LA RIFLESSIONE DEL SOCIOLOGO FRANCESCO RAO SUL RUOLO FONDAMENTALE CHE L'ISTRUZIONE RICOPRE;
ANCHE IN CALABRIA SUONA LA CAMPANELLA LA SCUOLA TRA EMERGENZE E CRITICITÀ

ANCHE IN CALABRIA SUONA LA CAMPANELLA
LA SCUOLA TRA EMERGENZE E CRITICITÀ

di FRANCESCO RAOA distanza di poche ore dall’avvio del nuovo Anno Scolastico, con l’emozione di chi si appresta a varcare le porte di un mondo infinito chiamato scuola per la prima volta, credo sia opportuno porgere un caloroso augurio a tutta la Comunità scolastica calabrese, anteponendo per una volta le opportunità alle criticità, con il chiaro intento di valorizzare la narrazione qualitativa della nostra terra e della sua gente, da sempre impegnata in un percorso di forte riscatto sociale e culturale praticato soprattutto attraverso lo studio.

La strada da percorrere è lunga ma sotto i nostri occhi, contrariamente al passato, è presente molto più entusiasmo e voglia di essere protagonisti di un futuro considerato non più lontano e irraggiungibile, ma realtà nella quale la cultura e il sapere potranno generare coesione, crescita e sviluppo nonché dare vita al superamento emergenziale dell’emigrazione. 

La Calabria ed i calabresi, per superare il divario Nord-Sud, hanno bisogno di culture capaci di creare opportunità positive, da sempre individuate altrove come fatto naturale ma puntualmente irrealizzabili a casa nostra per motivi poco noti. Ebbene, affermare che la Calabria e altre regioni del Meridione possano diventare in un prossimo futuro la “Silicon Valley” dell’Europa, oggi credo non sia più una blasfemia ma può essere un auspicio reale al quale il mondo della scuola non dovrà sottrarsi ma al contrario dovrà considerarlo uno tra i propri obiettivi prioritari. Oggi i nostri studenti hanno una marcia in più. Apprendono velocemente e, da nativi digitali, hanno un approccio naturale con la tecnologia e l’informatica, ricorrono con facilità all’approccio offertoci dall’intelligenza artificiale e assorbono in un modo incredibile i linguaggi del mondo che li circonda.

Queste importantissime caratteristiche, considerabili parte di un capitale invisibile da valorizzare, impongono una particolare attenzione tesa a coinvolgere in un progetto comune, oltre ai docenti e alle famiglie, le realtà territoriali che rappresentano il tessuto socioeconomico e produttivo del territorio. In tal senso, grazie all’autonomia scolastica e alla particolare professionalità dei docenti, si potranno inserire nei rispettivi curricula delle scuole curvature specifiche tese a far conoscere agli studenti la realtà locale storica ed economica con l’intento di superare il pericoloso paradosso del disimpegno scolastico e della noia, potenzialmente individuabili quali cause principali della dispersione scolastica. 

Intere Comunità potrebbero formare i nostri giovani, fornendo loro maggiori conoscenze e soprattutto intravedendo nella storia la chiave di lettura utile per scrivere un futuro nel quale il Meridione, in concorso al Settentrione, possa essere a pari dignità motore di crescita e sviluppo per l’intero Paese. Ai nostri giovani dovremo chiedere anche soluzioni innovative per risolvere annose questioni che in futuro li riguarderanno in prima persona. Penso alle criticità strutturali quali l’organizzazione dei trasporti, alla distribuzione di centri sportivi, alle opportunità d’inserimento nel mondo del lavoro e alla partecipazione politica.

Per esempio, attraverso sessioni di “debate”, sarà possibile far apprendere e migliorare le tecniche di confronto con quanti la pensano in modo differente, lavoro indispensabile da svolgere tanto in classe quanto all’aperto insieme ai docenti e con l’intento di trasmettere agli studenti l’importanza della non violenza da praticare come metodo di vita per tutelare la vita. Infine, la Scuola è chiamata a mettere in campo tutti gli strumenti utili per affrontare l’incombente pericolo dell’analfabetismo funzionale, fatto che ostacola la corretta comunicazione e rischia di minare la tenuta sociale e democratica del Paese a seguito del crescente atteggiamento relativistico praticato da tutte le generazioni con epiloghi sempre più tristi e violenti. 

Dalla nostra parte, questa volta, non ci sono più le solite stime o le previsioni ma dati concreti da considerare come un incoraggiante punto di partenza. La Calabria in particolare ha registrato una crescita nell’esportazione, manifestando una chiara inversione di tendenza del Sud rispetto al Nord; cresce la presenza turistica nazionale e internazionale; le nostre Scuole, il sistema ITS e in modo particolare le nostre Università, rappresentano un validissimo sistema formativo, capace di attrarre studenti e docenti non solo da altre regioni ma anche da altri stati. 

Insomma, l’arduo lavoro svolto nel corso di questa fase post-pandemica ha aperto un nuovo scenario nel quale le giovani generazioni, insieme ai loro docenti e alle rispettive famiglie, dovranno essere accompagnati per toccare con mano una realtà in costante evoluzione dalla quale si potranno trarre nel medio periodo importanti segnali occupazionali e di sviluppo socioculturale da considerare elementi indispensabili per mantenere il passo con la velocissima evoluzione tecnologica e superare la desertificazione sociale ed economica del Mezzogiorno, paragonabile ad una spada di Damocle pronta ad infierire sulla nostra testa.

Ecco perché lo studio va considerato dagli studenti come una missione sociale e gli insegnanti dovranno ricordare ogni giorno il valore del loro delicatissimo ruolo, seppur poco retribuito ma ancora tra le professioni più belle al mondo perché attraverso la trasmissione del sapere, l’approfondimento critico e la bellezza delle scoperte, sarà possibile consentire ai nostri giovani di potersi presentare all’appuntamento dell’inserimento occupazionale con le giuste competenze, con la propensione di mantenere vivo per tutta la vita il desiderio di imparare e la curiosità di scoprire sempre nuove mete, alimentando sentimenti di cooperazione a sommatoria positiva tesi a generare pace tra i Popoli. 

Con questi presupposti e con la fiducia di chi ha iniziato la scuola da quasi 50 anni, senza esserne più uscito, auguro buon Anno Scolastico a tutta la Comunità scolastica calabrese. (fr)

[Francesco Rao è docente a contratto, cattedra di sociologia generale, presso l’Università “Tor Vergata” di Roma]