Confapi: Con crisi edilizia in Calabria chiudono 206 imprese

Con la crisi edilizia, in Calabria chiudono 206 imprese. È quanto ha denunciato il presidente di Confapi CalabriaFrancesco Napoli, sottolineando che il saldo, per questo anno, è di meno 126 imprese.

«A causa della mancanza di liquidità – ha spiegato – gli imprenditori del settore edile non riescono più a far fronte agli impegni assunti. Il super bonus, la famigerata misura fiscale studiata per il rilancio dell’economia e del settore edili, sta paradossalmente portando al collasso del settore. Si tratta di una vera mattanza per queste piccole medie imprese che avevano fatto affidamento su queste misure fiscali, investendo capitali e risorse umane in Calabria, nel mese di gennaio sono state aperte 80 ditte ma ne sono state chiuse ben 206».

«Le continue modifiche – ha proseguito – hanno scoraggiato e demotivato gli imprenditori edili. Molti istituti di credito continuano a liquidare le pratiche e ci sono costruttori che, pur avendo già terminato uno più lavori, non hanno ancora incassato un euro .
In tutti Italia, secondo i dati del registro delle imprese, a fronte di 3664 nuove aziende edili, nate nell’ultimo mese, oltre 9000 sono state cancellate, con un saldo negativo di -5622».

«La IV commissione della Regione Calabria – ha annunciato Napoli – ha accolto il nostro invito. Il 15 febbraio saremo auditi sulla proposta di acquistare i crediti edilizi da parte della regione e degli enti. Una misura adottata già con successo da altri enti locali in Italia e che si è dimostrata determinante nell’evitare il collasso del settore». (rcz)

Intesa tra Confapi Calabria e Intesa San Paolo per sostenere le piccole imprese del territorio

Sostenere le piccole imprese del territorio per affrontare l’attuale contesto economico. È questo l’obiettivo dell’intesa siglata tra Confapi CalabriaIntesa Sanpaolo.

La collaborazione prevede tra gli obiettivi principali la spinta agli investimenti sostenibili attraverso linee di finanziamento ad hoc, iniziative per favorire l’utilizzo dei fondi del Pnrr, e la digitalizzazione dei processi aziendali grazie a una rete di partner specializzati.  

Il protocollo sottoscritto da Giuseppe Nargi, direttore Regionale Campania, Calabria e Sicilia  di Intesa Sanpaolo, e Francesco Napoli, Presidente di Confapi Calabria, rinnova l’accordo raggiunto nell’agosto del 2020 con nuove soluzioni concrete. Tra queste c’è Incent Now, la  piattaforma web dell’istituto di credito realizzata in partnership con Deloitte che permette alle  aziende di ottenere informazioni relative alle misure e ai bandi resi pubblici da enti istituzionali  nazionali ed europei nell’ambito della pianificazione del Pnrr.  

Il protocollo, inoltre, dedica particolare attenzione allo sviluppo dell’imprenditoria femminile e al programma Resto al Sud, che ha l’obiettivo di favorire la nascita di nuove imprese  guidate da giovani meridionali. In questa cornice, le sinergie fra il primo Gruppo bancario  italiano e Confapi Calabria comprendono anche i finanziamenti agevolati previsti per le madri  lavoratrici e gli studenti.  

«L’accordo siglato con Confapi Calabria rientra nel più ampio piano che la Banca dedica allo  sviluppo dei territori in cui opera – ha spiegato Nargi –. Il nostro Gruppo sta sostenendo concretamente  l’economia calabrese. Basti pensare che abbiamo già garantito una liquidità di oltre mezzo  miliardo di euro alle aziende e alle famiglie della regione».

«Di recente, inoltre,  – ha aggiunto – abbiamo lanciato  Crescibusiness, il programma dedicato a micro e piccole imprese che prevede un plafond  nazionale di 5 miliardi di euro e l’azzeramento delle commissioni sui pagamenti tramite Pos  in negozio fino a 15 euro. Infine, con il programma Sviluppo Filiere acceleriamo la crescita dei  sistemi produttivi locali».  

«Un accordo di grande rilevanza quello sottoscritto con Intesa Sanpaolo – ha spiegato il presidente Napoli – Si tratta di un protocollo dai contenuti strategici per  sostenere le piccole e medie imprese della nostra regione nelle sfide che il momento storico ci  costringe ad affrontare. La partnership con Intesa Sanpaolo mette a disposizione dei nostri  associati iniziative di sostegno e strumenti finanziari che vanno nella direzione di un  superamento del gap tra il nord e il sud del Paese e porrà le basi per il rafforzamento del tessuto produttivo regionale. Una collaborazione tra il mondo dell’impresa e il mondo del credito  propedeutica al rilancio della nostra economia».  (rcz)

 

Convenzione tra Multifidicofisan e BCC Mediocrati per sostenere le imprese nell’accesso al credito

Importante convenzione è stata sottoscritta tra MultifidicofisanBCC Mediocrati, per sostenere le imprese e i professionisti calabresi nell’accesso al credito.

Nicola Paldino, Presidente della Banca, e Sandra Salemme, già Presidente di Confidi Professionisti e delegata per la Regione Calabria di Multifidicofisan, hanno sottoscritto l’accordo che permetterà a imprese e professionisti di effettuare investimenti aziendali e ottenere liquidità per pagamento fornitori e/o ripristino circolante grazie a finanziamenti a tasso agevolato rimborsabili in un periodo compreso tra 18 e 180 mesi.

«Sono soddisfatto dell’accordo firmato con Multifidicofisan – ha detto il presidente Paldino –. Se vogliamo dare una concreta mano d’aiuto a professionisti e imprese, specie le piccole e le piccolissime, è evidente che questa è la strada da seguire. E noi operiamo in tal senso. Da Bcc quale siamo, con profonda convinzione, nelle priorità della nostra agenda abbiamo le famiglie e le imprese».

«Desidero ringraziare la Bcc Mediocrati, una delle principali Banche di Credito Cooperativo del Sud Italia con 26 filiali – ha detto Salemme – e in particolare il suo Presidente. L’accordo sottoscritto permetterà davvero a tanti professionisti e  molte piccole e piccolissime aziende calabresi, di ottenere liquidità per realizzare progetti di sviluppo. Da parte del Confidi che mi onoro di rappresentare c’è, come sempre, la totale disponibilità verso gli imprenditori». (rcz)

Sviluppo economico, al via bando per promuovere competitività del sistema produttivo regionale

Fino al 5 dicembre, si potranno presentare le domande per l’Avviso Pubblico “Competitività Mercati Esteri e Digitali”, una tra le misure attive dell’assessorato regionale allo Sviluppo economico, guidato dall’assessore Rosario Varì, per promuovere la competitività del sistema produttivo regionale.

«Continua il nostro impegno per sostenere il tessuto produttivo regionale attraverso le misure attive del Por Calabria. Perché – ha sottolineato l’assessore Varì – In un momento in cui è fondamentale ampliare l’orizzonte di mercato delle imprese calabresi, la Regione ha il compito di intervenire a supporto delle attività produttive. Pertanto, con questo bando intendiamo sostenere la creazione e l’ampliamento di capacità avanzate per lo sviluppo di prodotti e servizi, anche digitali, da destinare ai mercati nazionali e internazionali».

Nello specifico, il bando è diretto a promuovere la competitività del sistema produttivo regionale, attraverso il sostegno a processi di digitalizzazione delle micro e piccole imprese. Possono partecipare le piccole e medie imprese che presentano progetti per l’adozione di una o più soluzioni tecnologiche e/o sistemi digitali.

Sono finanziabili progetti per la competitività sui mercati esteri e digitali, con un costo totale ammissibile non inferiore a euro 10.000,00, che siano inerenti a una o più delle seguenti azioni: Azioni di promozione sui mercati target con l’utilizzo di strumenti di digital e social media marketing; E-commerce (realizzazione e/o implementazione di siti di e-commerce; accesso a piattaforme internazionali on-line); Consulenza di un Tem (temporary export manager) o D-Tem (digital-temporary export manager).

Le domande potranno essere presentate esclusivamente in modalità telematica, per il tramite della piattaforma web di Fincalabra. (rcz)

Avviato il corso formativo “Pronti export via” di Ice – Agenzia e Unioncamere Calabria

Ha preso il via Pronti export Via, il corso formativo di avviamento all’intenazionalizzazione organizzato da Ice Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane in collaborazione con Unioncamere Calabria partner Enterprise Europe Network nell’ambito del Piano Export Sud 2.

Hanno preso parte al corso 23 imprese interessate ad acquisire le competenze necessarie per sviluppare strategie efficaci di penetrazione nei mercati esteri.

I lavori hanno preso avvio con i saluti istituzionali del Presidente di Unioncamere Calabria, dott. Antonino Tramontana e la docenza del corso è stata curata dal dott. Gianfranco Lai, esperto della Faculty Agenzia Ice.

Nel corso della prima giornata, in presenza, il modulo di avviamento all’internazionalizzazione incentrato sugli errori da evitare e sulle metodologie per individuare i mercati obiettivo è stato dedicato agli strumenti strategici come il Company Profile, il listino prezzi export e le schede tecniche.

Il 30 novembre si terrà la seconda ed ultima giornata formativa, in modalità on line, con focus sugli strumenti per la ricerca di nuovi clienti e le metodologie per consolidare i contatti. 

A chiusura del modulo formativo, le imprese aderenti potranno usufruire gratuitamente di una consulenza one-to-one con l’esperto di ICE Agenzia. (rcz)

 

La Regione ha istituito il Fondo Venture Capital per le imprese

Si chiama Fondo Venture Capital – FoVeC, il fondo istituito dalla Regione Calabria per finanziare operazioni di investimento nel capitale sociale di piccole e medie imprese calabresi ad alto contenuto tecnologico e innovativo.

In particolare, la finalità del fondo è quella di favorire processi di accelerazione delle imprese attraverso il sostegno finanziario di investimenti aziendali destinati alla realizzazione di produzioni ad elevato valore aggiunto e capaci di aggredire nuovi mercati nazionali e/o internazionali.

Particolarmente soddisfatto l’assessore regionale allo Sviluppo economico e Attrattori culturali, Rosario Varì, il quale dichiara che «la Regione Calabria ha ampliato il paniere degli strumenti finanziari a sostegno delle imprese calabresi introducendo uno strumento nuovo, raccomandato dalla Commissione Europea, che può rappresentare una modalità innovativa di finanza, sicuramente alternativa al credito offerto dal sistema bancario».

«Con il fondo FoVeC – ha continuato Varì – l’amministrazione regionale realizza uno degli obiettivi assunti fin dal suo insediamento, ovvero quello di mettere in campo uno strumento in grado sia di sostenere le imprese calabresi che sviluppano innovazione e che presentano una significativa propensione all’internazionalizzazione, sia di poter rappresentare un’attrattiva di investimento nel territorio regionale da parte di imprese extraregionali con analoghe caratteristiche».

«La capacità di rendere più attrattiva la nostra Regione – ha evidenziato infine l’assessore Varì – passa anche attraverso la possibilità di offrire strumenti di questo tipo, capaci di irrobustire il tessuto imprenditoriale regionale sulle frontiere della competizione globale, per migliorare le condizioni di contesto e sostenere la competitività dei sistemi produttivi locali».

Lo strumento operativo prevede la sottoscrizione ed il versamento di quote di capitale sociale dell’azienda da parte di Fincalabra S.p.A., società in house della Regione, fino ad un massimo di 1 milione di euro, a seguito di una valutazione del business plan svolta secondo le tecniche normalmente in uso per gli interventi nel capitale di rischio. L’intervento, che sarà disciplinato dalla sottoscrizione di un accordo di investimento e che può prevedere anche il coinvestimento da parte di altri investitori privati e/o istituzionali, avrà natura temporanea con una durata di 5 anni, estendibile a 7.

Il fondo attualmente dispone di una dotazione pari a 3 milioni di euro a valere sulle risorse comunitarie del Por Fesr Calabria 2014-2020, con la possibilità di replicarlo e rifinanziarlo nel corso del nuovo ciclo di programmazione 2021-2027, il cui PR è stato di recente approvato dalla Commissione Europea.

Ad oggi il sistema economico calabrese è caratterizzato da una bassa capitalizzazione, dalla scarsa propensione all’ingresso nella compagine sociale di nuovi soci di capitali, dall’eccessivo ricorso all’autofinanziamento o ancor di più all’indebitamento bancario a breve. Pertanto, il fondo di Venture Capital può costituire un’opportunità finanziaria per le imprese calabresi e un supporto alla crescita e all’espansione di quelle con una significativa capacità di innovare e/o di internazionalizzare. (rcz)

Digitalizzazione, Occhiuto “incontra” i vertici di Amazon per supportare le piccole e medie imprese

E se Amazon decidesse di aprire un polo logistico in Calabria? Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha incontrato virtualmente i vertici di Amazon, con l’obiettivo di realizzare un progetto di collaborazione per supportare le piccole e medie imprese calabresi ad intraprendere sempre più un percorso di digitalizzazione e internazionalizzazione. L’obiettivo – non dichiarato – è quello di “suggerire” la localizzazione di un centro logistico nel retroporto di Gioia Tauro: significherebbe creare almeno 500 nuovi posti di lavoro, oltre l’indotto. Dopo l’obiettivo sfumato di convincere la Intel a investire in Calabria per il suo nuovo polo produttivo di chip (4500 posti di lavoro, ma per l’insediamento è stato preferito il Veneto), questa di Amazon potrebbe essere un’importante opportunità per il territorio calabrese.

«È stata – ha spiegato il presidente Occhiuto – un’occasione utile per illustrare a questa grande multinazionale tutte le opportunità che il nostro territorio offre e le politiche di attrazione degli investimenti che la Regione mette a disposizione di coloro che decidono di venire a fare impresa in Calabria».

«Vogliamo stimolare l’economia del nostro territorio – ha detto Occhiuto – e per questo vogliamo creare un habitat naturale ideale per chi vuole fare impresa: anche per questo stiamo puntando sulle infrastrutture e sullo sviluppo del porto di Gioia Tauro. Sul tema delle infrastrutture, dell’intermodalità e dell’attrazione degli investimenti abbiamo condiviso opportunità e possibili sinergie per il futuro, a favore del territorio e delle piccole e medie imprese». (rcz)

La sottosegretaria Dalila Nesci: Le imprese calabresi devono essere tutelate

La sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci, ha evidenziato come «i dati sull’Export confermano che le imprese calabresi hanno dato un esempio positivo e incoraggiante. Per questo devono essere tutelate, aiutate a superare la crisi determinata dal caro bollette e sostenute con importanti misure dirette».

«Il futuro delle aziende calabresi è tra le priorità di Impegno Civico, che si batte per valorizzare le risorse del Mezzogiorno e creare opportunità di lavoro e reddito stabile, le due armi più forti contro la ’ndrangheta», ha aggiunto.

«L’Export calabrese – ha spiegato – è cresciuto di 136 milioni di euro nel 2021 rispetto al 2020, con un incremento del 33 per cento. Nel primo trimestre del 2022, la crescita delle esportazioni della Calabria è stata addirittura del 56 per cento. Perciò, sentiamo ogni giorno il dovere di proseguire il lavoro intrapreso, cui ho partecipato in prima persona come rappresentante del governo. Su mio impulso e grazie al grande impegno delle parti interessate, è stata già definita un’importante intesa operativa, in base alla quale le aziende individuate da Unioncamere Calabria incontreranno i funzionari Ice incaricati degli Export Flying Desk nelle sedi locali delle Camere di Commercio calabresi, in modo da integrare l’offerta di servizi e tutoraggio volti a migliorare l’internazionalizzazione e la promozione in mercati esteri e nazionali».

«La Calabria, come ho ribadito ad una recente, riuscita iniziativa di Confagricoltura – ha concluso – ha tutte le potenzialità per affrontare le sfide del futuro. Esistono le condizioni per far conoscere i prodotti delle aziende calabresi e per ampliare la loro presenza sul mercato. Non dobbiamo dimenticarlo, non dobbiamo smettere di crederci e dobbiamo rimanere sempre accanto alle imprese della Calabria e ai loro lavoratori». (rrm)

Fenealuil Calabria: Il Superbonus una truffa ai danni delle imprese

È molto dura la segretaria generale di Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese che ha definito il Superbonus, a due anni dalla nascita, «con un escalation normativa preoccupante, stiamo registrando, ad oggi, solo una sorprendente truffa perpetrata dallo Stato ai danni di imprese, professionisti ed operai».

«Problemi a conoscenza di tutti – ha detto – ma che ad oggi nessuno è riuscito a risolvere. Non può lo Stato continuare ad esser sordo davanti alle istanze rappresentate dal mondo edile, finendo così per penalizzare le imprese sane e strutturate che, peraltro, già pagano lo scotto legato alle difficoltà di approvvigionamento dei materiali, al vertiginoso rincaro delle materie prime, all’aumento incontrollato del prezzo dell’energia. Aumento peraltro sul quale non vi è stato alcun controllo da parte dello Stato! Una speculazione senza eguali, perpetrata davanti agli occhi indifferenti della politica!».

«Ora il rischio paventato alcuni mesi addietro – ha spiegato – sta diventando realtà: lo spettro della crisi del settore non è più dietro l’angolo ma davanti agli occhi inermi degli imprenditori. Davanti alla grave situazione prospettata o lo Stato interviene con estrema sollecitudine oppure il settore è destinato ad affondare mestamente, portandosi a fondo tutti gli onesti che hanno in buona fede fattivamente creduto nella ripresa economica del settore edile. Sono necessari correttivi immediati. In primis è necessario rendere strutturali i bonus edilizi e non più misure legate  al tempo, stante l’interesse superiore quale quello della riqualificazione energetica e della transizione ecologica».

«Serve intervenire tempestivamente – ha proseguito – per evitare il fallimento di migliaia di imprese che hanno immagazzinato i crediti ma che ora non riescono più a monetizzarli. Una situazione che mette a rischio il proseguimento dei lavori e la sopravvivenza delle stesse imprese. È necessario rivedere prontamente il meccanismo della responsabilità solidale che di fatto impedisce a nuovi acquirenti di accedere al credito. Non  c’è ragione per mantenere l’estensione del principio della responsabilità solidale anche ai successivi acquirenti bloccando di fatto il meccanismo della cessione del credito. Occorre ampliare la capacità di acquisto da parte degli istituti di credito che hanno in pancia grandi liquidità mentre le imprese sono in enorme sofferenza».

«Le frodi non si combattono certo facendo fallire le imprese e spingendo le stesse a licenziare tanta povera gente! – ha evidenziato –. La FenealUil ha più volte segnalato che bisognava regolamentare e normare esclusivamente i bonus facciate  perché li si insediavano le frodi ai danni dello Stato. Il Superbonus non è mai stato tra questi in quanto sufficientemente regolamentato dall’inizio».

«Occorre, ancora – ha rilevato – un meccanismo che consenta alle imprese di poter monetizzare crediti relativi a cessioni effettuate nel 2021 e nel primo semestre 2022 ad oggi non monetizzabili a causa del blocco degli acquisti da parte delle banche che dichiarano di aver esaurito il plafond delle compensazioni. Bisognerebbe, quindi, introdurre un intervento di controllo pubblico che eviti alle banche di fare cartello e di sottrarre risorse pubbliche a danno del provvedimento».

«Non è accettabile, infine – ha concluso – che la marginalità delle banche rischi di superare quella delle imprese che eseguono i lavori». (rcz)

Aloisio (Confesercenti RC): Le imprese pagheranno 106 mld per il caro energia e gas

Il presidente di Confesercenti Reggio CalabriaClaudio Aloisio, ha denunciato come sono di 106 miliardi il «costo extra che le imprese, stante così le cose, dovranno pagare nel 2022 per gli aumenti di energia e gas secondo uno studio pubblicato dalla Cgia di Mestre».

«Una somma “monstre” – ha evidenziato Aloisio – che secondo l’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, così come specificato in una segnalazione inviata a Governo e Parlamento, potrebbe aumentare a dismisura dato che ci si aspetta un raddoppio dei prezzi da ottobre. Avete capito bene: un raddoppio dei prezzi che già adesso sono insostenibili per le imprese e le famiglie». 

«E allora, per comprendere meglio la situazione drammatica in cui ci troviamo nostro malgrado – ha aggiunto – parliamo dei costi attuali: nel 2019 il costo medio dell’energia elettrica ammontava a 52 euro per MWh mentre nei primi sei mesi del 2022 si è attestato a 250 euro (+378%). Ancora peggio per il gas il cui costo in tre anni è salito da 16 euro MWh a 100 euro (+538%)».

«Senza voler entrare in tecnicismi – ha proseguito – appare chiaro che questi aumenti non sono giustificati dal normale andamento dei mercati. A sentire le dichiarazioni di qualche mese fa del ministro alla transazione ecologica Cingolani e, ultimamente, leggendo i contenuti di un report prodotto dalla Fondazione Hume, si evincerebbe che sono in atto speculazioni per far salire artificialmente i prezzi a tutto vantaggio degli operatori del settore che stanno macinando utili record. È il caso dell’Eni, ad esempio, che solo nel primo trimestre del 2022 ha realizzato un utile netto di 3,27 miliardi di euro, di molto superiore a quello dell’intero 2020 che ammontava a 2,88 miliardi e poco inferiore a quello del 2021 il quale, peraltro, è cresciuto vertiginosamente proprio nell’ultimo trimestre, contestualmente, guarda tu il caso, all’inizio degli aumenti». 

«Cosa porta tutto questo in soldoni? – si è chiesto Aloisio –. Ad un innalzamento generalizzato del costo di tutti i prodotti e servizi che, a sua volta, fa accrescere l’inflazione erodendo i risparmi e generando una contrazione dei consumi. Tutti sintomi che indicano, ove non si agisse al più presto, che ci troviamo nell’anticamera di una vera e propria recessione. Una crisi ancor più devastante di quella attuale che colpirà pesantemente soprattutto i Paesi Europei con le disastrose conseguenze facilmente immaginabili».

«Per guardare a casa nostra le piccole e piccolissime imprese, già provate da oltre tre anni di crisi dovuti alla pandemia – ha spiegato – si ritrovano con aumenti in bolletta impossibili da sostenere. Secondo i dati presi a campione dalle tante fatture che ci sono state inviate dai nostri associati abbiamo pubblici esercizi che da 2.000 euro al mese sono passati a 6.600, negozi di abbigliamento che da 1.700 euro si ritrovano a pagare 4.900, gestori di carburanti che invece di 1.200 euro devono sborsarne 5.000». 

«Uno tsunami – ha evidenziato – che colpisce tutte le categorie indistintamente e che si ripercuote sull’intera filiera produttiva e commerciale e ovviamente, sui consumatori finali. Eppure i nostri imprenditori stanno resistendo, l’area metropolitana reggina per una volta è tra i primi posti in una classifica positiva, quella dei minori aumenti sui prezzi al consumo che da noi sono sotto la media. Quanto tempo, però, il nostro tessuto imprenditoriale potrà reggere? Poco, molto poco».

«Ecco perché come Confesercenti Reggio Calabria – ha ribadito – siamo pronti ad attuare proteste, anche eclatanti, a difesa degli interessi di imprese e famiglie. L’Italia e l’Europa, devono intervenire con misure incisive e immediate applicando, in primis, un tetto massimo di prezzo per il gas e di conseguenza per l’energia elettrica monitorando con la massima attenzione, al contempo, l’attività delle multinazionali dell’energia. Inoltre si dovrà definitivamente sganciare dalle quotazioni del gas il prezzo dell’energia ricavata dalle fonti rinnovabili, abbassare ulteriormente tributi, oneri e Iva sulle bollette ed estendere a tutte le imprese la possibilità di usufruire del credito d’imposta sulle spese sostenute per l’energia raddoppiando la percentuale oggi prevista».

«Contestualmente – ha concluso – anche gli Enti Intermedi devono fare la loro parte attuando azioni di supporto e sostegno sistemiche, non certo i bandi a sportello emanati sino ad oggi che, oltre a incidere in maniera marginale rispetto le problematiche esistenti, creano anche intollerabili distorsioni del mercato. L’alternativa è la chiusura di centinaia di migliaia di attività ormai stremate e noi, sia ben chiaro, non abbiamo alcuna intenzione di assistere passivamente a questa ecatombe annunciata». (rrc)