Uilp, Spi e Fnp: Comparto Rsa è simbolo di una sanità che non riesce più a garantire equità

«Il comparto Rsa è simbolo di una sanità che non riesce più a garantire equità, mentre le liste d’attesa si allungano, il personale scarseggia e l’assistenza domiciliare resta un miraggio». È quanto hanno detto Carmelo Gullì, Salvatore Mancuso e Francesco De Biase, rispettivamente segretari generali Spi Cgil Calabria, Fnp Cisl Calabria e Uilp Calabria, denunciando «le criticità rilevate in alcune  strutture, spesso denunciate anche da familiari e operatori e confermate dai nas, mettono a rischio la dignità degli ospiti.  Le Rsa non devono essere semplici “contenitori”, ma luoghi di vita, cura e rispetto».

«La non autosufficienza non è più un’emergenza, ma una realtà strutturale – hanno continuato –. Va affrontata con risorse, riforme e volontà politica, non con pannicelli caldi o misure parziali. Le famiglie calabresi non possono più essere lasciate sole».

La regione, infatti, «vive una condizione strutturale di marginalità e disuguaglianza nell’accesso ai servizi socio-sanitari. A partire dalla scarsa distribuzione delle Rsa, con particolare sofferenza nella provincia di Vibo Valentia e nelle aree interne, dove vive oltre il 70% dei calabresi. Su 404 Comuni, ben 266 ricadono in territori montani o a bassa densità, una fetta importante della cittadinanza che si trova sistematicamente esclusa da servizi fondamentali per la dignità e la salute».

«La Calabria, oggi più che mai, ha bisogno di politiche strutturali e di uno Stato che non lasci indietro nessuno», hanno detto , esprimendo soddisfazione per «l’importante esito in Commissione Bilancio del Senato dell’emendamento che avrebbe modificato i Lea, aumentando i costi per le famiglie che si fanno carico dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Una misura che, se approvata, avrebbe aggravato una situazione già insostenibile per migliaia di nuclei familiari calabresi, che in molti casi devono affrontare rette Rsa fino a 3.000 euro mensili».

«I posti letto disponibili nel settore Rsa – hanno spiegato – sono gravemente insufficienti, un dato tra i più bassi in Italia. Le strutture residenziali accreditate, a gestione quasi totalmente privata, non sono proporzionati al bisogno della Calabria, condizione che contribuisce alla negatività dei Lea».

«A ciò si aggiunge l’assenza di un’efficace integrazione socio-sanitaria: manca un circuito solido per le dimissioni protette, costringendo molti anziani, anche con gravi patologie, a essere affidati alle cure familiari. Una situazione – hanno evidenziato – che alimenta una spirale di abbandono, stress economico e inadeguatezza dell’assistenza, aggravata dalla cronica carenza di medicina territoriale e dalla fragilità della rete di emergenza-urgenza».

Spi, Fnp e Uilp Calabria hanno, poi, denunciato «la latitanza delle istituzioni regionali, incapaci di rispondere con tempestività alle istanze di prossimità e assistenza, soprattutto nelle aree lontane dai presìdi ospedalieri. È inaccettabile che la medicina di territorio, in una regione orograficamente complessa come la Calabria, non venga messa al centro della programmazione sanitaria».

Per queste ragioni, Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp Calabria «chiedono con forza: il rafforzamento dei servizi domiciliari, soprattutto nei territori rurali e marginali, investimenti pubblici per le nuove strutture RSA e per la riqualificazione di quelle esistenti, una specifica  attenzione alla normativa sull’autorizzazione e accreditamento, il rispetto della contrattazione collettiva per chi vi lavora e il controllo della qualità delle prestazioni offerte e l’attuazione della legge sulla non autosufficienza con il coinvolgimento delle parti sociali e una regia chiara tra Stato, Regioni ed Enti locali».

«Nel contesto della crescente longevità e dell’invecchiamento della popolazione – hanno detto – la categoria dei pensionati si configura come una delle più vulnerabili e bisognose di attenzione nelle politiche pubbliche. L’impegno del Governo non può limitarsi ad interventi parziali e a soluzioni temporanee se non peggiorative.

«È necessaria una riforma strutturale – hanno concluso – che investa in modo significativo nella formazione e nel reclutamento di personale socio-sanitario e che assicuri l’accesso a servizi di qualità per le persone non autosufficienti. Il Governo non può voltarsi dall’altra parte: la popolazione anziana cresce e, con essa, la necessità di un sistema che garantisca tutela, dignità e diritti. La Calabria, oggi più che mai, ha bisogno di politiche strutturali e di uno Stato che non lasci indietro nessuno».

I sindacati, infine, hanno espresso soddisfazione per la l’importante esito in Commissione Bilancio del Senato dell’emendamento che avrebbe modificato i LEA, aumentando i costi per le famiglie che si fanno carico dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Una misura che, se approvata, avrebbe aggravato una situazione già insostenibile per migliaia di nuclei familiari calabresi, che in molti casi devono affrontare rette RSA fino a 3.000 euro mensili.

Cgil, Cisl e Uil chiedono incontro urgente a Occhiuto per vertenza Abramo

Un incontro urgente per «affrontare e definire la situazione dei lavoratori a progetto coinvolti nella vertenza Abramo». È quanto hanno chiesto gil, Cisl e Uil Calabria, insieme alle categorie interessate Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom, nella convinzione che il confronto continuo con il Presidente della giunta regionale, frutto di un percorso unitario fatto da Cgil, Cisl e Uil Calabria, ha portato alla risoluzione di una vertenza storica.

«La necessità di dare risposte concrete a questi lavoratori – hanno proseguito i sindacati – è ormai improrogabile. Essi hanno garantito per anni servizi essenziali e oggi si trovano in una situazione di forte incertezza occupazionale. È necessario individuare soluzioni concrete che garantiscano la stabilità occupazionale di queste lavoratrici e di questi lavoratori e favorire un percorso di sviluppo sostenibile per il settore, attraverso strumenti adeguati di politica attiva del lavoro e un piano di riconversione strutturato».

«Parallelamente – hanno aggiunto – accogliamo con soddisfazione l’imminente avvio del percorso di formazione per i lavoratori di Abramo, un passaggio essenziale per garantire la loro piena riqualificazione e per favorire l’avvio del processo di dematerializzazione».

«Questo rappresenta un ulteriore passo avanti– hanno proseguito – nella tutela dei lavoratori coinvolti nella vertenza confermando l’impegno sindacale per la salvaguardia dell’occupazione e per la creazione di condizioni lavorative stabili e dignitose. Tuttavia, la formazione non può essere un punto di arrivo, ma deve rappresentare il primo tassello di un più ampio piano di rilancio industriale che garantisca prospettive concrete e durature a tutti i lavoratori coinvolti».

«Continueremo a monitorare – hanno assicurato – con attenzione il rispetto degli impegni assunti dalle aziende e dalle istituzioni, affinché nessun lavoratore venga lasciato indietro e si pongano le basi per un sistema occupazionale solido e duraturo nella nostra regione».

«Ribadiamo il nostro impegno – hanno concluso – a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori e chiediamo al presidente Occhiuto un incontro per definire la vicenda legata ai Lavoratori a progetto e per affrontare in modo definitivo le criticità del mercato del lavoro, con particolare attenzione alle politiche attive e agli investimenti necessari per lo sviluppo economico del territorio. Nella convinzione che solo attraverso un impegno concreto e condiviso sarà possibile garantire stabilità e prospettive occupazionali ai lavoratori e alle loro famiglie». (rcz)

Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil: Rinnovato Contratto aziendale dell’Arsac

Nella sede dell’Arsac è stato rinnovato il contratto aziendale regionale per i lavoratori dei settori agricolo, agroalimentare e zootecnico.

Il contratto, che sarà in vigore dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2027, rappresenta un importante risultato sindacale e che interessa molti lavoratori (operai, impiegati e quadri). 

Un rinnovo frutto di un intenso percorso di confronto, che mette in evidenza il valore della contrattazione e che ha visto protagoniste le segreterie regionali di categoria Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, rappresentati rispettivamente dal Segretario Generale Michele Sapia e dai Segretari regionali Federica Pietramala e Antonio De Gregorio, mentre per l’azienda Arsac dal Direttore Generale Fulvia Caligiuri.

«Un interessante lavoro contrattuale e di partecipazione attiva – hanno dichiarato i sindacalisti – capace di rispondere alle nuove sfide che caratterizzano il comparto della filiera agroalimentare calabrese, estendere garanzie e tutele e, soprattutto, promuovere il lavoro di qualità ben retribuito e sicuro nell’era dell’intelligenza artificiale e sostenibilità ambientale». 

Tra le novità del contratto siglato: nuove norme sulla parità di genere, violenza di genere, sicurezza sul lavoro e pari opportunità.

Prevista l’istituzionalizzazione di giornate annuali itineranti su salute e sicurezza sul lavoro e prevenzione degli infortuni. Integrati ulteriori aspetti normativi riguardanti la modernizzazione delle macchine e attrezzature per ridurre rischi e pericoli sui luoghi di lavoro, incrementi retributivi per i lavoratori che svolgono più attività e mansioni, con una maggiorazione stipendiale mensile pari al 15%, integrazioni sul premio continuità di servizio e modifiche all’articolato su malattia e periodo di comporto in caso di malattia e infortuni.

«Ora è necessario – conclude la nota sindacale unitaria – per dare piena operatività all’Azienda regionale Arsac, avviare un necessario ricambio generazionale per garantire rilancio dell’Ente e supporto al settore agricolo regionale». (rcz)

Cgil, Cisl e Uil: Passi avanti per Tis, ma irrisolto il problema delle risorse

Le segreterie di Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil, hanno rilevato come l’emendamento per i tirocinanti di inclusione sociale faccia alcuni passi in avanti dal punto di vista normativo, lascia gravemente irrisolto il nodo delle coperture economiche.

Ivan Ferraro, segretario generale Nidil Cgil, Gianni Tripoli, segretario generale Felsa Cisl e Oreste Valente, segretario generale Uiltemp Uil hanno spiegato come l’emendamento, infatti, introduce novità positive che vanno incontro alle richieste avanzate in questi mesi da queste organizzazioni sindacali, come l’ampliamento delle possibilità di assunzione a enti pubblici diversi da Comuni e Province fino al 31 dicembre 2026, la possibilità di stipulare contratti a tempo determinato o indeterminato, anche part-time, come lavoratori sovrannumerari, e l’adozione di procedure semplificate, tra cui l’avviamento a selezione previsto dall’articolo 16 della Legge 56/1987».

«Tuttavia, senza risorse adeguate – hanno rilevato – queste disposizioni rischiano di rimanere lettera morta. Con soli 60 milioni di euro, si sarebbe potuto garantire un contratto dignitoso a circa 4.000 famiglie calabresi, offrendo finalmente diritti e tutele a chi da anni sostiene servizi essenziali nei Comuni e negli enti locali. Il governo, invece, ha scelto di destinare risorse enormemente superiori ad altre finalità: nella Legge di Bilancio 2024, si trovano 13,5 miliardi di euro per il Ponte sullo Stretto, 28 miliardi di euro per le spese militari e 100 milioni di euro aggiuntivi per le scuole paritarie».

«Queste cifre evidenziano una differenza abissale nelle scelte politiche, – hanno proseguito i sindacalisti – che ancora una volta penalizzano i lavoratori precari e il Mezzogiorno, negando risposte a chi vive in condizioni di precarietà assoluta. Queste decisioni sono l’ennesima dimostrazione di una politica romana lontana dalle priorità del Paese, che aggrava le disuguaglianze territoriali e sociali. Il Mezzogiorno e i lavoratori precari vengono ancora una volta dimenticati, subendo scelte che si sommano ad altre misure già adottate, come l’autonomia differenziata, che continua a penalizzare i territori più fragili, privandoli di risorse fondamentali e opportunità di sviluppo».

«La responsabilità ora passa alla Regione Calabria – hanno detto ancora – che avrà il compito di affrontare questa situazione in modo concreto e responsabile, come già dichiarato dal Presidente Occhiuto nell’ultimo incontro. La proposta avanzata dall’Assessore Regionale al Lavoro di un contributo una tantum di 25.000 euro per le assunzioni a tempo indeterminato, per quanto ampiamente condivisibile in linea principio, è troppo ottimistica e non otterrà gli effetti sperati, poiché riguarderà solo una minima parte della platea, incidendo poco sul problema complessivo di 4200 lavoratori. Sappiamo, purtroppo, che quasi il 48% dei Comuni calabresi si trova in condizioni di dissesto o predissesto finanziario e già molti Sindaci sollevano la difficoltà di sostenere gli stipendi oltre il primo anno, finito il contributo regionale. Inoltre, qualsiasi aumento di spesa per il personale richiede l’autorizzazione della Cosfel, un ulteriore ostacolo che complica gravemente la possibilità di avviare le assunzioni necessarie. Anche i Comuni non in dissesto, pur disponendo di condizioni finanziarie leggermente migliori, non sono in grado di assorbire tutti i tirocinanti in utilizzo».

«Di fronte a questa situazione – hanno detto ancora – le organizzazioni sindacali hanno chiesto alla Regione Calabria di attuare una doppia strategia, destinando i 25mila euro anche per finanziare i contratti a tempo determinato di 18 mesi a 18 ore settimanali. Questa proposta rappresenta una soluzione più percorribile per garantire dignità e tutele a migliaia di lavoratori, interrompendo finalmente il percorso di sfruttamento rappresentato dai tirocini ed accedendo ai diritti fondamentali di ogni lavoratore».

«Allo stesso tempo, permetterebbe agli Enti locali di applicare concretamente le deroghe previste dagli emendamenti appena approvati, offrendo una risposta reale e immediata ai lavoratori e alle loro famiglie. È una scelta necessaria per riconoscere il valore di questi lavoratori – hanno concluso – che da anni garantiscono servizi essenziali nei Comuni, nelle Province, nelle Asp, nelle scuole e in altri enti pubblici, e per sostenere il funzionamento della pubblica amministrazione calabrese». (rcz)

Cgil, Cisl e Uil Calabria: Tavolo al Mimit opportunità fondamentale per vertenza Abramo

«I commissari e il Ministero partecipino con determinazione e pragmatismo al tavolo, dando priorità alle soluzioni a favore dei lavoratori e della comunità calabrese». È quanto hanno ribadito Cgil, Cisl e Uil Calabria, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil Calabria, evidenziando come «la riunione del 6 novembre al Mimit per la vertenza Abramo rappresenta un’opportunità fondamentale per definire un percorso condiviso e operativo, evitando ogni possibile problema che possa rallentare l’adozione delle misure di sostegno e stabilità per i lavoratori».

«La situazione, da tempo al centro di un percorso complesso, vede coinvolte centinaia di lavoratori il cui futuro occupazionale è appeso a un filo», hanno detto le organizzazioni sindacali, ribadendo la determinazione a proseguire, con decisione,  il confronto con le istituzioni regionali e nazionali per trovare una soluzione definitiva alla vertenza che coinvolge i lavoratori della Abramo Customer Care.

I sindacati, infatti, hanno partecipato a due incontri con il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, durante i quali è stato illustrato un percorso di azioni per affrontare e risolvere la difficile situazione. Da sempre, riteniamo fondamentale il coinvolgimento delle istituzioni e di tutti gli attori coinvolti per costruire un processo di risoluzione rapido, condiviso e incentrato sulla tutela dei diritti dei lavoratori.

«Oggi – hanno ribadito ancora – serve un approccio innovativo per trovare una soluzione concreta. Una delle proposte innovative emerse riguarda l’impiego dei lavoratori della Abramo Customer Care nel processo di dematerializzazione delle cartelle cliniche e la loro integrazione nei fascicoli sanitari elettronici, un’attività strategica per il miglioramento dei servizi sanitari regionali. Tale misura non solo valorizzerebbe le competenze dei lavoratori, ma garantirebbe un contributo concreto alla digitalizzazione del sistema sanitario calabrese, rendendo i servizi più efficienti e accessibili ai cittadini».

«Inoltre, l’idea di inserire questi operatori nel percorso Dunamis – hanno spiegato – sfruttando gli incentivi all’occupazione, rappresenta un’opportunità concreta per offrire stabilità lavorativa e per promuovere l’integrazione di queste risorse nel tessuto produttivo della regione».

«Da parte sua – hanno detto i sindacati – la Regione Calabria ha già preso un impegno importante, destinando 15 milioni di euro di fondi comunitari a supporto delle iniziative di riqualificazione e reimpiego dei lavoratori coinvolti. Queste risorse rappresentano una base fondamentale per sostenere economicamente le azioni previste e garantire che le soluzioni prospettate siano economicamente sostenibili e di lungo periodo».

«Cgil, Cisl e Uil Calabria – dice la nota dei sindacati – insieme alle rispettive categorie, ribadiscono il proprio impegno nel portare avanti questa battaglia a tutela dei lavoratori della Abramo Customer Care. Siamo pronti a collaborare con le istituzioni e con l’azienda per definire una soluzione complessiva che non solo risponda alle esigenze di continuità lavorativa, ma rappresenti anche un investimento sul futuro della Calabria e del suo tessuto produttivo».

«Continueremo a monitorare, attentamente – hanno concluso – l’evolversi della situazione, mantenendo alta l’attenzione sulle necessità dei lavoratori e delle loro famiglie e puntando a una risoluzione che salvaguardi il diritto al lavoro e alla dignità professionale». (rcz)

Sanità privata, sindacati incontrano la struttura commissariale ma è fumata nera

È fumata nera per l’incontro avvenuto per il mancato rinnovo contrattuale Aiop/Aris Sanità privata tra i segretari di categoria Baldari e Sciolino per Fp Cgil, Giordano e Rubino per Cisl Fp e Bloise per Uil Fpl per le Associazioni datoriali, i rappresentanti di Aiop e Aris, Anaste, Agidae, Uneba, Anisap, Andiar, Federlab e il sub-commissario Esposito.

I segretari di categoria hanno rappresentato unitariamente le ragioni della vertenza nazionale riguardo il mancato rinnovo contrattuale Aiop/Aris Sanità privata e per il contratto unico Aiop/Aris Rsa che interessa oltre 200mila unità su tutto il territorio nazionale, che forniscono importanti servizi ospedalieri, riabilitativi, territoriali, socioassistenziali.

In ragione dei lunghi blocchi contrattuali che sembrano reiterarsi, 14 anni per il Ccnl Sanità privata (rinnovato una sola volta nel 2020 sul triennio 2016/18) e la lunga attesa verso il contratto unico per Aiop/Aris Rsa da chiudersi entro giugno 2024 con salari fermi al 2012, le lavoratrici e i lavoratori di questo comparto hanno aderito in massa allo sciopero dello scorso 23 settembre indetto dalle organizzazioni sindacali che hanno chiamato in causa anche le Regioni, chiedendo la revoca degli accreditamenti per le strutture che non rinnovano i contratti o applicano contratti poco dignitosi.

Anche nell’incontro che si è tenuto ieri in Calabria, i rappresentanti sindacali hanno espresso la necessità di porre dei vincoli negli accreditamenti regionali, revisionando l’attuale regolamento e coinvolgendo le organizzazioni sindacali al fine di assicurare omogeneità di trattamento retributivo e di condizioni di lavoro garantiti da puntuali rinnovi contrattuali, nel rispetto del principio che a uno stesso lavoro debbano corrispondere lo stesso salario e gli stessi diritti.

Tutte le parti datoriali presenti al tavolo, anche quelle non direttamente interessate ai rinnovi contrattuali oggetto della convocazione, hanno comunicato che i rinnovi contrattuali per loro sono condizionati alla modifica delle tariffe che vanno incrementate ed ai finanziamenti che in questo senso saranno a loro destinati dal governo e dalla Regione a cui hanno chiesto conto anche del mancato rimborso delle spese sostenute durante la pandemia, aggiungendo infine che, data la lievitazione dei costi, potrebbero essere a rischio a breve i livelli occupazionali.

Il Commissario Esposito ha esposto i limiti finanziari a cui è sottoposta la Calabria, quale regione vincolata al piano di rientro, ed ha anche comunicato che il 70 per cento delle tariffe calabresi, benché datate, superano la media delle tariffe nazionali e quindi la Regione ha pochi margini finanziari su cui poter fare leva.

«Alla luce di quanto emerso dall’incontro – si legge in una nota – resta intatta la distanza tra le rivendicazioni avanzate dalle organizzazioni sindacali a livello nazionale e locale e le parti datoriali che legano indissolubilmente e unicamente il trattamento dei lavoratori ai finanziamenti istituzionali. (rcz)

L’OPINIONE / Baldari, Giordano e Bloise: Attuare stabilizzazione dei precari all’Asp di RC

di ALESSANDRA BALDARI, LUCIANA GIORDANO E WALTER BLOISE – Lo scorso 27 settembre è stata pubblicata la delibera n. 765 a firma del direttore generale e della Direzione Strategica dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, che ha per oggetto il “mantenimento in servizio dal 01.10.2024 al 31.12.2024 rapporti di lavoro a termine”.

Nella stessa Delibera viene specificato in premessa: “che l’Azienda con deliberazione n° 276 del 28 marzo 2024 ha preso atto degli esiti dell’avviso di ricognizione indetto con la citata deliberazione n.1131 del 21.12.2023, stabilendo che, considerato il numero elevato delle domande pervenute, nel rispetto delle risorse complessivamente programmate per l’assunzione in conformità al piano dei fabbisogni, le assunzioni potranno essere realizzate, in via prioritaria, nei confronti del personale che ha prestato servizio nell’Azienda titolare della procedura, attenendosi anche alle disposizioni pattizie tra la Regione Calabria e Organizzazioni sindacali di cui all’allegato B del Dca 152/2022” e “stabilita la somma per il personale con contratto di lavoro libero professionale” delibera “la prosecuzione dei rapporti di lavoro in scadenza fino al 30.09.2024 fino al 31.12.2024 per assicurare la continuità dei servizi aziendali”.

Continuano pertanto, in evidente spregio agli accordi sindacali regionali del 20.06.2022, del 20.12.2022 e del 27.3.2024 e alla delibera n. 276 del 28.03.2024 del direttore generale dell’Asp RC, a venire esclusi dai meccanismi occupazionali – pur se precari – professionisti qualificati. Gli stessi professionisti che con il loro lavoro hanno sostenuto l’azione dell’Asp di Reggio Calabria, non solo durante il periodo di contingenza determinato dalla pandemia CoVid-19, ma anche dopo, quando sono stati utilizzati proficuamente in diverse Unità Operative dell’Azienda, soprattutto in quelle afferenti il Dipartimento di Prevenzione, stante la grave carenza di tali figure professionali nella provincia di Reggio Calabria.

Esclusione ancor più contraddittoria visto quanto espresso in premessa nella delibera n.765/ 2024 sulla priorità da attribuire alle assunzioni del personale che ha prestato servizio nell’Azienda, anche in ragione dei patti tra Regione Calabria e Organizzazioni Sindacali (evidentemente non rispettati).

Una manovra vergognosa e irragionevole, pertanto, non giustificata neppure da una presunta carenza di fondi che – come sostenuto nel corso di incontri sindacali – avrebbero reso necessaria l’esclusione del personale con contratto atipico, visto che nella delibera 765 vengono elencati i conti ai quali viene imputata la spesa destinata proprio al personale con contratto di lavoro libero professionale.

Stiamo assistendo ad una nuova rappresentazione teatrale di “Figli di un Dio minore” di Mark Medoff, per porre fine alla quale chiediamo che venga attuato il processo di stabilizzazione di tutto il personale dirigenziale e non dirigenziale sanitario, sociosanitario, amministrativo, tecnico e professionale, in possesso dei requisiti necessari, secondo quanto previsto dall’avviso esplorativo n. 1131 del 21.12.2023 e nel rispetto degli Accordi assunti con L’Ente Regione e con il Commissario alla Salute. (ab, lg, wb)

[Alessandra Baldari,  Luciana Giordano e Walter Bloise sono rispettivamente segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Calabria]

Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil Calabria: Valorizzare personale e salari per una Bonifica sempre più efficiente

Per Fai Cisl Calabria, Flai Cgil Calabria, Filbi Uil Calabria, «la classificazione e la valorizzazione del personale operaio ed avventizio rappresentino precondizioni necessarie ad una Bonifica sempre più efficiente».

I sindacati, partecipando all’Assemblea per la consultazione dell’ipotesi di piattaforma per il rinnovo biennale degli aspetti economici del Ccnl per i dipendenti del Consorzio di Bonifica, hanno apprezzato la piattaforma valorizzando l’importanza della contrattazione di secondo livello, l’attenzione per la salute e la sicurezza sul lavoro e lo strumento della formazione ma anche presentando alcuni emendamenti.

In particolare, le sigle confederali hanno proposto, tra l’altro, di estendere agli operai avventizi quanto previsto dall’art.73 del Ccnl con riferimento al passaggio al parametro superiore appena terminato il periodo massimo di permanenza nel precedente e di introdurre l’indennità per l’incarico di Capo Operaio e la responsabilità civile verso terzi. I sindacati chiedono altresì che venga riconosciuta l’indennità di pasto anche per gli operai avventizi e che vengano meglio valorizzate le nuove figure, come responsabile tecnico delle opere della derivazione, e le figure preposte alle attività inerenti le dighe (ingegnere responsabile, guardiano, topografi e addetti alle rilevazioni).

Fai, FlaI e Filbi Calabria tenuto conto dell’attuale eccezionale fase di congiuntura economica e dei profondi cambiamenti che il sistema Consortile dovrà affrontare nei prossimi anni, al fine di garantire che il potere d’acquisto dei dipendenti sia adeguato al reale costo della vita propongono, fermo restando l’articolazione quadriennale del contratto collettivo nazionale, un aumento salariale del 6,5%, per il biennio 2025-2026.

Il contesto in cui si inserisce il rinnovo economico del biennio 2025 26 è ancora particolarmente complesso.  Per questa ragione nell’ultimo rinnovo del CCNL le parti hanno definito in via eccezionale, visto la fase di congiuntura economica e produttiva, un’articolazione quadriennale per gli aspetti normativi e biennale per gli aspetti economici. (rcz)

Per Fai Cisl Calabria, Flai Cgil Calabria, Filbi Uil Calabria, «la classificazione e la valorizzazione del personale operaio ed avventizio rappresentino precondizioni necessarie ad una Bonifica sempre più efficiente».

I sindacati, partecipando all’Assemblea per la consultazione dell’ipotesi di piattaforma per il rinnovo biennale degli aspetti economici del Ccnl per i dipendenti del Consorzio di Bonifica, hanno apprezzato la piattaforma valorizzando l’importanza della contrattazione di secondo livello, l’attenzione per la salute e la sicurezza sul lavoro e lo strumento della formazione ma anche presentando alcuni emendamenti.

In particolare, le sigle confederali hanno proposto, tra l’altro, di estendere agli operai avventizi quanto previsto dall’art.73 del Ccnl con riferimento al passaggio al parametro superiore appena terminato il periodo massimo di permanenza nel precedente e di introdurre l’indennità per l’incarico di Capo Operaio e la responsabilità civile verso terzi. I sindacati chiedono altresì che venga riconosciuta l’indennità di pasto anche per gli operai avventizi e che vengano meglio valorizzate le nuove figure, come responsabile tecnico delle opere della derivazione, e le figure preposte alle attività inerenti le dighe (ingegnere responsabile, guardiano, topografi e addetti alle rilevazioni).

Fai, FlaI e Filbi Calabria tenuto conto dell’attuale eccezionale fase di congiuntura economica e dei profondi cambiamenti che il sistema Consortile dovrà affrontare nei prossimi anni, al fine di garantire che il potere d’acquisto dei dipendenti sia adeguato al reale costo della vita propongono, fermo restando l’articolazione quadriennale del contratto collettivo nazionale, un aumento salariale del 6,5%, per il biennio 2025-2026.

Il contesto in cui si inserisce il rinnovo economico del biennio 2025 26 è ancora particolarmente complesso.  Per questa ragione nell’ultimo rinnovo del CCNL le parti hanno definito in via eccezionale, visto la fase di congiuntura economica e produttiva, un’articolazione quadriennale per gli aspetti normativi e biennale per gli aspetti economici. (rcz)

Incontro al ministero della P.A. per i tirocinanti, le proposte dei sindacati

Sono sei le proposte che Cgil, Cisl e Uil Calabria – assieme a Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e UilTemp – hanno presentato all’incontro con il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo per discutere le questioni fondamentali della vertenza Tis in Calabria.

Proroga tecnica per i tirocinanti in scadenza nel 2024

Per garantire che nessun tirocinante perda un solo giorno di lavoro, è stata concordata una proroga tecnica per coloro che vedono scadere il loro tirocinio nel 2024. L’impegno della Regione Calabria è quello di fornire una serie di azioni per iniziare a svuotare il bacino già tra 5-6 mesi affinché la legge diventi operativa. In seguito, con l’adozione dei decreti attuativi, i Comuni potranno predisporre i contratti necessari e procedere con la firma dei lavoratori. Questo passaggio è fondamentale per mantenere la continuità lavorativa, vista anche l’assenza di coperture previdenziali come la Naspi. L’emendamento sarà presentato nel contesto del Decreto Omnibus.

Accompagnamento alla pensione su base volontaria per circa 900

È stata stabilita la possibilità di uno scivolo pensionistico su base volontaria per circa 900 lavoratori over 60. I lavoratori che sceglieranno questa opzione riceveranno un sussidio di 600 euro mensili fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Questa misura è rivolta principalmente a chi, avendo già accumulato un’anzianità contributiva sufficiente, non trarrebbe ulteriori benefici da una contrattualizzazione. Chi invece non ha ancora raggiunto l’anzianità contributiva necessaria per andare in pensione, può scegliere di continuare e partecipare ai percorsi di contrattualizzazione. Lo scivolo pensionistico è, in sostanza, un’opzione per chi non ha convenienza a restare contrattualizzato, poiché il valore della loro pensione non cambierà con l’eventuale contrattualizzazione o stabilizzazione.

Incremento delle risorse per la contrattualizzazione del bacino Tis e deroghe

L’impegno preso riguarda la modifica dell’emendamento approvato a febbraio scorso, per includere tutti i tirocinanti esclusi, ossia quelli che non rientrano negli enti locali. Inoltre, dovrà essere introdotta una nuova deroga che consenta di superare il limite del 25% per le assunzioni a tempo determinato in part-time rispetto al totale dei dipendenti. Infine, dovranno essere individuate, in collaborazione con il ministero del Lavoro, il Mef e la Regione Calabria, le risorse economiche necessarie per permettere agli enti di procedere alla contrattualizzazione dei tirocinanti in modo efficace e sostenibile.

Incentivo di 25.000 euro per assunzioni a tempo indeterminato

Gli enti che intendono assumere a tempo indeterminato, sfruttando l’art. 16 e l’emendamento trasformato in legge per quanto riguarda le stabilizzazioni, riceveranno un incentivo di 25.000 euro pro capite. Questo incentivo sarà concesso anche ai lavoratori che vorranno avviare un’attività economica in proprio. L’obiettivo è agevolare e velocizzare le assunzioni e stimolare la domanda di lavoro, favorendo una transizione verso l’occupazione stabile e sostenendo anche l’imprenditorialità individuale per chi volesse.

Estensione delle deroghe assunzionali e nuove figure professionali

È stato proposto di estendere le deroghe assunzionali includendo nuovi enti che potrebbero offrire opportunità di lavoro ai tirocinanti. Inoltre, si sta valutando l’introduzione di nuove figure professionali contrattualizzabili come, per esempio, il personale di assistenza nei Pronto Soccorso e in altri settori sanitari. Questo comporterà la creazione di percorsi formativi specifici, che permettano ai tirocinanti di acquisire competenze utili per nuove opportunità occupazionali.

Tavolo tecnico per emendamenti e modifica della normativa

Un tavolo tecnico sarà istituito nei prossimi giorni per lavorare sugli emendamenti alla normativa attuale. L’obiettivo è quello di apportare modifiche legislative che permettano la contrattualizzazione dei tirocinanti nei prossimi mesi, rispettando le condizioni attuali per facilitare la transizione lavorativa.

Da settimana prossima, inoltre, saranno attivati tavoli permanenti tra Regione Calabria, Anci e ministero della Pubblica Amministrazione per definire gli emendamenti di legge necessari e garantire che tutti i tirocinanti ottengano un contratto già a partire dai primi mesi del 2025.

I sindacati al ministero della Pubblica Amministrazione per la vertenza dei tirocinanti

Si è stabilito di affrontare la questione del precariato nel più breve tempo possibile, attraverso percorsi differenziati, nel corso dell’incontro svoltosi al ministero della Pubblica Amministrazione, tra i Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – rispettivamente Angelo Sposato, Tonino Russo e Mariaelena Senese – insieme ai rappresentanti delle categorie Nidil, Felsa e Uiltemp con i segretari Nazionali Borghese, Barillaro e Petrassi, oltre ai Segretari Regionali Ferraro, Tripoli e Muzzopappa – e il ministro Paolo Zangrillo. Presenti anche lo staff dirigenziale e tecnico del Ministero.

Il Ministro, seppur in collegamento da remoto, era pienamente aggiornato sugli sviluppi della vertenza, grazie anche all’incontro regionale avvenuto la scorsa settimana tra i sindacati, il Presidente Occhiuto e l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese.

È stata, dunque, valutata l’ipotesi di avviare subito un programma di prepensionamento, offrendo un sussidio di 600 euro mensili per accompagnare volontariamente alla pensione i lavoratori over 60 interessati. Per gli altri lavoratori, invece, sarà necessario incrementare le risorse per garantire una corretta contrattualizzazione nei prossimi mesi, attraverso percorsi occupazionali differenziati. Tra le proposte discusse, oltre al prepensionamento, vi è un contributo di 25.000 euro come “dote” pro capite. Questo contributo potrebbe essere erogato ai Comuni e agli Enti che assumeranno i tirocinanti a tempo indeterminato, oppure direttamente ai lavoratori che scelgono un’uscita volontaria per avviare attività in proprio.

Si è deciso, inoltre, di estendere le deroghe assunzionali ad altri Enti per facilitare ulteriormente la contrattualizzazione. Tra le proposte, vi è anche l’introduzione di nuove figure professionali, come il personale di assistenza per i Pronto Soccorso e gli ospedali, attraverso percorsi formativi specifici.

Il tavolo tecnico dovrà, ora, lavorare immediatamente agli emendamenti necessari da apportare alla normativa vigente, con l’obiettivo di garantire un contratto per tutti i tirocinanti già nei prossimi mesi.

Poiché la condizione attuale dei tirocinanti deve essere mantenuta per l’applicazione delle norme, sarà presentato un emendamento al Decreto Omnibus per ottenere una proroga tecnica, che consenta la continuità lavorativa. Questa misura è fondamentale, soprattutto vista l’assenza di tutele previdenziali come la Naspi.

Le parti, poi, hanno convenuto sia necessario un tavolo tecnico interministeriale, al quale dovranno prendere parte Governo, Regione, Anci e parti sociali, per dare corso alle misure ed individuare le soluzioni. Il sindacato confederale, infine, continuerà a monitorare attentamente la situazione relativa alla vertenza del bacino dei Tis calabresi per garantire che tutti gli impegni presi al tavolo ministeriale vengano rispettati in tempi rapidi.

«Dopo tanto impegno e lavoro oggi abbiamo tracciato il percorso che auspichiamo ci possa portare alla chiusura del più difficile bacino di precariato esistente in Calabria di cui abbiamo ricostruito la storia e i costi. Ora passiamo immediatamente all’azione partendo dalla proroga dei tirocini per arrivare in tempi brevi alla definizione del percorso lavorativo di ognuno», ha detto l’assessore calabrese, a termine dell’incontro.

«Con una squadra di uomini e donne competenti (Maria Cantarini, Fortunato Varone, Roberto Cosentino, Pasquale Capicotto, Eugenia Montilla, Marina Petrolo, Roberta Cardamone, Maurizio Nicolai) – ha sottolineato l’assessore – abbiamo lavorato per creare le giuste condizioni per raggiungere l’importante obiettivo che con il presidente Roberto Occhiuto ci siamo prefissati: chiusura del bacino e di non creare più neanche un precario nella Pubblica Amministrazione».

«Ora puntiamo – ha proseguito – alla condivisione delle nostre proposte che sono certo che la Deputazione parlamentare calabrese, con nuovo e ulteriore impegno di Francesco Cannizzaro e con la spinta dei miei rappresentanti Wanda Ferro, Alfredo Antoniozzi, Eugenia Roccella, Fausto Orsomarso ed Ernesto Rapani ci, porterà verso l’importante risultato.

«Un particolare ringraziamento – ha concluso – a tutte le organizzazioni sindacali con le quali si è instaurato un rapporto di leale collaborazione finalizzata alla risoluzione di alcune ataviche problematiche che da anni interessano la nostra Calabria. Desideriamo mettere la parola fine alla più imbarazzante pagina voluta da una vecchia classe politica irresponsabile e scellerata».

Un incontro positivo per Sposato, ricordando in un video che «come sindacato, insieme alla Regione, abbiamo chiesto che si possa istituire un tavolo tecnico interministeriale per decidere la road map da seguire ai fini della contrattualizzazione attraverso più modalità ma soprattutto la costituzione di una dote finanziaria per le pubbliche amministrazioni per avviare la contrattualizzazione o, in alternativa, in autoimprenditorialità. C’è inoltre la possibilità di individuare un accompagnamento alla pensione per coloro che hanno maturato i requisiti o progettualità in altri settori come quello sanitario».

«Per fare questo – ha proseguito – occorre una deroga alla normativa – ha specificato –. Al ministro abbiamo chiesto di procedere alla proroga e poi creare un contesto normativo per accompagnare questo percorso individuando risorse statali. Abbiamo detto che cinque milioni sono insufficienti  e abbiamo chiesto che si possa costituire un tavolo interministeriale permanente con Regione, Anci e Governo per individuare subito l’impianto normativo ai fini della contrattualizzazione e per la proroga che serve nell’immediato. Siamo fiduciosi, c’è cauto ottimismo». (rrm)