di SERGIO DRAGONE – La schiacciante vittoria del no al referendum sulla Città Unica pone due enormi problemi politici, uno al centrodestra e uno al centrosinistra.
Il centrodestra vede bocciato un progetto istituzionale che ha, come maggioranza, incardinato con una proposta di legge in Consiglio Regionale. La sonora bocciatura non risiede solo nel risultato finale, quanto piuttosto nel clamoroso astensionismo nella città capoluogo.
La lettura è fin troppo semplice: se il progetto non è condiviso, se non funziona, se è percepito come una forzatura arrogante, la gente non ha alcun interesse a partecipare ed esprime con l’astensione il suo dissenso. E, quindi, la sconfessione della proposta di legge di iniziativa della leghista Simona Loizzo e sostenuto con forza da tutto il centrodestra assume proporzioni epocali, anche perché investe direttamente il bacino elettorale del Governatore Occhiuto.
Non meno grave è il problema politico per il centrosinistra e in particolare per il PD che si è accodato all’iniziativa legislativa del centrodestra per paura di essere sepolto dai SI e invece è stato sepolto dai No. Questa posizione subalterna e timida è stata giustamente sottolineata dal grande vincitore di questa battaglia referendaria, Sandro Principe, indomito socialista e artefice, al pari del grande padre Cecchino, della crescita della moderna Rende.
A dire il vero l’unico nel PD a crederci sinceramente e convintamente è stato un altro socialista, Giacomo Mancini, chiamato tardivamente a coordinare una campagna del SI già abbondantemente compromessa, mettendoci la faccia, cosa che non hanno fatto gli altri big democratici.
Cosa succederà ora? Ritengo che politicamente (e anche giuridicamente) la proposta di legge Loizzo targata Lega -Forza Italia – Fratelli d’Italia – PD sia da ritenere superato. Nessuno avrà l’ardire di disattendere l’esito referendario.
Si riparta dall’Unione dei Comuni e dai servizi integrati, da una programmazione urbanistica comune coinvolgendo le istituzioni locali, senza forzature e storpiature. Chi ha perso si lecchi le ferite e rifletta. (sd)