Mobilità e trasporti sull’Arco Jonico: quali interventi per il territorio

di ELISABETTA BARBUTO, SANDRO FULLONE e DOMENICO MAZZA – Le nuove politiche infrastrutturali europee, ormai da qualche decennio, prediligono la realizzazione di opere fruibili per lotti funzionali. La richiamata nomenclatura è utilizzata per consentire l’uso di segmenti delle opere pensate, sin dal momento del collaudo dei tronchi e ancor prima che l’intera infrastruttura sia completamente realizzata. Per permettere ciò, ogni tratta dell’opera deve essere adeguatamente interconnessa e collettata a infrastrutture esistenti e operative.

Tali metodologie rappresentano le linee d’indirizzo che si stanno utilizzando per una serie di opere ferro-stradali attualmente in cantiere. Il terzo megalotto della statale 106 così come il lotto Battipaglia-Romagnano della nuova AV SA-RC, sono esempi plastici di quanto precedentemente esposto. Pur inquadrandosi, le richiamate opere, nei più ampi progetti di ammodernamento della dorsale stradale TA-RC e della direttrice ferroviaria tra SA e RC, saranno pienamente operative, nelle tratte sottoposte a intervento, già nei prossimi anni. L’illustrato dovrebbe invogliare le classi dirigenti locali a sviluppare idee che possano concorrere efficacemente a risollevare i territori dal baratro dell’isolamento geografico, suggerendo e adottando la messa a terra di opere che nel medio lungo periodo favoriscano la connessione per segmenti funzionali.

Lungo l’Arco Jonico, tuttavia, a percorsi di ricucitura e rigenerazione delle infrastrutture esistenti, si preferisce dedicare forze ed energie nella sponsorizzazione di opere dalla dubbia funzionalità. Vieppiù, adottando terminologie geograficamente inappropriate e figurativamente inadeguate per giustificare gli investimenti. A tal proposito, si prospettano cloni di aviosuperfici nella Sibaritide, immaginando improbabili bacini di riferimento e inquadrando come istmo una fra le più grandi pianure del Mezzogiorno d’Italia. Infrastrutture e definizioni geografiche che, evidentemente, esistono solo nella mente di chi le pensa.

La Politica deve studiare il territorio in cui opera. Basta alla povertà delle idee e ai linguaggi infarciti di slogan

Gli Establishment, a ogni livello di stratificazione, dovrebbero comprendere, prima di qualunque altra cosa, che per rappresentare, amministrare e gestire un territorio, quel territorio andrebbe studiato. La conoscenza di un ambito, d’altronde, non può essere certamente circoscritta al perimetro del Comune di residenza, al confine intermunicipale o al semplicistico concetto di limite provinciale. Sono tante le variabili che determinano l’appellativo di “territorio” a un determinato ambiente geografico. Si potrebbe partire dalla demografia, dalle omogeneità d’ambito, dai processi economici comuni, dalle condivise difficoltà a emergere e contribuire, sinergicamente, alla crescita della Regione di riferimento e del Paese tutto. Senza avere percezione di quanto in precedenza riportato, l’utilizzo del termine territorio, per definire un quadrante geografico, appare assolutamente fuori luogo e privo del benché minimo senso logico nell’affermazione. Tuttavia, ahinoi, è quanto sta accadendo lungo la sponda jonica sibarita. In quest’ambito, infatti, a visioni di crescita e prospettiva nel campo dei trasporti, della mobilità e della intermodalità, si preferiscono visioni megalomani e del tutto scollate dalla realtà effettuale. Non è pensabile, invero, che si continui a propagandare un nuovo scalo a Sibari, sapendo della grave emorragia demografica che attanaglia il territorio jonico e in generale la Calabria tutta. Parimenti, è del tutto anacronistico pensare a un quarto aeroporto in Calabria, quando Regioni demograficamente molto più dimensionate della nostra gestiscono i propri bisogni di mobilità (commerciali e civili) con la metà degli scali aerei. È da imprudenti definire l’area di Sibari come “istmo”, atteso che anche un bambino, con basi poco solide in geografia, capirebbe che una fra le principali pianure del Mezzogiorno di certo non può essere appellata come lingua di terra adagiata tra due mari. Non a caso, l’unico istmo d’Italia è lo stretto corridoio che si estende fra Catanzaro e Lamezia, bagnato dallo Jonio e dal Tirreno. Pertanto, se davvero si volesse connotare l’area di Sibari come raccordo e potenziale deviatoio dei flussi, bisognerebbe comprendere che l’ambito di maggior peso, in termini demografici, arriva da sud-est e non già da altri immaginati e improbabili quadranti cardinali.

È nella direttrice Sibari-Crotone che si nasconde il possibile potenziale dell’area, e non da altre parti. Se iniziamo a inquadrare Sibari come frontiera e non già come deviatoio alle diramazioni adriatica e tirrenica, non facciamo altro che favorire il gioco del centralismo storico. Non è un caso, infatti che, storicamente, giunti a Sibari, i flussi ferro-carrabili siano stati instradati verso l’area valliva della Calabria. Ambito, quest’ultimo, in cui le geometrie centraliste si annidano da tempo immemore. Tale sciagurato disegno ha generato la morte di Corigliano-Rossano e l’ecatombe per Crotone. Se davvero si volessero favorire i processi di crescita territoriale, bisognerebbe capire che è dall’asse Sibari-Crotone che si dovrebbe partire e non da altro. Perché è nel segmento Sibari-Crotone che il macrocontesto del Golfo di Taranto ha il suo anello debole. Dovrebbe essere, quindi, dirimente per tutta la Politica studiare soluzioni funzionali a rammagliare tutto il tessuto infrastrutturale della dorsale interregionale est compresa tra Ta-Metaponto-Sibari-Kr. E, certamente, ciò di cui il l’ambito non ha alcuna necessità è un nuovo scalo aereo. Se non altro perché dispone già di due scali (Taranto e Crotone) che necessitano di essere funzionalmente collegati al resto del contesto.

Pianificare opere di rigenerazione strutturale e upgrading tecnologico lungo la dorsale ferro-stradale KR-Sibari-Metaponto-TA

Le scelte relative al futuro tracciato della linea AV SA-RC hanno chiarito che non si prospettano cantieri imminenti in Calabria. Riteniamo inutile, pertanto, se non solo a fini strumentali, riservare attenzioni esclusivamente alle future vicende di tracciato della nuova AV, perdendo di vista il dibattito sui necessari lavori di upgrading lungo la ferrovia jonica. Parimenti, la predisposizione dei lavori di ammodernamento della statale 106 tra Sibari e Corigliano-Rossano e tra Crotone e Catanzaro, non possono rappresentare il raggiungimento di un risultato concreto. Un territorio potrà definirsi tale solo quando avrà la consapevolezza di essere tessera fondamentale e insostituibile di un più ampio mosaico geografico. Diventa, invero, fondamentale pensare a interventi che, nell’immediato futuro, possano permettere all’area dell’Arco Jonico di immaginare un domani. E non sarà certo la semplice elettrificazione del tronco Sibari-Crotone-Lamezia a disegnare un avvenire di sviluppo sostenibile per l’ambiente in questione. Abbiamo la certezza che entro il 2026 la velocizzazione AVR (alta velocità di rete fino a 200km/h) raggiungerà lo Jonio sulla sponda lucana. Dovrebbe essere un imperativo, quindi, per la politica nostrana, studiare sistemi che facilitino il percorso da e per Crotone-Sibari-Metaponto.

La riconnessione della dorsale a sud di Metaponto, pertanto, diventa funzionale per consentire all’Arco Jonico calabrese di avere un primo accesso alla AV già dal 2026. I lavori di miglioria lungo il tracciato compreso tra Metaponto e Battipaglia e le speranze riposte nella variante Tito-Auletta, permetteranno al Metapontino di raggiungere la Capitale in un tempo stimato di circa 3,5H. Sarebbe necessario, altresì, predisporre l’innalzamento a rango C della tratta Sibari-Metaponto. Quest’ultima, infatti, nonostante sia elettrificata già da circa 40 anni, risulta ancora non adeguata a rango C, pertanto inibita al transito dei treni veloci. Una sua elevazione strutturale, con l’aggiunta di un deviatoio nei pressi di Scanzano Jonico, consentirebbe ai treni provenienti dal Capoluogo pitagorico di raggiungere Roma in meno di 5 ore. Nella pianificazione del Por (’21-’27), è stata prevista la spesa di 32 miliardi da destinare al sud Italia. Una cifra mai vista prima e le cui modalità di assegnazione seguono le medesime prerogative dei fondi di Recovery.

Le prelazioni, dunque, dovrebbero favorire i territori rimasti indietro rispetto al Sistema Italia e, come dichiarato dal Ministero alle infrastrutture, particolare riguardo dovrà essere riservato alle opere ferroviarie. Sarebbe opportuno, quindi, lavorare a una riconnessione dei porti di Crotone e Corigliano-Rossano alla strada ferrata e, contestualmente, alla già prevista variante a sud di Crotone (a oggi sparita dai radar) verso lo scalo aeroportuale di Sant’Anna. Ancora, alla possibile fermata per la nota località turistica di Le Castella e alla nuova stazione baricentrica a servizio della futura area direzionale di Corigliano-Rossano. Senza dimenticare, la rettifica di tracciato a sud dell’abitato di Torre Melissa. Soprattutto, bisognerebbe smetterla di farsi abbindolare da RFI che vorrebbe barattare un progetto di innalzamento degli standard della mobilità d’ambito come la Bretella di Thurio, per una più modesta e poco funzionale Lunetta di Sibari. Ecco, gli interventi descritti rappresentano il minimo sindacale per cui una politica attenta, e non affascinata dall’effimero, dovrebbe impegnarsi. La velocizzazione del percorso verso Metaponto-TA, oltretutto, avrebbe un duplice vantaggio: avvicinerebbe temporalmente l’Arco Jonico calabrese al ramo AV Sa-Ta e rilancerebbe la direttrice verso l’Adriatico, oggi sconnessa dalla jonica. Non abbiamo più scuse, quindi, per continuare a cincischiare del nulla mescolato al niente. L’invito, pertanto, alle classi dirigenti della Sibaritide e del Crotonese affinché si rispetti una temporalità nelle azioni da perseguire. Senza, necessariamente, strumentalizzare argomenti al solo fine di scrivere qualcosa per dimostrare la loro esistenza ai rispettivi Popoli.

(Rispettivamente già parlamentare, già Amministratore e presidente del Comitato Magna Graecia)

Approvati 18,6 milioni di euro per nuovi treni, Gallo: Un passo decisivo

È con 18,6 mln di euro stanziati dalla Regione che sarà possibile l’acquisto di tre nuove automotrici bidirezionali diesel/elettriche da destinare alla tratta Cosenza – Catanzaro Lido, a scartamento ridotto.

I nuovi treni, che entreranno in servizio entro novembre 2026, rappresentano un passo concreto verso la modernizzazione del trasporto regionale e rientrano in un piano più ampio di rilancio del sistema ferroviario calabrese, attualmente oggetto di importanti interventi infrastrutturali. Gran parte della linea Catanzaro Lido – Cosenza è infatti sospesa all’esercizio per lavori di ammodernamento, con la prevista riapertura del tratto Soveria Mannelli – Marzi/Rogliano dopo oltre dieci anni di inattività.

«Questo investimento segna un cambio di passo per la mobilità ferroviaria calabrese – ha dichiarato l’assessore regionale ai Trasporti Gianluca Gallo –. Diamo finalmente una risposta concreta alla domanda di trasporto locale, con mezzi moderni e sostenibili, in grado di garantire comfort, efficienza e sicurezza. L’acquisto dei nuovi treni, insieme al ripristino delle tratte sospese, ci permette di guardare con fiducia a un sistema ferroviario regionale più capillare e al servizio dei cittadini e dei territori».

Accanto a questo intervento, la Regione ha già previsto ulteriori 22,4 milioni di euro nel Fondo Sviluppo e Coesione 2021/2027, stanziati con delibera di Giunta n. 492/2024, per l’acquisto di altri convogli. Tali risorse saranno impiegate per sostenere l’incremento dei servizi ferroviari legato all’affidamento in corso a Ferrovie della Calabria s.r.l., in un contesto di maggiore estensione e utilizzo della rete ferroviaria regionale.

L’obiettivo è chiaro: rinnovare il parco mezzi, dismettere i treni più vetusti e offrire un servizio moderno e affidabile a beneficio di pendolari, studenti e cittadini calabresi. (rcz)

È boom di traffico negli aeroporti calabresi: + 38% e + 41,3% di passeggeri

Sono estremamente positivi i risultati conseguiti dai tre aeroporti calabresi, nel primo trimestre del 2025, che hanno registrato una crescita complessiva del traffico passeggeri pari al +38% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Particolarmente significativo l’incremento del traffico internazionale, che ha fatto segnare un eccezionale +170%. Un risultato che testimonia non solo il crescente interesse per la Calabria come destinazione turistica, ma anche l’efficacia delle politiche di sviluppo intraprese, volte a rafforzare il ruolo della regione nel panorama del trasporto aereo internazionale.

Nel solo mese di marzo, il traffico passeggeri è cresciuto del +41,3%, con un totale di 298.647 passeggeri transitati negli scali calabresi. A trainare questo aumento sono state le nuove rotte internazionali, che hanno generato una crescita del 140% rispetto a marzo 2024, grazie soprattutto alla forte domanda verso destinazioni come Berlino, Barcellona, Francoforte e Londra.

Andando nello specifico, l’aeroporto di Crotone ha registrato 18.595 passeggeri (+43%), l’aeroporto di Lamezia 200.739 (+17%,3%) e l’aeroporto di Reggio 79.313 (+192,3%).

«Gli importanti incrementi registrati sono il risultato di una politica di sviluppo lungimirante e strategica adottata dalla Regione Calabria, mirata a valorizzare il territorio e le sue risorse naturali e culturali», ha commentato Marco Franchini, amministratore unico di Sacal.

«Grazie a questa visione di ampio respiro – ha concluso – la Calabria sta diventando una destinazione ideale per chi desidera allontanarsi dalle destinazioni tradizionali, alla scoperta di un luogo ancora incontaminato. Una scelta che, in vista delle imminenti festività, premia chi è alla ricerca di esperienze irripetibili, capaci di coniugare la straordinaria bellezza naturale, la tradizione secolare e una viva autenticità».

L’assessore Caracciolo: Invito l Pd a leggere con attenzione e senza pregiudizi i comunicati

L’assessore regionale ai Trasporti, Maria Stefania Caracciolo, ha evidenziato come «i consiglieri regionali del Partito democratico hanno un problema evidente con la lingua italiana ed una naturale predisposizione per la mistificazione dei fatti».

Per questo li ha invitati a «leggere con più attenzione e senza pregiudizi ideologici i comunicati degli altri», ricordando, poi, come «qualche settimana fa fa i dem calabresi hanno denunciato una fantomatica distrazione dei fondi per l’Alta velocità in Calabria verso altre opere».

«Una fake news smentita da Rfi e facilmente verificabile dal Contratto di Programma consultabile sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – ha sottolineato –. Le risorse previste dal fondo complementare sono sempre quelle stanziate dal governo Draghi che l’attuale maggioranza nazionale guidata da Giorgia Meloni non ha in alcun modo toccato».

«Bastano questi 12 miliardi di euro – ha proseguito – per completare l’Alta velocità da Salerno a Reggio Calabria? Ovviamente no, e per questo sia il presidente Occhiuto che l’onorevole Cannizzaro chiedono al governo un surplus di impegno per trovare ulteriori risorse lavorando per risolvere concretamente i problemi che la Calabria ha ereditato; la sinistra, invece, come al solito ha la memoria corta, e preferisce chiacchierare piuttosto che confrontarsi sul merito delle questioni».

Infrastrutture, l’assessore Caracciolo: Nessun ritardo su elettrificazione Sibari-Crotone

L’assessore regionale ai Trasporti, Maria Stefania Caracciolo, ha precisato che «non si registra alcun ritardo nei lavori di elettrificazione della tratta Sibari-Crotone».

«Come peraltro emerge da comunicati stampa diramati nei giorni scorsi da Rfi, relativamente ai lavori di elettrificazione nella tratta Sibari-Crotone, gli interventi, finanziati con fondi Pnrr e gestiti secondo cronoprogrammi definiti con la Regione per limitare disagi all’utenza nello scorso periodo estivo, si concluderanno in linea con i vincoli di finanziamento», ha precisato Caracciolo, a seguito di alcune interrogazioni del consigliere regionale, del M5S, Davide Tavernise.

«Pertanto, ad oggi – ha continuato – non risultano veritiere le informazioni circa difficoltà relative a questa infrastruttura o dubbi sulla conclusione dei lavori. Inoltre, la sospensione della circolazione sulla linea sarà sfruttata anche per la realizzazione di altri lavori, come le attività per l’attrezzaggio tecnologico RTMS e altri interventi di manutenzione e potenziamento infrastrutturale e di alcuni impianti della linea esistente».

«È imminente – ha chiarito l’assessore Caracciolo – anche la sottoscrizione dell’intesa tra il Commissario di Governo e la Regione per l’avvio delle procedure di gara relative ai lotti della SS 106 tra Sibari e Corigliano-Rossano».

«Relativamente invece alla strada Sila-Mare – ha aggiunto – nel corso dell’interrogazione del Consigliere Tavernise, è stato evidenziato un lieve rallentamento in ragione della difficoltà di approvvigionamento di determinati materiali e dell’esigenza di effettuare una serie di opere di messa in sicurezza di alcuni versanti, non ricompresi nel progetto».

«Ma, unitamente al pressoché completamento dell’opera – ha proseguito – ad eccezione degli ultimi metri, relativi alla sistemazione dell’innesto sulla SS531, è stato anche precisato che sono in corso interlocuzioni con Anas per l’apertura dell’infrastruttura nel mese di febbraio, con restrizioni della carreggiata al fine di consentire il completamento della messa in sicurezza di alcuni versanti».

«Ad ogni modo – ha concluso l’assessore –, è costante l’attenzione e l’impegno del governo regionale nel monitoraggio dei lavori sulle opere infrastrutturali della Sibaritide e di tutte le aree calabresi, gestite da altri enti, nella consapevolezza che la loro realizzazione sia di fondamentale importanza nello sviluppo della regione». (rcz)

 

L’Associazione Petrusinu: La politica catanzarese si batta per trasporti e infrastrutture

«Proporre e a monitorare, con convinzione, pervicacia e costanza, progetti reali di riqualificazione infrastrutturale dei trasporti». È l’invito che l’Associazione Culturale Petrusinu Ogni Minestra ha rivolto al sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, «al presidente della Provincia, al presidente del Consiglio regionale, ai consiglieri regionali e ai parlamentari eletti nel nostro territorio».

«Pochi giorni fa – ha detto l’Associazione – la politica regionale ha magnificato, legittimamente, il record storico raggiunto dai tre aeroporti calabresi per via dei 3,6 milioni di passeggeri superati nel corso del 2024. Un dato positivo che però impone l’obbligo, soprattutto in capo ai decisori politici, di una riflessione seria e definitiva riguardo alla rete infrastrutturale dei trasporti deputata a collegare i vari territori della nostra regione».

«Partire dalla Calabria, o arrivarci, deve significare anche facilità di spostamento dalle varie parti del territorio – viene sottolineato – soprattutto a motivo della particolare condizione di isolamento in cui tante aree della regione sono costrette. Ottimo, dunque, l’incremento del 75% dei viaggiatori che ha ottenuto lo scalo aeroportuale di Lamezia Terme grazie ai 2.700.000 passeggeri ivi transitati nel 2024; ma per rendere tale dato davvero significativo occorre azzerare una volta per sempre l’atavica carenza di collegamenti da e per l’area centrale della Calabria».

«A tal proposito, se è condivisibile il progetto di raddoppio della linea Paola-Cosenza – si legge – fra l’altro già elettrificata, non si comprende il motivo per cui un analogo progetto non sia previsto lungo l’Istmo di Catanzaro che collega – nel punto più stretto d’Italia e perciostesso il più strategico della Calabria – il versante jonico con quello tirrenico».

«Una “distrazione” imperdonabile – ha detto ancora l’Associazione – che addebitiamo a Rfi e ovviamente alla politica. Pensiamo ad esempio alle aree del Crotonese e della Locride, la cui utenza avrebbe tutto il diritto di raggiungere lo scalo aeroportuale catanzarese di Sant’Eufemia ma ciò di fatto viene compromesso dalla mancanza di collegamenti ferroviari ad hoc».

«I dati evidenziano, inoltre – conclude l’Associazione – che Lamezia è il punto di arrivo preferenziale nella nostra regione sia attraverso il traffico aereo che quello ferroviario. Come si può allora pensare di sviluppare il territorio in assenza di un’adeguata rete della mobilità nell’area centrale della Calabria, a partire dalla famigerata linea veloce Catanzaro-Lamezia?». (rcz)

ARCO JONICO, UN TERRITORIO IN CUI LE
PRIORITÀ SI AFFRONTANO AL CONTRARIO

di DOMENICO MAZZA – Oggi si parla tanto di AV, di nuove connessioni alle reti Ten-t Core, di intermodalità delle basi logistiche sullo scacchiere europeo e mediterraneo, di imprimere una forte velocizzazione al collegamento tra la Calabria (o almeno alcune parti di essa) e le principali aree di mobilità del Paese. Poco, se non per nulla, di contro, si discute della necessità di armonizzare le correlazioni fra le aree insite al contesto regionale.

Una visione più coerente delle dinamiche socio-economiche che potrebbero crearsi dalla interdipendenza strutturale tra ambiti affini e omogenei, andrebbe fatta. Almeno per rompere steccati ideologici, superati dalla storia e dai fatti, che vogliono gli abitanti di un determinato territorio conoscere a stento le contingenti problematiche dell’area in cui vivono.

Lungo l’Arco Jonico, poi, i richiamati steccati acquisiscono una valenza ancor più marcata. Non sarebbe azzardato, infatti, sostenere che, quasi a cadenza giornaliera, il brogliaccio delle inutilità acquisisce ulteriori capitoli che concorrono efficacemente alla stesura del libro dell’assurdo. Da un lato si trova il tempo per discutere di un quarto aeroporto, a fronte di una demografia regionale che non giustificherebbe neppure i tre attualmente presenti.

Dall’altro si tace riguardo al terzo restyling sulla tratta A2 Cosenza-Altilia o del raddoppio della Santomarco che porterà i tempi di percorrenza dal centro di Cosenza a Paola a circa 7 minuti, mentre nulla si dice del definanziamento delle opere complementari (sottopassi e cavalcavia) alla velocizzazione del binario jonico o dei paventati progetti di ammodernamento della Statale 106 finiti nel limbo del dimenticatoio.

Tanto nella Sibaritide quanto nel Crotonese, ormai, trionfano atteggiamenti compassati e remissivi. Gli unici momenti di passione politica, invero, si riducono a effimere attestazioni di fedeltà alle relative scuderie di appartenenza. Poco importa, poi, se quelle scuderie vengono cambiate e ricambiate alla velocità della luce. Del resto, ormai, i partiti si stanno trasformando sempre più in comitati elettorali che guardano con attenzione solo alle prossime campagne elettorali e poco si interessano della pianificazione politica o di fornire prospettive di crescita nelle aree in cui operano, ma tant’è.

Calabria: un sistema di collegamento tra aree inefficiente e inefficace

L’unica logica finora utilizzata nei processi di mobilità che hanno caratterizzato la Calabria ha risposto soltanto a deviate visioni centraliste che hanno favorito le comunicazioni tra determinati ambiti, condannandone all’isolamento altri. Tale dato, se raffrontato a quello di altre Regioni meridionali, dimostra una discrasia tra la punta dello stivale e altri Enti amministrativi. Nei casi campani e pugliesi, pur essendo maggiore (rispetto la Calabria) il distacco tra le aree componenti i relativi mosaici sistemici regionali, si riducono i tempi di tragitto tra un ambito e l’altro. In Calabria, invece, seppur in presenza di minori distanze tra contesti, si dilatano gli intervalli di percorrenza. Quanto esposto rende la nostra Regione un ecosistema di cloni ed accozzaglie in cui ogni territorio, talvolta senza neppure i minimi requisiti demografici per definirsi tale, vorrebbe ogni servizio sotto casa.

Ciò detto, a giustifica della difficoltà a spostarsi da un ambito all’altro e, soprattutto, considerata la mancata conoscenza capillare del territorio regionale nel suo insieme. Giocoforza, la sfida di propagare i rapporti di funzione geografica delle aree omogenee rivestirebbe un ruolo fondamentale per portare questa Regione ad essere competitiva sullo scacchiere nazionale, internazionale e, soprattutto, nei nuovi equilibri geo-politici mediterranei.

L’organizzazione dei servizi di mobilità per ambiti ottimali, omogenei e demograficamente rappresentativi

La concentrazione dei servizi e dei sistemi di mobilità sostenibile, quindi, andrebbe armonizzata in maniera tale che gli agglomerati demografici compresi tra i 350 ed i 450mila abitanti rappresentino i distretti di riferimento per il cittadino. Sanità, giustizia, mobilità, logistica, non possono continuare ad essere disposti in maniera spesso ripetitiva e duplicata in alcune aree e rappresentare invece chimere per altre. Tutto ciò, fra le tante, contribuisce anche a congestionare e ingessare detti servizi nelle capitali storiche del centralismo, non fornendo, neppure dove presenti, un sistema organizzato e rispondente alle esigenze della popolazione. Motivo per cui, tale impianto, risulta percepito come inefficiente, improduttivo, inutile e funzionale solo all’ingrassamento delle burocrazie malate e deviate che gozzovigliano come avvoltoi sulle spalle del Sistema Paese.

Va tenuta in debita considerazione, altresì, che la popolazione della Regione si attesta intorno a 1,8mln d’abitanti: una cifra ridicola se parametrata a quella di altre realtà, anche, contermini alla nostra. Quanto esposto non invoglia e non invoglierà mai i mercati a considerare la nostra terra come un buon investimento. Sommando, anche, la mancanza di una pianificazione industriale-aziendale e la costante emorragia demografica, la Regione appare sulla via della deriva.

La Calabria e i contesti regionali del Nord: l’inefficienza contro l’organizzazione

Le Regioni del Nord, negli anni, hanno costruito reti di interdipendenza tra le aree che le compongono. Nel caso del Veneto, l’Ente, ancor prima di porsi il problema della globalizzazione interregionale, si è mobilitato riguardo la necessità di armonizzare, senza duplicare, i servizi e le peculiarità in ambito regionale. L’area lagunare si è specializzata nei servizi turistici, mentre nel Trevigiano è stata favorita la piccola media impresa nel settore vitivinicolo.

A Padova, invece, si è sviluppato un distretto sanitario di qualità e l’ambito bellunese ha risposto con la creazione di un’offerta peculiare degli sport invernali. Ecco, quindi, una biogeocenosi che è riuscita a mettere in connessione tutte le aree regionali, in sussidiaria interdipendenza, attirando flussi anche da aree extraregionali e costruendo con le Regioni contermini politiche di sviluppo comuni.

In Calabria, invece, vige ancora un sistema semifeudale, demograficamente ridicolo, qualitativamente incomparabile ad altre Regioni e intriso di atteggiamenti anacronistici e di facciata. In questo sconquassato ambiente geo-politico, i termini utilizzati nella nomenclatura delle Aree appaiono totalmente inappropriati e ridicolmente ingigantiti. Utili, forse, a giustificare un’ostentata superiorità insita solo nelle piccole menti di chi la pensa.

È la correlazione e il bilanciamento tra aree a interesse comune che restituisce grandezza ad un sistema regionale, non il contrario.

Il ruolo della Politica e la necessità di svecchiare un sistema amministrativamente improduttivo

Il Governo dell’Ente calabrese dovrebbe interrogarsi su quali vantaggi abbia portato un apparato amministrativo interno caratterizzato da diffusi fenomeni centralisti e spicciati processi diseconomici tra aree della stessa Regione. Andrebbe posto rimedio a una condizione scriteriata che ha generato povertà nelle aree joniche, potenzialmente fra le più produttive dell’intero Mezzogiorno. Superare l’attuale paradigma degli Enti intermedi, impostato su visioni antiquate e inefficienti, riallacciando i rapporti economici con aree affini e contermini anche di altre Regioni, sarebbe il minimo sindacale da cui partire. Operazioni d’apertura e rottura degli steccati, artatamente costruiti dai dettami centralisti, aiuterebbe notevolmente la Calabria ad uscire dalla condizione di cenerentola che si è costruita negli anni.

Se si vorrà tamponare la dilagante forza centrifuga in atto dalla Regione e spiccatamente dai contesti jonici, sarà necessaria una forte presa di posizione e il coraggio di riformare un sistema inadeguato, malato, deviato e attento solo alla forma, pur nella consapevolezza di essere totalmente deficitario nella sostanza. (dm)

[Domenico Mazza è del Comitato Magna Graecia]

L’OPINIONE / Franz Caruso: «Piano strategico 2025-2029 di FS nuovo bluff per la Calabria»

di FRANZ CARUSO – Il Piano Strategico 2025-2029 del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane presentato nei giorni scorsi  a Roma rappresenta un nuovo bluff per la Calabria. Al di là degli annunci propagandistici, infatti, l’ambiguità marcata sull’Alta Velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, conferma il gravissimo ulteriore scippo che si sta operando ai danni della nostra regione  e del mezzogiorno tutto. È questo un tema di straordinaria valenza per ogni ipotesi di sviluppo dei nostri territori, su cui, ancora una volta, pesa l’assordante silenzio del Governatore Roberto Occhiuto, che sta lasciando mano libera a FS.

Nel roboante  annuncio rispetto ad  importanti investimenti al sud, è chiaro che  viene dato per definitivamente accantonato il progetto di Alta Velocità ferroviaria, approvato e finanziato dal governo Draghi col Fondo Complementare al Pnrr che prevedeva, finalmente, un tracciato accentrato a servizio dell’intera Calabria e della Basilicata stessa poiché equidistante con la fascia ionica e le importanti realtà urbane e produttive attualmente fortemente decentrate.

Inopinatamente il Gruppo F.S. conferma che l’opzione sarà quella di un potenziamento (assolutamente irrealizzabile) dell’attuale linea tirrenica con “caratteristiche di alta velocità”. Una evidente mistificazione che conferma, per come detto, la decisione assunta di tarpare le ali di ogni ipotesi di sviluppo alla Calabria che, con il Ponte sullo Stretto, diventerà solo una terra di passaggio.

In ciò, ritengo doveroso aggiungere che il raddoppio della galleria Santomarco, rinveniente dal Fondo complementare, è a prescindere auspicabile e urgente perché sostanzialmente necessario per la messa in sicurezza della galleria attuale. Rispetto a tale esigenza, però,  la scelta di falcidiare il progetto originariamente previsto e finanziato con spregio delle esigenze prospettate dai Sindaci e dalle popolazioni interessate risulta un atto insopportabile e gravissimo. Per quanto mi riguarda, pertanto, unitamente al comitato Tecnico politico a suo tempo costituito per l’AV Sa-RC, proseguiremo la nostra battaglia tesa a tutelare i bisogni del territorio e dei cittadini, mettendo in campo nuove e più  incisive iniziative”.

Non può il Gruppo FS pensare, per ragioni certamente sofisticate di proporre una Newco per la gestione dell’Alta Velocità che però ancora una volta tagli fuori la Calabria, a fronte poi  di contentini spacciati per novità  quali il revamping della stazione di Scalea, già ultimata da mesi , o   l’elettrificazione della ionica come intervento Pnrr senza dir  nulla sui ritardi accumulati nella realizzazione dell’ opera finanziata anni fa con  oltre  400 milioni dalla ultima giunta regionale  di centrosinistra. (fc)

[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]

Al via l’orario invernale di Trenitalia: Le corse in Calabria

È entrato in vigore l’orario invernale di Trenitalia.

Tra le novità, sono 16 le Frecce di Trenitalia che collegano ogni giorno la Calabria a Roma, con fermate anche nelle stazioni di Scalea, Paola, Lamezia Terme, Vibo Valentia, Rosarno, Gioia Tauro, Villa San Giovanni.

Una coppia di Frecciarossa collega ogni giorno Reggio Calabria e Venezia. Ogni giorno, sono 8 i Frecciarossa che uniscono, senza cambi, Milano e Reggio Calabria, di cui 6 proseguono su Torino.

Inoltre, nelle giornate a più alta mobilità, si aggiungono due ulteriori collegamenti Frecciarossa Milano – Reggio Calabria notturni, con fermate a Paola, Lamezia Terme Centrale, Rosarno e Villa S. Giovanni, che permettono di sfruttare al meglio il proprio tempo, viaggiare attraverso tutto lo stivale ed essere a destinazione già dal mattino seguente.

Completano l’offerta ulteriori 2 Frecciarossa e 2 Frecciargento che collegano Reggio Calabria alla Capitale e 2 Frecciarossa Bolzano-Sibari, per viaggiare dalla montagna al mare.

A completare l’offerta della lunga percorrenza in Calabria 8 Intercity fra Roma e Reggio Calabria, 2 Intercity tra Bari e Reggio Calabria e 2 Intercity tra Lecce e Reggio Calabria la coppia di Intercity periodico fra Milano e Reggio Calabria e la coppia di Intercity Notte fra Torino e Reggio Calabria. Una coppia di bus, inoltre, collega Reggio Calabria e Bari mentre due bus collegano Reggio Calabria e Lamezia, viaggiando sulla zona ionica, in connessione con la coppia di Intercity Notte Torino-Reggio Calabria. Effettuano inoltre fermate in Calabria anche gli Intercity Giorno e Notte che collegano la Sicilia a Roma e Milano.

Da Villa San Giovanni, inoltre, partono e arrivano gli aliscafi di Blu Jet, società del Gruppo FS Italiane, per raggiungere la Sicilia grazie a una facile connessione treno-nave.

Per quanto riguarda i regionali, intermodalità e capillarità sono garantiti in regione, di concerto con la Regione e ArtCal, committenti del servizio.

Confermato il modello di offerta per chi sceglie il treno per spostarsi in Calabria a bordo dei treni di nuova generazione del Regionale già in circolazione sulle linee calabresi. 22 sono i collegamenti fra Reggio Calabria e Cosenza, passanti per Paola; 14 quelli diretti via Tropea fra Lamezia Terme e Reggio Calabria; 22 quelli fra le stazioni di Villa San Giovanni e Melito Porto Salvo, per una maggiore frequenza nell’area metropolitana di Reggio Calabria.

Per la linea Ionica e tra Lamezia Terme e Catanzaro Lido viaggiano i nuovi treni ibridi monopiano.

È partito lo scorso settembre, ma è già particolarmente apprezzato, il nuovo servizio Link per raggiungere l’aeroporto di Reggio Calabria “Tito Minniti” e il Gom, il grande ospedale metropolitano. Confermati anche i Link da Palmi a Palmi Centro, e quelli fra Locri e Gerace e da Bianco alla Villa Romana Casignana.

Sempre attivi, inoltre, il Lamezia Airlink, da e per l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme e gli altri servizi Link con l’Università della Calabria, facilmente raggiungibile dalla stazione di Castiglione Cosentino, con l’Università della Magna Grecia e la Cittadella Regionale, raggiungibili in bus dalle stazioni di Catanzaro e Catanzaro Lido.

Dalla stazione di Vibo Valentia-Pizzo parte il Link in orario scolastico con l’Istituto Tecnico Trasporti e Logistica “Nautico 1874” di Pizzo, per venire incontro alle esigenze di spostamento degli studenti. Si rinnova anche il collegamento treno+treno tra la stazione di Cosenza con Cosenza Centro, Rogliano e Marzi, mentre il centro di Catanzaro è collegato con treno+Link dalla stazione di Catanzaro Lido.

Confermati, infine, i collegamenti treno+Link tra la stazione di Catanzaro Lido, l’Ospedale Pugliese-Ciaccio e il parco della Biodiversità e tra la stazione di Cosenza e le località di Camigliatello e San Giovanni in Fiore. Tutti i biglietti treno+Link sono acquistabili in un’unica soluzione sui canali di Trenitalia.

Con l’inizio del nuovo anno Regionale introdurrà un nuovo sistema completamente automatico per l’erogazione dell’indennizzo da ritardo riservato a chi sceglie di acquistare il biglietto digitale con carte di pagamento. In caso di ritardo del treno di almeno 60 minuti non sarà più necessaria una richiesta specifica del cliente.

L’accredito avverrà, entro 30 giorni dal viaggio, sullo stesso strumento di pagamento utilizzato per l’acquisto, semplificando ulteriormente l’esperienza di viaggio. Tra le novità anche la possibilità di acquistare il biglietto digitale regionale direttamente in biglietteria, per un’esperienza paperless e sostenibile. (rcz)

Ferrante (Mit): Ok lavori elettrificazione Jonica, nuova fase per il Sud

Il Sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, ha evidenziato come «con la consegna dei lavori relativi all’elettrificazione delle tratte Sibari Crotone e Crotone-Catanzaro Lido prende il via il potenziamento della rete ferroviaria calabrese, che diventerà sempre più moderna e sostenibile».

«Due interventi fondamentali per la mobilità nella regione – ha proseguito – che si inseriscono nel più ampio progetto di elettrificazione e potenziamento del collegamento Lamezia Terme – Catanzaro Lido – Dorsale Jonica per un valore complessivo di 438 milioni di euro, finanziati in parte con fondi Pnrr».

«L’ammodernamento della rete ferroviaria, oltre a migliorare il sistema dei trasporti in Calabria e favorire la crescita sociale e turistica del territorio – ha concluso – consentirà di rafforzare i collegamenti con Basilicata e Puglia e si affianca al progetto dell’alta velocità Salerno – Reggio Calabria, rappresentando l’ulteriore tassello della nuova fase di sviluppo infrastrutturale che il Sud sta vivendo grazie al nostro Governo». (rrm)