LAVORO, VALORE A QUALITÀ E COMPETENZE
PER IMPEDIRE L’EMIGRAZIONE DEI GIOVANI

di FRANCESCO RAOSecondo uno studio condotto a livello nazionale, il valore del tempo e della vita sta superando quello per il lavoro.  I giovani, muniti di elevate competenze, hanno ben compreso che la loro professionalità può essere espressa in modo circostanziato anche attraverso il lavoro da remoto. Inoltre, l’esperienza acquisita nel breve periodo può generare alti redditi e quindi rimanere chiusi in ufficio per intere giornate per ricevere uno stipendio elevato è un fatto passato. La priorità, per moltissimi giovani, appare indirizzata verso un maggiore controllo del tempo e una migliore qualità della vita. Da queste considerazioni è emerso in un recente studio che nel 70% dei colloqui, sono i giovani a dire “le farò sapere” e non più i datori di lavoro. 

Il paradigma è cambiato: prima viene la soddisfazione del vivere, poi il lavoro dal quale trarre la giusta remunerazione per affrontare la quotidianità e la realizzazione personale e familiare. Molti datori di lavoro iniziano a comprendere tale evidenza a loro spese. Ma la tipologia di risposta, attuata da molti per affrontare questo tipo di criticità, non punta alle competenze e quindi alla qualità, ma è tesa a risolvere la criticità abbassando il livello di competenze e, al contempo, illudendosi di poter competere con i più moderni e avanzati sistemi di produzione, si ricorre a collaborazioni non qualificate e quindi inadatte a processi di lavoro complessi nei quali, il primo requisito per mantenere le tendenze di produzione e consumo è la competenza.

Nel seguire la regola del momento, oltre alla crescente diffusione dell’intelligenza artificiale, la penuria di competenze, tanto nel settore pubblico quanto nel privato, si finisce per proporzionare il risultato finale ponendo in rapporto alla retribuzione e non alla qualità senza considerare che oggi, la qualità la si acquista sulla rete tramite internet. Questa dinamica, naturalmente registrata dagli osservatori già da tanto tempo e puntualmente non accolta dai decisori politici, ha contribuito a generare sia l’acuirsi dell’attuale crisi demografica sia la forte propensione alla mobilità del posto di lavoro, fatto inedito per quanti in passato, ottenuto il posto di lavoro lo abbandonavano soltanto per quiescenza oppure per crisi specifica del settore produttivo. I giovani, attualmente, hanno molte più competenze rispetto ai loro coetanei del secolo scorso e le dinamiche produttive, nel loro complesso, sono sempre più ostaggio non solo dai parametri dettati da un mercato del consumo, fortemente dinamico, ma anche da una tassazione asfissiante.

Tutto ciò non consente ai nostri sistemi produttivi di reggere il rapporto domanda-offerta, sempre più condizionato dall’insieme delle scelte praticate da un mercato fluente, veloce e simmetrico al desiderio cangiante del consumatore, divenuto ormai parte attiva e quindi individuabile come consumAttore, ossia colui che scegliendo nella quotidianità uno o più prodotti, veicolandone le immagini e diffondendo attraverso i social emozioni e stili di vita ad esso riconducibili, riesce a determinare direttamente la visibilità, la pervasività e la diffusione delle mode e quindi dei consumi, divenute ormai non più fasi stagionali, ma circostanze temporanee, attraverso le quali si può stare soltanto dentro o fuori dal circuito e quanti cercano l’alternativa fuori da tali ambiti divengono gli esclusi della situazione. Credo sia evidente la linearità con la quale si stia materializzando la privazione della libertà di scelta.

Quasi tutto è riconducibile alle logiche dettate dal consumismo. Quanti tentando di evitare il sistema prevalente sarà escluso in quanto oggi inizia a venir meno l’identità delle persone in quanto prevale la logica dei numeri.  In questo scenario, contrariamente al passato, le aree demograficamente meno popolate divengono una centrifuga che spinge fuori le giovani generazioni, vittime della disoccupazione e dei consumi ma al contempo in possesso di una cultura medio-alta non esprimibile nel territorio di appartenenza. Oggi non si parte perché manca il pane sulla tavola oppure perché si è tanti in famiglia e il raccolto non basta per soddisfare le esigenze di tutto il nucleo familiare. Si parte per mettere in pratica le proprie competenze in quei luoghi dinamici, veloci e famelici di competenze e voglia di guadagnare in proporzione alla capacità di essere innovatori. Questa è una tra le narrazioni poco affrontate dai decisori politici. L’acuirsi di questa dinamica, forse nei prossimi dieci anni, diverrà uno tra i motivi mediante la quale si determinerà una ulteriore decrescita per il nostro Meridione, sempre più lontano dalla capacità di immaginare il futuro e sempre meno popolato da persone impegnate ad anticiparne le soluzioni, per contenere il divario Nord-Sud e azionare segnali di ripresa.  

Naturalmente, alla crescita della disoccupazione, le località più esposte a tali fenomeni scelgono di far fronte alle necessità delle popolazioni ricorrendo al minor prezzo di beni e servizi, i primi provenienti da mercati esteri nei quali il basso costo della manodopera e l’alta capacità produttiva rende possibili forniture senza limiti, i secondi, ricorrendo a personale con minori competenze e quindi pronte ad accontentarsi di poco. Nell’insieme, inconsapevolmente, si alimentano ulteriori opportunità di malessere e voglia di emigrare. In questo ultimo passaggio, si cristallizza con puntualità quanto previsto da Pier Paolo Pasolini nel secolo scorso attraverso la lungimirante previsione delle nuove instabilità sociali dettate non più dalla sopraffazione, come avvenne nel corso del Ventennio, ma dalla privazione, fenomeno per il quale, parimenti alla dipendenza da sostanze stupefacenti, l’essere umano vive l’astinenza con forte senso di malessere e per potersi liberare da ciò, in assenza di altri rimedi, non sono escluse le devianze e soprattutto non sono esclusi i casi di suicidio e il ritorno alle divisioni sociali, circostanze per le quali verrà generato il miglior territorio utile all’affermazione dell’anomia, già oggetto di studio da parte di uno dei padri della sociologia e oggi poco considerato quale utile lettura in chiave epistemologica di una realtà propensa alla degenerazione.

Ancora una volta, sarà possibile individuare le risposte alla criticità future attraverso la lettura della storia e considerando l’attuale periodizzazione come naturale evoluzione del tempo preso in esame riconducendolo nell’alveo di una società liquida, incessantemente stimolata dal consumismo e dalla crescente mancanza di quel senso della misura donatoci dall’antica civiltà greca, dalla quale noi Calabresi custodiamo ampie risorse individuabili come virtù. (fr)

[Francesco Rao è docente a contratto cattedra di sociologia generale Università “Tor Vergata” – Roma]

IN CALABRIA SEGNALI POSITIVI, MA ANCORA
TANTE DIFFICOLTÀ: SERVE AZIONE MIRATA

di ANTONIETTA MARIA STRATI – La Calabria si sta riprendendo, anche se lentamente. Il Pil si è stabilizzato, l’inflazione si è ridotta e l’export è in crescita. Si tratta certamente di segnali positivi – già evidenziati dalla Svimez che, nel recente rapporto, aveva rilevato che il Pil della regione è cresciuto dello 1,2% nel 2023 – ma che comunque non devono far abbassare la guardia di fronte ai problemi atavici della Regione.

Infatti, nonostante i dati Svimez abbiano mostrato come il Sud può crescere anche più del Centro-Nord e che non è «un vuoto a perdere, ma un’area che, con investimenti e scelte selettive di politica industriale, presenta un potenziale di crescita», come ha spiegato il direttore della Svimez, Luca Bianchi, «le difficoltà di reperimento del lavoro, il caro tassi e la lenta ripresa del turismo post-pandemia richiedono interventi mirati e politiche di supporto per favorire un contesto economico più stabile e prospero per le imprese calabresi», hanno spiegato il presidente e il segretario regionale di Confartigianato Calabria, Roberto Matragrano e Silvano Barbalace, commentando il report relativo alle tendenze del primo semestre 2024 dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato sulla situazione economica della regione Calabria.

Dichiarazioni che fanno eco a quelle di Bianchi che, all’evento di Barletta Mezzogiorno, Industria, Europa, aveva ribadito come sia «fondamentale investire per mantenere i giovani nel territorio e vedere il Sud come una risorsa, grazie alle imprese e ai talenti presenti».

Per Adriano Giannola, presidente Svimez, «nel Sud esistono filiere industriali significative. Dobbiamo valorizzare la posizione strategica del Mezzogiorno nel Mediterraneo, dotandolo di porti attrezzati e retroporti ospitali, affinché possa giocare un ruolo logistico centrale anche a livello europeo».

Entrando nel dettaglio, la dinamica del Pil per il 2025 in Calabria è prevista prossima allo zero ma leggermente più elevata rispetto al 2024, con una crescita del +0,40% rispetto al +0,13% dell’anno precedente. Nonostante il rallentamento della crescita, il Pil del 2025 supera i livelli pre-crisi del 2019 del +1,4%, contribuendo positivamente allo slancio del Mezzogiorno che registra un incremento del +3,9%.

Prosegue la fase di flessione dell’inflazione. A maggio 2024, in Calabria, i prezzi al consumo sono aumentati del +0,8%, un notevole calo rispetto al +7,1% registrato nello stesso periodo del 2023. Questo rallentamento è dovuto principalmente al calo dei prezzi dei beni energetici, anche se i prezzi di elettricità e gas a maggio 2024 rimangono ancora superiori del 31,3% rispetto ai livelli medi del 2021, anno precedente allo shock energetico.

Occupazione

Nel primo trimestre del 2024, gli occupati in Calabria sono 526 mila, con un aumento di 9 mila unità (+1,8%) rispetto al primo trimestre del 2023. Questo trend è trainato principalmente dalle occupate (+3,1%) e dai lavoratori dipendenti (+5,4%). Tuttavia, si osserva una riduzione nella componente indipendente (-9,1%) rispetto al +2,1% di fine anno.

A livello settoriale, nei primi tre mesi del 2024, l’occupazione nel Manifatturiero è aumentata del +4,3%, un miglioramento rispetto al -2% di fine 2023. Al contrario, il settore delle Costruzioni ha registrato una decrescita del -17,3%, peggiore del -1,6% di fine anno. Anche nei Servizi l’andamento positivo del +3,0% è risultato inferiore al +5,8% di fine 2023.

Difficoltà nel reperimento del lavoro

Le imprese calabresi continuano a segnalare difficoltà nel reperimento del personale. A giugno 2024, la quota di entrate ritenute difficili da trovare si attesta al 46,8%, superiore di 1,7 punti rispetto al 45,1% di giugno 2023. Per il trimestre estivo giugno-agosto 2024, le imprese prevedono 37mila nuove entrate, con un incremento di 810 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’80% della domanda di lavoro proviene dalle Mpi, con contributi significativi dai settori del Manifatturiero (+12,1%) e dei Servizi, in particolare il Commercio (+14,0%).

Pnrr e investimenti pubblici

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rappresenta un forte stimolo per l’economia del territorio, mitigando gli effetti recessivi derivanti dall’alta incertezza del periodo. Nel 2023, la spesa nazionale per investimenti pubblici è salita al 2,9% del Pil. Le amministrazioni locali calabresi hanno aumentato i pagamenti per investimenti dei Comuni del +35,3% (+33 milioni di euro) nel secondo trimestre 2024, sebbene ad un ritmo inferiore rispetto al +104% registrato nel 2023.

Export e settore manifatturiero

L’export manifatturiero della Calabria nel 2023 ha registrato un aumento del +22,3% rispetto al 2022, posizionando la regione al primo posto a livello nazionale. Questo trend positivo è continuato anche nel primo trimestre del 2024 con un incremento del +29,8%. Particolarmente rilevanti sono le esportazioni di beni dei settori a maggiore concentrazione di micro e piccole imprese (Mpi), che hanno visto una crescita del +23,5% nel 2023 e del +25,4% nel primo trimestre 2024, grazie alla forte domanda estera di prodotti alimentari.

Investimenti e costo del credito

Il caro tassi continua a frenare gli investimenti delle imprese. A dicembre 2023, il tasso di interesse annuo effettivo (Tae) applicato alle imprese calabresi era dell’8,52%, il più elevato tra le regioni italiane, con un aumento di 137 punti base rispetto al 7,15% di dicembre 2022. Questo ha comportato extra costi per le Mpi della regione pari a 84 milioni di euro da giugno 2022 a febbraio 2024. Inoltre, il credito concesso alle imprese è diminuito dell’1,1% a dicembre 2023, con una riduzione più marcata per le piccole imprese (-5,2%).

I dati provvisori di marzo 2024 indicano un tasso di interesse per le imprese pari all’8,62%, che sale all’11,47% per le piccole imprese, mentre il credito concesso continua a diminuire (-1,9% in totale e -5,8% per le piccole imprese).

Turismo

Il turismo rimane un asset strategico per l’economia calabrese. I nuovi dati Istat e del Ministero degli Interni indicano per il 2023 7,8 milioni di presenze turistiche, un aumento del 7,1% rispetto al 2022, ma ancora il 18,3% in meno rispetto all’anno pre-crisi 2019. La Calabria è la regione che fatica di più a recuperare il turismo perduto post-pandemia. La crescita delle presenze nel settore extra alberghiero (+9,6%) è stata superiore a quella del settore alberghiero (+4,4%). La componente domestica rappresenta l’81,9% delle presenze. (ams)

L’Assessore Varì: Approvate graduatorie per avviso su macchinari e impianti

L’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì, ha reso noto che sono state approvate le graduatorie definitive per la concessione degli aiuti individuali alle imprese ammesse a contributo a valere sull’Avviso Macchinari ed Impianti, che ha permesso alle imprese calabresi di dotarsi,  grazie ad un contributo regionale a fondo perduto tra il 50 e il 60 % dell’investimento, di impianti innovativi per essere competitive e immettere sul mercato produzioni sostenibili e di eccellenza.

L’assessore Varì ha espresso soddisfazione per questa importante tappa «che, a distanza di pochi mesi dalla pubblicazione dell’Avviso, registra la concessione definitiva delle agevolazioni in favore dei numerosi progetti ammessi», ha spiegato l’assessore, aggiungendo come «a detta misura nonché al bando per i servizi avanzati e a quello in favore delle azioni di internazionalizzazione, già in fase di attuazione, verrà affiancato, a breve, un altro importante strumento, il Fondo Competitività Imprese, un fondo rotativo, con un mix di fondo perduto e di finanziamento agevolato, a supporto delle imprese calabresi che vorranno effettuare nuovi investimenti produttivi in tutti i settori, ivi compreso quello turistico».

Le graduatorie in questione, approvate da parte del Dipartimento sviluppo economico e attrattori culturali, con decreto n. 7807 del 6 giugno 2024, sono relative alle domande pervenute dal numero 1 al numero 600, esaminate dal Comitato di valutazione seguendo l’ordine cronologico di presentazione e tenendo conto delle risorse finanziarie disponibili.

Al fine di garantire la possibilità di ammissione a finanziamento di tutte le istanze complessivamente pervenute, il Dipartimento regionale, su indirizzo dell’assessore Varì, ha richiesto l’aumento della dotazione finanziaria dell’Avviso ed il Comitato di valutazione sta procedendo all’esame delle istanze rimanenti i cui esiti saranno oggetto di successiva graduatoria.

«Abbiamo così – ha concluso – iniziato a spendere le risorse della nuova programmazione a valere sul Pr 21-27, determinando investimenti sul territorio per circa 130 mln di euro in impianti e macchinari a supporto della transizione energetica e digitale. L’Avviso, sia in considerazione del successo ottenuto che in ragione della programmazione pluriennale voluta dal governo regionale, sarà nuovamente bandito nel mese di ottobre 2025». (rcz)

Lunedì il Sottosegretario Fausta Bergamotto incontra il sistema produttivo calabrese

Lunedì 3 e martedì 4 giugno il Sottosegretario del ministero delle Imprese e del Made in Italy, Fausta Bergamotto, sarà in Calabria per incontrare il sistema produttivo calabrese.

In particolare gli imprenditori dell’alto tirreno catanzarese, della zona industriale di Corigliano/Rossano e dell’alto tirreno cosentino, per discutere delle iniziative del Governo Meloni sia a livello nazionale che europeo.

Tra gli argomenti che verranno illustrati durante gli incontri, si parlerà del decreto per il rilancio del Mezzogiorno che istituisce la Zona Economica Speciale per il Sud (Zes Unica). Questa misura è stata creata per supportare le aziende già operative e quelle che si insedieranno, offrendo speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa. Inoltre, verrà presentato il bando “Transizione 5.0”, che sarà presto attivato e finanziato con risorse provenienti dal programma RepowerEu, per un totale di 6,3 miliardi di euro.

Il Sottosegretario Fausta Bergamotto illustrerà anche le iniziative del Ministero delle Imprese e del Made in Italy riguardanti il packaging, le strutture green e le innovazioni nell’ambito dell’intelligenza artificiale. A tal proposito, verrà presentata la Fondazione AI4Industry, recentemente costituita, che opera nei vari settori manifatturieri.

Durante il tour, saranno presenti rappresentanti istituzionali nazionali e locali, organizzazioni di categoria e imprenditori, con l’obiettivo di promuovere un confronto costruttivo e stimolare la collaborazione tra il governo e il settore imprenditoriale calabrese. (rcz)

Camera di Commercio RC: Le imprese reggine in sofferenza

Il 2023 non è stato un buon anno per il tessuto imprenditoriale reggino: nonostante si siano registrate 2.191 imprese – in numero inferiore rispetto al 2022 –, ci sono state 1.949 cessazioni di attività, al netto delle cancellazioni d’ufficio.

Il saldo positivo, dunque, è pari a 242 unità. Un dato preoccupante, «che ci induce a riflettere sulla necessità di attivare ulteriori misure di intervento funzionali a garantire la sopravvivenza e il rafforzamento del tessuto imprenditoriale», ha dichiarato Antonino Tramontana, presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria, commentando i dati delle imprese.

Tuttavia, il presidente Tramontana ha evidenziato come «l’osservazione dei dati sulle dinamiche imprenditoriali nel periodo Covid aveva evidenziato una capacità delle  imprese di resistere, anche per effetto degli interventi pubblici predisposti per contrastare la grave crisi. I dati 2023 mostrano invece un sistema moderatamente sofferente anche a causa di tutte le cessazioni d’ufficio che contribuiscono alla contrazione del numero di imprese registrate e che riguardano quelle attività produttive che, pur non avendo provveduto a cessare formalmente l’attività,  di fatto risultano ormai chiuse».

«Analizzando le dinamiche imprenditoriali con riferimento alla natura giuridica – ha spiegato – nel 2023 sono le imprese individuali, pari al 66,4% del totale, ad evidenziare la flessione che incide quantitativamente sulle dimensioni complessive del sistema produttivo (-2,8%). Per contro, si evidenzia un ulteriore aumento delle società di capitali (il 20,3% del totale) che crescono rispetto al 2022 del +2,9%».

«Rispetto al 2022 – ha proseguito – si evidenzia una generalizzata contrazione in quasi tutti i settori, in linea con l’andamento nazionale, con importanti diminuzioni nel settore agricolo (-495 imprese),  del commercio (-464 imprese),  manifatturiero (-148) e delle costruzioni (-105). Con un lieve incremento registrato solo per le attività professionali (+43) e quelle immobiliari (+10).  Nel corso del 2023 nella Città Metropolitana di Reggio Calabria si sono registrate 496 nuove imprese artigiane a fronte di 532 cessazioni di attività; il saldo negativo ottenuto alla fine del periodo risulta pertanto pari a -36 unità».

«Al 31 dicembre 2023 il sistema imprenditoriale artigiano della Città metropolitana di Reggio Calabria – ha concluso – risulta pertanto costituito da 9.763 imprese artigiane (il 30,1% delle imprese regionali), in calo del 1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente ma in recupero rispetto ai livelli pre- pandemici del 2019».

 

I dati

A dicembre 2023 il sistema imprenditoriale della Città metropolitana di Reggio Calabria risulta costituito da 53.060 imprese registrate (il 28,3% delle imprese regionali) in diminuzione del 2,6% rispetto allo stock registrato al 31/12/2022, quando erano 54.462.

Nella Città metropolitana  si osserva una contrazione delle imprese attive, ovvero di quella parte di imprese registrate che ha svolto un’effettiva attività produttiva per almeno sei mesi nel corso dell’anno; al 31 dicembre 2023, il loro numero è pari a 45.090 (-2,4% rispetto al 2022).

Le imprese femminili sono 12.785 (il 24,1% del totale), in contrazione di 301 unità. 

Le imprese straniere rappresentano il 9,4% delle imprese camerali, in  contrazione di sole 10 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Le imprese giovanili, invece, che rappresentano il 10,6% delle imprese totali, hanno fatto registrare un saldo anagrafico positivo, pari a 420 unità. (rrc)

Confcommercio Calabria: Aumento costo del denaro mette a rischio le imprese

L’aumento del costo del credito rischia di stritolare le piccole e piccolissime imprese, ovvero l’anima dell’economia calabrese. È l’allarme lanciato da Confcommercio Calabria Centrale, avvertendo come le difficoltà di accesso al credito vincolino gli investimenti andando a smorzare la crescita non solo delle imprese stesse, ma anche del circuito economico e lavorativo.

«La concessione di prestiti alle imprese da parte del mondo creditizio continua a rappresentare un grosso problema per il sistema del commercio, del turismo e dei servizi – ha dichiarato il direttore Confcommercio Calabria Centrale, Giovanni Ferrarelli –. L’erogazione avviene con il contagocce e a un costo molto elevato. Ciò comporta per le aziende un certo scetticismo nel realizzare progetti di crescita”.

«L’accesso al credito è un problema grave che sta rallentando nuovi investimenti anche nelle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia – ha aggiunto Ferrarelli –. I costanti aumenti dei tassi di interesse hanno appesantito in maniera molto grave il conto economico, in special modo di quelle aziende che a causa della pandemia Covid19 si sono dovute rivolgere proprio alle banche per poter restare in piedi in quel periodo di black-out. Sono stati concessi moltissimi mutui e prestiti a 5 e a 7 anni e i recenti aumenti dei tassi li stanno, di fatto, rendendo insostenibili. A soffrire di più sono le aziende di più piccole dimensioni che nel nostro territorio sono la stragrande maggioranza se non addirittura la totalità».

Secondo i dati dell’indagine sviluppata da Confcommercio avvalendosi del supporto di Format Research, nel 2023 sono 8 su 10 le imprese che hanno registrato un aumento del credito a causa dell’inasprimento dei tassi di interesse e il 40 per cento di quelle che hanno avuto accesso al credito hanno ottenuto meno di quanto richiesto. Ma non solo, secondo l’analisi, il rialzo del costo del denaro ha indotto il 40 per cento delle imprese a rinunciare, in tutto o in parte, agli investimenti programmati, in particolare per la crescita, la sicurezza e l’innovazione, e a nuove assunzioni nel corso del 2024.

A preoccupare è però anche il rischio usura dettato proprio dalle difficoltà di accesso al credito. Secondo lo studio condotto da Confcommercio, al Sud il timore di esposizione agli strozzini per le imprese del terziario è più che alto che nel resto d’Italia (29 per cento) con le conseguenze di un freno allo sviluppo, alla crescita e ad un vero e proprio scoraggiamento all’attività imprenditoriale.

In Calabria, i numeri estrapolati dal Report del Fondo di Garanzia per le Pmi sono inclementi. Le operazioni finanziate sono diminuite nel primo semestre 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 39,3 per cento. Cala anche l’importo finanziato, che si riduce del 36, 8 per cento e quello garantito, del 40,2 per cento.

La conseguenza a breve e medio termine, secondo lo studio, sarà un peggioramento della situazione della propria liquidità per il 45% delle imprese con il rischio di un impatto negativo sulla domanda dei consumatori a causa di una minore capacità delle imprese di fare sviluppo commerciale presso i propri clienti e con una conseguente diminuzione dei ricavi e una minore capacità di fronteggiare l’aumento dei costi praticati dai propri fornitori.

Confcommercio Calabria centrale auspica che gli Enti pubblici, a tutti i livelli, intervengano attraverso gli strumenti deputati, per fornire un accesso al credito certo e congruo alle imprese permettendo loro di investire sul futuro e sull’economia dei territori dei quali sono ossatura portante. (rcz)

La Camera di Commercio CZ, KR, VV: Lieve ripresa nel trimestre estivo

C’è una lieve ripresa del sistema imprenditoriale nelle Province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, nel trimestre estivo. È quanto ha rilevato la Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, evidenziando come c’è stato un saldo  attivo di 142 attività economiche, come differenza tra 620 nuove iscrizioni e 478 cessazioni di attività,  con un tasso di crescita trimestrale dello stock – rispetto al 30 giugno 2023 – pari al + 0,22%,  perfettamente in linea col dato medio regionale e non troppo distante dalla media italiana, +0,26%. 

Al 30 settembre 2023 sono 65.182 le imprese registrate nelle province di Catanzaro, Crotone e Vibo  Valentia, di cui 57.012 attive

Guardando ai singoli territori di competenza dell’Ente   Camerale, è la provincia di Crotone che presenta il tasso di  crescita trimestrale dello stock più elevato, nel confronto  col trimestre precedente (+ 0,39%); un dato che nella graduatoria nazionale colloca il crotonese al sesto posto, in ordine decrescente, dopo Roma, Trieste, Milano, Bolzano e La Spezia.  

Per Catanzaro si registra un tasso di crescita pari a +0,16%  e per Vibo Valentia +0,14%. Nella provincia di Catanzaro si rileva il maggior numero di  imprese registrate nel trimestre (32.938, di cui 28.547 attive). A seguire, Crotone con 18.239 imprese (di cui 15.964 attive), e Vibo Valentia con 14.005 imprese (di cui 12.501 attive).

Le imprese individuali continuano a rappresentare la forma giuridica più ricorrente (per il 63,5% delle imprese registrate nel trimestre), ma con il più basso tasso di crescita (+0,05%). La più dinamica – sebbene anch’essa interessata dal rallentamento generale della vitalità  d’impresa – è la società di capitale (con un tasso di crescita trimestrale pari al +0,78%).  

Crescono pure le “altre forme” del +0,20%. Da segnalare, invece, il bilancio negativo delle società di persone (-0,10%). 

La crescita del trimestre nelle province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia non interessa tutto il  tessuto produttivo. 

In termini relativi, il dinamismo più marcato si registra nel settore Servizi (+1%) e delle Costruzioni (+0,49%). 

I settori commercio, agricoltura e manifatturiero segnalano variazioni trimestrali dello stock di imprese  di segno negativo, anche se, comunque, poco significative. 

«Questi dati sono sicuramente confortanti per la nostra economia – ha detto il Presidente dell’Ente camerale, Pietro Falbo– perché, nella giusta chiave di lettura, danno il senso di come, anche un lieve incremento  marginale sia da considerare un importante segnale di ripresa delle nostre imprese».

«Bisogna, infatti,– ha aggiunto – contestualizzare il risultato in una congiuntura economica che, aggravata da inflazione, caro energia e  il moltiplicarsi di conflitti in scenari internazionali, frena complessivamente la crescita del sistema  Paese, ma impatta fortemente soprattutto a livello locale in quei contesti, come la Calabria, già di per  sé fragili e complessi».

«Risulta evidente, allora – ha concluso – il valore delle nostre imprese, capaci di reazione e  resilienza anche nelle più difficili e impegnative situazioni di criticità, e la cura che dobbiamo loro  riservare considerandole, per come in effetti sono, bene sociale in quanto producono ricchezza e  benessere anche per l’intera comunità». (rcz)

Confindustria Cosenza presenta gli avvisi regionali per le imprese

Confindustria Cosenza ha presentato i prossimi avvisi regionali per le imprese. Si tratta di strumenti volti a «rafforzare la competitività delle nostre imprese e creare posti di lavoro. Queste sono le finalità della presentazione del Piano degli incentivi messo a punto dal Governo regionale per sostenere gli investimenti produttivi», ha spiegato l’assessore .

«L’incontro che si è svolto nella sede di Confindustria Cosenza – ha aggiunto – costituisce la prima delle cinque tappe organizzate dall’Assessorato allo Sviluppo Economico con Unindustria Calabria per incontrare gli imprenditori e fare il punto sugli strumenti attraverso i quali supporteremo il sistema produttivo».

È stato lo stesso Varì a illustrare i tre avvisi pubblici, “Macchinari e Impianti”, “Servizi Avanzati” e “Internazionalizzazione” di prossima pubblicazione. “Grazie agli incentivi previsti da questi bandi pluriennali, che prevedono procedure semplificate, le nostre aziende potranno dotarsi di impianti e servizi innovativi in grado di migliorare la loro competitività sui mercati – ha sottolineato Varì – cogliendo le opportunità offerte dalla transizione ecologica e digitale”.

Relatori dell’incontro, insieme all’assessore regionale, i presidenti Giovan Battista Perciaccante di Confindustria Cosenza e Aldo Ferrara di Unindustria Calabria, il Dirigente generale Dipartimento Sviluppo Economico della Regione Calabria Paolo Praticò, il Direttore di Confindustria Cosenza Rosario BrandaAdriana Mazzei per Fincalabra.

«Si tratta di un piano di investimenti frutto del lavoro fatto dal nostro Sistema Confindustria e denominato ‘Agenda Calabria’», ha detto il presidente di Unindustria Calabria Aldo Ferrara.

«Presentiamo un pacchetto di misure – ha proseguito – che parlano di investimenti, di servizi e di mercato perché il nostro auspicio è di avere un sistema produttivo più solido, che abbia una larga base produttiva, ad alta intensità di conoscenze e di innovazione tecnologica, sostenibile ed internazionalizzato, per poter guardare al futuro con fiducia. Stiamo lavorando con la Regione su più fronti: dopo la concessione di 60 milioni di euro per la mitigazione del caro bollette, si aggiungono altri 35 sui sistemi produttivi. Gli imprenditori devono cogliere queste opportunità».

Di occasione per le filiere produttive ha parlato il presidente di Confindustria Cosenza Giovan Battista Perciaccante secondo cui è sempre più strategico offrire risposte concrete alle esigenze che emergono dal mondo delle imprese e di quanti hanno necessità e desiderio di investire.

«Conoscere le opportunità proposte a livello locale, nazionale e comunitario – ha sottolineato il presidente Perciaccante – risulta importante per la migliore riuscita di investimenti e progetti di sviluppo e crescita. I nuovi bandi regionali, a valere sulla programmazione comunitaria in corso, sono stati oggetto di approfondimento con i vertici degli uffici regionali nel corso di una discussione molto partecipata. Non dobbiamo pensare solo al Pnrr ma cercare di utilizzare con efficacia i fondi comunitari che vengono attivati con scopi precisi e possono avere un impatto importante sui territori».

Nel corso dell’incontro è stata sottolineata l’importanza per il sistema delle imprese regionali di poter sostenere la presenza dei dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle pmi. A tal proposito la Regione Calabria ha introdotto un criterio di premialità all’interno dell’avviso “Macchinari e Impianti” proprio per sostenere i processi di innovazione e rafforzarne la competitività, promuovendo l’occupabilità dei giovani ricercatori e lo sviluppo del contesto. Si tratta di un’azione concertata tra il sistema Unindustria Calabria, il Dipartimento Sviluppo Economico e Attrattori Culturali della Regione Calabria e il Settore Dottorati di Ricerca dell’Università della Calabria. (rcs)

La Camera di commercio di Cosenza porta le imprese a Bruxelles

La Camera di commercio di Cosenza ritiene prioritario offrire al territorio soluzioni di crescita legate ai programmi nazionali ed europei di sviluppo dell’impresa e valorizzazione delle eccellenze del territorio. Per questo motivo l’ente propone alle imprese della provincia l’opportunità di affacciarsi a nuovi mercati internazionali con efficacia e agilità.

Il 13 Novembre, la Camera di Commercio Belgo-Italiana (CCBI), su richiesta della Camera di Commercio di Cosenza e la collaborazione di Promocosenza, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Cosenza, e Promos Italia, Agenzia Italiana per l’Internazionalizzazione delle Mpmi, organizza un evento mirato alla valorizzazione delle eccellenze agroalimentari del territorio cosentino a Bruxelles (in occasione della seduta al Parlamento Europeo Imprese EPE, https://www.parliament-of-enterprises.eu/ che si terrà il giorno dopo) in una location prestigiosa dove n°8 aziende di Cosenza potranno partecipare a incontri finalizzati all’accompagnamento ai mercati esteri con buyers locali e a un’iniziativa di marketing territoriale.

Il Belgio, grazie alla sua posizione geografica nel cuore dell’Europa, ha un’economia molto aperta agli scambi e rappresenta un importantissimo partner per l’Italia, soprattutto nelle relazioni commerciali con volumi di interscambio che hanno conosciuto importanti balzi in avanti, nonostante l’emergenza pandemica da covid-19 che ha rallentato l’andamento dell’economia a livello mondiale, Italia e Belgio si posizionano tra i primi 6 mercati di reciproco interesse (rispettivamente sesto Paese fornitore e cliente).

Partendo da questi presupposti la Camera di Commercio ha inteso stimolare le aziende della provincia di Cosenza alle opportunità offerte dai mercati esteri promuovendo i prodotti del food & wine cosentino. Inoltre sarà previsto un momento dedicato alla presentazione del territorio cosentino e de “La Strada degli oli di Cosenza”.

Gli operatori belgi coinvolti dalla Camera di Commercio Belgo-Italiana (Ccbi) sono importatori, distributori, ristoratori, chef, food bloggers/influencers. Al termine degli incontri, sarà organizzato, nella stessa location, il momento dedicato ad una breve presentazione del territorio cosentino da parte della Cciaa di Cosenza e la presentazione del progetto “La Strada degli oli di Cosenza”, per far vivere ai presenti un viaggio virtuale tra le migliori aziende olivicole della provincia di Cosenza, attraverso proiezioni di video e illustrazione di materiale promozionale.

È già possibile prendere informazioni sul progetto e iscriversi, la partecipazione è riservata alle prime n°8 imprese in ordine cronologico di invio delle domande.

Per iscriversi: https://forms.gle/XLRwH41W2dQgT3q56. Per maggiori informazioni: https://www.cs.camcom.gov.it/it/content/service/cosenza%E2%80%99s-food-belgium-bruxelles-belgio-13-novembre-2023.

La Camera di commercio di Cosenza certifica: le imprese hanno tenuto nel primo semestre 2023

Nei primi sei mesi del 2023 il sistema produttivo cosentino regge all’incertezza dei mercati e all’aumento dell’inflazione, fattore sicuramente penalizzante, quest’ultimo, in una economia basata essenzialmente sul Commercio e sul Turismo.

Lo stock delle localizzazioni produttive (81.485 unità) rimane sostanzialmente invariato rispetto a giugno 2022 (-0,03%) riducendosi di appena 26 unità mentre a livello nazionale lo stock si è ridotto dello 0,74%.

In questi primi sei mesi il saldo tra nuove aperture e chiusure è positivo con 300 sedi di impresa in più rispetto a inizio anno e un tasso di crescita semestrale pari a +0,43%.

Lo stock delle sedi di impresa rispetto a giugno 2022 ha subito una leggera contrazione (-0,45%) ma inferiore al -0,75% registrato a fine anno.

Il numero di occupati a fine 2022, inoltre, registra un +1% (circa 1.400 unità) rispetto al 2021 e circa +6% rispetto al 2018 grazie al contributo del settore agricoltura.

«Una tenuta che può e deve diventare crescita – dichiara Klaus Algieri, presidente della Camera di commercio di Cosenza – soprattutto grazie a settori trainanti come quelli del turismo e dei servizi e al rilancio delle aree interne, ad esempio attraverso l’istituzione di Zone Economiche Montane (Zem) che diano impulso agli investimenti su transizione green e digitale. Gli strumenti ci sono e i fondi del Pnrr possono amplificarne la portata in modo significativo se si riesce ad intercettarli in modo intelligente. E non si tratta solo di un interesse locale – prosegue Algieri – ma di una priorità a livello nazionale, perché se non parte il Sud non ci sarà modo di far partire l’intero sistema Italia».

A “reggere” è essenzialmente il settore Terziario, sia in termini demografici che occupazionali. In termini demografici il terziario in provincia è in crescita costante da dieci anni registrando un incremento dello stock delle “sedi attive” di quasi 9 punti percentuali, il doppio della media nazionale, nonostante la leggera flessione dell’anno in corso. Anche in termini occupazionali, nonostante una leggera flessione, gli ultimi dati forniti da Istat ci indicano una sostanziale tenuta con appena 300 unità lavorative in meno rispetto al 2021.
Il terziario a fine 2022 occupava il 68% del totale dei lavoratori in provincia, ovvero circa 105.600 unità. Il contingente di lavoratori del terziario cosentino (specie nel Commercio e nel Turismo) è aumentato del 6% rispetto al 2018 contrariamente a quanto registrato a livello nazionale (-0,60%)

Note positive anche dal settore primario (Agricoltura, caccia e pesca): mentre in Italia il settore ha perso negli ultimi 10 anni quasi il 12% delle imprese, la nostra provincia mostra una tenuta demografica importante, essendo lo stock delle sedi attive aumentato del +1,75% rispetto a giugno 2013. Inoltre, il settore nella nostra provincia registra anche un significativo incremento occupazionale rispetto al 2018 (+12,56%) recuperando il crollo registrato nel 2021.

Male Industria, Edilizia e infrastrutture (settore Secondario) sia in termini demografici (-1% rispetto a giugno 2022 e -4,6% rispetto a giugno 2013) sia in termini occupazionali con 2.700 lavoratori in meno rispetto a fine 2021. Il livello di occupati nel settore è tornato sui livelli del 2018 perdendo tutto il 10% di incremento registrato nel 2021 dopo la pandemia.

I dati ufficiali più aggiornati collocano il sistema economico provinciale, in termini di redditività, al 61-mo (su 107 tra province e città metropolitane) posto nella graduatoria provinciale 2021 per valore aggiunto a prezzi base e correnti, con un valore prodotto di poco superiore a 9 miliardi e 771 milioni, in aumento rispetto al 2020 ma distante dai quasi 10 miliardi del 2019 (livelli pre-pandemici).

Queste le principali evidenze sull’andamento della demografia delle imprese nel 2023 che emergono dai dati Registro imprese, Istat e Tagliacarne, elaborati dall’Ufficio studi e Centro Progettazione Fondi nazionali e comunitari della Camera di commercio di Cosenza. (rcs)