Pasquale Tridico, capo della Delegazione parlamentare M5S in seno al Parlamento europeo, i parlamentari nazionali Vittoria Baldino, Anna Laura Orrico, Elisa Scutellà e Riccardo Tucci, il consigliere regionale Davide Tavernise, gli amministratori e i consiglieri comunali pentastellati della Calabria, hanno definito «un guazzabuglio molto pericoloso, fuori dalle regole, l’emendamento nel Milleproroghe a firma dei soliti senatori forzisti Ternullo e Paroli che mira ad abrogare il regime commissariale della Sanità calabrese».
«Da dove nasce tale norma? – si sono chiesti i pentastellati –. Senza dubbio, è un condono grottesco che deriva da due fatti gravissimi: i ritardi mostruosi della Regione Calabria rispetto agli interventi sulla sanità finanziati dal Pnrr e la ricostruzione inveritiera dei bilanci passati delle Asp di Cosenza e Reggio Calabria; questi ultimi approvati durante le ultime festività natalizie, nell’ombra e nel silenzio generale, addirittura con “analisi deduttive”».
«Ancora, la norma forzista prevede, quale eccezione per la sola Calabria, il ritorno alle competenze regionali in ambito sanitario – hanno spiegato gli esponenti M5S – per fronteggiare le criticità infrastrutturali degli ospedali pubblici mediante la nomina di un nuovo super-commissario con poteri di ordinanza sconfinati, che potrebbe essere il presidente Roberto Occhiuto, chiamato a predisporre e attuare un piano straordinario di interventi appositi e di riqualificazione, del tutto imprecisata, della rete ospedaliera con le risorse dedicate del Pnrr e altre eventualmente già disponibili».
«Detta norma, subordinata all’approvazione dei bilanci pregressi delle Asp di Cosenza e Reggio Calabria, salta come nulla fosse – hanno spiegato ancora i pentastellati – le disposizioni generali sul riequilibrio finanziario in tema di sanità regionale contenute nella Finanziaria per il 2005; salta quelle di legge sull’esercizio dei poteri sostitutivi contemplati dall’articolo 120 della Costituzione; salta quelle sulla programmazione operativa del commissario ad acta indicate nella Finanziaria per il 2010. In altri termini, l’emendamento è un rimedio alla carlona a pesantissime deficienze di spesa e bilanci nella Sanità calabrese; sarebbe tecnicamente irricevibile; non affronta il problema delle impressionanti carenze di personale e dell’assoluta inadeguatezza delle reti assistenziali, ma si concentra sugli edifici sanitari pubblici. È pura nebbia, insomma».
«Questo emendamento – hanno concluso – non proviene da una visione di insieme dei problemi e delle necessità del Servizio sanitario della Calabria e certifica il fallimento del commissario Occhiuto e dei suoi amici al governo del Paese». (rrm)