È attivo il Sistema di monitoraggio strutturale dell’Aula “Francesco Fortugno” del Consiglio regionale

È stato avviato, dal Settore tecnico del Consiglio regionale, il Sistema di monitoraggio strutturale dell’Aula “Francesco Fortugno”, «una nuova frontiera per il controllo della sicurezza degli edifici pubblici».

Già dallo scorso settembre, è stata ultimata l’installazione delle centraline di rilevamento e dei sensori applicati sulle componenti dell’Aula del Consiglio della Calabria. Di conseguenza, è diventata pienamente operativa l’acquisizione e la lettura dei parametri sullo stato tensionale e deformativo dell’Aula, lungo l’intero arco della giornata su una specifica applicazione informatica.
L’intervento è stato realizzato grazie all’avanzo di bilancio conseguito dal Consiglio regionale e alla programmazione pluriennale del Settore tecnico, approvata dall’Ufficio di Presidenza di Palazzo Campanella.
«Il Consiglio regionale della Calabria – ha spiegato il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso – è tra le prime istituzioni in Italia a essersi dotata di un sistema tecnologicamente avanzato di monitoraggio sul comportamento statico e dinamico della sua sede. L’adozione di questa tecnologia emergente nel campo dell’ingegneria strutturale consentirà di sfruttare un modello che può essere applicato su altri edifici pubblici».
«Ad esempio – ha aggiunto – sarebbe molto interessante replicarlo negli edifici scolastici».
«Questa sperimentazione – ha spiegato il dirigente del Settore tecnico, arch. Gianmarco Plastino – ci permette di monitorare continuamente una struttura, rilevando anticipatamente eventuali problemi, riducendo il rischio di incidenti e garantendo la sicurezza delle persone e delle attività. I suoi benefici hanno impatti sia in termini di efficienza che di risparmio economico. La raccolta di una grande quantità di dati che possono essere analizzati, per prevedere i guasti e programmare interventi di manutenzione preventiva, consente infatti la riduzione dei costi di manutenzione e il miglioramento nella gestione delle risorse». (rrc)

Al Consiglio regionale il convegno “Cervelli di ritorno, Digital Health e Intelligenza artificiale”

Domani mattina, nella Sala “Federica Monteleone” del Consiglio regionale, alle 10, si terrà il convegno “Cervelli di ritorno, Digital Health e Intelligenza artificiale: nuove frontiere per una sanità d’eccellenza”, organizzato dalla Garante regionale della Salute, Anna Maria Stanganelli.

Relazionano Carlo Morabito, professore ordinario di Elettrotecnica all’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria e presidente eletto dell’“International Neural Networks Society, Ca, USA”, che tratterà gli aspetti relativi alle “Innovazioni e limitazioni dell’AI in medicina e clinica”; Giovanni Tripepi, Dirigente di ricerca dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Reggio Calabria, con un focus su “Intelligenza artificiale e pratica clinica”; Vito Barbieri, U.O. Oncologia Medica, A.O.U. “Dulbecco” di Catanzaro, che si soffermerà sulla “Digitalizzazione del percorso diagnostico terapeutico del tumore polmonare. Un esempio di valutazione multidisciplinare online”. I lavori, introdotti dal presidente del Consiglio Regionale della Calabria, Filippo Mancuso e coordinati dalla stessa Garante Stanganelli, prevedono, altresì, l’intervento del consigliere regionale e medico Domenico Giannetta, presidente della Commissione speciale di Vigilanza. Le conclusioni saranno affidate all’ospite d’eccezione, Franca Melfi, che terrà una lectio magistralis su “Tumore polmonare nelle donne: a che punto siamo?”.

Un argomento particolarmente caro e fortemente voluto dall’accademica, arrivata da qualche mese in Calabria dalla Toscana, per insegnare nel corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’Unical e operare presso l’Ospedale “Annunziata” di Cosenza. Una vera opportunità per la Calabria, che può pregiarsi di avere acquisito le competenze di una donna che ha eseguito la prima procedura al mondo di asportazione del tumore al polmone con chirurgia robotica. Non solo un primato, ma motivo di vero orgoglio per una Calabria che propone finalmente una narrazione diversa del proprio sistema sanitario. 

Trasferimento di conoscenze, reti di competenze extraterritoriali, modelli virtuosi in grado di introdurre nuove pratiche e metodologie, esempio di successo per le nuove generazioni: è tutto ciò che incarna la definizione di “cervelli di ritorno”; quando poi questi “cervelli” si chiamano Franca Melfi, pioniera mondiale della chirurgia robotica, a beneficiarne particolarmente è uno dei settori più importanti per i cittadini, ovvero la Sanità. 

Luminari come la Melfi, infatti, rappresentano indubbiamente una risorsa di inestimabile valore per rivoluzionare il servizio sanitario regionale, raggiungendo “nuove frontiere” oltre le quali arricchirsi di tecniche e tecnologie avanzate, nonché puntare sulla formazione dei giovani medici, grazie all’esperienza acquisita in contesti d’eccellenza, e sull’introduzione di modelli di gestione più moderni ed efficienti. (rrc)

Sabato al Consiglio regionale la Seconda Giornata sulla Povertà Educativa

Sabato 23 novembre, a Reggio, alle 9.30, nell’Aula Consiliare “F. Fortugno” del Consiglio regionale, si terrà la seconda Giornata Nazionale sulla Povertà Educativa, organizzata dal Corecom Calabria.

Si parte con i saluti di Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale, Carola Barbato, coordinatrice del Presidenti dei Corecom d’Italia. Modera Fulvio Scarpino, presidente Corecom Calabria.

Alle 10, la proiezione prima opera e discussione Tema: “Iniziative e misure economico-culturali di contrasto alla povertà educativa”. Intervengono mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano all’Ionio e Vicepresidente per l’Italia meridionale della Conferenza Episcopale Italiana, Raffaele Mammoliti, consigliere regionale, Pasquale Petrolo, giornalista professionista e segretario Corecom Calabria, e Caterina Capponi, assessore regionale alla Cultura e Politiche Sociali.

A seguire, proiezione seconda opera e discussione sul tema “Effetti dell’abbandono scolastico”. Intervengono mons. Savino, Cesare Gariboldi, presidente Corecom Lombarda, Aldo Mantineo, commissario Corecom Sicilia, Vincenzo Cimino, presidente Corecom Molise e Mario Mazza, vicepresidente Corecom Calabria.

Alle 11 la proiezione terza opera e discussione Tema: “La comunità educante”. Intervengono mons. Savino, Maurizio Priolo, direttore Corecom Calabria, Vincenzo Sicari, prof. Università Mediterranea di Reggio, Maria Stefania Caracciolo, assessore regionale all’istruzione.

A seguire, proiezione quarta opera ed esibizione canora di Fortunato Cugliari. Poi, gli studenti delle scuole superiori presenti voteranno le opere finaliste. Alle 12.30, la consegna, a cura del Garante infanzia e adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, dei premi.

La povertà educativa è un fenomeno complesso che va oltre la semplice mancanza di risorse economiche. Essa si manifesta nella carenza di opportunità educative e culturali, limitando lo sviluppo delle competenze e delle capacità dei giovani. Affrontare la povertà educativa significa garantire a tutti i bambini e ragazzi l’accesso a un’istruzione di qualità, promuovendo l’inclusione sociale e il benessere delle future generazioni.

L’importanza di questo tema risiede nella sua capacità di influenzare profondamente il tessuto sociale ed economico di una comunità. Investire nell’educazione è fondamentale per costruire una società più equa e prospera, dove ogni individuo ha la possibilità di realizzare il proprio potenziale.

In quest’ottica di ampio respiro, il nuovo corso del Corecom Calabria – avviato dal presidente Fulvio Scarpino, dal vicepresidente Mario Mazza e dal segretario Pasquale Petrolo – e che vede al vertice della struttura amministrativa il dott. Maurizio Priolo, nella cornice di un evento nazionale richiama l’attenzione di esperti del mondo del lavoro, della politica, del terzo settore e della scuola. L’obiettivo è chiaro: mettere al centro del dibattito la responsabilità collettiva di affrontare un tema che richiede il coraggio di guardare in faccia la realtà e l’impegno a trasformare la comunicazione in uno strumento di riscatto e speranza. (rrc)

Da Consiglio regionale ok a proposta di legge al Parlamento in materia di attività di autoriparazione

Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge al Parlamento in materia di attività di autoriparazione, di cui è firmatario il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso.

Con il provvedimento si chiede al legislatore nazionale di prorogare di un anno l’assolvimento dell’obbligo – in capo alle imprese di “meccanica – motoristica’ e ‘elettrauto”. raggruppate nella sezione “meccatronica” – di frequenza di un corso di formazione o della rivalutazione del titolo di studio in possesso del preposto alla gestione tecnica.

«Sono tante le imprese, non solo in Calabria ma in tutta Italia – ha detto Mancuso – a non essere riuscite ad adeguarsi alla norma statale. Ne deriva che il responsabile tecnico, anche nella persona del titolare, socio o amministratore, non potrà più abilitare l’impresa all’esercizio dell’attività di meccanica-motoristica o elettrauto con la conseguenza che l’Ufficio del Registro delle imprese ha già avviato il procedimento di divieto di prosecuzione dell’attività di meccanica-motoristica o elettrauto esercitata».

Augurandosi che il Parlamento approvi la normativa e che, nel frattempo, a livello regionale «siano rese omogenee le procedure dei corsi di formazione per facilitare l’adempimento delle imprese”, Mancuso ha ribadito come «non ci si può permettere la perdita di posti di lavoro in segmenti così importanti dell’economia calabrese».
«Mi auguro, quindi – ha concluso – che il buon senso prevalga con l’accoglimento della proposta dell’Assemblea legislativa che mi onoro di presiedere». (rrc)

Transazioni alle Asp, Occhito: «Ho fiducia nei miei, ma se qualcuno ha sbagliato pagherà»

di CLAUDIO LABATE – La struttura commissariale e Azienda Zero erano a conoscenza e hanno avallato le procedure transattive tra alcune Asp calabresi (Cosenza, Reggio e Crotone) e la società di factoring BFF Bank SpA, sulle quali sarebbero state avviate anche indagini giudiziarie dalla Procura di Milano e dalla Guardia di finanza?
È questo il cuore dell’interrogazione che il gruppo consiliare del Partito democratico ha rivolto in aula al presidente e commissario ad acta, Roberto Occhiuto.

«Non vogliamo fare gli inquisitori», ha detto Bevacqua invocando trasparenza sugli atti. «Siamo preoccupati perché si avanza il dubbio, sia per l’Asp di Reggio che di Cosenza, che nelle transazioni siano entrati debiti già pagati. Dubbi alimentati dal fatto che l’allora presidente Giuseppe Scopelliti aveva contratto un mutuo fino al 2005, ma negli accordi con Bff figurano fatture risalenti anche agli anni ’90».

Ai primi di gennaio del 2023, ha poi ricordato Bevacqua, «lei aveva comunicato che era riuscito a quantificare il debito pregresso delle Asp, ma dopo circa un anno dalla quantificazione quali verifiche sono state fatte sulle fatture? Sono passati quasi due anni e rispetto a quella ricognizione ci si domanda quali debiti sono stati pagati? Si privilegiano i grossi importi a discapito dei piccoli fornitori?».

A questa serie di domande e dubbi provenienti dai banchi delle opposizioni, il presidente Occhiuto premette che in questi tre anni ogni azione è stata improntata alla trasparenza, provando a recidere quelle vecchie logiche che hanno generato il commissariamento.

«Nelle altre Regioni – ha detto Occhiuto – oggi litigano per le nomine dei direttori generali o amministrativi, come succedeva in passato anche qui. Dovreste avere l’onestà intellettuale di ammettere che queste cose non avvengono più».

Un cambio di passo che Occhiuto rivendica con la chiusura dei conti del 2022 e 2023, coi bilanci consolidati approvati e certificati, e con la sicurezza che saranno chiusi anche quelli mancanti. «C’è quindi un governo dei conti della sanità calabrese, dove la contabilità era orale. Quando si parlava del debito gigantesco io, con un emendamento, ho chiesto che l’accertamento delle pretese creditorie fosse fatto con la Guardia di finanza».

Transazioni milionarie, Occhiuto: «Stimolata chiarezza»

Un concetto che ritorna di sovente nell’intervento di Occhiuto anche quando parla delle transazioni sospette: «Noi abbiamo stimolato le Aziende a fare chiarezza. Non ci sto di farmi a pezzi per sistemare la sanità e poi dover dare spiegazioni. Io ho fiducia nelle persone che ho scelto, ma sono pronto in ogni momento a riconoscere la responsabilità di chi dovesse rivelarsi come un funzionario infedele. Aggiungo che stiamo ragionando su un sistema secondo il quale non si possono caricare decreti di pagamento sulla piattaforma se non vanno verificate prima dalla Direzione investigativa antimafia».

A proposito delle transazioni con Bff, Occhiuto si è detto quindi contento dell’interesse da parte del Consiglio regionale e si stupisce che non sia stato espresso negli anni passati. La transazione dell’Asp di Cosenza, non a caso, sottolinea Occhiuto, è la quarta (ne fece anche nel 2016 e 2017).

«Sono dell’idea che quando fai le cose per bene e in coscienza non devi avere alcun timore, e lo sanno anche i miei direttori generali. A Graziano, a Cosenza, ho detto che ho fiducia della sua correttezza, altrimenti lo avrei sostituito, ma ho anche detto che se ci saranno riscontri negativi all’esito delle indagini è giusto che vengano perseguiti».

Poi il presidente, carte alla mano, ha fatto un riepilogo dei fatti e degli atti di questa vicenda: «Da marzo a settembre 2022 è stata fatta la ricostruzione delle pretese dei creditori e secondo me la presenza della Guardia di finanza sulle partite creditorie ha scoraggiato molti». Occhiuto ha quindi snocciolato alcuni numeri, parlando dell’invio di 14mila pec per chiedere ai fornitori le relative pretese creditorie che dovevano convergere su una piattaforma dedicata. «Il debito venuto fuori al 31/12/2020 che ci era stato richiesto è stato di 1,2 miliardi, quindi era non tre o quattro miliardi, come si ipotizzava, ma 768 milioni e poi 441 milioni di debito per gli anni 2021/2022».

Ammonta invece a 1268 il numero dei fornitori per oltre 400mila pretese creditorie. «Le aziende hanno avviato la verifica della corrispondenza tra quanto dichiarato dai creditori e quanto in possesso delle Asp. Sono stati creati due elenchi: fornitori e cessionari del credito. Le criticità emerse sono state rappresentate alla Gdf e avviata una istruttoria. Nell’ambito del processo di circolarizzazione le Asp hanno fatto accordi transattivi tra i quali quello condotto dall’Asp di Cosenza con BFF completato a dicembre 2023. La Regione ha esaminato l’accordo e su richiesta della struttura commissariale il 30 gennaio ha chiesto al Dipartimento di relazionare sugli atti cosentini. Il Dipartimento ha risposto che la transazione è stata mandata alla Corte dei Conti e alla Gdf. Su input del dipartimento, poi, il 5 marzo 2024 nella sede dell’Asp di Cosenza si è svolto un incontro dei vertici con la Guardia di finanza che doveva svolgere la sua attività al di fuori del capitolo transazioni. L’Asp ha inviato tutte le fatture ma anche segnalato alcune situazioni particolari scorporando alcuni debiti».

Una attività di verifica che, ha detto Occhiuto, è stata demandata, ed è ancora in corso, anche a Kpmg. Intanto, ieri, ha aggiunto Occhiuto smentendo alcune voci circolate nelle ultime ore, il Collegio sindacale dell’Asp bruzia in una nota ha ribadito che dagli approfondimenti eseguiti non sono emersi doppi pagamenti.

In ogni caso, il 19 settembre scorso, ha sottolineato il commissario Occhiuto, è stata avviata la procedura di gara per certificazione del fondo rischi dell’Asp di Cosenza, anche su suggerimento del Collegio sindacale.
La risposta che ha richiesto un intervento di circa 40 minuti, non ha soddisfatto il capogruppo dem Bevacqua: «Occhiuto non ha risposto a nessuna delle nostre osservazioni. E quindi non abbiamo capito se lui ha autorizzato queste operazioni». (cl)

[Courtesy LaCNews24]

Il consigliere Molinaro: Via libera a disciplina Cooperative di Comunità e Culle per la vita

Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato, nella seduta di ieri, la proposta di legge per il “Riconoscimento e la disciplina delle cooperative di comunità” e l’odg Culle per la vita”: un’opportunità per le donne a tutela della vita”.

La prima, proposta dal consigliere regionale Pietro Molinaro, si inserisce nelle politiche regionali per lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale. Intende promuovere la cooperazione senza fini speculativi e rafforzare il coinvolgimento attivo dei cittadini nella vita sociale.

«È una risposta – ha spiegato il consigliere – ai bisogni strumento di innovazione sociale che abbraccia il benessere collettivo. Valorizza la partecipazione dei cittadini alla vita della comunità, l’utilizzo dei beni del territorio e soprattutto l’inclusione delle diverse forme di fragilità affinché le stesse possano diventare una ricchezza per il tessuto sociale. Il sostegno alle cooperative di comunità è previsto Fesr Fse+ 2021-2027, con un’azione dedicata all’innovazione sociale e allo sviluppo di nuovi servizi di welfare».

«Adesso la normativa regionale – ha spiegato ancora – definisce i requisiti delle cooperative e istituisce il Registro regionale. In Calabria esistono già iniziative di cooperative di comunità che necessitano di supporto, già sostenute dalla Regione e dall’Associazione dei Borghi Autentici d’Italia».

Per quanto riguarda l’odg sulle Culle per la vita, Molinaro è stato il primo firmatario e impegna «la Giunta Regionale ad attivarle in ogni Struttura Sanitaria calabrese dove sia presente un Reparto di Neonatologia e Pediatria».

«Ricordo che, attualmente – ha detto Molinaro – la Calabria è una delle cinque Regioni in cui non sono attive le “Culle per la vita”. Una vita salvata rappresenta un investimento fondamentale, non solo per il futuro del singolo individuo, ma anche come sostegno concreto alle madri in difficoltà e a chi si trova in situazioni di disagio economico e sociale. Ci sono casi di neonati o feti che vengono abbandonati, accade anche in Calabria e non basta solo commuoversi in quei momenti perché non possiamo sapere cosa stiano vivendo le persone che decidono di compiere queste azioni, anche le madri sono vittime».

«Le Culle per la vita, come accade in altre regioni – ha concluso – possono incoraggiare un proficuo rapporto pubblico-privato sociale». (rrc)

Il Consigliere Lo Schiavo: Consiglio regionale approva proposta per tutela borghi marinari

Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato, all’unanimità, la proposta di legge dei consiglieri Antonio Lo Schiavo (relatore) e Katya Gentile, per il riconoscimento e la certificazione dei borghi marinari calabresi, la salvaguardia culturale delle identità marinare e la promozione dell’economia del mare.

Diventa, dunque, legge della Regione Calabria la proposta mirata a valorizzare la storia dei borghi marinari, della pesca e dei prodotti ittici quale elemento identitario delle località costiere calabresi, attraverso il riconoscimento di una certificazione territoriale a sostegno delle potenzialità economiche e produttive, nonché della salvaguardia della biodiversità marina e della promozione della cultura delle antiche maestranze del mare.

Una normativa, dunque, dalle finalità turistico-culturali e ambientali che si basa sull’istituzione di un Registro regionale dei borghi marinari (denominato “Rebomar Calabria”) ed è condensata in un dettato normativo di otto articoli. Un testo che, a sua volta, trae la sua principale fonte d’ispirazione nel contesto socio-economico e culturale della cittadina costiera di Pizzo Calabro, che, a parere del proponente Antonio Lo Schiavo, rappresenta uno spaccato di primaria importanza nella storia della marineria calabrese. Ma sono innumerevoli gli esempi, citati anche nella relazione illustrativa della legge, di borghi marinari dislocati lungo i circa 800 chilometri di costa calabrese cui la norma guarda come cornice complessiva di riferimento.

«Il Registro dei borghi marinari – ha precisato il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti, nel corso dell’esposizione in aula – avrà lo scopo di promuovere azioni di tutela e valorizzazione finalizzate alla cultura del mare e delle sue risorse, nonché di stimolare i Comuni aderenti a fare rete ed operare affinché nei borghi marinari si possa generare nuova imprenditorialità turistica in un circuito socio-culturale che coinvolga i cittadini ed i visitatori in appositi percorsi di conoscenza».

«L’approvazione di questa legge, pertanto – ha spiegato – fornisce norme utili sia in termini culturali che economici per l’ampliamento dell’offerta turistica anche con attività promozionali, di comunicazione e marketing appositamente concepite. I Comuni che accederanno al registro “Rebomar Calabria” potranno beneficiare della certificazione di Borgo marinaro e rappresentare un’area culturalmente identificabile, anche al fine di accedere a benefici di settore che di volta in volta potranno essere riconosciuti dalla Regione».

«Si concretizza oggi, con il voto favorevole dell’aula – ha concluso Lo Schiavo –, un obiettivo perseguito con grande impegno e condiviso con la collega Katya Gentile che permetterà ad una importante voce del turismo calabrese di godere di un apposito quadro normativo che porterà evidenti benefici all’intero sistema turistico regionale». (rrc)

Da Consiglio regionale 4 mln per ricostruire il ponte di Maida

Sono quattro milioni la somma che verrà stanziata all’interno della prossima legge “omnibus” che approderà in Consiglio regionale, per ricostruire il ponte sul fiume Cottola, a Maida.

Ciò è stato possibile grazie all’emendamento approvato ieri dalla commissione Bilancio su proposta dei consiglieri Francesco De Nisi, Filippo Mancuso e Antonio Montuoro.

«Un intervento dettato da ragioni di emergenza – hanno spiegato De Nisi, Mancuso e Montuoro – e per venire incontro ai bisogni delle comunità che, dopo il crollo del ponte sul Fiume Cottola, sono sempre più esposte a rischio isolamento. Numerosi centri della provincia di Catanzaro e Vibo, oltre a Maida anche San Pietro a Maida, Curinga, Filadelfia, Francavilla Angitola e Polia, attualmente sono tagliati fuori dai principali collegamenti lungo la Ss280 e senza un adeguamento investimento finanziario non sarebbero nelle condizioni di risolvere le gravi criticità sulla viabilità».

«La richiesta di fondi è stata, quindi, condivisa con il Presidente della Provincia di Catanzaro, Amedeo Mormile, che ha espresso al riguardo l’impossibilità di fare fronte agli interventi con le esigue risorse dell’ente intermedio. L’iniziativa, dunque, è stata immediatamente sposata dal Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che si è dimostrato sensibile – hanno spiegato ancora – di fronte alle esigenze dei territori con l’obiettivo di aiutare le comunità colpite ad uscire dall’emergenza».

Inoltre, martedì 19 novembre, il Governatore della Calabria presiederà un incontro – insieme ai consiglieri De Nisi, Mancuso e Montuoro e al Presidente della Provincia Mormile – con i sindaci dei territori interessati, al fine di portare avanti un confronto proficuo ed indirizzare, al meglio, le risorse disponibili verso la piena risoluzione dei problemi. (rrc)

Il Consiglio regionale s’illumina di blu per la Giornata mondiale del Diabete

In occasione della Giornata mondiale del diabete, il Consiglio regionale si è vestito di blu, «per sensibilizzare sulla prevenzione e sul suo riconoscimento, diffondendo la cultura di uno stile di vita sano e corretto», ha spiegato il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso.

L’iniziativa segue l’approvazione (su proposta dal consigliere regionale Domenico Giannetta) della legge che istituisce il “Registro regionale dei pazienti diabetici”, approvata all’unanimità dalla Commissione Sanità presieduta dalla consigliera Pasqualina Straface.
La legge impegna il Consiglio e la Giunta regionale a promuovere iniziative di informazione, workshop di approfondimento di ricerca e laboratori progettuali volti a portare l’attenzione pubblica ogni azione finalizzata a riconoscere il diabete.
È prevista la collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale al fine di raggiungere le fasce di età più giovani. Inoltre: campagne educative e attività di screening gratuite con medici e infermieri dei servizi di diabetologia delle Asp. (rrc)

Consiglio Regionale e Rai intitolano una stanza a Pietro Bellantoni

di PINO NANO – Questa mattina a Reggio Calabria solenne cerimonia di intitolazione degli Uffici-Rai ubicati all’interno del Consiglio regionale al giornalista della Tgr Rai -Calabria Pietro Bellantoni.

La proposta iniziale porta la firma dei vertici della Rai, la direzione di Testata della TGR, il direttore Alessandro Casarin, il condirettore Roberto Pacchetti, e il Capo della Redazione Giornalistica calabrese Riccardo Giacoia. Proposta immediatamente accettata e fatta propria dal Presidente del Consiglio Regionale, Filippo Mancuso. 

«È questa una iniziativa – dice il Presidente del Consiglio Regionale – che abbiamo condivisa e voluta per tenere viva la memoria di un bravo giornalista che in questo Palazzo ha trascorso molto del suo tempo, lavorando per consentire ai calabresi di conoscere le attività legislative e amministrative che qui prendono corpo. Il mio ricordo di Pietro è legato ai numerosi confronti che abbiamo avuto. Talvolta non eravamo d’accordo, ma sempre nel massimo rispetto reciproco: io per le sue idee e lui per le mie».

Pietro Bellantoni, originario di Scilla, è morto a Reggio Calabria nella notte tra il 19 e il 20 settembre del 2023, aveva 42 anni, e alcuni mesi prima di morire era stato colpito da una grave malattia che non è mai riuscito a superare. Sposato con Ketty e padre di una bimba di due anni, la piccola Giulia, era stato assunto alla Tgr nel marzo di quell’anno, dopo aver superato un concorso pubblico, proprio poco prima della scoperta della sua malattia. Laureato in Filosofia, aveva conseguito un master in Giornalismo all’Università Iulm di Milano ed era diventato giornalista professionista dal 24 novembre 2009. In passato aveva lavorato a Torino per i quotidiani La Stampa e la Repubblica, e in tv aveva collaborato con Studio Aperto a Mediaset. Per una decina d’anni ha poi lavorato al Corriere della Calabria, di cui è stato anche caporedattore, per LaCtv, ed ha collaborato anche molto con Tagadà, la popolare trasmissione de La7.

Era stato anche direttore responsabile de Ilreggino.it e coordinatore dell’ufficio stampa della Giunta regionale della Calabria.

«Era in realtà – sottolinea il Presidente Filippo Mancuso un giornalista di grande talento, apprezzato non solo per le sue enormi capacità professionali, che dimostrava quotidianamente, ma anche per le sue qualità umane. Grazie al suo intuito e alla sua spiccata capacità culturale ha saputo raccontare la nostra regione, dai fatti di cronaca alle questioni politiche, sempre con grande dedizione, attenzione e rispetto per la professione giornalistica, guadagnandosi l’ammirazione di colleghi e cittadini. L’ispirazione di un giornalismo fondato su integrità e spirito critico è il più grande lascito di Pietro per le nuove generazioni».

A giudizio del Presidente del Consiglio Reginale «la sua capacità di andare oltre le apparenze, di cercare la storia dietro la notizia, rappresenta un esempio per tutti coloro che oggi desiderano intraprendere questo mestiere, e intitolare oggi l’Ufficio Rai di Palazzo Campanella alla sua memoria è un segno tangibile della stima e del riconoscimento che tutto il Consiglio regionale, insieme alla Rai, desidera tributare al suo lavoro e alla sua persona. È insomma un atto di gratitudine verso chi ha contribuito a narrare la Calabria in modo sincero e appassionato».

Attraverso la figura di Pietro Bellantoni e tutto ciò che ha rappresentato – aggiunge ancora Filippo Mancuso – «colgo l’occasione per ribadire, anche in questa circostanza, il mio assoluto rispetto per i giornalisti che, nell’esercizio della loro attività professionale, mettono a rischio la propria vita o sono vittime di minacce. Proprio per questo motivo, credo che oggi, in un contesto europeo e mondiale complesso come quello attuale, sia fondamentale garantire un’informazione obiettiva e completa, affidata a professionisti preparati, a cui occorre assicurare la piena libertà di opinione, nel rispetto della dignità delle persone».

Per i suoi funerali lo stesso direttore della TGR Alessandro Casarin – rappresentato oggi dal suo braccio destro Roberto Pacchetti e dal capo della redazione calabrese Riccardo Giacoia – aveva parlato «di un giovane giornalista che si era fatto subito apprezzare e amare. Lascia ora un vuoto incolmabile nei cuori di tutti noi».

Ora, dietro questa targa che porta il suo nome, non c’è solo Pietro Bellantoni, ma ci sono anche idealmente tutti i vecchi compagni di lavoro che prima di lui ci hanno lasciati, che hanno dedicato la loro vita alla RAI e al giornalismo radiotelevisivo, e che mi piace ricordare qui: da Franco Cipriani a Franco Bruno, a Pino Anfuso, e prima di tutti gli altri a Carmelo Malara.

Comunque, bella come iniziativa, perché ci aiuta a non dimenticare i nostri morti. (pn)