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La Calabria ultima in Europa per la Pubblica Amministrazione

La Calabria ultima in Europa per la Pubblica Amministrazione

Per la qualità istituzionale, la Calabria, insieme alla Campania, sono ultime in Europa. È il triste primato della nostra regione che è stato rilevato dallo studio promosso dalla Cgia di Mestre, sulla base dei dati elaborati dall’Istituto Ambrosetti e da Deloitte.

La nostra regione, infatti, nell’indice Europeo sulla qualità istituzionale pari a -2,09, mentre per il tema qualità è -2,14, tema impazialità -2.24 e tema corruzione  -1,65.

«I tempi, i costi e la farraginosità della cattiva burocrazia italiana – si legge nello studio – costituiscono un problema che caratterizza negativamente il nostro Paese, all’interno del quale sono presenti forti differenziazioni tra Nord e Sud, nonché tra regioni a statuto ordinario e regioni a statuto speciale. Nel Mezzogiorno, dove la nostra Pubblica Amministrazione (PA) è meno efficiente, la situazione è maggiormente critica. Non è un caso, infatti, che molti investitori stranieri rifiutino a trasferirsi in Italia proprio per la difficoltà di approcciarsi con il nostro sistema burocratico che non ha eguali tra i nostri principali partner europei».

«Secondo l’Ufficio studi CGIA – si legge – il miglioramento dell’efficienza della macchina pubblica deve svilupparsi secondo tre direttrici: innanzitutto attraverso una digitalizzazione estesa del rapporto tra PA e imprese, soprattutto attraverso il dialogo tra le banche dati pubbliche; standardizzazione dei procedimenti e della modulistica; riorganizzazione delle competenze e riduzione del numero di enti pubblici coinvolti nel medesimo procedimento. In questo modo si creeranno le condizioni per applicare finalmente il principio dell’ “once only”, in base al quale le pubbliche amministrazioni non possono chiedere all’impresa i dati già in loro possesso».

«Infine, secondo gli artigiani mestrini – continua il rapporto – l’impresa deve poter contare su norme chiare, senza doversi assumere la responsabilità di interpretazioni incerte, rischiando di essere sanzionata a seguito di controlli da parte di soggetti diversi, non coordinati, o che interpretano in maniera differente la medesima normativa. In sintesi, le imprese chiedono che il rapporto con la PA si semplifichi con una sola istanza, una sola piattaforma informatica, una sola risposta ed un solo controllo». (rrm)