LA CALABRIA BRUCIA, È EMERGENZA
107 INCENDI BOSCHIVI IN UN GIORNO

di ANTONIETTA MARIA STRATI – La Calabria brucia, di nuovo. Con le prime ondate di caldo, infatti, l’emergenza incendi è tornata a colpire la nostra regione ma, come sottolinea Legambiente Calabria, «non è solo colpa del caldo. È spesso l’alibi degli ecocriminali che approfittano dei mesi estivi per mettere in atto i loro affari».

«Nella sola giornata del 29 giugno 2025, si sono registrati 107 incendi boschivi in tutta la regione. Colpita anche la Locride con un vasto rogo che ha interessato le colline fra Roccella Jonica e Caulonia», ha denunciato Legambiente, che pone, nuovamente, l’attenzione su  un’emergenza «che si ripete ogni estate e che trova la Calabria ancora impreparata sul fronte della prevenzione, nonostante gli sforzi messi in campo», ha detto l’Associazione, ricordando come la Regione ha recentemente avviato il nuovo Piano AIB 2025, annunciando una politica di “tolleranza zero” con l’utilizzo di droni e satelliti per il monitoraggio del territorio».

«Strumenti tecnologici che, negli anni passati – ha detto l’Associazione – hanno effettivamente portato all’identificazione di diversi piromani, ma che non hanno ancora determinato una riduzione significativa del fenomeno perché è ancora insufficiente la gestione forestale e la manutenzione ordinaria del territorio dedicata alla prevenzione del rischio incendi».

Un concetto ribadito dal Partito Democratico Calabria, che ha sottolineato come «non basta affidarsi a droni e satelliti se mancano manutenzione ordinaria, gestione forestale e risorse umane. La tecnologia non può sostituire un piano organico di prevenzione, come ripetiamo da tempo».

Servono, infatti, come anche ribadito da Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria e di Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree protette di Legambiente, un cambio di rotta per un fenomeno «aggravato dalla crisi climatica, con ondate di calore sempre più intense e periodi di siccità prolungata, ma anche da scelte politiche inadeguate, ritardi e assenza di prevenzione strutturata».

La Calabria – ha ricordato l’Associazione – «è al terzo posto in Italia per reati legati agli incendi boschivi e di vegetazione, con: 445 reati accertati, 369 incendi registrati, 13 persone denunciate, 4 sequestri, 335 illeciti amministrativi e 371 sanzioni. Fra le province, Cosenza svetta a livello nazionale con 257 reati e 108 illeciti amministrativi, seguita da Crotone (13° posto) e Catanzaro (17° posto)».

Ad aggravare un quadro già preoccupante, i dati riportati dal PD, basandosi sui dati Ispra: «nel 2025 il 70% delle foreste italiane bruciate è nella nostra regione».

«Non si può più puntare solo sulla gestione dell’emergenza – hanno detto Parretta e Nicoletti –. Servono politiche di buona gestione forestale, mappatura delle aree percorse dal fuoco e imposizione dei vincoli previsti dalla legge quadro sugli incendi boschivi, presidio del territorio e rafforzamento della sicurezza per le comunità nelle aree interne e montane».

«La tecnologia, da sola, non basta – hanno continuato Parretta e Nicoletti – se non è accompagnata da investimenti strutturali, responsabilizzazione dei cittadini, controlli efficaci, repressione severa dei reati e una regia politica forte. Troppo spesso, inoltre, gli incendi sono legati a interessi criminali, come ha evidenziato la magistratura, che ha documentato il coinvolgimento della ‘ndrangheta nel business illecito della gestione dei boschi e dei pascoli abusivi».

«Ormai, da mesi – continua Legambiente – è incessante il lavoro dei vigili del fuoco. Preoccupante l’episodio avvenuto a Cassano allo Ionio, dove le fiamme si sono propagate pericolosamente nei pressi di una RSA, costringendo all’evacuazione preventiva di 10 persone. Interventi anche lungo l’autostrada A2 del Mediterraneo, in particolare a Tarsia (CS), dove incendi di arbusti e macchia mediterranea hanno causato disagi alla viabilità. Ma il fenomeno in queste ultime ore sta interessando tutta la Calabria. Ad Amendolara, nello Ionio Cosentino, un vasto incendio ha circondato il paese per ore».

Come far fronte a questa emergenza? Legambiente Calabria ha rilanciato le 10 proposte operative già presentate lo scorso anno, che vanno dalla gestione integrata del rischio incendio alla pianificazione forestale e urbanistica, fino al rafforzamento delle pene, al pascolo controllato come misura preventiva e alla ricostituzione ecologica post-incendio.

«La Calabria – conclude Legambiente – non può e non deve farsi trovare impreparata. Occorre una visione lungimirante, risorse adeguate e volontà politica per scongiurare i disastri a cui stiamo assistendo e che rischiano di diventare strutturali con l’aggravarsi della crisi climatica».

A fare eco all’Associazione è il PD, che chiede affinché la «maggioranza accetti la realtà e ascolti le proposte formulate da Legambiente e quelle che il Pd ha più volte sottoposto all’attenzione del governo regionale, anche con il progetto “TerraFerma Montagna Solidale”».

«Il gruppo Pd — conclude la nota — continuerà a incalzare la giunta affinché abbandoni la propaganda e dia finalmente priorità a un piano serio, concreto e immediato, con risorse certe, personale adeguato e un controllo costante».

«Suscita sconcerto leggere le dichiarazioni del gruppo Pd, che offre un quadro distorto della situazione incendi in Calabria, citando numeri in modo fuorviante e operando paragoni privi di fondamento oggettivo», ha detto l’assessore regionale alla Forestazione, Gianluca Gallo, rispondendo ai dem. (ams)

Bruni (Pd): «Serve trasparenza sulla gestione delle risorse commissariali per sanità»

La consigliera regionale del PD, Amalia Bruni, ha presentato un’interrogazione urgente al presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, per fare chiarezza sulla reale disponibilità economica e sulle modalità di utilizzo delle risorse destinate al superamento dell’emergenza sanitaria e infrastrutturale in Calabria.

Il provvedimento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 marzo, attribuisce poteri speciali al presidente della Regione per la gestione della situazione emergenziale legata al rischio idrogeologico e allo stato critico del sistema ospedaliero calabrese. Tali poteri includono la possibilità di operare in deroga alla normativa vigente, pur nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico e delle direttive europee.

Secondo quanto riportato nell’interrogazione, l’ordinanza prevede che le risorse finanziarie utilizzabili provengano da una molteplicità di fonti, tra cui fondi previsti da leggi nazionali (come la Legge 67/1988 e la Legge 135/1990), misure straordinarie recenti (DL 132/2023) e bilanci statali pluriennali, nonché anticipazioni di cassa da parte dell’Inail.

«È essenziale che il Consiglio regionale e i cittadini siano messi a conoscenza – ha detto – delle somme effettivamente stanziate e disponibili, con indicazione chiara delle fonti di provenienza e delle finalità previste per ciascun intervento».

La consigliera regionale del Pd chiede quindi al Commissario straordinario: quali siano e a quanto ammontino le somme effettivamente rese disponibili ai sensi dell’articolo 6 dell’Ordinanza n. 1133/2025; quali interventi si intendano finanziare, su quali territori e con quali criteri di priorità; quali siano i soggetti attuatori eventualmente già individuati per la realizzazione delle opere; quali siano i contenuti dell’accordo con l’Inail per le anticipazioni di cassa, a partire dal ruolo dell’Istituto fino alle modalità con cui la Regione restituirà le somme ricevute.

«La trasparenza nell’impiego di risorse pubbliche – ha concluso Bruni – non è solo un dovere istituzionale, ma un prerequisito di legalità e responsabilità politica verso i calabresi. Ci auguriamo che il Presidente voglia rispondere in tempi rapidi e con puntualità alle nostre legittime domande». (rrc

Tis, Bevacqua e Iacucci (PD): Prorogare di almeno 20 giorni la chiusura della piattaforma Tis

«Prorogare di almeno 20 giorni la chiusura della piattaforma Tis e convocare immediatamente un tavolo tecnico con tutti i soggetti coinvolti – Regione, sindaci, consiglieri regionali, Anci e sindacati – per definire un percorso condiviso, serio e praticabile». È quanto hanno chiesto i consiglieri regionali del PD, Mimmo BevacquaFranco Iacucci, a margine della riunione convocata dal sindaco di Cosenza alla quale erano stati invitati i consiglieri regionali della provincia.

«La stabilizzazione dei Tirocinanti di inclusione sociale è un obiettivo da perseguire e da noi condiviso, ma non può avvenire in un quadro confusionario che finisce per scaricare sulle spalle dei Comuni le responsabilità e gli oneri economici per gli anni a venire», hanno sottolineato i dem, spiegando come «nel corso dell’incontro sono emerse con forza le preoccupazioni dei sindaci, che si trovano a gestire una manifestazione di interesse avviata dalla Regione Calabria in assenza di un confronto preventivo con i territori e senza una cornice chiara dal punto di vista finanziario e giuridico».

«I Comuni, molti dei quali in stato di dissesto o pre-dissesto – hanno spiegato ancora – rischiano di trovarsi da soli a gestire una procedura complessa, costosa e potenzialmente fonte di contenziosi».

Secondo i due esponenti del gruppo Pd, «l’attuale procedura presenta numerose criticità, senza alcuna certezza sulla durata dei finanziamenti, né sulle modalità di reclutamento. Ancora più grave è che rimanga irrisolta la questione delle risorse storicizzate, imprescindibile per una stabilizzazione che possa dare certezze ai lavoratori e sia sostenibile per i Comuni».

Emergenza idrica, il PD chiede chiarezza immediata su convenzioni e rete idrica

Il gruppo del PD in Consiglio regionale ha espresso grave preoccupazione per la grave situazione dell’emergenza idrica in Calabria e per il mancato avvio degli interventi già programmati. Per questo ha chiesto alla Regione di fare «chiarezza sui motivi di questo immobilismo e prenda le decisioni necessarie per avviare le convenzioni e gli interventi necessari».

Anche a seguito delle denunce dell’ex commissario di Arrical, Bruno Gualtieri, che ha messo in evidenza le gravi criticità nella gestione e nell’implementazione degli investimenti nel settore, il gruppo del Pd ha deciso di presentare un’interrogazione al governo regionale per fare piena luce sulla questione.

«Gualtieri ha segnalato che la situazione dell’acqua in Calabria continua a peggiorare, con perdite idriche superiori al 50% e reti fognarie vetuste, come noi continuiamo a denunciare da tempo – hanno spiegato i consiglieri dem –, La riorganizzazione del servizio idrico integrato avvenuta nel 2022 non ha portato i miglioramenti promessi e, anzi, continua a risentire di una gestione disorganizzata, con competenze che ancora non sono state completamente trasferite agli enti preposti. Le conseguenti difficoltà nella gestione e nella realizzazione degli interventi necessari stanno mettendo a rischio fondi già stanziati, mentre i cittadini calabresi continuano a pagare per un servizio inefficiente».

Ma a destare ancora più preoccupazione, dimostrando la confusione gestionale del governo di centrodestra, secondo i dem è il groviglio amministrativo creato che rende ingovernabile il settore, come evidenziato anche da Gualtieri.

«Nonostante nel 2022 sia stata istituita Arrical – hanno continuato i dem – come Autorità unica, mentre Sorical S.p.A. è gestore unico, il Dipartimento regionale Ambiente e Territorio continua ad agire come se detenesse ancora competenze gestionali. Un vero e proprio pastrocchio che impedisce la stipula delle convenzioni necessarie tra Arrical e gli enti locali. E senza queste convenzioni, Sorical non può esercitare nemmeno il ruolo di supervisione tecnica».

Per questi motivi il gruppo del Pd presenterà un’interrogazione per ottenere risposte concrete sullo stato delle opere già finanziate, sull’efficacia della governance attuale e su come il governo regionale intenda affrontare le infrazioni europee in materia di depurazione delle acque e risanamento delle infrastrutture e l’emergenza idrica già in atto in diverse province calabresi. (rcz)

Muraca (PD) interroga la Regione per le Ferrovie Tauriensi

Il consigliere regionale del PD, Giovanni Muraca, ha depositato una interrogazione a risposta scritta al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per sapere quali  azioni la Regione intende intraprendere per il ripristino delle “Ferrovie Taurensi”, una linea ferroviaria storica che collega i territori della Piana di Gioia Tauro.

Muraca ha chiesto, nello specifico, di chiarire se siano stati avviati atti formali per il finanziamento e l’esecuzione dei lavori di ripristino della linea ferroviaria e di definire con chiarezza le tempistiche del progetto. L’interrogazione di Muraca si inserisce nel solco dell’impegno del Pd per una Calabria che guarda al futuro con infrastrutture moderne, accessibili e sostenibili.

«Le linee Taurensi – ha spiegato nell’interrogazione Muraca –, pur essendo state chiuse al traffico da oltre dieci anni, restano formalmente attive e potrebbero diventare un’infrastruttura fondamentale per la mobilità e lo sviluppo economico della regione».

«Il progetto di riconversione in una moderna metropolitana di superficie – ha aggiunto – ha ricevuto il sostegno di numerose istituzioni locali e associazioni civiche, ed è stato recentemente discusso in un tavolo di coordinamento che ha visto l’adesione di movimenti culturali e sociali. L’obiettivo è quello di fornire una soluzione efficace per il trasporto dei cittadini, ridurre l’impatto ambientale e contrastare lo spopolamento dei centri urbani, con il potenziale di favorire anche il turismo sostenibile».

Il consigliere Muraca ha sottolineato che il ripristino delle linee ferroviaria Gioia Tauro – Cinquefrondi e Gioia Tauro – Palmi – Sinopoli, rappresenterebbe non solo un’alternativa in più per il diritto alla mobilità dei calabresi, ma anche un’opportunità per valorizzare l’offerta turistica della piana di Gioia Tauro e migliorare i collegamenti con i centri sanitari, come il futuro ospedale della zona.

Inoltre, la riconversione dell’infrastruttura contribuirebbe a stimolare l’economia locale, con la creazione di nuovi posti di lavoro. In un periodo in cui la Regione ha più volte annunciato progetti di sviluppo infrastrutturale, la mancanza di un piano operativo per le Ferrovie Taurensi è diventata un nodo da chiarire al più presto. (rrc)

 

Irto (PD) presenta la sua ricandidatura a segretario regionale

Al Cubo Cafè dell’Università della Calabria, il senatore del Pd, Nicola Irto, ha presentato le ragioni e gli obiettivi della sua ricandidatura a segretario regionale del Pd Calabria con la sua mozione significativamente intitolata “Ri-Generazione: Territorio, Identità, Futuro”.

«Il Pd Calabria deve alimentare nella piena unità la costruzione dell’alternativa al governo delle destre in vista delle prossime elezioni regionali e delle successive politiche, mettendo al centro anzitutto la sanità, lo Stato sociale, la difesa dei diritti insopprimibili, la legalità, la lotta allo spopolamento e il futuro dei giovani», ha detto il dem, spiegando che si candida «per proseguire il cammino di rigenerazione del partito già avviato insieme a tutte le sue componenti, cosciente che bisogna superare con intelligenza e coraggio particolarismi e frizioni di sorta; archiviare istinti di autoflagellazione; aprirsi il più possibile nei territori; ascoltare, avvicinare e includere le persone; consolidare la nostra identità politica; valorizzare i giovani e innovare sul piano delle regole interne, del linguaggio e degli strumenti di partecipazione».

«Sono grato al Pd nazionale – ha proseguito – che in molte regioni italiane ha anticipato i Congressi per consentirci di lavorare più a fondo all’alternativa di governo. È un’opportunità da cogliere e sfruttare. Siamo chiamati a impegnarci senza riserve per battere le destre, che a Roma come a Catanzaro aumentano i divari territoriali, puntano all’accentramento del potere, smantellano i servizi pubblici, marginalizzano il Sud, specie la Calabria, e mostrano crescente intolleranza per il pensiero diverso, il dissenso, il confronto paritario e l’opposizione democratica».

«Noi ci aspettiamo che tutto il centrosinistra partecipi convintamente a questa battaglia – ha evidenziato – necessaria ed essenziale, di rilancio e riscatto della Calabria, penalizzata e umiliata dai tagli del governo centrale, dal dirottamento delle risorse per lo sviluppo e la coesione e dall’abbandono degli investimenti, a partire da quelli per le infrastrutture indispensabili».

«Come Partito democratico calabrese – ha chiarito il senatore dem – abbiamo una responsabilità netta: dobbiamo scegliere se inseguire questo obiettivo politico, che è alla portata di tutto il centrosinistra, oppure se lasciare campo agli avversari, uniti dalle mire di potere, lontani dal popolo e abituati a nascondere i drammi collettivi con gli effetti speciali e la propaganda sui media».

«Allora – ha continuato – propongo di spingere sull’acceleratore, sia sul piano politico che su quello programmatico. Senza pregiudizi, dobbiamo costruire alleanze nel merito delle questioni e sulla base degli obiettivi, primo tra tutti il rilancio dalla sanità, che versa in una crisi mai vista e per cui scenderemo in piazza il prossimo 10 maggio a Catanzaro, per poi proseguire l’ascolto di operatori, pazienti e utenti, già intrapreso negli ospedali calabresi in accordo con il Pd nazionale».

«Dopo la fase congressuale – ha anticipato Irto – apriremo il ‘Cantiere delle idee per la Calabria’, chiamando a raccolta tutte e tutti coloro che vogliano contribuire alla crescita di un’alternativa partendo dai temi. Stiamo continuando ad aprire molte sedi fisiche dei nostri circoli, continueremo senza sosta e lanceremo l’App del Pd Calabria, che servirà ad aumentare la partecipazione, anche con la possibilità di trasmettere proposte, istanze e segnalazioni».

«Io immagino un partito coeso, dinamico, forte e determinante, vicino ai bisogni e al cuore delle persone, capace di affrontare le sfide locali e globali, di farsi interprete della grande – ha concluso Irto – voglia di cambiamento della comunità calabrese, che deve poter essere rappresentata e deve riavere fiducia, speranza e risposte concrete». (rcs)

Mammoliti (PD): Regione si attivi si attivi per evitare Cig e contratti di solidarietà ai lavoratori

«Gli operai forestali della Calabria non possono essere trattati come numeri e con meri approcci burocratici». È quanto ha detto il consigliere regionale del PD, Raffaele Mammoliti, chiedendo alla Regione di attivarsi, tempestivamente, per scongiurare la prospettiva, per la fine della legislatura, dell’attivazione della CIG e/o dei contratti di solidarietà. 

«Dopo l’encomiabile lavoro di riforestazione che ha consentito alla nostra regione di passare da 265.000 ettari a oltre 478.000 di patrimonio boschivo, gli operai non solo non usufruiscono del rinnovo del contratto integrativo regionale, scaduto da anni, ma percepiscono il TFR con ritardi inaccettabili e con risorse disponibili insufficienti», ha denunciato il dem che, durante la discussione per l’approvazione del bilancio di previsione 2025/2027 dell’Azienda Calabria Verde, avvenuta nel corso della seduta della II Commissione, ha sottolineato «queste criticità, oltre quella già ipotizzata da parte dei dipartimenti competenti». 

«Occorre, dunque – ha rilanciato – una vera inversione di rotta. C’è bisogno di un vero piano forestale che fissi obiettivi e ne monitori l’attuazione».

«Presenterò – ha annunciato – un’apposita proposta per chiedere di voler impiegare i risparmi ottenuti dal pensionamento di oltre 1026 operai a tempo indeterminato degli ultimi 2 anni per attivare l’assunzione di almeno 2000 operai, tecnici e impiegati a tempo determinato. Tale scelta è improcrastinabile soprattutto nelle aree interne per garantire il presidio del territorio, per affrontare concretamente il cambiamento climatico e il rischio idrogeologico in atto». (rrc)

AV, il PD Calabria: Mancano i fondi per realizzare l’opera

«Stando ai dati ufficiali allegati al Documento di Finanza Pubblica approvato dal Consiglio dei Ministri e attenzionato dagli organi di stampa, sarebbero necessari oltre 30 miliardi di euro per completare l’alta velocità, mentre, ad oggi, ne risulterebbero disponibili soltanto 12,1» È quanto ha detto il Partito Democratico Calabria, ribadendo, con forza, la necessità di fare chiarezza sui fondi e i tempi di realizzazione dell’opera.

«Manca, dunque, all’appello una cifra enorme, oltre 18 miliardi, senza la quale l’Alta Velocità rischia di diventare l’ennesima promessa non mantenuta per la nostra regione. È un dato di fatto che, purtroppo, non può essere ignorato», hanno rilevato i dem, sottolineando come «non è più tollerabile che la Calabria venga trattata come una regione di serie b, e che i calabresi siano continuamente presi in giro con promesse vuote».

«Non è più sufficiente parlare di “opere simbolo” o di “progetti strategici” per il rilancio della Calabria – si legge ancora nella nota stampa del gruppo del Pd –. Se non ci sono fondi e se non c’è un cronoprogramma chiaro, non possiamo più fare finta che tutto vada bene. Questa situazione non è più sostenibile, e la Regione non può continuare a stare a guardare. Né fanno ben sperare le dichiarazioni contraddittorie che si sono succedute nel tempo da parte degli esponenti della maggioranza che governa Regione e Nazione, compreso il governatore Occhiuto, in ordine all’Alta Velocità e ai fondi necessari per realizzarla».

«Anzi – hanno aggiunto – sono il segno evidente della confusione e dell’incapacità di una giunta regionale e di un centrodestra che non sanno come affrontare la questione. Di certo la Calabria non può più permettersi il lusso di perdere occasioni fondamentali per il suo sviluppo, come quella dell’Alta Velocità, un’infrastruttura strategica e indispensabile per il futuro del Mezzogiorno e dell’intero Paese».

«Chiediamo, con urgenza – hanno concluso – un piano dettagliato con risorse certe e un cronoprogramma preciso, senza ulteriori rinvii o promesse non mantenute. Serve chiarezza su ogni aspetto e se per Salvini il ponte è un’opera fondamentale o simbolo, tanto da rinunciare a completare le altre infrastrutture nevralgiche per il Sud come l’Alta Velocità, venga detto in maniera netta e senza continuare a prendere in giro i cittadini». (rcz)

Alecci (PD): La Casa della Salute di Chiaravalle è ben lontana dalla sua entrata in servizio

«La nuova Casa della Salute di Chiaravalle è ben lontana dalla sua entrata in servizio». È quanto ha denunciato il consigliere regionale del PD, Ernesto Alecci, aggiungendo come «mentre gli abitanti della cittadina e del comprensorio sono costretti a rivolgersi alla “vecchia” Casa della Salute ormai fatiscente e inadeguata. Solo il grande impegno dei medici e del personale sanitario presente riesce, infatti, a garantire una buona qualità nelle prestazioni erogate».

«Secondo un documento ufficiale della Regione Calabria – ha detto Alecci – la nuova Casa della Salute di Chiaravalle Centrale avrebbe dovuto essere ultimata entro febbraio 2025, ma ad oggi in quel luogo non sono state ultimate nemmeno le fondazioni della struttura. I tempi per la sua realizzazione si allungano, dunque, a tempo indeterminato. Ci troviamo di fronte all’ennesima bugia che brucia sulla pelle dei calabresi, un’altra riprova dell’inaffidabilità degli annunci del Presiedente Occhiuto e dei referenti di Azienda Zero».

«Sono queste, infatti, le inequivocabili parole con cui si conclude una risposta scritta del Dipartimento della Salute datata gennaio 2024 in riferimento ad una mia interrogazione precedente (sollecitata anche dal circolo PD di Chiaravalle) che chiedeva spiegazioni sui ritardi dei lavori: “In considerazione del superamento delle problematiche si prevede l’imminente avvio delle opere riguardanti l’edificio della Casa della Salute di Chiaravalle la cui ultimazione, da cronoprogramma comunicato all’Asp di Catanzaro, è prevista nel mese di febbraio 2025».

«Parole inequivocabili che, però, non trovano alcun riscontro nella realtà, perché dopo ben più di un anno da quella risposta, come ho potuto verificare attraverso un sopralluogo», ha detto il dem.

«Periodicamente – ha aggiunto – assistiamo a spot mediatici su nuovi servizi, nuovi reparti, nuovi progetti, ma i risultati concreti sono sotto gli occhi di tutti: approssimazione, mancanza di programmazione, strutture datate e strumentazioni malfunzionanti, medicina territoriale e servizi di emergenza-urgenza in frantumi, migrazione sanitaria in aumento».

«Il reality show magistralmente orchestrato su media e social network dalla governance regionale – ha proseguito Alecci – crolla di fronte ai casi come quelli di Chiaravalle e quelli che certamente avremo modo di evidenziare, purtroppo per noi calabresi, nelle prossime settimane attraverso una minuziosa attività direttamente sui territori».

«Situazioni come queste – ha concluso – dimostrano l’immobilismo atavico in cui ha versato e versa la Sanità nella nostra regione. Con la nomina a Commissario per l’emergenza del sistema ospedaliero, il Presidente Occhiuto ha ottenuto i “superpoteri”, ora non ci saranno più alibi o scuse!». (rcz)

Mammoliti (PD): Serve indagine su patrimonio edilizio pubblico e piano per messa in sicurezza

«La fragilità del territorio, dovuta all’incuria insita nel nostro modo di costruire e di fare manutenzione in Calabria, impone un significativo cambio di passo soprattutto sul versante della prevenzione». È quanto ha detto il consigliere regionale del PD, Raffaele Mammoliti, sollecitando, «attraverso il coinvolgimento degli Enti Locali, una indagine sullo stato del Patrimonio edilizio pubblico e privato al fine di predisporre un necessario Piano di messa in sicurezza».

«La Calabria – ha ricordato – è la regione italiana più esposta al rischio sismico, infatti, nella nostra Regione si sono concentrati più della metà dei terremoti catastrofici avvenuti in Italia negli ultimi 350 anni».

«Tra questi eventi, che hanno causato più di 200 mila vittime – ha aggiunto – si ricordano le sequenze sismiche del 1638 nella Calabria centrale, del 1783 che devastò la Calabria centro meridionale, del 1905 a Sant’Eufemia e infine quello del 1908di Messina e Reggio Calabria».

«Occorre sottolineare – ha detto ancora – come tutti i Comuni della Calabria risultano, infatti, in Zona 1 e 2 nelle quali la probabilità che capiti un forte terremoto è alta».

«Per tale ragione – ha proseguito – pur riconoscendo alla regione Calabria di aver approvato il Piano di Soccorso Simico al cui interno sono inseriti gli elementi conoscitivi, territoriali e operativi che occorre attuare in caso di eventi sismici, ho presentato un’apposita istanza al Presidente della Giunta regionale con la quale chiedevo di effettuare una ricognizione di tutte le risorse disponibili per la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico».

«Alla luce del costante sciame sismico che sta generando legittime preoccupazioni nella popolazione è assolutamente prioritario conoscere lo stato dell’arte e gli interventi previsti e predisposti», ha detto il dem, che considera «fondamentale e risollecito, al Presidente, un’apposita relazione nel Consiglio regionale».

«Occorre, dunque, agire superando rallentamenti e ritardi nell’attivazione delle risorse disponibili. Solo attraverso la necessaria prevenzione si possono evitare: l’utilizzo di cospicui finanziamenti necessari per i danni della ricostruzione post evento, perdite di vite, danni economici consistenti e danni al patrimonio storico culturale», ha concluso Mammoliti, annunciando la presentazione di «una Interrogazione a risposta immediata per sapere quali utili e necessari provvedimenti il Governo regionale ha predisposto e/o intende mettere in atto».