L’intervista di Calabria.Live al Presidente Roberto Occhiuto

di SANTO STRATI – Buongiorno Presidente.

– È stata una campagna elettorale brevissima, ma intensa. Aspra e feroce, con frequente mancanza di fair play da entrambi le parti. Se dovesse dare una valutazione, spassionata, sul suo impegno – obiettivamente notevole – in questa campagna elettorale che voto si darebbe? Può spiegare, a elezioni vinte, qual è stata – a suo avviso – la strategia vincente?

«Sono un perfezionista, e non mi accontento mai. Quindi mi do 8. È stata una campagna elettorale dura, purtroppo anche cattiva. Io l’ho condotta con grande serietà, raccontando ai calabresi tutto ciò che ho fatto in questi quattro anni e spiegando loro come avrei voluto continuare a cambiare la Regione. Penso sia stata premiata la mia concretezza, la mia autorevolezza, il fatto che i cittadini hanno potuto vedere quanto realizzato dandomi dunque fiducia per i prossimi cinque anni. Non ho fatto promesse roboanti, ho avanzato proposte sostenibili e nelle quali credo».

– Quali ritiene siano state le cose della campagna elettorale che oggi non rifarebbe? Può, comunque darne una spiegazione? Ha teso la mano al suo avversario Tridico, che molto elegantemente le ha fatto i complimenti non appena si è visto come la sua vittoria era ormai scontata. Probabilmente, il prof. Tridico tornerà a Bruxelles. Pensa davvero di poter davvero costruire una collaborazione trasversale con lui?

«Come le dicevo sono un perfezionista. Dunque, rifarei tutto, migliorandolo. Tutti coloro che vogliono collaborare per il bene della Calabria troveranno sempre porte aperte. Spero, in questa legislatura, di avere un’opposizione più stimolante e collaborativa. Negli scorsi quatto anni, tranne qualche rara eccezione, la sinistra non ha mai partecipato attivamente alla vita politica regionale: tanti attacchi politici, nessuna proposta concreta».

– Come valuta il lavoro della stampa in questa campagna elettorale? Da politico navigato è certamente in grado di esprimere un giudizio non affrettato o di maniera. Com’è cambiata la comunicazione politica su stampa, radio e tv da quando lei è entrato in politica? Che giudizio dà sui social, spesso sguaiati e dispensatori seriali di fake news e falsità, pur immediatamente riconoscibili come tali?

«Soprattutto nella fase precedente alla presentazione delle liste abbiamo avuto, contro il sottoscritto, una campagna mediatica e di odio senza precedenti. Per settimane alcuni media hanno inventato di tutto pur di tentare di indebolirmi. Fake news, attacchi, falsità che purtroppo hanno coinvolto anche i miei figli. Qualcuno si è inventato anche un genere letterario, le ‘voci’. Voci che dicevano questo, voci che dicevano quello. Quelle voci sono rimaste voci, chissà se mai esistite, certamente mai verificate, e chi sentiva le voci avrà dovuto fare una scorta di limoni e bicarbonato».

– Quali sono – secondo lei –  i punti del suo programma che hanno convinto i calabresi a ridarle fiducia? O ritiene sia prevalsa soltanto la fiducia conquistata in quattro anni di governo regionale?

«Come le dicevo prima, i calabresi hanno potuto sperimentare in questi quattro anni la mia concretezza. Se dico una cosa, poi la faccio. Altri promettevano migliaia di assunzioni e reddito di cittadinanza per tutti. Io raccontavo i risultati raggiunti nel corso della prima legislatura e lanciavo proposte mirate e precise. È stata premiata la serietà e la visione».

– I primi cento giorni sono, per ogni presidente, un momento importante per indicare il percorso che si intende seguire. Quali sono le sue priorità e quali interventi ha in mente di attuare da subito?

«Una delle prime cose che farò sarà il ‘reddito di merito’. Come ho raccontato in campagna elettorale, la migrazione nella nostra Regione inizia spesso all’Università. Chi va a studiare fuori difficilmente poi torna in Calabria. Eppure abbiamo Atenei straordinari, che il Censis inserisce tra i migliori d’Italia. Dunque voglio dare un incentivo, legato al merito, ai ragazzi calabresi che scelgono le nostre Università: 500 euro al mese a chi sarà in corso con gli esami previsti e avrà almeno la media del 27».

– La sanità è il “lato oscuro” della regione: quale strategia potrebbe trasformare – a suo avviso – quell’ “è” in “era”? Alcune sue scelte molto criticate (tipo il reclutamento dei medici cubani) sono state poi adottate anche da altri governatori…

«Il prossimo obiettivo sarà quello di liberarci dalle camicie di forza del commissariamento prima e del piano di rientro dopo. Subito dopo, tornando dopo 15 anni nel pieno governo della sanità, saremo finalmente nelle condizioni di poter riformare radicalmente il sistema sanitario regionale. Il nostro piano prevede l’accorpamento di tutti gli ospedali provinciali (sia Spoke che Hub) sotto uniche Aziende ospedaliere provinciali, con le Aziende sanitarie provinciali che invece saranno specializzate esclusivamente sull’assistenza territoriale (gestione e organizzazione delle case di comunità e degli ospedali di comunità, delle Aggregazioni funzionali territoriali, dei medici di medicina generale, delle guardie mediche, degli ambulatori, degli erogatori convenzionati di prestazioni sanitarie). Con questa grande riforma avremo un’immediata ottimizzazione organizzativa, nella gestione delle risorse, del personale, dei posti letto».

– Ha in mente un piano di incentivazioni per far tornare i medici calabresi in Calabria? Negli ospedali del Nord o di Roma, solo per fare un esempio, la lingua più parlata è il dialetto calabrese (quello dei medici e quello dei pazienti che vanno lì a farsi curare). E lo stesso vale per gli infermieri e i tecnici di laboratorio: molti hanno le famiglie al Sud e tornerebbero di corsa. È solo un problema di soldi?

«Se in anni complessi siamo già riusciti a realizzare riforme profonde e migliaia di nuove assunzioni, con l’uscita dal commissariamento la Calabria sarà pronta a varare un vero e proprio maxi-piano di reclutamento di medici e infermieri, per dare ancora più forza e futuro alla nostra sanità. Già nel 2026 potremo assumere circa 1.300 unità di personale di cui circa 350 medici, 375 infermieri, 181 operatori sociosanitari e il restante negli altri ruoli.

Avremo, inoltre, un piano strategico per reclutare nuovi medici, attraverso speciali incentivi economici che utilizzeremo per attrarre camici bianchi in servizio o pensionati che vogliono venire a risiedere e a lavorare in Calabria».

– La Calabria le ha ampiamente confermato la fiducia che già le aveva concesso nel 2021. Dopo quell’elezione su “Calabria.Live” abbiamo scritto che aspirava a diventare il Presidente dei calabresi e non della Calabria. A che punto ritiene di essere, oggi, in questo ammirevole proposito? È stato il presidente di tutti i calabresi o di una parte? E in questo caso cosa ha impedito la realizzazione di progetti che avrebbero trasformato il territorio? Fermo restando che ha davanti a sé cinque anni per portare a termine la sua visione…

«Mi sono sempre comportato come il presidente di tutti i calabresi, e continuerò a farlo. Come ho detto subito dopo la vittoria, dopo una campagna elettorale dai toni spesso feroci, adesso la Regione ha bisogno di una fase di pacificazione. Spero di avere un’opposizione incalzante, ma consapevole della reciproca necessità di abbassare i toni, per il bene della Calabria e dei calabresi”.

– Il capitale umano di cui dispone la Calabria è immenso e potrebbe davvero cambiare il volto di questa terra. Lei ha introdotto una narrazione diversa – bisogna dargliene atto – indicando una Calabria positiva che utilizza i suoi giovani e le sue donne per costruire il futuro delle nuove generazioni. Ma intanto ancora troppi cervelli sono costretti a fare la valigia, sapendo che hanno quasi sempre un biglietto di sola andata. Come pensa di fermare quest’esodo che si traduce in un impoverimento del territorio?

«Sta cambiando la percezione della nostra terra, in Italia e nel mondo. Non più come territorio segnato solo da problemi irrisolti, ma come una Regione che vuole e sa raccontare le proprie eccellenze. La Calabria, oggi, non è più la Regione che subisce le narrazioni altrui: è la Regione che scrive la propria storia, che rivendica con orgoglio la propria identità e che guarda al futuro, ai prossimi cinque anni, con la certezza di poter offrire al Paese e al mondo il meglio di sé. Le ho raccontato della mia ricetta per tentare di far restare quanti più giovani possibile. Sul resto continueremo a lavorare per attrarre investimenti e dunque opportunità. Il futuro di un territorio non si costruisce con l’assistenzialismo, ma con lo sviluppo e la crescita. Dobbiamo creare sempre più un habitat regionale ideale per le imprese e per le multinazionali che voglio scommettere sulla Calabria».

– Lo spopolamento non è solo un fenomeno calabrese. Borghi troppo piccoli sempre più abbandonati, dove rimangono solo gli anziani. Cosa ha in mente per rigenerare questi paesi, cui non bisogna sottrarre l’identità ma garantire servizi e innovazione. In quest’ultimo caso la rete è scarsa ed è difficile pensare di promuovere il South Smart Working se non ci sono connessioni a ultra banda che permettano il lavoro da remoto.

«Per contrastare il fenomeno dello spopolamento e favorire il ripopolamento dei piccoli comuni delle aree interne, la Regione attiverà il programma “Casa Calabria 100”, che prevede la concessione di un contributo fino a 100.000 euro destinato all’acquisto e alla ristrutturazione di abitazioni. Il contributo sarà riconosciuto a quanti decideranno di trasferire la propria residenza in un comune delle aree interne, con l’obiettivo di generare nuova domanda abitativa, stimolare l’economia locale attraverso il comparto edilizio e contribuire al rilancio sociale ed economico dei borghi calabresi».

– A Reggio e a Crotone si è tornati a volare. E nessuno può toglierle il merito. Ma non crede che la Calabria abbia bisogno di un grande piano per allargare la ricettività e i servizi turistici? Non basta far arrivare gli stranieri (che irrimediabilmente si innamorano subito di questa terra) ma bisogna offrire loro servizi, logistica, mobilità. E disegnare percorsi alternativi al tradizionale binomio mare/montagna. C’è il turismo culturale, religioso, quello degli escursionisti, etc. E quello delle radici.

«Noi abbiamo portato migliaia di turisti, soprattutto stranieri, con numeri record per tutti gli aeroporti calabresi. Bisogna continuare a migliorare le strutture ricettive, in Calabria abbiamo bisogno di alberghi a 5 stelle, e sulla mobilità: da qualche tempo abbiamo anche Uber. Per sviluppare questi punti occorre stimolare le imprese e attrarre investimenti. Ma mi aspetto tanto dagli imprenditori e dai giovani calabresi che vogliono mettersi in gioco. Noi stiamo mettendo a disposizione la canna da pesca e l’esca, ma adesso serve che qualcuno inizi realmente a pescare».

– I calabresi del mondo sono rappresentati all’interno della Regione da una Consulta voluta da una legge del lontano 2000. La Consulta in 25 anni ha finanziato con grande parsimonia tarantelle e sagre della salsiccia negli Stati Uniti e in Canada, solo per fare qualche esempio, ma in realtà dovrebbe diventare, con le necessarie risorse, il motore propulsore di un modello di attrazione non solo turistica per chi vuole riscoprire le proprie radici, ma un attrattore formidabile per investimenti di calabresi che hanno fatto fortuna all’estero e amerebbero fare impresa nella propria terra. Quale sarà il suo impegno in questo senso? Concorda sul grande patrimonio costituito dai calabresi nel mondo e di quanto possa valere il loro essere testimonial (gratuiti) della propria terra?

«Credo che i calabresi nel mondo rappresentino uno strumento importante per lo sviluppo e la promozione della nostra regione a livello culturale e la Consulta è senz’altro un’opportunità per costruire un ponte necessario per il ritorno dei cittadini calabresi sparsi nel mondo. Io credo molto nel Turismo delle radici. Nel Piano di promozione del turismo 2025 abbiamo inserito, tra le azioni prioritarie, anche il progetto “Turismo delle radici 2025. Il Giubileo dei Calabresi”. La promozione della riscoperta delle origini ha anche ricadute significative da un punto di vista economico e di sviluppo del territorio, soprattutto in termini di contrasto allo spopolamento dei nostri borghi. Mi piacerebbe che la Calabria si vestisse a festa per uno-due mesi all’anno e in questi due mesi potesse accogliere tutti i calabresi di seconda, terza, quarta generazione incentivando l’arrivo in Calabria magari attraverso la contribuzione sui biglietti aerei».

Dalla Calabria la vittoria di Occhiuto è un segnale per il Paese

di SANTO STRATI –La vittoria formidabile, anche se pressoché scontatissima, di Roberto Occhiuto dà un segnale chiaro al Paese, che solo chi non vuole non riesce a captare.

Gli italiani hanno voglia di “centro”, non si fidano più dei Cinque Stelle e di questa sinistra “sparsa” che dovrebbe ripensare a quello che ha presentato, come campo “larghissimo”, nel candidare il prof. Tridico.

E allo stesso tempo i Fratelli di Giorgia dovrebbero capire che la destra “esagerata” non ha futuro e occorre, necessariamente, studiare e avviare un percorso dove il centro abbia un ruolo ben definito.

Un ruolo di tutto rispetto che, volere o volare, solo Forza Italia con i suoi alleati “moderati” è riuscita a comprendere. Non ci voleva una laurea in psicologia per interpretare le aspirazioni del Paese: stanco di una conflittualità perenne destra-sinistra (che in realtà non esistono più come entità politiche) e, a volte, persino trovato a rimpiangere i tempi della “balena bianca”, quando i partiti erano “partiti” e per la politica si usava la maiuscola. Altri tempi e nessun ricambio della classe dirigente che ha costruito il Paese, lo ha fatto crescere, nel confronto (ma anche scontro) dialettico che indicava priorità e percorsi ben delineati per lo sviluppo.

Il campo largo non funziona e solo il PD di Elly Schlein continua a fingere di non capire che le “nozze” con Giuseppe Conte contengono qualcosa che gli italiani fanno fatica a digerire. Quegli italiani che sono stati illusi dal guitto incantatore Beppe Grillo e dal gran regista Casaleggio, ma che ben presto hanno scoperto che le formule, alla fine, sono uguali per tutti i partiti e le chiacchiere pentastellate non facevano certamente rimpiangere i programmi (solo a parole) della prima Repubblica.

Certo, la scadenza elettorale di oggi nella rossissima Toscana ridarà fiato a questa coalizione più raccogliticcia che coesa, ma, tra qualche mese, quando si andrà a votare in Campania, non sono da escludere clamorosi colpi di scena.

Per le elezioni calabresi, la sensazione è che questa coalizione ha giocato con l’idea di perdere, rassegnata a trovare un agnello sacrificale (Pasquale Tridico) che sì è trovato fuori ruolo e disperatamente “abbandonato” in pasto alle volpi del voto (ogni riferimento a Francesco Cannizzaro è espressamente voluto).

Da fine apprezzatissimo docente, qualificato e ascoltato economista, Tridico si è smarrito, probabilmente anche per la mancanza di buoni consiglieri, nel marasma della politica regionale e le sue genuine e sincere intenzioni sono diventate oggetto di meme e di sberleffi (che si dovevano sicuramente evitare) da parte di diversi rappresentanti del centrodestra.

Anche a Napoli il Pd ha abdicato: non ha saputo esprimere un proprio candidato in grado di rappresentare quella sinistra erede di grandi idee (e finte rivoluzioni) che si riconosce nei padri nobili dell’Ulivo (e forse con qualche rimpianto del vecchio Pci).

Fico è un altro pentastellato che non ha mai amministrato e porta in dote una opaca presidenza della Camera, di cui si ricordano più le gaffes che i discorsi, e che non ha lasciato tracce sensibili persino tra i suoi sodali.

Un perfetto “inadatto” per la poltrona di Governatore della Regione Campania la quale sta guidando, con orgoglio un rinascimento partenopeo di respiro mediterraneo e internazionale di cui il Paese dovrebbe essere orgoglioso.

La sinistra, con un nuovo improbabile campo largo, è convinta di raccogliere messe di voti, a prescindere, ma nessuno è in grado di sapere cosa farà De Luca, il Presidente spodestato da una legge “infame”, che avrebbe voluto governare a vita. Appoggerà incodizionatamente Fico, facendo prevalere il senso di appartenenza a un partito che non gli è congeniale, o metterà in atto qualche diabolico scherzetto di cui solo i politici d’alto lignaggio sono capaci?

Il segnale che viene dalla vittoria di Occhiuto dovrebbe aprire gli occhi a Giorgia Meloni. Conquistare la Campania non è una missione impossibile, anche se bisogna tener presente la legge dei numeri e a Napoli, soprattutto, la sinistra ha sempre fatto risultato, ma questo potrebbe avvenire  se la destra di governo capta questa voglia centrista e ne fa un progetto vincente.

Il candidato prescelto, il viceministro Edmondo Cirielli, già generale dei Carabinieri, non è proprio quello che ha una concreta idea di centro, però potrebbe raccogliere il consenso dei moderati che guardano con sospetto all’attuale governo, ma sono completamente delusi da una sinistra che ha smarrito il cammino.

L’eventuale perdita della Campania (ammettiamolo, non è difficile per il campo largo) significherebbe per gli elettori di sinistra l’ammissione che il re è nudo e nessuno fino a oggi ha avuto il coraggio di dirlo. Servirebbe il bambinetto della favola di Andersen a far capire all’attuale dirigenza pd e compagnia varia che non si può continuare a raccontare fandonie.

I calabresi lo hanno capito e, di conseguenza, castigato il campo largo in cui non credevano. Gli italiani, tranne quelli che guardano a Landini come futuro “imperatore” della sinistra (in disarmo), forse non ci metteranno molto a farlo capire – a volte con le lacrime agli occhi da ex compagni fortemente delusi – all’intera sinistra. Che continua a ignorare il bisogno di riformismo che il Paese esprime e la necessità di recuperare un’intesa bipartisan con il vecchio depauperato centrismo d’antan. (s)

 

Ancora ritardi per il ripristino della Diga sul torrente Lordo

di ARISTIDE BAVA – Diga sul torrente Lordo, lo spartito rimane lo stesso anche se cambiano i musicanti. La musica resta uguale e si ferma alle promesse che, da oltre 10 anni, si alternano costantemente ma rimangono sempre tali. E, intanto, quella che doveva essere una grande attrattiva per tutto il territorio della Locride rimane un arido deserto. Il problema del ripristino della Diga, ubicata alle spalle di Siderno era stato sollevato per lennesima volta, nellaprile scorso nel corso di un convegno organizzato dal Corsecom in collaborazione con l’amministrazione comunale.

Si era fatto il punto della situazione e confermato che il Ministero dellAmbiente nello stanziare 32,4 milioni di euro per cinque interventi in Calabria finalizzati al contrasto della siccità aveva destinato 22,2 milioni di quella somma per la diga sul torrente Lordo di Siderno, gestita dal Consorzio di bonifica Alto Ionio Reggino. Peraltro, si era anche parlato di un possibile incremento della somma per garantire la spesa  di circa 25 milioni necessaria a coprire un primo progetto iniziale poi rimodulato ed approvato dalla Direzione generale Dighe proprio per questo importo. È inutile dire che il progetto di ripristino della Diga, a parte i risvolti turistici e ambientali, mirava a migliorare anche la sicurezza e la gestione delle risorse idriche, sostenere lagricoltura e proteggere le risorse naturali, aspetti di notevole importanza per la Locride. Aspetti che, durante il convegno, erano stati evidenziati anche dal Commissario Giovinazzo che aveva evidenziato limportanza di contrastare la siccità precisando che lacqua della Diga era anche destinata al sistema dellagricoltura, priorità definita indiscutibile che, anche per questo motivo, doveva far considerare la Diga un importante patrimonio di tutta la Locride e non solo di Siderno. Superato questo primo step, adesso, si va avanti con lauspicio che vengano rispettati i tempi previsti dallo stesso Commissario Giovinazzo ovvero completamento dei lavori al massimo entro tre anni. Logico domandarsi, dunque, perché dopo un ritardo di più di dodici anni, con un finanziamento già accertato, sono passati anche questi ultimi mesi senza che ci sia stato nessun passo avanti. Vale la pena ricordare anche che l’invaso è stato, a suo tempo, svuotato per quello che sembrava un semplice problema ad una paratoia che inizialmente – così era stato detto – si sarebbe dovuto risolvere in tempi molto brevi. Poi con il passare del tempo e i vari accertamenti effettuati la situazione ha assunto proporzioni notevoli facendo riscontrare un notevole aumento di spesa rispetto a quanto inizialmente era stato preventivato. Adesso, finalmente, pari che la delicata problematica si avvii alla conclusione. Legittimo il timore, dunque, che, continuando a rimanere il problema in una situazione di stasi, la spesa non continui ad aumentare e la burocrazia non continui a frapporsi con la necessità di ridare alla comunità della Locride una struttura di indubbio interesse di cui si è iniziato a parlare ben 40 anni addietro quando lallora Cassa per il Mezzogiorno stanziò 70 miliardi per la sua costruzione. Linvaso venne, poi, realizzato nel 1983 e consentì laccumulo di circa 9 milioni di metri cubi dacqua. È rimasta operativa per molti anni, con benefici di varia natura per la comunità sino a quando, purtroppo, nel 2013 gli ingegneri del Consorzio bonifica si accorsero di alcune crepe nella struttura in cemento armato, probabilmente frutto di alcuni movimenti franosi. Quindi limmediato svuotamento e la sua chiusura. E siamo ad oggi, ad attendere ancora il suo ripristino. (ab)

I Consorzi di Tutela delll’area centrale della Calabria: Mirabilia, ottima occasione di crescita e valorizzazione

Mirabilia è un’ottima occasione di crescita e valorizzazione integrata di prodotti e territorio. È questo il pensiero dei rappresentanti dei Consorzi di tutela dell’Area centrale della Calabria che, sabato, prenderanno parte al progetto Mirabilia, fortemente voluto dalla Camera di Commercio Catanzaro Crotone Vibo Valentia, realizzato in collaborazione con Isnart e in condivisione con Unioncamere nazionale e 21 Camere di Commercio italiane. Sabato è previsto larrivo delle delegazioni di buyer internazionali del settore food&drink e del turismo culturale che visiteranno larea centrale della Calabria e, in particolare, le province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia di competenza della Camera di Commercio.

Fulcro delliniziativa saranno gli incontri B2B della 13° edizione della Borsa internazionale del turismo culturale e della 9° edizione del Mirabilia Food&Drink che si configurano come una vetrina nazionale e internazionale per la valorizzazione, in una logica eco-sistemica, delle produzioni deccellenza. Centrale, dunque, il coinvolgimento e il confronto con le associazioni e i consorzi nati a tutela di prodotti fortemente identitari dei tre territori.

Le delegazioni di buyer saranno accompagnate in visita in cantine, laboratori, caseifici e frantoi per toccare con mano le peculiarità dellagroalimentare. «È un onore prendere parte a questa manifestazione e rappresentare un prodotto che racchiude la storia e lidentità della nostra terra», ha commentato Vincenzo Vinci, presidente del Consorzio per la tutela del pecorino del Monte Poro DOP.

«Le aspettative dei nostri produttori rispetto a Mirabilia sono alte – ha spiegato – occasioni come questa ci permettono di far conoscere meglio il pecorino del Monte Poro, di rafforzare la fiducia dei consumatori e di aprirci a nuovi mercati. La nostra produzione è in costante crescita e il prodotto si sta affermando non solo in Calabria e in Italia, ma anche allestero, dove cresce la domanda di eccellenze certificate e legate al territorio».

«Il progetto Mirabilia rappresenta una ottima opportunità per promuovere e far conoscere ulteriormente un prodotto che già conta su basi solide poiché copre tutto il mercato nazionale», ha spiegato Giuseppe Laria, presidente del Consorzio di tutela della cipolla rossa di Tropea IGP. «Stiamo parlando – ha aggiunto – di una produzione che si aggira attorno ai 250mila quintali medi lanno e con un valore, indotto compreso, di circa 50 milioni di euro. Chiaramente le aspettative sono molto alte, puntiamo a raggiungere quei consumatori che ancora non ci conoscono e nuove fette di mercato, grazie alla presenza di buyers internazionali».

«Confidiamo che le nostre aziende riescano a chiudere molti contratti» è laspettativa espressa da Pasquale Pugliese, componente del Consiglio dAmministrazione del Consorzio nduja di Spilinga.

«Il nostro prodotto – ha spiegato – si caratterizza per una sua storicità nelle modalità di produzione ed è strettamente collegato allarea di Spilinga, molto differente per sapore da quello prodotto in altre zone della Calabria. La nduja di Spilinga sta trovando progressiva affermazione nei mercati internazionali ma progetti come Mirabilia chiaramente offrono una visibilità enorme e consentono di conoscere i prodotti lì dove nascono».

«Lobiettivo che si propone Mirabilia è assolutamente condivisibile e rappresenta unarma vincente per riuscire a penetrare i mercati», ha detto Pierluigi Taccone, presidente del Consorzio di tutela dell’olio extravergine di oliva DOP Lametia.

«Il consorzio nasce per valorizzare la carolea, una varietà doliva tipica dellarea centrale della Calabria. Si tratta – ha proseguito – di un prodotto costante nel tempo in termini di qualità e salubrità. Nutriamo buone aspettative rispetto a questa iniziativa, ai buyers ci presenteremo con una etichetta unica che raggruppa le produzioni delle diverse aziende agricole e che sta già riscuotendo grande successo in Italia e allestero».

«Ci aspettiamo di raggiungere nuovi mercati e offrire la possibilità a sempre più consumatori di assaggiare questa prelibatezza», ha detto Francesco Scarpino, presidente del Consorzio di tutela del pecorino crotonese.

«Siamo già presenti in Australia e in Canada. Di recente – ha aggiunto – abbiamo raggiunto anche la Francia, patria dei formaggi, è questo un obiettivo che ci gratifica. Il pecorino crotonese è un prodotto certificato e si caratterizza per il suo inconfondibile sapore dolce, un gusto che gli deriva dalla sulla, erba autoctona che cresce nellarea di produzione. È un prodotto che viene molto imitato e per questa ragione siamo stati costretti a rivedere il disciplinare e a marchiarlo allorigine».

«Confidiamo di avviare nuovi rapporti di collaborazione e di commercializzazione. I nostri sono prodotti di nicchia, non puntiamo alla grande distribuzione ma a target mirati nella ristorazione e botteghe artigiane», ha spiegato Natale Carvello, presidente del Gal Kroton. «Nellambito del progetto speciale Mirabilia – ha continuato – proporremo degustazioni di prodotti tipici con lobiettivo di recuperare le tradizioni enogastronomiche locali. Avremo formaggi, ricotta affumicata, salumi, particolari varietà di olive e poi ancora sarde e alici. È un ricco e variegato patrimonio, strettamente connesso al territorio. Lavoriamo in direzione di una riscoperta, anche in chiave gastronomica».

«Mirabilia è unimportante occasione per valorizzare ulteriormente la nostra denominazione e favorire lincontro diretto tra le imprese associate e buyers internazionali», ha commentato Carlo Siciliani, presidente del Consorzio di tutela Vini DOC Cirò e Melissa che vanta la denominazione storica per eccellenza della Calabria, la prima riconosciuta nella regione e oggi anche la prima DOCG calabrese.

«Crediamo che simili iniziative contribuiscano a consolidare limmagine della Calabria del vino nel mondo – ha detto – promuovendo non solo i prodotti ma anche il territorio che li genera, ricco di storia, cultura e accoglienza. Siamo già presenti sui principali mercati nazionali e internazionali nella fascia dei vini di qualità che esprimono identità e autenticità territoriale. È il risultato di una strategia condivisa tra imprese e professionisti del territorio, che hanno scelto di puntare su una narrazione collettiva del Cirò e del Melissa come vini ambasciatori della Calabria nel mondo». (rcz)

L’opinione / Manuela Labonia: La nuova rappresentanza politica quasi interamente femminile segnale di cambiamento

La nuova rappresentanza politica del nostro territorio, quasi interamente al femminile, è un segnale di maturità e di cambiamento per la Calabria. È la prova che la politica, anche nei territori più piccoli e lontani dai centri decisionali, può finalmente parlare con una voce nuova, più autentica, più vicina alle persone. Un riconoscimento al valore, alla competenza e al radicamento delle donne, che siedono in Consiglio regionale – Elisa Scutellà, Rosellina Madeo, Pasqualina Straface, Filomena Greco e Luciana De Francesco – tutte espressione diretta di un territorio che trova una forte rappresentanza di genere. Il risultato di questa tornata elettorale restituisce dignità e speranza a un territorio che ha sempre creduto nella partecipazione e nel merito. Il fatto che siano donne a rappresentarci in Consiglio regionale non è un caso, ma il frutto di una maturazione collettiva. Le donne della Sila Greca e dello Jonio Cosentino sono da sempre protagoniste silenziose dello sviluppo locale: amministrano famiglie, imprese, associazioni e comunità, spesso in condizioni difficili. È stata una campagna elettorale rapida ma non priva di contenuti. Grazie a quanti, nel territorio, hanno sostenuto con convinzione il progetto dellarea riformista guidata da Pasquale Tridico, riconoscendo nel suo percorso una visione nuova di politica partecipata. È stata una proposta coraggiosa, che ha parlato di equità, diritti e territorio, e che ha saputo accendere un dibattito sano, soprattutto tra i giovani e tra chi crede ancora che la politica possa essere servizio e non appartenenza. Ci auguriamo che il presidente Roberto Occhiuto, riconfermato alla guida della Regione, possa avere a cuore quel percorso di crescita equa e omogenea dei territori, senza lasciare indietro nessuno. Allo stesso modo, confidiamo nel lavoro di tutte e di tutti i consiglieri eletti, affinché le istanze di questarea della Calabria trovino spazio e ascolto nelle sedi in cui si decide il futuro della Calabria.

I piccoli comuni rappresentano la spina dorsale della nostra regione. Rilanciare le aspettative delle periferie, dei borghi, dei centri dellentroterra, significa restituire equilibrio e dignità alla Calabria. È su questo terreno che chiediamo continuità e impegno al prossimo Governo della Regione. (ml)

(Sindaca di Pietrapaola)

Alla chirurga Franca Melfi il Premio Brutium 2025

di PINO NANO – A proposito di “Eccellenze”, è dell’altra sera all’Hotel Europa di Rende una manifestazione di alto valore non solo scientifico, per via della presenza degli ospiti invitati, ma soprattutto di alto valore culturale e accademico soprattutto per l’eleganza e lo stile per come la serata si è svolta. Perché la vera “regina” della Tredicesima Edizione del Premio Brutium 2025, promosso dalla Fidapa BPW Italy, che è la Federazione italiana donne arti professioni affari, è stata la professoressa Franca Melfi, uno dei medici chirurghi tra i migliori che abbiamo oggi in Italia.

Non mi si rimproveri per favore se uso il termine al maschile, ma forse dà meglio il senso della storia di questa studiosa calabrese, e credo che Lucia Nicosia, Presidente della Fidapa, non potesse scegliere di meglio per questa tredicesima edizione del Brutium dedicato appunto al mondo delle eccellenze.

Partirei dalla motivazione del premio, che dice testualmente: “Eccellenza calabrese nel mondo, Pioniera della Chirurgia Toracica Robotica, Scienziata e Docente di fama internazionale per l’impegno instancabile nella ricerca e nella medicina, per il contributo straordinario al progresso scientifico e per aver tracciato nuove strade nel campo della salute, mantenendo sempre vivo il legame con le proprie radici. Modello di competenza, determinazione e visione per le nuove generazioni e simbolo del valore delle donne nelle professioni e nella società”.

Siamo soddisfatte – dice oggi la Presidente della Fidapa Lucia Nicosia – «perché questo prestigioso riconoscimento ha celebrato ancora una volta il merito, la cultura, la scienza e l’impegno sociale, illuminando le figure che, con passione, competenza e dedizione, hanno contribuito in modo significativo al progresso della società. È stato insomma un tributo a chi ha saputo trasformare il talento in azione concreta, lasciando un’impronta duratura nella comunità e nel panorama internazionale».

Parterre delle grandi occasioni per questa serata così speciale, straordinario padrone di casa il giornalista Attilio Sabato, direttore di Teleuropa Network ma soprattutto icona del giornalismo televisivo in Calabria. Con lui e accanto a lui anche il Rettore dell’Università della Calabria, Nicola Leone, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza Vitaliano De Salazar, la fondatrice del Premio Brutium Tania Frisone, e la presidente del Distretto Sud Ovest della Fidapa Franca Dora Mannarino.

Per Franca Melfi una vera e propria standing ovation, ma assolutamente scontata e meritata. Professore ordinario di Chirurgia Toracica all’Università della Calabria e all’Università di Pisa, nonché direttrice del Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare e delle Specialità Chirurgiche dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, Franca Melfi – spiega in sala Attilio Sabato – ha segnato una svolta storica nella medicina europea.

Parliamo infatti della prima donna chirurgo che in Italia ha eseguito i primi interventi toracici con il robot Da Vinci, aprendo nuove frontiere nella chirurgia minimamente invasiva. Basti pensare che la sua dedizione alla formazione – e questo glielo riconosce il mondo scientifico che oggi più conta in Italia – «ha proiettato l’Italia al centro della chirurgia toracica mondiale, plasmando decine di medici provenienti dai quattro angoli del pianeta e trasformando la conoscenza in un patrimonio condiviso di eccellenza e innovazione».

Ma ciò che ha distinto davvero la studiosa Franca Melfi dal resto del suo mondo accademico – sottolineano i vertici della Fidapa – non è stata soltanto la sua straordinaria competenza tecnica, ma «È stato l’equilibrio tra eccellenza scientifica e umanità, tra rigore chirurgico e attenzione costante per ciascun paziente».

Perché negarlo? La sua carriera ha riflettuto i valori cardine della Fidapa, che sono “merito, solidarietà, inclusione e servizio”, la professionalità coniugata dunque a responsabilità sociale e impegno verso il prossimo.

«Sono questi – sottolinea la Presidente Lucia Nicosia – i principi hanno ispirato ogni azione, ogni progetto e ogni iniziativa della Federazione, trasformandosi in pratiche concrete per costruire una società in cui le donne possano esprimere pienamente il proprio potenziale, contribuire al progresso collettivo e vivere in un ambiente di rispetto, equità e opportunità».

C’è ancora molta gente che in Calabria non crede a queste cerimonie, ma queste cerimonie servono per spiegare ai più giovani che non tutto “laggiù” va letto in chiave negativa. Da quando Franca Melfi è arrivata all’Università della Calabria e all’Ospedale di Cosenza ha eseguito centinaia e centinaia di interventi chirurgici che altrimenti ci saremmo solo sognati. È evidente, non da sola e mai da sola, perché dietro un grande chirurgo come lei c’è sempre un team di assoluta grandezza. (pn)

L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Ponte, indispensabili controlli sia preventivi che successivi

di GIACOMO SACCOMANNO – Si continua a discutere sulle ipotetiche e possibili infiltrazioni mafiose nei lavori di costruzione del Ponte sullo Stretto: bene se si tratta di considerare oggettivamente l’eventuale pericolo e, quindi, si assumano conseguenti iniziative, anche straordinarie, se necessario, male, invece, se il tutto si ferma al solo parlare ed alle vuote discussioni. La verità è una sola: si tratta di una grande opera e, quindi, certamente la criminalità organizzata cercherà di approfittarne, ma le Istituzioni tutte devono fare il proprio dovere, per come è accaduto in occasione di altri importanti interventi, ed essere sempre sostenute. Sarebbe auspicabile che si possa prevenire un fenomeno del genere e si possano apportare immediati correttivi per come già accaduto. Per fare ciò, però, è indispensabile che vi siano adeguate risorse umane e una condivisione di intenti, con una seria programmazione. In verità, oggi le Prefetture non sono in condizioni di poter assicurare tale servizio fondamentale per non avere risorse adeguate e, quindi, è indispensabile assumere altre iniziative, come è avvenuto per gli appalti dei lavori di Cortina-Milano o per altre grandi opere. Sostanzialmente, con la condivisione di tutti i protagonisti istituzionali, si dovrebbe procedere ad un controllo capillare presso il Ministero dell’Interno, che ha dimostrato di avere risorse e capacità adeguate, negli altri lavori in corso. Un modo per raccogliere tutte le informazioni fondamentali per poter così impedire eventuali tentativi di infiltrazioni. Naturalmente, si tratta della possibile e importante prevenzione che eviterebbe la possibilità di partecipazione a imprese in odor di mafia. Ma, questo non vuol dire che le Procure non debbano stare attente ed aprire la luce in caso di notizie di interesse per indagini corrette e indispensabili.

La cosa che, però, appare strana è la sola attenzione mediatica sul Ponte sullo Stretto! È vero che si tratta di un intervento complessivo di circa 13,5 miliardi, di cui meno della metà per la realizzazione dell’opera di attraversamento e il resto per gli interventi a terra, ma sia in Calabria che in Sicilia sono previste altre importanti opere che prevedono un investimento per regione di circa 35-40 miliardi! Di queste, però, si parla poco! Una disattenzione? Speriamo di sì. Ed allora, per concludere, tutte le opere, non solo quelle che si realizzano al Sud, hanno necessità di controlli preventivi e adeguati, con interventi immediati e concreti. È indispensabile, però, che si individui uno strumento che possa monitorare tutto il contesto dei lavori pubblici, con regole precise e rigorose.

Le esperienze esistenti hanno dimostrato che ciò è possibile e che si possano prevenire le possibili infiltrazioni mafiose. Allora, senza tante chiacchiere, tutti al lavoro per confezionare uno strumento reale che possa divenire un punto di riferimento adeguato al controllo sistematico dei lavori di una certa rilevanza e, quindi, da una parte scoraggiare i tentativi e dall’altra sostenere il lavoro di indagine delle Procure interessate. In tale contesto di grande rilevanza, ogni organo dello Stato deve fare il proprio dovere, nel silenzio e nella concretezza delle azioni da assumere. In un percorso del genere si darebbe, tra l’altro, sicurezza anche alle imprese che devono eseguire i lavori che potrebbero ottenere quel sostegno, indispensabile, che spesso viene a mancare. (gs)

( Presidente del Centro Studi Giuridici “Giustizia&Giusta”)

L’INTERVENTO / Francesco Napoli: Proposte strategiche per rilanciare la Calabria

di FRANCESCO NAPOLI – La Calabria ha potenzialità enormi, ma servono visione, coraggio e una sinergia forte tra pubblico e privato. Confapi è pronta a fare la sua parte. Ecco, dunque,  pacchetto di proposte concrete e strategiche per lo sviluppo della regione, con l’obiettivo di creare crescita, occupazione e nuove opportunità per imprese e cittadini.

La prima proposta riguarda la necessità di rendere la Calabria attrattiva per capitali e imprese, creando un ecosistema moderno, competitivo e aperto al mondo. L’obiettivo è trasformare le aree industriali calabresi in vere e proprie “Silicon Valley del Sud»: digitali, interconnesse, dotate di infrastrutture efficienti e servizi avanzati. Un ambiente ideale per lo sviluppo di imprese innovative e per la creazione di nuova occupazione. Il secondo punto del piano punta sul rilancio del “turismo alto-spendente”, attraverso la realizzazione e il potenziamento di strutture ricettive di alto livello. Occorrono hotel cinque stelle superior con servizi congressuali, sportivi e standard internazionali. Solo così la Calabria potrà posizionarsi nel mercato del turismo di qualità, generando ricchezza e lavoro stabile. 3. Un Palacongressi regionale. La terza proposta è la realizzazione di un grande Palacongressi regionale, per ospitare fiere, congressi ed eventi di rilievo nazionale e internazionale. L’area è già stata individuata e il progetto è pronto: un’infrastruttura strategica, oggi assente in Calabria, ma fondamentale per attrarre flussi qualificati e generare indotto economico sul territorio. 4. Valorizzazione del patrimonio naturale e della filiera del legno. Ricordo che la Calabria ha uno straordinario patrimonio boschivo, una risorsa troppo spesso trascurata. La superficie forestale calabrese è pari a quella dell’Austria, con la differenza che l’Austria genera il 4,2% del Pil dal comparto forestale, mentre in Calabria si continua a produrre solo una montagna di polemiche. È tempo di cambiare passo. Proponiamo di attivare una filiera forestale sostenibile capace di generare valore in termini di economia circolare, occupazione, produzione di legname di qualità e, soprattutto, energia pulita da biomassa legnosa. Con una gestione responsabile del patrimonio boschivo, è possibile alimentare impianti locali per la produzione di energia rinnovabile, riducendo la dipendenza da fonti fossili e aumentando l’autonomia energetica dei territori montani e interni. Segnaliamo, con urgenza, la grave crisi idrica che colpisce il territorio di Crotone, con pesanti conseguenze per industria, turismo e cittadini. A ogni temporale si verificano allagamenti e danni, mentre nei periodi di siccità l’acqua manca nelle case e nelle imprese. È il risultato di infrastrutture idrauliche carenti e di una gestione urbana inefficace. Serve un piano di interventi serio e strutturale. Tra le priorità indicate c’è anche quella di intervenire con urgenza sull’edilizia scolastica. I nostri ragazzi, la futura classe dirigente della Calabria e del Paese, vengono formati in edifici spesso non agibili, non sicuri, non adeguati ai tempi, denuncia Napoli. “Parlare di innovazione, lavoro e sviluppo senza garantire spazi scolastici dignitosi e sicuri è una contraddizione inaccettabile.

Sollecitiamo, dunque, un piano straordinario di riqualificazione e messa in sicurezza del patrimonio scolastico, partendo dalle aree interne e più svantaggiate della regione. Conclusione. Confapi Calabria ribadisce la propria disponibilità al dialogo istituzionale e alla collaborazione con le amministrazioni locali, regionali e nazionali, per costruire insieme un modello di sviluppo moderno, inclusivo e sostenibile.

Non basta denunciare i problemi, bisogna mettere in campo idee, progetti e responsabilità. Noi siamo pronti. Nei prossimi giorni consegneremo ai candidati alla presidenza della Regione Calabria un documento dettagliato con l’elenco completo delle proposte di Confapi Calabria, nella convinzione che lo sviluppo della nostra regione debba partire da un confronto serio e concreto con il mondo produttivo. (fn)

(Vice presidente nazionale di Confapi e presidente Confapi Calabria)

L’APPELLO / Elena Sodano: Cura delle persone con demenza non deve essere terreno di opportunismo

di ELENA SODANO – Amore non come parola, ma come scelta di responsabilità. Amare non significa commuoversi per un attimo o usare parole di circostanza. Amore non significa strumentalizzare la sofferenza per tornaconti personali.

L’amore, quello autentico, è servizio, disciplina, capacità di trasformare le difficoltà in azione concreta.  È visione d’impresa sociale, capace di costruire risultati e lasciare segni duraturi.  Chi ama non spreca energie nelle banalità, ma sceglie di fare bene fino in fondo, lavorando onestamente.

Oggi, nel mese dedicato alla demenza, mi rivolgo a voi, candidati alla Presidenza della Regione Calabria, Occhiuto, Toscano e Tridico. La vostra scelta non può essere tra opportunità o convenienze politiche. La vera scelta da compiere è tra amore e opportunismo. L’amore è responsabilità verso le persone, l’opportunismo è restare fermi a parole vuote che non cambiano la vita di nessuno.

La Fondazione RaGi Centri Demenze Calabria, da anni, testimonia con i fatti cosa significhi scegliere l’amore come servizio e impresa sociale. Con la residenza CasaPaese, con i Centri Diurni, con i servizi domiciliari e con progetti che hanno fatto scuola a livello nazionale, abbiamo dimostrato che la demenza non è solo una questione sanitaria, ma un fatto sociale, culturale, territoriale, relazionale. E di questo la prossima Giunta Regionale non può non tenerne conto, se vuole migliorare il suo budget di spesa. La nostra Rivoluzione Gentile ci ha fatto spesso stare da soli e camminare con fatica, ma con la forza della dignità e della professionalità abbiamo scelto di lavorare con serietà, di costruire, di fare bene, senza accontentarci di slogan. E i risultati raggiunti parlano chiaro: con la politica della CasaPaese, che nel 2026 vedrà la luce in altri comuni calabresi, abbiamo contribuito al ripopolamento dei borghi, creato posti di lavoro, avviato un vero turismo solidale, termine che in Calabria era rimasto solo parole. Abbiamo dato visibilità e concretezza a un riscatto sociale autentico e radicato, riconosciuto a livello nazionale da numerosi media che continuano a raccontare la nostra filosofia globale di cura.

Oggi rappresentiamo la voce di circa 50.000 persone con demenza in Calabria e di più di 800.000 famiglie che vivono ancora isolate, senza sostegni adeguati.  A loro non servono promesse, servono scelte. Eppure, in questi giorni, vediamo il contrario: divisioni, contrapposizioni, calcoli di parte. Nessuna responsabilità. Nessuna messa in discussione. Ma sulla salute delle persone non possono esserci steccati politici né strategie di consenso. La salute e la buona cura devono unire, non dividere.

Per questo vi chiediamo: siete pronti a scegliere l’amore come responsabilità, come servizio, come impresa capace di costruire futuro?  Oppure continuerete a fare della cura delle fragilità un terreno di opportunismo e promesse non mantenute? Noi abbiamo già scelto. Abbiamo scelto l’amore, inteso come impegno concreto e capacità di fare bene verso i calabresi. Ora tocca a voi. (es)

(Presidente  Fondazione RaGi)

PILLOLE DI PREVIDENZA / Ugo Bianco: Carta “dedicata a te”, in arrivo un contributo una tantum

di UGO BIANCO – Il decreto emanato il 30 luglio 2025 dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 186 del 12 agosto 2025, conferma l’arrivo di un nuovo contributo, una tantum, per i possessori della carta “Dedicata a Te”. Una misura di sostegno economico, pensata per le famiglie in condizioni di fragilità, per affrontare le spese quotidiane di prima necessità, indispensabili, ma sempre più onerose, per via dei continui aumenti inflazionistici. Come stabilito dall’articolo 1, comma 103, della Legge di Bilancio 2025, sono disponibili 500 milioni di euro finanziati dal Fondo Alimentare. Per supportare gli enti coinvolti nella selezione e gestione dei beneficiari, l’Inps ha pubblicato i messaggi n. 2519 del 1° settembre e n. 2623 del 9 settembre 2025. Si conferma l’erogazione del contributo, senza necessità di presentare una domanda, ma con l’assegnazione di una carta elettronica nominativa, prepagata e ricaricabile, distribuita da Poste Italiane. Ne sono previste oltre 1,1 milioni, messe a disposizione degli uffici postali abilitati.

Quali sono i requisiti? 

Al 12 agosto 2025 è necessario possedere: L’iscrizione di tutti i componenti nell’anagrafe comunale della popolazione residente; un modello Isee ordinario non superiore ai 15.000 euro annui;

Sono esclusi?    

I beneficiari delle seguenti prestazioni: Assegno di Inclusione o Reddito di Cittadinanza; Naspi, Dis-coll, indennità di mobilità, Disoccupazione agricola; Fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito, Cassa integrazione guadagni (CIG).

Quali sono i criteri di scelta e priorità? 

L’Inps fornisce ai Comuni l’elenco dei beneficiari, individuati sulla base di specifici criteri di priorità. In primo luogo, hanno precedenza i nuclei familiari con almeno tre componenti e un figlio nato entro il 31 dicembre 2011, ordinati secondo l’ISEE più basso. Seguono i nuclei con almeno tre componenti e un figlio nato entro il 31 dicembre 2007. Infine, rientrano gli altri nuclei di tre o più persone, sempre con priorità all’ISEE inferiore in caso di parità di condizioni. Eventuali carte residue possono essere destinate dai Comuni anche a nuclei unipersonali che si trovino in effettivo stato di bisogno. La ripartizione delle carte tra i Comuni avviene considerando due fattori: per il 50% la popolazione residente e per il restante 50% la distanza del reddito pro capite comunale rispetto alla media nazionale.

Quanto spetta?

Il contributo economico, una tantum, è di 500 euro per nucleo familiare. Destinato esclusivamente per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità, con esclusione delle bibite alcoliche. Gli esercizi commerciali convenzionati, possono stabilire una scontistica aggiuntiva per i possessori della carta.

Qual’è il ruolo dei Comuni?

Nel processo di erogazione della carta i Comuni hanno un ruolo centrale nella gestione delle liste dei beneficiari. A partire dal 10 settembre 2025, possono accedere, tramite il portale INPS, all’applicativo web dedicato, dove sono disponibili gli elenchi delle persone selezionate in base ai requisiti previsti dalla normativa. Gli operatori comunali, opportunamente abilitati, devono verificare e consolidare tali liste entro il 9 ottobre 2025, termine ultimo e inderogabile per la chiusura della procedura. Per facilitare tale attività, l’INPS, d’intesa con il Ministero dell’Agricoltura e con l’ANCI, assicura supporto tecnico e priorità nelle richieste di abilitazione, così da consentire ai preposti di completare, nei tempi previsti, tutte le operazioni.

Quali sono le scadenze da rispettare?

La carta deve essere utilizzata per la prima volta entro il 16 dicembre 2025, altrimenti si perde il diritto al beneficio. L’intero importo dovrà essere speso entro il 28 febbraio 2026. (ub)

(Presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi Calabria)