MEZZOGIORNO, SI CAMBIA SE SI REALIZZA
OMOGENEA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE

di ERCOLE INCALZALeggendo il Disegno di Legge di Stabilità 2025 nasce spontaneo un interrogativo: e il Mezzogiorno? Cioè quali siano o quali possano essere le risorse che il Governo intenda assegnare, sotto varie forme (in conto esercizio e in conto capitale) alla infrastrutturazione del Sud?

Io, in modo forse ripetitivo, ricordo sempre che la legge 27 febbraio 2017, n. 18, dispone che la quota delle risorse ordinarie delle spese in conto capitale a favore delle otto regioni del Mezzogiorno non sia inferiore al 34% del totale nazionale.

Quest’ultimo valore non è casuale, in quanto è analogo al peso che la popolazione del Meridione ha sull’intero aggregato nazionale. Inoltre nella legge Finanziaria del 2005, era stato precisato che le Amministrazioni centrali si dovevano conformare all’obiettivo di destinare al Mezzogiorno almeno il 30% della spesa ordinaria in conto capitale.

Ma dal 2018 al 2022, se andiamo a leggere le dichiarazioni di Ministri del Mezzogiorno come Barbara Lezzi o Giuseppe Provenzano o Mara Carfagna e di Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti come Danilo Toninelli o Paola De Micheli o Enrico Giovannini, scopriamo che era davvero scandaloso assegnare solo il 34%; una percentuale ridicola che non avrebbe mai incrinato il gap tra Sud e resto del Paese; almeno bisognava assegnare il 50% e il Ministro Giovannini dichiarò, addirittura, la soglia del 60%.

Appare evidente che allo stato attuale le risorse assegnate per interventi infrastrutturali rilevanti, sì per le cosiddette “opere strategiche”, nel Mezzogiorno dal 2015 ad oggi non superano, come preciserò dopo, il 6,5% del valore globale degli interventi infrastrutturali del Paese.

Ritengo opportuno precisare che in tale analisi non ho ritenuto opportuno inserire le risorse destinate al Ponte sullo Stretto di Messina perché non ho, in tale indagine, inserito gli interventi relativi al nuovo valico Torino – Lione, al Terzo Valico dei Giovi ed al Brennero; infatti ho sempre ritenuto questi quattro interventi come scelte mirate a realizzare i quattro anelli mancanti in grado di integrare il nostro impianto trasportistico con l’intero impianto comunitario.

Per questo motivo le opere infrastrutturali ubicate nel Mezzogiorno per le quali ci sono apposite risorse e sono in corso iniziative progettuali e realizzative sono: Un primo lotto dell’asse ferroviario ad alta velocità – alta capacità Salerno – Reggio Calabria per un importo di circa 2,2 miliardi di euro; il collegamento ad alta velocità – alta capacità Napoli – Bari per un importo di circa 5,8 miliardi di euro; alcuni lotti funzionali degli assi ad alta velocità – alta capacità Palermo – Messina e Messina – Catania per un valore globale di circa 3,8 miliardi di euro; alcuni lotti (uno in costruzione altri in fase di appalto) della Strada Statale 106 Jonica che collega Taranto con Reggio Calabria per un valore globale di 4,3 miliardi di euro; alcuni lotti dell’asse viario Palermo – Agrigento – Caltanissetta per un valore globale di circa 700 milioni di euro; asse ferroviario ad alta velocità Taranto – Potenza – Battipaglia per un valore di circa 500 milioni di euro; reti metropolitane e ferroviarie urbane di Napoli, Palermo e Catania per un valore globale di circa 900 milioni di euro.

Il valore globale di queste assegnazioni si attesta su un valore di 18,2 miliardi di euro e tutte sono opere previste nel Programma delle Infrastrutture Strategiche della Legge Obiettivo, opere che fino al 2022, escluso l’asse ad alta velocità Napoli – Bari, erano praticamente rimaste bloccate per scelta dei Governi Renzi, Gentiloni, Conte 1 e 2 e Draghi.

Il valore del Programma della Legge Obiettivo era pari a circa 277 miliardi di euro (valore questo che non tiene conto, come detto prima, del valore dei valichi e del Ponte sullo Stretto) per cui i 18,3 miliardi di euro rappresentano appena il 6,5%.

Ma questa mia denuncia è davvero ridicola perché basata sulla logica delle risorse assegnate al Sud, una logica che, purtroppo, dopo molto tempo, ho capito che è solo un atto mediatico utile per testimoniare la esistenza di una volontà che si è trasformata in atti concreti solo con la Legge Obiettivo, dopo, invece, è rimasta solo una dichiarazione di buone intenzioni.

Pochi mesi fa ho fatto presente, in alcune mie note, che forse l’attuazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep) possono essere invece una prima misurabile occasione per uscire da questo equivoco e, soprattutto, un simile approccio ci farebbe scoprire che sarebbe necessario disporre per azioni infrastrutturali e servizi al Sud pari ad un valore di circa 14 miliardi di euro all’anno per un arco temporale di almeno dieci anni.

In realtà, quindi, la misura di un vero cambiamento dell’azione del Governo nei confronti del Mezzogiorno non dovremmo più misurarla solo con queste percentuali inutili sul valore globale degli investimenti ma dovremmo convincerci, una volta per tutte, che l’unico modo per tentare di abbattere il gap del Sud nei confronti del Centro Nord, l’unico modo per evitare che il reddito pro capite medio si attesti sempre su un valore di 21 mila euro contro i 40 mila del Nord, l’unico modo per riconoscere al Mezzogiorno il suo ruolo chiave nel contesto nazionale e comunitario, l’unico modo per non rimanere, all’interno della Unione Europea, insieme alla Germania dell’Est la realtà economica incapace di crescere, l’unico modo è solo legato ad una azione organica nella omogenizzazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni.

Una azione che deve essere caratterizzata da iniziative non solo infrastrutturali ma anche in interventi capillari sulla miriade di servizi offerti: da quelli sul trasporto pubblico locale a quelli relativi alla offerta dei servizi sanitari e scolastici, ecc.

Ed allora, non avendo trovato risorse in conto capitale nel Disegno di Legge di Stabilità 2025 ho cercato quante risorse fossero state previste per l’attuazione dei Lep e non ho trovato alcuna risorsa e questa dimenticanza mi ha davvero preoccupato.

Addirittura ho pensato che il Governo speri, il prossimo 12 novembre, in una bocciatura, da parte della Consulta, della Legge n.86 del 26 giugno 2024 relativa all’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma della Costituzione, (cosa poi accaduta).

Sì è l’unico modo per evitare che una norma aggravi ulteriormente le sorti del Sud soprattutto perché, non disponendo il Governo di risorse, provocherebbe solo un rischioso conflitto non solo tra le Regioni del Sud e quelle del resto del Paese ma, addirittura, tra le stesse Regioni del Mezzogiorno. Mi spiace ma questo è uno dei primi passi falsi dell’attuale Governo. (ei)

Misiani (PD): Continuare mobilitazione per contrastare azione del Governo antimeridionalista

È necessario continuare la mobilitazione su sanità e trasporti per «contrastare l’azione del governo più antimeridionalista della storia del Paese che sta diminuendo le risorse per il Mezzogiorno, a partire da quelle sull’alta velocità, e vuole dare il colpo definitivo alle speranze delle Regioni meridionali con l’autonomia differenziata». È quanto ha detto Antonio Misiani, responsabile nazionale Infrastrutture del PD, nel corso del convegno organizzato a Rende dal partito sul tema  “Diritto alla mobilità e trasporto locale…Questi eterni sconosciuti…”.

Il convegno, infatti, ha registrato una grande partecipazione di sindaci, amministratori, sindacalisti, tecnici e rappresentanti delle categorie interessate.

Una grande partecipazione che ha consentito un approfondito dibattito, dimostrando quanto sia sentito in Calabria il problema del trasporto con il quale i cittadini si misurano ogni giorno, con difficoltà crescenti per chi abita nelle aree interne e un inaccettabile isolamento che rende inesistente il diritto alla mobilità. Il tutto nella completa inerzia del governo Occhiuto e con il governo Meloni che ha “disperso” le risorse per l’Alta velocità e dirottato altrove i fondi del Pnrr.

«Su trasporti e sanità – ha spiegato il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Mimmo Bevacqua, che ha moderato i lavori – si concentrerà la nostra iniziativa politica nei prossimi mesi».

«Vogliamo difendere i diritti fondamentali dei calabresi – ha concluso – che il centrodestra continua a calpestare anche per non disturbare il governo nazionale impegnato a favorire il Nord del Paese e le classi più abbienti».

La convention è stata introdotta dai saluti del segretario provinciale del partito Vittorio Pecoraro ed è stata arricchita dagli interventi di Franca Sposato, responsabile Trasporti del Pd Calabria, Giovanni Muraca, componente Commissione Trasporti del Consiglio regionale, del vicepresidente del Consiglio Franco Iacucci e di Marco Simiani, deputato e capogruppo Pd in Commissione Trasporti alla Camera. 

Spazio anche ai tecnici, con le relazioni degli ex assessori regionali e docenti universitari Francesco Russo, Roberto Musmanno, oltre che del presidente di Anav, Dino Romano e del presidente Aniaf ed ex sottosegretario Salvatore Margiotta

Il Partito Democratico, dunque, in sinergia con il partito regionale, proseguirà nel lavoro sul Trasporto pubblico locale per offrire un piano in grado di garantire alla Calabria un sistema di trasporto nuovo, semplice, efficace ed integrato finalmente in grado di tutelare il diritto fondamentale alla mobilità.

Tavernise (M5S): Ripristino collegamento Freccia da e per Crotone vittoria di civiltà

Per il consigliere regionale del M5S Davide Tavernise, il ripristino del collegamento diretto tra il Frecciarossa Sibari-Bolzano fino a Crotone e viceversa è «una vittoria di civiltà».

«Da oltre un mese – ha spiegato – chi arrivava in stazione a Sibari con la Freccia doveva aspettare oltre 6 ore di notte in una stazione deserta la tanto attesa coincidenza, se così la possiamo chiamare, oppure provvedere privatamente a raggiungere la propria destinazione.
Da ieri invece due nuove corse sostitutive risolveranno il problema: la corsa RC111 da Sibari alle 23,00 destinazione Crotone per le 01,30, circola sempre, fermate intermedie Corigliano, Rossano, Mirto Crosia, Cariati, Cirò; e la corsa RC 116 da Crotone alle 3,30 destinazione Sibari per le 6,00, circola sempre, fermate intermedie Corigliano, Rossano, Mirto Crosia, Cariati, Cirò».
«Siamo riusciti nell’intento – ha proseguito – di risolvere un problema di non poco conto per i pendolari e i tanti viaggiatori del litorale ionico, anche grazie all’accoglimento della nostra istanza da parte dell’Assessore ai Trasporti della Regione Calabria, Gianluca Gallo, che ha provveduto a sbloccare una situazione che fin dall’inizio abbiamo creduto giusto considerare come un mero errore di valutazione. Che per fortuna ora è stato risolto, ripristinando un servizio fondamentale per questi territori».
«Il problema ha avuto luogo – ha detto – per via dei lavori sulla tratta ferroviaria Sibari-Crotone, partiti il 16 settembre che si concluderanno indicativamente il 19 gennaio 2025. È mia intenzione capire a fondo a cosa servono questi lavori, che dalle note ufficiali risultano propedeutici all’elettrificazione, con interventi di upgrade tecnologico e di potenziamento infrastrutturale, e mi riservo nei prossimi giorni di inoltrare apposita interrogazione alla Giunta regionale». (rrc)

Il consigliere Montuoro: Si lavora per fermata intermedia a Marcellinara della Catanzaro-Lamezia

Una fermata intermedia a Marcellinara lungo la linea ferrata Catanzaro-Lamezia. Si è parlato di questo nell’incontro richiesto dal consigliere regionale Antonio Montuoro con l’assessore ai trasporti della Regione Calabria, Gianluca Gallo, e Francesco Berardi, direttore regionale di Trenitalia Calabria.

Questa proposta si inserisce nel contesto dei lavori di ammodernamento ed elettrificazione della linea ferroviaria che collega Catanzaro a Lamezia Terme, con l’obiettivo di migliorare la mobilità tra i due capolinea e facilitare gli spostamenti tra i comuni dell’hinterland, offrendo nuovi servizi e riducendo i tempi di percorrenza.

«La fermata – ha evidenziato Montuoro – rappresenterebbe un importante valore aggiunto per l’intera area dell’istmo con benefici significativi dal punto di vista economico e sociale. Già in passato mi ero occupato di queste problematiche, avviando interlocuzioni sul potenziamento delle fermate nel comune di Marcellinara».

«Durante l’incontro con l’assessore Gallo – ha proseguito – ho anche sollevato la necessità di incrementare le corse che riguardano il trasporto pubblico locale effettuato dagli  autobus di linea da e per  Catanzaro, attualmente limitate a una al mattino e una al pomeriggio. A tal proposito, ho già avviato contatti con l’ing. Ferraro, Direttore di Ferrovie della Calabria e con l’Ing. Pavone, Dirigente del settore trasporti della Regione, i quali, nell’ottica di una rimodulazione generale del servizio di trasporto in tutta la Provincia di Catanzaro, stanno valutando una serie di interventi che potrebbero essere utili per potenziare  in maniera efficace il servizio».

Per quanto riguarda la fermata intermedia nella stazione ferroviaria di Marcellinara, spiega Montuoro, «Trenitalia ha espresso disponibilità al dialogo e ha riconosciuto l’importanza della richiesta e, in tempi brevi, sono già stati pianificati ulteriori incontri per portare a compimento questo obiettivo».

«L’istituzione della fermata a Marcellinara – ha spiegato ancora – rappresenterebbe un’opportunità concreta per migliorare non solo la mobilità e l’accessibilità tra i comuni, ma anche per favorire lo sviluppo infrastrutturale, in linea con gli investimenti che si stanno realizzando in tutto il  territorio regionale».

«Un passo in avanti significativo verso uno sviluppo infrastrutturale ed una mobilità sostenibile – ha concluso – quali chiavi di volta per garantire una crescita solidale e inclusiva per la nostra regione».

Gruppo FS: Potenziati i servizi bus fra Sibari e Rossano

Sono stati potenziati i servizi bus fra Sibari e Rossano, con fermata a Corigliano, a causa dei lavori di upgrade tecnologico e di potenziamento infrastrutturale fra Sibari e Crotone. È quanto ha fatto sapere Regionale (Gruppo FS) di concerto con la Regione Calabria e ArtCal.

Al fine di garantire la continuità del servizio e limitare l’impatto dei lavori sul territorio, sono 5 in totale le corse che si aggiungono ai servizi in bus già attivati fra Sibari e Crotone dal 16 settembre, per consentire interventi di upgrade tecnologico e di potenziamento infrastrutturale sulla linea ionica.

I posti disponibili sui bus, che aumenteranno i loro tempi di percorrenza in relazione anche al traffico stradale possono essere inferiori rispetto al normale servizio offerto, si consiglia pertanto di valutare la ripianificazione del proprio viaggio.

Sui bus non è ammesso il trasporto bici, sono ammessi i cani guida e quelli di piccola taglia negli appositi trasportini. (rrm)

SOTTOVALUTARE IL DISAGIO DEL SUD È DA
SUPERFICIALI: STANCHI DEI DIRITTI NEGATI

di PIETRO MASSIMO BUSETTALa mancanza dei diritti fondamentali, dovuti ad un welfare insufficiente, oltre a quello della possibilità di una occupazione adeguata alle skill possedute da ciascuno, costituisce la ragione fondamentale di un processo emigratorio che toglie al Sud ogni possibilità di futuro.

La spesa storica, che sottrae al Mezzogiorno 60 miliardi ogni anno, e porta a una spesa procapite inferiore,  per cui nascere a Sondrio è un privilegio e a Reggio Calabria una disgrazia, porta ad un welfare totalmente differente  tra le due parti. Per cui in una la sanità pubblica é sufficiente nell’altra devi rivolgerti a quella privata e così di seguito per la mobilità, il possesso di un auto é problema di sopravvivenza, o per la formazione scolastica. Peraltro la stretta  sul reddito di cittadinanza ha portato molte famiglie di nuovo nella povertà assoluta, dalla quale lo strumento li aveva affrancati. 

Anche di questi temi si occupa il mio saggio, che viene distribuito in questi giorni nelle librerie e sulle maggiori piattaforme digitali: “la rana bollita”, che completa un ciclo di quattro volumi che inizia con “il coccodrillo si é affogato”, continua con “il lupo e l’agnello”, poi con “la rana scorpione” per completarsi con “la rana bollita”, tutti editi da Rubettino. 

Lo zoo che ho creato in questi ultimi anni ripercorre i luoghi comuni e i mantra più diffusi che hanno caratterizzato il racconto del nostro Sud.  E propone un’interpretazione assolutamente differente rispetto a quella prevalente, che proviene fondamentalmente da chi ha vinto la battaglia economica. Quel Nord bulimico che ritengo abbia avuto in mano il volante del Paese e che ha fallito nel suo primo obiettivo teorico, che era l’unificazione economica dopo quella politica. 

Con questo nuovo lavoro si completa una ricerca che parte nel 2018. E che si compone di quattro saggi.

Nei tre volumi precedenti esploro alcune tematiche con una chiave di lettura personale e stimolante, su alcuni argomenti, ancora di strettissima attualità, riguardanti il Sud. Il primo lavoro è stato Il coccodrillo si è affogato, pubblicato da Rubbettino nel 2018.

In esso si metteva in evidenza come l’esigenza dello sviluppo del Sud non fosse interesse soltanto dei 20 milioni di meridionali, ma una necessità per tutto il Paese. Perché non era pensabile avere dei tassi di crescita consistenti se si lasciava il 33% della popolazione e il 40% del territorio fuori dai processi di sviluppo che attraversano tutta l’Europa.

Il secondo lavoro della quadrilogia, pubblicato nel 2021, sempre dallo stesso Editore, dal titolo Il lupo e l’agnello, rifletteva sull’idea che la colpa del mancato sviluppo del Sud fosse da attribuire allo stesso Sud che, nella vulgata, era stato dissipatore di risorse che i meridionali avevano sprecato con ruberie, sottrazioni, sprechi e incapacità varie.

La metafora della fiaba mette in evidenza come il racconto  fosse praticamente falso e la dimostrazione più evidente il fatto che l’infrastrutturazione, che evidentemente dipendeva dallo Stato centrale, fosse rimasta al palo.

Si parla dell’Alta Velocità Ferroviaria oltre che dell’Autostrada del Sole, che già nella sua concezione si ferma a Napoli, lasciando tutto il Mezzogiorno isolato con la pretesa poi che si sviluppasse.

Con il lavoro più recente, La rana e lo scorpione, Rubbettino 2023, si è cercata la motivazione per la quale non è stata adottata anche dal nostro Paese una politica economica più lungimirante, che hanno invece impostato molti Paesi dell’Unione. In particolare lo ha fatto la Germania e anche la stessa Spagna, tra i Paesi più grandi, ma in realtà tutti quelli che hanno problemi di aree estese a sviluppo ritardato.

La risposta è stata che in realtà un Nord, alcune volte provinciale e bulimico, governato da forze spesso localistiche e miopi, lontane dalle visioni di De Gasperi o di Pasquale Saraceno, abbia imposto politiche molto egoiste. Vedasi cosa ha fatto la Lombardia e lo stesso Veneto, ma non sono state da meno Emilia-Romagna e Toscana, che hanno portato a una distribuzione delle risorse basata sulla spesa storica, che ha sottratto ogni anno al Mezzogiorno oltre 60 miliardi.

In tale  lavoro si faceva anche una riflessione importante e cioè che la problematica non fosse tecnica, che il tema non fosse più quello di trovare come si potesse sviluppare il manifatturiero, il turismo, e la logistica. Ma forse quello di trovare le forze che fossero in grado di imporre al Governo nazionale di andare avanti senza quegli stop and go che hanno portato il Mezzogiorno a essere sempre una realtà statica che, negli ultimi vent’anni, ha aumentato di poche unità i propri addetti, compresi i sommersi.

Guardare i dati dell’occupazione complessiva ci fa capire quale dramma abbia vissuto questa parte del Paese, nella quale lavora una persona su quattro, che ha bisogno di milioni di posti di lavoro nuovi, e che invece al massimo per qualche mese è stata destinataria di risorse assistenziali come il reddito di cittadinanza.

Ma il progetto politico che portasse ad avere voce è stato interpretato in tanti modi e disperso in mille rivoli, per cui non è riuscito a formare una forza parlamentare adeguata a imporre al Paese una linea che non fosse frammentaria e discontinua.

Con questo nuovo lavoro ci si pone la domanda seguente: come mai una Comunità che è stata maltrattata per anni da un Paese rivelatosi ostile, che ha impostato un progetto di sviluppo che si realizza con le migrazioni di oltre 100.000 tra giovani e adulti ogni anno verso il Nord, verso l’Europa e anche verso i Paesi d’oltremare, non si ribella? Visto che ha a disposizione la possibilità di votare periodicamente e manifestare il suo dissenso e la sua opposizione.

Come mai la mancanza di infrastrutturazione, che prevede che la stessa distanza possa essere percorsa in ferrovia in una parte d’Italia in un’ora e in un’altra in tre, non fa scattare reazioni?

E perché subisce una sanità che costringe quelli che se lo possono consentire, nei casi più delicati, a prendere un aereo per poter avere un servizio di eccellenza e gli altri spesso a subire trattamenti inadeguati? E un processo formativo mancante di asili nido, di lotta alla dispersione scolastica, di tempo pieno, non fa reagire pesantemente? E infine l’ultimo schiaffo in pieno viso, quell’autonomia differenziata le cui conseguenze saranno devastanti.

E il rosario dei diritti di cittadinanza negati potrebbe continuare senza soluzione di continuità tanto da far dire ad alcuni che questa parte del Paese è utilizzata come se fosse una colonia.

Su questo tema ci si intrattiene con  l’obiettivo di capire le dinamiche, svegliare le coscienze ed evitare che la conclusione di tali differenze di sviluppo e le ingiustizie subite portino a una rabbia diffusa che sfoci in una richiesta di separazione, già molto sentita da una parte non marginale della popolazione. Probabilmente l’abitudine a vivere in una realtà degradata progressivamente ha portato a non reagire. Mentre l’individualismo, tipico delle realtà meno sviluppate, ha portato a cercare soluzioni personali piuttosto che ad azioni di ribellioni collettive, mediante l’indirizzamento del consenso o anche con mai augurabili azioni violente. Ma nulla è per sempre e forse sottovalutare il disagio del Sud è da superficiali. Completa il lavoro la prefazione del direttore dello Svimez, Luca Bianchi, la postfazione che viene riproposta a fianco di Giuseppe Savagnone e tre commenti di Francesco Saverio Coppola, di Nino Foti e di Nino Germaná(pmb)

[Courtesy Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia]

AV, Baldino (M5S): Occhiuto convochi un tavolo unico strategico per tutta la mobilità regionale

«Occhiuto convochi subito un tavolo unico strategico per tutta la mobilità regionale». È quanto ha chiesto la deputata del M5S, Vittoria Baldino, sottolineando come «le rivendicazioni delle settimane scorse su nuove fermate della Frecciarossa Sibari Bolzano e le rivendicazioni sull’Alta Velocità Salerno Reggio Calabria, ci dicono che alla nostra regione serve urgentemente un piano unico strategico delle mobilità, delle infrastrutture e dei trasporti che coinvolga tutti gli stakeholder: ministero dei Trasporti, Anas, Rfi, Sacal, società di trasporto, sindacati».

«Serve un piano – ha aggiunto – che possa assorbire e coniugare le esigenze di tutti i territori in una strategia unica regionale a beneficio di tutti i calabresi per una mobilità efficace sia interna alla Calabria che verso il resto d’Italia e del mondo».

«Nessuno dei tre aeroporti calabresi – ha ricordato – è integrato per esempio con il sistema ferroviario regionale ed emblematico è che la Calabria sia tra le poche regioni in Italia a non essere dotata di un interporto ferroviario per lo scambio di merci. È inaccettabile, ancora, che una regione con un potenziale straordinario come la nostra resti isolata dai principali corridoi di mobilità nazionali fermandosi l’Alta Velocità Salerno Reggio Calabria a Praia. L’alta velocità in Calabria non è un’opzione ma una necessità. Non possiamo accontentarci di essere tagliati fuori dalle principali reti di trasporto. La Calabria ha bisogno di infrastrutture moderne che la colleghino rapidamente e in modo efficiente al resto del Paese».

«Lo stesso M5S al Governo l’ha definita un’opera strategica – ha proseguito – tanto che il governo Conte ha finanziato tutto quello che era possibile finanziare in base ai tempi stretti del Pnrr e soprattutto ha pianificato con Ferrovie dello Stato l’intera infrastruttura in ottica strategica connettendo tutta la regione fino a Reggio Calabria».

1La Calabria merita di essere connessa al resto del Paese – ha ribadito – con un sistema di trasporti efficiente e moderno, in grado di rilanciare l’economia, migliorare la qualità della vita dei cittadini e favorire il turismo. Se per il ministro Salvini è possibile realizzare il Ponte sullo Stretto, superando le sfide tecniche e logistiche di un’opera di tale portata, allora è altrettanto possibile superare ogni difficoltà e portare l’Alta Velocità nella nostra regione».

«Occhiuto nel frattempo – ha concluso – convochi il tavolo unico strategico per tutta la mobilità regionale perché qualsiasi treno ad alta velocità se non connesso ai treni regionali diventa inutile». (rp)

 

 

L’OPINIONE / Franz Caruso: Disservizi su rete ferroviaria in Calabria un quadro desolante

di FRANZ CARUSO – Il susseguirsi di ritardi, disservizi, interruzioni e variazioni degli orari e dei percorsi sulla rete ferroviaria tirrenica meridionale non ha precedenti, sia per gravità che per totale e assoluta indifferenza dei soggetti responsabili.

Rfi sta trascurando i presidi di ordinaria manutenzione della rete, con evidenti ripercussioni negative su sicurezza e regolarità dei servizi. Trenitalia offre un servizio sempre più scadente per la crescita dei casi di guasti, rotture agli impianti e malfunzionamenti dei treni.

Il ministro Salvini  non ha adottato alcun provvedimento straordinario e di emergenza  per evitare che l’Italia venisse  fisicamente divisa. Ha pensato bene, però, di definanziare totalmente un valido progetto di Alta Velocità ferroviaria per il collegamento Salerno- Reggio Calabria, negando la possibilità di poter disporre di una nuova rete ferroviaria alternativa alla vetusta linea tirrenica.

Cosenza , la sua provincia e l’intera Calabria, soprattutto dal 9 luglio (deragliamento merci) hanno subito un danno gravissimo in termini di calo di presenze turistiche a causa della obbligata riprogrammazione dei viaggi da parte di migliaia di turisti.
Questo è il desolante quadro, che evidentemente non è neanche meritevole delle scuse di FS Spa. Potrebbero, almeno, FS con Trenitalia, promuovere una campagna di incentivi per facilitare, con super sconti, i flussi turistici verso Calabria e Sicilia. (fc)
[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]

 

Bevacqua (PD): Treni che si fermano a Battipaglia didascalia di una Calabria in ginocchio

Per il capogruppo del Partito Democratico, Mimmo Bevacqua, «la “foto” che ritrae la Calabria isolata dalle grandi tratte ferroviarie nei giorni più caldi, quelli del ritorno a casa dei propri figli o dell’arrivo dei pochi turisti che ancora sfidano le vacanze da queste parti, è la foto più desolante della nostra regione da una trentina d’anni a questa parte», se non «la didascalia di una Calabria letteralmente in ginocchio».

«Ancora una volta – ha aggiunto – non possiamo che perimetrare da qui il “rispetto” che il governo nazionale nutre per la nostra regione e per il governatore Occhiuto, che votando l’autonomia differenziata in conferenza delle Regioni ha sacrificato gli interessi di questa terra sull’altare delle logiche nazionali di partito ricevendo in cambio continue sberle e umiliazioni. Crediamo che sia questo il punto più basso, segno evidente di una stagione che si profila del tutto fallimentare per la Calabria».

La Calabria, dunque, è «in ginocchio nel cuore dell’estate e isolata dal Paese», ha ribadito Bevacqua, annunciando che «a settembre, come gruppo Pd promuoveremo una grande iniziativa pubblica insieme al partito calabrese e chiederemo alla segreteria nazionale del partito Elly Schlein e ai capigruppo alla Camera e al Senato Braga e Boccia di essere presenti per illustrare il nostro piano dei trasporti».

«Sarà questa l’occasione – ha proseguito – per ribadire che la vera autonomia differenziata è già iniziata da un pezzo, come dimostra l’isolamento totale della Calabria dai grandi disegni delle rotte nazionali. Come nel celebre film, non ad Eboli ma a Battipaglia si ferma il Paese e non si capisce davvero dove possa poggiare l’entusiasmo e l’ottimismo che sprigiona il presidente Occhiuto alla prima occasione mediatica utile. Anziché ammettere il fallimento di Uber ne fa uno spot pubblicitario non certo utile per i calabresi. La Regione regala per l’hub di Lamezia un mare di soldi a Ryanair, diventando una specie di bancomat nonostante le preoccupazioni espresse dalla Corte dei Conti. Tanto più se lo scalo di Lamezia segna sofferenze importanti».

«E non si capirebbe, del resto – ha detto ancora – perché i turisti dovrebbero venire in Calabria, regione isolata e senza trasporti, con metà delle coste bagnate da mare sporco, con alle spalle colline e monti che bruciano e con strutture ricettive che quando ci sono risalgono agli anni Sessanta. Il tutto nell’auspicio di non aver mai necessità di cure negli ospedali di questa regione, dove mediamente si staziona 12 ore nei pronto soccorso, ovviamente logica conseguenza dei Lea peggiori d’Italia e con il più alto debito sanitario da ripianare».

«La “foto” è disarmante e descrive isolamento. Questa è la sacrosanta e drammatica verità. Tutto il resto è narrazione suggestiva ma vale come spot. Funziona poco o nulla e nessun indicatore incoraggia all’ottimismo, a partire da un pil che è più alto solo di quello del Molise. La Calabria è in ginocchio – ha concluso Bevacqua –. In tutto. I treni che si fermano a Battipaglia il triste epilogo di un film dal finale già scritto». (rcz)

L’OPINIONE / Tonino Russo: Blocco circolazione treni su SA-RC certifica isolamento della Calabria

di TONINO RUSSOIl sostanziale blocco della circolazione di treni nazionali e regionali sulla tratta Salerno-Reggio Calabria dal 22 al 26 luglio certifica, se ancora ce ne fosse bisogno, l’isolamento della nostra regione per quanto riguarda la mobilità su rotaia. Non il “rischio” dell’isolamento, ma, come già accaduto qualche anno fa sull’A2, a San Mango d’Aquino, la sua drammatica concretizzazione, in una crisi di mezza estate che causerà enormi disagi (pensiamo a chi deve spostarsi per ragioni di salute), penalizzerà i cittadini, i turisti, l’economia in maniera significativa. Il dato è che sia su ferro che su gomma, i calabresi possono contare su un solo collegamento.

È il momento, dunque, di prendere responsabilmente atto della indispensabilità di un nuovo tracciato che renda possibile il traffico passeggeri alla vera Alta Velocità, quella che viaggia a 300 km orari, fino a Reggio. Ciò aprirebbe non solo nuove opportunità di sviluppo, ma costituirebbe un’alternativa valida in caso di inagibilità dell’attuale linea, come accade in questi giorni. Darebbe, inoltre, senso al progetto del Ponte sullo Stretto, perché avvicinerebbe davvero la Sicilia all’Italia e all’Europa, libererebbe la nostra regione dall’isolamento anche mediante un collegamento con la linea jonica, sapendo intanto che la Galleria Santomarco tra Cosenza e Paola sarà funzionale allo sviluppo del porto di Gioia Tauro.

La Calabria è stanca di studi di fattibilità, di ipotesi proposte e riproposte, poi smentite, che finora hanno prodotto solo un impegno per il prolungamento dell’Alta Velocità fino a Praia a mare sui treni provenienti da nord. Nel dibattito pubblico sul tema, si parla ormai di tutto, senza tenere conto del fatto che la realizzazione di opere impegnative richiede tempi certamente non brevi. E per avere tutto, la Calabria rischia di rimanere con niente. La Cisl lo ribadisce: bisogna puntare su un tracciato che faciliti la mobilità delle persone, renda raggiungibili tutti i territori calabresi, riduca significativamente i tempi di percorrenza e i costi per gli utenti.

Il Governo, la Regione, RFI facciano attenzione: mentre il medico studia, l’ammalato muore. (tr)

[Tonino Russo è segretario generale di Cisl Calabria]