L’arcivescovo Maniago a Roma con una delegazione della diocesi per l’assemblea nazionale del Sinodo

C’era anche la Diocesi di Catanzaro – Squillace, con una delegazione guidata dall’Arcivescovo Claudio Maniago, alla prima assemblea sinodale delle Chiese d’Italia a Roma.

Assieme all’arcivescovo, don Ivan Rauti, Francesco Costa e suor Stefania Pusineri.

L’assemblea, infatti, è una delle tappe della “fase profetica”, ultimo tratto del Cammino sinodale nazionale. Nella Basilica di San Paolo fuori le mura. infatti, sono stati oltre mille tra delegati e vescovi ritrovatasi nella Basilica di San Paolo fuori le mura, a essersi confrontati sui Lineamenti (il testo che raccoglie i risultati finora raggiunti e propone
alcune traiettorie pratiche) per poi giungere allo Strumento di lavoro, in vista della Seconda Assemblea sinodale in programma, sempre a Roma, dal 31 marzo al 4 aprile 2025.

«Siamo qui per dimostrare di essere la realizzazione del sogno di Dio – ha spiegato monsignor Maniago – che altro non è che una vita nuova del genere umano».

«Avvertiamo la necessità di rimettere, al centro di tutta la vita cristiana, la missione e la testimonianza, al ripensare il linguaggio e la comunicazione a tutti i livelli, alla formazione stessa che, come chiede papa Francesco, dev’essere più kerygmatica, maggiormente attenta all’annuncio del centro del Vangelo» ha aggiunto Maniago che ha concluso sottolineando che «la vera sfida riguarda uno stile e il modo di essere Chiesa che parte dall’ascolto della Parola di Dio e dall’ascolto vicendevole per poi orientarsi nel cammino». (rrm)

Contrasto alla povertà alimentare, da Unicredit Foundation 2,3 mln: Arcidiocesi di CZ e Banco Alimentare tra i beneficiari

L’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace Caritas diocesana e l’Associazione Banco Alimentare della Calabria Onlus con sede a Cosenza sono tra le 53 organizzazioni beneficiarie della donazione di 2,3 milioni di euro di UniCredit Foundation per contrastare la povertà alimentare in Italia.

L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie al contributo di 500mila euro provenienti dal Fondo Carta Etica, alimentato grazie alle carte di credito etiche di UniCredit che, senza costi aggiuntivi per il cliente, permettono ad ogni utilizzo di contribuire a iniziative solidali.

Sommata alla precedente erogazione di 2,7 milioni di euro effettuata nel 2021, la Fondazione ha destinato complessivamente 5,1 milioni di euro alla lotta alla povertà alimentare in Italia, l’equivalente di 3,8 milioni di pasti.

Andrea Orcel, Amministratore Delegato di UniCredit, ha commentato: «In UniCredit crediamo che le banche abbiano una responsabilità nei confronti delle comunità in cui operano. Quando queste prosperano, prosperiamo anche noi e quando sono in difficoltà dobbiamo chiederci cosa possiamo fare per sostenerle. Ed è proprio ciò che abbiamo fatto non appena è scoppiata la pandemia e che stiamo continuando a fare anche oggi».

«UniCredit Foundation – ha concluso – svolge un ruolo fondamentale in questo senso, come dimostrano gli importanti fondi distribuiti e il significato che avranno per le persone, le famiglie e le comunità che versano in stato di difficoltà in tutta Italia». (rrm)

Insediato mons. Claudio Maniago, nuovo Arcivescovo di Catanzaro-Squillace

Con una solenne celebrazione al Palagallo di Catanzaro si è insediato il nuovo Arcivescovo della Diocesi Catanzaro-Squillace. Ed è iniziata dalla periferia di Catanzaro l’avventura, come egli stesso l’ha voluta definire, di monsignor Claudio Maniago, entrando dalla “porta stretta” del Centro Calabrese di solidarietà. La prima tappa del suo cammino nella diocesi parte da Villa Emilia, nel quartiere di Santa Maria, una delle strutture dell’ente no profit che, dal 1986, opera nel campo del disagio e dell’emarginazione giovanile, attraverso l’accoglienza, il prendersi cura e l’attivazione di azioni di reinserimento di sociale di soggetti svantaggiati quali donne vittime di violenza, tossicodipendenti, alcoldipendenti, giovani disagiati e famiglie. Ad accoglierlo con emozione, assieme alla presidente Isolina Mantelli e ai componenti del direttivo, una delegazione di ospiti e operatori che sono riusciti a far sentire il calore di tutta la comunità, anche di quella parte che non ha potuto essere presente nel rispetto delle norme di contenimento di diffusione del Covid 19. Il racconto di quello che è il Centro Calabrese – oltre che nelle parole della presidente Mantelli e nel racconto di Angelo, uno dei ragazzi che sta per lasciare la struttura dopo quattro anni a conclusione del proprio percorso – arriva dai doni preparati per monsignor Maniago: la filosofia del Centro, che tutte le mattine i ragazzi e le ragazze che hanno scelto di “rinascere” da qui, recitano tutti assieme; nei prodotti dell’orto coltivati con le mani, il sudore e la pazienza degli ospiti che rappresentano l’attesa e il lavoro che porta a raccogliere i frutti del percorso, ed infine il pane, sempre prodotto dalla comunità del CCS che rappresenta la “condivisione”.

La prima richiesta che all’arcivescovo Maniago arriva dalla presidente Mantelli è di poterlo chiamare “padre” perché – dice Isa – «è di un padre che abbiamo bisogno. Lei ha scelto una porta stretta, quella della periferia, per entrare in città. E noi accogliamo il valore simbolico e profetico di questa scelta. Abitiamo questa periferia da circa 40 anni, abbiamo accolto circa 3.200 ospiti. Abbiamo iniziato a occuparci delle famiglie dei tossicodipendenti, della formazione professionale dei ragazzi per un inserimento nel mondo lavorativo, poi abbiamo pensato di fare prevenzione, partendo dagli adolescenti fino ad arrivare alle famiglie. Adesso abbiamo un centro per la famiglia con un sostegno alla genitorialità, sempre con la voglia di sporcarci le mani, e con l’idea che chi sta in questa stanza abbia bisogno di redenzione. A partire da noi stessi».

La testimonianza di Angelo commuove e riempie il cuore. «Quando sono arrivato qui, ero distrutto – spiega rivolgendosi al vescovo che lo ascolta con grande coinvolgimento -. Ho incontrato la droga quando ero ragazzino, e per colpa dell’eroina ho perso tante occasioni, anche mentre lavoravo in Svizzera. Sono arrivato qui per scontare la mia pena, con l’intento di andare via subito. Invece sono rimasto: mi sono affezionato a tutti, agli operatori, perfino ai muri di questo posto dove mi sono sentito protetto e che mi ha aiutato a capire tante cose di me stesso. Qui mi hanno insegnato a conoscermi, prima c’era solo la droga: ora capisco quando sto male, ho conosciuto i sentimenti che non pensavo di avere».

Entra dalla porta della “periferia dolente”, monsignor Maniago, cogliendo la luce che attraversa la sofferenza. E nel Centro calabrese di solidarietà si pratica la ricerca della luce nella vita assieme ai ragazzi e alle ragazze che scelgono e lottano per ricominciare.

«Entro da una porta stretta, come dice Isa, non di quelle trionfali ma di quelle vere, le porte che ti portano da una parte all’altra – ha esordito monsignor Maniago – Sono contento di incontrarvi, siamo in frontiera: vengo a mettere la mia forza a disposizione di tutti, qui dove c’è bisogno non solo di una pacca sulla spalla, ma di una vicinanza».

Parla del Centro Calabrese già al “plurale” definendolo “un luogo temporaneo dove riusciamo a togliere le interferenze del mondo che fanno distrarre dalla propria vita e dalla propria dignità”. La dignità – ammonisce – “che le cose della vita possono far dimenticare, che può essere ferita, calpestata, ma che nessuno può togliere. E che anche dopo le peggiori esperienze può ravvivarsi e tornare a risplendere: quella nessuna te la può rubare. Può essere sepolta da macerie e distrazioni, come le sostanze stupefacenti che ti fanno essere altro e ti fanno distrarre, anche dalla dignità. Ma quando entrate qui dentro si ricostruisce e come succede con la brace che sta sotto le ceneri, si ravviva. Questo è un luogo benedetto perché sa soffiare sulla brace per ravvivare la fiamma. Vi siete impossessati di nuovo della dignità e della bellezza – ha concluso – siatene gelosi per poterla condividere nei rapporti familiari, con nuovi amici, con persone con cui non avere interessi comuni, ma a cui volete bene”.

L’arcivescovo, prima di andare via, ha recitato la filosofia del Centro con i ragazzi, per poi visitare anche la parte esterna della struttura, soffermandosi nella piccola cappella realizzata in legno dagli ospiti, promettendo infine di ritornare presto per una nuova intensa visita.

Il 17 novembre l’assemblea degli amministratori per le elezioni provinciali di dicembre

Il 17 novembre, alle 16, nella sede del Consiglio Provinciale di Catanzaro, è in programma un’assemblea degli amministratori  indetta su input dei consiglieri provinciali Marziale Battaglia e Gregorio Gallello di Area Civica per la Provincia e Davide Zicchinella del Pd, in occasione delle prossime elezioni provinciali in programma per il 18 dicembre.

L’intento principale del confronto è quello di sensibilizzare gli amministratori degli 80 Comuni – che saranno chiamati al voto il prossimo 18 dicembre – a partecipare in maniera costruttiva e senza barriere ideologiche alla costruzione di liste che siano in grado di sovvertire il corso politico-amministrativo e finanziario determinato dalla gestione degli ultimi tre anni firmata Abramo.

È quanto è emerso dalla riunione svoltasi nella Sala Giunta di Palazzo di Vetro, convocata dai tre consiglieri provinciali, dove si è discusso della situazione economico-finanziaria della Provincia di Catanzaro e elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale del prossimo 18 dicembre. Alla riunione hanno partecipato i rappresentanti dei partiti e dei movimenti del centrosinistra che si è svolta ieri pomeriggio alla presenza, oltre che di Battaglia, Gallello e Zicchinella di: Michele Drosi, presidente assemblea provinciale del Pd; Nicola Fiorita, leader di “Cambiavento”; Luigi Ciambrone, segretario provinciale di Articolo 1; Giannetto Mancuso del Movimento 5 Stelle; Domenico Marino, segretario provinciale facente funzioni del Psi e Raffaele Marra di “Liberamente progressisti”. Presente anche il consigliere regionale del Pd Ernesto Alecci, già candidato alla presidenza della Provincia nel 2018 che ha mancato l’obiettivo giusto per una manciata di voti.

«Una gestione – hanno rimarcato nel corso della riunione – caratterizzata dall’immobilismo e dall’assenza del presidente della Provincia in carica che non è riuscito a garantire la propria vicinanza al territorio nemmeno nei momenti drammatici della pandemia».

«Si punta, quindi – è stato spiegato – ad allargare partecipazione e coinvolgimento dei sindaci e dei consiglieri comunali che saranno chiamati al voto in un’assemblea assemblea trasversale in cui si punta ad aprire una riflessione sulla grave situazione finanziaria dell’Ente che vede un disavanzo di quasi 37 milioni di euro, per come certificato dalla deliberazione relativa allo schema di bilancio approvata dal presidente Abramo lo scorso 4 novembre, e nello stesso tempo di avviare un percorso programmatico che punti a recuperare la perdita di centralità e autorevolezza della Provincia di Catanzaro nel corso dell’ultimo triennio caratterizzato da una progressiva perdita di peso politico dell’Ente intermedio da sempre tra i più importanti d’Italia». (rcz)

Il clamoroso addio dell’arcivescovo di Catanzaro, Vincenzo Bertolone

«Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace (Italia), presentata da S.E. Rev.ma Mons. Vincenzo Bertolone». Lo ha reso noto il bollettino della Sala Stampa Vaticana.

A ‘colmare’ il vuoto lasciato da Mons. Bertolone, l’Arcivescovo di Crotone-Santa Severina, mons. Angelo Panzetta, che è stato nominato amministratore apostolico dell’Arcidiocesi di Catanzaro. Ad annunciarlo, lo stesso Mons. Panzetta, che «ha espresso il proprio ringraziamento al Santo Padre per la fiducia in lui riposta – si legge in una nota della Diocesi – desideroso di impegnarsi al meglio, per il tempo che sarà necessario, a servizio della Chiesa di Catanzaro-Squillace. A mons. Vincenzo Bertolone il nuovo amministratore apostolico ha rivolto parole di ringraziamento per il servizio svolto come pastore della chiesa di Catanzaro-Squillace».

«Ho assunto il nuovo incarico  – ha dichiarato mons. Panzetta, in un messaggio indirizzato all’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace – con un amore grande verso il Santo Padre che, con tale decisione, mi ha manifestato fiducia e incoraggiamento, e anche con una vera gratitudine verso mons. Bertolone che per tanti anni ha guidato con passione la vostra Chiesa bella e gloriosa».

«Vengo tra voi nel nome del Signore – ha aggiunto – e con i sentimenti di un padre e di un fratello, per accompagnare la comunita’ intera in questo tempo denso di speranza in attesa che sia scelto il nuovo Arcivescovo».

«La prima cosa che mi permetto di chiedere a tutti i fedeli – prosegue il messaggio mons. Panzetta – è il dono della preghiera: in tutte le comunità si moltiplichi l’invocazione dello Spirito, perché ci aiuti a riconoscere i segni della volontà di Dio e le opportunità di grazia seminate nella storia inedita che stiamo vivendo».

La lettera di commiato di Vincenzo Bertolone

Carissimi, mentre lascio il servizio pastorale nell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, ripeto, adattandolo, quanto, domenica 12 settembre 2021, papa Francesco ha detto ai giornalisti accreditati sul volo da Roma a Budapest: «Questo volo ha un po’ il gusto del congedo». “Duc in altum – Prendi il largo” (Lc 5,4), ripete Gesù oggi a me, come ad ogni Vescovo e a ciascuna Comunità diocesana. È questo, nel giorno del congedo e dello A-Dio, il momento favorevole per un nuovo slancio spirituale e pastorale, non velleitario, ma basato sulla forte e profonda esperienza della Grazia, da vivere intensamente nell’anno giubilare in ricordo dell’istituzione della Cattedra episcopale nella nostra città.

Oggi mi congedo da Voi, con i quali ho lealmente collaborato per la difesa dei beni comuni e, in particolare della legalità e della giustizia, nella comune costruzione della civiltà umana nella nostra amata Calabria. Vi ringrazio per le tante forme di vicinanza che avete voluto mostrare non soltanto alla mia povera persona, ma all’ufficio che, in nome di Gesù Cristo, ho svolto in questi dieci anni nel nostro territorio. “La vita è sogno” la più famosa tra le commedie di Pedro Calderón de la Barca può fungere da sigla del nostro A-Dio: il sogno di una società più giusta, più amica della natura, senza mafie, né corruzione e né sopraffazioni, capace di un abbraccio collettivo, di un annuncio di misericordia a chi sconta pene in carcere, rimettendo al centro di tutto passione, lungimiranza, soluzione dei problemi e politica seria. Ci sono i sogni soltanto onirici e i sogni profetici, quelli che lo Spirito Santo invia per prefigurare un cambiamento.

Ecco il sogno e la speranza profetica per i nostri tempi qui in Calabria: costruire un’altra società fondata sul rispetto e l’aiuto reciproco, sulla speranza per i giovani e sulla consolazione per gli anziani e gli emarginati. Ed i cattolici, che non debbono fare solo gli spettatori o le comparse, continuino a dare, come mi sono sforzato di fare anch’io con le mie umili e quasi nulle possibilità, il loro contributo, sprigionino le energie umane e spirituali migliori da offrire come forma di servizio non solo agli italiani, ma all’Europa e al mondo, dal momento che noi cristiani, vescovi, preti, consacrati e laici, viviamo non fuori, ma dentro la città. In questo senso, facciamo politica. Del resto, come ha scritto papa Francesco per la Giornata della pace 2019: “La politica è un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e le opere dell’uomo, ma quando, da coloro  la esercitano, non è vissuta come servizio alla collettività umana, può diventare strumento di oppressione, di emarginazione e persino di distruzione”.

Mentre vado via, mi ritornano in mente, uno ad uno, i volti delle donne e degli uomini dei più svariati settori, con i quali sono entrato in contatto, a partire dai collaboratori più stretti di Curia, in particolare il vicario giudiziale e i membri dell’équipe formativa del Seminario minore arcivescovile. In primo luogo, ripenso ai volti carissimi dei confratelli arcivescovi e vescovi, sia titolari che emeriti, con i quali ho condiviso la leale collaborazione per la progettazione pastorale regionale nella Conferenza Episcopale Calabra. Inoltre, ritornano in mente i volti dei sindaci di Catanzaro e Squillace) il dott. Abramo e dott. Muccari, i volti di , sindaci e amministratori di ogni livello, che portano la “croce” del servizio alla loro città. A tutti, quelli di ieri e di domani ripeto: lavorate per Catanzaro e per i paesi dell’hinterland arcidiocesano. Con i miei confratelli Vescovi e Arcivescovi, abbiamo già scritto: «La Calabria va continuamente liberata da mali antichi, e curata in modo nuovo, perché le realtà sofferte nei vissuti di ognuno sembrano scendere dai campanili delle nostre Chiese e versarsi sulle coste dei nostri mari, metafora di un continuo ritorno, nelle distese di argilla: metafora di movimenti sempre franosi, di scontro con l’asperità dei monti, simbolo della durezza della nostra storia. Questa nostra terra, segnata da grandi contraddizioni e contrasti, ha bisogno di risanare, con una terapia intensiva, l’azione amministrativa e politica, puntando a curare quei mali che non hanno più l’ossigeno di respiro verso il bene comune; di debellare la sempre vegeta preoccupazione degli interessi privatistici, per come le cronache degli ultimi tempi ci raccontano».

E tu, Catanzaro, città amata, per questi dieci anni di episcopato residente, alla vigilia di una nuova tornata elettorale, svegliati! Guarda lontano, e riconquista il tuo storico ruolo di raccordo tra culture e poteri. Scegli per tua guida politica soltanto chi si mostra disinteressato, disposto a mettere a servizio di tutti serietà, preparazione professionale, dedizione e generosità. Vado altresì ripensando ai volti del Prefetto dottoressa Maria Teresa Cucinotta per la leale collaborazione a quelli dei responsabili delle forze dell’Ordine: il questore dott. Mario Finocchiaro, il Generale di brigata della GdF Guido Mario Geremia per la delicata attenzione ed il Generale di brigata Andrea Paterna, comandante della Legione dei Carabinieri, il capo della Squadra Mobile, della Polizia Stradale, e di quanti ogni giorno soprintendono alla nostra sicurezza. Grazie dal profondo del cuore. Saluto e ringrazio, il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, dott. Nicola Gratteri ed il procuratore aggiunto vicario della Repubblica, Vincenzo Capomolla: con la loro solerte, instancabile e indipendente attività investigativa, cercano di frenare sul nascere l’attecchimento della zizzania criminale, mafiosa e corrotta, che attossica il buon campo della città e della provincia, corrodendone il grano e frutti buoni, il presidente della Corte d’Appello, i direttori degli Istituti Penitenziari “Ugo Caridi e Silvio Paternostro”, i responsabili dell’Esercito Italiano, dei Vigili del Fuoco, della polizia Municipale, delle associazioni di volontariato di ogni ramo. Il mondo della prevenzione dei reati, delle giuste e legittime sanzioni a chi sbaglia non mi fa dimenticare i volti di coloro che hanno sbagliato e sono in condizione di privazione della libertà personale.

Saluto i carcerati e le carcerate, e vi ripeto ancora: è sempre possibile cambiare vita. Saluto i cappellani delle carceri che con amore e sacrificio offrono il loro servizio per aiutare i carcerati al cambiamento radicale di vita. Saluto i dirigenti, medici, paramedici, infermieri, personale ausiliare degli ospedali, ringraziandoli per quanto fanno a beneficio degli ammalati, unitamente ai cappellani che non cessano mai di stare accanto a chi soffre, soprattutto in questo tempo di pandemia. A tutti rivolgo un affettuoso saluto, pregate per me come io continuerò a fare per voi. Un saluto al Magnifico Rettore, e quanti si adoperano per la crescita intellettuale dei giovani.

Rivedo poi i volti dei giornalisti e degli operatori della comunicazione, che ringrazio per la cortese attenzione alle scelte pastorali del Vescovo e della Conferenza Episcopale Calabra. In particolare, ringrazio i direttori del Quotidiano del Sud, della Gazzetta del Sud che dal novembre 2007 ospita una mia breve riflessione settimanale”, ringrazio anche i responsabili e gli addetti delle testate online regionali e locali ed in particolare (Corriere della Calabria, Catanzaroinforma, Nuova Calabria) per catanzaresità molto attente alle questioni del nostro territorio.

Rivedo, saluto, ed assicuro il mio ricordo verso i volti dei vecchi e dei nuovi poveri, a motivo della pandemia sanitaria, che sono venuti a bussare alle porte dell’Episcopio e delle strutture Caritas. Non mi sfuggono, infine, i volti di tutti coloro che a diverso titolo il Signore ha messo sul mio cammino. Ognuno è stato per un appello dall’alto, una sollecitazione a riconoscere i segni dei tempi, un invito a ricordare che, sulle orme del Pastore bello, esisto soltanto per asciugare qualche lacrima, incoraggiare gli sfiduciati, testimoniare, con umiltà, la nostra fede. (rrm)

 

Città Solidale e Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace per l’Afghanistan

L’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, sensibile al dramma che sta vivendo il popolo afghano, e in direzione di un’attenzione sempre costante agli ultimi che Monsignor Vincenzo Bertolone porta avanti dall’inizio del suo mandato, e di cui si è fatto sempre portavoce, insieme a Città Solidale si sta preparando all’accoglienza concreta e fattiva di persone in arrivo nella nostra terra in cerca di protezione.

La diocesi aprirà le porte ad intere famiglie, con particolare attenzione alle categorie più fragili, bambini e donne. Il Vicario Generale indirizzerà una lettera a tutti i parroci per chiedere loro di segnalare case canoniche vuote o appartamenti non utilizzati, anche in uso a privati, ed anche se ci sono famiglie disponibili ad accogliere piccoli nuclei familiari o anche solo mamma e bambini.

Non sarà un’accoglienza gestita in maniera estemporanea ed improvvisata, ma coordinata da una realtà ecclesiale che, nella Diocesi, ha fatto dell’accoglienza le fondamenta del proprio servizio, ovvero la Fondazione Città Solidale onlus che gestisce attività e servizi per conto dell’Arcidiocesi ed in stretta collaborazione con la Caritas Diocesana e l’Ufficio Migrantes.

Inoltre, Città Solidale metterà a disposizione anche le strutture Sai da essa gestite e già attive nella Provincia (nei Comuni di Gasperina, Catanzaro, Squillace, San Sostene, Girifalco, Satriano), ed anche quelle che saranno a breve avviate (nei Comuni di Tiriolo, Settingiano e Davoli), in linea con quanto indicato dal Ministero dell’Interno.

La Migrantes Diocesana continuerà a dare il suo contributo anche in questo percorso e   segnalerà all’ufficio Migrantes Nazionale della Cei la disponibilità e l’impegno della diocesi a collaborare e mettere in atto le linee guida che saranno impartite dal Ministero dell’Interno, della Caritas Italiana e dalla stessa Migrantes Nazionale. 

Città Solidale, inoltre, impegnata anche nell’ambito della formazione ed informazione, svilupperà un’azione sinergica di sensibilizzazione sul territorio, coinvolgendo parrocchie, scuole, associazioni, affinché le azioni di intervento e risposta siano frutto di un lavoro di rete mirato ed efficace, sempre nel rispetto degli orientamenti che saranno dati dalle Istituzioni preposte (Prefettura, Questura…). 

Una rete tra diverse realtà per offrire risposte concrete e diventare realmente “operatori di pace”, attraverso la via alternativa che ci indica Papa Francesco: «Prenderci cura gli uni degli altri e del creato, per costruire una società fondata sui rapporti di fratellanza». È proprio questo concetto di cura che la Diocesi di Catanzaro-Squillace ha fatto suo ed intende portare avanti anche in questa circostanza. (rcz)