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Houston, abbiamo un problema”, ciò che di buono il Rettore Leone ha fatto nel suo rettorato e ciò che non ha fatto

Houston, abbiamo un problema”, ciò che di buono il Rettore Leone ha fatto nel suo rettorato e ciò che non ha fatto

di FRANCO BARTUCCI – Il superamento del pericolo del commissariamento dell’UniCal, creato dalla politica regionale, ed eliminato dalla stessa politica in ambito nazionale, per “Non creare un precedente” pericoloso, evitando, così, in ambito parlamentare discussioni e polemiche velenose tra maggioranza e minoranza, per effetto di un emendamento con consone ai principi della legalità, creando non poche preoccupazioni anche al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che avrebbe certamente respinto al mittente il decreto “milleproroghe”, ha pur creato e stimolato di conseguenza in ambito comunitario giudizi e pareri da parte di varie persone attente alla vicenda.

C’è stato chi ha detto: “Solo con Leone l’UniCal ha acquisito prestigio e forza”; ed ancora “Perché ce l’hai con Leone? A me pare uno all’altezza. Penso che per l’UniCal potrebbe essere un danno perdere Leone. E magari anche per la Calabria. Ma siamo bravi a buttarci sempre la zappa sui piedi. Credo sia stato un buon rettore. Credo dopo Andreatta il migliore”.

A costoro è bene dire subito, che grazie ai mezzi di comunicazione, si è creato il culto della persona trascurando l’effetto autonomia, parte integrante delle Università, come già sottolineato nel messaggio dei professori Cersosimo e Costabile, che assegna per legge, compiti, tempi e durata del mandato, sia per i direttori di dipartimento che del Rettore.

Avere istituito il corso di laurea in Medicina Chirurgia Tecnologie Digitali, perché questo era il motivo principale legato alla presentazione dell’emendamento di proroga del mandato, è stato per il rettore Leone un merito parziale pari al 40%, mentre il 60% è frutto di un lavoro ultra trentennale, iniziato dal prof. Pietro Bucci e portato avanti dal prof. Sebastiano Andò e della sua equipe di collaboratori, che hanno creato un’area medica di prestigio a livello nazionale in ambito Università della Calabria, con un corpo di docenti e ricercatori da fare invidia alla stessa Università di Catanzaro, e di ciò nulla è stato detto dagli operatori del mondo dell’informazione.  Altra cosa sono poi gli arrivi dei cosiddetti luminari di chiara fama del settore medico arrivato per dare corpo, in ambito didattico al corso di laurea in medicina, e specialistico professionale nel policlinico universitario (già azienda Ospedaliera Annunziata) che merita la costruzione di una appropriata nuova sede.

Un altro merito da riconoscere al Rettore Leone è la scelta di avere incrementato l’attivazione dei corsi di laurea in lingua inglese, portandoli da tre, attivati dal Rettore Gino Mirocle Crisci, a dieci, che hanno fatto arrivare nel Campus universitario un buon numero di studenti stranieri provenienti da vari Paesi del mondo, anche grazie ad accordi stipulati con Atenei esteri per effetto della collaborazione dei suoi delegati ai rapporti internazionali ed alle borse di studio legate agli stessi studenti meritevoli; nonché al buon funzionamento dell’area internazionale e di coordinamento istituzionale Erasmus+. Per quanto riguarda poi i piazzamenti di prestigio ottenuti nei vari sondaggi internazionali per le attività di ricerca, il merito è di esclusiva appartenenza dei vari gruppi e coordinatori delle aree che hanno lavorato intensamente per mantenere alto il loro prestigio di ricercatori e di conseguenza dell’Università di appartenenza.

Se ci sono dei meriti nel periodo del rettorato del prof. Leone ci sono anche dei demeriti, che hanno fortemente penalizzato il presente e il futuro dell’Università, sfuggiti ai più che non conoscono i contenuti storici e programmatici della nostra Università. Partiamo con il primo demerito che ha una data precisa che coincide con il suo insediamento avvenuto nel mese di novembre 2019:

 1) Non è stata spesa una sola parola per lo scippo perpetrato a danno dell’UniCal per il blocco ed il congelamento, ad opera del presidente f.f. della giunta regionale Spirlì, circa il progetto della metropolitana leggera di collegamento Università della Calabria/Rende/Centro storico di Cosenza. Lavori, che in base alla gara di appalto, per un importo di 160 milioni di euro, grazie all’interessamento del presidente Mario Oliverio, dell’assessore Roberto Musmanno e del rettore Gino Mirocle Crisci, che ne aveva previsto come capolinea la stazione ferroviaria di Settimo di Montalto Uffugo, al servizio della cittadella universitaria, dovevano essere ultimati entro il 2023; 

2) La netta chiusura dei rapporti esterni all’Università, come dichiarato pubblicamente fin dalla sua cerimonia d’insediamento, estesi anche all’interno dell’Ateneo, mantenuti tutt’ora, in cui qualsiasi richiesta d’incontro per motivi legati alla stessa Università sono state respinte con la formula “per non creare un precedente”, penalizzando così il valore dell’UniCal di essere considerato un Campus residenziale, proprio per effetto dei rapporti sociali; 

 3) La mancanza di tali rapporti non ha consentito di aprire un canale di collaborazione con professionisti, enti, istituzioni, mondo della politica locale, per utilizzare al meglio i fondi del PNRR che arrivavano dall’Europa e programmare il completamento dei lavori di cui ai progetti Gregotti e Martensson, bloccati sulla collina Vermicelli/Rocchi fin dal 2007;

 4) Il totale silenzio sulla celebrazione del 50° anniversario della nascita dell’Università della Calabria, che tra il 2021 e il 2023, con eventi diversi, poteva essere una straordinaria occasione per creare un rapporto intenso e vivo, anche di collaborazione, con i propri laureati e loro famiglie, nel fare il punto sulla  propria storia dei primi cinquant’anni, aperta al contributo e conoscenza della società, della quale ne  fa parte, per costruire insieme e collaborare in modo sinergico nel compimento del suo progetto e trovare il modo come meglio attuare delle politiche sociali, culturali, economiche per il bene dei giovani, in modo da favorirne il loro stato occupazionale con la realizzazione di nuove opere, nonché  della collettività;

 5) un silenzio manifestato anche di fronte allo smistamento, da parte del presidente della Regione Occhiuto, di un residuo finanziario di 68 milioni di euro, giacenti nelle casse della Regione, che facevano parte dei 160 milioni di euro destinati alla realizzazione della metropolitana UniCal/Cosenza, a sostegno del completamento della metropolitana Germaneto/Catanzaro.  Un dirottamento che ha cestinato la promessa fatta dal presidente f.f. Spirlì, che nell’accogliere le insistenze della parlamentare europea Laura Ferrara, che chiedeva il blocco dei 160 milioni di euro per destinarli ad opere di sostegno delle piccole medie imprese e a interventi mirati alla lotta contro il Covid-19, si impegnò ad un recupero dei fondi in altra data futura;

6) la scarsa attenzione riservata al disegno di legge regionale che prevedeva la fusione dei comuni di Rende, Castrolibero e Cosenza in città unica depennando parte del territorio vincolato per la realizzazione del progetto Gregotti/Martensson fino in località Settimo di Montalto Uffugo, da cui, secondo il pensiero del primo Rettore dell’Università della Calabria, prof. Beniamino Andreatta, bisognava partire nel creare la “Grande Cosenza”, estesa su un’area urbana unica. (Continua) (fb)