Il Consiglio regionale non discute dell’autonomia: Troppe assenze

di CLAUDIO LABATE – «C’è bisogno di assumere una posizione. Come è stato fatto in Basilicata. Il tempo del dibattito è maturo». Così il capogruppo del Partito democratico Domenico Bevacqua ad inizio seduta del Consiglio regionale, ha chiesto di inserire la proposta di provvedimento amministrativo sul referendum abrogativo della legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Il presidente Filippo Mancuso che era stato anche uno dei più duri durante i lavori della Prima Commissione, ha ricordato al capogruppo l’iter ordinario assegnato alla proposta e che quindi dopo il voto in Commissione arriverà di certo in aula.

Consiglio regionale, rinviata l’istituzione di ReDigit

Tocca invece a Luciana De Francesco chiedere il rinvio della proposta di legge – «c’è qualche assenza tra i colleghi di maggioranza interessati al provvedimento», ha detto – che prevedeva l’istituzione del Sistema Informativo Integrato Regionale della Calabria e costituzione della società “ReDigit S.p.A., che doveva soddisfare, nel quadro degli accordi tra le forze politiche di maggioranza, gli appetiti di Fratelli d’Italia. In effetti per l’approvazione alla nascita del nuovo Ente serve il voto favorevole dei 2/3 dell’aula, cosa che ha suggerito il rinvio, anche se dopo – a ritiro avvenuto – l’opposizione si è detta disponibile a votare favorevolmente così come avvenuto in Commissione. «Lo potevano dire prima – ha chiosato il presidente Mancuso – invece così dimostrano la strumentalità della loro decisione».

E tuttavia, i dem provano ad affondare il dito nella piaga, ancora con Bevacqua, secondo cui l’assenza di alcuni consiglieri di maggioranza «testimonia la difficoltà per l’approvazione del provvedimento. Chiedo a Pietropaolo di aprire anche con noi una discussione che può essere un buon punto di partenza, perché innovare la macchina burocratica della Regione è importante e fondamentale. Arriviamo ad una proposta condivisa» è l’invito dai banchi delle minoranze.

Ok al Rendiconto di Calabria Verde

Poi in rapida successione Antonio Montuoro illustra le pratiche di bilancio che ha impegnato l’aula nell’approvazione del Rendiconto 2022 e del Previsionale 2024/2026 di Azienda Calabria Verde.

Dai banchi delle opposizioni sono i dem Mammoliti e Bevacqua a dirsi contrari alla politica portata avanti dal governo regionale nell’ambito boschivo, lamentando una scarsa programmazione anche da parte dell’assessorato sul piano delle assunzioni. E proprio Gianluca Gallo difende l’operato della giunta Occhiuto, sottolineando che «approvare il Bilancio di previsione 2024/2026 significa tornare alla normalità, perché c’erano da ripianare circa 40 milioni di debiti certificati. Ogni anno è stato difficile far fronte agli impegni assunti nei confronti degli operai idraulico forestali». Gallo dà quindi merito ad Occhiuto che da parlamentare accelerò l’arrivo delle risorse per la forestazione per gli anni dal 2021 al 2023, sottolineando poi che l’assunzione di nuovi operai sarebbe possibile solo successivamente al pensionamento del personale in servizio. I provvedimenti passano con l’astensione annunciata da Mammoliti.

Occhiuto: «La Regione torna alla normalità»

Parere positivo anche sul Rendiconto generale dell’esercizio finanziario 2023, dopo il giudizio di parifica della Corte dei conti, il cui risultato di amministrazione dell’esercizio finanziario 2023 è pari a € 2.076.595.459,82. Per Mammoliti però non c’è da stare allegri rispetto alle conclusioni del giudizio di parifica, dove sono contenuti capitoli significativi con considerazioni che possono avere delle ricadute sul futuro della Regione, come l’autonomia differenziata o ancora una volta la sanità.

Montuoro da parte sua prova a ridimensionare le critiche affermando la necessità di «prendere atto delle criticità e migliorare le nostre performance di governo. Non ci accontentiamo, ma sono orgoglioso del lavoro che si sta portando avanti».

A mettere l’accento sull’anticipazione, rispetto al passato, del giudizio di parifica, che arriva comunque nei tempi stabilisti, è direttamente il presidente Occhiuto secondo cui questi, «segnali che vanno in direzione di una Regione che vuole tornare alla normalità». D’altra parte, è il ragionamento del presidente, se le segnalazioni della Corte vengono recepite a fine anno si vanifica l’effetto delle stesse, ma se avvengono nei tempi prestabiliti si può fare fronte ed intervenire.

«Queste ombre che permangono e che ci sono da decenni, negli ultimi anni stanno lasciando il posto a qualche luce nuova. Poi, l’effetto sui dati macroeconomici delle politiche di sviluppo non si traducono automaticamente in un aumento del Pil. Anzi in molti settori quello che si produce oggi si vedrà fra cinque o dieci anni».

«C’è ancora molto da fare nella sanità, come nella macchina amministrativa regionale – ha aggiunto Occhiuto – ci sono dirigenti e funzionari brillanti e altri dirigenti e funzionari che non tengono il passo. Pure nella valutazione dei dirigenti voglio imprimere un cambio di passo per cui ho chiesto ad un magistrato della Corte dei Conti (Lorelli) di fare il presidente del nostro organo di valutazione». (cl)

[Courtesy LaCNews24]

Domani si riunisce il Consiglio regionale

Domani mattina, alle 11, si riunisce il Consiglio regionale della Calabria. Otto i punti all’ordine del giorno: Proposta di legge n. 286/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Neri, De Francesco, Montuoro, Mannarino, recante: “Istituzione del Sistema Informativo Integrato Regionale della Calabria e costituzione della società “ReDigit S.p.A.” – (Relatore: consigliere De Francesco); Proposta di provvedimento amministrativo n. 180/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2022 dell’Azienda Calabria Verde” – (Relatore: consigliere Montuoro).

Proposta di provvedimento amministrativo n. 179/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2024-2026 dell’Azienda Calabria Verde” – (Relatore: consigliere Montuoro); Proposta di legge n. 292/XII di iniziativa della Giunta regionale, recante: “ApprovazioneRendiconto Generale relativo all’esercizio finanziario 2023” – (Relatore: consigliereMontuoro); Proposta di legge n. 245/12^ di iniziativa del consigliere regionale Giannetta, recante: “Modifica della legge regionale 19 novembre 2020, n. 24 (Norme per l’utilizzo dei farmaci nelle strutture pubbliche e private)” – (Relatore: consigliere Giannetta).

Proposta di legge n. 244/12^ di iniziativa dei Consiglieri regionali Tavernise, Alecci, Gentile, Molinaro, Talerico, Cirillo, recante: “Turismo itinerante e norme in materia di aree di sosta per caravan e autocaravan e garden sharing” – (Relatore: consigliere Tavernise);

Proposta di legge n. 185/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso, Gentile, Gallo, recante: “Disciplina dell’agricoltura sociale” – (Relatore: consigliere Gentile); Proposta di legge n. 306/12^ di iniziativa dei Consiglieri Comito, De Nisi, Gelardi, Crinò,Graziano, recante: “Modifiche a leggi regionali a seguito di impegni assunti con il Governo in attuazione del principio di leale collaborazione e disposizioni normative” – (Relatore: consigliere De Francesco). (rrc)

I capigruppo di maggioranza: Consiglio regionale non ha mai avuto timore a parlare di autonomia

«Il Consiglio regionale della Calabria non ha mai avuto alcun timore a discutere dell’autonomia differenziata». È quanto hanno ribadito i capigruppo di maggioranza, ricordando come «in Aula lo ha già fatto due volte, in maniera estesa e approfondita e dal confronto sono emerse le posizioni dei gruppi politici e dei singoli consiglieri, senza dimenticare che, proprio nell’ultima seduta, il presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, ha risposto all’interrogazione posta da un esponente dell’opposizione e che nella seduta della prima Commissione di mercoledì l’argomento è stato affrontato con la partecipazione dei sindaci».

«Sul tema, va ricordato – prosegue la nota • il centrodestra calabrese ha approvato un documento che, senza le urla populiste degli ultimi mesi, tiene conto della tutela sostanziale  degli interessi della popolazione calabrese, cosicché, per dargli seguito, si è deciso di  coinvolgere le nostre Università, affinché sia effettuato un approfondimento concreto sulle ricadute in Calabria derivanti da eventuali intese Stato-Regioni sulle materie non Lep. Aspetto, quest’ultimo, poco trattato e che il Consiglio regionale della Calabria ha avuto il merito di porre all’attenzione generale».

«Sull’autonomia differenziata, inoltre – conclude la nota – le posizioni della maggioranza sono state  espresse sempre in maniera chiara, netta e responsabile. Dispiace che chi ha ricoperto importanti ruoli istituzionali nella nostra regione come l’on. Domenico Tallini, parta da valutazioni prive di fondamento per esprimere le proprie idee sull’autonomia differenziata». (rrc)

L’OPINIONE / Sergio Dragone: Il sì ad abrogare l’autonomia delegittimerebbe il Consiglio regionale

di SERGIO DRAGONE – Mentre scrivo questa nota, la richiesta di referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata (legge Calderoli) ha superato le 650.000 firme in appena dieci giorni e prima di Ferragosto arriverà vicina al milione. A settembre le firme potrebbero essere anche un milione e mezzo. E mentre tutto questo accade, con una mobilitazione popolare che nemmeno gli organizzatori si aspettavano, il Consiglio Regionale della Calabria ha deciso di rinviare a data da destinarsi il dibattito e quindi la decisione se chiedere, come già hanno fatto Campania, Puglia, Sardegna, Toscana ed Emilia Romagna, l’indizione del referendum.

La sensazione che se ne ricava è che il Consiglio Regionale della Calabria non abbia alcuna intenzione di contrastare la legge sull’autonomia, ma semplicemente attendere gli eventi. Non vale la pena di chiedere il referendum, tanto sarà respinto dalla Corte Costituzionale, così si sono giustificati alcuni esponenti della maggioranza. Altri hanno escogitato i più fantasiosi sistemi per prendere tempo: istituzione di un osservatorio sulla legge, richiesta alle Università di “studiare” la Calderoli, inutilità della richiesta perché il quorum delle firme è stato già raggiunto.

Mi ha molto colpito una frase del sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, che si era rivolto alla presidente della Prima Commissione-Affari Istituzionali di Palazzo Campanella, Luciana De Francesco, per chiedere di calendarizzare la discussione sulla Calderoli: «Il Consiglio Regionale della Calabria non volti le spalle al suo popolo».

È più o meno quello che è avvenuto. Il Consiglio Regionale della Calabria non ha avuto coraggio, nemmeno di dire si alla riforma voluta dalla Lega. Già quella sarebbe stata una posizione chiara, comprensibile, non condivisibile da tutti, ma quanto meno schietta e coraggiosa.

Si è scelta la strada dell’ambiguità, dell’eterna attesa che altri decidano al posto dei calabresi, magari nella speranza che la Corte Costituzionale bocci il referendum e dire: noi l’avevamo detto!

È stata, lo dico con rispetto delle posizioni di tutti, una scelta miope perché il Consiglio Regionale così si è scollegato dalla sua gente, da coloro – e non sono solo quelli di sinistra, i sindacati e la Chiesa – che intravedono enormi pericoli nell’applicazione della legge voluta dalla Lega.

Studi molto seri, compiuti anche da istituzioni prestigiose, hanno dimostrato che la Calderoli produrrà effetti devastanti nei sistemi della sanità e dell’istruzione, dove si registrerà una contrazione dei finanziamenti in ragione dell’elevata spesa storica. Ma c’è di più. L’effetto più drammatico, secondo Svimez, sarà la desertificazione del Sud e della Calabria, con un esodo molto significativo verso il nord e le grandi città metropolitane.

Ma che succederà se le cose prenderanno una piega diversa da quella auspicata dalla maggioranza di Palazzo Campanella? E se il referendum sarà ammesso, come affermano prestigiosi costituzionalisti? E se, in caso di voto, il si all’abrogazione – come ha profeticamente detto il presidente Roberto Occhiuto – vincerà con il 90% in Calabria? Sarebbe la delegittimazione del Consiglio Regionale, bocciato dalla sua gente. Lucio Battisti direbbe: lo scopriremo solo vivendo! (sd)

Autonomia, il presidente Mancuso scrive ai Rettori delle Università Calabresi

Un approfondimento economico-tecnico-giuridico, al fine di valutare le ricadute che si avrebbero in Calabria, qualora si consentisse alle Regioni che ne fanno richiesta di ottenere le competenze nelle materie escluse dai Lep. È quanto ha chiesto il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ai Rettori dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, prof. Giovanni Cuda, dell’Università della Calabria di Cosenza, prof. Nicola Leone e dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, prof. Giuseppe Zimbalatti.

Una missiva inviata a seguito dell’approvazione, avvenuta lo scorso 18 aprile, da parte del Consiglio regionale del documento della maggioranza sull’autonomia differenziata, in cui Mancuso ricorda che la maggioranza consiliare “ritiene l’autonomia differenziata un’opportunità, in quanto la determinazione e il finanziamento dei ‘Lep’ nonché il superamento della spesa storica garantirebbero uguali servizi e diritti per tutti i cittadini ovunque essi risiedano, mentre i consiglieri di maggioranza hanno espresso qualche perplessità su ciò che riguarda le materie non ‘Lep’.

Inoltre, ha invitato i tre Rettori «ad indicare le figure professionali a cui affidare il compito di che trattasi, onde poter tenere una prima riunione programmatica negli uffici della Presidenza del Consiglio regionale». (rrc)

La Prima Commissione del Consiglio regionale rinvia discussione della proposta del referendum

Si è concluso con il rinvio della discussione del provvedimento per l’indizione del referendum abrogativo, la seduta della Prima Commissione ‘Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale’ del Consiglio regionale. Alla riunione, presenti diversi sindaci.

Una scelta, per la consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni, che «è una chiara strategia adottata per evitare di affrontare direttamente la questione e di prendere una posizione chiara rispetto all’Autonomia differenziata che rappresenta una minaccia per l’unità nazionale e per i principi costituzionali di solidarietà ed equità».

«La legge Calderoli, già esecutiva dal 13 luglio – ha aggiunto – è immorale, anticostituzionale e antistorica: l’Autonomia differenziata sarà capace solo di portare disgregazione dello Stato, penalizzando le regioni più povere come la Calabria, favorendo invece solo le regioni ricche trattenendo le tasse locali. La legge Calderoli, sebbene apparentemente promettente nel rimuovere disparità e promuovere il decentramento, di fatto crea una divisione economica tra regioni ricche e povere, violando il principio di equità sancito dall’articolo 3 della Costituzione».

«I colleghi della maggioranza di centrodestra – ha concluso – non possono non avere contezza delle gravi conseguenze economiche e sociali dell’Autonomia Differenziata, tra cui la riduzione delle risorse per le regioni più deboli e il peggioramento dei servizi pubblici essenziali come sanità e istruzione. Così come non possono non essere consapevoli del fatto che non saranno mai garantiti i finanziamenti adeguati per i Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep), necessari per garantire diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale – rimarca Bruni -. Senza l’apporto delle risorse provenienti dalle tasse versate dalle Regioni più ricche, lo Stato rischia di andare in default: l’Autonomia Differenziata farà implodere l’Italia».

Il consigliere Antonio Lo Schiavo, illustrando la proposta, ha ribadito che «non si tratta di una battaglia politica di parte, ma di una battaglia che riguarda i calabresi. Manca la discussione successiva alla legge 26 giugno 2024 sulla autonomia differenziata, per quanto in premessa, informa di aver chiesto l’adesione del Consiglio regionale della Calabria alla richiesta di referendum abrogativo e che se lo stesso non adotterà in tempi rapidissimi all’adesione al refendum, qualunque discussione successiva sarà inutile».

È stato chiesto al Presidente Roberto Occhiuto di aderire all’iniziativa e fare da front man in questa battaglia, che la discussione fosse portata al Consiglio, ricordando come le finalità della proposta in discussione è acquisita, alcune regioni vogliono rompere il principio solidaristico e trattenere la propria ricchezza nei loro territori. In un momento di grande conflitti globali vengono creati venti micro stati che avranno difficoltà a garantire i servizi ed i diritti costituzionali.

Lo Schiavo, poi, ha evidenziato che 13 sono i miliardi spesi dalla Calabria per mobilità sanitaria si immagini quale futuro potrà essere riservato alla sanità calabrese, si immaginino gli effetti della differenza retributiva. «L’economia differenziata – ha detto – è un sistema truccato in partenza e sta montando la mobilitazione generale, non si tratta di una battaglia di parte. Non basta la dichiarazione del presidente Occhiuto critica sulla legge, contestata dalla sua maggioranza la richiesta di moratoria dello stesso, la Lega ribadisce, infatti, che l’economia differenziata è legge dello Stato».

Per Lo Schiavo, poi, «i calabresi dovranno sapere che la Calabria non aderirà alla proposta di abrogazione» e che «la scelta peggiore è riscontrabile nell’escamotage della furbizia politica utilizzata per non assumersi responsabilità».

Per questo ha chiesto al presidente Occhiuto di riferire in Aula «su quali iniziative intenda intraprendere».

«La battaglia non può essere di parte e va portata nelle sedi istituzionali», ha detto, ribadendo 1che con la proposta in discussione si chiede che il Consiglio deliberi la richiesta di abrogazione della legge 26 e che le posizioni dovranno evincersi dalla votazione in Aula».

Il consigliere Davide Tavernise, premettendo che ha sottoscritto la proposta «perché come regione del Sud è giusto assumere una posizione che sia ufficiale, perché non esistono finanziamenti per i Lep e la protezione civile ed il commercio con l’estero rischiano di essere assunti da subito, viste le posizioni di alcune regioni del Nord».

Il pentastellato, poi, ha evidenziato «come anche nella maggioranza esistano posizioni diverse e che alcuni deputati e senatori calabresi di maggioranza non hanno votato la proposta», per questo «i cittadini del Sud debbano essere tutelati e che trattasi di una battaglia da portare in porto anche con il supporto della maggioranza».

Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha ricordato che «la modifica del titolo quinto è opera della sinistra e che è inutile l’atteggiamento eroico di oggi. Le differenze sociali esistono, dichiara, ed è necessario assumersi le responsabilità delle iniziative».

Sul provvedimento ha informato «che diversi giuristi hanno intravisto elementi di incostituzionalità e che la proposta referendaria sarà respinta. Rammenta che il Consiglio regionale si è espresso con diversi ordini del giorno ed ha votato un documento con il quale si dice che l’autonomia differenziata è una grande opportunità ad alcune condizioni. L’autonomia differenziata con il finanziamento dei Lep dovrà colmare il gap oggi esistente in sanità e l’esempio può essere traslato a tutte le materie».

Ha concordato sul fatto che le materie «non disciplinati dai Lep possano rappresentare un problema ed è stata espressa la posizione critica del Consiglio regionale» e ha annunciato la presentazione di una proposta all’Ufficio di Presidenza con la quale si chiede alle Università uno studio ed un approfondimento sulle materie non sottoposte ai Lep».

Non ritenendo la proposta costituzionalmente compatibile, ha poi chiesto che venga rivista.

Il consigliere Ernesto Alecci, ringraziando i sindaci per la partecipazione, che «è riconducibile a mero esibizionismo considerato che avrebbero necessità di rimanere sui territori per affrontare la crisi idrica ed altro», ha sottolineato come «il presidente Mancuso, preso dalla passione, ha dimenticato che i Lea – paragonabili ai Lep –  sono stati approvati nel 2001 e se dopo venti anni non è stato, ancora, colmato il gap. L’autonomia differenziata garantirà, grazie alla fiscalità trattenuta, una una sostanziale disparità tra regioni alcune delle quali potranno garantire servizi migliori».

«I lep sono elementi minimi da garantire e rappresentano – ha detto ancora – una grande presa in giro. Che la Lega parli di esibizionismo della sinistra è un vero è proprio ossimoro. La riforma del titolo quinto ad opera del governo Amato è stato un errore e la riforma Calederoli, vista la storia politica del ministro, non garantisce, nulla di buono. La fila in prossimità dei banchetti per la raccolta firme è rassicurante e testimonia il grande coinvolgimento popolare».

Il dem, infine, ha rammentato al Presidente Mancuso che durante il Covid la prima regione ad accogliere i cittadini lombardi è stata la Calabria e gli ospedali calabresi, a quel tempo non interessati fortemente dal fenomeno, si sono presi cura di pazienti provenienti da altre regioni. Si dichiara orgoglioso di appartenere ad un popolo che non alza muri».

Per Mimmo Bevacqua, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, la posizione di Mancuso «è chiara» e il «suo intervento non passa inosservato», sottolineando, poi, come «sarebbe stato opportuno che il presidente Mancuso si congratulasse con i sindaci per la loro partecipazione».

«La proposta in discussione è fatta per conto ed in nome dei cittadini. La commissione dovrebbe prendere atto della richiesta avanzata e la proposta avrebbe dovuto essere discussa in Aula», ha detto Bevacqua, aggiungendo che «la minoranza chiede, sulla base, anche di 500.000 firma già raccolte che la proposta venga discussa in Aula».

«La calendarizzazione è stata prevista ai limiti dei tempi regolamentari, strumentalmente – ha evidenziato –. La maggioranza dovrebbe, invece, dimostrare sensibilità e consentire la discussione avallata dall’80% dei comuni e dalla maggioranza della società civile e, soprattutto, esprimersi con chiarezza sul “si” o “no” al referendum».

La presidente della Prima Commissione, Luciana De Francesco, si è detta meravigliata «che il consigliere Bevacqua seguendo una doppia morale contesti il normale iter, considerato che è opportuno dare il giusto coinvolgimento e la calendarizzazione in aula commissione per il giusto approfondimento tecnico/giuridico».

Per Giuseppe Mattiani la presenza dei primi cittadini non «è indicativa di appartenenza, ma di ascolto».

Ha, poi, ricordato che «la riforma del Titolo V è di iniziativa del Governo Amato e, pertanto, non è condivisibile la posizione ambigua della minoranza», che le posizioni «dei presidenti Bonaccini ed Emiliano che anni addietro rivendicavano i presupposti di all’art. 116, 117 e 119 della Costituzione sulle materie concorrenti e sulla rimozione delle diseguaglianze».

Il consigliere della Lega ha ricordato ancora come sono «propedeutici all’entrata dell’attuazione della legge sull’autonomia dovranno essere finanziati i Lep e che per la Calabria sarà un’opportunità. Azzerata la spesa storica, l’autonomia differenzaita darà la stura ad una reale equità. Il minacciato residuo fiscale ritiene non sia contemplato dalla legge, le materie non lep rientrano tra le materie concorrenti e la legge del 26 giugno definisce solo i principi generali di applicazione perchè l’autonomia differenziata esiste già. Trattasi, dunque di una presa di posizione a prescindere».

Il consigliere Antonello Talerico, non d’accordo sull’applicazione dell’autonomia in senso lato, ma concordando sulla posizione del presidente Occhiuto, ritiene, da giurista, che «il referendum sia, palesemente, inammissibile considerato che il referndum deve avere a riferimento una legge, e non può essere abrogativo di leggi ordinarie attuative di norme Costituzionale».

«Bisogna, invece – ha dichiarato – concentrarsi sugli stanziamenti finanziari dei Lep e la determinazione dei criteri degli stessi. La tecnica legislativa può spostare l’asse sulla base della valutazione dell’essenzialità e dei parametri che potrebbero anche avvantaggiare alcune regioni. I Lea sono stati previsti a livello centrale, già nel 2001 ed il sollecito del 2017 è stato applicato lo stesso criterio per altre materie. Il referendum non risolve il problema, che, invece potrebbe essere affrontato dagli amministratori».

«Il referendum, per raggiungere l’obiettivo dovrebbe riguardare la modifica dell’art. 116 della costituzione ed è improponibile», ha detto Talerico, ritenendo che non bisogna scendere nel populismo ma valutare dal punto di vista politico-amministrativo gli elementi dirimenti da prendere in considerazione per evitare i danni e cogliere le opportunità».

Per questo è «necessario un intervento virtuoso, una battaglia comune per attenzionare i criteri e la fase attuativa sui Lep e sui Lea ed evitare proposte vacue».

Il consigliere Giuseppe Gelardi ha ricordato che «la Lega vuole dare concretezza al dettato Costituzionale».

«Si assiste, in realtà al gioco delle parti, l’abolizione della spesa storica è elemento fondamentale, per come rilevato dal consigliere Mattiani, e costituisce un elemento dirimente. La Calabria tutta, maggioranza ed opposizione dovrebbero individuare, insieme, le materie importanti per il futuro della regione», ha detto il leghista, secondo cui la proposta referendaria non avrà futuro.

Ferdinando Laghi, ha evidenziato la posizione di contrapposizione netta della Federazione nazionale dei medici e della Cei che «si è chiaramente espressa contro con riferimento biblico “in nome del mio popoplo non tacerò”».

Informando della sua contrarietà non solo all’autonomia differenziata ma anche alle regioni perché favorevole al rilancio delle provincie, convinto che il governo debba essere vicino ai cittadini, ha ricordato che «i Lep sono un obbligo costituzionale».

Per Laghi l’esito del quesito non è fondamentale, ma il dibattito popolare si, perciò ritiene inutile lo spacchettamento del quesito referendario proposta da alcune regioni, il quesito si deve basare sul “si” o “no” e la maggioranza dovrebbe tenerne conto.

A conclusione della Seduta, la presidente De Francesco ha ricordato che il Governo ha garantito l’attuazione dei Lep, finalizzata al superamento delle diversità e che «la stessa maggioranza è orientata in tal senso» e che il trasferimento è subordinato al finanziamento dei Lep. (rrc)

 

 

 

Mancuso e Montuoso presentano proposta per istituire la Riserva Naturale regionale di Trinchise

È stata elaborata e depositata la proposta di legge con cui si propone l’istituzione della Riserva Naturale Regionale di Trinchise. LO hanno reso noto il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso e il consigliere regionale Antonio Montuoro, sottolineando come «la valorizzazione delle risorse naturalistiche, paesaggistiche, storiche e culturali di larga parte del territorio calabrese rappresenta un’opportunità di sviluppo irrinunciabile».

«Il provvedimento mira alla tutela e alla promozione di un’area che confina a sud ovest con il fiume Simeri – hanno spiegato – a nord con la ex statale 109, a sud est con il torrente Marviano, a sud con le confluenze del fiume Simeri, il territorio di Sellia e il torrente Marviano con confine nel comune di Zagarise. L’ente gestore individuato dalla legge, in coerenza con la recente disciplina generale su aree protette e biodiversità, è il Comune di Magisano. Lo stesso dovrà elaborare un programma triennale di valorizzazione dell’area protetta, a cui dovrà conformarsi il programma annuale degli interventi, che sarà adottato con il parere del ‘Tavolo di partecipazione attiva’ e degli Enti pubblici interessati».

La nuova Riserva si trova in una delle aree più incontaminate della Presila catanzarese, che coincide all’incirca con il settore sud-occidentale del massiccio silano e della Sila rappresenta le ultime propaggini che si prolungano nella corona collinare degradante verso la stretta fascia costiera che si affaccia al mare Ionio del Golfo di Squillace. La particolare esposizione, unita alla vicinanza del mare, determina la presenza di numerosi microclimi, con alto grado di differenziazione su scala locale, e di una vegetazione particolarmente ricca e variegata.

Per il presidente Mancuso «prosegue l’impegno legislativo del Consiglio regionale in questo specifico settore. La Calabria conta un enorme patrimonio etnobotanico legato a tradizioni che, a volte, caratterizzano intere aree del territorio regionale. Abbiamo l’intenzione di continuare a rafforzare il sistema delle aree protette e di finanziare metodologie di tutela degli habitat e delle specie, in un’ottica di turismo naturalistico che sprigioni ricchezza generale e fiducia nel futuro per le nuove generazioni». (rrc)

L’appello del Pd ai sindaci calabresi: Una mobilitazione per sostenere la proposta su referendum

«Invitiamo i sindaci calabresi alla massima mobilitazione possibile in vista della riunione della Commissione “Affari Istituzionali” che è stata convocata per mercoledì 31 luglio, a palazzo Campanella, per discutere della ppa sul referenudm abrogativo della legge sull’autonomia difeferenziata». È l’appello che i capigruppo di opposizione Mimmo Bevacqua (Pd), Davide Tavernise (M5s) e Antonio Lo Schiavo (Misto) hanno rivolto ai sindaci calabresi, per fare un segnale forte alla maggioranza di centrodestra «che ha offerto l’ennesima prova di arroganza e totale insensibilità rispetto agli interessi dei calabresi e alle prerogative dei consiglieri regionali».

«Considerata l’urgenza del tema da affrontare – hanno  ricordato i capigruppo di minoranza – avevamo chiesto al presidente Mancuso di fare arrivare la ppa direttamente in Consiglio regionale lo scorso 26 luglio senza passaggi in Commissione. Non solo non è stata accolta tale richiesta, ma la Commissione è stata convocata dopo 15 giorni, sfruttando il tempo massimo possibile previsto dal regolamento. Si tratta di un evidente atteggiamento ostruzionistico che non ha alcun senso, se non quello di umiliare la Calabria e la minoranza politica presente in Consiglio».

«In Commissione chiederemo che la ppa arrivi in Aula prima della pausa estiva – hanno spiegato – e per dare ancora più forza alla nostra richiesta chediamo il sostegno dei sindaci e degli amministratori. È fondamentale che ognuno si assuma le proprie responsabilità davanti ai calabresi, a partire dal presidente Occhiuto abile nella comunicazione, con le sue continue interviste, ma mai protagonista di una scelta netta con conseguenti atti deliberati in Consiglio, se non quello di aver dato nella Conferenza delle regioni il suo assenso al progetto di legge Calderoli». (rrc)

Tavernise (M5S): Sono sbagliati tempi e modi della Fusione dei Comuni

Per il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, «sono sbagliati i tempi e i modi di questa fusione che coinvolge le città di Cosenza, Rende e Castrolibero. Si tratta dell’ennesima forzatura istituzionale del centrodestra regionale che continua a portare avanti un modus operandi inaccettabile».

«Basti pensare che su questa legge – ha spiegato – approvata di notte e dai soli consiglieri di maggioranza nel calderone di una legge omnibus, insieme al collega Lo Schiavo abbiamo presentato una proposta di legge che non è stata neanche presa in considerazione. A dimostrazione del senso che questo esecutivo ha del concetto di democrazia. Ed è proprio sul concetto più profondo di democrazia partecipata, quale espressione del voto popolare, che si basava la nostra proposta di legge, partendo proprio dalla richiesta di modifica del referendum che tenesse in considerazione i voti dei cittadini dei singoli comuni e non consultivo sul totale degli abitanti coinvolti».
«Abbiamo anche chiesto il coinvolgimento dei Consigli dei tre Comuni – ha proseguito – nell’esprimere un parere sulla legge regionale attraverso una delibera ad hoc e la realizzazione di uno Studio di fattibilità degno di questo nome, considerando quello commissionato dalla sola maggioranza come un documento che non dà risposte. Detto questo è bene chiarire perché domani in Consiglio non voterò contro questa legge, ma esprimerò un voto di astensione. Primariamente e politicamente come Movimento 5 Stelle non siamo contrari alle fusioni dei comuni. Anzi, con alcuni presupposti che riguardano la prossimità, siamo assolutamente favorevoli a questo tipo di matrimonio».
«Nel caso specifico – ha aggiunto – gli abitanti delle città di Cosenza, Rende e Castrolibero formano già oggi una grande comunità, il cui territorio offre opportunità e servizi non solo alla provincia ma anche alla regione tutta. Ma per portare a termine le fusioni devono essere rispettati alcuni requisiti, devono essere programmati alcuni passaggi pratici e burocratici e, soprattutto, deve essere coinvolta la popolazione perché la trasformazione urbana non può essere vissuta come un’annessione di una realtà sull’altra, ma come una opportunità di crescita non solo economica ma anche storica, culturale, identitaria. Passaggi preliminari che in questo caso non sono stati attuati e che mi porteranno al voto di astensione per bocciare un metodo che reputo sbagliato e pericoloso per la democrazia».
«In ultimo, ma non per importanza – ha concluso – mi asterrò per mettere in evidenza anche l’incoerenza del centrodestra sul tema dei referendum: da una parte ha fretta di indire questo referendum sulla fusione, dall’altra si oppone e fa ostruzionismo sulla richiesta di referendum sull’autonomia differenziata». (rrc)

Presto convenzione tra Consiglio regionale e Regione Puglia per il nuovo Auditorium Calipari

Presto sarà sottoscritta la convenzione tra il Consiglio regionale della Calabria e la Regione Puglia, attraverso cui quest’ultima, tramite la propria Agenzia regionale Asset, provvederà, come previsto dal codice dei contratti pubblici Dlgs 36/2023, alla procedura di validazione sia del progetto di fattibilità tecnico-economica che del progetto esecutivo per la costruzione del nuovo Auditorium Calipari.

L’accordo  – il cui schema è stato redatto e proposto dal dirigente del Settore Tecnico  architetto Gianmarco Plastino – sarà sottoscritto dal presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, secondo cui «la convenzione è un esempio di attuazione dei principi di efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa, attraverso la sinergia e lo scambio di best practices fra soggetti pubblici».

«Da un lato – ha spiegato – viene privilegiata l’ eccellenza di una Regione meridionale che dispone  di  un’agenzia certificata nel rispetto della normativa comunitaria sulla verifica dei progetti delle grandi opere. Dall’altro, il Consiglio regionale risparmierà preziose risorse finanziarie, poiché la convenzione non prevede alcun corrispettivo se non il rimborso dei costi».

«Va, dunque – ha concluso – avanti  l’impegno finalizzato  a restituita alla Calabria e alla città di Reggio un’ importante struttura a seguito del crollo della copertura avvenuto nel luglio 2020. È prevista la realizzazione di una sala polifunzionale idonea a ospitare 640 spettatori e 12 oratori, un foyer all’interno di una superficie complessiva pari a 1.210 metri quadri. Un progetto basato sui più avanzati criteri architettonici, tecnologici di fruibilità e di sostenibilità». (rrc)