È un ambizioso progetto quello del Conservatorio “Francesco Cilea” di Reggio Calabria: rappresentare “Gina”, prima opera del compositore palmese Francesco Cilea, per la prima volta completa del Coro d’introduzione. Lo spettacolo andrà in scena venerdì alle 20.30, con ingresso su invito o biglietto gratuito da ritirare presso il botteghino del Teatro a partire dalle 16:30 del 26 febbraio.
Un progetto in omaggio a Francesco Cilea nel 60esimo Anno Accademico dall’istituzione del Conservatorio di Reggio Calabria, che ha richiesto notevoli sforzi e che ha coinvolto studenti, docenti e personale tecnico amministrativo, e reso possibile grazie al sostegno della Città Metropolitana di Reggio Calabria e alla coproduzione con Publidema S.r.l.
All’entrata, il pubblico troverà una mostra di documenti e immagini dedicata a Francesco Cilea, ideata e allestita da Eduardo Lamberti–Castronuovo, presidente del Conservatorio.
Affidata nel 2023 a Salvatore Esposito Ferraioli, docente di Storia della musica, l’edizione critica del Coro iniziale dell’opera che era ritenuto perduto ma fortunatamente ritrovato nel 2017 dal musicologo Giancosimo Russo, e incaricato lo studente compositore Rocco Catania di effettuarne una revisione, la partitura veniva presa in consegna da Milo Longo, docente che aveva già diretto alcune rappresentazioni operistiche del Conservatorio “Cilea”. Gli studenti hanno poi iniziato, nelle rispettive classi, lo studio delle parti.
La scelta condivisa dal Dipartimento di Canto e teatro musicale nonché dal Consiglio accademico di invitare Mario De Carlo, regista reggino di fama internazionale, a tenere una masterclass di regia teatrale, ha permesso di mettere in scena “Gina” poiché egli ha sposato generosamente il progetto a beneficio di una formazione più completa possibile nel segno della piena valorizzazione dei talenti locali.
Nata, quindi, come attività formativa, l’iniziativa si è inscritta anche nella seconda e terza missione del Conservatorio, diventando occasione di approfondimento musicologico e produzione artistica che vede impegnati in prima linea un gruppo di professori e molti studenti tra cantanti, strumentisti, maestri collaboratori, compositori e che coinvolge l’Orchestra e il Coro del Conservatorio e il rinomato “Coro lirico F. Cilea”, oltre a imprenditori e maestranze locali.
Fra i cinque personaggi dell’opera, ben quattro sono interpretati da studenti dell’Istituto: il baritono Domenico Cagliuso, i soprani Roberta Panuccio e Luisa Umbaca, il tenore Davide Fazzari. Completano il cast il basso-baritono Angelo Michele Mazza, i soprani Federica Caracciolo, Arianna Tripodi e il tenore Luciano De Fazio.
Un’operazione artistico–culturale che testimonia sia la vivacità, qualità e capacità dell’Istituzione a 60 anni dalla sua fondazione, avvenuta per filiazione dallo storico Conservatorio di Napoli che per 19 anni fu sapientemente diretto e riorganizzato da Francesco Cilea, sia il sostegno del territorio nelle sue componenti imprenditoriali e politico–amministrative. Con essa prosegue la riscoperta del famoso compositore calabrese iniziata nel 1994 grazie al docente di Storia della musica Gaetano Pitarresi che ha curato il volume “La dolcissima effigie”, ormai presente in numerose biblioteche specializzate di tutto il mondo, seguìto da “Lettere a Francesco Cilea”, “Francesco Cilea e il suo tempo”, “Francesco Cilea e l’interesse per il Medioevo nell’opera italiana fra Sei e Settecento”, per un totale di 1500 pagine di apprezzata ricerca musicologica edita dal Conservatorio e promossa con annuali convegni internazionali di studio.
Il presidente Eduardo Lamberti–Castronuovo e il direttore Francesco Romano confidano nell’incoraggiamento da parte del pubblico per i giovani e meritevoli studenti, destinatari del massimo impegno per una formazione umana e artistica che realizzi solide fondamenta per un futuro ricco di opportunità e soddisfazioni, nella consapevolezza che ancora molte siano le sfide da affrontare per rendere il Conservatorio di Reggio Calabria sempre più rispondente alle odierne esigenze formative, prima fra tutte il reperimento di una nuova sede realmente adatta allo studio, alla ricerca e alla performance musicale. (rrc)