Si è fatta informazione sul Ponte dello Stretto, nel corso del dibattito svoltosi nei giorni scorsi a Nicotera sull’opera, dal titolo Ponte si o ponte no: Quali prospettive per i territori? organizzato dai Rotary Club di Nicotera Medma, Gioia Tauro e Polistena, e dalle Associazioni “Difesa Diritti del Territorio”, Lions Club Nicotera, Accademia Internazionale della “Dieta Mediterranea”, e dalla Pro Loco Nicotera.
Il dibattito, moderato dal giornalista Pino Brosio, è stato aperto con i saluti istituzionali dei presidenti delle associazioni interessate e, in particolare, dei presidenti dei Club Rotary Nicotera Medma, Carlo Capria, Gioia Tauro, Vincenzo Barca, Polistena, Giuseppe Gatto, del Lions Club di Nicotera, Antonio Montuoro, del DDT, Giuseppe Calopresti.
Molto interessanti e precisi gli interventi dei relatori che hanno precisato, con chiarezza, alcuni punti chiari dell’importante infrastruttura.
Antonio Montuoro, già incaricato nel 2001 per la collaborazione sul Ponte di Messina su mandato del Copit – Comitato parlamentare per l’Innovazione Tecnologica, con l’ausilio di slide ha evidenziato le fake news che girano ad arte contro la realizzazione del ponte, quali: l’altezza che impedirebbe il passaggio di alcune navi, le prove sull’impatto del vento e il rischio terremoti, spiegando invece che l’altezza è conforme, che le prove del vento sono state effettuate con prove fino a 300Km orari e, per i terremoti, la struttura a cassoni e sospensione su tralicci porta al rischio zero.
Il progetto del ponte è ormai diventato a livello internazionale un impalcato denominato “Messina Type” che viene già utilizzato ad esempio in Corea del Sud per il ponte Yi SunSin realizzato e sospeso a campata unica, proprio come quello di Messina. Ha concluso Montuoro, tra l’altro, dimostrando come la realizzazione del Ponte verrebbe a far risparmiare oltre 6,5 miliardi di euro l’anno che la Sicilia sopporta per la sua posizione di insularità, aggiungendo, ancora, di come vi sarebbe un forte aumento del PIL sia per questa che per la Calabria, oltre che per l’intera Nazione.
Francesco Condoluci, importante scrittore e giornalista che vive sul Lago di Come e lavora tra Milano e Roma, ed è stato il capo ufficio stampa della Presidenza del Senato ed attualmente è consigliere per la comunicazione del Ministro delle Riforme Istituzionali Elisabetta Casellari, ha sottolineato di essere stato contrario al ponte allorquando lavorava presso il Quotidiano della Calabria e riteneva tale opera un problema localistico.
Nel momento in cui, invece, ha potuto comprendere, con una corretta informazione, che si trattava di un qualcosa di straordinario che riguardava l’intera Nazione, ha cambiato posizione e ha evidenziato sia le ragioni per le quali appare incomprensibile il NO e sia quelle per le quali l’opera appare di grande importanza, snocciolandone le motivazioni ed evidenziando che, anche senza il ponte, le strade e tutte le altre opere indicate dai contestatori non sono state mai realizzate.
Antonio Orfanò, Dirigente Csm Italia Gate, ha segnalato di come l’opera possa ritenersi un valore aggiunto anche per il Porto di Gioia Tauro e di come sia rilevante per la crescita del territorio e della occupazione. Per confermare ciò, ha portato come esempio la stessa struttura del porto che, pur lavorando solo sui container, ha oltre 1350 dipendenti diretti e oltre 5.000 di indotto.
Infine, Giacomo Francesco Saccomanno, autore del libro “La Questione Meridionale” e consigliere della Società dello Stretto S.p.a., si è soffermato sulle opere programmate, previste e cantierate che il ponte ha attratto. Nel senso, che senza questa opera straordinaria, e che tutto il mondo ci invidierà, è sostenibile solo se ci sarà l’alta velocità che dovrà raggiungere tutta la Sicilia, tutte le infrastrutture previste da Rfi e Anas, che la Calabria e la Sicilia attendono da oltre 50 anni e che non sono state mai realizzate.
Ha evidenziato quanto sia importante il ponte che consentirà di rendere fruibile l’insieme delle opere previste (autostrade, rete ferroviarie, SS 106, trasversali, opere poste agli imbocchi delle due regioni, ecc.) e che trasformerà l’intero territorio. Lavori in parte iniziati, in parte da appaltare, in parte da progettare. Il paradosso rilevato è proprio la SS 106: per oltre 50 anni si è parlato di questa fondamentale opera viaria, ma si è riscontrato che mancano i progetti per una gran parte dei tratti interessati! Chiacchiere che appartengono alla vecchia politica e che non devono condizionare l’importanza del progetto di crescita delle due regioni che prevede una disponibilità, nel tempo, di decine di miliardi di euro. In sostanza, il ponte non deve essere un campo di scontro politico e partitico, ma deve essere valutato nella sua effettiva consistenza ed i calabresi ed i siciliani devono essere i protagonisti ed i gestori di questa grande e storica opportunità.
Dopo l’interlocuzione con il numeroso pubblico in sala e con diverse domande a chiarimento, le conclusioni al Past Governatore Franco Petrolo, che ha ringraziato per la corretta informazione che ha consentito anche a Lui di comprendere quanto sia fondamentale ed essenziale l’opera e che ha rimarcato di come non si possa fare a meno di un’opera, certamente, da ritenersi unica e straordinaria. (rvv)