La consigliera regionale del PD, Amalia Bruni, ha denunciato le condizioni del servizio mensa all’Ospedale di Paola, chiedendo all’Asp di Cosenza «¨n cambio di passo per ridare dignità ai pazienti».
«Pazienti e familiari denunciano con insistenza la scarsissima qualità del cibo, spesso descritto come immangiabile, tanto da costringere i parenti a cucinare e portare personalmente i pasti ai degenti, due volte al giorno e per intere settimane», ha detto Bruni, aggiungendo come «mi è stata raccontata la storia di una persona che ha assistito la madre ricoverata, portandole ogni giorno da casa il cibo. Il problema diventa drammatico per chi non ha accanto familiari o amici disponibili: ci sono degenti che rischiano di non nutrirsi affatto, o di farlo in modo inadeguato, con gravi ripercussioni sulla salute e sul recupero clinico».
«Siamo davanti – ha continuato la consigliera – a un servizio unico per l’intera ASP, e da tempo al centro di critiche che sembrano cadere nel vuoto. Non entro nel merito delle responsabilità gestionali, ma è chiaro che ci troviamo di fronte a una questione di dignità, salute e rispetto della persona, che non può più essere ignorata».
«La sanità non è fatta solo di macchinari e reparti, ma anche di tutto ciò che ruota intorno alla cura e al benessere delle persone fragili», ha ricordato Bruni.
«Non so se esista già una commissione interna o se l’argomento sia stato approfondito dopo una recente polemica pubblica – ha proseguito – ma una cosa è certa: non possiamo voltare la testa dall’altra parte, soprattutto quando a parlare sono pazienti e familiari esasperati da situazioni che si ripetono da troppo tempo».
«Non servono atti ma ascolto, verifica immediata e un cambio di passo. Restituire umanità e decoro ai servizi ospedalieri è il primo passo per recuperare la fiducia perduta», ha detto Bruni.
«Soprattutto ora, con l’appalto scaduto, è indispensabile pretendere che questa vergogna non si ripeta mai più. Non si può tollerare oltre – ha concluso – un disservizio che offende la dignità dei pazienti e delle loro famiglie. Ogni futura assegnazione dovrà essere improntata al rispetto rigoroso della qualità, della trasparenza e della responsabilità sociale. La sanità non può permettersi altri errori, né altri silenzi».