Sposato (Cgil): Il tema salariale e il lavoro povero sono la vera emergenza in Calabria

«l tema salariale e quello del lavoro povero sono la vera emergenza nel nostro Paese e in Calabria». È quanto ha detto Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria, nel corso dell’iniziativa Le mille facce del precariato, svoltasi a Cosenza e organizzata da Cgil Cosenza.

Presenti, oltre a Sposato, il Segretario Cgil Nazionale Pino Gesmundo, il Segretario Generale Cgil Cosenza Massimiliano Ianni, la Segretaria Cgil Cosenza Teresa Aiello, il sindaco di Cosenza Franz Caruso, la docente di Politica economica all’Unical Rosanna Nisticò, il neo europarlamentare e docente di Economia del lavoro all’Università Roma Tre Pasquale Tridico. Presente solo per un breve saluto a causa di impegni l’Arcivescovo della Diocesi di Cosenza Bisignano, Monsignor Giovanni Checchinato.

«Occorre spezzare le catene che tengono il lavoro prigioniero dello sfruttamento e liberarlo. Per questo abbiamo voluto i referendum, per questo occorre sostenere i contratti collettivi aggiungendo il salario minimo. Solo chi non conosce il disagio di milioni di lavoratori ed ha la pancia piena non riesce a comprendere ciò», ha detto Sposato, sottolineando come «i giovani scappano perché non vogliono più farsi sfruttare con stipendi da fame e le classi dirigenti non possono fare finta di non vedere il disagio».

«Il governo Meloni – ha denunciato – ha abbandonato il Sud e lasciato in povertà milioni di persone eliminando l’unico strumento di sostegno alle famiglie.  La politica deve assumere un ruolo di orientamento per gli investimenti pubblici delle partecipate in Calabria che scappano come stanno facendo Tim, Enel, Eni».

«La sinistra deve tornare a fare la sinistra se ne è capace – ha rilanciato –. I dirigenti che fanno finta di essere di sinistra e poi votano leggi contro le lavoratrici ed i lavoratori, non sono tali e dovrebbero fare un passo indietro. Nei prossimi giorni torneremo sulle vertenze Abramo, tirocinanti, Amaco, sulle bonifiche dei veleni di Crotone. In Calabria serve una rivoluzione culturale e delle coscienze e questo può avvenire dialogando con le persone, nelle piazze, nei luoghi di lavoro, in mezzo alla gente».

«Serve – ha concluso – un nuovo regionalismo del Sud da contrapporre a questo scellerato disegno di autonomia differenziata che va combattuto. E se dovesse essere approvato dal Parlamento inizieremo a raccogliere le firme per i referendum».

«Non si limiti alle dichiarazioni. Produca atti formali da presidente della Regione chiedendo il ritiro del provvedimento e si impegni a sottoscrivere la richiesta di referendum nel caso venga approvato dal parlamento», ha detto Pino Gesmundo, rivolgendosi al presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

«Il disegno di legge sull’autonomia differenziata – ha spiegatoMassimiliano Ianni – rappresenta un crimine contro la nostra storia, contro la nostra Costituzione. Un colpo mortale che devasta il welfare, privatizza la sanità e cancella i nostri diritti. A noi il compito di far capire che la precarietà lavorativa sociale esistenziale è all’origine della crisi di democrazia che stiamo vivendo ed è causa primaria di divisione sociale». (rcs)

Cgil, Cisl e Uil chiedono a Occhiuto un incontro per affrontare le Vertenze lavorative

I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria, rispettivamente Angelo SposatoTonino RussoMariaelena Senese, hanno chiesto al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, un incontro urgente «al fine di affrontare alcune delle principali vertenze lavorative ancora irrisolte nella nostra regione».

Un incontro necessario per «discutere e concordare azioni concrete e tempestive», hanno detto i sindacati, «certi che, con il suo intervento, sarà possibile individuare percorsi condivisi che possano portare a soluzioni stabili e durature».

«La situazione è diventata insostenibile – hanno detto – e le Segreterie unitarie richiedono un intervento immediato e risolutivo da parte delle istituzioni regionali e nazionali».

«La crisi che ha colpito l’Abramo Customer Center – viene ribadito – rischia seriamente di avere ripercussioni gravissime sui lavoratori e sulle loro famiglie. I dipendenti, che per anni hanno garantito servizi essenziali con professionalità e dedizione, si trovano ora a fronteggiare incertezze lavorative e salariali. È necessario discutere delle possibili soluzioni per garantire la continuità occupazionale e salvaguardare i posti di lavoro. Chiediamo che vengano esplorate tutte le opzioni possibili, incluse misure di sostegno e interventi per attrarre nuovi investimenti nel settore».

«Il settore del trasporto pubblico locale in Calabria – hanno continuato i sindacalisti – affronta problematiche croniche che minano la qualità del servizio e la sicurezza dei lavoratori. Un esempio evidente di queste difficoltà è l’azienda Amaco, che dopo il fallimento ha lasciato 120 famiglie nel limbo di un futuro incerto. È cruciale costruire una soluzione condivisa che salvaguardi i livelli occupazionali, garantendo al contempo una mobilità cittadina di qualità».

«La carenza di risorse, la vetustà dei mezzi e le difficoltà gestionali stanno portando il settore al collasso – hanno sottolineato –. È urgente un piano di intervento che preveda investimenti mirati al rinnovo del parco mezzi, alla formazione del personale e alla riorganizzazione del servizio per rispondere alle reali esigenze dei cittadini calabresi».

«Inoltre, la questione della bonifica dei siti inquinati nel crotonese da parte di Eni – hanno ribadito – è di fondamentale importanza. La situazione ambientale in queste aree rappresenta una seria minaccia per la salute dei cittadini e per l’ecosistema locale».

«È essenziale – hanno proseguito – che Eni acceleri le operazioni di bonifica, garantendo al contempo il rispetto delle normative ambientali e la sicurezza dei lavoratori coinvolti. Chiediamo un confronto per monitorare lo stato dei lavori e discutere delle possibili misure per mitigare gli impatti ambientali e sociali derivanti dall’inquinamento».

«Infine, la questione dei tirocinanti di inclusione sociale – hanno rimarcato Sposato, Russo e Senese – necessita di un approfondimento particolare. Questi lavoratori rappresentano una risorsa fondamentale per la nostra regione, impegnati in attività che spaziano dal supporto nelle scuole ai servizi di assistenza sociale. Tuttavia, la precarietà delle loro condizioni contrattuali e la mancanza di prospettive future rendono il loro impegno insostenibile. Chiediamo di esaminare la possibilità di stabilizzare questi rapporti di lavoro, riconoscendo il valore sociale ed economico del loro operato». (rcz)

La campagna referendaria della Cgil arriva all’Umg: Chiediamo impegno comune per cambiare il Paese

«Chiediamo un impegno comune per cambiare il Paese». È l’appello lanciato dalla Cgil che, con la sua campagna referendaria, è approdata all’Università Magna Graecia di Catanzaro.

Lì e categorie della Cgil che riguardano lavoratrici e lavoratori occupati nel contesto universitario. Flc Cgil, Filcams Cgil, Fp Cgil, Fiom Cgil, Fillea Cgil, Flai Cgil e Cgil Area Vasta hanno fatto volantinaggio e illustrato le questioni sulle quali il sindacato intende incidere.

La Cgil, che ha raggiunto 13mila firme in poche settimane di campagna, punta a rendere il lavoro più dignitoso, tutelato, sicuro e stabile chiedendo un impegno  comune per cambiare il Paese. In particolare, il referendum punta a garantire il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo andando ad abolire la norma del Jobs Act che lo limita a chi sia stato assunto dopo il 2015.

Il Sindacato mira anche a cancellare il tetto massimo di indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato nelle piccole aziende, affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcuna soglia e a superare la precarietà dei contratti di lavoro eliminando la liberalizzazione dei contratti a termine confinandone l’uso a causali specifiche e temporanee.

Per rendere il lavoro più sicuro nel sistema degli appalti la Cgil punta, infine, ad abrogare la norma che esclude la responsabilità solidale delle aziende committenti nell’appalto e nel subappalto, in caso di infortunio e malattia professionale della lavoratrice o del lavoratore.

Passi importanti che andrebbero a minare le fondamenta del precariato e dello sfruttamento e ad incidere concretamente sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.

La campagna della Cgil si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta la Calabria con banchetti e presidi diventati anche occasioni per raccontare le esperienze subite sulla propria pelle nell’intento comune di invertire la rotta. La raccolta firme proseguirà fino a luglio anche nelle Camere del Lavoro, ma è possibile firmare altresì on line. (rcz)

Gullì (Spi Cgil Calabria): Troppi tentativi di minare le fondamenta della Costituzione

«In questo momento storico e politico sono troppi i tentativi di minare alle fondamenta quanto scritto dai costituenti, aggredendo principi come la libertà e l’uguaglianza». È quanto ha detto Carmelo Gullì, segretario generale di Spi Cgil Calabria, nel corso dell’incontro con gli studenti del Liceo Filolao e Liceo Gravina di Crotone.

«Partecipare e non essere indifferenti è uno dei modi per pretendere l’applicazione della Costituzione nata per fare dell’Italia un paese democratico e antifascista senza se e senza ma», ha detto ancora il segretario nel corso della manifestazione La Costituzione va a scuola – Democrazia e Costituzione tra Stato Etico e Stato di Diritto, organizzata dallo Spi Cgil Calabria con lo Spi Cgil Area Vasta e l’Anpi e che ha visto gli interventi della neo eletta Segretaria Generale Nazionale dello Spi Cgil Tania Scacchetti, del segretario Generale Cgil Calabria Angelo Sposato, della Segretaria Spi Cgil Calabria Rossella Napolano, del rappresentante del Comitato Nazionale dell’Anpi Mario Vallone, del professore di Diritto Pubblico Walter Nocito e della la docente di Storia e Filosofia Giusi Acri.

«Nella costituzione antifascista c’è la storia e l’identità del nostro Paese – ha rimarcato Angelo Sposato, rivolgendosi agli studenti – c’è il vostro futuro, il lavoro, i diritti, le libertà sindacali, il diritto di sciopero, ci sono i doveri, c’è la Pace, c’è l’articolo uno che deve essere un monito alle classi dirigenti e che recita che “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Difendere la costituzione è difendere il lavoro dalla precarietà e dallo sfruttamento, come stiamo facendo con i nostri referendum».

«Lo Spi – ha spiegato la Segretaria Spi Cgil Calabria Rossella Napolano – da tempo lavora sul legame transgenerazionale con i giovani fatto di ascolto e di discussione sui valori fondanti. È un modo per rispondere all’attuale crisi valoriale, allo scenario attuale sempre più complesso, attraversato da guerre e difficoltà».

«C’è ancora molto da fare per applicare la Costituzione e questo è uno dei motivi per non stravolgerla», ha detto in conclusione la Segretaria Generale Nazionale Spi Cgil Tania Scacchetti, invitando poi a notare come nella Carta Costituente siano state poste le basi per successive conquiste civili, come il divorzio e il diritto di famiglia.

Al termine dell’iniziativa il sindacato ha distribuito agli studenti una copia tascabile della Costituzione invitandoli a portarla sempre con sé, a rispettarla e difenderla.

Legge 194, Cgil: Calabria non recepisca direttive nazionali sui consultori

La Cgil, lo Spi Cgil e la Fp Cgil Calabria, insieme al Coordinamento Donne Cgil Calabria, hanno chiesto, con forza, di non recepire le indicazioni nazionali, evidenziando il principio di libertà e autodeterminazione delle donne che scevre da ogni condizionamento ideologico debbono poter esercitate un diritto sancito dalla legge 194.

Un diritto per il sindacato «già fortemente osteggiato, di fatto, dalla presenza dei tanti medici obiettori presenti nel servizio sanitario e dallo svuotamento delle figure professionali nei consultori non garantendo un’erogazione appropriata dei servizi e mandando in affanno i pochi centri accessibili all’Ivg».

Il 23 aprile scorso, infatti, è stato approvato al Senato, nell’ambito della revisione del Pnrr, il decreto 19/24 in merito alla previsione dei fondi destinati alla sanità per l’organizzazione dei Consultori Familiari, permettendo di fatto la possibilità di accesso alle associazioni antiabortiste in definizione al sostegno alla maternità.

«In ultima analisi – conclude la nota – la Cgil rivendica con forza la difesa della legge 194 e dei diritti ad essa connessi e del rispetto dei principi di presa incarico delle donne tempestiva e gratuita, evidenziando che il sostegno alla maternità si possa esprimere a maternità avvenuta e non nella scelta preventivain cui le donne devono poter esercitare il diritto di decidere sulla salute complessiva del proprio corpo in assoluta serenità e avvalendosi del sostegno professionale specializzato». (rcz)

Domani a Catanzaro la manifestazione dei tirocinanti calabresi

Domani mattina, davanti alla Prefettura di Catanzaro, si terrà la manifestazione dei tirocinanti calabresi, organizzata da Nidil Cgil, Felsa Cisl, Uil Temp e Usb Fds, per dare un forte segnale affinché la vertenza che coinvolge circa 4.200 lavoratori sia posta al centro dell’attenzione della politica, delle istituzioni e dell’opinione pubblica.

Le sigle sindacali hanno chiesto di poter incontrare  il Prefetto di Catanzaro per rappresentare compiutamente le preoccupazioni e prospettare le azioni da mettere in campo per la risoluzione positiva della vicenda.

L’Azione sinergica dei sindacati, nei mesi scorsi, si è concretizzata nell’approvazione di un emendamento al Milleproroghe che prevede la possibilità di una contrattualizzazione per 18 mesi a 18 ore. Inoltre, una definizione tecnica parziale ha escluso dalle procedure circa 500 lavoratori. La medesima norma, però, rimanda a una dotazione finanziaria di soli 5 milioni di euro del tutto insufficiente a fronte di un fabbisogno di circa 70 milioni di euro annui.

La contrattualizzazione, pertanto, risulta al momento una possibilità solo teorica, stante la situazione di cronico deficit finanziario in cui versano gli Enti locali calabresi, ed il rischio concreto è che quanto conquistato con le lotte sindacali rimanga lettera morta. I fondi necessari per la contrattualizzazione di questa larga fetta di precariato calabrese, però, potrebbero essere reperiti nei mesi di maggio e giugno prossimi quando in Parlamento sarà avviata la discussione dell’assestamento di bilancio, oltre a emendare la definizione tecnica degli enti che possono contrattualizzare e così recuperare i lavoratori esclusi. (rcz)

L’OPINIONE / Angelo Sposato: Visita di Mattarella nelle aziende mette al centro i lavoratori

di ANGELO SPOSATO – La visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella presso le aziende agroalimentari calabresi nella ricorrenza del primo maggio è molto significativa e la apprezziamo con profonda gratitudine. Decidere di incontrare lavoratrici e lavoratori nelle aziende in un momento difficile per la vita economica e sociale del Mezzogiorno e della Calabria è un auspicio per le classi dirigenti a fare meglio.

La Calabria ha necessità di grandi investimenti per la cultura, l’istruzione, di infrastrutture sociali, materiali e immateriali, per un lavoro sicuro e di qualità che metta un freno alla fuga dei giovani ed allo spopolamento delle aree interne.

La dignità del lavoro, della persona, la lotta alla ‘ndrangheta, il diritto alla salute sono temi che non possono continuare ad essere sottovalutati dalla politica. Il Paese, ora più che mai, ha bisogno di unità, deve essere coeso, non servono confini regionali per affrontare le sfide internazionali dell’economia, per la crescita, lo sviluppo ed il benessere dei cittadini.

La visita del Presidente nelle aziende produttive, vicino a lavoratrici e lavoratori, è indicativo della necessità di investire di più nel valore del lavoro di qualità, di mettere al centro la persona, piuttosto che rincorrere la finanziarizzazione delle economie e dei mercati che ha prodotto enormi disuguaglianze e povertà.

È necessario un nuovo umanesimo del lavoro. Il Sud, la Calabria, hanno bisogno di classi dirigenti operose e proiettate verso gli interessi collettivi.

Grazie Presidente.

Buon primo maggio a tutte e tutti i calabresi. (as)

[Angelo Sposato è segretario generale Cgil Calabria]

TRA BLOCCO ASSUNZIONI E DIRITTI NEGATI
STA SPROFONDANDO LA SANITÀ CALABRESE

di ANGELO SPOSATO, ALESSANDRA BALDARI, CARMELO GULLÌ E FRANCESCO MASOTTI – Sul Sistema sanitario nazionale si è scatenata la “tempesta perfetta” e i “segnali” del suo graduale ma inarrestabile declino sono tanti: il persistente definanziamento (37 miliardi di euro di tagli negli ultimi 10 anni), le disuguaglianze e le divisioni create da 20 diversi sistemi sanitari regionali, il crescente invecchiamento della popolazione e la riduzione progressiva del personale per la fuoriuscita anticipata di decine di migliaia di medici e operatori sanitari, con la difficoltà, quindi, di riuscire a tenere aperti i reparti ospedalieri o di assicurare l’assistenza di base ai cittadini.

Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sulla salute, nei prossimi dieci anni il Ssn si troverà con circa il 25% di personale in meno e a niente servirà “importare” medici stranieri o richiamare in servizio medici in pensione.

In un Paese dove aumenta la vita media e crescono le malattie croniche il problema diventa l’assistenza e la cura della persona. Senza investimenti e risorse adeguate il Ssn pubblico ed universale non potrà sopravvivere. Serve, invece, come sosteniamo da tempo, un piano straordinario di riordino dei servizi, di assunzioni e di investimenti nella sanità pubblica con un incremento stabile del finanziamento del SSN che lo riporti in linea con la media degli altri paesi europei e l’eliminazione dei vincoli del tetto di spesa per il personale degli enti dei Servizi Sanitari Regionali.

Una nota a parte merita la grave situazione della Calabria che, già a distanza di dieci anni dalla regionalizzazione della sua sanità, è piombata all’interno di un pesantissimo piano di rientro, con ricadute negative in termini di blocco delle assunzioni e di mancate risposte ai bisogni di salute dei cittadini.

Ad oggi siamo all’attuazione del quinto Programma Operativo senza alcun risultato concreto: livelli essenziali di assistenza sotto la soglia della sufficienza e una migrazione sanitaria che mette in serie difficoltà i cittadini e svuota le casse regionali. Situazione che, negli ultimi quattro anni e mezzo di guida della Regione da parte del centrodestra calabrese, è peggiorata. Lo attestano i cittadini che chiedono assistenza e cure ed è certificato dal sistema di monitoraggio dei Lea dall’Agenas e da organismi indipendenti come la Fondazione Gimbe.

E, intanto, la Calabria continua a non spendere per garantire l’assistenza sanitaria ai suoi cittadini, a tal punto che i tecnici dei ministeri della Salute e del MEF nell’ultimo verbale dello scorso 22 gennaio scrivono che «l’avanzo che si osserva dopo le coperture nell’anno 2022 è collegato al ritardo degli interventi, come anche evidenziato dai numerosi accantonamenti delle risorse del Fondo sanitario regionale indistinto e vincolato, che avrebbero dovuto essere messi in atto per il potenziamento dei Lea, auspicati dalle numerose iniziative legislative nazionali a sostegno della Regione Calabria intervenute negli anni e dall’iscrizione dei contributi dello Stato a sostegno del Piano di rientro della Regione Calabria che appaiono non utilizzati».

Sembra di rileggere l’ultima relazione annuale della Corte dei Conti che parla di “contributi dello Stato a sostegno del Piano di rientro della Regione Calabria che appaiono largamente non utilizzati” e di “ritardo degli interventi che avrebbero dovuto essere messi in atto per l’erogazione dell’assistenza sanitaria attraverso il potenziamento dei Lea. L’avanzo al 31 dicembre 2022, (chiosa la Corte dei Conti), non fotografa in maniera veritiera e corretta la situazione del sistema sanitario calabrese”.

Rilanciamo con forza l’impegno assunto dalla presidenza di Giunta regionale, ad oggi disatteso, ad attivare tavoli di confronto continuo di livello regionale prima e delle Aziende Sanitarie Provinciali a seguire in cui operare la contrattazione socio-sanitaria territoriale, quale aspetto di fondamentale importanza nel complesso lavoro di riorganizzazione del Sistema sanitario regionale.

Se l’impegno assunto non sarà rispettato mobiliteremo lavoratori e i cittadini a difesa e tutela del diritto a curarsi ed essere assistiti nel territorio in cui vivono per fermare i processi di emigrazione sanitaria, di privatizzazione e per rilanciare un Sistema sanitario regionale pubblico e un sistema socio-sanitario che garantisca tutte le comunità, con particolare attenzione a quelle delle aree interne e contribuisca ad evitarne lo spopolamento.

Diritti rispetto ai quali, il disegno di legge per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni, il cosiddetto ddl Calderoli, non solo non risolverebbe le gravi problematiche della nostra regione, ma ne accentuerebbe le disuguaglianze e il divario rispetto alle altre regioni italiane. (as, ab, cg, fm)

[Angelo Sposato, Alessandra Baldari, Carmelo Gullì e Francesco Masotti sono rispettivamente Segretario Generale Cgil Calabria, Segretaria Generale Fp Cgil Calabria, Segretario Generale Spi Cgil Calabria e Fp Cgil Medici Calabria]

La Cgil celebra il 25 aprile a Vibo: “Liberiamo il Paese da precarietà e lavoro povero”

È a Vibo Valentia che quest’anno la Cgil Calabria celebrerà il 25 aprile. E lo farà nel segno del Liberiamo il Paese da precarietà e lavoro povero, con un appuntamento alle 17 al Valentianum. In occasione del 25 aprile la Cgil avvierà la raccolta firme per i referendum su Lavoro e Sicurezza che puntano a cancellare il Jobs Act e il tetto all’indennizzo che l’azienda deve corrispondere al lavoratore licenziato illegittimamente, cancellare l’abuso del contratto a termine e la deresponsabilizzazione delle aziende in caso di infortunio o malattia professionale.

«Ma non solo. È ancora più importante, ma anche urgente – si legge in una nota – ricordare quest’anno la lotta partigiana e la Resistenza, il cui coraggio e sacrificio hanno permesso di mettere la parola fine alla dittatura fascista e di consegnare il Paese nelle mani della democrazia».

«In momenti così difficili, in cui chi ha le redini del governo ha difficoltà a definirsi antifascista – prosegue la nota –, in cui le operazioni di revisionismo storico aumentano e l’autoritarismo e le scelte di Palazzo Chigi vanno nella direzione di una compressione dei diritti civili faticosamente conquistati, mettendo in discussione anche ciò che davamo ormai come assodato, è necessario lanciare l’allarme partendo dalle radici del Paese».

«E delle radici fa parte anche la nostra Carta Costituzionale che troppo spesso è stata messa in discussione – conclude la nota – come nel caso dell’ Autonomia Differenziata, contro la quale siamo schierati in prima linea e verso la quale non intendiamo abbassare la guardia.  Siamo molto preoccupati della torsione democratica che sta colpendo la libera informazione con i tentativi di censura a giornalisti, scrittori, intellettuali nei canali del servizio pubblico televisivo nazionale». (rvv)

A Cosenza il sit-in di Cgil e Uil: Un protocollo per legalità e sicurezza

È necessario «farsi portavoce con il governo nazionale per potenziare l’organico nell’Ispettorato del lavoro e nelle aziende sanitarie perché è necessario che gli organi ispettivi lavorino in sinergia per aumentare i controlli». È quanto hanno ribadito Angelo SposatoMaria Elena Senese, rispettivamente segretari generali di Cgil e Uil Calabria, nel corso dell’incontro con il prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella, avvenuto durante la manifestazione di Cosenza per rivendicare maggiore sicurezza sul lavoro e meno precarietà.

Sono stati incontrati, anche, il capo di Gabinetto della Prefettura Giuseppe Di Martino e il funzionario Gianfranco Rovito. Nell’occasione, è stato chiesto ai vertici della Prefettura «di farsi portavoce dell’esigenza di un protocollo per la legalità e sicurezza e di misure di tracciabilità sulla spesa dei fondi comunitari e Pnrrr con la Regione».

«Nel settore dell’edilizia e dell’agricoltura – ha detto Maria Elena Senese – si registrano maggiormente infortuni mortali e per questi settori bisognerebbe prevedere organi ispettivi dedicati, con tecnici specializzati. La Calabria ha un triste primato, da noi c’è un problema di lavoro sommerso importante che si annida specialmente nei subappalti a cascata. Dobbiamo provare a fare un’inversione di marcia ma non solo da parte da nostra, abbiamo bisogno di tutti, lavoratori, istituzioni e aziende».

«Aver precarizzato il lavoro in questi anni, rendendolo più debole, sottopagato e sfruttato – ha aggiunto Sposato – ha creato una cultura del disvalore del lavoro e quando c’è disvalore anche la sicurezza viene meno. Abbiamo bisogno di norme che creino deterrenza contro chi vuole utilizzare il lavoro sfruttato e mettere in pericolo la vita dei lavoratori, serve introdurre il reato penale di omicidio sul lavoro e selezionare le imprese attraverso la patente a punti».

«Abbiamo chiesto alla prefetta di interfacciarsi con il presidente della Regione – ha spiegato – e segnalare che è necessario, sui venti miliardi di spesa che ci saranno su Pnrr e sulla programmazione comunitaria, di fare dei protocolli di legalità e rintracciabilità della spesa».

«Gli interventi devono essere selettivi – ha concluso – e dare premialità solo alle imprese che investono sulla sicurezza del lavoro, perché abbiamo visto che laddove sono stati fatti i protocolli di legalità, anche in grandi opere pubbliche, gli incidenti sul lavoro sono diminuiti».

Simone Celebre, segretario generale di Fillea Cgil Calabria, ha, invece, chiesto di sollecitare da subito alla Regione un’ordinanza per il lavoro durante le giornate più calde.

Da parte della Prefettura abbiamo avuto la disponibilità a veicolare le istanze a livello nazionale e regionale. (rcs)