di MARIA BOETI – Alle 16.00 di sabato pomeriggio, nel Teatro di RTV nella zona industriale di Campo Calabro (RC) , capeggiava gigantesca una slide dove vi era scritto: CONSULTA DELLA CULTURA – Durata di ogni intervento 5 minuti/ Non si fanno lamentele, rivendicazioni o polemiche/ Niente partiti politici/ Chiunque può intervenire/ Proposte da mettere ai voti/ Niente ringraziamenti agli organizzatori/. E, mentre i numerosi iscritti prendevano posto, sul palco a fare gli onori di casa il dottor Eduardo Lamberti Castronuovo, ideatore e promotore della suddetta Associazione. Consulta della Cultura che nasce dall’esigenza di riappropriarsi della cultura ormai in stato comatoso.
«Basta pensare – ha affermato il dott. Lamberti – ai “jaddinari” (piccole casupole a forma di pollai adibiti per vendere il gelato) che sono disseminati su alcune vie importati della città di Reggio: la mia proposta sarebbe quella di fare nascere su Via Marina la Via del Gelato>.
Altro imperativo categorico su cui l’ideatore della Consulta si è visto irremovibile è stato quello dei teatri.
«Negli anni passati, intorno agli anni ’50, avevamo il teatro Garibaldi, il Margherita, il Siracusa, l’Orchidea, l’Arena Lido, l’Odeon, il Moderno e non ultimo il Cilea».
E, riguardo quest’ultimo ha annunciato che il 17 dicembre prossimo vi sarà rappresentata una Commedia tutta in vernacolo calabrese di altissimo spessore.
Da qui, ha preso piede l’elezione di due delegate elette democraticamente fra il pubblico attraverso un sorteggio per far parte del Gruppo di pressione, dato che la Consulta della Cultura al suo interno non ha Presidenti, né Segretari, tanto meno Tesorieri. Il motto e soprattutto l’obiettivo è quello di fare riemergere Reggio dal buio culturale in cui è scivolata cercando di trainare la città dello Stretto verso la luce che fin ora sembra essersi spenta per cecità politica. Cultura che deve nascere dal basso – secondo il metro di misura che la Consulta si è riproposto – anche se la massiccia presenza era rappresentata dalla Reggio-bene, dalla Reggio delle associazioni, dalla Reggio delle istituzioni, dalla Reggio che deve guardare alle esigenze di un popolo che merita il massimo.
Ogni singolo intervento della durata di 5 minuti, scalato a 3 minuti, per dare spazio a tutti coloro che si erano prenotati, circa 35, di poter prendere la parola. Ciascuna proposta è stata messa ai voti e accettata o respinta con la controprova di chi era contrario e/o di chi si è astenuto. Lancio di proposte rivolte sia al miglioramento strutturale che quello culturale: il Piano Strutturale e Piano del colore, l’Archeologia a braccetto con la Toponomastica, la rivalutazione dei Monumenti, Aree e Quartieri da rivalutare, l’ Università Popolare, il Teatro, la Poesia, il Dialetto, etc.
Dunque, una serata più che riuscita che ha tenuto a battesimo quest’idea di Lamberti, divenuta realtà trovando appoggio nella presenza degli iscritti. I semi sono stati gettati, con la speranza che il continuum dia i suoi frutti. (mb)