Comito (FI) risponde a Tavernise: Con Occhiuto + 7,1% di presenze turistiche

Il consigliere regionale di Fi, Michele Comito, ha rilevato come «attaccare il presidente Occhiuto utilizzando i dati sulle presenze turistiche in Calabria tra il 2019 e il 2023 è una mistificazione della realtà».

Questo perché «l’attuale presidente della Regione è in carica dalla fine del 2021, per cui non si capisce bene quale ruolo mai potrebbe aver esercitato nei due anni antecedenti alla sua elezione alla guida della Calabria», ha ricordato Comitato, sottolineando come «semmai è il contrario, la variazione percentuale delle presenze turistiche in Calabria dal 2022 (primo anno interamente a guida Occhiuto) al 2023 vede un ottimo +7,1% (la performance migliore di tutte le regioni meridionali, fatta eccezione per la Campania)».

Q«uesto sì che è un dato interamente ascrivibile alla giunta Occhiuto e alle capacità, all’enorme impegno – ha proseguito – ai molteplici investimenti che è riuscito a realizzare il presidente già nel suo primo anno in Regione, pur avendo ereditato una situazione difficile e deficitaria su molti fronti. Per non parlare del lavoro fatto e attualmente in corso per promuovere l’immagine della Calabria, per attrarre nuove rotte aeree e importanti investitori, per migliorare la connettività e la logistica a beneficio dell’intero comparto turistico regionale e, soprattutto, dei calabresi».

«Va bene, dunque, la dialettica politica – ha concluso – ma svilire il ruolo nobile di opposizione con clamorose gaffe – come fatto oggi da Tavernise – non solo non è utile ma è uno spettacolo di cui i calabresi farebbero volentieri a meno». (rrc)

Tavernise (M5S): Turismo, nel 2023 il 18,3% di presenze in meno rispetto al 2019

«La Calabria non è ancora riuscita a recuperare i flussi turistici del periodo pre pandemico. Un dato su tutti fa riflettere e ci pone all’ultimo posto in Italia di questa speciale classifica: tra il 2019 e il 2023 abbiamo perso, in termini di presenze, il 18,3% di turisti nella nostra regione, mentre il 10,9% in termini di arrivi. Chi villeggia in Calabria è nell’81,9% dei casi residente, la così detta componente domestica, mentre solo il 18,1% dei turisti non è residente». È quanto ha reso noto il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, commentando il dossier dell’Istat L’Andamento turistico in Italia – Prime Evidenze del 2023, sottolineando come «è come se il tempo in questi 5 anni si fosse fermato all’intervallo pandemico».

«I dati che riporto, certificati dal Ministero del Turismo – ha aggiunto – dovrebbero far riflettere il presidente Roberto Occhiuto, che ha avocato a sé, tra le altre cose, la delega al Turismo. Settore di fondamentale importanza per la nostra terra, che evidentemente male si sposa con altri impegni assunti dal governatore, come la sua funzione di commissario ad acta per l’attuazione del Piano di Rientro dai Disavanzi del Servizio Sanitario della Regione Calabria».
«Ancora una volta il “volano di sviluppo” rappresentato dal turismo in Calabria resta al palo – ha proseguito – mentre il centro destra approva leggi che faranno arretrare ancora di più la nostra terra, rendendola sempre meno attrattiva al resto del mondo, come l’autonomia differenziata, che pende come una spada di Damocle sulle nostre teste. A livello nazionale, poi, continuano gli spot costosissimi del ponte sullo Stretto, lasciando da parte i veri investimenti che servono alla Regione, come il potenziamento delle strade esistenti, una vera ferrovia sul versante ionico e il rifacimento della Statale 106».
«Forse i turisti non vengono in Calabria – ha detto ancora – perché in questa regione spostarsi è praticamente impossibile, interi territori sono completamente isolati anche in presenza di infrastrutture importanti qual è un aeroporto (penso per esempio al sant’Anna di Crotone che non ha collegamenti stabili e rapidi col catanzarese e la sibaritide) e le campagne di promozione istituzionali lasciano il tempo che trovano».
«Dopo tre anni di governo Occhiuto – ha concluso – questi dati certificano l’ulteriore fallimento di una classe politica contraddittoria che non riesce ad andare oltre gli annunci».

L’OPINIONE / Claudio Aloisio: Reggio e l’area metropolitana sono vocate al turismo

di CLAUDIO ALOISIONoi lo sappiamo, ci crediamo, e per tale motivo abbiamo investito risorse economiche, know how e tempo per creare una web app – ReggioCalabriaGuide.it – che potesse accogliere i turisti fornendo informazioni utili e geolocalizzate, tra i primi in Italia a installare una assistente virtuale basata sull’AI generativa, Morgana, che risponde in qualsiasi lingua gli viene posta la domanda. E non ci fermiamo continuando a innovare e investire in nuove tecnologie come quella del prossimo step: la realtà aumentata integrata all’intelligenza artificiale.

Lo stiamo facendo sino ad ora senza un euro di contributo pubblico ma con la fiducia e il sostegno di decine e decine di aziende che, come noi, credono in questa scommessa: rendere sempre di più il nostro territorio a misura di turista e, conseguentemente, trasformare il turismo in un volano economico strutturale e concreto.

Fatta questa premessa, saremmo dei folli se pensassimo che una semplice web app possa bastare. Serve ben altro: investimenti mirati, una strategia di breve, medio e lungo periodo volta alla promozione da un lato e alla gestione dei flussi turistici dall’altro, un miglioramento generale dei servizi e del decoro urbano, la realizzazione di punti informativi e di assistenza giusto per elencare il “minimo sindacale” necessario.

Ma in realtà se vogliamo sfruttare ciò che ci è caduto dal cielo (nel senso letterale del termine dato che parliamo di voli), la presenza di Ryanair nel nostro aeroporto, ci vuole molto di più: la realizzazione di una rete pubblico/privata che possa, tramite uno “strumento” dedicato, creare sinergie, fare da cerniera tra domanda e offerta, governare i delicati e complessi processi che vengono innescati dai flussi turistici.

Sono ormai anni che proponiamo la creazione di una Dmo (destination management organization). Enti pubblici/privati che, dove il turismo funziona veramente, svolgono un ruolo cruciale nella promozione e gestione delle località interessate. Purtroppo, però, sembra che ululiamo alla luna la quale, si sa, ascolta ma non risponde mai.

E quindi, qual è la situazione attuale in città? Francamente imbarazzante. Dall’annuncio delle nuove tratte datato 15 febbraio, oltre quattro mesi fa, nessuno ha sentito la necessità di organizzare un tavolo operativo con associazioni e società civile per concordare un minimo di strategia d’accoglienza.

Ad oggi, quindi, chi si muove lo fa “in ordine sparso” dato che non c’è alcun coordinamento con quelli che dovrebbero essere gli Enti preposti: Comune e Città Metropolitana. Per altro, parlando di Reggio, pur essendo di fatto iniziata l’estate ed avendo fondi da investire ci troviamo con una Estate Reggina non pervenuta, senza uno straccio di programma, una data, nulla!

Non va meglio per i chioschi del Lungomare ancora da assegnare tranne uno, l’unico non andato a bando o per il Lido Comunale dove si dovrebbe dare in gestione una piccola parte di cabine restaurate ma non si capisce quando e come. Ancora, poi, si aspetta l’apertura del punto informativo posto sempre in via marina che ad ora non è stato affidato a nessuno. Anche l’utile pianificazione di ZTL e isole pedonali è all’anno zero così come altre iniziative meritevoli come il Beach Bus dell’Atam che la scorsa estate portava residenti e turisti a mare da Catona e Lazzaro.

Noi ci crediamo, lo voglio ribadire. Siamo sempre disponibili al confronto costruttivo oltre ad operare concretamente e proporre, con l’unico obiettivo di sviluppare la nostra terra e la nostra comunità. Ma in queste condizioni, vi assicuro, è dura, è davvero dura. i(ca)

[Claudio Aloisio è presidente di Confesercenti Reggio Calabria]

LO SVILUPPO SOSTENIBILE IN CALABRIA
PASSA DALL’AGRICOLTURA E DAL TURISMO

di DOMENICO MAZZA – Anche quest’anno è stata celebrata la consegna dell’ambito riconoscimento della Bandiera Blu. La Calabria, condivisa la terza posizione insieme alla Campania, sale sul podio delle Regioni insignite del prestigioso riconoscimento. Nello specifico, l’Arco Jonico sibarita e crotoniate, in soli 200km di costa, conferma l’attivazione di ben 7 vessilli.

Un suffragio che palesa la qualità di buona parte delle spiagge del nord-est calabrese. Si pensi, un terzo delle Bandiere Blu assegnate alla Calabria (20 in totale) é localizzato in un quarto degli 800km di costa regionale. Un dato importante e da non sottovalutare. Vieppiù, la particolare condizione, si inquadra in un contesto territoriale che già oggi materializza la più grande offerta turistico-ricettiva della Regione e fra le più cospicue del Mezzogiorno d’Italia. Quanto detto amplifica le prospettive di crescita e le aspettative attese dall’area in questione sotto una nuova luce, aprendo ad una serie di opportunità.

Non è la prima volta che intervengo sull’argomento. Già negli anni precedenti ho avuto modo di esprimere la mia soddisfazione per i risultati annualmente conseguiti dalle Comunità calabresi. Lo scorso anno l’ingresso di Isola Capo Rizzuto e il reintegro di Rocca Imperiale fra le Località celebrate. Adesso, la conferma dei sette Comuni già promossi l’anno passato: Rocca Imperiale, Roseto, Trebisacce, Villapiana, Cirò Marina, Melissa e Isola Capo Rizzuto. Un risultato significativo che comprova il lavoro fatto dalle locali Amministrazioni comunali e che certifica l’indiscussa qualità territoriale dell’esterno levante calabrese.

Purtuttavia, manca ancora una visione d’insieme, più ampia e articolata. Latita una prospettiva, coerente e funzionale, che certifichi questo lembo di Calabria come uno dei principali poli attrattivi a livello turistico e implementi detto settore su standard elevati. Al contrario, continuiamo ad avviare sterili battaglie di campanile sul perché del riconoscimento ad una Comunità piuttosto che ad un’altra. Inoltre, disconosciamo che le spiagge celebrate rappresentano quasi il 50% del totale di costa compresa tra Capo Rizzuto e il confine lucano.

Senza l’adeguata consapevolezza, poi, ad una innata inclinazione turistica a cui l’ambito risulta naturalmente vocato, contrapponiamo scriteriate scelte relative a nuovi impianti di termovalorizzazione, rigassificazione e dissennate politiche di abbanco rifiuti e scorie industriali in area già all’uopo altamente sfruttate.

Dovremmo darci una regolata e capire verso quale direzione abbiamo intenzione di spingerci. Sarebbe opportuno comprendere che turismo e sfruttamento invasivo ed intensivo del territorio, raramente vanno a braccetto.

È giunto il momento per consapevolizzare che il rispetto dell’ambiente è alla base di un ecosistema sano. Con quanto su riportato non voglio asserire una mia contrarietà al settore industriale o più precisamente all’industria green. Piuttosto — ritengo — sarebbe opportuno comprendere che un ambito non può essere sottoposto a scelte politiche satrape e non rispettose delle sue attitudini vocazionali.

Tre sono i fondamenti che consentirebbero al nostro territorio di viaggiare spedito verso lo sviluppo sostenibile: agricoltura, turismo e rigenerazione industriale.

Il primo non potrà mai essere ritenuto settore realmente trainante se si persevererà in una gestione familistica e concentrata nelle mani di succinte oligarghie. Bisogna guardare al modello emiliano, dove le cooperative e la nascita dell’industria trasformativa collegata al settore primario hanno reso la richiamata Regione una delle più efficienti d’Europa.

Il turismo non può essere un mero pennacchio da esibire per promuovere i risultati di una Comunita a scapito di un’altra. Il turismo è sistema! E’ necessario avviare, quindi, processi politici volti alla creazione di consorzi delle Comunità rivierasche che si affacciano sul golfo di Taranto. Quanto detto, per rassettare la grande offerta ricettiva, diportistica e naturalistica creando una destinazione che rappresenti un brand di rilancio per tutta la porzione d’affaccio territoriale sulla baia jonica.

Rigenerare i siti industriali non significa togliere polvere dal pavimento per nasconderla sotto un tappeto. Le bonifiche, alludo alla situazione delle aree industriali dismesse a Crotone, ma anche alla condizione relativa all’ex stabilimento produttivo Enel a Corigliano-Rossano, non possono essere fatte sul suolo calabrese. Esistono aree specifiche e dedicate nel territorio nazionale, che si prestano allo scopo. La politica deve pretendere il trasferimento, da parte dei Players nazionali, dei rifiuti pericolosi in aree esterne al contesto regionale. Inoltre, qualora le modifiche recentemente attuate al Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) mettessero in discussione la destinazione extraregionale delle scorie provenienti dal sito Sin Crotone-Cassano-Cerchiara, la Regione dovrà correggere il tiro ritornando sui propri passi.

Non possiamo trasformare un’area che avrebbe tutte le carte in regola per candidarsi a diventare “Destinazione turistica” a ricettacolo di nuove ed ulteriori discariche pericolose. Tantomeno, possiamo immaginare di creare una insensata commistione tra i richiamati settori: non collimerebbero e porterebbero il territorio jonico ad un’implosione sociale. (dm)

Turismo, si guarda al futuro

di ARISTIDE BAVATurismo nella Locride, bisogna guardare al futuro e dare vita ad un piano turistico strategico e, anche, di rivitalizzazione dei comuni. È lo stimolo principale di un progetto denominato Ita-Ca e del brand “Riviera Cristallina”, del quale la giunta comunale di Siderno, con una deliberazione  dell’11 aprile (n° 80), ha approvato lo schema sottoscrivendone l’adesione con un Memorandum of Understanding. Si tratta di un’idea progettuale – informa una nota dell’amministrazione comunale – del console onorario d’Italia a Cancun in Messico (seconda destinazione turistica al mondo per numero di visitatori) Filippo Strano che punta a far diventare la fascia Ionica reggina «un polo turistico internazionale, nazionale e locale di altissimo livello, con spiagge paradisiache, stabilimenti balneari eccellenti, ricco in cultura e storia, ideale per lo sport, vivace, attivo e incentrato sul benessere e la ecosostenibilità, sia per i turisti che per i residenti tutto l’anno, attirando una clientela esclusiva, in particolare per la balneazione, la ristorazione, lo shopping e le esperienze culturali uniche».

Il progetto mira a coinvolgere, ognuno per la propria parte, le amministrazioni comunali, le imprese del territorio, i cittadini e gli investitori e  parte anzitutto dalla rigenerazione del tessuto sociale, dalla riattivazione dei paesi e dei loro centri, sviluppando il marchio identificativo “Riviera Cristallina” e il business plan per il lancio commerciale del prodotto turistico, sfruttando al meglio la trentennale esperienza maturata dal suo ideatore a Cancun per ottenere importanti ricadute economiche legate al turismo tutto l’anno. Siderno, centro più popoloso del comprensorio in cui si vuole sviluppare il progetto, aderisce in maniera convinta a ogni proposta tesa alla valorizzazione del proprio patrimonio culturale, naturalistico e paesaggistico, potendo contare su un territorio capace di un’offerta turistica completa, che va dalla spiaggia al centro storico collinare e si estende fino al monte Ginarra, con la sua necropoli che testimonia un insediamento preistorico.

Lo stesso Console Strano, dopo la sottoscrizione ha voluto dichiarare che «la firma del Memorandum of Understanding con il Comune di Siderno rappresenta un importante passo avanti nella realizzazione della visione della Riviera Cristallina come una destinazione turistica di eccellenza e un centro di innovazione sostenibile».

«Questa partnership – ha detto – rafforza il nostro impegno nell’incanalare risorse e sforzi verso lo sviluppo economico, sociale e culturale della nostra regione, offrendo opportunità uniche per residenti e visitatori di vivere esperienze indimenticabili e contribuendo alla promozione di uno sviluppo armonioso e responsabile del nostro territorio. Sono fiducioso – ha concluso – che insieme possiamo realizzare grandi cose e lasciare un’impronta positiva per le generazioni future».

È innegabile che un progetto di questo tipo possa servire al rilancio del territorio, soprattutto se suffragato da una strategia complessiva capace di guardare con attenzione al futuro e programmare un coinvolgimento complessivo dei Comuni della Locride che si qui si sono mossi in maniera autonoma. Il territorio è dotato di ricchezze turistiche di notevole portata ed è forte di strutture archeologiche molto apprezzate dai turisti e di centri interni ricchi di fascino, di storia e di cultura. Un territorio, dunque, che attende solo di essere valorizzato per come merita e questo progetto potrebbe costituire un primo importante passo per la sua rivitalizzazione turistica e il suo rilancio economico. (ab)

 

“UNA VIA DELL’ACQUA” IN CALABRIA PER LA
VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI

di GIOVANNI LAMANNA – La Calabria è ricchissima  di sorgenti ed in ogni comune sono presenti le fontanelle con l’acqua di sorgente. 

Presso le sorgenti pubbliche si recavano gli abitanti dei paesi e delle città, con le “vozze” ed i“varrila” a rifornirsi d’acqua per le necessità di casa, far abbeverare gli animali o a lavare i panni.

La maggior parte di questi luoghi risultano ora abbandonati, “siccati”  e invasi da erbe, rovi cespugli e di conseguenza non fruibili dalla popolazione.

La pubblicità e la cattiva gestione delle acque ci hanno spinti verso il consumo di acqua imbottigliata, definita “minerale”, bibite gassate ed ogni altra bevanda confezionata con abbondanza di plastica. L’Italia è il primo paese in Europa ed il secondo al mondo per consumo di acque minerali.

Il dato di valore reale dei tanti prodotti, confezionati con abbondanza di plastica è trascurabile, tanto che vengono definiti “prodotti spazzatura”.  Per indurre all’acquisto di questi prodotti, la pubblicità li associa a valori positivi,  come “sicurezza”,  “salute”,  “ bellezza”,  in modo da renderli desiderabili.  

Questa spinta ad un consumo condizionato, che non riguarda solo le acque,  comporta gravi problemi di inquinamento ambientale e l’aumento dei costi  dello smaltimento dei rifiuti che viene scaricato sulla collettività. Le plastiche, le microplastiche e nano-plastiche hanno un impatto pericoloso su ogni aspetto della vita sulla Terra del quale non abbiamo una sufficiente percezione e presa coscienza. 

Proviamo ad immaginare una semplice famiglia di quattro persone che beve acqua minerale, una bottiglia a persona al giorno, quante bottiglie di plastica espelle come rifiuti e quanto inquinamento produce, aggiungendo che l’acqua spesso proviene da regioni come il Piemonte o il Trentino, dove viene imbottigliata, caricata su camion, che a loro volta inquinano in primis le zone delle sorgenti e nel percorso, tutto il territorio nazionale.

Eppure  i criteri per definire le acque potabili pubbliche, ovvero l’acqua del rubinetto e quelle delle sorgenti pubbliche forniscono ogni garanzia per la salute ed in seguito decreto 18 del 23/02/2023 sono ancora più sicure. Di recente è stato adottato il limite definito dall’Oms, di 0,1 mg litro per la presenza di arsenico minerale, considerato cancerogeno.

Le sorgenti pubbliche rappresentano per la Calabria una risorsa importante ed un pezzo di storia che stiamo letteralmente gettando alle ortiche. La proposta di recupero di questi luoghi non ha alcun contenuto o motivazione nostalgica, ma al contrario si vuole partire dalle  risorse naturali e ambientali sostenibili per inserirle nel processo di  transizione ecologica in corso.

Come movimento politico Italia del Meridione individuiamo l’elemento “acqua” come tema di partenza per il recupero e la valorizzazione delle risorse naturali della Calabria.

A partire dall’analisi delle risorse ambientali del territorio, andrà fatto un  censimento delle varie sorgenti ed una valutazione su quali fonti  siano recuperabili e sia opportuno rimettere in funzione. Ognuno di questi luoghi potrà essere ripensato aggiungendo  elementi che lo rendano accogliente e funzionale , come una tettoia dove ripararsi in caso di maltempo, uno spazio per la sosta  ove gli spazi lo consentano, una bacheca dove lasciare messaggi, qualche  panca, un minimo di cura del verde, magari un impianto fotovoltaico che fornisca energia compensi  i costi di manutenzione. Le informazioni sulla composizione organolettica delle acque di ogni singola fontana, fornite da Arpacal, dovrebbero essere fruibili con semplicità attraverso un codice QR in prossimità della fontana.

In alcuni progetti già presenti in Italia, come “la via dell’acqua” di Capannori, le fontane hanno un sistema di sterilizzazione a raggi Uv che elimina la carica batterica dell’acqua senza alterarne le caratteristiche chimico fisiche.

Questi luoghi potranno ritornare ad essere luoghi di incontro delle comunità intorno ad un “bene comune” realmente utille e fruibile. 

Proponendo l’insieme delle fontane calabresi, così rimodulate e reinventate, collegate, ove il territorio lo consenta, da piste ciclabili e da indicazione di strutture ricettive o attività particolari dei vari luoghi, si andrebbe a strutturare un percorso coerente per livello di qualità, su tutto il territorio regionale. Avremo utilizzato un punto di forza della regione Calabria, ovvero le acque di sorgente, per renderla ulteriormente  attrattiva per il turismo ambientale. 

Immagino che ognuna di queste realtà naturali, possa essere affidata (anche investendo qualche risorsa) alla cura di associazioni locali, oppure ad attività commerciali o semplici cittadini che lo richiedano, in modo da mantenerle vive ed evitando il degrado e l’abbandono.

L’insieme del sistema delle fontane e dell’acqua di sorgente avrebbe un effetto positivo sulla salute prima di tutto, sulla consapevolezza del valore della propria terra, sulla socialità, sull’economia. Le risorse impiegate sarebbero un buon  investimento rapidamente  recuperabile dal maggior afflusso turistico e dall’energia prodotta, dalla riduzione dei consumi di acqua imbottigliata e dalla riduzione dei  costi di smaltimento della plastica.

Anche sul piano culturale sono importanti per decodificare i luoghi, leggerli attraverso l’esperienza, il  sapore e la freschezza delle nostre acque di sorgente. L’amore e l’educazione  al rispetto  dell’ambiente si costruiscono attraverso la fisicità della persona oltre che dall’istruzione. 

Ho appreso che a questi luoghi, spesso è collegata una storia, una leggenda, una fiaba, che andrebbero  recuperate per rafforzarne l’autenticità. 

La descrizione di questa idea, immagino sia sufficientemente chiara ed è benvenuto ogni contributo culturale o tecnico che si riterrà di aggiungere, da parte di associazioni, istituzioni, singoli cittadini, alle mie considerazioni da profano.

Ho inteso, con questo intervento, lanciare una pietra nell’acqua stagnate della politica  per evitare che una “ricchezza” naturale così importante vada dimenticata. 

La Calabria è bellissima. (gl)

[Giovanni Lamanna è responsabile Ambiente – Direzione Regionale Calabria “Italia Del Meridione]

STALETTÌ (CZ) – Sabato l’incontro “Per un turismo accessibile a tutti”

Sabato 13 aprile, a Stalettì, alle 17, al Convento San Gregorio Taumaturgo, si terrà l’incontro Per un turismo accessibile a tutti, organizzato dall’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Mario Gentile.

L’iniziativa ha lo scopo di creare attraverso l’esperienza sul campo (operatori di case vacanza, B& B) la nascita e la regolarizzazione di nuove opportunità (considerati siti archeologici e luoghi Cassiodorei), capacità di offrire servizi sempre più adeguati e di qualità. Il territorio con il suo centro storico intatto, dalle viuzze e scorci sul Mare Jonio, può diventare attrazione nel rivitalizzarlo e creare indotto, anche attraverso botteghe e punti di degustazione.

Interverranno Luigi Quintieri, maestro Chef di cucina (autore di libri di enogastronomia), che illustrerà il concetto di saper coniugare la sapienza dei gusti con le opportunità di lavoro e azione turistica. Sul piano della promozione dei luoghi, parlerà Luca Oliva con la sua esperienza maturata alle grotte di Papasidero, mentre il Presidente del Gal, Marziale Battaglia, avrà il compito di illustrare le opportunità delle normative sui possibili finanziamenti, oltre che di evidenziare i progetti portati avanti dal Gruppo di azione locale. Turismo comunque significa anche capacità manageriali,  case e luoghi da veicolare tra domanda e offerta: ne parlerà Bruno Carpinelli, dell’area manager Sud Italia della Novasol. I lavori saranno moderati dal giornalista Salvatore Condito.

«Stiamo lavorando per rilanciare questo territorio – ha sottolineato il sindaco Mario Gentile – in questo primo anno vogliamo creare le basi per nuove opportunità, mirate valorizzare la nostra area sospesa tra mare e collina».

Il fondatore e presidente del Premio Mar Jonio, Luigi Stanizzi, ancora una volta coglie l’occasione per esaltare le ineguagliabili bellezze paesaggistiche, oltre ai prestigiosi giacimenti culturali, che ricadono nel territorio di Stalettì; un solo esempio per tutti, la suggestiva grotta di San Gregorio, riportata in locandina, dove peraltro è stato girato l’inizio del fortunato documentario Figli del Minotauro, del regista Eugenio Attanasio, premiato in Italia e all’estero.

Area mitica non lontana da Pietragrande, ricadente nel territorio di Montauro, altro gioiello jonico per la cui promozione turistica ha speso tutte le sue energie l’indimenticabile prof. Saverio Grande, al quale sono state intitolate le biblioteche comunali di Gasperina e, recentemente, di Cropani. Ma Saverio Grande meriterebbe anche l’intitolazione proprio del piazzale di Pietragrande, che ha amato più di ogni altro luogo al mondo.

I giovani possono essere  punto di forza dell’iniziativa  promossa a Stalettì, in quanto attraverso una serie di progetti, facendo leva sul senso di appartenenza ai luoghi di nascita, possono far  sviluppare piccole realtà produttive, come avvenuto nel vicino borgo di Badolato che ha saputo coniugare accoglienza e territorio. (rcz)

 

Per i viaggiatori statunitensi Tropea è fra i borghi più belli

Tropea fra i borghi più belli d’Italia secondo i turisti statunitensi. «12 borghi e 12 regioni rappresentate, quasi tutte del centro e sud dell’Italia. Sei borghi affacciano sul mare, 5 sono in collina e uno in alta montagna. Con la toscana Anghiari e con la veneta Cortina d’Ampezzo, Tropea è tra i borghi più belli d’Italia a meritarsi i primi posti di questa classifica speciale raccontata, anche, sulle pagine di Vogue Italia», dice il sindaco Giovanni Macrì.

«Ed anche questa volta – commenta ancora il primo cittadino – la soddisfazione è doppia, perché a decidere il podio sono stati, dopo una attenta selezione, i giornalisti di Travel+Leasure, rivista americana tra le più autorevoli in tema di viaggi e lifestyle alla ricerca di esperienze e destinazioni autentiche».

«Piccoli paesi – si legge – sotto i 10 mila abitanti dove il tempo si è fermato. Scorci medioevali, piazza rinascimentali, superbi palazzi barocchi. Paesi arroccati, cittadelle fortificate, luoghi che hanno passato indenni le stratificazioni, non sempre rispettose, delle diverse epoche. Posti bellissimi per passeggiare e lasciarsi affascinare da ogni pietra, da ogni crepa e goderseli dalle diverse prospettive. Dalle colline, al mare i borghi italiani spesso deliziano i visitatori anche con la cucina locale e le ricette dai sapori autentici da provare in qualche posticino mentre si gode di incredibili viste, sul mare o sulla campagna».

«Sulla Costa degli Dei, Tropea – è, questa, la sezione dedicata al principato – incanta con le scogliere che si tuffano nel mare e l’isola vulcanica di Stromboli all’orizzonte. È un bellissimo mix di vicoli pieni di palazzi che si fermano bruscamente sulla parete rocciosa. Non si può lasciare la città senza aver assaggiato piatti a base della celebre cipolla rossa che viene proposta anche nel gelato». (rvv)

L’OPINIONE / Giovanni Giordano: L’arrivo di Ryanair a Reggio uno straordinario punto di partenza

di GIOVANNI GIORDANO – Nelle ultime settimane, in Calabria, abbiamo assistito ad una serie di iniziative nel settore del turismo che denotano un particolare dinamismo che – come Confapi e Maavi – ci trova totalmente compiaciuti. Attendevamo da tempo un cambio di passo e adesso non possiamo che applaudire al Presidente Occhiuto fautore di questa svolta.

La valorizzazione dell’aeroporto di Reggio Calabria, con il posizionamento della compagnia low-cost Ryanair, che coprirà cinque destinazioni estere e tre nazionali, è uno straordinario punto di partenza. Un’opportunità per la Città Metropolitana che attendeva da tempo la giusta e meritata valorizzazione, vista la sua storia, il suo posizionamento geografico e la ricchezza culturale di cui è depositaria.

Ma le ricadute positive riguardano tutta la Calabria che con Reggio, adagiata sullo Stretto di Messina, si proietta strategicamente nel cuore del Mediterraneo. L’implementazione dei voli della stessa compagnia dagli aeroporti di Lamezia e Crotone è un’ulteriore segnale che la Calabria vuole crescere da protagonista nello scenario di uno sviluppo turistico ormai inarrestabile, dopo la profonda crisi pandemica.

Ovviamente, la regione ha bisogno di una rete infrastrutturale interna, che metta in connessione l’intero territorio calabrese, altrimenti aeroporti, porti e stazioni ferroviarie rimarranno cattedrali nel deserto. Esprimiamo un plauso anche per l’incontro voluto dal Presidente Occhiuto a Catanzaro nei locali della Regione alla presenza dei principali attori del settore turistico. Quest’importante momento di confronto – a cui siamo stati presenti come Confapi Calabria – ha voluto confermare l’indirizzo che afferma con decisione come la Calabria, con le sue immense risorse, ha bisogno di maggiore consapevolezza, di ambizione, di sogni da voler raggiungere e di tanto lavoro di squadra.

Noi di Confapi e Maavi vogliamo cogliere questo momento positivo e – sicuri della profonda sensibilità ed operosità del Presidente Occhiuto – segnalare che senza il turismo non c’è futuro per la Calabria, così come non c’è futuro per il settore senza il turismo organizzato, fatto di tante agenzie di viaggio e tour operator qualificati. Nonostante ciò, non possiamo non sottolineare l’importanza di intraprendere, al più presto e con più decisione da parte delle istituzioni, una serrata e drastica lotta all’illegalità, declinata in tutte le sue sfaccettatura, a partire dalla lotta senza quartiere all’abusivismo, che uccide le tantissime imprese regolari che a causa di ciò fanno ancora più fatica ad andare avanti.

Dunque, pronti a fare la nostra parte, diamo il benvenuto al nuovo corso e diciamo – soprattutto ai tanti imprenditori onesti – che con speranza, coraggio ed entusiasmo, è giunto il momento di contribuire con generosità e con più forza al rilancio della nostra terra! (gg)

[Giovanni Giordano è Vicepresidente Nazionale Confapi Turismo e Cultura, Presidente Confapi Turismo e Cultura Calabria e Delegato Regionale Maavi  (Movimento Autonomo Agenzie di Viaggio Italiane)]

LA CALABRIA DELLO JONIO: IL SUD NEL SUD
ABBANDONO E UN POTENZIALE INESPRESSO

di BRUNO TUCCI  – Potrebbe sembrare assurdo, ma non lo è: in Calabria c’è un Sud nel sud. Parliamo dell’alta fascia jonica che da Sibari va verso la Basilicata: paesi che si chiamano Villapiana, Cerchiara, Trebisacce, Amendolara, Roseto, Montegiordano, Rocca Imperiale.

In questo lembo di terra, ma anche in altre cittadine che si affacciano su questo mare (tranne rare eccezioni) il tempo sembra essersi fermato.

Non è andato al passo con i tempi, è rimasto a guardare, non certo per colpa della popolazione che continua a elencare i guai che la perseguitano. La responsabilità è altrove: in parte dei sindaci, senza però dimenticare Roma che al Mezzogiorno dedica poca attenzione.

Chi scrive è originario di uno di questi paesi, Amendolara, dove trascorre le sue vacanze estive in luglio e agosto (qualche volta fino a settembre).

Elenco subito quali sono le maggiori pecche che questa fascia dello Jonio deve sopportare.

Il mare, innanzitutto: è bello, azzurro, con l’acqua che ti invita a fare i bagni. Però, ecco la prima incuria: molte spiagge sono abbandonate, non vengono curate come si dovrebbe e pure in estate lasciate sporche senza la minima preoccupazione.

Come si può fare turismo se questa è la situazione? Pensate, nella sola fascia Jonica che da Reggio arriva fino a Rocca Imperiale ci sono oltre 400  chilometri.

Se si fosse pensato in tempo qual era la vera ricchezza della Calabria, forse oggi non saremmo considerati il Sud nel sud. Invece, tanti anni fa, circa il 1970, si decise diversamente.

La Calabria doveva industrializzarsi.

I contadini abbandonare in parte la campagna per essere impiegati in lavori meno pesanti. Così in provincia di Reggio doveva nascere il quinto centro siderurgico (quando già il quarto era in crisi), doveva però lasciare a Catanzaro il pennacchio del capoluogo e a Cosenza  una università moderna, tipo collegio americano.

È chiaro che in queste condizioni come avrebbe potuto svilupparsi il turismo? Come avrebbe potuto crescere e diventare ricca una regione nella quale le scelte erano state completamente sbagliate? Pensiamo per un momento alla costiera Adriatica, dove pochi chilometri di mare (non bello come lo Jonio) hanno fatto la fortuna di centinaia di migliaia di persone.

Non è solo il mancato turismo ad aver penalizzato questa terra. Un esempio?

Bene: dall’estremità della provincia di Cosenza (Rocca Imperiale) per arrivare a Reggio ci vogliono poco meno di sette ore in treno.

Si fa prima a raggiungere Roma. Di recente, fortunatamente, un frecciarossa parte da Sibari  con una freccia rossa del Sud che ti porta per arrivare a Termini quattro ore più tardi.

Se ti ammali nel paese di cui sono originario diventa un guaio serio. Il primo ospedale è a Rossano (50 chilometri della 106, da dimenticare) oppure trasferirsi a Policoro in Basilicata, stesso percorso, ma arteria meno complicata. Fino a qualche anno fa finalmente a Trebisacce era nato un ospedale che aveva aiutato non poco la gente che abitava pure nei paesi vicini. Prima, è stato retrocesso a pronto soccorso, adesso non ha più alcuna attività di vera e propria medicina. Ci si va solo se cadi o ti sei fatto male (non molto) lavorando in campagna.

Perché Sud del sud che, con qualche ironia, mi si diceva durante la rivolta di Reggio dove ero andato per il mio giornale che era allora Il Messaggero? Soggiornavo al nord della Calabria ed ero quindi al loro confronto uno svedese. Magari, l’alto Jonio fosse idealmente idealmente a Stoccolma!

Si pagherebbero volentieri le tasse fino all’ultimo centesimo se lo Stato non fosse così lontano com’è oggi.

Che cosa si può fare? Tanto, moltissimo, se se ne sentisse la necessità.

Ad esempio: la statale 106 che è ancora oggi considerata la strada più pericolosa d’Italia, solo in alcuni tratti è stata rinnovata, ragione per cui se tu vuoi andare in macchina fino a Reggio per goderti lo spettacolo del mare deve impiegare un arco di tempo indecifrabile. Dipende dal traffico e dalle continue interruzioni.

Con il governo Meloni si fa un gran parlare del ponte sullo Stretto: un’opera che potrebbe impiegare migliaia di persone.

Se ne discute dai tempi in cui io ero un giovanotto, cioè una sessantina di anni fa.

Speriamo che questa sia la volta buona: che voglia dire un impegno diverso da parte di Roma.

Un impegno che dia la possibilità ai ragazzi calabresi di oggi di essere un giorno signori senza i tanti  grattacapi economici. (bt)