TUTELA DI MINORI E SUPPORTO A FAMIGLIE
A RC: NON VOLTARSI MA «FARE QUADRATO»

di ANTONIETTA MARIA STRATI – A Reggio i minori e le loro famiglie invocano aiuto, Save the Children, il Tribunale per i Minorenni e il Centro Comunitario Agape rispondono. E lo fanno rinnovando un accordo che attiva ulteriori azioni concrete a tutela dei diritti dei minori e delle famiglie in difficoltà.

Un impegno, quello del Centro Comunitario Agape reggino – guidato da Mario Nasone  – e del Tribunale per i Minorenni – guidato da Marcello D’Amico – continuo. A giugno, infatti, parlavano di «adolescenza e infanzia ferita» e chiedevano delle strategie d’intervento coinvolgendo  le diverse istituzioni ed agenzie che si occupano dei minori per una riflessione a più voci.

Lo stesso Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, Antonio Marziale, aveva ribadito la necessità di «fare «quadrato attorno ai bambini», e, oggi, lo si fa assieme a Save the Children, dove si chiede una maggiore assunzione di responsabilità da parte delle Istituzioni e delle Associazioni.

E, con questo spirito, il Presidente del Tribunale per i minorenni, Marcello D’Amico, ha accolto la disponibilità di Save The Children e del Centro Comunitario Agape, di rinnovare un accordo di collaborazione che ha dato importanti risultati negli anni scorsi e che si ora si prefigge di attivare ulteriori azioni concrete a tutela dei diritti dei minori e delle famiglie in difficoltà. Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i minori a rischio e garantire loro un futuro, e Agape, con consolidata esperienza nell’ambito minorile, vogliono essere una risorsa per il Tribunale per i minorenni che continua ad essere un presidio fondamentale per la tutela degli interessi dei minori. 

A raccontare l’importante lavoro che svolte il Tribunale, è stata Tiziana Catalano, psicologa e giudice onorario al Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria: «diversi ruoli entrano in gioco perché si entra nella vita di persone, e sappiamo già che abbiamo bisogno di diverse competenze».

«Dobbiamo anche qui però – ha proseguito – dirci la verità: L’intervento dentro le mura di casa è il più doloroso, e sapete che accade? Che la società fa muro.Ci stiamo dimenticando del bambino che soffre,  La società all’intervento come risponde? Ah ma lo stato è duro, è violento… ma com’è possibile sostenere questo? Quando la società dice così, dimentica il bambino. È proprio nel momento dell’intervento che la società deve insistere, non dimenticare. Al Tribunale quindi, si lavora in punta di piedi. Lo stato allora deve entrare, ma il villaggio deve essere solidale, non battersi il petto poi quando accade il fatto increscioso».

Il nuovo protocollo, curato dal giudice onorario Giuseppe Marino e alla cui ratifica erano presenti il magistrato minorile Paolo Ramondino, la rappresentante regionale dei programmi di Save the Children, Carla Sorgiovanni e  la volontaria avvocata Elisabetta Martelli di Agape, che curerà con il Giudice onorario Marino il servizio di ascolto e coordinamento dell’intesa e che sarà operativo da settembre, prevede collaborazioni diverse.

Ad esempio la realizzazione, a cura di Save the Children e dei propri partner, nei territori di San luca e Locri, del progetto Buon Inizio, crescere in una comunità educante che si prende cura, già finanziato dall’impresa sociale Con I Bambini e rivolto alle famiglie, con la partecipazione a livello consultivo del Tribunale per i Minorenni, la realizzazione di momenti formativi e/o di approfondimento sulla protezione e ascolto dei Minori Stranieri Non Accompagnati (Msna rivolti al personale del Tm  e a tutti gli attori – istituzionali e non – che a vario titolo si occupano della protezione dei minori migranti e operano nel territorio di competenza del Tribunale. 

Inoltre, l’accordo include la realizzazione di momenti formativi e/o di approfondimento sulla legislazione in materia di responsabilità genitoriale e sulla valutazione della capacità genitoriale rivolti agli operatori dei progetti socio-educativi che Save the Children ed Agape promuovono sul territorio ed ai rappresentanti dei servizi  sanitari servizi sanitari, sociali ed scolastici.                         

Il Centro Comunitario Agape garantirà, avvalendosi di volontari qualificati, l’apertura di un punto di ascolto c/o il Tribunale per i Minorenni per la consulenza alle persone in difficoltà ed ai cittadini che hanno esigenza di rivolgersi al Tribunale per i Minorenni, lo stesso servizio sarà svolto presso la sede del Centro Comunitario Agape e sarà, inoltre, istituito un servizio telefonico attraverso il quale potranno essere raccolte le richieste di assistenza e di aiuto  per le famiglie, gli insegnanti, le associazioni impegnate nella tutela dei minori.Verranno garantiti, su richiesta delle scuole interessate, incontri formativi e di consulenza con gli insegnanti e le famiglie c/o i presidi scolastici,  e si collaborerà all’esecuzione dei provvedimenti adottati dal Tribunale per i Minorenni a sostegno dei minori appartenenti a nuclei familiari in difficoltà.

Tra questi anche il consultorio per adolescenti Spazio Zeta, promosso all’interno del progetto Orientamento al futuro, lo Spazio genitori ed un servizio di orientamento legale a cura degli avvocati volontari della Marianella Garcia

Secondo le prescrizioni dell’autorità giudiziaria minorile in sinergia con i giudici togati, onorari e con i curatori, il Centro Comunitario Agape collaborerà con proprio personale qualificato al monitoraggio dei minori del distretto allontanati dalla propria famiglia d’origine mettendo a disposizione risorse e servizi, curerà infine  uno sportello informativo sull’affido etero familiare e iniziative di sensibilizzazione e formazione delle famiglie interessate d’intesa con il Tribunale.

 Tutte azioni, queste, volte esclusivamente alla tutela dei minori e delle loro famiglie. Sicuramente il recente Piano di sostegno alle fragilità approvato dalla Giunta regionale – e plaudito dal Coordinamento regionale Affido e Adozione – è un primo passo per la vera tutela dei più piccoli, che «che necessitano di azioni di sostegno e di accompagnamento».

Ma non solo: è fondamentale, anche, «promuovere un ambiente educativo sicuro, rispettoso e inclusivo», come avevano ribadito i ragazzi e le ragazze del progetto Altavoce promosso da Save the Children e realizzato a Reggio dal Centro Comunitario Agape. Un intervento, il loro, a seguito dell’aggressione che ha coinvolto due studenti del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”, in cui hanno ribadito la necessità di «creare un ambiente scolastico e comunitario in cui ogni ragazzo possa sentirsi al sicuro, rispettato e sostenuto. La prepotenza e la violenza non hanno spazio nella nostra società, e dobbiamo lavorare insieme per prevenirli e affrontarli con determinazione e coraggio».

Ma non è solo la comunità a doversi impegnare. Ai primi di luglio, Lucia Lipari, del Centro Comunitario Agape e Claudio Venditti, del Forum Famiglia, si sono rivolti ai parlamentari affinché seguissero, con forte impegno, l’iter della riforma sui tribunali per i minorenni, «rappresentando a livello di Governo e del parlamento la situazione degli uffici giudiziari della regione coinvolti».

L’attenzione, in particolare, era da rivolgere al Tribunale per i Minorenni di Reggio e di Catanzaro, che operano  in contesti dove la criminalità organizzata, le sacche di povertà e la debolezza del sistema del Welfare producono fenomeni gravi e diffusi di disagio sociale e di devianza, veri e propri avamposti di legalità che rischiano di essere  privati della loro funzione di tutela dei minori  per la mancanza di risorse a cui si unisce la complessità del nuovo quadro legislativo».

«L’attività svolta dal Tribunale per i Minorenni finora è stata cruciale – hanno evidenziato – per salvaguardare in particolare i diritti dei minori vittime di crimini domestici, inseriti in quei contesti in cui il paradigma offensivo si sviluppa quotidianamente. Si deve fare pertanto  di tutto per  scongiurare possibili disfunzioni nel sistema giudiziario».

«Per questo è necessario considerare che, oltre allo slittamento – hanno concluso – il Ministero della Giustizia provveda alla destinazione di fondi per l’assunzione di personale, anche di carattere amministrativo, che possa supportare la  riforma  che sin dalla sua stesura non ha ritenuto di prendere in considerazione le effettive realtà degli uffici giudiziari e dei territori». (ams)

TUTELA MINORI, LA CALABRIA È INDIETRO:
SONO NECESSARI SERVIZI E SOSTEGNO

di FRANCESCO CANGEMI – La Calabria è indietro nell’attenzione verso i minori. La fotografia è stata scattata dal 13esimo rapporto stilato dal Gruppo Crc – Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Dal rapporto emerge una realtà in cui le ragazze ed i ragazzi che vivono nel nostro Paese manifestano un malessere diffuso, che si esprime in diversi modi, ma riguarda tutte le sfere dell’esistenza e coinvolge le diverse fasce d’età. Pesa la percezione di un futuro incerto: crisi economiche ricorrenti, crescenti disuguaglianze, pandemia, guerre anche ai confini dell’Europa.

Nello stesso tempo resta viva in molti bambini e ragazzi, sia la consapevolezza delle sfide che il mondo attraversa, sia la volontà di impegnarsi personalmente e collettivamente per affrontarle. Su queste grandi risorse, di coscienza e di solidarietà, si può e si deve far leva per rendere bambini e ragazzi più protagonisti del loro presente e del loro futuro.

Il lungo isolamento generato dal Covid ha comportato il rarefarsi dei luoghi di incontro ed ha indotto molti giovani e giovanissimi a chiudersi in sé stessi, e ad un eccessivo utilizzo dei media. I dati a livello nazionale evidenziano una sorta di “onda lunga” dell’aumentato rischio di dipendenza tecnologica tra bambini e adolescenti. In molte città mancano anche punti di riferimento territoriali, luoghi aggregativi aperti, spazi gioco, contesti di socializzazione occasionali e liberi come piazze e cortili. Senza considerare il tema della scarsità di spazi verdi cittadini a disposizione di bambini e ragazzi, essenziali per lo sviluppo psicofisico.

«È quindi necessario e doveroso – è scritto nel rapporto – che gli adulti assumano responsabilità e riconoscano le mancanze dell’attuale sistema per avviare un ripensamento complessivo delle politiche avendo un orizzonte temporale di lungo periodo ed in maniera che coinvolga tutta la comunità educante, se non si vuole perdere di vista un’intera generazione. E per far questo è centrale ascoltare le ragazze e i ragazzi, promuoverne il protagonismo e tenere conto delle loro esigenze e della loro opinione per giungere alla piena attuazione dei loro diritti».

Secondo gli ultimi dati rilevati da Gruppo Crc le persone di minore età in Calabria sono 299.140, il 15,9% della popolazione totale della regione (media nazionale 15,7%), in diminuzione rispetto al precedente rapporto del 2018. Il tasso di natalità (per mille abitanti) è di 7,4, superiore dello 0,6 alla media nazionale. La speranza di vita alla nascita è di 82 anni (in linea con la media nazionale). Le famiglie con 5 o più componenti sono 6,1 su 100, rispetto alla media italiana di 5,2, mentre i nuclei monogenitoriali sono il 16,7% (media italiana di 17,5%).

La percentuale di minori in povertà relativa è del 32,7%, superiore di 12,3 punti rispetto alla media nazionale, e in diminuzione di 10,1 rispetto alla prima edizione. La percentuale di minori che vive in abitazioni prive di alcuni servizi e con problemi strutturali è un dato non rilasciato perché la numerosità campionaria è troppo bassa. I bambini e i ragazzi di 6-17 anni che nel tempo libero hanno l’abitudine alla lettura di libri sono il 35,9%, quota inferiore alla media nazionale del 51,9%.

La percentuale di bambini e ragazzi di 3-17 anni che, nel tempo libero, praticano sport in modo continuo o saltuario è del 51,5%, inferiore di 8,3 punti rispetto alla media nazionale, e con un trend in aumento di 13,3 punti rispetto alla prima edizione. Per quanto riguarda la povertà educativa digitale, la percentuale di minori tra 6 e 17 anni che non utilizzano Internet è del 18,5%, superiore rispetto alla media nazionale del 15,7%. La percentuale dei minori che non consuma un pasto proteico al giorno è un dato non disponibile per la Regione Calabria.

Rispetto ai dati relativi all’ambiente familiare e misure alternative, in Calabria il tasso di affidamenti familiari è di 1,2 ogni mille residenti (media italiana 1,5), valore in aumento rispetto alla precedente edizione. I bambini e gli adolescenti stranieri in affidamento familiare sono l’8,8%, inferiore di 10,1 rispetto alla media italiana, ed in diminuzione rispetto al precedente Rapporto. Il tasso per mille residenti di 0-17 anni nei servizi residenziali per persone di minore età è di 1,1 (media nazionale 1,3), con una tendenza in aumento.

La percentuale di bambini e adolescenti stranieri presenti nei servizi residenziali è del 16% (inferiore di 38,9 punti rispetto alla media nazionale), mentre la percentuale di bambini e adolescenti accolti nei servizi residenziali con disabilità certificata è del 2,8% (leggermente inferiore alla media italiana). Rispetto alle adozioni, le dichiarazioni di adottabilità di minori per adozione nazionale sono state 44 (1237 il totale nazionale), di cui 11 da genitori ignoti. Il numero di minori per i quali è stata rilasciata l’autorizzazione all’ingresso in Italia per adozione internazionale secondo la regione di residenza dei genitori adottivi è di 74 (il totale nazionale è di 1205).

Rispetto al tema relativo alle persone di minore età con un genitore detenuto, la percentuale di colloqui con minori sul totale dei colloqui è del 35,9% (rispetto alla media nazionale del 20,4%), mentre il numero di istituti penitenziari in cui è presente una ludoteca è di 3 su 12.

I dati su educazione indicano che la percentuale dei comuni coperti da servizi socioeducativi per la prima infanzia è del 22,8%, inferiore di 37,3 punti alla media nazionale del 60,1%. Il numero di posti nei servizi socioeducativi per la prima infanzia per 100 bambini di 0-2 anni è di 10,9% (Italia 26,9%). Tra i bambini iscritti alla scuola dell’infanzia, il 78,4% è iscritto alla scuola pubblica e il 21,5% alla scuola privata. Gli anticipatari sono l’8,7%, superiori di 4,5 rispetto alla media nazionale. La percentuale di alunni della scuola primaria che usufruiscono del servizio mensa è del 24,6% decisamente inferiore rispetto alla media nazionale del 56,3%.

Nelle scuole statali sono presenti 8.733 alunni con disabilità, mentre la percentuale di alunni con cittadinanza non italiana presenti nelle scuole di tutti gli ordini è del 4,3%. La percentuale di Early School Leaver è del 16,6% (Italia 13,1%), mentre la percentuale di Neet è del 34,6% (media nazionale 23,3%). La percentuale di edifici in cui è presente il certificato di agibilità è del 21,16%, inferiore rispetto alla media italiana del 39%. Considerando l’area salute e servizi, il numero medio di residenti per sede consultoriale è di 29.054 (Italia 32.325). Sono presenti 13 punti nascita, di cui il 23,1% con meno di 500 parti l’anno (media nazionale 24%) e in aumento rispetto ai dati riportati nel Rapporto del 2018. I bambini residenti per medico pediatra sono 897 (Italia 966,7), con tendenza in diminuzione rispetto alla prima edizione. Rispetto alle coperture vaccinali: la copertura per il morbillo è del 78,7%, inferiore di 16,5 punti rispetto alla media nazionale del 95,2% e con una tendenza in diminuzione.

La percentuale di bambini obesi e gravemente obesi è del 15,7%, superiore di 6,3 punti rispetto alla media nazionale, ma con una tendenza in diminuzione. Il tasso di mortalità infantile è del 3,95‰, rispetto alla media nazionale 2,88‰. Passando all’ambiente, e specificatamente alla qualità dell’aria urbana, i livelli di esposizioni della popolazione urbana all’inquinamento atmosferico da particolato pm 2,5 superiore a 10 mcg/m3 è dell’80%, inferiore di 1,9 rispetto al dato nazionale 81,9%. Infine, la disponibilità di verde urbano in Calabria è di 62,5, superiore del 28,7 rispetto alla media nazionale di 33,8. In merito al tema della protezione, i minori stranieri non accompagnati presenti e censiti in Calabria sono 362 (Italia 7.802), con tendenza in diminuzione.

Con riferimento alle persone di minore età in stato di detenzione o misure alternative, nei Servizi residenziali sono presenti 36 minorenni, il 2,7% rispetto al totale nazionale di 1.310, in diminuzione. Infine, considerando i minori vittime di abusi, i reati per maltrattamento contro familiari e conviventi segnalati nel 2020 sono 665, il 3% del totale nazionale (21.709). (fc)

Il Consiglio regionale approva mozione su Età del consenso

Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato la mozione sull’età del consenso presentata dal consigliere regionale Giuseppe Neri. Si tratta di una mozione che vuole preservare la condizione di fragilità, il benessere e l’interesse superiore dei bambini, valori fondamentali condivisi da tutti gli Stati membri e che devono essere promossi senza alcuna discriminazione.

«Per età del consenso si intende, nel linguaggio giuridico, l’età a partire dalla quale una persona può essere considerata capace di dare un comportamento informato a condotte disciplinate dalla legge e in particolare, nel linguaggio colloquiale, per quel che riguarda i rapporti sessuali. In Italia, l’età del consenso è fissata a 14 anni, uno dei limiti più bassi al mondo, tuttavia, esistono Paesi che annoverano un limite ancora più basso – ha spiegato il consigliere Neri –. In Nigeria, ad esempio, il limite è fissato a 11 anni, nelle Filippine e in Angola l’età del consenso si raggiunge a 12 anni mentre, in Giappone il limite è fissato a 13 anni».

«In molti Paesi poi, come l’Italia – ha proseguito – si dibatte addirittura dell’opportunità di abolire la legge sull’età del consenso, nel rispetto di una presunta assoluta libertà di autodeterminazione del minore che aprirebbe ancora di più la strada verso possibili abusi, con tutte le gravi ripercussioni che una condotta abusante può avere sulla formazione della personalità e sessualità di questi. Essendo la sfera sessuale, come sede dei valori più intimi della persona, un tema molto delicato quando coinvolge una personalità fragile e ancora in fase di evoluzione come quella di un minore, è necessario sviluppare un programma di azione che miri a costruire un mondo più a misura di bambino».

«A tal fine, occorre predisporre una maglia di protezione che tuteli il corretto e non precoce sviluppo psico-fisico del minore, risiedendo tale tutela nella immaturità anche sessuale di esso, nel rispetto dovuto all’infanzia e alla prima adolescenza – ha continuato il Capogruppo di FdI –.  La maturità del soggetto deve riguardare non solo l’aspetto fisico ma, anche e soprattutto quello psichico, posto che un minore difetta di quelle capacità di giudizio che gli consentano di valutare le implicazioni, specialmente di carattere etico, connaturate ai comportamenti sessuali».

Da qui, la necessità e il dovere di impegnare la Giunta regionale ad intraprendere, presso le competenti sedi nazionali, comunitarie ed internazionali, avvalendosi del supporto e delle funzioni istituzionali del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, le opportune interlocuzioni affinché i governi e le assemblee legislative rispettino quanto convenzionalmente contemplato dalla dichiarazione Onu, che fissa nei 18 anni il raggiungimento della maggiore età.

«Il bambino, proiettato violentemente in una realtà che non gli appartiene perché non è propria della sua età biologica, viene violentato anche nella sua dignità di essere umano – ha concluso il Capogruppo di FdI –. Non considerato più come persona, ma come oggetto, rimane paralizzato nella violenza che poi lo accompagnerà nella crescita e nello sviluppo della personalità con conseguenze nella socializzazione. Per questo, è fondamentale intervenire con leggi ancora più severe per coloro che abusano di minori ma anche, individuare preventivamente quelle situazioni a rischio e creare i presupposti affinché lo sviluppo del minore possa essere garantito nella sua integrità». (rrc)