Manovra finanziaria, Bevacqua (PD): La Regione non può essere un bancomat

Per il consigliere regionale del Partito Democratico, Domenico Bevacqua, «quello approvato in aula  è un bilancio che si presenta come un atto burocratico e non come uno strumento politico e decisionale in grado di rispondere alle reali esigenze dei calabresi».

Bevacqua ha evidenziato nel suo intervento come il ruolo dalla Regione «dovrebbe essere quello di stimolare investimenti e sviluppo, non di utilizzare Fincalabra o altri Enti regionali come fossero un bancomat come nel caso della Sacal alla quale oggi voi destinate 75 milioni per l’aumento di capitale».

«Risorse che, peraltro – ha aggiunto – sono comparse con un emendamento dell’ultimo minuto. Strano, inoltre, che un atto di gestione venga portato all’attenzione del Consiglio. Serve forse per tutelarsi da eventuali responsabilità? In ogni caso sarebbe opportuno capire da dove arrivano queste risorse. Si tratta di una magia o forse erano nascoste? Sarebbe stato meglio investirle in infrastrutture strategiche, come le metropolitane leggere, per migliorare la rete dei trasporti e avvicinare i territori».

«Non serve a nulla dare l’immagine di una Calabria che aumenta i voli – ha evidenziato il dem – quando compagnie come Ryanair, in assenza di risorse sufficienti, potrebbero decidere di lasciare il territorio, come è già accaduto altrove. Dobbiamo chiederci: questi investimenti cambiano davvero le condizioni sociali ed economiche dei calabresi? Migliorano la qualità della vita? Purtroppo, tutti gli indicatori confermano che le province calabresi continuano a collocarsi agli ultimi posti in Italia e in Europa».

Bevacqua ha, poi, puntato il dito contro la gestione dei fondi comunitari: «La Regione ha commesso troppi errori, incapace di utilizzare efficacemente queste risorse per trasformare la realtà sociale della Calabria. Servono scelte concrete e un approccio realistico: non si può continuare a dipingere un’immagine distorta di una Calabria che non esiste. È tempo di scendere con i piedi per terra e affrontare i problemi reali dei calabresi».

Infine, Bevacqua ha denunciato la contraddizione emersa nel Documento di economia e finanza regionale: «Il Def approvato dalla maggioranza mette nero su bianco che l’autonomia differenziata rischia di mettere in pericolo l’unità del Paese. Questo significa che chi ha votato a favore del documento dovrebbe coerentemente sostenere il referendum abrogativo contro la riforma».

«Se ne rendono conto i consiglieri di centrodestra o votano senza neanche leggere i documenti?», ha chiesto, concludendo. (rcz)

Il PD Calabria: No al Defr e alla figura del consigliere supplente

È un voto contrario quello che il Partito Democratico della Calabria ha espresso al Documento di economia e finanza regionale (Defr) e alla proposta di legge della maggioranza di centrodestra per l’introduzione della figura del consigliere regionale “supplente”.

Una posizione espressa nel corso della conferenza stampa svoltasi a Lamezia, moderata dal capogruppo Mimmo Bevacqua alla presenza dei consiglieri regionali Amalia Bruni, Raffaele Mammoliti, Ernesto Alecci, Franco Iacucci e Giovanni Muraca.

Il capogruppo Bevacqua ha motivato il voto contrario al Defr sottolineando l’assenza di una visione strategica e la mancata capacità del centrodestra di affrontare le criticità della Calabria.

«Dopo tre anni di governo regionale non c’è alcun miracolo – ha detto – come annunciato dal presidente Occhiuto. Nel Defr, che rimane un libro dei sogni, emergono solo criticità e dati che confermano l’incapacità di questo governo di dare risposte concrete ai calabresi».

Raffaele Mammoliti ha evidenziato, invece, i dati preoccupanti del bilancio regionale, già peggiorati dai tagli previsti nella legge di bilancio nazionale del governo Meloni, che sottrarranno ulteriori 53 milioni di euro alla Calabria.

«La spesa libera è scesa dal 13% al 10% – ha illustrato – e si registra una discrasia nei dati sull’occupazione tra il bilancio sociale dell’Inps regionale e quelli riportati nel Defr: una differenza di 20.000 unità che necessita di approfondimenti urgenti».

Giovanni Muraca ha ribadito la gravità della situazione economica regionale, sottolineando come i dati già negativi siano ulteriormente peggiorati in seguito alle politiche economiche nazionali e alla mancanza di interventi strutturali da parte della giunta regionale.

Amalia Bruni ha concentrato il suo intervento sul disastro della sanità calabrese, denunciando il fallimento del modello AziendaZero.

«Doveva rappresentare un punto di svolta – ha detto – ma si è rivelata un’ulteriore complicazione per un settore già in crisi, senza alcuna soluzione concreta per migliorare i servizi sanitari».

Ernesto Alecci, infine, ha invece criticato la gestione “di facciata” del centrodestra, accusando il governo regionale di privilegiare gli annunci e le campagne mediatiche rispetto alle azioni concrete.

«Il settore turistico è un esempio lampante – ha detto –: si parla di voli speciali e Capodanni straordinari, ma mancano trasporti efficienti e strutture ricettive adeguate per accogliere i visitatori».

Il gruppo del Pd ha anche espresso un deciso no all’introduzione della figura del consigliere regionale “supplente”.

«È un tentativo di riequilibrare i rapporti interni alla maggioranza di centrodestra, non certo una risposta alle necessità dei cittadini calabresi – ha dichiarato Bevacqua –. Noi riteniamo prioritario proporre una riforma seria, come l’introduzione del voto disgiunto, che consenta ai calabresi di scegliere liberamente sia il presidente della Giunta sia i consiglieri regionali».

Il consigliere Franco Iacucci ha criticato fortemente la modifica voluta dal centrodestra spiegando con chiarezze che è una falsità quella di una riforma a costo zero: «Il numero dei consiglieri supplenti salirà diminuendo quello degli assessori esterni ed è chiaro che l’invarianza finanziaria è l’ennesima bugia del centrodestra al governo». (rcz)

Muraca (PD) chiede accesso agli atti su convenzione Asp RC-Università delle Marche

Il consigliere regionale del PD, Giovanni Muraca, ha presentato una formale richiesta di accesso agli atti all’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria per ottenere totale chiarezza sulla procedura che ha portato alla stipula dell’accordo con l’Università Politecnica delle Marche.

Contemporaneamente all’accesso agli atti, Muraca provvederà a presentare un’interrogazione all’Ufficio del Commissario per il Piano di rientro dal disavanzo sanitario della Calabria, al fine di verificare la regolarità della deliberazione dell’Asp reggina.

«L’accordo – ha spiegato – deliberato nel luglio 2023 dalla direttrice generale Lucia Di Furia, prevede la collaborazione dell’ateneo marchigiano per supportare il Comitato valutazione sinistri dell’Asp reggina tramite consulenze di medicina legale, con un costo complessivo di 100.000 euro distribuito su tre anni».

«Tuttavia – ha proseguito Muraca – restano molteplici interrogativi che necessitano di risposte chiare e tempestive. Come mai sono stati bypassati i medici legali già presenti all’interno dell’Asp di Reggio Calabria e quelli dell’Università di Catanzaro, una struttura di eccellenza che annovera figure altamente qualificate nel settore? È davvero possibile che in tutta la Calabria e nell’intero Mezzogiorno non esistessero professionalità adeguate a soddisfare le esigenze del Comitato valutazione sinistri?».

«Inoltre – ha aggiunto Muraca, rafforzando i dubbi già espressi dal Pd Calabria – appare singolare che la scelta sia ricaduta proprio sull’Università Politecnica delle Marche, l’ateneo presso cui la Dg Di Furia ha conseguito la laurea e che si trova nella regione in cui risiede. Questo fatto pone più che ragionevoli dubbi sul piano dell’opportunità e dell’assenza di conflitti di interesse».

«Va, poi – ha proseguito – tenuto in considerazione che non sono state fornite motivazioni ufficiali e oggettive per giustificare una decisione che ha comportato il ricorso a consulenze da un ateneo distante quasi 900 chilometri da Reggio Calabria».

«“È doveroso –  ha concluso Muraca – che la struttura commissariale per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario chiarisca se fosse a conoscenza e se ritiene corretta la procedura seguita dall’Asp d Reggio. È indispensabile fare luce su tutti gli aspetti di questa vicenda, a tutela della trasparenza e della credibilità delle istituzioni sanitarie calabresi. Non possiamo accettare che decisioni così importanti siano prese senza una chiara e documentata giustificazione, soprattutto quando riguardano la gestione di risorse pubbliche e la qualità dei servizi sanitari offerti ai cittadini».

Emodinamica a Polistena, Muraca (PD) chiede chiarezza su scelte dell’Asp di RC

Il consigliere regionale del Pd, Giovanni Muraca, ha depositato una interrogazione al Presidente della Giunta regionale e Commissario ad acta, Roberto Occhiuto, per fare luce sulla vicenda legata all’istituzione del servizio di Emodinamica presso l’Ospedale di Polistena.

«Con questa interrogazione – ha spiegato – ho chiesto di chiarire quali iniziative intenda intraprendere la Regione per garantire il rispetto degli atti ufficiali e assicurare l’istituzione del servizio di Emodinamica presso l’Ospedale di Polistena. Inoltre, ho richiesto spiegazioni sui criteri che hanno portato a privilegiare unicamente il progetto di Locri, trascurando così le esigenze di Polistena».

«Nonostante gli impegni assunti con l’atto aziendale unico del 2017 e successivamente ribaditi con altre deliberazioni, l’Asp di Reggio Calabria – ha spiegato Muraca – sembra aver inspiegabilmente accantonato il progetto per Polistena, nonostante la struttura sia già dotata delle autorizzazioni necessarie e di un eliporto operativo. Parallelamente, è stato approvato il progetto di fattibilità economica per la realizzazione di una sala di angiografia presso l’Ospedale di Locri, con un investimento di 1,1 milioni di euro».

«Pur riconoscendo l’importanza di questo investimento per la sanità della Locride –  ha proseguito Muraca – desta preoccupazione il fatto che il progetto per Polistena, che risulta già pianificato e pronto per essere realizzato, venga trascurato. Tale decisione solleva dubbi sulla gestione strategica della sanità provinciale, che appare poco chiara e incoerente rispetto agli atti ufficiali».

«La salute dei cittadini – ha concluso – non può essere subordinata a scelte arbitrarie o prive di trasparenza. La necessità che l’Asp di Reggio Calabria risponda alle istanze dei cittadini e adotti una gestione sanitaria equilibrata, rispettando le reali priorità del territorio». (rrc)

Il PD Calabria presenta proposta per abrogare divieto di grandi impianti a biomasse nei parchi naturali

Il gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale della Calabria ha depositato una proposta di legge per abrogare la norma che introduce il divieto di realizzare impianti di produzione energetica, alimentati da biomasse nei parchi nazionali e regionali con una potenza superiore a 10 MW termici, imponendo anche il depotenziamento degli impianti esistenti entro sei mesi.

La proposta di legge, firmata dai consiglieri regionali del Pd, nasce dalla volontà di tutelare un settore strategico per l’economia e l’ambiente della regione. Gli impianti a biomasse, come la Centrale del Mercure, rappresentano un modello virtuoso di produzione energetica sostenibile, basato sull’utilizzo di materiali organici come residui di potature, scarti agroindustriali e legname.

La centrale del Mercure, in particolare, contribuisce significativamente alla produzione di energia rinnovabile, alla prevenzione degli incendi boschivi e alla gestione forestale sostenibile. Con una potenza di 35 MW elettrici netti, l’impianto garantisce occupazione stabile a circa 60 professionisti e coinvolge oltre 1.200 lavoratori nell’indotto, generando un fatturato annuo di 10 milioni di euro.

L’abrogazione dell’articolo 14 consentirebbe di evitare blocchi operativi che comprometterebbero non solo contratti e investimenti, ma anche l’equilibrio ecologico della regione. Le attività connesse agli impianti a biomasse, infatti, garantiscono la manutenzione dei boschi, riducendo il rischio di incendi e promuovendo la biodiversità. I dati dell’Arpacal e il rigoroso lavoro svolto dall’Osservatorio Ambientale, composto da esperti dell’Iss e del Cnr, confermano, infatti, che la qualità dell’aria nella Valle del Mercure è tra le migliori in Europa, smentendo le preoccupazioni infondate sugli impatti ambientali negativi.

Questa proposta di legge si inserisce in un percorso più ampio volto a promuovere la filiera foresta-legno-energia, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e sostenere l’economia circolare. 

«Con questa iniziativa – hanno spiegato i consiglieri del Pd – intendiamo garantire una gestione razionale e sostenibile delle risorse naturali, salvaguardare l’economia locale e promuovere politiche energetiche in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione. La Calabria deve essere protagonista nella transizione verso un futuro più verde e sostenibile». (rrc)

 

PD Calabria: Cancro al seno, gravissimo che solo due donne su dieci abbiano ricevuto gli screening

Il Partito Democratico della Calabria hanno denunciato come sia «gravissimo che la Calabria sia l’ultima regione d’Italia per la somministrazione degli screening mammografici, con la percentuale di appena due donne su dieci».

«Questi dati della Svimez sono del 2022 e documentano un fallimento assoluto in campo oncologico: ci dicono – ha accusato il Pd calabrese – che in Calabria non esiste la prevenzione e che essa non è affatto una priorità per il governo nazionale di centrodestra e per il commissario alla Sanità regionale, Roberto Occhiuto, nonostante gli oltre 300 milioni all’anno che la Regione sborsa agli ospedali del Nord e del Centro per l’emigrazione sanitaria dei propri pazienti».

«I dati dello stesso rapporto della Svimez – hanno evidenziato i dem calabresi – sono ancora più tragici, se si pensa che il 41 per cento dei malati che si curano nel Centro-Nord provengono dalla Calabria. Ancora una volta, poi, dal quadro statistico emerge il problema della ripartizione delle risorse del Fondo sanitario alle regioni, che penalizza in maniera pesantissima i cittadini delle regioni del Mezzogiorno».

«Il Partito democratico della Calabria continuerà a lottare perché lo Stato finanzi i Servizi sanitari regionali sulla base del fabbisogno di cure e degli indicatori di povertà, istruzione e deprivazione sociale delle singole regioni. È ora che il presidente Occhiuto si svegli al riguardo, perché si tratta – conclude la nota dei dem – dell’ingiustizia più grave perpetrata a danno dei calabresi e di tutto il Sud». (rrc)

I consiglieri Mammoliti e Alecci (PD): Serve un piano straordinario per il lavoro

I consiglieri regionali del Partito Democratico, Raffaele Mammoliti ed Ernesto Alecci, hanno presentato una mozione per la stabilizzazione dei lavoratori precari dei Ministeri della Giustizia, Cultura e Istruzione che nella nostra regione (obiettivo convergenza).

«Con la mozione presentata – hanno spiegato Mammoliti e Alecci – chiediamo alla Giunta regionale di attivarsi presso la conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le regioni al fine di sollecitare il Governo e/o il Parlamento l’adozione di provvedimenti utili ad avviare le procedure di stabilizzazione e la contestuale trasformazione del rapporto di lavoro da part-time a full-time o, in subordine, la proroga dei contratti in scadenza già a partire dai prossimi mesi. Il potenziamento della macchina amministrativa, dopo la lunga fase del blocco del turnover, rappresenta un aspetto decisivo per la crescita civile, economica sociale della Calabria»

«Si tratta di circa 900 lavoratori – hanno spiegato – che temono per il loro futuro e che meritano di potere programmare la propria vita. Abbiamo così tenuto fede all’impegno assunto in occasione del recente incontro con i lavoratori precari avvenuto a Lamezia Terme nel corso dell’assemblea pubblica indetta dalla FP-CGIL. In una congiuntura storica assai complessa, con una grave crisi occupazionale in atto, con l’aumentare dell’emigrazione giovanile e il conseguente e progressivo spopolamento, l’eventuale mancata stabilizzazione rappresenterebbe un duro colpo alla già precaria situazione sociale, economica e occupazionale della nostra regione».

Per i dem, infatti, «l’alternativa al governo di centrodestra in Calabria deve partire dai nodi centrali per il suo sviluppo, quali il lavoro e la battaglia per la stabile occupazione. In tale direzione la nostra idea di un credibile e praticabile piano straordinario del Lavoro in Calabria non può prescindere dal superamento della precarietà e dalla trasformazione dei contratti a tempo determinato e parziale in contratti full time e a tempo indeterminato».

 

Autonomia, il PD Calabria chiede lo stop definitivo

Per il PD Calabria «la pronuncia della Corte Costituzionale deve aprire la strada a una seria riflessione politica: è necessario fermare questa scellerata riforma».

La Consulta, infatti, ha dichiarato l’incostituzionalità di alcune disposizioni della legge n. 86 del 2024 sull’autonomia differenziata. «Questa pronuncia – si legge nella nota dei dem calabresi – rappresenta un’importante vittoria per chi, come noi, ha sempre sostenuto che l’autonomia differenziata, così come concepita, rischia di accentuare le disuguaglianze tra le regioni, penalizzando soprattutto il Sud e le aree più fragili del Paese».

«La Corte Costituzionale – prosegue la nota dei consiglieri dem – ha evidenziato che l’autonomia deve essere garantita nel rispetto dei principi fondamentali di unità della Repubblica, solidarietà tra le Regioni e uguaglianza dei cittadini. In particolare, sono state bocciate alcune norme che avrebbero permesso di modificare i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) senza un’adeguata base legislativa, ma solo attraverso un Dpcm, e quelle che, con lo stesso sistema di delega, avrebbero consentito un sistema di fiscalità differenziata, rischiando di premiare le regioni più efficienti, penalizzando i territori in difficoltà, aggravando ulteriormente le disuguaglianze».

«Questa sentenza rappresenta una conferma dei rilievi che il Pd ha sollevato fin dall’inizio su questa legge – hanno ricordato i consiglieri – considerandola un pericolo per la coesione sociale e territoriale del nostro Paese e fortemente antimeridionalista, in perfetta sintonia con la linea della Lega e del governo di centrodestra. Il principio di autonomia non può e non deve trasformarsi in un elemento divisivo, che mette in secondo piano i diritti dei cittadini e le garanzie costituzionali».

«Il nostro ringraziamento – hanno concluso – va alle Regioni che hanno inoltrato il ricorso davanti alla Corte, al contrario della Calabria di Occhiuto che ha deciso di obbedire ai comandi di Roma anche davanti a evidenti ripercussioni sui diritti fondamentali dei calabresi. Speriamo che almeno adesso il governatore prenda una posizione chiara, ferma e contraria rispetto alla secessione perseguita da Salvini». (rrc)

Bruni (PD): Istituzione psicologo di base una misura di civiltà

Per la consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni, «la proposta legislativa, che intende introdurre la figura dello ‘psicologo di base’ nel sistema delle cure primarie, risponde a questa crescente necessità, creando una rete di supporto che avrà effetti diretti sulla vita quotidiana dei cittadini».

«L’intento – ha aggiunto – è quello di favorire l’accesso a trattamenti psicologici precoci, che possano prevenire il peggioramento di problematiche psichiche più gravi e migliorare il benessere complessivo dei cittadini».

«Il disagio psicologico – ha spiegato la dem – è un fenomeno che affligge un numero crescente di persone, influenzando non solo la qualità della vita di chi ne soffre, ma anche quella di chi gli sta vicino. La crescente incidenza di ansia, depressione e disturbi legati allo stress mentale è ormai un problema globale, con un incremento del 25% dei casi di disturbi psicologici a seguito della pandemia, come rilevato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Ad essere particolarmente a rischio è la salute mentale dei giovani, ed è proprio in questo contesto che emerge l’urgenza di un intervento strutturato da parte delle istituzioni, un intervento che ponga al centro la salute mentale come parte integrante del benessere generale».

«Ma l’introduzione dello psicologo di base – ha detto – è parte di una visione più ampia di integrazione della salute mentale nelle politiche sanitarie generali. La salute, infatti, non è un concetto unidimensionale, ma comprende anche il benessere psicologico, come sancito dai più recenti decreti e piani sanitari».

«I benefici di una simile iniziativa non sono solo di natura sociale e psicologica, ma anche economica – ha sostenuto la consigliera. – Gli studi hanno dimostrato che l’integrazione dello psicologo di base con il medico di medicina generale può ridurre l’uso di farmaci inutili, le visite mediche superflue e, soprattutto, le ospedalizzazioni non necessarie. La presenza dello psicologo, insomma, contribuisce a ridurre la durata e la frequenza delle ospedalizzazioni e a limitare gli accessi impropri al pronto soccorso, con un impatto positivo sul carico di lavoro dei medici e sui tempi di attesa per le visite».

Per la Bruni è «una considerazione talmente fondata», tanto che nei giorni scorsi è stato siglato, tra l’Anci Calabria e l’Ordine degli Psicologi della Calabria, un protocollo d’intesa volto a contrastare il disagio sociale e promuovere il benessere psicologico a livello locale, firmato tra Anci Calabria e l’Ordine degli Psicologi della Calabria».

«L’impegno concreto delle istituzioni a supportare famiglie, minori e cittadini in difficoltà – ha sottolineato – deve essere sancito da una legge che abbia come obiettivo il contrasto delle situazioni di marginalità sociale, pregiudizio e emergenza, attraverso la creazione di servizi di supporto psicologico. Il fine ultimo è migliorare la qualità delle relazioni sociali nei vari contesti di vita quotidiana: dalle case alle scuole, fino ad altri luoghi di interesse sociale».

«Chiederemo, quindi, di ascoltare Anci e Ordine degli Psicologi in Terza Commissione – ha proseguito – perché la collaborazione istituzionale ha come priorità la tutela dei diritti della collettività, e l’introduzione della figura dello psicologo di base non è solo una necessità sanitaria, ma un’opportunità per creare una rete di supporto territoriale vicina ai cittadini. Un intervento che si inserisce in un contesto normativo nazionale che, grazie alla legge n. 833 del 1978, sancisce il diritto alla salute come diritto fondamentale, comprendendo anche il benessere psicologico come parte integrante della salute».

«La proposta di legge sulla psicologia di base – ha concluso – ha già dimostrato la sua efficacia in alcune Regioni italiane, dove è stata avviata l’implementazione di questi servizi. I primi dati indicano un miglioramento significativo della sintomatologia psicologica tra i pazienti che hanno accesso a questo tipo di supporto, con una riduzione dei disturbi ansiosi e depressivi e un aumento generale del benessere. Questa proposta legislativa è una misura di civiltà che i calabresi meritano». (rrc)

Il Pd Calabria: Servono interventi urgenti per ripristinare i collegamenti con San Pietro a Maida, Maida e Jacurso

Il Partito Democratico della Calabria ha chiesto interventi urgenti per ripristinare i collegamenti con San Pietro a Maida, Maida e Jacurso.

Esprimendo il proprio sostegno  e solidarietà al sindaco di San Pietro a Maida, Domenico Giampà, e al presidente della Provincia di Catanzaro, Amedeo Mormile, nonché alle popolazioni da loro rappresentate per la difficile situazione che stanno vivendo i Comuni di San Pietro a Maida, Maida e Jacurso. È un dramma che sottolinea, ancora una volta, la fragilità delle infrastrutture calabresi e la necessità urgente di un intervento straordinario e rapido da parte delle istituzioni.

«Abbiamo il dovere di combattere l’isolamento delle aree interne – ha dichiarato Mimmo Bevacqua –. Non possiamo restare indifferenti davanti alle difficoltà di questi territori, che oggi vivono una situazione insostenibile: infrastrutture distrutte, strade chiuse, ponti crollati. Il rischio che la stagione invernale porti nuove frane e smottamenti è altissimo. Il nostro impegno sarà massimo per garantire ai cittadini di queste comunità una mobilità sicura e dignitosa».

Per questo i dem si faranno portavoce delle richieste delle amministrazioni locali presso la Regione Calabria e nei confronti del Governo nazionale, sollecitando risorse adeguate e rapide per la messa in sicurezza delle infrastrutture, lo stanziamento di fondi di somma urgenza e la dichiarazione dello stato di calamità.

«Sosterremo, inoltre, la richiesta del sindaco Giampà – hanno detto i dem – di predisporre un attraversamento temporaneo sul ponte crollato del torrente Cottola per garantire il diritto alla mobilità a tutti i cittadini del territorio. Il nostro territorio ha bisogno di risposte immediate, e noi faremo la nostra parte per provare a fornirle in Consiglio stimolando un governo regionale completamente inerte». (rcz)