L’assessore Caracciolo: Invito l Pd a leggere con attenzione e senza pregiudizi i comunicati

L’assessore regionale ai Trasporti, Maria Stefania Caracciolo, ha evidenziato come «i consiglieri regionali del Partito democratico hanno un problema evidente con la lingua italiana ed una naturale predisposizione per la mistificazione dei fatti».

Per questo li ha invitati a «leggere con più attenzione e senza pregiudizi ideologici i comunicati degli altri», ricordando, poi, come «qualche settimana fa fa i dem calabresi hanno denunciato una fantomatica distrazione dei fondi per l’Alta velocità in Calabria verso altre opere».

«Una fake news smentita da Rfi e facilmente verificabile dal Contratto di Programma consultabile sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – ha sottolineato –. Le risorse previste dal fondo complementare sono sempre quelle stanziate dal governo Draghi che l’attuale maggioranza nazionale guidata da Giorgia Meloni non ha in alcun modo toccato».

«Bastano questi 12 miliardi di euro – ha proseguito – per completare l’Alta velocità da Salerno a Reggio Calabria? Ovviamente no, e per questo sia il presidente Occhiuto che l’onorevole Cannizzaro chiedono al governo un surplus di impegno per trovare ulteriori risorse lavorando per risolvere concretamente i problemi che la Calabria ha ereditato; la sinistra, invece, come al solito ha la memoria corta, e preferisce chiacchierare piuttosto che confrontarsi sul merito delle questioni».

Infrastrutture, l’assessore Caracciolo: Nessun ritardo su elettrificazione Sibari-Crotone

L’assessore regionale ai Trasporti, Maria Stefania Caracciolo, ha precisato che «non si registra alcun ritardo nei lavori di elettrificazione della tratta Sibari-Crotone».

«Come peraltro emerge da comunicati stampa diramati nei giorni scorsi da Rfi, relativamente ai lavori di elettrificazione nella tratta Sibari-Crotone, gli interventi, finanziati con fondi Pnrr e gestiti secondo cronoprogrammi definiti con la Regione per limitare disagi all’utenza nello scorso periodo estivo, si concluderanno in linea con i vincoli di finanziamento», ha precisato Caracciolo, a seguito di alcune interrogazioni del consigliere regionale, del M5S, Davide Tavernise.

«Pertanto, ad oggi – ha continuato – non risultano veritiere le informazioni circa difficoltà relative a questa infrastruttura o dubbi sulla conclusione dei lavori. Inoltre, la sospensione della circolazione sulla linea sarà sfruttata anche per la realizzazione di altri lavori, come le attività per l’attrezzaggio tecnologico RTMS e altri interventi di manutenzione e potenziamento infrastrutturale e di alcuni impianti della linea esistente».

«È imminente – ha chiarito l’assessore Caracciolo – anche la sottoscrizione dell’intesa tra il Commissario di Governo e la Regione per l’avvio delle procedure di gara relative ai lotti della SS 106 tra Sibari e Corigliano-Rossano».

«Relativamente invece alla strada Sila-Mare – ha aggiunto – nel corso dell’interrogazione del Consigliere Tavernise, è stato evidenziato un lieve rallentamento in ragione della difficoltà di approvvigionamento di determinati materiali e dell’esigenza di effettuare una serie di opere di messa in sicurezza di alcuni versanti, non ricompresi nel progetto».

«Ma, unitamente al pressoché completamento dell’opera – ha proseguito – ad eccezione degli ultimi metri, relativi alla sistemazione dell’innesto sulla SS531, è stato anche precisato che sono in corso interlocuzioni con Anas per l’apertura dell’infrastruttura nel mese di febbraio, con restrizioni della carreggiata al fine di consentire il completamento della messa in sicurezza di alcuni versanti».

«Ad ogni modo – ha concluso l’assessore –, è costante l’attenzione e l’impegno del governo regionale nel monitoraggio dei lavori sulle opere infrastrutturali della Sibaritide e di tutte le aree calabresi, gestite da altri enti, nella consapevolezza che la loro realizzazione sia di fondamentale importanza nello sviluppo della regione». (rcz)

 

L’Associazione Petrusinu: La politica catanzarese si batta per trasporti e infrastrutture

«Proporre e a monitorare, con convinzione, pervicacia e costanza, progetti reali di riqualificazione infrastrutturale dei trasporti». È l’invito che l’Associazione Culturale Petrusinu Ogni Minestra ha rivolto al sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, «al presidente della Provincia, al presidente del Consiglio regionale, ai consiglieri regionali e ai parlamentari eletti nel nostro territorio».

«Pochi giorni fa – ha detto l’Associazione – la politica regionale ha magnificato, legittimamente, il record storico raggiunto dai tre aeroporti calabresi per via dei 3,6 milioni di passeggeri superati nel corso del 2024. Un dato positivo che però impone l’obbligo, soprattutto in capo ai decisori politici, di una riflessione seria e definitiva riguardo alla rete infrastrutturale dei trasporti deputata a collegare i vari territori della nostra regione».

«Partire dalla Calabria, o arrivarci, deve significare anche facilità di spostamento dalle varie parti del territorio – viene sottolineato – soprattutto a motivo della particolare condizione di isolamento in cui tante aree della regione sono costrette. Ottimo, dunque, l’incremento del 75% dei viaggiatori che ha ottenuto lo scalo aeroportuale di Lamezia Terme grazie ai 2.700.000 passeggeri ivi transitati nel 2024; ma per rendere tale dato davvero significativo occorre azzerare una volta per sempre l’atavica carenza di collegamenti da e per l’area centrale della Calabria».

«A tal proposito, se è condivisibile il progetto di raddoppio della linea Paola-Cosenza – si legge – fra l’altro già elettrificata, non si comprende il motivo per cui un analogo progetto non sia previsto lungo l’Istmo di Catanzaro che collega – nel punto più stretto d’Italia e perciostesso il più strategico della Calabria – il versante jonico con quello tirrenico».

«Una “distrazione” imperdonabile – ha detto ancora l’Associazione – che addebitiamo a Rfi e ovviamente alla politica. Pensiamo ad esempio alle aree del Crotonese e della Locride, la cui utenza avrebbe tutto il diritto di raggiungere lo scalo aeroportuale catanzarese di Sant’Eufemia ma ciò di fatto viene compromesso dalla mancanza di collegamenti ferroviari ad hoc».

«I dati evidenziano, inoltre – conclude l’Associazione – che Lamezia è il punto di arrivo preferenziale nella nostra regione sia attraverso il traffico aereo che quello ferroviario. Come si può allora pensare di sviluppare il territorio in assenza di un’adeguata rete della mobilità nell’area centrale della Calabria, a partire dalla famigerata linea veloce Catanzaro-Lamezia?». (rcz)

ARCO JONICO, UN TERRITORIO IN CUI LE
PRIORITÀ SI AFFRONTANO AL CONTRARIO

di DOMENICO MAZZA – Oggi si parla tanto di AV, di nuove connessioni alle reti Ten-t Core, di intermodalità delle basi logistiche sullo scacchiere europeo e mediterraneo, di imprimere una forte velocizzazione al collegamento tra la Calabria (o almeno alcune parti di essa) e le principali aree di mobilità del Paese. Poco, se non per nulla, di contro, si discute della necessità di armonizzare le correlazioni fra le aree insite al contesto regionale.

Una visione più coerente delle dinamiche socio-economiche che potrebbero crearsi dalla interdipendenza strutturale tra ambiti affini e omogenei, andrebbe fatta. Almeno per rompere steccati ideologici, superati dalla storia e dai fatti, che vogliono gli abitanti di un determinato territorio conoscere a stento le contingenti problematiche dell’area in cui vivono.

Lungo l’Arco Jonico, poi, i richiamati steccati acquisiscono una valenza ancor più marcata. Non sarebbe azzardato, infatti, sostenere che, quasi a cadenza giornaliera, il brogliaccio delle inutilità acquisisce ulteriori capitoli che concorrono efficacemente alla stesura del libro dell’assurdo. Da un lato si trova il tempo per discutere di un quarto aeroporto, a fronte di una demografia regionale che non giustificherebbe neppure i tre attualmente presenti.

Dall’altro si tace riguardo al terzo restyling sulla tratta A2 Cosenza-Altilia o del raddoppio della Santomarco che porterà i tempi di percorrenza dal centro di Cosenza a Paola a circa 7 minuti, mentre nulla si dice del definanziamento delle opere complementari (sottopassi e cavalcavia) alla velocizzazione del binario jonico o dei paventati progetti di ammodernamento della Statale 106 finiti nel limbo del dimenticatoio.

Tanto nella Sibaritide quanto nel Crotonese, ormai, trionfano atteggiamenti compassati e remissivi. Gli unici momenti di passione politica, invero, si riducono a effimere attestazioni di fedeltà alle relative scuderie di appartenenza. Poco importa, poi, se quelle scuderie vengono cambiate e ricambiate alla velocità della luce. Del resto, ormai, i partiti si stanno trasformando sempre più in comitati elettorali che guardano con attenzione solo alle prossime campagne elettorali e poco si interessano della pianificazione politica o di fornire prospettive di crescita nelle aree in cui operano, ma tant’è.

Calabria: un sistema di collegamento tra aree inefficiente e inefficace

L’unica logica finora utilizzata nei processi di mobilità che hanno caratterizzato la Calabria ha risposto soltanto a deviate visioni centraliste che hanno favorito le comunicazioni tra determinati ambiti, condannandone all’isolamento altri. Tale dato, se raffrontato a quello di altre Regioni meridionali, dimostra una discrasia tra la punta dello stivale e altri Enti amministrativi. Nei casi campani e pugliesi, pur essendo maggiore (rispetto la Calabria) il distacco tra le aree componenti i relativi mosaici sistemici regionali, si riducono i tempi di tragitto tra un ambito e l’altro. In Calabria, invece, seppur in presenza di minori distanze tra contesti, si dilatano gli intervalli di percorrenza. Quanto esposto rende la nostra Regione un ecosistema di cloni ed accozzaglie in cui ogni territorio, talvolta senza neppure i minimi requisiti demografici per definirsi tale, vorrebbe ogni servizio sotto casa.

Ciò detto, a giustifica della difficoltà a spostarsi da un ambito all’altro e, soprattutto, considerata la mancata conoscenza capillare del territorio regionale nel suo insieme. Giocoforza, la sfida di propagare i rapporti di funzione geografica delle aree omogenee rivestirebbe un ruolo fondamentale per portare questa Regione ad essere competitiva sullo scacchiere nazionale, internazionale e, soprattutto, nei nuovi equilibri geo-politici mediterranei.

L’organizzazione dei servizi di mobilità per ambiti ottimali, omogenei e demograficamente rappresentativi

La concentrazione dei servizi e dei sistemi di mobilità sostenibile, quindi, andrebbe armonizzata in maniera tale che gli agglomerati demografici compresi tra i 350 ed i 450mila abitanti rappresentino i distretti di riferimento per il cittadino. Sanità, giustizia, mobilità, logistica, non possono continuare ad essere disposti in maniera spesso ripetitiva e duplicata in alcune aree e rappresentare invece chimere per altre. Tutto ciò, fra le tante, contribuisce anche a congestionare e ingessare detti servizi nelle capitali storiche del centralismo, non fornendo, neppure dove presenti, un sistema organizzato e rispondente alle esigenze della popolazione. Motivo per cui, tale impianto, risulta percepito come inefficiente, improduttivo, inutile e funzionale solo all’ingrassamento delle burocrazie malate e deviate che gozzovigliano come avvoltoi sulle spalle del Sistema Paese.

Va tenuta in debita considerazione, altresì, che la popolazione della Regione si attesta intorno a 1,8mln d’abitanti: una cifra ridicola se parametrata a quella di altre realtà, anche, contermini alla nostra. Quanto esposto non invoglia e non invoglierà mai i mercati a considerare la nostra terra come un buon investimento. Sommando, anche, la mancanza di una pianificazione industriale-aziendale e la costante emorragia demografica, la Regione appare sulla via della deriva.

La Calabria e i contesti regionali del Nord: l’inefficienza contro l’organizzazione

Le Regioni del Nord, negli anni, hanno costruito reti di interdipendenza tra le aree che le compongono. Nel caso del Veneto, l’Ente, ancor prima di porsi il problema della globalizzazione interregionale, si è mobilitato riguardo la necessità di armonizzare, senza duplicare, i servizi e le peculiarità in ambito regionale. L’area lagunare si è specializzata nei servizi turistici, mentre nel Trevigiano è stata favorita la piccola media impresa nel settore vitivinicolo.

A Padova, invece, si è sviluppato un distretto sanitario di qualità e l’ambito bellunese ha risposto con la creazione di un’offerta peculiare degli sport invernali. Ecco, quindi, una biogeocenosi che è riuscita a mettere in connessione tutte le aree regionali, in sussidiaria interdipendenza, attirando flussi anche da aree extraregionali e costruendo con le Regioni contermini politiche di sviluppo comuni.

In Calabria, invece, vige ancora un sistema semifeudale, demograficamente ridicolo, qualitativamente incomparabile ad altre Regioni e intriso di atteggiamenti anacronistici e di facciata. In questo sconquassato ambiente geo-politico, i termini utilizzati nella nomenclatura delle Aree appaiono totalmente inappropriati e ridicolmente ingigantiti. Utili, forse, a giustificare un’ostentata superiorità insita solo nelle piccole menti di chi la pensa.

È la correlazione e il bilanciamento tra aree a interesse comune che restituisce grandezza ad un sistema regionale, non il contrario.

Il ruolo della Politica e la necessità di svecchiare un sistema amministrativamente improduttivo

Il Governo dell’Ente calabrese dovrebbe interrogarsi su quali vantaggi abbia portato un apparato amministrativo interno caratterizzato da diffusi fenomeni centralisti e spicciati processi diseconomici tra aree della stessa Regione. Andrebbe posto rimedio a una condizione scriteriata che ha generato povertà nelle aree joniche, potenzialmente fra le più produttive dell’intero Mezzogiorno. Superare l’attuale paradigma degli Enti intermedi, impostato su visioni antiquate e inefficienti, riallacciando i rapporti economici con aree affini e contermini anche di altre Regioni, sarebbe il minimo sindacale da cui partire. Operazioni d’apertura e rottura degli steccati, artatamente costruiti dai dettami centralisti, aiuterebbe notevolmente la Calabria ad uscire dalla condizione di cenerentola che si è costruita negli anni.

Se si vorrà tamponare la dilagante forza centrifuga in atto dalla Regione e spiccatamente dai contesti jonici, sarà necessaria una forte presa di posizione e il coraggio di riformare un sistema inadeguato, malato, deviato e attento solo alla forma, pur nella consapevolezza di essere totalmente deficitario nella sostanza. (dm)

[Domenico Mazza è del Comitato Magna Graecia]

L’OPINIONE / Franz Caruso: «Piano strategico 2025-2029 di FS nuovo bluff per la Calabria»

di FRANZ CARUSO – Il Piano Strategico 2025-2029 del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane presentato nei giorni scorsi  a Roma rappresenta un nuovo bluff per la Calabria. Al di là degli annunci propagandistici, infatti, l’ambiguità marcata sull’Alta Velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria, conferma il gravissimo ulteriore scippo che si sta operando ai danni della nostra regione  e del mezzogiorno tutto. È questo un tema di straordinaria valenza per ogni ipotesi di sviluppo dei nostri territori, su cui, ancora una volta, pesa l’assordante silenzio del Governatore Roberto Occhiuto, che sta lasciando mano libera a FS.

Nel roboante  annuncio rispetto ad  importanti investimenti al sud, è chiaro che  viene dato per definitivamente accantonato il progetto di Alta Velocità ferroviaria, approvato e finanziato dal governo Draghi col Fondo Complementare al Pnrr che prevedeva, finalmente, un tracciato accentrato a servizio dell’intera Calabria e della Basilicata stessa poiché equidistante con la fascia ionica e le importanti realtà urbane e produttive attualmente fortemente decentrate.

Inopinatamente il Gruppo F.S. conferma che l’opzione sarà quella di un potenziamento (assolutamente irrealizzabile) dell’attuale linea tirrenica con “caratteristiche di alta velocità”. Una evidente mistificazione che conferma, per come detto, la decisione assunta di tarpare le ali di ogni ipotesi di sviluppo alla Calabria che, con il Ponte sullo Stretto, diventerà solo una terra di passaggio.

In ciò, ritengo doveroso aggiungere che il raddoppio della galleria Santomarco, rinveniente dal Fondo complementare, è a prescindere auspicabile e urgente perché sostanzialmente necessario per la messa in sicurezza della galleria attuale. Rispetto a tale esigenza, però,  la scelta di falcidiare il progetto originariamente previsto e finanziato con spregio delle esigenze prospettate dai Sindaci e dalle popolazioni interessate risulta un atto insopportabile e gravissimo. Per quanto mi riguarda, pertanto, unitamente al comitato Tecnico politico a suo tempo costituito per l’AV Sa-RC, proseguiremo la nostra battaglia tesa a tutelare i bisogni del territorio e dei cittadini, mettendo in campo nuove e più  incisive iniziative”.

Non può il Gruppo FS pensare, per ragioni certamente sofisticate di proporre una Newco per la gestione dell’Alta Velocità che però ancora una volta tagli fuori la Calabria, a fronte poi  di contentini spacciati per novità  quali il revamping della stazione di Scalea, già ultimata da mesi , o   l’elettrificazione della ionica come intervento Pnrr senza dir  nulla sui ritardi accumulati nella realizzazione dell’ opera finanziata anni fa con  oltre  400 milioni dalla ultima giunta regionale  di centrosinistra. (fc)

[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]

Al via l’orario invernale di Trenitalia: Le corse in Calabria

È entrato in vigore l’orario invernale di Trenitalia.

Tra le novità, sono 16 le Frecce di Trenitalia che collegano ogni giorno la Calabria a Roma, con fermate anche nelle stazioni di Scalea, Paola, Lamezia Terme, Vibo Valentia, Rosarno, Gioia Tauro, Villa San Giovanni.

Una coppia di Frecciarossa collega ogni giorno Reggio Calabria e Venezia. Ogni giorno, sono 8 i Frecciarossa che uniscono, senza cambi, Milano e Reggio Calabria, di cui 6 proseguono su Torino.

Inoltre, nelle giornate a più alta mobilità, si aggiungono due ulteriori collegamenti Frecciarossa Milano – Reggio Calabria notturni, con fermate a Paola, Lamezia Terme Centrale, Rosarno e Villa S. Giovanni, che permettono di sfruttare al meglio il proprio tempo, viaggiare attraverso tutto lo stivale ed essere a destinazione già dal mattino seguente.

Completano l’offerta ulteriori 2 Frecciarossa e 2 Frecciargento che collegano Reggio Calabria alla Capitale e 2 Frecciarossa Bolzano-Sibari, per viaggiare dalla montagna al mare.

A completare l’offerta della lunga percorrenza in Calabria 8 Intercity fra Roma e Reggio Calabria, 2 Intercity tra Bari e Reggio Calabria e 2 Intercity tra Lecce e Reggio Calabria la coppia di Intercity periodico fra Milano e Reggio Calabria e la coppia di Intercity Notte fra Torino e Reggio Calabria. Una coppia di bus, inoltre, collega Reggio Calabria e Bari mentre due bus collegano Reggio Calabria e Lamezia, viaggiando sulla zona ionica, in connessione con la coppia di Intercity Notte Torino-Reggio Calabria. Effettuano inoltre fermate in Calabria anche gli Intercity Giorno e Notte che collegano la Sicilia a Roma e Milano.

Da Villa San Giovanni, inoltre, partono e arrivano gli aliscafi di Blu Jet, società del Gruppo FS Italiane, per raggiungere la Sicilia grazie a una facile connessione treno-nave.

Per quanto riguarda i regionali, intermodalità e capillarità sono garantiti in regione, di concerto con la Regione e ArtCal, committenti del servizio.

Confermato il modello di offerta per chi sceglie il treno per spostarsi in Calabria a bordo dei treni di nuova generazione del Regionale già in circolazione sulle linee calabresi. 22 sono i collegamenti fra Reggio Calabria e Cosenza, passanti per Paola; 14 quelli diretti via Tropea fra Lamezia Terme e Reggio Calabria; 22 quelli fra le stazioni di Villa San Giovanni e Melito Porto Salvo, per una maggiore frequenza nell’area metropolitana di Reggio Calabria.

Per la linea Ionica e tra Lamezia Terme e Catanzaro Lido viaggiano i nuovi treni ibridi monopiano.

È partito lo scorso settembre, ma è già particolarmente apprezzato, il nuovo servizio Link per raggiungere l’aeroporto di Reggio Calabria “Tito Minniti” e il Gom, il grande ospedale metropolitano. Confermati anche i Link da Palmi a Palmi Centro, e quelli fra Locri e Gerace e da Bianco alla Villa Romana Casignana.

Sempre attivi, inoltre, il Lamezia Airlink, da e per l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme e gli altri servizi Link con l’Università della Calabria, facilmente raggiungibile dalla stazione di Castiglione Cosentino, con l’Università della Magna Grecia e la Cittadella Regionale, raggiungibili in bus dalle stazioni di Catanzaro e Catanzaro Lido.

Dalla stazione di Vibo Valentia-Pizzo parte il Link in orario scolastico con l’Istituto Tecnico Trasporti e Logistica “Nautico 1874” di Pizzo, per venire incontro alle esigenze di spostamento degli studenti. Si rinnova anche il collegamento treno+treno tra la stazione di Cosenza con Cosenza Centro, Rogliano e Marzi, mentre il centro di Catanzaro è collegato con treno+Link dalla stazione di Catanzaro Lido.

Confermati, infine, i collegamenti treno+Link tra la stazione di Catanzaro Lido, l’Ospedale Pugliese-Ciaccio e il parco della Biodiversità e tra la stazione di Cosenza e le località di Camigliatello e San Giovanni in Fiore. Tutti i biglietti treno+Link sono acquistabili in un’unica soluzione sui canali di Trenitalia.

Con l’inizio del nuovo anno Regionale introdurrà un nuovo sistema completamente automatico per l’erogazione dell’indennizzo da ritardo riservato a chi sceglie di acquistare il biglietto digitale con carte di pagamento. In caso di ritardo del treno di almeno 60 minuti non sarà più necessaria una richiesta specifica del cliente.

L’accredito avverrà, entro 30 giorni dal viaggio, sullo stesso strumento di pagamento utilizzato per l’acquisto, semplificando ulteriormente l’esperienza di viaggio. Tra le novità anche la possibilità di acquistare il biglietto digitale regionale direttamente in biglietteria, per un’esperienza paperless e sostenibile. (rcz)

Ferrante (Mit): Ok lavori elettrificazione Jonica, nuova fase per il Sud

Il Sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, ha evidenziato come «con la consegna dei lavori relativi all’elettrificazione delle tratte Sibari Crotone e Crotone-Catanzaro Lido prende il via il potenziamento della rete ferroviaria calabrese, che diventerà sempre più moderna e sostenibile».

«Due interventi fondamentali per la mobilità nella regione – ha proseguito – che si inseriscono nel più ampio progetto di elettrificazione e potenziamento del collegamento Lamezia Terme – Catanzaro Lido – Dorsale Jonica per un valore complessivo di 438 milioni di euro, finanziati in parte con fondi Pnrr».

«L’ammodernamento della rete ferroviaria, oltre a migliorare il sistema dei trasporti in Calabria e favorire la crescita sociale e turistica del territorio – ha concluso – consentirà di rafforzare i collegamenti con Basilicata e Puglia e si affianca al progetto dell’alta velocità Salerno – Reggio Calabria, rappresentando l’ulteriore tassello della nuova fase di sviluppo infrastrutturale che il Sud sta vivendo grazie al nostro Governo». (rrm)

Mancuso (Lega): Più controlli per le festività in Calabria

«In previsione delle festività, sono stati potenziati i controlli sulla linea Reggio Calabria C.le – Lamezia Terme C.le (via Tropea e Via Mileto)». È quanto ha reso noto Filippo Mancuso, coordinatore della Lega in Calabria, spiegando come sono «in arrivo  fino a 35 addetti alla sicurezza che si aggiungeranno a quelli già operativi a bordo dei treni e nelle stazioni per prevenire furti, atti vandalici, violenze, aggressioni al personale e garantire maggiori tutele per chi viaggia».

«Si tratta di donne e uomini di FS Security, la società di vigilanza fortemente voluta dal vicepremier e ministro Matteo Salvini – ha proseguito –. Questa misura fa parte di un intervento che complessivamente prevede oltre 250 unità in aggiunta sui convogli di tutta Italia, da Nord a Sud».

«Grazie all’impegno e all’attenzione del ministro Salvini– ha concluso – più tutele per i cittadini calabresi e per chi viene da noi in vacanza, maggiori garanzie per chi lavora. Bene così». (rcz)

 

Il sindaco Falcomatà accoglie l’assessore della Regione Lombardia Franco Lucente

È stata sottolineata «l’importanza dell’industria reggina in un comparto che si conferma essere particolarmente importante nelle sue articolazioni e complessità», nel corso dell’incontro avvenuto, a Palazzo San Giorgio, tra il sindaco di Reggio, Giuseppe falcomatà, e l’assessore ai Trasporti, alla Mobilità sostenibile e alla Banda ultra-larga della Regione Lombardia, Franco Lucente.

L’incontro è arrivato al termine della visita del delegato della giunta del presidente Attilio Fontana agli stabilimenti Hitachi Rail di Torre Lupo, dove si stanno assemblando 131 treni per il sistema trasportistico lombardo.

Nel corso del colloquio, infatti, è stato sottolineato «il gran lavoro portato avanti dal management, dai lavoratori e dalle lavoratrici di Hitachi Rail che, dallo stabilimento cittadino, costituiscono un’autentica eccellenza nazionale».

Il sindaco Falcomatà, in particolare, ha posto l’accento sulle criticità del sistema trasportistico e viario calabrese che «sconta pesanti gap rispetto alle infrastrutture lombarde e, più in generale, del nord del Paese».

La circostanza è servita anche a riaccendere i riflettori sulla recente inaugurazione del III lotto della Strada a scorrimento veloce Gallico-Gambarie, un unicum che consente di ridurre, fortemente, i tempi di percorrenza fra il versante costiero e quello aspromontano. L’opera ha suscitato la curiosità dell’assessore Lucente che si è detto «compiaciuto per la realizzazione di un’infrastruttura che può, concretamente, cambiare in meglio le sorti di un territorio».

L’occasione è servita a rafforzare sentimenti di reciproca stima e collaborazione fra il Comune di Reggio Calabria e la Regione Lombardia nella consapevolezza che «sui temi legati ai servizi, ai trasporti, alla mobilità ed alla qualità della vita delle comunità serva spirito istituzionale ed unità, oltre ogni schieramento ideologico o partitico». (rrc)

MEZZOGIORNO, SI CAMBIA SE SI REALIZZA
OMOGENEA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE

di ERCOLE INCALZALeggendo il Disegno di Legge di Stabilità 2025 nasce spontaneo un interrogativo: e il Mezzogiorno? Cioè quali siano o quali possano essere le risorse che il Governo intenda assegnare, sotto varie forme (in conto esercizio e in conto capitale) alla infrastrutturazione del Sud?

Io, in modo forse ripetitivo, ricordo sempre che la legge 27 febbraio 2017, n. 18, dispone che la quota delle risorse ordinarie delle spese in conto capitale a favore delle otto regioni del Mezzogiorno non sia inferiore al 34% del totale nazionale.

Quest’ultimo valore non è casuale, in quanto è analogo al peso che la popolazione del Meridione ha sull’intero aggregato nazionale. Inoltre nella legge Finanziaria del 2005, era stato precisato che le Amministrazioni centrali si dovevano conformare all’obiettivo di destinare al Mezzogiorno almeno il 30% della spesa ordinaria in conto capitale.

Ma dal 2018 al 2022, se andiamo a leggere le dichiarazioni di Ministri del Mezzogiorno come Barbara Lezzi o Giuseppe Provenzano o Mara Carfagna e di Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti come Danilo Toninelli o Paola De Micheli o Enrico Giovannini, scopriamo che era davvero scandaloso assegnare solo il 34%; una percentuale ridicola che non avrebbe mai incrinato il gap tra Sud e resto del Paese; almeno bisognava assegnare il 50% e il Ministro Giovannini dichiarò, addirittura, la soglia del 60%.

Appare evidente che allo stato attuale le risorse assegnate per interventi infrastrutturali rilevanti, sì per le cosiddette “opere strategiche”, nel Mezzogiorno dal 2015 ad oggi non superano, come preciserò dopo, il 6,5% del valore globale degli interventi infrastrutturali del Paese.

Ritengo opportuno precisare che in tale analisi non ho ritenuto opportuno inserire le risorse destinate al Ponte sullo Stretto di Messina perché non ho, in tale indagine, inserito gli interventi relativi al nuovo valico Torino – Lione, al Terzo Valico dei Giovi ed al Brennero; infatti ho sempre ritenuto questi quattro interventi come scelte mirate a realizzare i quattro anelli mancanti in grado di integrare il nostro impianto trasportistico con l’intero impianto comunitario.

Per questo motivo le opere infrastrutturali ubicate nel Mezzogiorno per le quali ci sono apposite risorse e sono in corso iniziative progettuali e realizzative sono: Un primo lotto dell’asse ferroviario ad alta velocità – alta capacità Salerno – Reggio Calabria per un importo di circa 2,2 miliardi di euro; il collegamento ad alta velocità – alta capacità Napoli – Bari per un importo di circa 5,8 miliardi di euro; alcuni lotti funzionali degli assi ad alta velocità – alta capacità Palermo – Messina e Messina – Catania per un valore globale di circa 3,8 miliardi di euro; alcuni lotti (uno in costruzione altri in fase di appalto) della Strada Statale 106 Jonica che collega Taranto con Reggio Calabria per un valore globale di 4,3 miliardi di euro; alcuni lotti dell’asse viario Palermo – Agrigento – Caltanissetta per un valore globale di circa 700 milioni di euro; asse ferroviario ad alta velocità Taranto – Potenza – Battipaglia per un valore di circa 500 milioni di euro; reti metropolitane e ferroviarie urbane di Napoli, Palermo e Catania per un valore globale di circa 900 milioni di euro.

Il valore globale di queste assegnazioni si attesta su un valore di 18,2 miliardi di euro e tutte sono opere previste nel Programma delle Infrastrutture Strategiche della Legge Obiettivo, opere che fino al 2022, escluso l’asse ad alta velocità Napoli – Bari, erano praticamente rimaste bloccate per scelta dei Governi Renzi, Gentiloni, Conte 1 e 2 e Draghi.

Il valore del Programma della Legge Obiettivo era pari a circa 277 miliardi di euro (valore questo che non tiene conto, come detto prima, del valore dei valichi e del Ponte sullo Stretto) per cui i 18,3 miliardi di euro rappresentano appena il 6,5%.

Ma questa mia denuncia è davvero ridicola perché basata sulla logica delle risorse assegnate al Sud, una logica che, purtroppo, dopo molto tempo, ho capito che è solo un atto mediatico utile per testimoniare la esistenza di una volontà che si è trasformata in atti concreti solo con la Legge Obiettivo, dopo, invece, è rimasta solo una dichiarazione di buone intenzioni.

Pochi mesi fa ho fatto presente, in alcune mie note, che forse l’attuazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep) possono essere invece una prima misurabile occasione per uscire da questo equivoco e, soprattutto, un simile approccio ci farebbe scoprire che sarebbe necessario disporre per azioni infrastrutturali e servizi al Sud pari ad un valore di circa 14 miliardi di euro all’anno per un arco temporale di almeno dieci anni.

In realtà, quindi, la misura di un vero cambiamento dell’azione del Governo nei confronti del Mezzogiorno non dovremmo più misurarla solo con queste percentuali inutili sul valore globale degli investimenti ma dovremmo convincerci, una volta per tutte, che l’unico modo per tentare di abbattere il gap del Sud nei confronti del Centro Nord, l’unico modo per evitare che il reddito pro capite medio si attesti sempre su un valore di 21 mila euro contro i 40 mila del Nord, l’unico modo per riconoscere al Mezzogiorno il suo ruolo chiave nel contesto nazionale e comunitario, l’unico modo per non rimanere, all’interno della Unione Europea, insieme alla Germania dell’Est la realtà economica incapace di crescere, l’unico modo è solo legato ad una azione organica nella omogenizzazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni.

Una azione che deve essere caratterizzata da iniziative non solo infrastrutturali ma anche in interventi capillari sulla miriade di servizi offerti: da quelli sul trasporto pubblico locale a quelli relativi alla offerta dei servizi sanitari e scolastici, ecc.

Ed allora, non avendo trovato risorse in conto capitale nel Disegno di Legge di Stabilità 2025 ho cercato quante risorse fossero state previste per l’attuazione dei Lep e non ho trovato alcuna risorsa e questa dimenticanza mi ha davvero preoccupato.

Addirittura ho pensato che il Governo speri, il prossimo 12 novembre, in una bocciatura, da parte della Consulta, della Legge n.86 del 26 giugno 2024 relativa all’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma della Costituzione, (cosa poi accaduta).

Sì è l’unico modo per evitare che una norma aggravi ulteriormente le sorti del Sud soprattutto perché, non disponendo il Governo di risorse, provocherebbe solo un rischioso conflitto non solo tra le Regioni del Sud e quelle del resto del Paese ma, addirittura, tra le stesse Regioni del Mezzogiorno. Mi spiace ma questo è uno dei primi passi falsi dell’attuale Governo. (ei)