La Calabria al 64esimo Salone Nautico Internazionale di Genova

Ci sarà anche la Calabria al 64esimo Salone Nautico Internazionale di Genova, in programma dal 19 al 24 settembre, per valorizzare le eccellenze del comparto.

Una collettiva regionale che si inserisce nel contesto delle iniziative realizzate dall’Assessorato allo Sviluppo economico, guidato dall’assessore Rosario Varì, e che si conferma appuntamento irrinunciabile per il mercato della nautica, e non solo.

La partecipazione è sicuramente finalizzata a conferire visibilità internazionale al comparto della nautica locale, che diventa altresì occasione per la promozione di un territorio che vanta oltre 800 km di coste tra Ionio e Tirreno, della cui bellezza i visitatori potranno rendersi conto visitando i due stand – quello istituzionale e l’altro posto nell’area boating discovery e ormeggi – e visionando  i filmati e le brochure che saranno distribuite dal personale presente in Fiera.

Il claim scelto è “Ti porto in Calabria”: un invito a conoscerne i porti, gli attracchi, le loro caratteristiche, i servizi offerti ma al tempo stesso le peculiarità del territorio calabrese. All’assessore Rosario Varì, il compito di rappresentare la Regione, inaugurare uno stand completamente rinnovato rispetto alle scorse edizioni e presentare al pubblico tutti i partecipanti.

«Il Salone Nautico di Genova – ha dichiarato Varì – rappresenta una vetrina fondamentale per le aziende del settore nautico e cantieristico calabrese nonché uno strumento strategico per promuovere a livello internazionale la straordinaria bellezza dei nostri territori».

«La manifestazione, che attira migliaia di persone da tutto il mondo – ha aggiunto – è un ottimo palcoscenico dal quale i nostri armatori possono dimostrare la qualità manifatturiera della nautica calabrese e le abilità costruttive dei nostri artigiani la cui creatività e cura del dettaglio caratterizza ogni imbarcazione Made in Calabria, come ben sanno gli appassionati di tutto il mondo. Rappresenta, altresì, un’occasione significativa per promuovere gli itinerari turistici che possono iniziare il loro percorso dai nostri porti».

I materiali informativi sono stati concepiti come veri e propri percorsi ed itinerari navigabili e condurranno i diportisti che decideranno di attraccare presso gli oltre venti porti ed approdi distribuiti su tutto il suo perimetro, alla scoperta dell’immenso patrimonio storico, culturale, artistico, naturalistico ed enogastronomico di una Calabria Straordinaria.

Ricco il programma degli appuntamenti: previsti, infatti, diversi eventi e talk che narreranno di una Calabria crocevia del Mediterraneo, dei suoi armatori, dei suoi maestri d’ascia, dei progetti volti a tutelare le bellezze di un territorio unico; a latere dei dibattiti è prevista la degustazione di una selezione di vini calabresi che accompagneranno la focaccia genovese, a voler sancire il perfetto connubio tra i diversi “Sapori di mare”. (rrm)

ALLA CALABRIA SERVONO 62 MILIARDI
PER REALIZZARE LE OPERE STRATEGICHE

di ERCOLE INCALZA La Regione Calabria è una delle Regioni del nostro Paese in cui è davvero difficile anticipare interventi che non trovano, nel tempo, una misurabile e concreta realizzazione. È una Regione che per molti anni ha ricevuto assicurazioni nella realizzazione di un centro siderurgico a Gioia Tauro, dopo il fallimento di tale ipotesi ne ha vissuto un altro con l’impegno del Governo a realizzare una centrale a carbone per lEnel.

Fortunatamente, grazie alla intuizione dell’architetto della Cassa del Mezzogiorno Alessandro Di Loreto e del fondatore del Gruppo Contship Italia Angelo Ravano, si trasformarono le finalità del nodo in un impianto logistico portuale. Ma accanto a questo esempio ce ne sono altri che sono rimasti o veri fallimenti programmatici o hanno accumulato, nel tempo, ritardi davvero inimmaginabili. Cerco di ricordarne alcuni solo a titolo di esempio: Il caso della Liquichimica a Saline Jonica. Una illusione programmatica davvero incomprensibile con investimenti realizzati, con forze lavoro coinvolte e tutto finito nel nulla; Il caso della Strada Statale 106 Jonica. Il progetto di adeguamento dell’asse viario nasce intorno agli anni ’60 e prevedeva una rilettura integrale dei circa 500 km di tracciato. Dopo praticamente oltre sessanta anni si sono completati solo alcuni segmenti. Grazie alla Legge Obiettivo sono in coso i lavori del Terzo Megalotto (Roseto – Capo Spulico) di circa 38 km per un importo di 1,3 miliardi di euro e, grazie all’intervento del Presidente della Regione Occhiuto, si sono ottenuti ulteriori 3 miliardi di euro per realizzare un altro lotto. Per completare l’intero percorso occorrono circa 9 miliardi di euro. Un asse che attualmente ricopre i primi posti nella classifica nazionale della incidentalità stradale.

Il porto di Corigliano è rimasto per ora solo l’unico porto peschereccio-commerciale dell’alto Ionio cosentino pur disponendo di due darsene, di una superficie del bacino portuale di 1,3 milioni di metri quadrati, con piazzali di 270.000 metri quadrati e con una profondità dei fondali di 12 metri. In realtà gli investimenti erano stati fatti per offrire alla Regione la possibilità di un suo ruolo strategico nell’affaccio sullo Jonio ed ora il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio Ammiraglio Agostinelli sta cercando di costruire le condizioni per un rilancio adeguato di tale impianto portuale congeniale con le sue reali potenzialità; L’asse ferroviario Jonico Reggio Calabria – Taranto lungo 472 km è a semplice binario. Il 30 agosto 2018 iniziarono i lavori di elettrificazione della linea, a partire da Sibari in direzione di Melito di Porto Salvo, con la previsione di concluderli nel 2023: in seguito tale data è stata posticipata al 2026. Mi fermo qui perché penso sia sufficiente per descrivere la limitatezza della offerta ferroviaria su un’area così vasta del territorio calabro; Il completamento dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria avvenuto solo grazie alla Legge Obiettivo dopo oltre trenta anni di ritardi nell’avanzamento dei lavori e con un susseguirsi di blocchi sostanziali nelle coperture finanziarie.

In realtà questi esempi da soli (ne potrei aggiungere tanti altri) portano ad una conclusione: la Regione Calabria non può, in alcun modo, cascare nel triste equivoco di credere in annunci e in promesse non supportate da fatti e da riferimenti oggettivi.

Ho voluto fare questa lunga premessa per tentare di chiarire quali siano le reali certezze sulla realizzazione dell’asse ferroviario ad alta velocità – alta capacità Salerno – Reggio Calabria.

Appena diventato Presidente della Regione Roberto Occhiuto ha chiesto ed ottenuto: Una accelerazione dei lavori della prima richiamata strada statale 106 ed una copertura di un altro lotto del valore di circa 3 miliardi di euro; piene garanzie sul mantenimento dei 10 miliardi di euro inseriti nel Piano Nazionale Complementare al Pnrr; L’avvio dei lavori del primo lotto Battipaglia – Romagnano dell’asse AV – AC Salerno – Reggio Calabria per un valore di circa 2,2 miliardi di euro.

Ebbene, pochi giorni fa abbiamo potuto leggere il seguente comunicato stampa: «La Commissione Via del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha dato disco verde alla realizzazione di due lotti del progetto ferroviario AV – AC Salerno – Reggio Calabria per un importo di 9 miliardi di euro».

Senza dubbio il lavoro della Commissione Via è stato non solo encomiabile ma è avvenuto in un arco temporale davvero ristretto. Fin qui quindi tutto positivo; ora però dovremmo avere delle certezze su una serie di altri elementi che allo stato ci vedono ancora lontani da un reale avvio dei lavori. Intanto occorrerà ancora ricevere il previsto Parere del Ministero dei Beni Culturali e poi dovranno prendere corpo le fasi legate alla gara di appalto. Ma proprio questa fase necessita di un chiarimento; occorre conoscere in modo dettagliato: Quanto consta l’intera opera da Salerno a Reggio Calabria: la stima attuale è circa 30 miliardi di euro; Quanto è il valore del lotto Battipaglia – Romagnano i cui lavori sono già partiti: 2,2 miliardi di euro con Fondi Pnrr; Quanto è il costo della tratta approvata dalla Commissione Via: la stima oggi è di circa 9 miliardi di euro.

Questo chiarimento penso sia obbligato perché del valore globale di circa 30 miliardi di euro la copertura ormai garantita è quella legata ai fondi del Pnrr pari, come detto prima a circa 2,2 miliardi di euro, mentre gli interventi relativi ai 9 miliardi di euro ultimamente approvati dovrebbero essere garantiti dalle risorse inserite nel Piano Nazionale Complementare al Pnrr. In tale Piano infatti erano previsti, per tale finalità, 10 miliardi di euro, un importo questo che è stato oggetto di una riformulazione in quanto il Pnc aveva gli stessi vincoli temporali del PNRR e quindi essendo l’intervento ancora in fase istruttoria avremmo rischiato di perdere le risorse. È proprio questa rivisitazione va chiarita per poter, davvero, contare su una reale disponibilità, sin dal prossimo anno, quando cioè disporremo di tutte le autorizzazioni nell’avvio concreto delle opere.

Poche settimane fa ho elencato sinteticamente il quadro degli interventi che dovrebbero essere realizzati in Calabria nel prossimo quinquennio; riporto di seguito tale quadro: Il completamento e la messa in esercizio delle dighe presenti nella Regione (in Calabria ci sono 24 grandi dighe, alcune non completate altre non sono adeguatamente utilizzate); La realizzazione dell’asse ferroviario ad AV – AC Battipaglia – Reggio Calabria; La riqualificazione funzionale dell’asse ferroviario jonico per renderlo omogeneo alla rete nazionale (le caratteristiche attuali sono davvero pessime); La realizzazione del Ponte sullo Stretto; La realizzazione del completamento integrale della strada statale 106 Jonica; La realizzazione di un impianto retroportuale del porto di Gioia Tauro; La realizzazione di un sistema integrato di impianti interportuali con nodi chiave a Corigliano e Castrovillari; La riqualificazione funzionale degli aeroporti di Crotone, Lamezia e Reggio Calabria; La rivisitazione, di intesa con la Regione Basilicata, delle via di accesso e degli impianti interni al Parco nazionale del Pollino

Di questo rilevante elenco di interventi allo stato sono disponibili solo le risorse destinate alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, una quota di 2,2 miliardi per un tratto, non in Calabria, della Battipaglia – Reggio (la tratta Battipaglia – Romagnano) e 3 miliardi per un ulteriore tratto della Strada Statale 106 Jonica. Invece, effettuando un’analisi dettagliata delle reali esigenze legate ai nove atti strategici prima riportati scopriamo che il valore globale si attesta su un importo di circa 62 miliardi di euro; occorrono, ripeto, 62 miliardi di euro altrimenti continuiamo ad inseguire disegni teorici che, al massimo, arricchiranno i programmi dell’attuale e delle prossime Legislature.

Lo so non è facile assicurare un volano così rilevante di risorse ma è necessario, da subito, disporre di un Piano Fonti – Impieghi, articolato e garantito nel tempo, da cui si evinca, chiaramente, che ci sono tutte le condizioni per evitare un ulteriore tradimento delle aspettative di questa Regione chiave del Paese.

Il Presidente della Regione Occhiuto, a mio avviso, non solo è convinto di un simile approccio metodologico ma finora ha fatto sempre valere la logica della trasparenza e della ricerca sistematica di tutte le possibili coperture finanziarie (Fondi privati, Fondi europei, ecc.) per offrire un impianto pianificatorio coerente alle esigenze di una realtà territoriale ricca, da sempre, di potenzialità e priva, da sempre, di una adeguata e funzionale offerta infrastrutturale. (ei)

In Cittadella la prima riunione del Tavolo Tecnico di confronto sulla disponibilità idrica

Si è riunito, in Cittadella regionale, il Tavolo tecnico di confronto sullo stato di severità idrica della Calabria. Presenti, alla prima riunione,  i rappresentanti dei Dipartimenti regionali dell’Agricoltura e della Protezione civile, dell’Autorità rifiuti e Risorse idriche della Calabria, della Sorical, del Consorzio di Bonifica della Calabria, dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino meridionale, dell’Ispra, dell’Unical e dell’università Mediterranea di Reggio Calabria, degli Ordini nazionale e regionale dei Geologi, degli Ordini provinciali degli ingegneri e dell’ufficio di missione del Commissario nazionale per la siccità.

Diversi gli elementi di riflessioni posti sul tavolo, con particolare rilievo al carico antropico ed ai fabbisogni stagionali dei settori agricolo e zootecnico, hanno fatto emergere un significativo incremento delle esigenze idropotabili con il conseguente aggravamento del deficit idrico, unitamente ad una generale flessione delle disponibilità della risorsa idrica determinata, non solo dalle perdite, ma anche dalle diffuse e significative condizioni di deficit pluviometrico, dalle contestuali variazioni climatiche e dall’aumento dei fabbisogni di risorsa, caratterizzati da gravi condizionamenti negativi sul tasso di ricarica potenziale delle falde acquifere e della connessa disponibilità idrica.

In ragione degli obiettivi di garanzia dell’approvvigionamento idrico sostenibile nel breve e nel lungo periodo, è stata posta particolare attenzione sulla necessità di garantire il monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici regionali unitamente al fondamentale processo di elaborazione del Piano di tutela delle Acque, strumento regionale volto a garantire gli obiettivi di qualità ambientale delle acque interne e costiere, coerentemente con quanto previsto dalla Direttiva quadro sulle acque.

Per l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese, «sono emersi preziosi contributi e opportunità di analisi delle diverse situazioni di criticità nelle varie realtà territoriali contraddistinte da particolari emergenze idriche delle Calabria. Pertanto, nell’ottica di promuovere la partecipazione attiva di tutte le parti interessate al Tavolo tecnico, quello di oggi vuole essere il primo di una serie di incontri finalizzati a costruire una maggiore sinergia tra tutti i soggetti territoriali competenti in materia, avvalendosi anche del contributo tecnico e scientifico degli esperti e specialisti nel settore di riferimento, base imprescindibile, per una riconversione dell’attuale trend di miglioramento della disponibilità e dell’uso consapevole della risorsa idrica».

Al Tavolo è intervenuto anche il dirigente generale del Dipartimento Ambiente, Salvatore Siviglia, il quale ha sottolineato «la necessità di garantire, nell’attuale sviluppo delle strategie risolutive, un approccio interistituzionale e intersettoriale, nonché una visione d’insieme delle conoscenze del sistema idrico, nel presupposto che il fenomeno della scarsità della risorsa idrica costituisce a tutti gli effetti un problema che richiede un’azione pubblica tanto incisiva quanto più omogenea».

Recruiting Webuild: Già assunti 110 lavoratori calabresi

Sono 110 i lavoratori calabresi che sono stati assunti direttamente o successivamente ad un percorso di formazione specialistico pre-assunzione da Webuild, gruppo multinazionale italiano attivo in 50 Paesi che opera nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria civile.

Lo scorso 27 marzo, infatti, in Cittadella regionale si è svolto il “Recruiting Day”, organizzato da Webuild in collaborazione con l’Assessorato al Lavoro e alla Formazione Professionale e il Dipartimento Lavoro della Regione Calabria. Questo evento ha segnato l’inizio delle selezioni per “operatori di cantiere” interessati a lavorare con Webuild. L’iniziativa rientra nell’ambito del programma “Cantiere Lavoro Italia” del Gruppo ed è stata preceduta dalla firma del Protocollo di Intesa tra il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e l’amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini, avvenuta nel 2 novembre 2023.

Un’assunzione resa possibile grazie al “Recruiting Day” e ad altre iniziative di selezione, formazione e assunzione connesse, su un totale di 481 lavoratori calabresi esaminati (selezionati in base ai requisiti aziendali dai Centri per l’Impiego e dalle attività promozionali implementate sinergicamente dalla Regione Calabria e dalle Agenzie per il Lavoro partner di Webuild), 154 sono risultati idonei. Dei 110 lavoratori, 36 (il 32%) sono stati assunti in Calabria. In attesa di assunzione/valutazione i restanti 44 (dal numero totale di idonei, 154).

Con il programma “Cantiere Lavoro Italia” Webuild prevede l’assunzione di 10.000 persone in Italia entro il 2026, con l’80% delle assunzioni destinate al Sud Italia. I contratti di assunzione iniziale offrono una durata di 6 mesi al 1°/2° livello del CCNL Edile Industria, con possibilità di impiego in uno dei 31 cantieri Webuild in Italia ed eventuali opportunità di rientro in Calabria.

«Abbiamo registrato un ottimo riscontro e risultati soddisfacenti con il recruiting day di Webuild – ha dichiarato l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese – che dimostra quanto questa metodologia dia risposte positive e metta le aziende in contatto diretto con i lavoratori. La sinergia pubblico-privato funziona. Grazie all’operato del Dipartimento, guidato dal direttore generale Fortunato Varone, dei Centri per l’Impiego e dell’Osservatorio/Laboratorio economico territoriale politiche del lavoro coordinato dal dirigente Cosimo Cuomo e alla fiducia delle aziende, possiamo realizzare uno straordinario lavoro per il nostro territorio, promuovendo un’occupazione di qualità e dimostrando, altresì, un forte potenziale di replicabilità».

 

IN CALABRIA LE POLITICHE GIOVANILI SONO
UN LUSSO: NON ESISTE UNA LEGISLAZIONE

di GUIDO LEONEIn una società interessata da fenomeni quali la permanenza dell’abbandono scolastico, la microcriminalità giovanile, le nuove forme di tossicodipendenza, le aggregazioni in gruppi portatori di valori asociali, l’avanzata della cultura dell’omologazione che coinvolgono fasce sempre più ampie della popolazione giovanile e non più esclusivamente soggetti tradizionalmente considerati come ‘marginali’, diviene importante prendere coscienza che si deve progettare insieme con e per i giovani gli interventi aggregativi ed educativi che mirano ad un modello di cittadinanza attiva dei giovani. Questo con la consapevolezza che quella di investire sull’aggregazione giovanile non legata ai consumi è una scelta precipuamente politica (che non si paga da sé).

Negli anni ’90 in particolare si sono sviluppati, grazie soprattutto a finanziamenti pubblici di diverso tipo (la L.285/97, le leggi sulla prevenzione delle tossicodipendenze, solo per citarne alcune)una pluralità di progetti legati all’aggregazione giovanile intesa come primo livello del protagonismo sociale dei giovani e come forma di prevenzione primaria specifica. Non c’è dubbio che questi interventi, promossi e realizzati dalla scuola, dagli enti locali, dalle Asl e dal Terzo Settore hanno evidenziato un cambio culturale, un nuovo approccio ai bisogni e alle aspettative della condizione giovanile. Il rischio dell’autoreferenzialità è stato costante.

Ma purtroppo non si è radicato un modo nuovo di agire degli Enti Locali. Le politiche giovanili hanno sempre avuto ed hanno, ancor più oggi,  risorse precarie o limitate, faticano a rappresentare e dare voce ad un protagonismo giovanile che cresce dentro una società ansiosa, una generazione adulta ed anziana protettiva nei confronti dei giovani.

Insomma, una politica giovanile inadeguata rispetto alla complessità, ai cambiamenti avvenuti, ai nuovi poteri e alle competenze che si stanno definendo.

Certo si può  parlare di democrazia come nuovi scenari e nuovi poteri. Dove le arene pubbliche si misurano con gli ambiti di identificazione territoriale, dove il comune è al primo posto e dove l’Europa per i giovani rappresenta un riferimento forte; con la insufficiente soddisfazione per l’attuale funzionamento della democrazia; con la convinzione che la democrazia è comunque la migliore forma di governo possibile anche se i giovani pensano più di altri che abbia bisogno di correttivi; con il dibattito sul decisionismo rappresentato dai presidenzialismi ai vari livelli; con un giudizio sospeso sulla corruzione del sistema; con i contenuti della democrazia che vedono prevalere il diritto alla salute, alla legalità, al lavoro, alle libertà, all’istruzione, ecc. mentre la partecipazione resta relegata al fondo delle parole che danno significato al termine.

Ma i nuovi scenari sono rappresentati anche dalla crisi dei partiti dove, fino a qualche decennio fa, si formava alla partecipazione, si educava alla politica, si tenevano le relazioni strutturate con la società. È uno scenario che vede la disaffezione verso la politica e la caduta libera della partecipazione attiva dei giovani ai partiti politici, mentre assumono ruoli emergenti, ma anche di riferimento, istituzioni varie, dagli uomini di scienza alle forze dell’ordine, dalla chiesa al sindaco.

Ed è una democrazia, anche, dove si rileggono opinioni e valori. E anche con sorprendenti novità nelle riflessioni dei nostri giovani. Parlare dialetto è considerato un fattore di identità locale; non è importante diminuire le tasse quanto utilizzare meglio i soldi versati dai contribuenti. Cambia il giudizio di approvazione e non approvazione sui comportamenti sociali:la prima qualità da trasmettere ai figli è il senso di responsabilità, l’indipendenza tra le ultime; l’uomo politico deve essere onesto, competente, coerente, efficiente.

Ma ci sono altri aspetti di questi nuovi scenari. Un impianto ancora familistico, con un famiglia sempre più fragile ma vero capitale sociale del nostro territorio , vede i giovani fruitori di percorsi protettivi lunghi. Un mondo economico che riflette sul capitale sociale prodotto ma che offre ai giovani lavori caratterizzati sempre più da nuove forme di flessibilità e precarietà. Una società dove la sicurezza sociale diventa valore. Torna la piazza antagonista ma finisce con l’essere una esperienza comunitaria di prossimità fisica, condivisione di emozioni, ma che non genera progetto ,non produce identità, rispetto agli anni forti della contestazione.

Anche se segnala nuove culture emergenti (pace, legalità, sviluppo sostenibile, giustizia, Nord/Sud, nodi ecologici, diritti civili). Mentre resta ai margini della maggioranza l’esperienza dei centri sociali, dei gruppi antagonisti per scelta di campo. Su tutto, i media, la televisione, finiscono con l’essere l’unico strumento di partecipazione – monodirezionale – e di informazione politica.

Da questi ed altri elementi sono alimentati i modelli di governance del territorio. Ma come favorire la partecipazione giovanile nella nostra realtà locale?

La risposta passa attraverso la capacità soprattutto della  amministrazione comunale. Il Comune è l’Ente pubblico più vicino ai propri cittadini, è in grado di conoscere meglio e di rappresentare le istanze della propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo.

In assenza di una normativa nazionale specifica per la fascia giovanile, che definisca gli obiettivi delle politiche pubbliche per i giovani, ci si trova di fronte a un quadro complesso, per cui vi sono politiche molto diverse da regione a regione, ma soprattutto non vi è un quadro normativo dentro il quale definire i compiti e le funzioni degli enti locali. Alcune regioni hanno emanato delle leggi apposite. La Calabria è una delle pochissime regioni in Italia a non avere una legislazione in materia di politiche giovanili.

Voglio sperare che la Giunta regionale calabrese assuma presto iniziative legislative in proposito. Gli aspetti negativi sono rappresentati dalla scarsa e disordinata diffusione delle politiche per i giovani nei comuni. Nella nostra provincia la maggior parte degli enti non ha un assessorato di riferimento. 

È considerato un lusso, un optional in presenza della grave crisi finanziaria peraltro. E laddove esiste da un punto di vista delle competenze amministrative e delle deleghe politiche non vi è chiarezza riguardo la collocazione delle politiche per i giovani, non esiste una loro area politico-amministrativa specifica e definita, ma queste politiche sono distribuite in area di competenza molto diverse tra loro: cultura, istruzione, servizi socio-assistenziali e sanitari, lavoro, sport e tempo libero, producendo un effetto di frammentazione degli obiettivi, degli indirizzi. Per non parlare della cronica scarsità delle risorse. Tutto ciò affonda le migliori intenzioni. (gl)

[Guido Leone è già Ispettore tecnico Usr Calabria]

La Regione approva il Piano d’azione per l’innovazione e la ricerca

La Giunta regionale, presieduta dal presidente Roberto Occhiuto, ha approvato il Piano d’azione per l’attuazione dell’Obiettivo specifico 1.1 del Programma Regionale 2021-2027, dedicato allo sviluppo e al rafforzamento delle capacità di ricerca e innovazione.

«Siamo molto soddisfatti di questo importante risultato. Il Piano si caratterizza per la sistematicità degli interventi e per una visione d’insieme che consente alla Regione di programmare in modo efficace e al sistema produttivo di avere un quadro chiaro, nel tempo, degli aiuti che saranno resi disponibili», ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì, che ha proposto il documento che «delinea una strategia articolata per sostenere l’innovazione del tessuto imprenditoriale calabrese, con interventi mirati al sostegno di progetti di ricerca e sviluppo, alla creazione di start-up innovative, al potenziamento delle infrastrutture di ricerca e al rafforzamento della collaborazione tra imprese e organismi di ricerca».

Il Piano prevede una dotazione finanziaria complessiva di oltre 214 milioni di euro per il periodo 2021-2027, con l’attivazione di diverse misure di sostegno, alcune già in corso di attuazione e altre che saranno rese operative nei prossimi mesi attraverso specifici bandi e procedure di selezione.

«L’innovazione – ha precisato l’assessore Varì – è una scelta obbligata per competere sui mercati globali. Con questo Piano puntiamo a sostenere in modo concreto il trasferimento tecnologico dal sistema accademico a quello produttivo, per far crescere la competitività delle nostre imprese. Solo attraverso un’azione sinergica tra tutti gli attori dell’ecosistema dell’innovazione potremo creare valore e sviluppo duraturo per il nostro territorio». (rcz)

 

La Regione approva il programma della Varia di Palmi

La Giunta regionale, su proposta del presidente, Roberto Occhiuto, e dell’assessore al Turismo, Giovanni Calabrese, ha approvato il programma di quest’anno per i festeggiamenti della Varia di Palmi, in programma il 25 agosto.

La decisione nel rispetto dell’articolo 2 della legge numero 32/2023 che riconosce la festa della Varia di Palmi quale patrimonio culturale immateriale e grande evento regionale da sostenere, promuovere, valorizzare e salvaguardare.

Sempre su input del presidente Occhiuto è stato, poi, deliberato il rendiconto per l’esercizio 2023 e il bilancio di previsione 2024-2026 dell’Ente per i Parchi marini regionali da trasmettere al Consiglio regionale per gli atti di competenza.

Su proposta dell’assessore alle Politiche sociali, Caterina Capponi, la Giunta ha, inoltre, stabilito di dare indicazioni per l’utilizzo da parte delle Aziende sanitarie provinciali di quota parte dell’annualità 2019 del fondo nazionale per la non autosufficienza per la copertura delle graduatorie, relative all’anno 2024 dei beneficiari, realizzate sull’annualità 2018 del fondo e non finanziabili per insufficienza del fondo stesso.

Infine, su indicazione dell’assessore Giovanni Calabrese, il dottor Pietro Manna – già dirigente della Regione Calabria – è stato nominato direttore dell’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro (Arpal).

 

Occhiuto e Gallo presentano la nuova programmazione per lo sviluppo dei Comuni montani

«Con questi interventi del Fondo per la montagna vogliamo misurare la possibilità della Calabria di attrarre nuovi residenti, vogliamo creare le condizioni per consentire ai giovani di rimanere in Calabria e anche per attrarre flussi demografici d’entrata in Calabria.». È quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, nel corso della presentazione, avvenuta in Cittadella regionale, assieme all’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, di alcune iniziative per ripopolare i piccoli borghi calabresi. Si tratta, nello specifico, di due bandi pubblici rivolti ai Comuni calabresi classificati montani e/o parzialmente montani: “Abita Comuni montani” e “Sviluppo delle montagne calabresi”.

«La Calabria perde continuamente residenti, perde continuamente giovani che vanno a lavorare in altre regioni e quindi, come dico spesso, perde porzioni del proprio prodotto interno lordo», ha ricordato Occhiuto, ricordando che «ci sono molti borghi calabresi che potrebbero offrire una qualità della vita straordinaria ai pensionati o alle persone che possono svolgere la propria attività lavorando da remoto che decidono di vivere in uno dei bellissimi Comuni calabresi».

«Una recente elaborazione Istat – ha proseguito il governatore – ha misurato il grado di benessere in Italia, soprattutto per gli anziani, e ha verificato che la Calabria è la prima regione per grado di benessere almeno per quello che riguarda la sicurezza. Io sono convinto che ci sia la possibilità di attrarre pensionati e anche nomadi digitali. Per quanto riguarda i pensionati, insieme al presidente nazionale dell’Inps, con l’assessore Gallo, stiamo studiando una formula per attribuire un incentivo sulla pensione per chi decidesse di trasferirsi in un Comune calabrese. E allora, dare la possibilità a queste persone di stare in una regione che ha un clima straordinario, che ha un costo della vita anche inferiore a quello di altre regioni, diventa una importante opportunità per ripopolare i nostri borghi».

«Si tratta di due misure – ha concluso – che ci potranno consentire di attrarre residenti in una regione meravigliosa, la più bella d’Italia che può essere anche un luogo straordinario dove vivere».

I due bandi sono stati illustrati nello specifico dal dirigente generale del Dipartimento Forestazione, Domenico Pallaria. Con “Abita i Comuni montani”, finanziato con 5 milioni di euro del Fondo della montagna 2022-2023, si vuole favorire il ripopolamento dei piccoli Comuni calabresi montani con meno di 3000 abitanti.

Le amministrazioni comunali, che hanno beneficiato dei contributi regionali, possono concedere finanziamenti a chi intende avviare un’attività imprenditoriale, a chi è già in pensione, a chi svolge lavoro agile che dovranno trasferire la loro la residenza e il domicilio nel Comune montano che concede il contributo. A coloro i quali intendono avviare una attività imprenditoriale verrà riconosciuto un contributo a fondo perduto pari a 20 mila euro, ai pensionati e alle persone che svolgono lavoro agile a distanza un contributo una tantum di 5 mila euro.

L’obiettivo del bando “Sviluppo delle montagne calabresi”, finanziato con circa 6 milioni di euro del fondo della montagna 2023, è quello di sovvenzionare idee progettuali presentate dai Comuni calabresi definiti montani e/o parzialmente montani riguardanti interventi per la salvaguardia e la valorizzazione della montagna calabrese attraverso la realizzazione di aree adeguatamente attrezzate per consentire l’atterraggio dell’elisoccorso anche nelle ore notturne, attraverso interventi per la riqualificazione centri storici, per gli arredi urbani, la cartellonistica, per la manutenzione straordinaria della viabilità comunale e per la realizzazione di piccoli invasi volti sia alla produzione idroelettrica che all’incremento dell’irrigazione per le aree agricole anche per fini di antincendio boschivo.

Ad ogni Comune potrà essere finanziato un solo progetto per un massimo di 100 mila euro. Per la realizzazione dell’area di atterraggio dell’elisoccorso il finanziamento massimo potrà essere pari a 75 mila euro.

«Chi vive in spazi ristretti – ha specificato l’assessore Gallo – sostenendo un costo elevato della vita potrà sicuramente apprezzare la quiete e la sostenibilità di queste aree interne montane che, per una serie di congiunture socio economiche, si sono spopolate quasi completamente. Questo è un primo esperimento che vogliamo fare per tentare di riportare verso questi comuni gente che vive, spesso non bene, in aree ad alta intensità urbana».

L’assessore Gallo ha, poi, spiegato che «la Regione investirà 20 mila euro per ognuno che deciderà di trasferire la propria residenza in queste piccole comunità mettendo in campo la propria professionalità, avviando un’attività imprenditoriale. Nel bando sarà previsto che questo si sposi con le esigenze delle comunità. Il Comune si candiderà indicando quali le esigenze del proprio territorio. Se questa misura andrà bene noi investiremo altre risorse attraverso il fondo sociale europeo».

«L’altro bando, che ha voluto fortemente il presidente Occhiuto – ha proseguito l’assessore Gallo – è destinata ai pensionati e a coloro che lavorano prevalentemente da remoto. Un ulteriore bando è destinato ai comuni parzialmente montani e montani per la realizzazione di tutta una serie di interventi, anche di natura preventiva e ambientale, come la realizzazione di laghetti collinari o di natura ambientali, ma collegati al turismo».

«Ringrazio il presidente Occhiuto – ha concluso Gallo – per aver creduto in questa programmazione andando a supportare di chi vive ancora in questi luoghi, chi li amministra e li preserva». (rcz)

A Lamezia inaugurata la nuova area partenze dello scalo aeroportuale

L’Aeroporto di Lamezia Terme ha la sua nuova area partenze. Uno spazio di 1.900 metri quadrati finanziato con i fondi Cis – ossia circa 200 milioni che sono destinati agli scali calabresi – e che è stato realizzato in sei mesi e che rappresenta «un record in Italia», come ha sottolineato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

«Abbiamo concluso un lavoro anche piuttosto complicato – ha detto –. Sono, quindi, molto felice che la Calabria si segnali come una regione di eccellenza, mentre in Italia diventa sempre complicato fare opere pubbliche velocemente. Si tratta del primo modulo, un primo e importante risultato di altri che andremo a conseguire».

«Abbiamo trovato le risorse non spese – ha specificato Occhiuto – per rifare tutti e tre gli aeroporti, ma siamo partiti da questo primo modulo dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme perché quella orribile tenda che si offriva ad immagine della Calabria doveva essere sostituita al più presto. Quella che inauguriamo oggi è una struttura rinnovata seguendo standard moderni e funzionali e più vicina alle strutture degli altri Paesi».

«Una costruzione in grado rilanciare uno scalo – ha aggiunto – che sia di impatto per una nuova immagine della Calabria nello scenario turistico internazionale. Un risultato concreto realizzato con un primo investimento di circa 5 milioni di euro, nell’ambito del progetto di ammodernamento finanziato con il Cis Calabria. Il sogno, quello vero, è completare l’intero rifacimento dello scalo internazionale entro la fine di questa legislatura».

Ma la nuova aree partenze è solo l’inizio della “rinascita” dello scalo lametino: A settembre, infatti, inizieranno ulteriori lavori, necessari per trasformare i gate di imbarco in area d’arrivo. Occhiuto, poi, ha riferito di aver chiesto a Trenitalia «di intensificare i collegamenti tra aeroporti e stazioni così come si fa in molti altri scali d’Italia» e che gli piacerebbe che Trenitalia potesse collegare continuamente l’aeroporto di Lamezia Terme, di Reggio Calabria e di Crotone con le rispettive stazioni, ma anche quelle di Villa San Giovanni e Sibari per potenziare l’intermodalitá. C’è ancora tanto da fare non è facile farlo velocemente perché nessuno ha la bacchetta magica ma stiamo dimostrando in Calabria di essere più veloci di quanto avvenuto in passato».

Nel corso dell’inaugurazione, alla quale è intervenuto anche l’amministratore unico di Sacal, Marco Franchini, i primi passeggeri diretti a Roma si sono imbarcati dal nuovo gate 3. Presenti al taglio del nastro il Sottosegretario agli Interni, Wanda Ferro, gli assessori della Giunta della Regione Calabria, il sindaco di Lamezia Terme e altre autorità civili e istituzionali.

Franchini, invece, si è soffermato sul completamento dei lavori di ammodernamento dell’aeroporto lametino.

«Per quanto riguarda la ricapitalizzazione – ha spiegato – sarà fondamentale l’assemblea degli azionisti che si terrà nel prossimo mese di settembre. Avremo una dotazione finanziaria che ci servirà per corrispondere la parte Sacal relativa alla realizzazione di tutto il grande progetto e il grande programma Cis che il presidente Occhiuto ha portato a casa. Sono 225 milioni di euro di finanziamenti ai quali si aggiungeranno 75 milioni di Sacal».

«È qualcosa che va naturalmente a rafforzare – ha proseguito – quella che è la porta d’ingresso della Calabria, l’imprinting che uno può cogliere immediatamente appena arriva in questa regione. Per me è fondamentale non solo l’impegno ma anche la passione e l’entusiasmo per realizzare qualcosa di bello, che sia qualcosa di cui la Calabria vada orgogliosa. Questo è l’unico mio obiettivo».

Soddisfazione è stata espressa da Francesco Napoli, presidente di Confapi Calabria, sottolineando come «l’inaugurazione della nuova struttura aeroportuale è un importante passo in avanti».

«Un impegno – ha detto – che da tempo si è assunto il governatore Roberto Occhiuto insieme al governo regionale affinchè l’aeroporto principale della Calabria fosse nelle condizioni di accogliere tutti i visitatori, leisure e business. Un importante passo in avanti che va nella direzione auspicata dalla Confapi Calabria e quindi del mondo delle Pmi di rendere la nostra regione più attrattiva ed efficiente anche e soprattutto rispetto al trasporto pubblico».

La senatrice della Lega, Tilde Minasi, ha plaudito «per l’ennesimo risultato ottenuto con la realizzazione del nuovo gate imbarchi all’aeroporto di Lamezia Terme».

«Il volto della Calabria – ha aggiunto – sta finalmente cambiando e il merito va tutto alla compagine di centrodestra da lui guidata, che sta davvero riuscendo a modernizzare la nostra regione e presentarla al mondo nei suoi aspetti migliori».

«Questo primo modulo rinnovato all’Aeroporto di Lamezia – ha proseguito – segna solo l’inizio di un’opera di rifacimento che riguarderà tutti e tre gli aeroporti calabresi.  Ci riempie d’orgoglio poter accogliere i passeggeri in arrivo nei nostri scali con la nostra migliore immagine ed è proprio su questo che si sta innanzitutto lavorando».

«Il Presidente Occhiuto, con la Sacal – ha detto ancora la parlamentare – è riuscito a portare a termine questo primo intervento in soli sei mesi, a tempo record per qualsiasi opera pubblica in Italia, come ha lui stesso sottolineato, dunque anche sotto questo aspetto possiamo vantarci di essere stati da esempio per il resto del Paese. Voglio congratularmi e ringraziare, dunque, anche la stessa Sacal e il suo Presidente, ing. Marco Franchini, per il loro impegno, che ha consentito di risolvere tanti intoppi, accelerare i lavori e centrare questo obiettivo in tempi così rapidi».

«Il Governatore –  ha ricordato – ha poi voluto sottolineare l’importanza dei collegamenti ferroviari con gli aeroporti, per un trasporto integrato che consenta ai calabresi e a chiunque venga sul nostro territorio di muoversi davvero con facilità e accessibilità, e ha detto di aver chiesto a Rfi di intervenire intanto con un aumento delle corse dei bus. Posso dire che al Ministero, con il Ministro Salvini, sempre pronto a rispondere alle nostre istanze – prosegue Minasi – stiamo già lavorando proprio per potenziare anche l’intermodalità nei nostri trasporti, oltre che sugli altri macro-obiettivi rappresentati dall’Alta velocità ferroviaria, dalla SS 106 jonica e dal Ponte sullo Stretto. E spero di poter presto comunicare nuovi risultati». (rcz)

A Reggio s’inaugurano i nuovi uffici giudiziari della Procura

Domani mattina, a Reggio, alle 10.30, nei locali dell’area esterna del Cedir, saranno inaugurati i nuovi uffici giudiziari che erogheranno servizi di “front office”.

L’importante infrastruttura, di quasi 300 mq, andrà a potenziare l’organizzazione degli Uffici della Procura reggina favorendo efficienza, accessibilità e funzionalità. L’intervento è stato finanziato dalla Regione Calabria, con un importo iniziale di 500.000 euro, rimpinguati con ulteriori 140.000 euro, a causa del rincaro dei prezzi. È stato seguito, su delega del presidente Roberto Occhiuto, dalla neo eurodeputata reggina Giusi Princi, nel ruolo vicepresidente fino al 15  luglio.

I locali sono stati assegnati alla Procura dal Comune di Reggio Calabria in comodato d’uso gratuito. Alla cerimonia di inaugurazione saranno presenti: il Procuratore della Repubblica, dott. Giovanni Bombardieri, i Procuratori aggiunti dott.ri: Giuseppe Lombardo, Stefano Musolino, Walter Ignazitto, l’eurodeputata dott.ssa Giusi Princi, il Sindaco del Comune di Reggio Calabria, dott. Giuseppe Falcomatà, l’assessore ai lavori pubblici e all’area dello Stretto e Città metropolitana di Reggio Calabria, dott.ssa Maria Stefania Caracciolo, autorità giudiziarie.

 «È un momento significativo – ha sottolineato Princi –che vuole confermare la centralità della giustizia, una giustizia più vicina ai cittadini per la quale ci impegniamo in perfetta sinergia per migliorare l’efficienza del sistema e la qualità delle prestazioni».

«La Regione, in tal senso, aggiunge così un altro importante tassello – ha proseguito – ad altrettanti significativi risultati che nel settore abbiamo realizzato con il presidente Occhiuto nei primi due anni di mandato: digitalizzazione degli uffici della procura e della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, per un importo di 470.000 euro, ai fini di una più facile consultazione degli archivi giudiziari, principalmente quelli legati ai fascicoli del contrasto alla ndrangheta; progetto-pilota di 25 Uffici di Prossimità giudiziaria, avviati in Calabria d’intesa con il Ministero, con un finanziamento pari a 1 milione e 600mila euro; progetto pilota nazionale con la Procura generale di Reggio Calabria; miglioramento dell’efficienza degli uffici, attraverso il potenziamento della strumentazione informatica della Procura Generale presso la Corte di Appello di Reggio Calabria, della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, della Procura della Repubblica di Palmi, della Procura della Repubblica di Locri e della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria per un importo di 370.000 euro». i(rrc)