L’OPINIONE / Domenico Giannetta: La Calabria è determinata a fare la sua parte fino in fondo contro la violenza di genere

di DOMENICO GIANNETTA – La Regione sta facendo bene la propria parte. Va, in particolare, apprezzato il Protocollo d’intesa interistituzionale per la prevenzione ed il contrasto della violenza di genere siglato tra la Presidenza del Consiglio l’Osservatorio regionale e l’Aterp con il coinvolgimento della Commissione contro la ‘ndrangheta.

Protocollo grazie al quale è stata pianificata l’assegnazione di 15 alloggi, tre per ogni provincia, di edilizia pubblica destinati a donne vittime di violenza e ai loro figli, prevedendo la loro collocazione e il recupero di una quotidianità lontana dagli abusi. In questa battaglia di civiltà occorre agire insieme e in sinergia e ogni i impegno deve produrre azioni tangibili.

Mi devo complimentare per il buon lavoro che la Commissione sta facendo sulle problematiche femminili. E per l’approccio educativo, incentrato soprattutto sulla prevenzione dei reati, necessario per promuovere una cultura del rispetto e della parità, rafforzando, al contempo, le reti istituzionali e sociali impegnate nella protezione delle vittime e nella prevenzione degli episodi di violenza.

Nel Paese e in Calabria i numeri della violenza sulle donne sono allarmanti e non più tollerabili. Nel mondo circa il 35% delle donne ha subito violenza sessuale almeno una volta nella vita. Sono dati e “numeri della vergogna” che vedono anche la Calabria contare le sue vittime. Senza tenere conto di quel cosiddetto “numero oscuro” rappresentato dalla miriade di episodi di soprusi e violenze che non vengono denunciati dalle vittime.

La Calabria è determinata a fare la sua parte fino in fondo, ma dobbiamo esigere un impegno deciso da parte di chi ha il potere di fare cambiamenti significativi. Dalle scuole alle istituzioni e alle autorità preposte a occuparsi delle violenze alle donne, ci si aspetta un impegno straordinario sul piano della prevenzione. Occorre senz’altro individuare i responsabili dei reati e assicurarli alla giustizia, ma bisogna intervenire prima che le violenze si verifichino e, soprattutto, intervenire, specie quando le donne denunciano, prima che le tragedie si consumino. (rrc)

[Domenico Giannetta è presidente della Commissione Vigilanza]

Le donne dem calabresi: Battaglia contro violenza ha bisogno del massimo apporto da politica e istituzioni

«In questa fase storica, la battaglia contro la violenza di genere ha bisogno del massimo apporto da parte di politica e istituzioni. Serve una stagione di lotta comune a difesa del diritto alle libertà individuali, delle donne ancor di più». È il messaggio che le donne democratiche calabresi hanno lanciato nel corso della conferenzaa stampa svoltasi nella sede del partito regionale, coordinate dalla portavoce, Teresa Esposito.

«La Conferenza delle donne democratiche della Calabria, insieme a tutto il Partito Democratico regionale, intende rafforzare il proprio impegno su questo fronte, proponendo e costruendo strumenti di contrasto all’incultura del patriarcato e della sopraffazione», viene evidenziato.

Per Esposito «la struttura patriarcale della nostra società non è superata e, ciò, si riflette sulle percezioni sociali e culturali nei confronti delle donne, combattere il patriarcato richiede un cambiamento profondo nella mentalità, nelle pratiche sociali e nelle leggi. Queste ultime non possono essere solo repressive, non basta per fermare il fenomeno della violenza di genere. Ho chiesto alle nostre amministratrici di mettere a disposizione spazi necessari per l’apertura di sportelli antiviolenza, punto di riferimento sicuro dove le vittime possono trovare supporto, ottenendo una corale disponibilità».

Enza Bruno Bossio e Tonia Stumpo, componenti del coordinamento nazionale delle Democratiche, hanno fatto riferimento al movimento femminista che in passato ha rappresentato una delle principali forze di contestazione al patriarcato.

«Le femministe hanno lottato per ottenere diritti civili come il diritto di voto, l’accesso all’istruzione e alla professione, la parità salariale e il diritto alla salute e al controllo del proprio corpo. Oggi l’esigenza di disarmo del patriarcato torna con forza nella quotidianità delle giovani donne italiane, il cui corpo stesso è rivoluzionario, dandole nuova linfa e obiettivi, «sta a noi dar loro risposte e sostenerle».  

Inoltre, si è fatto riferimento alla mancanza di autonomia economica come fattore cruciale che lega la donna al ciclo della violenza domestica, in quanto molte donne rimangono in relazioni violente proprio per dipendenza economica dal partner. Senza contare che la storica esclusione delle donne dal lavoro retribuito le ha rese più vulnerabili alla disuguaglianza sociale.

Vladimira Pugliese, portavoce provinciale delle Democratiche di Vibo Valentia, ha ricordato l’impegno costante del Partito Democratico su questo tema, giorno dopo giorno, indirizzando la sua riflessione sull’importanza della prima agenzia educativa della nostra società, la famiglia, all’interno della quale deve svilupparsi quel sano dialogo in grado di educare i figli al rispetto per ogni individuo e per se stessi. 

La sindaca di Siderno, Mariateresa Fragomeni, ha sottolineato l’importanza dell’utilizzo dei fondi sociali destinati alla lotta contro la violenza di genere, fondamentali per supportare le vittime e garantire loro un percorso di protezione e recupero. Un impegno quotidiano di programmazione, ma anche di battaglie politiche a difesa dei diritti delle donne.

In conclusione, Barbara Panetta, anch’essa componente del coordinamento nazionale delle Democratiche, ha lanciato gli Stati generali delle donne del Mezzogiorno, da tenersi nei prossimi mesi, per mettere a punto una proposta politica regionale che contrasti le strategie retrograde della destra italiana.

«Inoltre – ha riferito Panetta – insieme alla nostra consigliera regionale, Amalia Bruni, costruiremo una proposta di legge volta a garantire una protezione più forte e un supporto più efficace alle donne vittime di violenza che si trovano in condizioni di particolare fragilità come lo status economico, l’età, la disabilità, la condizione di migrante etc». (rcz)

Giovedì al Senato un confronto sulla violenza di genere

Giovedì, alle 11.30, nella Sala Isma del Senato, si terrà il convegno “Ritratti di donne investite dalla vita”.

L’evento, organizzato su iniziativa del senatore Ernesto Rapani, si propone di approfondire temi centrali come la violenza di genere, il supporto alle donne lavoratrici e le sfide della conciliazione tra vita professionale e familiare.

Interverranno il senatore Rapani, che illustrerà le politiche attuate dal Governo per contrastare la violenza di genere e sostenere le donne nella realizzazione delle proprie aspirazioni, nel rispetto dei ruoli familiari, la senatrice Cinzia Pellegrino, coordinatrice Nazionale del Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia, che evidenzierà i progressi nella tutela dei diritti umani, con particolare riferimento alle recenti modifiche del reddito di libertà per le vittime di violenza domestica, Francesco Russo, autore della raccolta 15 donne (Di Leandro Ed.), che condividerà riflessioni sul potere della letteratura nel sensibilizzare il pubblico alle tematiche femminili e Ida Parise, critico letterario, che offrirà un’analisi delle narrazioni contemporanee, superando stereotipi e promuovendo una rappresentazione attiva e poliedrica della donna.

Un impegno per un futuro più giusto: L’obiettivo del convegno è stimolare una riflessione condivisa e proporre azioni concrete per prevenire e contrastare la violenza di genere. Saranno affrontati temi centrali come il supporto alle vittime, la prevenzione e la sensibilizzazione culturale, con la consapevolezza che il cambiamento passi attraverso l’integrazione tra istituzioni e società civile. (rrm)

M5S Calabria: Saremo in piazza a Cosenza per la sanità pubblica e la violenza di genere

I portavoce calabresi del Movimento 5 stelle ha annunciato la loro partecipazione ai due importanti eventi ospitati a Cosenza sabato 9 novembre, riguardanti la sanità pubblica e l’altro la violenza di genere.

«Al mattino – hanno spiegato – avrà luogo la mobilitazione popolare promossa dal Comitato per la sanità pubblica, cui il M5S ha aderito, che, partendo da piazza Loreto alle 09:00, attraverserà le strade della città per rivendicare il diritto dei calabresi a poter essere curati dignitosamente in strutture pubbliche e dunque per denunciare al contempo l’operazione di smantellamento dei servizi socio-sanitari pubblici a favore di quelli privati. In Calabria, a dispetto degli annunci roboanti del nostro governatore, non c’è traccia né delle case della salute né degli ospedali di comunità che bisognerebbe realizzare con i fondi del Pnrr entro il 2026. E le famiglie, il 7,3%, hanno rinunciato a curarsi perché non ce la fanno. Aggiungiamo altro?».

«Tornando a sabato invece –  hanno proseguito i pentastellati – nel pomeriggio avrà luogo un flash mob alle 18:00, sull’isola pedonale di fianco la casa comunale, organizzato dal Centro Antiviolenza ‘Roberta Lanzino’ che ha aderito alla manifestazione nazionale diffusa della rete ‘Donne in Rete contro la violenza’. È fondamentale, infatti, rafforzare la prevenzione alla violenza di genere e la tutela nei confronti delle donne vittime di violenza».

«Per tutte queste ragioni – conclude la nota – è importante scendere in piazza e farsi sentire, esserci. Viviamo tempi difficili, governati da chi, evidentemente, non condivide appieno i principi costituzionali su cui è stata fondata la nostra Repubblica e che pertanto tralascia la tutela dei più fragili e svuota le prerogative dello Stato sociale». (rcs)

Il 5 novembre a Bruxelles un convegno sull’IA per combattere la violenza di genere

Martedì 5 novembre, a Bruxelles, alle 11, nella Spaak 5B1 della sede del Parlamento Europeo, si terrà il convegno Intelligenza Artificiale per il cambiamento: combattere la violenza di genere con l’innovazione, organizzato e fortemente voluto dall’eurodeputata Giusi Princi, per il gruppo del Partito Popolare Europeo (PPE).

Questo evento si colloca nel mese dedicato alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ed è organizzato in collaborazione con la Rappresentanza italiana del Parlamento europeo.

La conferenza rappresenterà un’importante occasione di confronto tra eurodeputati, accademici ed esperti nazionali e internazionali sul ruolo innovativo dell’Intelligenza Artificiale (IA) come strumento per contrastare la violenza di genere. L’obiettivo dell’eurodeputata calabrese è elaborare un’iniziativa legislativa per colmare il gap normativo attualmente esistente in materia nell’Unione Europea.

In particolare, Princi intende affrontare il vuoto normativo relativo alla violenza di genere, derivante dalla mancanza di riferimenti specifici nell’Atto sull’Intelligenza Artificiale e dalla centralità limitata conferita all’IA nella direttiva sulla violenza domestica, che si concentra solo sulla cyber violenza e sulle immagini digitalmente alterate. La sua iniziativa si propone di creare un quadro normativo più robusto e completo, in grado di tutelare le vittime e prevenire tali forme di violenza.

L’eurodeputata Princi è attivamente impegnata nella commissione per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere (Femm), nonché nelle commissioni cultura e istruzione (Cult) e occupazione e affari sociali (Empl) del Parlamento europeo, rappresentando i territori della Calabria e del collegio Sud in cui è stata eletta.

Durante l’evento, che sarà coordinato dall’eurodeputata Giusi Princi, porteranno i saluti istituzionali Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, e Lina Gálvez, presidente della Commissione Femm. Parteciperanno anche Eleonora Meleti, eurodeputata PPE e componente della Commissione Femm, Elinor Wahal, consigliere politico e legale dell’ufficio “Intelligenza artificiale” della Commissione europea, Carlo Morabito, professore presso Diceam, Università di Reggio Calabria, e presidente dell’International Neural Network Society (INNS), Monica Palmirani, professoressa presso l’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, e presidente dell’Associazione internazionale per l’Intelligenza Artificiale e il Diritto (IAAIL), Rosario Infantino, presidente dell’Ordine degli Avvocati della Provincia di Reggio Calabria, e Giovanbattista Trebisacce, professore associato di Pedagogia generale presso il Dipartimento DeMaCS dell’Università della Calabria.

Durante il convegno, Emanuela De Vito, vittima di violenza, porterà la sua testimonianza, e l’incontro sarà concluso da Fulvio Martusciello, capodelegazione di Forza Italia al Parlamento europeo.

«Il convegno – ha detto Princi – sarà un’importante opportunità per valorizzare le eccellenze del sistema accademico e giuridico calabrese. Creare un ponte tra l’Europa e il Sud significa anche valorizzare le risorse professionali della nostra regione, contribuendo così allo sviluppo della Calabria e di tutto il Sud». (rrm)

TAURIANOVA (RC) – L’incontro pubblico sulla Violenza di genere

Domani pomeriggio, a Taurianova, alle 16, nella Sala Consiliare del Comune, si terrà l’incontro La violenza di genere nelle leggi nazionali e internazionali. Modelli culturali e strategie d’intervento.

L’evento conclude il corso di alta formazione contro la violenza di genere, organizzato in collaborazione dall’Amministrazione comunale, dalla Piccola Opera Papa Giovanni, dalla Regione Calabria, dalla Commissione pari opportunità e dall’Ordine degli assistenti sociali. 

Nel corso dell’incontro, a cui parteciperanno gli assessori Angela CreaMassimo Grimaldi, sarà presentato il Protocollo Rete Antiviolenza, prossimo alla sottoscrizione.

Intervengono Pietro Siclari, presidente dell’Associazione Piccola Opera Papa Giovanni, la dott.ssa Stefania Bruno, responsabile dell’Ambito Territoriale di Taurianova, il dott. Saverio Nicola Latella, responsabile Settore Welfare del Comune di Taurianova, dott.ssa Martina Calcopietro, assistente sociale sociale dello Sportello di Ascolto Territoriale di Taurianova. Modera Francesca mallamaci(rrc)

LOCRI (RC) – Al Liceo Mazzini il progetto “Conoscere per prevenire” contro la violenza di genere

Si è svolto, al Liceo delle Scienze Umane e Linguistico “G. Mazzini” di Locri, il terzo seminario del progetto di sensibilizzazione e formazione “Conoscere per prevenire”, promosso e organizzato dall’Associazione di impegno sociale “Libellula – Odv” e finanziato dalle Politiche Giovanili della Regione Calabria, finalizzato alla prevenzione della violenza di genere attraverso percorsi educativi rivolti agli studenti.

L’incontro si è aperto con i saluti della professoressa Simona Romeo, che ha sottolineato l’importanza dei progetti scolastici riguardanti il rispetto delle regole e temi di così grande importanza sociale, e del segretario generale provinciale del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia (Siulp), Giuseppe De Stefano, che ha evidenziato come l’organizzazione sindacale, oltre alla prevenzione dei reati e all’opera della polizia, ritenga necessario il rapporto con i cittadini, soprattutto con gli studenti, per creare una cultura della legalità. A seguire, l’intervento di Emanuela Mandarano, dell’Associazione “Libellula”, responsabile del progetto, che ne ha illustrato nel dettaglio i contenuti.

Gli studenti nel corso del seminario hanno assistito alla proiezione del toccante cortometraggio Lui era mio padre, realizzato dalla segreteria provinciale del Siulp che, come ha spiegato il segretario organizzativo provinciale, Ferdinando Spagnolo, fa parte di un progetto di educazione alla legalità il cui incasso è devoluto in beneficenza a strutture che operano nel sociale.

Il video è il racconto della storia parzialmente vera di una donna che è stata accolta dal Centro Antiviolenza “Angela Morabito” di Reggio Calabria, come ha ricordato la dott.ssa Francesca Mallamaci nel suo intervento, sottolineando quanto è importante avere sul territorio punti di ascolto e di accoglienza per tutte le vittime di questo fenomeno. La parola è passata poi al magistrato del Tribunale di Locri, Stefano Guglielmino, che ha tracciato un lungo excursus storico-legislativo degli ultimi anni sulla materia.

L’incontro, moderato da Maria Simone, psicologa e presidente dell’associazione Libellula, si è concluso con un dibattito aperto con gli studenti, che hanno partecipato con attenzione e interesse a questa iniziativa di riflessione e confronto sul tema della violenza di genere, ponendo domande e riportando testimonianze. (rrc)

L’OPINIONE / Pietro Molinaro: Regione rafforza misure per vittime della criminalità e violenza di genere

di PIETRO MOLINARO – Dopo l’approvazione della Legge Regionale, ispirata dall’Imprenditore Nino De Masi, che prevede una serie di premialità per le imprese vittime della criminalità organizzata che denunciano vessazioni, minacce o estorsioni, l’ultimo Consiglio Regionale nel provvedimento cosiddetto “omnibus” ha votato un mio emendamento, che rafforza notevolmente li contenuti della L.R. 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza).

All’art. 15  prevede premialità per le vittime della criminalità e della violenza di genere. Quindi, dopo le imprese, le persone. Nello specifico “la Regione Calabria, gli enti e organismi strumentali, le aziende e società controllate o partecipate per almeno il 5 per cento del capitale sociale, devono introdurre, nella formulazione di bandi o selezioni per la ricerca di personale, un requisito di premialità, in favore delle vittime della criminalità o della violenza di genere, e per i loro familiari, con l’assegnazione di un punteggio aggiuntivo, pari al 10 per cento del parametro numerico finale”.

Questa, è una conquista e un perimetro di salvaguardia dei diritti e della libertà, perché davanti a diritti inviolabili le Istituzioni si vogliono far carico di evidenti situazioni di svantaggio che hanno intaccato la vita quotidiana di diverse persone e, il lavoro, è la prima forma di tutela.

Questa impostazione è il frutto delle numerose audizioni svolte in commissione con associazioni e con coloro che hanno subito violenze inaudite. (pm)

[Pietro Molinaro è presidente della Commissione Antindrangheta]

Parità di genere, Tavernise (M5S): depositata proposta di legge per favorirla e spazzare via la violenza

di DAVIDE TAVERNISE – Serve promuovere a tutti i livelli un cambio di mentalità che possa eliminare la radice culturale che genera la violenza di genere. Gli ultimi fatti di cronaca ci hanno profondamente colpito e vorremmo non dover più confrontarci con la brutalità e la spietata violenza di genere. Queste le convinzioni e le esigenze che sottostanno alla proposta di legge del Movimento 5 Stelle sulle “Norme per favorire la parità di genere”, che ho depositato ieri in Regione Calabria. Un proposta che parte dall’assunto che non basta inasprire le pene per eliminare la violenza, così come ampiamente dimostrato dalle associazioni di categoria, bensì agire sul paradigma culturale dominante al fine di spazzare via i tratti misogini propri di una cultura patriarcale.

Credo convintamente che la Regione Calabria debba fare la sua parte in questo processo, attuando quel cambiamento da più parti auspicato che ancora oggi però non si riesce a mettere in pratica.

La proposta che ho depositato non determina oneri a carico del bilancio regionale, in quanto presenta disposizioni a carattere ordinamentale, che promuovono una cultura di parità di genere, attraverso protocolli d’intesa con enti pubblici e privati.

Molto schematicamente l’odierna proposta di legge si muove seguendo queste direttrici, prevedendo l’adozione di un linguaggio rispettoso (art. 4), misure di promozione all’educazione e alla cultura della parità di genere con il supporto degli altri attori sociali interessati al fenomeno, quali scuole, università, associazioni sportive, al fine di favorire la consapevolezza della parità effettiva in ogni ambito del vivere civile e sociale (art. 5, 6, 7), passando anche attraverso iniziative concrete che contrastino l’immagine stereotipata della donna e tutti quegli atteggiamenti, quali le differenziazioni retributive basate sul genere, che impediscono la piena parità (art. 8 e 9).

La proposta prevede poi, nell’ottica della promozione di buone pratiche, l’istituzione del registro regionale delle imprese virtuose, quale strumento per rendere note e pubblicizzare, anche attraverso il sito istituzionale, le imprese che si distinguono per l’attenzione rivolta alla garanzia di politiche di parità (art. 10).
Si prevede inoltre che la Regione, nella gestione del personale regionale, si renda parte attrice e elemento promotore del cambiamento culturale, assicurando, con i propri atti organizzativi, l’adozione di politiche di piena parità di genere (art. 11), redigendo anche il bilancio di genere (art. 12) e redigendo le statistiche di genere nell’ambito delle attività regionali o frutto di finanziamento regionale (art. 13).

Infine, viene istituita una giornata regionale della promozione della parità di genere per incentivare la realizzazione di eventi di sensibilizzazione sul tema (art. 14).

Occorre ripartire dall’aspetto culturale per affrontare alla radice un’emergenza sociale e rimuovere gli ostacoli che impediscono la valorizzazione della differenza di genere e soprattutto il rispetto della dignità (dt)

(Davide Tavernise è consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle)

L’OPINIONE / Daniela de Blasio: «Garantire un lavoro alle vittime di violenza e agli orfani da femminicidio»

Le recenti affermazioni del presidente della Corte costituzionale, Augusto Barbera, che ha dichiarato che molte donne sono «impazienti» e che, «nell’auspicare nuovi traguardi, non bisogna dimenticare quelli che sono stati i progressi fatti…», hanno suscitato numerose polemiche.

Al di là del chiarimento fatto in seguito dallo stesso Barbera, che ha spiegato che l’impazienza di reclamare un diritto non avesse per lui in alcun modo un’accezione negativa, resta il fatto che i diritti delle donne e la violenza di genere sono un problema che richiede un impegno costante e una presa di coscienza collettiva. Dobbiamo, cioè, evitare che questi temi diventino qualcosa di transitorio, di cui ci si occupa solo per qualche giorno all’anno.

La violenza richiede un impegno costante per essere affrontato in modo efficace e non solo in specifiche ricorrenze.

Limitare la discussione e gli interventi, per lo più autoreferenziali, contro la violenza di genere alla sola ricorrenza del 25 novembre e all’8 marzo significa ignorare gli sforzi necessari per affrontare il problema in modo efficace.

Un tema particolarmente urgente, ma purtroppo ancora trascurato è che, oltre alle misure punitive e di sensibilizzazione, è fondamentale individuare strumenti che consentano alle donne vittime di violenza di genere di ricostruire la propria vita.

È un fenomeno complesso e radicato in profonde disuguaglianze di potere tra uomini e donne, che va ben oltre una semplice data sul calendario.

L’accesso al lavoro è fondamentale per l’emancipazione delle donne, in particolare per coloro che sono vittime di violenza di genere, quale strumento cardine di emancipazione per promuovere la loro autonomia e la sicurezza, nonché nel contribuire a rompere il ciclo di violenza.

Una soluzione dirimente per affrontare questa sfida è garantire l’accesso al lavoro e promuovere l’indipendenza economica delle donne vittime di violenza di genere e degli orfani a causa di femminicidio.

Le donne spesso affrontano sfide significative, come la mancanza di qualifiche professionali aggiornate o la necessità di risolvere questioni legali e psicologiche, pertanto, l’accesso al lavoro e all’indipendenza economica consentirebbe loro di ricostruire un nuovo percorso di vita, lontano dall’abuso e dalle situazioni di dipendenza.

Per questo motivo l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza di genere e degli orfani a causa di femminicidio rappresenta un metodo efficace per combattere il problema.

Per garantire un effettivo inserimento lavorativo delle vittime di violenza di genere e degli orfani potrebbe essere utile estendere, con un semplice emendamento, il trattamento di favore previsto dalla legge per le vittime della criminalità. Attualmente, l’articolo 1, comma 2, della legge 407/1998 prevede agevolazioni per l’assunzione obbligatoria di vittime di reati gravi. Questo trattamento di favore potrebbe essere esteso alle donne che rimangono vittime di atti di violenza di genere e ai soggetti rimasti orfani in seguito all’omicidio della madre, dando loro accesso a opportunità di lavoro e un’indipendenza economica.

Questa misura consentirebbe loro di superare le discriminazioni, promuovendo l’indipendenza economica. È responsabilità di tutti, innanzitutto delle Istituzioni, combattere la violenza sulle donne e promuovere l’indipendenza economica attraverso il lavoro come strumento per il cambiamento sociale.

L’indipendenza economica attraverso il lavoro rappresenta un percorso concreto per le donne vittime di violenza di genere e per gli orfani a causa di femminicidio.

Solo con un impegno concreto e un’azione continua possiamo sperare di affrontare efficacemente la violenza di genere e costruire una società in cui le donne siano libere da ogni forma di violenza. (ddb)