bianco è presidente Associazione Nazionale Sociologi –  Dipartimento Calabria]

PILLOLE DI PREVIDENZA / Ugo Bianco: Pension anticipata, le opportunità per i lavoratori precoci

di UGO BIANCOI lavoratori precoci sono coloro che hanno iniziato a lavorare prima dei 19 anni e hanno accumulato un lungo periodo di contribuzione. Grazie a una misura specifica, possono accedere alla pensione anticipata diversi anni prima dei 67 previsti per la pensione di vecchiaia.

L’articolo 1, comma 199, della legge 232/2016, attuato dal Dpcm 87 del 23 maggio 2017, ha introdotto un canale alternativo che consente il pensionamento con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica, a condizione di aver maturato almeno un anno di lavoro prima dei 19 anni e di appartenere a determinate categorie di lavoratori. Sono considerati validi tutti i contributi accreditati, purché in un’unica gestione, e almeno 35 anni devono derivare da lavoro effettivo.

Se il lavoratore ha contribuzioni in due gestioni (autonoma e dipendente) e l’anno di contribuzione precoce appartiene alla gestione autonoma, sarà necessario aver versato almeno 41 anni di contributi nella gestione dipendente. In tal caso, la pensione sarà raggiunta con 42 anni di contribuzione. L’Inps ha chiarito che sono validi anche i periodi di lavoro all’estero e i contributi riscattati per omessi versamenti. Inoltre, la legge 228/2012 consente il cumulo dei contributi non coincidenti versati in diverse gestioni pensionistiche obbligatorie e casse professionali.

Chi sono i lavoratori interessati?

Confermate anche per il 2025, le cinque categorie che ricadono nella normativa: Disoccupato: il lavoratore dipendente in stato di disoccupazione a seguito di licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzioni consensuali ai sensi dell’articolo 7 legge 604/1966, con l’indennità di disoccupazione terminata da almeno tre mesi; Caregiver: il lavoratore dipendente o autonomo che assiste, alla data della richiesta almeno da 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente, riconosciuto disabile grave ai sensi dell’articolo 3 comma 3 legge 104/1992. A decorrere dal 1 gennaio 2018, tra gli assistiti sono stati introdotti il parente o un affine di secondo grado, sempre convivente, a condizione che il coniuge ed i genitori del disabile sono: ultrasettantenni; affetti da patologie invalidanti; deceduti; mancanti.

Invalido civile: il lavoratore dipendente o autonomo con un grado di invalidità, riconosciuto dalla commissione per le invalidità civili dell’Inps, pari o superiore al 74 %;

Addetto a mansioni gravose: il lavoratore che svolge una professione da almeno sei anni, negli ultimi sette in modo continuativo, o sette anni negli ultimi dieci, classificata come gravosa, tra le seguenti: 1) operaio dell’industria estrattiva, dell’edilizia e delle manutenzioni degli edifici; 2) conduttore di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costrizioni; 3) conciatore di pelli e di pellicce; 4) conduttore di convogli ferroviari e personale viaggiante; 5) conduttore di mezzi pesanti e camion; 6) personale delle professioni sanitarie, infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni; 7) addetto all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza; 8) insegnate della scuola dell’infanzia ed educatore degli asili nido; 9) facchino, addetto allo spostamento di merci e assimilati; 10) personale, non qualificato, addetto ai servizi di pulizia; 11) operatore ecologico e altro raccoglitore e separatore di rifiuti; 12) operaio dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca; 13) pescatore della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendente o socio di cooperative; 14) lavoratore del settore siderurgico di prima o di seconda fusione e della lavorazione del vetro ad alte temperature, non appartenente al D.lgs 67/2011 (usuranti); 15) marittimo imbarcato a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne. (Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali 5 febbraio 2018).

Addetto a mansioni usuranti: il lavoratore dipendente che svolge attività particolarmente faticose e pesanti, il lavoro alla catena di montaggio, il lavoro notturno o la guida di veicoli destinati al trasporto pubblico collettivo con almeno nove posti. (Articolo 1, commi 1 e 3, decreto legislativo 21 aprile 2011 n. 67)

Come si ottiene la pensione? 

L’accesso alla pensione per i lavoratori precoci richiede la cessazione dell’attività lavorativa, sia dipendente che autonoma. L’iter inizia con la richiesta di certificazione, necessaria per il riconoscimento del diritto. In base alla legge 203 del 2024 (Collegato Lavoro), da quest’anno le domande vanno presentate entro il 31 marzo, il 15 luglio o il 30 novembre. L’esito viene comunicato all’interessato con una lettera. Se il diritto viene riconosciuto, l’iscritto deve presentare domanda di pensione anticipata con i requisiti agevolati.
Con quale decorrenza?

L’assicurato che matura i requisiti dal 1 gennaio 2019 è soggetto ha una finestra mobile di tre mesi, (DL 4/2019) che fa slittare il pagamento della prima rata di pensione. Ad esempio, chi perfeziona i requisiti di accesso il 15 febbraio 2025 si pagherà il primo rateo dal 1 giugno dello stesso anno. Nel caso di personale pubblico, iscritto alle vecchie casse CPDEL, CPS, CPI e CPUG, ai sensi dell’articolo 1 comma 162 della legge n. 2013/2023 (legge di bilancio 2024), la finestra mobile è stata ulteriormente allungata nel seguente modo: 4 mesi con requisito maturato tra il 1 gennaio 2025 ed il 31 dicembre 2025; 5 mesi con requisito maturato tra il 1 gennaio 2026 ed il 31 dicembre 2026; 7 mesi con requisito maturato tra il 1 gennaio 2027 ed il 31 dicembre 2027; 9 mesi con requisito maturato dal 1 gennaio 2028. 

La tabella seguente illustra una sintesi dei requisiti per la pensione anticipata dei lavoratori precoci dal 2024 al 2028. (ub)

[Ugo Bianco è presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi – Dipartimento Calabria]