REGGIO – Lunedì ai Caffè Letterari Santi Trimboli con “Declino di un’utopia”

Chiusura all’insegna della grande attualità per i Caffè letterari 2022 del Rhegium Julii.

Il ciclo degli appuntamenti si concluderà lunedì prossimo, 5 settembre, quando nell’arena del Circolo Tennis “Polimeni”, su proposta del Panathlon di Reggio Calabria, verrà presentato il libro del giornalista Rai Santi Trimboli, dal titolo Declino di un’utopia, pubblicato dalla editrice Falco.

L’opera racconta un viaggio in Russia compiuto dall’autore a pochi giorni dalla caduta del muro di Berlino, evento che segnò uno spartiacque nella storia dell’Europa dell’est con la dissoluzione geopolitica del vecchio blocco comunista, nato con gli accordi di Yalta del 1945. Un viaggio tornato d’attualità alla luce dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe del regime di Putin, con tutto il corollario di atrocità che abbiamo sotto gli occhi da oltre sei mesi.

Un’avventura iniziata da turista, ma poi diventata occasione per tornare a fare il cronista e offrire una ricostruzione attenta di quel periodo vissuto dalla popolazione russa, molto diffidente e quasi ostile verso le riforme avviate da Gorbaciov, il fautore della Perestrojka e della glasnost, spentosi qualche giorno fa. Una morte verso la quale l’apparato di Wladimir Putin ha ostentato grande freddezza, negando i funerali di Stato.

Durante il viaggio, Trimboli ha annotato inquietanti anomalie e tanti imprevisti per niente casuali, al punto da ricavare la sensazione di essere spiato e controllato dal regime, essendo l’unico giornalista di quel gruppo di visitatori. Al declino di quella vecchia utopia, contrassegnata da una economia statalista e da una forte compressione dei diritti umani, si contrappone oggi il nuovo disegno imperialistico di Putin che straccia i trattati internazionali, annette arbitrariamente la Crimea, invade uno Stato sovrano come l’Ucraina, minaccia gli altri Paesi confinanti e ricatta l’Europa intera con il blocco delle forniture di gas.

L’incontro si aprirà con i saluti dei presidenti del “Polimeni” e del Rhegium Julli, Ezio Privitera e Giuseppe Bova. Relatori i giornalisti Rai Annarosa Macrì, Raffaele Malito e Tonino Raffa, che sono stati per lunghi anni colleghi di lavoro di Santi Trimboli. Intervisterà l’autore Anna Foti(rrc)

Rhegium Julii: incontro con la scrittrice Nadia Crucitti

Riprendono stasera, lunedì 22, i Caffè letterari di agosto con un’ospite davvero attesa. Parliamo della scrittrice Nadia Crucitti, una interessante personalità espressa dal nostro territorio che ha avuto modo distinguersi in diversi concorsi letterari di particolare rilievo.  Tra le sue pubblicazioni di successo: Casa Valpatri (1996- Mondadori) vincitore del premio “Cronaca familiare” indetto da Famiglia Cristiana, Berlino 1940. La convocazione (2010, Città del sole), due pièce teatrali: L’imperfezione dell’angelo e Affetti familiari (2015, Città del sole). Nel 2003 un suo racconto esce su Tuttolibri del quotidiano La stampa e nel 2009 pubblica il racconto La leggenda della cavalla bianca con il quale vince la sezione Versilia del Premio Leggi sottile. E’ anche autrice di giochi letterari apparsi sull’inserto del quotidiano La Stampa

Nadia Crucitti è autrice del romanzo storico Promettimi di essere libera, pubblicato nel 2021 da Libromania con il quale vince il premio “Fai viaggiare la tua storia”. Ispirato ad una storia vera, il libro propone in modo avvincente il potere dell’amore e delle parole per illuminare le vite di tutti anche nei momenti più difficili.

La storia è ambientata nella Berlino del 1944, nel tempo e nei luoghi dove sopravvivere alla guerra, ai bombardamenti, agl’incendi ed alla paura, era davvero un miracolo. Proprio in questi luoghi la scrittrice riesce a raggiungere due protagonisti che renderanno avvincente  tutta la storia.

Alla serata parteciperanno con Ezio Privitera e Pino Bova a rappresentare il Circolo del tennis e il Rhegium Julii, lo scrittore Francesco Idotta, coadiuvato da Enzo Filardo e Gerardo Pontecorvo. (rrc)

 

REGGIO – Lunedì incontro con l’economista Francesco Magris

Lunedì 1° agosto, a Reggio, al Circolo del Tennis Rocco Polimeni, alle 21.30, è in programma l’incontro con Francesco Magris, autore del libro Al Margine, edito da Bompiani.

L’evento apre il ciclo dei Caffè letterari di agosto organizzati dal Circolo Culturale Rhegium Julii.

La serata, introdotta da Ezio Privitera, Pino Bova rispettivamente per il Circolo del tennis e il Rhegium Julii e Natina Cristiani per il Lions Club Host, vedrà l’introduzione dello scrittore Aldo Nove e gl’interventi di Ilda Tripodi e Francesco Costantino.

Nel corso dell’incontro, si parlerà del perché mai come oggi Centro e margine si contrappongono, si mescolano e, talora, si scambiano le parti nel gioco per la conquista, l’estensione e la difesa delle concrete libertà dell’individuo.

Secondo Magris, l’idea di margine attraversa le nostre vite più di quanto si possa immaginare: il margine divide il centro dalla periferia o il limite che ogni società deve affrontare dove è presente l’emarginazione economica e sociale.

Il centro e la periferia sono luoghi in continua mutazione, che attraversano l’arte, la letteratura, l’economia e la geografia. Francesco Magris percorre questi margini guardandoli da ogni lato, divertendosi a valicare profondamente tutti i confini che incontra.

Professore ordinario presso l’Università “Francois Rabelais” di Tours (Francia) e figlio del noto scrittore e saggista Claudio, si è laureato In Economia quantitativa presso l’Università cattolica di Lovanio (Belgio) con un post doc presso l’Università di Cambridge. Collabora con diverse testate italiane ed estere con pubblicazioni di taglio scientifico e divulgativo. Nel 2015 è insignito del Premio internazionale “Città dello Stretto” per il valore delle sue pubblicazioni sui temi connessi al rapporto economia e società. Ha pubblicato Tornaconti. Economia, letteratura e paradossi quotidiani nell’era del mercato globale (SEI, 2000), Topology for economics (Clueb, 2006), L’economia in tasca. Guida pratica alla comprensione dei fenomeni e dei principi economici (SEI, 2012), Vangelo della ricchezza di Andrew carnegie (Garzanti, 2007), La concorrenza nella ricerca scientifica (Bompiani, 2012), Al margine (Bompiani, 2015). (rrc)

REGGIO – Incontro col giornalista Alessandro Notarstefano

Domani sera, a Reggio, alle 21.30, al Circolo del Tessnis “Rocco Polimeni”, è previsto l’incontro con Alessandro Notarstefano, giornalista e direttore della Gazzetta del Sud e autore del libro L’orizzonte degli eventi.

L’evento rientra nell’ambito dei Caffè Letterari  organizzati dal Circolo Culturale Rhegium Julii.

Il testo proposto è il racconto di una vita vissuta intensamente con le idee, speranze, disillusioni, amori sani e malati, le stagioni felici e quelle più grigie. C’è il bambino che ama gli aquiloni, c’è l’uomo, il fotoreporter che insegue la verità, ma anche l’uomo maturo che riflette sulle cose vissute.

Non mancano pensieri sulle donne importanti nella sua vita con qualche pensiero nostalgico che, a volte, fa riavvolgere il nastro degli eventi nell’orizzonte del tempo. Un’indagine sulla natura umana e sulle esperienze straordinarie vissute, ma anche una riflessione importante sui temi del dolore e della bellezza. (rrc)

REGGIO – Lo scrittore Nicola Longo ai lunedì del Rhegium Julii al Circolo del Tennis

Appuntamento questa sera (lunedì 13 giugno) alle 19, al Circolo del Tennis “Rocco Polimeni”, con lo scrittore Nicola Longo autore del libro Macaone, edito da Rubbettino, secondo ospite del ciclo d’incontri A Las siete de la tarde (Alle sette della sera) La serata introdotta dai saluti del presidente del circolo del tennis Ezio Privitera  e del presidente del Circolo Rhegium Julii Pino Bova, vedrà la presentazione della giornalista Ilda Tripodi e della scrittrice Maria Rosa Falduto.

Il nome di Nicola Longo, negli anni 70, diventa ricorrente sulla stampa per le sue gesta- lo chiamavano 007  o il Serpico italiano –  e furono prodotti diversi film, in quegli anni, interpretati da Thomas Milian.

Longo conosce Tonino Guerra, ma anche Federico Fellini che colpito dal suo personaggio gli scrisse: non ho mai smesso di pensare “La valle delle farfalle”, la vita straordinaria e affascinante di quest’eroe buono che cavalca il pericolo con serena quotidianità, sacrificando gli affetti più importanti e rischiando più del dovuto nell’ostinata ricerca di giustizia e verità; spero sempre che un giorno o l’altro possa giungere lo scossone definitivo per far partire questa bella storia…  (rrc)

REGGIO – Si è aperto l’anno sociale del Rhegium Julii

Si è aperto, con un concerto al Circolo del Tennis Rocco Polimeni di Reggio Calabria, l’anno sociale 2022 del Circolo Culturale Rhegium Julii, guidato da Pino Bova.

Protagonista della serata il maestro Sergio Puzzanghera, già docente di pianoforte presso il Conservatorio Francesco Cilea, compositore, concertista. Un talento straordinario della nostra terra, molto presente nelle iniziative dell’Associazione.

«Attribuiamo a questa serata di cenacolo un forte simbolismo – ha detto Pino Bova – perché l’anno appena iniziato, si è portato via una giovane e importante personalità  del mondo della cultura reggina, il pro-rettore e ordinario di diritto amministrativo Prof. Domenico Siclari».

Noto in tutti gli ambienti accademici, figura colta e attenta alle prospettive di cambiamento della Calabria, Domenico Siclari ha rappresentato per tutti i più giovani un punto di forza credibile per il portato di responsabilità che riusciva ad esprimere, per il senso del sacrificio e di dedizione alla crescita culturale della Città e di istituzioni come la Università per stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria.

Nonostante la giovane età, 37 anni, Siclari aveva già raggiunto traguardi importanti e non si rassegnava ad alcuna forma di approssimazione e di consumismo. Indicava sempre il superamento dell’effimero, la strada maestra della condivisione e della applicazione allo studio, perché questa era la strada che gli indicava la sua appartenenza al mondo cattolico: la ricerca della comunione d’intenti, la cultura dell’unità, il senso del dovere.

«Non potevamo dimenticarlo e – ha concluso Bova – con il maestro Puzzanghera dedicheremo la serata al suo ricordo». (rrc)

Rhegium Julii: da 52 anni il prestigio culturale della Calabria

Con la consegna dei premi della 52.ma edizione, il Premio Rhegium Julii da Reggio si è confermato come prestigioso evento culturale che onora tutta la Calabria. I cinque premiati di quest’anno, del resto, danno un respiro nazionale a un riconoscimento sempre più ambito: Giuseppe Aloe (premio Corrado Alvaro per la Narrativa), don Luigi Ciotti (premio Leonida Repaci per la Saggistica), Roberto Pazzi (premio Lorenzo Calogero per la Poesia), Sergio Zoppi (premio Gaetano Cingari per gli Studi Meridionalistici), Giuseppe Smorto (premio speciale Rastignac per il Giornalismo). La cerimonia si è svolta nell’aula magna del Dipartimento di Architettura dell’Università Mediterranea, con la conduzione della giornalista Ilda Tripodi. La giuria, presieduta dal prof. Corrado Calabrò, era composta da Giuseppe Caridi, Gioacchino Criaco, Luca Desiato, Mimmo Gangemi, Dante Maffia, Annarosa Macrì, Domenico Nunnari, Giuseppe Rando

Il presidente del Circolo Rhegium Julii Pino Bova, affiancato dal presidente della giuria Corrado Calabrò, ha voluto sottolineare l’orgoglio e la soddisfazione di un’iniziativa cresciuta nel tempo diventando sempre più prestigiosa e importante. «La storia del Rhegium Julii – ha detto Bova – , nei suoi 53 di vita, non ha mai avuto connotazioni effimere e consumistiche, ma ha offerto sempre qualcosa di più: un cielo aperto sulla vita ricco di idee, di passione civile, di spinte all’edificazione culturale alimentata dai contributi di pensiero dei fondatori e l’entusiasmo dei nuovi talenti. Il Rhegium Julii, grazie alla spinta ed alla generosità dei tanti soci volontari che hanno assicurato la continuità, ha saputo coinvolgere personalità straordinarie come Gilda Trisolini, Emilio Argiroffi, Pasquino Crupi, Ernesto Puzzanghera, Francesco Fiumara, esaltare le presenze importanti di Leonida Repaci, Fortunato Seminara, Saverio Strati, Mario La Cava, Antonio Piromalli prima e oggi degli scrittoriMimmo Gangemi, Gioacchino Criaco, Mimmo Nunnari, Annarosa Macrì, i poeti Corrado Calabrò e Dante Maffia che hanno trascinato tutti con la forza di un fiume in piena. Ed è da queste opportunità, dal desiderio di accrescere ulteriormente il confronto oltre ogni barriera culturale, ideologica e di pensiero, che nacquero i Premi nazionali e internazionali Rhegium Julii che hanno registrato la presenza delle più grandi firme culturali del Paese e del mondo. Oggi l’Associazione sembra non fermarsi in più. Ha rafforzato la fede nella cultura, nella creatività, nell’antico sogno che ha fatto nascere la Polis prima, un Paese democratico poi. C’è la coscienza di un servizio non ancora concluso, di una missione da compiere. Sotto i nostri occhi il mondo è sofferente per le insopportabili violenze, diseguaglianze, disumanità e a tutti appare essenziale lottare con convinzione per la salvaguardia della bellezza, del pensiero, dell’educazione al dubbio, che restano principi fondamentali per la qualità della nostra vita. Siamo consapevoli che il Rhegium Julii è solo uno strumento di questo territorio, di questo Paese, e, come sempre, continuerà a rispondere all’appello. Il Rhegium Julii ci sarà».

Il chi è dei premiati:

  • GIUSEPPE ALOE

Nasce a Cosenza nel 1962. Collabora con il Prof. Franco Cordero presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma. Fonda il circolo culturale I Barbitonsori e pubblica il volume Libromastro. Con Cristiano Spila pubblica successivamente Geographyca – due storie siciliane. Si trasferisce a Milano e per l’editore Giulio Perrone pubblica un libro di racconti Non pensare all’uomo nero… dormi. A seguire escono ancora Non è successo niente (2009) e Lo splendore dei discorsi (2010). Nel 2012 è finalista al premio Strega con La logica del desiderio (2011). Nel 2020 pubblica il suo libro Lettere alla moglie di Hagenbach – editore Rubbettino con il quale è stato protagonista di uno dei Caffè letterari del Rhegium.

Premio “Corrado Alvaro” per la narrativa

Lettere alla moglie di Hagenbach (2020 – Rubbettino)

Relatore: Luca Desiato

‘Una parte di me sta franando in me stesso’… E’ l’incipit del romanzo di Giuseppe Aloe.  Sono parole del protagonista Flesherman, criminologo di fama, che sta seguendo indizi che lo porteranno allo scrittore Hagenbach.

Le lettere spedite a Dora, morente in ospedale, e che non saranno mai lette, sono come un filo d’Arianna impossibilitato a collegare inseguitore e inseguito. Dolente metafora di una mancanza di connessione che riguarda tutti.  C’è nel romanzo come un’atmosfera estraniata: personaggi e azioni accadono ma non si intersecano. E tale estraniamento rende ogni cosa fluida e inafferrabile. Quasi a ribadire che la realtà è in continuo movimento ma è come rinchiusa in un acquario, quasi metafora di kafkiana memoria.

La cifra riepilogativa di questo romanzo di Aloe pare essere che la realtà è qualcosa di inconsistente, e scoprirlo è una perdita irreparabile che conduce a un dolore estraniante, fisico e metafisico, che intride vicenda e personaggi.

Con stile lucido e razionale l’autore ci racconta un’esistenza colta davanti a un bivio. Arrendersi e non proseguire nel cammino, oppure proseguire, con la possibilità e il desiderio di incontrare, forse, opportunità inclusive e salvifiche.

  • DON LUIGI CIOTTI

Nato a Pieve di Cadore nel 1945 ha fondato il Gruppo Abele, associazione che promuove l’inclusione e la giustizia sociale. Nel 1975 ha creato l’Università della strada, un centro di ricerca, informazione e formazione che sviluppa esperienze editoriali, bibliotecarie e riviste di contenuto sociale. Impegnato in progetti di cooperazione allo sviluppo delle aree più povere del mondo si è distinti per le denunce e il contrasto al potere mafioso. Tra i suoi libri: Chi ha paura delle mele marce (Sei, 1992), La speranza non è in vendita (Giunti, Gruppo Abele, 2011), Un prete contro la mafia (Bayard, 2015), L’eresia della verità (Edizioni Gruppo Abele, 2017), Lettera ad un razzista del terzo millennio (Edizioni Gruppo Abele, 2019), Per un nuovo umanesimo (Solferino, 2019), Droga, storie che ci riguardano (Edizioni Gruppo Abele 2020), L’amore non basta (Giunti, 2020)

Premio Leonida Repaci per la saggistica editore Giunti.

L’amore non basta (2020 – Giunti)

Relatrice: Annarosa Macrì

Un libro scandito in tre parti: Nel nome del Padre, Del Figlio, e dello Spirito Santo.

Un libro che è un segno di croce, e che comincia così: “Il segno di croce me l’ha insegnato mia mamma”. Il racconto di una esistenza che è una preghiera, imparata a Pieve di Cadore, a metà del Novecento, in una cucina povera e gelata: io avevo bisogno di Dio per dare un senso alla mia vita – dice don Ciotti – e Dio aveva bisogno di me, per seminare giustizia nel mondo.

Per questo, quest’uomo pregava da bambino, per questo prega, da adulto e da prete, don Ciotti, che, per la prima volta, in questo libro, scrive la sua storia. E la definisce una “autobiografia collettiva” – una preghiera collettiva! – perché nessuno vive da solo e per sé solo: la vita è un grande viaggio, su un sentiero, spesso in salita, che nessuno ha scelto, dove si incontrano tanti compagni di strada: qualcuno ci sostiene e ci aiuta nel cammino, qualcuno rallenta, perché è stanco o sofferente, qualcun’ altro si ferma, perché non ce la fa più. Sono le vittime – della mafia, della droga, della violenza, della miseria, della vita – a cui don Ciotti insegna a rimettersi in cammino.

Ma l’amore non basta: ci vuole senso di responsabilità e di giustizia. E noi sentiamo che non è una fine. La preghiera, e la vita, continua.

  • ROBERTO PAZZI

Scrittore, poeta. Ha fondato la scuola di scrittura creativa Itaca. E’ stato docente all’Università di Ferrara e di Urbino. Ha scritto numerose raccolte di versi tra cui Calma di Vento (Premio Montale), La gravità dei corpi (Premio Frascat, Calliope e Marineo), Un giorno senza sera. Esordisce in narrativa con Cercando l’imperatore (Premio Bergamo e Selezione Campiello), La principessa e il drago (Finalista al Premio Strega e Premio Rhegium Julii), Vangelo di Giuda (Superpremio Grinzane Cavour). Nel 2020 ha pubblicato l’opera omnia di poesie Un giorno senza sera (La nave di Teseo). E’ tradotto in oltre venti paesi esteri. Da dodici anni scrive per il Corriere della sera, il Resto del carlino, La Nazione e il The New York Times.

Premio “Lorenzo Calogero” per la poesia

Un giorno senza sera (2020 – La nave di Teseo)

Relatore: Dante Maffia

Un’antologia, dunque, una scelta dai vari libri pubblicati da Roberto Pazzi, con l’aggiunta di alcuni inediti. Dichiara l’autore che “Alcune poesie… sono state riscritte”, come spesso fanno i poeti quando rileggono il loro esordio.

Piace il fatto che a compilare l’antologia sia lo stesso Pazzi e non il solito critico che spesso, per criteri discutibili, non sceglie il meglio.

Le poesie qui raccolte dimostrano che Pazzi ha avuto, sin dal suo esordio, una voce chiara e perentoria, che non ha mai fatto la rincorsa per allearsi alla moda dei minimalisti e degli incomprensibili, dei balbuzienti, dei sostenitori della casualità. La sua poesia ha corpo e anima, sa volare e far volare, fare incontrare la meraviglia e l’incanto e squarciare i nodi del vento che mostrano sempre la bellezza: “Impara da me, così veloce / a catturare la preda; / vivi due volte, / il sogno della cosa / e il gesto della presa”.

  • SERGIO ZOPPI

Laureato in scienze politiche all’Università di Firenze con Giovanni Spadolini si avvicina agli ambienti del cattolicesimo democratico e diviene caporedattore della rivista Nuovo Osservatore diretta da Giulio Pastore. Nel 1968 pubblica per Vallecchi il suo primo libro Romolo Murri e la prima Democrazia Cristiana. Negli anni 70 comincia ad occuparsi dei temi del mezzogiorno fino ad occupare il ruolo di presidente e direttore generale del FORMEZ. Eè chiamato a svolgere il ruolo di sottosegretario alla Funzione pubblica nel primo governo Prodi e poi quello di sottosegretario alla Pubblica istruzione nel primo governo D’Alema. Pubblica, tra gli altri Il sud tra progetto e miraggio (Donzelli 1994), Il mezzogiorno di De Gasperi e Sturzo (Rubbettino 1998), Il mezzogiorno delle buone regole (Il Mulino 2000), Una lezione di vita: Saraceno, la Svimez e il Mezzogiorno (Il Mulino 2002), De Gasperi e la nuova Italia (Rubbettino 2004), Umbero Zanotti Bianco, patriota educatore, meridionalista (Rubbettino 2009) Premio Rhegium Julii.

Premio “Gaetano Cingari” per gli Studi meridionalistici

Questioni meridionali –Editore Il Mulino

Relatore: Giuseppe Caridi

“Questioni Meridionali” è un qualificato contributo storico culturale alla questione delle questioni italiane, ormai rimossa dal dibattito politico e civile della nazione.  Sergio Zoppi, autorevole studioso della materia, erede e interprete della lezione dei grandi meridionalisti del passato, in questo saggio racconta la storia di un piccolo gruppo di personalità della cultura e dell’impresa napoletana fondatore di “Questioni Meridionali”, rivista che mostrò il volto doloroso e drammatico del Mezzogiorno: analfabetismo, indigenza, scarso sviluppo, malattie nel periodo in cui il fascismo controllava l’intera vita nazionale e aveva dichiarato inesistente il dualismo e il divario Nord Sud. “Questioni Meridionali” è stata una forma di resistenza civile, in anni in cui sull’Italia pesavano negativamente la chiusura all’Europa e le angustie di un’autarchia che non è stata solo economica. Zoppi ha il merito di far riemergere i contenuti di una iniziativa editoriale attorno a cui, senza ipocrisie e con lucidità, un gruppo di personalità –  ancorché inascoltato –  ha indicato la via per giungere ad un riscatto permanente del Mezzogiorno.

  • GIUSEPPE SMORTO

Entrato nel 1980 a Repubblica con una borsa di studio Fieg-Fnsi, Giuseppe Smorto è stato Capo Redattore dello Sport, del Venerdì e della Cronaca di Torino. Dal 2003 al 2016 ha diretto il sito del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. Ha chiuso la sua carriera interna come vicedirettore del giornale, per oltre tre anni, sotto la direzione di Mario Calabresi.

Ha vinto i premi “Saint Vincent”, “Biagio Agnes” per il giornalismo, il Sangiorgino d’oro del Comune di Reggio Calabria, e proprio quest’anno il premio “Oxfam contro le disuguaglianze” per un articolo sulla Sanità in Calabria pubblicato sul Venerdì di Repubblica.

Ha curato i libri “Il mondo di Gianni Mura”, “Gianni Mura e i racconti della bicicletta” . Quest’anno ha pubblicato il libro-inchiesta “A sud del Sud” , viaggio dentro la Calabria tra diavoli e resistenti, edizioni Zolfo.

Premio speciale “Rastignac” per il giornalismo

A sud del Sud – Editore Zolfo

Relatore: Mimmo Nunnari

A sud del Sud è il resoconto di un cammino appassionato nei luoghi dell’anima meridionale. Un viaggio in una terra enigmatica “violenta e violentata”, come definiva la Calabria don Italo Calabrò.

Smorto ha scritto questo libro in punta di penna per non fare rumore, ribaltando le banalità trite e ritrite che si scrivono su questa antica regione. Ha raccontato di bellezza, di persone, di grande umanità, di rinascita e del male assoluto: la ‘ndrangheta che è la tragedia più grande.

Il risultato è un libro straordinario su un pezzo d’Italia erede della civiltà classica, di un’umanità che ha viaggiato nel mondo, portando braccia e cervelli per aiutare lo sviluppo degli altri e che aspetta pazientemente il suo riscatto. (rrc)

REGGIO – Mario Nanni incanta il pubblico con il suo libro “Parlamento Sotterraneo”

Successo e tanto interesse, a Reggio, per la presentazione del libro Parlamento Sotterraneo di Mario Nanni che, nel corso della serata, nella suggestiva cornice del Circolo del Tennis “Rocco Polimeni”, ha illustrato al pubblico “miserie e nobiltà” dell’attività politica degli ultimi decenni. Nanni, già caporedattore centrale dell’Ansa, la maggiore agenzia di stampa italiana, ha seguito come giornalista per oltre 40 anni i lavori di Camera e Senato, in veste di capo del servizio parlamentare.

Dopo i saluti dei presidenti Igino Postorino (Circolo del tennis Rocco Polimeni), Irene Pignata (Panathlon International Reggio), Giuseppe Bova (Circolo Rhegium Julii)e del consigliere nazionale del Panathlon Antonio Laganà, il dibattito è stato moderato da Tonino Raffa, voce storica Rai di Tutto il calcio minuto per minuto e apprezzatissimo giornalista sportivo.

Mario Nanni, intervistato dal giornalista e direttore di Calabria.LiveSanto Strati, ha portato il pubblico reggino in un viaggio tra personaggi, figure di rilievo, ma anche figuri, episodi, avvenimenti e scene che in molti avevano dimenticato e, soprattutto i giovani, non conoscono per niente. Inevitabile il confronto tra la classe politica di ieri e quella attuale. Per quanto riguarda le donne della politica, l’autore ha ricordato, da una parte, il distacco e il rigore di Nilde Iotti, e dall’altra la volontà – o ossessione – di Laura Boldrini nell’imporre la declinazione anche al femminile di tutte le cariche e professioni.

Un libro gustoso e divertente, per certi versi, ma allo stesso tempo di grande valenza per la quantità e l’accuratezza di informazioni, dettagli, curiosità e particolari inediti della vita parlamentare della nostra Repubblica. Una lettura resa piacevole da una scrittura agile e precisa che contraddistingue Mario Nanni (autore anche di Sulla giostra della memoria, uscito qualche settimana fa per Media&Books) come un autore che si fa apprezzare sia quando parla di politica sia quando racconta, senza fuorvianti nostalgie, il tempo andato con uno stile narrativo straordinario che coinvolge e affascina il lettore. (rrc)

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A Melicuccà un bel convegno sul grande poeta Lorenzo Calogero

Lorenzo Calogero, un grandissimo poeta calabrese, nato a Melicuccà, più conosciuto in Europa che in Calabria. Un bel convegno nel suo paese natale,  organizzata dal Comuni, dal Liceo scientifico “Alessandro Volta” e dal Circolo Rhegium Julii ha reso omaggio alla figura e l’opera del poeta. Bello anche il titolo dell’incontro che si è svolto presso l aFonte Rimatisi: Mandai lettere d’amore. Lorenzo Calogero tra la solitudine del Paese e l’inquietudine del novecento.

Moderata con grande sobrietà dalla Pprof. Giovanna Monorchio, la serata si è aperta con i saluti del sindaco Emanuele Oliveri e del presidente del Rhegium Giuseppe Bova. Tutti hanno ricordato l’importanza di rinsaldare la ricerca e l’approfondimento critico di autori di conclamato valore come Calogero, Fantino, Seminara, Altomonte, La Cava, Strati e tante altre personalità per rafforzare il ruolo e il contributo che il capitale umano e culturale della Calabria ha dato al nostro Paese.

Momento centrale della serata sono stati gl’interventi dell’apprezzato linguista Paolo Martino, docente della Lumsa e della scrittrice Benedetta Borrata.

Paolo Martino ha ricordato la dimensione lirica di Calogero e le cocenti delusioni dallo stesso patite in vita per l’indifferenza dimostrata delle case editrici verso l’opera di questo grande poeta. Un artista del primo novecento che si può ben definire come un “sacerdote della poesia” per l’intimo legame, quasi un consunstazione, tra la sua esistenza e la poesia. Un’opera da leggere come una sorta di frag-mentum, come un insieme di illuminazioni destrutturate, ma ricche di una emozionante visione.

Martino ha ricordato gli studi che, con lui, alcuni residenti (come Natale Pace) hanno avviato da giovani su Lorenzo Calogero e il tentativo di pubblicare delle riviste per approfondirne la tematica e la forza del lirismo calogeriano. Ma ha evidenziato anche come di Calogero poeta europeo si siano occupati, forse tardivamente, Leonardo Sinisgalli, Eugenio Montale, Giuseppe Tedeschi, Elio Pecora e ancora Stefano Lanuzza, Carmelina Sicari, Rodolfo Chirico, Pino Bova.

Purtroppo l’esito del prolungato disinteresse verso il poeta e la sua opera è stato determinante nel suo destino ed ha certo giocato un ruolo decisivo anche nella sua tragica fine. Anche post mortem la vicenda Calogero suscita ancora diversi perplessità e sconcerto: nonostante un importante convegno organizzato a Cosenza da Vito Teti, nessun nuovo testo è stato pubblicato dall’Unical e i suoi numerosi scritti restano ancora inediti e giacenti senza alcun progetto di recupero. Una grave mancanza questa, che è il sintomo di un grande vuoto culturale che nemmeno la presenza della più grande università calabrese riesce a colmare.

Benedetta Borrata è stata protagonista di un intervento particolarmente incisivo da cui sono emerse importanti informazioni sulla personalità di Lorenzo Calogero, sugli aspetti caratterizzanti lo stile e la poetica dell’autore e aneddoti rivelatori di complesse problematiche che hanno segnato la sua vita. Sono state commentate anche alcune lettere dei fitti carteggi che Lorenzo Calogero ha mantenuto con Giuseppe Tedeschi e Leonardo Sinisgalli, veri scopritori del poeta e della sua poesia che gli stessi relatori hanno indicato come voce importante del nostro Novecento. 

Le relazioni sono state intervallate dalla lettura di versi dell’autore, da parte di alcuni allievi del Liceo scientifico “A. Volta”, già impegnati in un lavoro di ricerca, come risulta dagli atti pubblicati dallo stesso Rhegium Julii.

Le conclusioni della serata sono state tratte dalla Dirigente scolastica Marisa Monterosso, una presenza importante nel mondo della scuola che ha colto subito l’importanza del Progetto connesso alla valorizzazione degli autori calabresi proposta dal Circolo Rhegium Julii ed ha realizzato con gli studenti del Liceo Volta tre tesine su Lorenzo Calogero ora pubblicate dalla stessa associazione.

«L’inquietudine che caratterizza l’opera di Lorenzo Calogero – ha detto la Monterosso – fatta di connubi e sperimentazioni, l’ha reso figlio insieme del suo tempo e figlio di Melicuccà e della Calabria. Del Novecento lo caratterizza la crisi esistenziale, ma la solitudine e l’isolamento che traspaiono dai suoi versi esprimono un rapporto controverso con il suo paese d’origine, Melucuccà, che pure costituì il suo cordone ombelicale con il mondo e il suo rifugio».

Il convegno si è concluso con un concerto jazz particolarmente coinvolgente del trio Armonie mediterranee composto da Martino Schipilliti, e Giancarlo e Francesco Mazzù. (rrc)

REGGIO – Si parla di Bonaparte al Rhegium Julii con Antonino De Francesco

Questa sera al Circolo del Tennis “Rocco Polimeni” di Reggio si parla di Napoleone Bonaparte “naufrago e dominatore” con lo storico Antonino De Francesco, ospite dei Caffè letterari alle ore 21.30

De Francesco, autore del libro Il naufrago e il dominatore, ha insegnato nelle università di Catania (1989-1993), di Padova (1993-1994) e di Basilicata (1994-2001). Dal 2002 è a Milano, dove ricopre dal 2016 la carica di direttore di dipartimento. È stato professeur invité alla Ecole des hautes Etudes en sciences Sociales e alla Sorbona, residente all’Institut d’études avancées de Paris, Joan Nordell Visiting research alla Houghton Library della Harvard University, fellow alla Princeton Library and William Reese fellow alla Clements library, University of Michigan. Fa parte del comitato editoriale di “La Révolution Française”, “Ricerche di storia.

Autore di numerosi volumi storici, si è soffermato nel 2021 sulla vita politica Napoleone Bonaparte proponendo il volume di cui si parlerà all’Arena del Circolo del Tennis, Il naufrago e il dominatore. Vita politica di Napoleone Bonaparte,  edito daNeri Pozza.

Uno sguardo attento e scrupoloso che indaga le vicende umane e politiche del generale còrso, patriota devoto alla sua isola nativa ma allo stesso tempo abile e spregiudicato conquistatore, protagonista di quel periodo a cavallo tra il XVIII e XIX secolo che lo consacrò imperatore dei francesi e poi re d’Italia. Un racconto approfondito che, a 200 anni dalla morte, indaga una figura severa e rivoluzionaria, dall’orizzonte politico-ideologico ben definito, che la guidò nel suo cammino di condottiero durante tutta la sua vita.

L’incoronazione a re di Francia, avvenuta il 2 dicembre 1804 nella Cattedrale parigina di Notre-Dame, stabilì poi un profondo legame tra il sovrano e la popolazione francese e sancì la nascita di uno Stato nazionale che prendeva le distanze dal vecchio sistema feudale, come ricorda il saggio, «a conferma che il titolo, non a caso poi passato per plebiscito, derivava soltanto dalla volontà generale della nazione e manteneva dunque uno stretto nesso con il portato della cultura politica rivoluzionaria».

Ma le prodezze da dominatore, dopo qualche anno cedettero il passo alla solitudine da naufrago. Nel 1815, a seguito della sconfitta nella battaglia di Waterloo, Napoleone fu confinato sull’isola di Sant’Elena. Dopo i saluti di rito di Igino Postorino e Pino Bova, la serata sarà introdotta dallo storico Giuseppe Caridi con le interlocuzioni di Teresa Scordino e Lina Anzalone.  (rrc)