L’OPINIONE / Roberto Rugna: Legalità e impresa, binomio inscindibile

di ROBERTO RUGNA – La legalità non è solo un principio da difendere, ma un’azione quotidiana da costruire con coraggio e responsabilità.

Il convegno sul tema “Coraggio e Legalità – Istituzioni e Imprese insieme contro la ’ndrangheta”, promosso dalla Camera di Commercio di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia e da Unindustria Calabria, è stato un’occasione di confronto di altissimo livello, che ha visto riunite forze dell’ordine, magistratura, istituzioni regionali e nazionali, insieme al mondo produttivo per unire le forze contro le infiltrazioni mafiose nell’economia.

La nostra associazione rappresenta centinaia di imprese che ogni giorno costruiscono pezzi di città e futuro. Ma non si può fare sviluppo senza sicurezza. E per sicurezza intendiamo non solo quella nei cantieri, che già presidiamo con competenza e rigore, ma anche la sicurezza di operare in un contesto dove lo Stato è presente, le regole sono rispettate, e chi denuncia viene protetto. In questo senso, il dialogo con le forze dell’ordine e con la magistratura è per noi fondamentale e irrinunciabile.

Il nostro impegno come categoria è netto: promuovere una cultura della denuncia, rafforzare i legami con le Istituzioni, isolare chi pensa di piegare l’impresa alla logica della prevaricazione. Per questo è essenziale continuare a creare occasioni come questa, che parlano a tutta la società civile e accendono i riflettori su una Calabria che non si arrende e che vuole costruire il proprio riscatto con il lavoro onesto, la trasparenza e il rispetto delle regole. (rr)

[Roberto Rugna è presidente di Ance Calabria]

LA RESILIENZA DELLE IMPRESE COSENTINE
E INCOERENZA DEL MERCATO DEL LAVORO

di KLAUS ALGIERIIl tessuto imprenditoriale della provincia cosentina continua a mostrare una certa vivacità demografica, facendo registrare a fine 2024 un tasso di sviluppo annuale dello +0,52%, frutto del saldo positivo tra nuove iscrizioni e cancellazioni (non d’ufficio).

Tuttavia, nonostante il saldo positivo, si osserva una diminuzione dello stock di sedi di impresa pari al -4,6% rispetto al 2023, dovuto all’elevato numero di cancellazioni d’ufficio (ben 3.556). Leggermente inferiore (-3,5%) la riduzione dello stock delle Localizzazioni di impresa, che passano dalle 81.840 di fine 2023 alle 78.968 del 31/12/2024.

La contrazione dello stock, tuttavia, non corrisponde necessariamente ad una flessione del dinamismo imprenditoriale. L’analisi dimensionale, infatti, conferma la tendenza, in atto dal 2012, che vede le imprese cosentine strutturarsi in forme giuridiche più complesse, in particolare, le società di capitale che sono passate dal 17% del totale delle imprese cosentine nel 2012 al 30% del 2024. Nello stesso periodo le ditte individuali sono passate dal 64% all’attuale 56%. 

L’incremento del peso delle società di capitali trova parziale giustificazione nelle esigenze di un mercato, che nei periodi di crisi, penalizza gli operatori di piccolissime dimensioni spingendo le imprese più resilienti a dotarsi di formule organizzative più strutturate, in grado di reggere meglio le sfide competitive. 

L’analisi settoriale evidenzia una contrazione generalizzata degli stock per tutte le principali categorie produttive: Commercio (-6%), Agricoltura (-8,1%) Costruzioni (-4,7%) ed Attività Manifatturiere (-5,28%) sono i settori che hanno registrato le contrazioni maggiori degli stock sia in termini relativi che assoluti. In leggero incremento numerico solo le imprese operanti nelle Attività immobiliari e delle Professioni scientifiche e tecniche, e più in generale si osserva una tenuta delle imprese operanti nei diversi settori dei servizi.

Occupazione e mercato del lavoro mostrano segnali contraddittori

Le imprese cosentine nel 2024 (dati Excelsior) hanno “previsto” il 10,3% in più di lavoratori in entrata rispetto al 2023 (+0,1% la media nazionale). 

Anche la platea delle imprese che intendevano fare assunzioni è aumentata dal 59% del 2023 al 61% del 2024. Le professioni maggiormente richieste in provincia riguardano esercenti ed addetti alla ristorazione, addetti alle vendite e operai specializzati del settore edile. I settori che hanno previsto più entrate sono stati quelli di alloggio, ristorazione e servizi turistici, Commercio e comparto Costruzioni.

Tuttavia, secondo l’Istituto Guglielmo Tagliacarne, nei primi nove mesi 2024 il tasso di occupazione provinciale è rimasto sostanzialmente invariato mentre il tasso di disoccupazione è sceso dal 17,8 del 2023 al 14,9 del 2024.

I dati appena enunciati, apparentemente contraddittori, trovano una spiegazione dalla persistenza di un costante declino demografico della provincia, un trend crescente di emigrazione giovanile e ad un aumento della popolazione residente inattiva, in un contesto dove il tasso di occupazione è tra i più bassi in Italia.

Una opportunità da cogliere, per arginare l’emigrazione e la disoccupazione giovanile, potrebbe essere rappresentata dalla filiera Culturale e Creativa, che in Calabria, secondo l’ultimo Rapporto “Io sono Cultura” realizzato da Symbola, è in netta crescita almeno secondo i dati più aggiornati (2023 rispetto al 2022). 

In particolare, la Calabria è la regione con il più alto incremento sia in termini di valore aggiunto (+10,1%) sia in termini di numero di occupati (+6,8%) nella filiera del Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC), percentuali doppie rispetto alla media nazionale. Questi significativi incrementi, per la nostra regione, sono attribuibili più alle attività Core cultura che a quelle creative driven, e specificatamente dovuti all’aumento della produzione Audiovisiva e musicale, dell’Editoria e stampa nonché delle attività di produzione Software e videogiochi. (ka)

[Klaus Algieri è presidente della Camera di Commercio di Cosenza]

EXPORT E INNOVAZIONE, IL FUTURO È QUI
LA CALABRIA NON PERDA QUEST’OCCASIONE

di FABRIZIA ARCURI – L’internazionalizzazione è una delle sfide più significative per il sistema produttivo italiano, in particolare per le piccole e medie imprese che intendono affacciarsi ai mercati esteri. Per rispondere a questa esigenza nasce il Mediterranean Export Innovation Hub (Meih), un’Associazione che si propone come punto di riferimento per le aziende desiderose di espandere la propria presenza a livello internazionale.

Attraverso strategie mirate, formazione specialistica e un network di contatti consolidato, il Meih offre strumenti concreti per accompagnare le imprese nel loro percorso di crescita oltre i confini nazionali.

L’iniziativa è guidata da Alessandro Crocco, imprenditore italo-americano con una solida esperienza nell’export e nei processi di internazionalizzazione. Attivo tra New York e l’Italia, ha sviluppato una profonda conoscenza dei mercati esteri e delle strategie per la crescita delle Pmi, con l’obiettivo di creare connessioni efficaci tra le eccellenze italiane e il contesto globale.

Il Meih nasce proprio da questa visione, configurandosi come un catalizzatore di crescita per le imprese, trasformando le ricchezze produttive del territorio in una leva di sviluppo concreto. Un progetto che assume un valore strategico soprattutto per il Sud Italia e per la Calabria, una terra dal grande patrimonio culturale e produttivo, che necessita di strumenti adeguati per affermarsi sui mercati internazionali. L’Associazione si pone come risposta a questa esigenza, promuovendo la competitività delle imprese locali e favorendone l’integrazione nel commercio globale.

A sancire l’avvio ufficiale delle attività, il Meih sigla il suo primo Protocollo d’Intesa con Confapi Calabria, una collaborazione strategica che consolida il legame tra il mondo imprenditoriale e le strategie di internazionalizzazione. L’accordo rappresenta il primo passo concreto di un percorso che punta a rafforzare la competitività delle imprese locali, favorendo sinergie tra innovazione, formazione e accesso ai mercati esteri.

L’evento di presentazione, in programma lunedì 24 febbraio alle 10.30 presso Villa Rendano a Cosenza, si aprirà con i saluti istituzionali di coloro che, sin dall’inizio, hanno sostenuto la filosofia e la mission del Meih. Importanti appuntamenti istituzionali, dal Senato della Repubblica al Consiglio Regionale della Calabria, fino agli incontri sui territori, hanno contribuito a dare impulso all’iniziativa, consolidandone la visione e il percorso di crescita. A portare i saluti istituzionali saranno la senatrice Tilde Minasi, la Presidente di Brutium, Gemma Gesualdi, Walter Pellegrini, Presidente della Fondazione Giuliani e Antonello Grosso La Valle, il Presidente di Unpli Cosenza e Consigliere Nazionale.

A presentare il progetto e il Protocollo d’Intesa saranno Alessandro Crocco, Presidente del Meih, Francesco Napoli, Presidente di Confapi Calabria, la sottoscritta, vicepresidente Meih, e Rossana Battaglia, presidente Accademia degli Imprenditori. A moderare l’incontro sarà Francesca Preite, Responsabile comunicazione e Vicepresidente Filiera UNIGEC – Confapi Calabria.

«Il progetto Mediterranean Export Innovation Hub incarna la visione di un’Italia che sa guardare oltre i propri confini, forte della sua cultura, della sua qualità e della sua capacità di innovare – afferma Alessandro Crocco –. Ma, soprattutto, vuole dare risposte concrete alla Calabria e al Sud Italia, territori che, troppo spesso, restano esclusi dalle grandi opportunità dell’export e dell’innovazione».

«Con questa iniziativa – continua – vogliamo creare un ecosistema in cui le imprese locali possano apprendere, collaborare e crescere, facendo della qualità e dell’identità territoriale il loro punto di forza per conquistare i mercati internazionali».

«La firma – sottolinea – di questo Protocollo d’Intesa con Confapi Calabria è solo l’inizio di un percorso che metterà a disposizione delle Pmi strumenti concreti per affermarsi e competere su scala globale, con un’attenzione particolare per le realtà produttive calabresi, che meritano di essere valorizzate a livello internazionale».

Entusiasta della collaborazione, Francesco Napoli, Presidente di Confapi Calabria, sottolinea il valore strategico dell’accordo: «Siamo orgogliosi di presentare l’Export Innovation Hub e il Mediterranean Export Innovation Hub, iniziative che rappresentano un’opportunità concreta per il futuro dell’export, non solo per la Calabria, ma per l’intero Sud Italia».

«Questi progetti – enfatizza – segnano un passaggio fondamentale verso la modernizzazione e il rafforzamento del nostro tessuto produttivo, grazie alla sinergia tra innovazione, competenze e mercato internazionale. È un’occasione imperdibile per le aziende calabresi, che hanno sempre dimostrato un potenziale straordinario ma che spesso incontrano ostacoli nell’accedere ai mercati globali».

«Con il Meih – conclude – vogliamo colmare questo divario e creare un ponte tra le imprese locali e le opportunità internazionali. Un ringraziamento particolare va ad Alessandro Crocco per il suo impegno e la sua visione, che hanno reso possibile questo importante progetto».

Mi preme sottolineare l’importanza della comunicazione e del marketing nell’internazionalizzazione, in quanto non basta un prodotto eccellente per conquistare i mercati esteri, è necessario saperlo raccontare, creare un’identità forte, trasmettere la storia e i valori che lo rendono unico.

Questo è ancora più vero per la Calabria, una terra che vanta eccellenze straordinarie, dall’agroalimentare all’artigianato, dal turismo alla tecnologia, ma che fatica ancora a imporsi sul panorama internazionale.

La nostra missione è accompagnare le imprese in questo percorso, fornendo strumenti di promozione, formazione mirata e strategie di branding efficaci. Dobbiamo fare in modo che il Made in Calabria non sia solo riconosciuto, ma desiderato, perché porta con sé autenticità, qualità e una storia che merita di essere raccontata al mondo intero.

«L’unione fa la forza. Solo lavorando – ribadisce nella chiusa il presidente Crocco – in sinergia possiamo raggiungere obiettivi ambiziosi e rendere l’Italia e quindi la nostra terra di Calabria, protagonista nello scenario globale. Il Mediterranean Export Innovation Hub è aperto a tutti coloro che condividono questa visione e vogliono contribuire a renderla realtà». (fa)

[Fabrizia Arcuri è vicepresidente Meih]

LAVORO, VALORE A QUALITÀ E COMPETENZE
PER IMPEDIRE L’EMIGRAZIONE DEI GIOVANI

di FRANCESCO RAOSecondo uno studio condotto a livello nazionale, il valore del tempo e della vita sta superando quello per il lavoro.  I giovani, muniti di elevate competenze, hanno ben compreso che la loro professionalità può essere espressa in modo circostanziato anche attraverso il lavoro da remoto. Inoltre, l’esperienza acquisita nel breve periodo può generare alti redditi e quindi rimanere chiusi in ufficio per intere giornate per ricevere uno stipendio elevato è un fatto passato. La priorità, per moltissimi giovani, appare indirizzata verso un maggiore controllo del tempo e una migliore qualità della vita. Da queste considerazioni è emerso in un recente studio che nel 70% dei colloqui, sono i giovani a dire “le farò sapere” e non più i datori di lavoro. 

Il paradigma è cambiato: prima viene la soddisfazione del vivere, poi il lavoro dal quale trarre la giusta remunerazione per affrontare la quotidianità e la realizzazione personale e familiare. Molti datori di lavoro iniziano a comprendere tale evidenza a loro spese. Ma la tipologia di risposta, attuata da molti per affrontare questo tipo di criticità, non punta alle competenze e quindi alla qualità, ma è tesa a risolvere la criticità abbassando il livello di competenze e, al contempo, illudendosi di poter competere con i più moderni e avanzati sistemi di produzione, si ricorre a collaborazioni non qualificate e quindi inadatte a processi di lavoro complessi nei quali, il primo requisito per mantenere le tendenze di produzione e consumo è la competenza.

Nel seguire la regola del momento, oltre alla crescente diffusione dell’intelligenza artificiale, la penuria di competenze, tanto nel settore pubblico quanto nel privato, si finisce per proporzionare il risultato finale ponendo in rapporto alla retribuzione e non alla qualità senza considerare che oggi, la qualità la si acquista sulla rete tramite internet. Questa dinamica, naturalmente registrata dagli osservatori già da tanto tempo e puntualmente non accolta dai decisori politici, ha contribuito a generare sia l’acuirsi dell’attuale crisi demografica sia la forte propensione alla mobilità del posto di lavoro, fatto inedito per quanti in passato, ottenuto il posto di lavoro lo abbandonavano soltanto per quiescenza oppure per crisi specifica del settore produttivo. I giovani, attualmente, hanno molte più competenze rispetto ai loro coetanei del secolo scorso e le dinamiche produttive, nel loro complesso, sono sempre più ostaggio non solo dai parametri dettati da un mercato del consumo, fortemente dinamico, ma anche da una tassazione asfissiante.

Tutto ciò non consente ai nostri sistemi produttivi di reggere il rapporto domanda-offerta, sempre più condizionato dall’insieme delle scelte praticate da un mercato fluente, veloce e simmetrico al desiderio cangiante del consumatore, divenuto ormai parte attiva e quindi individuabile come consumAttore, ossia colui che scegliendo nella quotidianità uno o più prodotti, veicolandone le immagini e diffondendo attraverso i social emozioni e stili di vita ad esso riconducibili, riesce a determinare direttamente la visibilità, la pervasività e la diffusione delle mode e quindi dei consumi, divenute ormai non più fasi stagionali, ma circostanze temporanee, attraverso le quali si può stare soltanto dentro o fuori dal circuito e quanti cercano l’alternativa fuori da tali ambiti divengono gli esclusi della situazione. Credo sia evidente la linearità con la quale si stia materializzando la privazione della libertà di scelta.

Quasi tutto è riconducibile alle logiche dettate dal consumismo. Quanti tentando di evitare il sistema prevalente sarà escluso in quanto oggi inizia a venir meno l’identità delle persone in quanto prevale la logica dei numeri.  In questo scenario, contrariamente al passato, le aree demograficamente meno popolate divengono una centrifuga che spinge fuori le giovani generazioni, vittime della disoccupazione e dei consumi ma al contempo in possesso di una cultura medio-alta non esprimibile nel territorio di appartenenza. Oggi non si parte perché manca il pane sulla tavola oppure perché si è tanti in famiglia e il raccolto non basta per soddisfare le esigenze di tutto il nucleo familiare. Si parte per mettere in pratica le proprie competenze in quei luoghi dinamici, veloci e famelici di competenze e voglia di guadagnare in proporzione alla capacità di essere innovatori. Questa è una tra le narrazioni poco affrontate dai decisori politici. L’acuirsi di questa dinamica, forse nei prossimi dieci anni, diverrà uno tra i motivi mediante la quale si determinerà una ulteriore decrescita per il nostro Meridione, sempre più lontano dalla capacità di immaginare il futuro e sempre meno popolato da persone impegnate ad anticiparne le soluzioni, per contenere il divario Nord-Sud e azionare segnali di ripresa.  

Naturalmente, alla crescita della disoccupazione, le località più esposte a tali fenomeni scelgono di far fronte alle necessità delle popolazioni ricorrendo al minor prezzo di beni e servizi, i primi provenienti da mercati esteri nei quali il basso costo della manodopera e l’alta capacità produttiva rende possibili forniture senza limiti, i secondi, ricorrendo a personale con minori competenze e quindi pronte ad accontentarsi di poco. Nell’insieme, inconsapevolmente, si alimentano ulteriori opportunità di malessere e voglia di emigrare. In questo ultimo passaggio, si cristallizza con puntualità quanto previsto da Pier Paolo Pasolini nel secolo scorso attraverso la lungimirante previsione delle nuove instabilità sociali dettate non più dalla sopraffazione, come avvenne nel corso del Ventennio, ma dalla privazione, fenomeno per il quale, parimenti alla dipendenza da sostanze stupefacenti, l’essere umano vive l’astinenza con forte senso di malessere e per potersi liberare da ciò, in assenza di altri rimedi, non sono escluse le devianze e soprattutto non sono esclusi i casi di suicidio e il ritorno alle divisioni sociali, circostanze per le quali verrà generato il miglior territorio utile all’affermazione dell’anomia, già oggetto di studio da parte di uno dei padri della sociologia e oggi poco considerato quale utile lettura in chiave epistemologica di una realtà propensa alla degenerazione.

Ancora una volta, sarà possibile individuare le risposte alla criticità future attraverso la lettura della storia e considerando l’attuale periodizzazione come naturale evoluzione del tempo preso in esame riconducendolo nell’alveo di una società liquida, incessantemente stimolata dal consumismo e dalla crescente mancanza di quel senso della misura donatoci dall’antica civiltà greca, dalla quale noi Calabresi custodiamo ampie risorse individuabili come virtù. (fr)

[Francesco Rao è docente a contratto cattedra di sociologia generale Università “Tor Vergata” – Roma]

IN CALABRIA SEGNALI POSITIVI, MA ANCORA
TANTE DIFFICOLTÀ: SERVE AZIONE MIRATA

di ANTONIETTA MARIA STRATI – La Calabria si sta riprendendo, anche se lentamente. Il Pil si è stabilizzato, l’inflazione si è ridotta e l’export è in crescita. Si tratta certamente di segnali positivi – già evidenziati dalla Svimez che, nel recente rapporto, aveva rilevato che il Pil della regione è cresciuto dello 1,2% nel 2023 – ma che comunque non devono far abbassare la guardia di fronte ai problemi atavici della Regione.

Infatti, nonostante i dati Svimez abbiano mostrato come il Sud può crescere anche più del Centro-Nord e che non è «un vuoto a perdere, ma un’area che, con investimenti e scelte selettive di politica industriale, presenta un potenziale di crescita», come ha spiegato il direttore della Svimez, Luca Bianchi, «le difficoltà di reperimento del lavoro, il caro tassi e la lenta ripresa del turismo post-pandemia richiedono interventi mirati e politiche di supporto per favorire un contesto economico più stabile e prospero per le imprese calabresi», hanno spiegato il presidente e il segretario regionale di Confartigianato Calabria, Roberto Matragrano e Silvano Barbalace, commentando il report relativo alle tendenze del primo semestre 2024 dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato sulla situazione economica della regione Calabria.

Dichiarazioni che fanno eco a quelle di Bianchi che, all’evento di Barletta Mezzogiorno, Industria, Europa, aveva ribadito come sia «fondamentale investire per mantenere i giovani nel territorio e vedere il Sud come una risorsa, grazie alle imprese e ai talenti presenti».

Per Adriano Giannola, presidente Svimez, «nel Sud esistono filiere industriali significative. Dobbiamo valorizzare la posizione strategica del Mezzogiorno nel Mediterraneo, dotandolo di porti attrezzati e retroporti ospitali, affinché possa giocare un ruolo logistico centrale anche a livello europeo».

Entrando nel dettaglio, la dinamica del Pil per il 2025 in Calabria è prevista prossima allo zero ma leggermente più elevata rispetto al 2024, con una crescita del +0,40% rispetto al +0,13% dell’anno precedente. Nonostante il rallentamento della crescita, il Pil del 2025 supera i livelli pre-crisi del 2019 del +1,4%, contribuendo positivamente allo slancio del Mezzogiorno che registra un incremento del +3,9%.

Prosegue la fase di flessione dell’inflazione. A maggio 2024, in Calabria, i prezzi al consumo sono aumentati del +0,8%, un notevole calo rispetto al +7,1% registrato nello stesso periodo del 2023. Questo rallentamento è dovuto principalmente al calo dei prezzi dei beni energetici, anche se i prezzi di elettricità e gas a maggio 2024 rimangono ancora superiori del 31,3% rispetto ai livelli medi del 2021, anno precedente allo shock energetico.

Occupazione

Nel primo trimestre del 2024, gli occupati in Calabria sono 526 mila, con un aumento di 9 mila unità (+1,8%) rispetto al primo trimestre del 2023. Questo trend è trainato principalmente dalle occupate (+3,1%) e dai lavoratori dipendenti (+5,4%). Tuttavia, si osserva una riduzione nella componente indipendente (-9,1%) rispetto al +2,1% di fine anno.

A livello settoriale, nei primi tre mesi del 2024, l’occupazione nel Manifatturiero è aumentata del +4,3%, un miglioramento rispetto al -2% di fine 2023. Al contrario, il settore delle Costruzioni ha registrato una decrescita del -17,3%, peggiore del -1,6% di fine anno. Anche nei Servizi l’andamento positivo del +3,0% è risultato inferiore al +5,8% di fine 2023.

Difficoltà nel reperimento del lavoro

Le imprese calabresi continuano a segnalare difficoltà nel reperimento del personale. A giugno 2024, la quota di entrate ritenute difficili da trovare si attesta al 46,8%, superiore di 1,7 punti rispetto al 45,1% di giugno 2023. Per il trimestre estivo giugno-agosto 2024, le imprese prevedono 37mila nuove entrate, con un incremento di 810 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’80% della domanda di lavoro proviene dalle Mpi, con contributi significativi dai settori del Manifatturiero (+12,1%) e dei Servizi, in particolare il Commercio (+14,0%).

Pnrr e investimenti pubblici

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rappresenta un forte stimolo per l’economia del territorio, mitigando gli effetti recessivi derivanti dall’alta incertezza del periodo. Nel 2023, la spesa nazionale per investimenti pubblici è salita al 2,9% del Pil. Le amministrazioni locali calabresi hanno aumentato i pagamenti per investimenti dei Comuni del +35,3% (+33 milioni di euro) nel secondo trimestre 2024, sebbene ad un ritmo inferiore rispetto al +104% registrato nel 2023.

Export e settore manifatturiero

L’export manifatturiero della Calabria nel 2023 ha registrato un aumento del +22,3% rispetto al 2022, posizionando la regione al primo posto a livello nazionale. Questo trend positivo è continuato anche nel primo trimestre del 2024 con un incremento del +29,8%. Particolarmente rilevanti sono le esportazioni di beni dei settori a maggiore concentrazione di micro e piccole imprese (Mpi), che hanno visto una crescita del +23,5% nel 2023 e del +25,4% nel primo trimestre 2024, grazie alla forte domanda estera di prodotti alimentari.

Investimenti e costo del credito

Il caro tassi continua a frenare gli investimenti delle imprese. A dicembre 2023, il tasso di interesse annuo effettivo (Tae) applicato alle imprese calabresi era dell’8,52%, il più elevato tra le regioni italiane, con un aumento di 137 punti base rispetto al 7,15% di dicembre 2022. Questo ha comportato extra costi per le Mpi della regione pari a 84 milioni di euro da giugno 2022 a febbraio 2024. Inoltre, il credito concesso alle imprese è diminuito dell’1,1% a dicembre 2023, con una riduzione più marcata per le piccole imprese (-5,2%).

I dati provvisori di marzo 2024 indicano un tasso di interesse per le imprese pari all’8,62%, che sale all’11,47% per le piccole imprese, mentre il credito concesso continua a diminuire (-1,9% in totale e -5,8% per le piccole imprese).

Turismo

Il turismo rimane un asset strategico per l’economia calabrese. I nuovi dati Istat e del Ministero degli Interni indicano per il 2023 7,8 milioni di presenze turistiche, un aumento del 7,1% rispetto al 2022, ma ancora il 18,3% in meno rispetto all’anno pre-crisi 2019. La Calabria è la regione che fatica di più a recuperare il turismo perduto post-pandemia. La crescita delle presenze nel settore extra alberghiero (+9,6%) è stata superiore a quella del settore alberghiero (+4,4%). La componente domestica rappresenta l’81,9% delle presenze. (ams)

L’Assessore Varì: Approvate graduatorie per avviso su macchinari e impianti

L’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì, ha reso noto che sono state approvate le graduatorie definitive per la concessione degli aiuti individuali alle imprese ammesse a contributo a valere sull’Avviso Macchinari ed Impianti, che ha permesso alle imprese calabresi di dotarsi,  grazie ad un contributo regionale a fondo perduto tra il 50 e il 60 % dell’investimento, di impianti innovativi per essere competitive e immettere sul mercato produzioni sostenibili e di eccellenza.

L’assessore Varì ha espresso soddisfazione per questa importante tappa «che, a distanza di pochi mesi dalla pubblicazione dell’Avviso, registra la concessione definitiva delle agevolazioni in favore dei numerosi progetti ammessi», ha spiegato l’assessore, aggiungendo come «a detta misura nonché al bando per i servizi avanzati e a quello in favore delle azioni di internazionalizzazione, già in fase di attuazione, verrà affiancato, a breve, un altro importante strumento, il Fondo Competitività Imprese, un fondo rotativo, con un mix di fondo perduto e di finanziamento agevolato, a supporto delle imprese calabresi che vorranno effettuare nuovi investimenti produttivi in tutti i settori, ivi compreso quello turistico».

Le graduatorie in questione, approvate da parte del Dipartimento sviluppo economico e attrattori culturali, con decreto n. 7807 del 6 giugno 2024, sono relative alle domande pervenute dal numero 1 al numero 600, esaminate dal Comitato di valutazione seguendo l’ordine cronologico di presentazione e tenendo conto delle risorse finanziarie disponibili.

Al fine di garantire la possibilità di ammissione a finanziamento di tutte le istanze complessivamente pervenute, il Dipartimento regionale, su indirizzo dell’assessore Varì, ha richiesto l’aumento della dotazione finanziaria dell’Avviso ed il Comitato di valutazione sta procedendo all’esame delle istanze rimanenti i cui esiti saranno oggetto di successiva graduatoria.

«Abbiamo così – ha concluso – iniziato a spendere le risorse della nuova programmazione a valere sul Pr 21-27, determinando investimenti sul territorio per circa 130 mln di euro in impianti e macchinari a supporto della transizione energetica e digitale. L’Avviso, sia in considerazione del successo ottenuto che in ragione della programmazione pluriennale voluta dal governo regionale, sarà nuovamente bandito nel mese di ottobre 2025». (rcz)

Lunedì il Sottosegretario Fausta Bergamotto incontra il sistema produttivo calabrese

Lunedì 3 e martedì 4 giugno il Sottosegretario del ministero delle Imprese e del Made in Italy, Fausta Bergamotto, sarà in Calabria per incontrare il sistema produttivo calabrese.

In particolare gli imprenditori dell’alto tirreno catanzarese, della zona industriale di Corigliano/Rossano e dell’alto tirreno cosentino, per discutere delle iniziative del Governo Meloni sia a livello nazionale che europeo.

Tra gli argomenti che verranno illustrati durante gli incontri, si parlerà del decreto per il rilancio del Mezzogiorno che istituisce la Zona Economica Speciale per il Sud (Zes Unica). Questa misura è stata creata per supportare le aziende già operative e quelle che si insedieranno, offrendo speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa. Inoltre, verrà presentato il bando “Transizione 5.0”, che sarà presto attivato e finanziato con risorse provenienti dal programma RepowerEu, per un totale di 6,3 miliardi di euro.

Il Sottosegretario Fausta Bergamotto illustrerà anche le iniziative del Ministero delle Imprese e del Made in Italy riguardanti il packaging, le strutture green e le innovazioni nell’ambito dell’intelligenza artificiale. A tal proposito, verrà presentata la Fondazione AI4Industry, recentemente costituita, che opera nei vari settori manifatturieri.

Durante il tour, saranno presenti rappresentanti istituzionali nazionali e locali, organizzazioni di categoria e imprenditori, con l’obiettivo di promuovere un confronto costruttivo e stimolare la collaborazione tra il governo e il settore imprenditoriale calabrese. (rcz)

Camera di Commercio RC: Le imprese reggine in sofferenza

Il 2023 non è stato un buon anno per il tessuto imprenditoriale reggino: nonostante si siano registrate 2.191 imprese – in numero inferiore rispetto al 2022 –, ci sono state 1.949 cessazioni di attività, al netto delle cancellazioni d’ufficio.

Il saldo positivo, dunque, è pari a 242 unità. Un dato preoccupante, «che ci induce a riflettere sulla necessità di attivare ulteriori misure di intervento funzionali a garantire la sopravvivenza e il rafforzamento del tessuto imprenditoriale», ha dichiarato Antonino Tramontana, presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, commentando i dati delle imprese.

Tuttavia, il presidente Tramontana ha evidenziato come «l’osservazione dei dati sulle dinamiche imprenditoriali nel periodo Covid aveva evidenziato una capacità delle  imprese di resistere, anche per effetto degli interventi pubblici predisposti per contrastare la grave crisi. I dati 2023 mostrano invece un sistema moderatamente sofferente anche a causa di tutte le cessazioni d’ufficio che contribuiscono alla contrazione del numero di imprese registrate e che riguardano quelle attività produttive che, pur non avendo provveduto a cessare formalmente l’attività,  di fatto risultano ormai chiuse».

«Analizzando le dinamiche imprenditoriali con riferimento alla natura giuridica – ha spiegato – nel 2023 sono le imprese individuali, pari al 66,4% del totale, ad evidenziare la flessione che incide quantitativamente sulle dimensioni complessive del sistema produttivo (-2,8%). Per contro, si evidenzia un ulteriore aumento delle società di capitali (il 20,3% del totale) che crescono rispetto al 2022 del +2,9%».

«Rispetto al 2022 – ha proseguito – si evidenzia una generalizzata contrazione in quasi tutti i settori, in linea con l’andamento nazionale, con importanti diminuzioni nel settore agricolo (-495 imprese),  del commercio (-464 imprese),  manifatturiero (-148) e delle costruzioni (-105). Con un lieve incremento registrato solo per le attività professionali (+43) e quelle immobiliari (+10).  Nel corso del 2023 nella Città Metropolitana di Reggio Calabria si sono registrate 496 nuove imprese artigiane a fronte di 532 cessazioni di attività; il saldo negativo ottenuto alla fine del periodo risulta pertanto pari a -36 unità».

«Al 31 dicembre 2023 il sistema imprenditoriale artigiano della Città metropolitana di Reggio Calabria – ha concluso – risulta pertanto costituito da 9.763 imprese artigiane (il 30,1% delle imprese regionali), in calo del 1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ma in recupero rispetto ai livelli pre- pandemici del 2019».

 

I dati

A dicembre 2023 il sistema imprenditoriale della Città metropolitana di Reggio Calabria risulta costituito da 53.060 imprese registrate (il 28,3% delle imprese regionali) in diminuzione del 2,6% rispetto allo stock registrato al 31/12/2022, quando erano 54.462.

Nella Città metropolitana  si osserva una contrazione delle imprese attive, ovvero di quella parte di imprese registrate che ha svolto un’effettiva attività produttiva per almeno sei mesi nel corso dell’anno; al 31 dicembre 2023, il loro numero è pari a 45.090 (-2,4% rispetto al 2022).

Le imprese femminili sono 12.785 (il 24,1% del totale), in contrazione di 301 unità. 

Le imprese straniere rappresentano il 9,4% delle imprese camerali, in  contrazione di sole 10 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Le imprese giovanili, invece, che rappresentano il 10,6% delle imprese totali, hanno fatto registrare un saldo anagrafico positivo, pari a 420 unità. (rrc)

Confcommercio Calabria: Aumento costo del denaro mette a rischio le imprese

L’aumento del costo del credito rischia di stritolare le piccole e piccolissime imprese, ovvero l’anima dell’economia calabrese. È l’allarme lanciato da Confcommercio Calabria Centrale, avvertendo come le difficoltà di accesso al credito vincolino gli investimenti andando a smorzare la crescita non solo delle imprese stesse, ma anche del circuito economico e lavorativo.

«La concessione di prestiti alle imprese da parte del mondo creditizio continua a rappresentare un grosso problema per il sistema del commercio, del turismo e dei servizi – ha dichiarato il direttore Confcommercio Calabria Centrale, Giovanni Ferrarelli –. L’erogazione avviene con il contagocce e a un costo molto elevato. Ciò comporta per le aziende un certo scetticismo nel realizzare progetti di crescita”.

«L’accesso al credito è un problema grave che sta rallentando nuovi investimenti anche nelle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia – ha aggiunto Ferrarelli –. I costanti aumenti dei tassi di interesse hanno appesantito in maniera molto grave il conto economico, in special modo di quelle aziende che a causa della pandemia Covid19 si sono dovute rivolgere proprio alle banche per poter restare in piedi in quel periodo di black-out. Sono stati concessi moltissimi mutui e prestiti a 5 e a 7 anni e i recenti aumenti dei tassi li stanno, di fatto, rendendo insostenibili. A soffrire di più sono le aziende di più piccole dimensioni che nel nostro territorio sono la stragrande maggioranza se non addirittura la totalità».

Secondo i dati dell’indagine sviluppata da Confcommercio avvalendosi del supporto di Format Research, nel 2023 sono 8 su 10 le imprese che hanno registrato un aumento del credito a causa dell’inasprimento dei tassi di interesse e il 40 per cento di quelle che hanno avuto accesso al credito hanno ottenuto meno di quanto richiesto. Ma non solo, secondo l’analisi, il rialzo del costo del denaro ha indotto il 40 per cento delle imprese a rinunciare, in tutto o in parte, agli investimenti programmati, in particolare per la crescita, la sicurezza e l’innovazione, e a nuove assunzioni nel corso del 2024.

A preoccupare è però anche il rischio usura dettato proprio dalle difficoltà di accesso al credito. Secondo lo studio condotto da Confcommercio, al Sud il timore di esposizione agli strozzini per le imprese del terziario è più che alto che nel resto d’Italia (29 per cento) con le conseguenze di un freno allo sviluppo, alla crescita e ad un vero e proprio scoraggiamento all’attività imprenditoriale.

In Calabria, i numeri estrapolati dal Report del Fondo di Garanzia per le Pmi sono inclementi. Le operazioni finanziate sono diminuite nel primo semestre 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 39,3 per cento. Cala anche l’importo finanziato, che si riduce del 36, 8 per cento e quello garantito, del 40,2 per cento.

La conseguenza a breve e medio termine, secondo lo studio, sarà un peggioramento della situazione della propria liquidità per il 45% delle imprese con il rischio di un impatto negativo sulla domanda dei consumatori a causa di una minore capacità delle imprese di fare sviluppo commerciale presso i propri clienti e con una conseguente diminuzione dei ricavi e una minore capacità di fronteggiare l’aumento dei costi praticati dai propri fornitori.

Confcommercio Calabria centrale auspica che gli Enti pubblici, a tutti i livelli, intervengano attraverso gli strumenti deputati, per fornire un accesso al credito certo e congruo alle imprese permettendo loro di investire sul futuro e sull’economia dei territori dei quali sono ossatura portante. (rcz)

La Camera di Commercio CZ, KR, VV: Lieve ripresa nel trimestre estivo

C’è una lieve ripresa del sistema imprenditoriale nelle Province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, nel trimestre estivo. È quanto ha rilevato la Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, evidenziando come c’è stato un saldo  attivo di 142 attività economiche, come differenza tra 620 nuove iscrizioni e 478 cessazioni di attività,  con un tasso di crescita trimestrale dello stock – rispetto al 30 giugno 2023 – pari al + 0,22%,  perfettamente in linea col dato medio regionale e non troppo distante dalla media italiana, +0,26%. 

Al 30 settembre 2023 sono 65.182 le imprese registrate nelle province di Catanzaro, Crotone e Vibo  Valentia, di cui 57.012 attive

Guardando ai singoli territori di competenza dell’Ente   Camerale, è la provincia di Crotone che presenta il tasso di  crescita trimestrale dello stock più elevato, nel confronto  col trimestre precedente (+ 0,39%); un dato che nella graduatoria nazionale colloca il crotonese al sesto posto, in ordine decrescente, dopo Roma, Trieste, Milano, Bolzano e La Spezia.  

Per Catanzaro si registra un tasso di crescita pari a +0,16%  e per Vibo Valentia +0,14%. Nella provincia di Catanzaro si rileva il maggior numero di  imprese registrate nel trimestre (32.938, di cui 28.547 attive). A seguire, Crotone con 18.239 imprese (di cui 15.964 attive), e Vibo Valentia con 14.005 imprese (di cui 12.501 attive).

Le imprese individuali continuano a rappresentare la forma giuridica più ricorrente (per il 63,5% delle imprese registrate nel trimestre), ma con il più basso tasso di crescita (+0,05%). La più dinamica – sebbene anch’essa interessata dal rallentamento generale della vitalità  d’impresa – è la società di capitale (con un tasso di crescita trimestrale pari al +0,78%).  

Crescono pure le “altre forme” del +0,20%. Da segnalare, invece, il bilancio negativo delle società di persone (-0,10%). 

La crescita del trimestre nelle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia non interessa tutto il  tessuto produttivo. 

In termini relativi, il dinamismo più marcato si registra nel settore Servizi (+1%) e delle Costruzioni (+0,49%). 

I settori commercio, agricoltura e manifatturiero segnalano variazioni trimestrali dello stock di imprese  di segno negativo, anche se, comunque, poco significative. 

«Questi dati sono sicuramente confortanti per la nostra economia – ha detto il Presidente dell’Ente camerale, Pietro Falbo– perché, nella giusta chiave di lettura, danno il senso di come, anche un lieve incremento  marginale sia da considerare un importante segnale di ripresa delle nostre imprese».

«Bisogna, infatti,– ha aggiunto – contestualizzare il risultato in una congiuntura economica che, aggravata da inflazione, caro energia e  il moltiplicarsi di conflitti in scenari internazionali, frena complessivamente la crescita del sistema  Paese, ma impatta fortemente soprattutto a livello locale in quei contesti, come la Calabria, già di per  sé fragili e complessi».

«Risulta evidente, allora – ha concluso – il valore delle nostre imprese, capaci di reazione e  resilienza anche nelle più difficili e impegnative situazioni di criticità, e la cura che dobbiamo loro  riservare considerandole, per come in effetti sono, bene sociale in quanto producono ricchezza e  benessere anche per l’intera comunità». (rcz)