Al via l’orario invernale di Trenitalia: Le corse in Calabria

È entrato in vigore l’orario invernale di Trenitalia.

Tra le novità, sono 16 le Frecce di Trenitalia che collegano ogni giorno la Calabria a Roma, con fermate anche nelle stazioni di Scalea, Paola, Lamezia Terme, Vibo Valentia, Rosarno, Gioia Tauro, Villa San Giovanni.

Una coppia di Frecciarossa collega ogni giorno Reggio Calabria e Venezia. Ogni giorno, sono 8 i Frecciarossa che uniscono, senza cambi, Milano e Reggio Calabria, di cui 6 proseguono su Torino.

Inoltre, nelle giornate a più alta mobilità, si aggiungono due ulteriori collegamenti Frecciarossa Milano – Reggio Calabria notturni, con fermate a Paola, Lamezia Terme Centrale, Rosarno e Villa S. Giovanni, che permettono di sfruttare al meglio il proprio tempo, viaggiare attraverso tutto lo stivale ed essere a destinazione già dal mattino seguente.

Completano l’offerta ulteriori 2 Frecciarossa e 2 Frecciargento che collegano Reggio Calabria alla Capitale e 2 Frecciarossa Bolzano-Sibari, per viaggiare dalla montagna al mare.

A completare l’offerta della lunga percorrenza in Calabria 8 Intercity fra Roma e Reggio Calabria, 2 Intercity tra Bari e Reggio Calabria e 2 Intercity tra Lecce e Reggio Calabria la coppia di Intercity periodico fra Milano e Reggio Calabria e la coppia di Intercity Notte fra Torino e Reggio Calabria. Una coppia di bus, inoltre, collega Reggio Calabria e Bari mentre due bus collegano Reggio Calabria e Lamezia, viaggiando sulla zona ionica, in connessione con la coppia di Intercity Notte Torino-Reggio Calabria. Effettuano inoltre fermate in Calabria anche gli Intercity Giorno e Notte che collegano la Sicilia a Roma e Milano.

Da Villa San Giovanni, inoltre, partono e arrivano gli aliscafi di Blu Jet, società del Gruppo FS Italiane, per raggiungere la Sicilia grazie a una facile connessione treno-nave.

Per quanto riguarda i regionali, intermodalità e capillarità sono garantiti in regione, di concerto con la Regione e ArtCal, committenti del servizio.

Confermato il modello di offerta per chi sceglie il treno per spostarsi in Calabria a bordo dei treni di nuova generazione del Regionale già in circolazione sulle linee calabresi. 22 sono i collegamenti fra Reggio Calabria e Cosenza, passanti per Paola; 14 quelli diretti via Tropea fra Lamezia Terme e Reggio Calabria; 22 quelli fra le stazioni di Villa San Giovanni e Melito Porto Salvo, per una maggiore frequenza nell’area metropolitana di Reggio Calabria.

Per la linea Ionica e tra Lamezia Terme e Catanzaro Lido viaggiano i nuovi treni ibridi monopiano.

È partito lo scorso settembre, ma è già particolarmente apprezzato, il nuovo servizio Link per raggiungere l’aeroporto di Reggio Calabria “Tito Minniti” e il Gom, il grande ospedale metropolitano. Confermati anche i Link da Palmi a Palmi Centro, e quelli fra Locri e Gerace e da Bianco alla Villa Romana Casignana.

Sempre attivi, inoltre, il Lamezia Airlink, da e per l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme e gli altri servizi Link con l’Università della Calabria, facilmente raggiungibile dalla stazione di Castiglione Cosentino, con l’Università della Magna Grecia e la Cittadella Regionale, raggiungibili in bus dalle stazioni di Catanzaro e Catanzaro Lido.

Dalla stazione di Vibo Valentia-Pizzo parte il Link in orario scolastico con l’Istituto Tecnico Trasporti e Logistica “Nautico 1874” di Pizzo, per venire incontro alle esigenze di spostamento degli studenti. Si rinnova anche il collegamento treno+treno tra la stazione di Cosenza con Cosenza Centro, Rogliano e Marzi, mentre il centro di Catanzaro è collegato con treno+Link dalla stazione di Catanzaro Lido.

Confermati, infine, i collegamenti treno+Link tra la stazione di Catanzaro Lido, l’Ospedale Pugliese-Ciaccio e il parco della Biodiversità e tra la stazione di Cosenza e le località di Camigliatello e San Giovanni in Fiore. Tutti i biglietti treno+Link sono acquistabili in un’unica soluzione sui canali di Trenitalia.

Con l’inizio del nuovo anno Regionale introdurrà un nuovo sistema completamente automatico per l’erogazione dell’indennizzo da ritardo riservato a chi sceglie di acquistare il biglietto digitale con carte di pagamento. In caso di ritardo del treno di almeno 60 minuti non sarà più necessaria una richiesta specifica del cliente.

L’accredito avverrà, entro 30 giorni dal viaggio, sullo stesso strumento di pagamento utilizzato per l’acquisto, semplificando ulteriormente l’esperienza di viaggio. Tra le novità anche la possibilità di acquistare il biglietto digitale regionale direttamente in biglietteria, per un’esperienza paperless e sostenibile. (rcz)

Ferrante (Mit): Ok lavori elettrificazione Jonica, nuova fase per il Sud

Il Sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, ha evidenziato come «con la consegna dei lavori relativi all’elettrificazione delle tratte Sibari Crotone e Crotone-Catanzaro Lido prende il via il potenziamento della rete ferroviaria calabrese, che diventerà sempre più moderna e sostenibile».

«Due interventi fondamentali per la mobilità nella regione – ha proseguito – che si inseriscono nel più ampio progetto di elettrificazione e potenziamento del collegamento Lamezia Terme – Catanzaro Lido – Dorsale Jonica per un valore complessivo di 438 milioni di euro, finanziati in parte con fondi Pnrr».

«L’ammodernamento della rete ferroviaria, oltre a migliorare il sistema dei trasporti in Calabria e favorire la crescita sociale e turistica del territorio – ha concluso – consentirà di rafforzare i collegamenti con Basilicata e Puglia e si affianca al progetto dell’alta velocità Salerno – Reggio Calabria, rappresentando l’ulteriore tassello della nuova fase di sviluppo infrastrutturale che il Sud sta vivendo grazie al nostro Governo». (rrm)

Mancuso (Lega): Più controlli per le festività in Calabria

«In previsione delle festività, sono stati potenziati i controlli sulla linea Reggio Calabria C.le – Lamezia Terme C.le (via Tropea e Via Mileto)». È quanto ha reso noto Filippo Mancuso, coordinatore della Lega in Calabria, spiegando come sono «in arrivo  fino a 35 addetti alla sicurezza che si aggiungeranno a quelli già operativi a bordo dei treni e nelle stazioni per prevenire furti, atti vandalici, violenze, aggressioni al personale e garantire maggiori tutele per chi viaggia».

«Si tratta di donne e uomini di FS Security, la società di vigilanza fortemente voluta dal vicepremier e ministro Matteo Salvini – ha proseguito –. Questa misura fa parte di un intervento che complessivamente prevede oltre 250 unità in aggiunta sui convogli di tutta Italia, da Nord a Sud».

«Grazie all’impegno e all’attenzione del ministro Salvini– ha concluso – più tutele per i cittadini calabresi e per chi viene da noi in vacanza, maggiori garanzie per chi lavora. Bene così». (rcz)

 

Il sindaco Falcomatà accoglie l’assessore della Regione Lombardia Franco Lucente

È stata sottolineata «l’importanza dell’industria reggina in un comparto che si conferma essere particolarmente importante nelle sue articolazioni e complessità», nel corso dell’incontro avvenuto, a Palazzo San Giorgio, tra il sindaco di Reggio, Giuseppe falcomatà, e l’assessore ai Trasporti, alla Mobilità sostenibile e alla Banda ultra-larga della Regione Lombardia, Franco Lucente.

L’incontro è arrivato al termine della visita del delegato della giunta del presidente Attilio Fontana agli stabilimenti Hitachi Rail di Torre Lupo, dove si stanno assemblando 131 treni per il sistema trasportistico lombardo.

Nel corso del colloquio, infatti, è stato sottolineato «il gran lavoro portato avanti dal management, dai lavoratori e dalle lavoratrici di Hitachi Rail che, dallo stabilimento cittadino, costituiscono un’autentica eccellenza nazionale».

Il sindaco Falcomatà, in particolare, ha posto l’accento sulle criticità del sistema trasportistico e viario calabrese che «sconta pesanti gap rispetto alle infrastrutture lombarde e, più in generale, del nord del Paese».

La circostanza è servita anche a riaccendere i riflettori sulla recente inaugurazione del III lotto della Strada a scorrimento veloce Gallico-Gambarie, un unicum che consente di ridurre, fortemente, i tempi di percorrenza fra il versante costiero e quello aspromontano. L’opera ha suscitato la curiosità dell’assessore Lucente che si è detto «compiaciuto per la realizzazione di un’infrastruttura che può, concretamente, cambiare in meglio le sorti di un territorio».

L’occasione è servita a rafforzare sentimenti di reciproca stima e collaborazione fra il Comune di Reggio Calabria e la Regione Lombardia nella consapevolezza che «sui temi legati ai servizi, ai trasporti, alla mobilità ed alla qualità della vita delle comunità serva spirito istituzionale ed unità, oltre ogni schieramento ideologico o partitico». (rrc)

MEZZOGIORNO, SI CAMBIA SE SI REALIZZA
OMOGENEA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE

di ERCOLE INCALZALeggendo il Disegno di Legge di Stabilità 2025 nasce spontaneo un interrogativo: e il Mezzogiorno? Cioè quali siano o quali possano essere le risorse che il Governo intenda assegnare, sotto varie forme (in conto esercizio e in conto capitale) alla infrastrutturazione del Sud?

Io, in modo forse ripetitivo, ricordo sempre che la legge 27 febbraio 2017, n. 18, dispone che la quota delle risorse ordinarie delle spese in conto capitale a favore delle otto regioni del Mezzogiorno non sia inferiore al 34% del totale nazionale.

Quest’ultimo valore non è casuale, in quanto è analogo al peso che la popolazione del Meridione ha sull’intero aggregato nazionale. Inoltre nella legge Finanziaria del 2005, era stato precisato che le Amministrazioni centrali si dovevano conformare all’obiettivo di destinare al Mezzogiorno almeno il 30% della spesa ordinaria in conto capitale.

Ma dal 2018 al 2022, se andiamo a leggere le dichiarazioni di Ministri del Mezzogiorno come Barbara Lezzi o Giuseppe Provenzano o Mara Carfagna e di Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti come Danilo Toninelli o Paola De Micheli o Enrico Giovannini, scopriamo che era davvero scandaloso assegnare solo il 34%; una percentuale ridicola che non avrebbe mai incrinato il gap tra Sud e resto del Paese; almeno bisognava assegnare il 50% e il Ministro Giovannini dichiarò, addirittura, la soglia del 60%.

Appare evidente che allo stato attuale le risorse assegnate per interventi infrastrutturali rilevanti, sì per le cosiddette “opere strategiche”, nel Mezzogiorno dal 2015 ad oggi non superano, come preciserò dopo, il 6,5% del valore globale degli interventi infrastrutturali del Paese.

Ritengo opportuno precisare che in tale analisi non ho ritenuto opportuno inserire le risorse destinate al Ponte sullo Stretto di Messina perché non ho, in tale indagine, inserito gli interventi relativi al nuovo valico Torino – Lione, al Terzo Valico dei Giovi ed al Brennero; infatti ho sempre ritenuto questi quattro interventi come scelte mirate a realizzare i quattro anelli mancanti in grado di integrare il nostro impianto trasportistico con l’intero impianto comunitario.

Per questo motivo le opere infrastrutturali ubicate nel Mezzogiorno per le quali ci sono apposite risorse e sono in corso iniziative progettuali e realizzative sono: Un primo lotto dell’asse ferroviario ad alta velocità – alta capacità Salerno – Reggio Calabria per un importo di circa 2,2 miliardi di euro; il collegamento ad alta velocità – alta capacità Napoli – Bari per un importo di circa 5,8 miliardi di euro; alcuni lotti funzionali degli assi ad alta velocità – alta capacità Palermo – Messina e Messina – Catania per un valore globale di circa 3,8 miliardi di euro; alcuni lotti (uno in costruzione altri in fase di appalto) della Strada Statale 106 Jonica che collega Taranto con Reggio Calabria per un valore globale di 4,3 miliardi di euro; alcuni lotti dell’asse viario Palermo – Agrigento – Caltanissetta per un valore globale di circa 700 milioni di euro; asse ferroviario ad alta velocità Taranto – Potenza – Battipaglia per un valore di circa 500 milioni di euro; reti metropolitane e ferroviarie urbane di Napoli, Palermo e Catania per un valore globale di circa 900 milioni di euro.

Il valore globale di queste assegnazioni si attesta su un valore di 18,2 miliardi di euro e tutte sono opere previste nel Programma delle Infrastrutture Strategiche della Legge Obiettivo, opere che fino al 2022, escluso l’asse ad alta velocità Napoli – Bari, erano praticamente rimaste bloccate per scelta dei Governi Renzi, Gentiloni, Conte 1 e 2 e Draghi.

Il valore del Programma della Legge Obiettivo era pari a circa 277 miliardi di euro (valore questo che non tiene conto, come detto prima, del valore dei valichi e del Ponte sullo Stretto) per cui i 18,3 miliardi di euro rappresentano appena il 6,5%.

Ma questa mia denuncia è davvero ridicola perché basata sulla logica delle risorse assegnate al Sud, una logica che, purtroppo, dopo molto tempo, ho capito che è solo un atto mediatico utile per testimoniare la esistenza di una volontà che si è trasformata in atti concreti solo con la Legge Obiettivo, dopo, invece, è rimasta solo una dichiarazione di buone intenzioni.

Pochi mesi fa ho fatto presente, in alcune mie note, che forse l’attuazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep) possono essere invece una prima misurabile occasione per uscire da questo equivoco e, soprattutto, un simile approccio ci farebbe scoprire che sarebbe necessario disporre per azioni infrastrutturali e servizi al Sud pari ad un valore di circa 14 miliardi di euro all’anno per un arco temporale di almeno dieci anni.

In realtà, quindi, la misura di un vero cambiamento dell’azione del Governo nei confronti del Mezzogiorno non dovremmo più misurarla solo con queste percentuali inutili sul valore globale degli investimenti ma dovremmo convincerci, una volta per tutte, che l’unico modo per tentare di abbattere il gap del Sud nei confronti del Centro Nord, l’unico modo per evitare che il reddito pro capite medio si attesti sempre su un valore di 21 mila euro contro i 40 mila del Nord, l’unico modo per riconoscere al Mezzogiorno il suo ruolo chiave nel contesto nazionale e comunitario, l’unico modo per non rimanere, all’interno della Unione Europea, insieme alla Germania dell’Est la realtà economica incapace di crescere, l’unico modo è solo legato ad una azione organica nella omogenizzazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni.

Una azione che deve essere caratterizzata da iniziative non solo infrastrutturali ma anche in interventi capillari sulla miriade di servizi offerti: da quelli sul trasporto pubblico locale a quelli relativi alla offerta dei servizi sanitari e scolastici, ecc.

Ed allora, non avendo trovato risorse in conto capitale nel Disegno di Legge di Stabilità 2025 ho cercato quante risorse fossero state previste per l’attuazione dei Lep e non ho trovato alcuna risorsa e questa dimenticanza mi ha davvero preoccupato.

Addirittura ho pensato che il Governo speri, il prossimo 12 novembre, in una bocciatura, da parte della Consulta, della Legge n.86 del 26 giugno 2024 relativa all’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma della Costituzione, (cosa poi accaduta).

Sì è l’unico modo per evitare che una norma aggravi ulteriormente le sorti del Sud soprattutto perché, non disponendo il Governo di risorse, provocherebbe solo un rischioso conflitto non solo tra le Regioni del Sud e quelle del resto del Paese ma, addirittura, tra le stesse Regioni del Mezzogiorno. Mi spiace ma questo è uno dei primi passi falsi dell’attuale Governo. (ei)

Misiani (PD): Continuare mobilitazione per contrastare azione del Governo antimeridionalista

È necessario continuare la mobilitazione su sanità e trasporti per «contrastare l’azione del governo più antimeridionalista della storia del Paese che sta diminuendo le risorse per il Mezzogiorno, a partire da quelle sull’alta velocità, e vuole dare il colpo definitivo alle speranze delle Regioni meridionali con l’autonomia differenziata». È quanto ha detto Antonio Misiani, responsabile nazionale Infrastrutture del PD, nel corso del convegno organizzato a Rende dal partito sul tema  “Diritto alla mobilità e trasporto locale…Questi eterni sconosciuti…”.

Il convegno, infatti, ha registrato una grande partecipazione di sindaci, amministratori, sindacalisti, tecnici e rappresentanti delle categorie interessate.

Una grande partecipazione che ha consentito un approfondito dibattito, dimostrando quanto sia sentito in Calabria il problema del trasporto con il quale i cittadini si misurano ogni giorno, con difficoltà crescenti per chi abita nelle aree interne e un inaccettabile isolamento che rende inesistente il diritto alla mobilità. Il tutto nella completa inerzia del governo Occhiuto e con il governo Meloni che ha “disperso” le risorse per l’Alta velocità e dirottato altrove i fondi del Pnrr.

«Su trasporti e sanità – ha spiegato il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Mimmo Bevacqua, che ha moderato i lavori – si concentrerà la nostra iniziativa politica nei prossimi mesi».

«Vogliamo difendere i diritti fondamentali dei calabresi – ha concluso – che il centrodestra continua a calpestare anche per non disturbare il governo nazionale impegnato a favorire il Nord del Paese e le classi più abbienti».

La convention è stata introdotta dai saluti del segretario provinciale del partito Vittorio Pecoraro ed è stata arricchita dagli interventi di Franca Sposato, responsabile Trasporti del Pd Calabria, Giovanni Muraca, componente Commissione Trasporti del Consiglio regionale, del vicepresidente del Consiglio Franco Iacucci e di Marco Simiani, deputato e capogruppo Pd in Commissione Trasporti alla Camera. 

Spazio anche ai tecnici, con le relazioni degli ex assessori regionali e docenti universitari Francesco Russo, Roberto Musmanno, oltre che del presidente di Anav, Dino Romano e del presidente Aniaf ed ex sottosegretario Salvatore Margiotta

Il Partito Democratico, dunque, in sinergia con il partito regionale, proseguirà nel lavoro sul Trasporto pubblico locale per offrire un piano in grado di garantire alla Calabria un sistema di trasporto nuovo, semplice, efficace ed integrato finalmente in grado di tutelare il diritto fondamentale alla mobilità.

Tavernise (M5S): Ripristino collegamento Freccia da e per Crotone vittoria di civiltà

Per il consigliere regionale del M5S Davide Tavernise, il ripristino del collegamento diretto tra il Frecciarossa Sibari-Bolzano fino a Crotone e viceversa è «una vittoria di civiltà».

«Da oltre un mese – ha spiegato – chi arrivava in stazione a Sibari con la Freccia doveva aspettare oltre 6 ore di notte in una stazione deserta la tanto attesa coincidenza, se così la possiamo chiamare, oppure provvedere privatamente a raggiungere la propria destinazione.
Da ieri invece due nuove corse sostitutive risolveranno il problema: la corsa RC111 da Sibari alle 23,00 destinazione Crotone per le 01,30, circola sempre, fermate intermedie Corigliano, Rossano, Mirto Crosia, Cariati, Cirò; e la corsa RC 116 da Crotone alle 3,30 destinazione Sibari per le 6,00, circola sempre, fermate intermedie Corigliano, Rossano, Mirto Crosia, Cariati, Cirò».
«Siamo riusciti nell’intento – ha proseguito – di risolvere un problema di non poco conto per i pendolari e i tanti viaggiatori del litorale ionico, anche grazie all’accoglimento della nostra istanza da parte dell’Assessore ai Trasporti della Regione Calabria, Gianluca Gallo, che ha provveduto a sbloccare una situazione che fin dall’inizio abbiamo creduto giusto considerare come un mero errore di valutazione. Che per fortuna ora è stato risolto, ripristinando un servizio fondamentale per questi territori».
«Il problema ha avuto luogo – ha detto – per via dei lavori sulla tratta ferroviaria Sibari-Crotone, partiti il 16 settembre che si concluderanno indicativamente il 19 gennaio 2025. È mia intenzione capire a fondo a cosa servono questi lavori, che dalle note ufficiali risultano propedeutici all’elettrificazione, con interventi di upgrade tecnologico e di potenziamento infrastrutturale, e mi riservo nei prossimi giorni di inoltrare apposita interrogazione alla Giunta regionale». (rrc)

Il consigliere Montuoro: Si lavora per fermata intermedia a Marcellinara della Catanzaro-Lamezia

Una fermata intermedia a Marcellinara lungo la linea ferrata Catanzaro-Lamezia. Si è parlato di questo nell’incontro richiesto dal consigliere regionale Antonio Montuoro con l’assessore ai trasporti della Regione Calabria, Gianluca Gallo, e Francesco Berardi, direttore regionale di Trenitalia Calabria.

Questa proposta si inserisce nel contesto dei lavori di ammodernamento ed elettrificazione della linea ferroviaria che collega Catanzaro a Lamezia Terme, con l’obiettivo di migliorare la mobilità tra i due capolinea e facilitare gli spostamenti tra i comuni dell’hinterland, offrendo nuovi servizi e riducendo i tempi di percorrenza.

«La fermata – ha evidenziato Montuoro – rappresenterebbe un importante valore aggiunto per l’intera area dell’istmo con benefici significativi dal punto di vista economico e sociale. Già in passato mi ero occupato di queste problematiche, avviando interlocuzioni sul potenziamento delle fermate nel comune di Marcellinara».

«Durante l’incontro con l’assessore Gallo – ha proseguito – ho anche sollevato la necessità di incrementare le corse che riguardano il trasporto pubblico locale effettuato dagli  autobus di linea da e per  Catanzaro, attualmente limitate a una al mattino e una al pomeriggio. A tal proposito, ho già avviato contatti con l’ing. Ferraro, Direttore di Ferrovie della Calabria e con l’Ing. Pavone, Dirigente del settore trasporti della Regione, i quali, nell’ottica di una rimodulazione generale del servizio di trasporto in tutta la Provincia di Catanzaro, stanno valutando una serie di interventi che potrebbero essere utili per potenziare  in maniera efficace il servizio».

Per quanto riguarda la fermata intermedia nella stazione ferroviaria di Marcellinara, spiega Montuoro, «Trenitalia ha espresso disponibilità al dialogo e ha riconosciuto l’importanza della richiesta e, in tempi brevi, sono già stati pianificati ulteriori incontri per portare a compimento questo obiettivo».

«L’istituzione della fermata a Marcellinara – ha spiegato ancora – rappresenterebbe un’opportunità concreta per migliorare non solo la mobilità e l’accessibilità tra i comuni, ma anche per favorire lo sviluppo infrastrutturale, in linea con gli investimenti che si stanno realizzando in tutto il  territorio regionale».

«Un passo in avanti significativo verso uno sviluppo infrastrutturale ed una mobilità sostenibile – ha concluso – quali chiavi di volta per garantire una crescita solidale e inclusiva per la nostra regione».

Gruppo FS: Potenziati i servizi bus fra Sibari e Rossano

Sono stati potenziati i servizi bus fra Sibari e Rossano, con fermata a Corigliano, a causa dei lavori di upgrade tecnologico e di potenziamento infrastrutturale fra Sibari e Crotone. È quanto ha fatto sapere Regionale (Gruppo FS) di concerto con la Regione Calabria e ArtCal.

Al fine di garantire la continuità del servizio e limitare l’impatto dei lavori sul territorio, sono 5 in totale le corse che si aggiungono ai servizi in bus già attivati fra Sibari e Crotone dal 16 settembre, per consentire interventi di upgrade tecnologico e di potenziamento infrastrutturale sulla linea ionica.

I posti disponibili sui bus, che aumenteranno i loro tempi di percorrenza in relazione anche al traffico stradale possono essere inferiori rispetto al normale servizio offerto, si consiglia pertanto di valutare la ripianificazione del proprio viaggio.

Sui bus non è ammesso il trasporto bici, sono ammessi i cani guida e quelli di piccola taglia negli appositi trasportini. (rrm)

SOTTOVALUTARE IL DISAGIO DEL SUD È DA
SUPERFICIALI: STANCHI DEI DIRITTI NEGATI

di PIETRO MASSIMO BUSETTALa mancanza dei diritti fondamentali, dovuti ad un welfare insufficiente, oltre a quello della possibilità di una occupazione adeguata alle skill possedute da ciascuno, costituisce la ragione fondamentale di un processo emigratorio che toglie al Sud ogni possibilità di futuro.

La spesa storica, che sottrae al Mezzogiorno 60 miliardi ogni anno, e porta a una spesa procapite inferiore,  per cui nascere a Sondrio è un privilegio e a Reggio Calabria una disgrazia, porta ad un welfare totalmente differente  tra le due parti. Per cui in una la sanità pubblica é sufficiente nell’altra devi rivolgerti a quella privata e così di seguito per la mobilità, il possesso di un auto é problema di sopravvivenza, o per la formazione scolastica. Peraltro la stretta  sul reddito di cittadinanza ha portato molte famiglie di nuovo nella povertà assoluta, dalla quale lo strumento li aveva affrancati. 

Anche di questi temi si occupa il mio saggio, che viene distribuito in questi giorni nelle librerie e sulle maggiori piattaforme digitali: “la rana bollita”, che completa un ciclo di quattro volumi che inizia con “il coccodrillo si é affogato”, continua con “il lupo e l’agnello”, poi con “la rana scorpione” per completarsi con “la rana bollita”, tutti editi da Rubettino. 

Lo zoo che ho creato in questi ultimi anni ripercorre i luoghi comuni e i mantra più diffusi che hanno caratterizzato il racconto del nostro Sud.  E propone un’interpretazione assolutamente differente rispetto a quella prevalente, che proviene fondamentalmente da chi ha vinto la battaglia economica. Quel Nord bulimico che ritengo abbia avuto in mano il volante del Paese e che ha fallito nel suo primo obiettivo teorico, che era l’unificazione economica dopo quella politica. 

Con questo nuovo lavoro si completa una ricerca che parte nel 2018. E che si compone di quattro saggi.

Nei tre volumi precedenti esploro alcune tematiche con una chiave di lettura personale e stimolante, su alcuni argomenti, ancora di strettissima attualità, riguardanti il Sud. Il primo lavoro è stato Il coccodrillo si è affogato, pubblicato da Rubbettino nel 2018.

In esso si metteva in evidenza come l’esigenza dello sviluppo del Sud non fosse interesse soltanto dei 20 milioni di meridionali, ma una necessità per tutto il Paese. Perché non era pensabile avere dei tassi di crescita consistenti se si lasciava il 33% della popolazione e il 40% del territorio fuori dai processi di sviluppo che attraversano tutta l’Europa.

Il secondo lavoro della quadrilogia, pubblicato nel 2021, sempre dallo stesso Editore, dal titolo Il lupo e l’agnello, rifletteva sull’idea che la colpa del mancato sviluppo del Sud fosse da attribuire allo stesso Sud che, nella vulgata, era stato dissipatore di risorse che i meridionali avevano sprecato con ruberie, sottrazioni, sprechi e incapacità varie.

La metafora della fiaba mette in evidenza come il racconto  fosse praticamente falso e la dimostrazione più evidente il fatto che l’infrastrutturazione, che evidentemente dipendeva dallo Stato centrale, fosse rimasta al palo.

Si parla dell’Alta Velocità Ferroviaria oltre che dell’Autostrada del Sole, che già nella sua concezione si ferma a Napoli, lasciando tutto il Mezzogiorno isolato con la pretesa poi che si sviluppasse.

Con il lavoro più recente, La rana e lo scorpione, Rubbettino 2023, si è cercata la motivazione per la quale non è stata adottata anche dal nostro Paese una politica economica più lungimirante, che hanno invece impostato molti Paesi dell’Unione. In particolare lo ha fatto la Germania e anche la stessa Spagna, tra i Paesi più grandi, ma in realtà tutti quelli che hanno problemi di aree estese a sviluppo ritardato.

La risposta è stata che in realtà un Nord, alcune volte provinciale e bulimico, governato da forze spesso localistiche e miopi, lontane dalle visioni di De Gasperi o di Pasquale Saraceno, abbia imposto politiche molto egoiste. Vedasi cosa ha fatto la Lombardia e lo stesso Veneto, ma non sono state da meno Emilia-Romagna e Toscana, che hanno portato a una distribuzione delle risorse basata sulla spesa storica, che ha sottratto ogni anno al Mezzogiorno oltre 60 miliardi.

In tale  lavoro si faceva anche una riflessione importante e cioè che la problematica non fosse tecnica, che il tema non fosse più quello di trovare come si potesse sviluppare il manifatturiero, il turismo, e la logistica. Ma forse quello di trovare le forze che fossero in grado di imporre al Governo nazionale di andare avanti senza quegli stop and go che hanno portato il Mezzogiorno a essere sempre una realtà statica che, negli ultimi vent’anni, ha aumentato di poche unità i propri addetti, compresi i sommersi.

Guardare i dati dell’occupazione complessiva ci fa capire quale dramma abbia vissuto questa parte del Paese, nella quale lavora una persona su quattro, che ha bisogno di milioni di posti di lavoro nuovi, e che invece al massimo per qualche mese è stata destinataria di risorse assistenziali come il reddito di cittadinanza.

Ma il progetto politico che portasse ad avere voce è stato interpretato in tanti modi e disperso in mille rivoli, per cui non è riuscito a formare una forza parlamentare adeguata a imporre al Paese una linea che non fosse frammentaria e discontinua.

Con questo nuovo lavoro ci si pone la domanda seguente: come mai una Comunità che è stata maltrattata per anni da un Paese rivelatosi ostile, che ha impostato un progetto di sviluppo che si realizza con le migrazioni di oltre 100.000 tra giovani e adulti ogni anno verso il Nord, verso l’Europa e anche verso i Paesi d’oltremare, non si ribella? Visto che ha a disposizione la possibilità di votare periodicamente e manifestare il suo dissenso e la sua opposizione.

Come mai la mancanza di infrastrutturazione, che prevede che la stessa distanza possa essere percorsa in ferrovia in una parte d’Italia in un’ora e in un’altra in tre, non fa scattare reazioni?

E perché subisce una sanità che costringe quelli che se lo possono consentire, nei casi più delicati, a prendere un aereo per poter avere un servizio di eccellenza e gli altri spesso a subire trattamenti inadeguati? E un processo formativo mancante di asili nido, di lotta alla dispersione scolastica, di tempo pieno, non fa reagire pesantemente? E infine l’ultimo schiaffo in pieno viso, quell’autonomia differenziata le cui conseguenze saranno devastanti.

E il rosario dei diritti di cittadinanza negati potrebbe continuare senza soluzione di continuità tanto da far dire ad alcuni che questa parte del Paese è utilizzata come se fosse una colonia.

Su questo tema ci si intrattiene con  l’obiettivo di capire le dinamiche, svegliare le coscienze ed evitare che la conclusione di tali differenze di sviluppo e le ingiustizie subite portino a una rabbia diffusa che sfoci in una richiesta di separazione, già molto sentita da una parte non marginale della popolazione. Probabilmente l’abitudine a vivere in una realtà degradata progressivamente ha portato a non reagire. Mentre l’individualismo, tipico delle realtà meno sviluppate, ha portato a cercare soluzioni personali piuttosto che ad azioni di ribellioni collettive, mediante l’indirizzamento del consenso o anche con mai augurabili azioni violente. Ma nulla è per sempre e forse sottovalutare il disagio del Sud è da superficiali. Completa il lavoro la prefazione del direttore dello Svimez, Luca Bianchi, la postfazione che viene riproposta a fianco di Giuseppe Savagnone e tre commenti di Francesco Saverio Coppola, di Nino Foti e di Nino Germaná(pmb)

[Courtesy Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia]