La sfida vincente del Porto di Gioia Tauro

di DOMENICO LABATE – Il seminario organizzato dal PD sul Porto di Gioia Tauro “Al centro del Mediterraneo – porto e territorio”, ospitato dal comune di S. Ferdinando, ha segnato una tappa importante per valutare condizioni e prospettive del più importante scalo di transhipment del Mediterraneo, che lo scorso anno ha movimentato 3.940.447 Teus, ben al di sopra delle 3.548.827 teus del 2023, con un incremento dell’11%. L’unità Teus indica per convenzione un container singolo, capace di contenere più di 20 tonnellate di merce.

Sono numeri ormai consolidati nella tendenza di crescita, che nessuno scalo del Mediterraneo al momento può raggiungere, considerato anche che dal 2023 Gioia Tauro è classificato come il 15° scalo al mondo. Questo porto, con 5 km di banchine attrezzate, ha fondali di 18 metri (e si lavora per portarli a 25), caratteristica unica che consente di ospitare giganti del mare lunghi 400 metri e larghi 63, mentre si lavora all’allargamento dell’imboccatura del porto da 285 a 400 metri per aumentarne agibilità e sicurezza.

Tra i tanti record, dovuti alla sinergia tra il presidente dell’Autorità portuale ammiraglio Andrea Agostinelli e l’allora comandante del porto Vincenzo Zagarola (oggi in forza allo Stato Maggiore nazionale delle Capitanerie), l’evento di far incrociare in entrata-uscita due giganti da 400 metri.

Il seminario, cui hanno partecipato i massimi attori della gestione e della movimentazione del porto, è stato anche l’occasione per presentare la seconda edizione di Andata in porto – Gioia Tauro nella sfida euromediterranea, l’importante studio pubblicato da Rubbettino, dedicato al porto da Pino Soriero, che nel 1996, quando con il primo Governo Prodi viene nominato Sottosegretario ai Trasporti e alla Navigazione, (carica che manterrà fino al 1998), avvia la rinascita dello scalo “dormiente” e negletto da vari governi. Soriero dal 1997 al 2000 sarà, presso la Presidenza del Consiglio, presidente del Comitato Interministeriale per l’Area ed il Porto di Gioia Tauro, ruolo in cui avrà il compito di coordinare le competenze di ben cinque ministeri.

Questa nuova edizione del libro ha una prefazione dello stesso Romano Prodi e una introduzione di Nicola Carlone, comandante generale di tutte le capitanerie di Porto italiane.

La riunione ha visto la presenza di esponenti politici e sindacali di primo piano, come il sindaco di S. Ferdinando Luca Gaetano, i segretari di partito e di sindacato Cgil del comprensorio e della Città Metropolitana di Reggio, il segretario del Pd reggino Antonio Morabito, il consigliere regionale del Pd Giovanni Muraca, il senatore Antonio Misiani (già viceministro dell’Economia e Finanze, collegato online) il segretario generale della Cgil Area Metropolitana Reggio Calabria, Gregorio Pititto, la segretaria Pd di Cinquefrondi, Lucia Alì.

Erano presenti anche imprenditori importanti come Pippo Callipo, presidente della Callipo Group, (“bisogna raddoppiare la filiera del freddo che è vitale per lo stoccaggio della materia prima-tonno” che Callipo importa da tutto il mondo); la responsabile del terminal Automar a Gioia Tauro, Rosy Ficara (record di transhipment nella movimentazione di autoveicoli ma in flessione l’anno scorso), il presidente di Confindustria Reggio Calabria, Domenico Vecchio.

L’intervento centrale è stato senz’altro quello dell’ammiraglio Agostinelli, che ha fatto un importante consuntivo delle cose fatte e dei traguardi realizzati, non senza una punta di amarezza, condivisa da tutto l’uditorio, per la sua imminente scadenza di mandato che tutti auspicherebbero fosse rinnovato.

Con la franchezza toscana (a volte legittimamente polemica) che lo distingue, Agostinelli ha ricordato traguardi ma anche difficoltà che si frappogono alla crescita.

In primo piano la direttiva europea “verde” che impone agli armatori negli scali europei la cd compensazione del carbonio: una pesante tassa da pagare ad agenzie internazionali certificate che operano nel settore della riformulazione green dell’ambiente. Dato che tali vincoli non esistono per scali concorrrenti, come Tangeri in Marocco o Porto Said in Egitto, ne nascono diseconomie che danneggiano gli scali europei, in primis Gioia Tauro. Si sta lavorando alla elettrificazione delle banchine in modo da permettere alle navi di spegnere i motori durante la loro sosta.

Un contenzioso lunare con le aree di sviluppo industriale passate dal ministero nazionale alle regioni: per lo sviluppo del porto è necessario ampliare notevolmente il retroporto, in modo da consentire  un maggiore stoccaggio: ma le cose vanno per le lunghe. In proposito, sia Callipo che il presidente degli industriali hanno ricordato che oltre alle mafie delle armi ci sono, altrettanto feroci, quelle della penna, riferendosi alla burocrazia.

Il terminalista della Automar lamenta la limitazionne a dover lavorare solo con la luce del giorno per caricare sui treni le auto. Motivo: le banchine del nuovissimo terminal ferroviario non hanno un impianto di illuminazione che consenta di lavorare 24 ore.

Lavori eseguiti per 18 milioni di euro, anticipati dall’Autorità Portuale per conto dello Stato, che ha dichiarato di non volerli restituire.

Tuttavia, Agostinelli ha ricordato con giusta soddisfazione un volume di lavori realizzati in “soli” 10 anni che desta ammirazione.

Tra gli obiettivi raggiunti in relazione allo sviluppo infrastrutturale del porto, Agostinelli, ha illustrato il completamento della viabilità portuale che ha assicurato il pieno sviluppo della intermodalità interna allo scalo, attraverso la realizzazione del Ponte De Maria, necessario a garantire lo scorrimento della rete ferroviaria portuale che collega il gateway ferroviario, realizzato secondo gli standard europei e perfettamente funzionante attraverso i suoi sei fasci di binari da 750 metri.

A luglio scorso è stata inaugurata la banchina di Ponente, propedeutica alla futura installazione del bacino di carenaggio che potrebbe garantire l’assunzione di ulteriori 100 lavoratori. Tra le altre infrastrutture completate, anche la struttura polifunzionale di ispezione frontaliera Pcf e gli alloggi di servizio della Capitaneria di porto.

La sfida dunque continua. E Pino Soriero è pronto per la sua parte a sostenerla ad oltranza. In proposito, risultano attualissime le parole di Romano Prodi nella prefazione del libro: «L’autore – dice Prodi della prima edizione – indicava con forza lo scalo calabrese come novità che cominciava a rompere l’isolamento atavico e dotava l’area meridionale di una potente leva nel convulso sviluppo dell’area euromediterranea.

In questo nuovo volume Soriero spiega, con dovizia di dati e tabelle, le “ragioni di un primato” che hanno via via precisato le caratteristiche di vero e proprio scalo gateway nel cuore del Mediterraneo.

Da troppo tempo il Mediterraneo è estraneo all’Italia. Un mare che è ormai diventato un ambiente ostile, dominato da infinite tensioni politiche, culminate nell’ennesimo conflitto tra Israele e Hamas e dal dramma delle migrazioni che condizionano la politica interna di ogni paese, esclusivamente concentrata a decidere quanto alte debbano essere le barriere e quali le misure di contenimento nei confronti degli emigranti.

La verità è che non esiste una politica europea per il Mediterraneo. Di questo vuoto hanno approfittato potenze estranee per esercitare una crescente presenza economica, politica e militare che ha ulteriormente contribuito a cancellare quella “comunità mediterranea” che per molti secoli aveva garantito la pacifica convivenza tra le popolazioni della sponda Nord e della sponda Sud del nostro mare».

(Il prof. Domenico Labate ha promosso all’Università di Reggio Calabria l’istituzione delle cattedre di  Metodologia e Tecniche della Ricerca Sociale e di Sociologia e Tecniche della Comunicazione).

L’Autorità di Sistema Portuale alla Fruit Logistica di Berlino

C’è anche l’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio alla Fruit Logisticail salone leader mondiale della promozione dei prodotti ortofrutticoli in corso a Berlino, per promuovere il sistema imprenditoriale calabrese di settore che, attraverso il porto di Gioia Tauro ha un accesso diretto al mercato estero.

Si tratta, infatti, di un appuntamento importante per gli operatori del settore ortofrutticolo internazionale, luogo di incontro di buyer, fornitori di profitti e servizi internazionali, che ogni anno si scambiano conoscenze sulle tendenze e sulle innovazioni del comparto, sui prodotti e sui servizi. 

Da oltre dieci anni, l’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio partecipa in sinergia e all’interno dello stand espositivo organizzato dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Calabria, guidato da Gianluca Gallo, per presentare il porto di Gioia Tauro nel circuito mondiale del trasporto dei prodotti ortofrutticoli, che fanno parte della tradizionale eccellenza calabrese. 

Anche in questa edizione, l’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio ha, altresì, preso parte allo stand della portualità italiana, guidato dall’associazione nazionale di settore Assoporti in collaborazione con l’agenzia Ice/Ita ed Invitalia, al fine di offrire una presenza collettiva del sistema logistico ed intermodale italiano in uno dei mercati strategici per il made in Italy. (rrc)