Senese (Uil): Calabria non può più essere terra di sfruttamento e abbandono

«La Calabria non può più essere terra di sfruttamento e abbandono. Troppi giovani sono costretti a lasciare questa regione perché non trovano un’occupazione dignitosa, mentre chi resta è spesso intrappolato in lavori precari o sommersi». È quanto ha detto Mariaelena Senese, segretaria generale della Uil Calabria, in occasione dell’arrivo, a Cosenza, il prossimo 7 e 8 aprile, della Carovana della Uil per contrastare il fenomeno dei lavoratori fantasma.

Per la Senese, infatti, «è necessario un intervento deciso per garantire diritti, stabilità e sviluppo».

L’iniziativa rientra nell’ambito della campagna nazionale della Uil “No ai lavoratori fantasma”, con l’obiettivo di denunciare l’insicurezza lavorativa, la precarietà diffusa e l’assenza di tutele, specialmente nelle regioni del Mezzogiorno. I lavoratori fantasma, infatti, sono coloro che, pur lavorando, non vedono riconosciuti i loro diritti, sono sottopagati, precari o addirittura invisibili agli occhi delle istituzioni.

L’iniziativa vedrà la partecipazione di esponenti sindacali, istituzionali e del mondo accademico, che si confronteranno su temi cruciali come il precariato giovanile, il lavoro femminile e la necessità di costruire un sistema di tutele adeguato per tutti i lavoratori.

Ad aprire i lavori sarà Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, il quale ribadirà con forza la necessità di una battaglia senza compromessi contro ogni forma di sfruttamento lavorativo.

«Il nostro Paese  – ha detto Pierpaolo Bombardieri – non può più permettersi di ignorare il dramma dei lavoratori fantasma: milioni di persone che ogni giorno si spezzano la schiena in condizioni di precarietà, senza diritti e senza prospettive di stabilità. Questo sistema deve cambiare radicalmente: servono contratti veri, salari dignitosi e tutele certe per tutti».

La prima giornata sarà dedicata al tema “Giovani e Precariato: il futuro rubato al Mezzogiorno d’Italia”, con un’analisi approfondita del lavoro giovanile e delle sfide economiche che rendono il Sud sempre più fragile. Interverranno esperti del settore, rappresentanti istituzionali e lavoratori che porteranno la loro testimonianza diretta.
In Calabria, il problema del lavoro irregolare e della precarietà assume dimensioni ancora più allarmanti. Qui, la combinazione di bassi salari, mancanza di opportunità e una crescente fuga di giovani verso il Nord e l’estero sta mettendo in ginocchio il tessuto economico e sociale.

L’evento proseguirà l’8 aprile con tre panel di discussione: “Metà stipendio, doppia fatica: il precariato visto dalle donne”, in cui si analizzeranno le discriminazioni di genere nel mondo del lavoro; “Il sindacato delle persone: i servizi della Uil”, che illustrerà le misure concrete per sostenere i lavoratori e “Diamo voce alle persone: il valore della rappresentanza”, con un focus sul ruolo fondamentale della contrattazione collettiva.

L’iniziativa si concluderà con un forte appello all’azione per le istituzioni, affinché vengano adottate misure urgenti per combattere la precarietà e restituire dignità ai lavoratori.
La Uil invita cittadini, lavoratori, giovani e istituzioni a partecipare numerosi, per dare insieme una risposta forte contro lo sfruttamento e il lavoro senza diritti. (rcs)

REGGIO – Il convegno “Il ruolo dei consultori nella prevenzione”

Domani mattina, a Reggio, all’EHotel, alle 9.30, si terrà il convegno “Il ruolo dei consultori nella prevenzione per le donne di tutte le età”, un’importante occasione di confronto e sensibilizzazione sul tema della salute femminile.

L’evento, promosso dal Coordinamento Pari Opportunità della UIL pensionati Calabria e  sostenuto da: UIL Calabria, UIL Pensionati Calabria, Coordinamento Pari Opportunità Uil Calabria e dall’Associazione per i Diritti degli Anziani (ADA) di Reggio Calabria, si svolge con il patrocinio morale della Città Metropolitana di Reggio Calabria e la collaborazione dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Reggio Calabria.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle attività di prevenzione e sensibilizzazione che mirano a garantire un accesso sempre più efficace ai servizi consultoriali, fondamentali per la salute delle donne di tutte le età.

Il convegno sarà presieduto da Francesco De Biase, Segretario Generale Uilp Calabria, e vedrà la partecipazione di esperti del settore sanitario, rappresentanti istituzionali e delle associazioni, con l’obiettivo di approfondire il ruolo cruciale dei consultori nella prevenzione e nella tutela della salute delle donne in tutte le fasi della loro vita.

Tanti gli interventi previsti: Antonio Alvaro, Coordinatore dei Consultori Familiari ASP Reggio Calabria; Anna Comi, Coordinatrice Pari Opportunità UIL Calabria; Lucia Di Furia, Direttore Generale ASP Reggio Calabria; Oreste Iacopino, Direttore Sanitario ASP Reggio Calabria; Elena Nasso, Responsabile screening oncologico Asp Reggio Calabria; Domenico Mario Neto, Presidente ADA Reggio Calabria; Lucia Anita Nucera, Assessore Welfare Comune di Reggio Calabria; Giorgia Scarpelli, Coordinatrice Pari Opportunità UILP Calabria; Caterina Silipo, Coordinatrice Pari Opportunità UILP Reggio Calabria e Annamaria Stanganelli, Garante della Salute Regione Calabria.

L’incontro sarà concluso da Marialena Senese, Segretario Generale Uil Calabria. (rrc)

Senese (Uil Calabria): Convocare tavolo tecnico permanente sulla sicurezza sul lavoro

«Chiediamo al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, di convocare con urgenza un tavolo tecnico permanente sulla sicurezza sul lavoro». È la richiesta fatta dalla segretaria generale di Uil Calabria, Mariaelena Senese, «al fine di addivenire ad un Piano straordinario per la sicurezza sul lavoro, coinvolgendo tutti gli attori interessati, al fine di elaborare strategie concrete e tempestive per prevenire ulteriori tragedie».

Una richiesta arriva a seguito della morte di Pietro Falbo, 59 anni, ha perso la vita cadendo da un’impalcatura di 9 metri in un capannone della zona industriale di Lamezia Terme.

«Questo drammatico evento segue di pochi mesi un’altra tragica perdita: il 3 gennaio scorso, Francesco Stella, un operaio di 38 anni, è deceduto in circostanze simili nella stessa area industriale», ha detto Senese, esprimendo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Falbo.

«Queste ripetute tragedie – ha sottolineato – rappresentano un fallimento collettivo della nostra società e sottolineano l’urgenza di intervenire con determinazione per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. La sicurezza sul lavoro è una responsabilità comune. Serve l’impegno di tutti gli attori interessati, va migliorato e rafforzato il coordinamento tra i vari soggetti della filiera sicurezza: Regione, Asl, Inail, Itl, Inps, Rlst».

«Questi devono saper parlare fra di loro – ha detto – incrociare i dati a disposizione, monitorare le specificità del territorio. Occorre potenziare con urgenza l’organico delle Asp, come da noi più volte chiesto e, coordinare i vari organi ispettivi: Itl, Asp, Inail e Inps, perché ciascuno deve fare il suo compito nel contesto di un unico intervento ispettivo: l’Asl controlla la sicurezza sanitaria, l’ispettore del lavoro i contratti, l’Inps la previdenza e l’Inail le coperture assicurative».

«Bisogna rafforzare, infine – ha aggiunto – l’idea che dietro un mercato del lavoro competitivo e concorrenziale, in grado di garantire crescita e sostenibilità, è necessario un lavoro regolare, delle giuste tutele in termini di formazione, salute e sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori».

«Questi devono saper parlare fra di loro, – ha concluso –incrociare i dati a disposizione, monitorare le specificità del territorio. Occorre potenziare con urgenza l’organico delle Asp, come da noi più volte chiesto e, coordinare i vari organi ispettivi: Itl, Asp, Inail e Inps, perché ciascuno deve fare il suo compito nel contesto di un unico intervento ispettivo: l’Asl controlla la sicurezza sanitaria, l’ispettore del lavoro i contratti, l’Inps la previdenza e l’Inail le coperture assicurative».

«Bisogna rafforzare, infine – ha concluso – l’idea che dietro un mercato del lavoro competitivo e concorrenziale, in grado di garantire crescita e sostenibilità, è necessario un lavoro regolare, delle giuste tutele in termini di formazione, salute e sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori». (rcz)

FRENARE LA FUGA DEI GIOVANI CERVELLI
DA CALABRIA: SERVE TAVOLO REGIONALE

di MARIAELENA SENESE – Dobbiamo provare a guardare al domani partendo dai dati dell’oggi, consapevoli di dove eravamo ieri e di dove ci troveremo domani se non saremo capaci di mettere in piedi un dossier sui giovani per provare a cambiare questo trend negativo e fermare l’emorragia dei giovani calabresi.

Dalle nascite che calano, ai talenti che sbocciano e che scappano, dall’invecchiamento che avanza ad una società che non pensa da troppo tempo a come investire sui giovani fino ad un sistema scolastico che forse guarda troppo al passato.

La coesione sociale di un Paese si misura dalla capacità di dare un futuro alle nuove generazioni creando un clima di fiducia. Alle istituzioni compete la responsabilità di attuare politiche attive che permettono ai giovani di realizzare il loro progetto di vita, superando le difficoltà di carattere materiale e di accesso ai servizi.

I dati dell’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche ci raccontano di un panorama lavorativo ancora fragile, dove da una parte mancano figure professionali specializzate e dall’altra abbiamo perso, negli ultimi venti anni, 162.000 giovani in cerca di migliori opportunità lavorative.
Una situazione che ci induce a fare una riflessione approfondita e, nello stesso tempo, ad avanzare proposte utili a frenare questa fuga inarrestabile.

Per incentivare il rientro dei professionisti altamente qualificati, proponiamo la creazione di un fondo regionale, il fondo “Ritorno dei cervelli” che offra incentivi economici e fiscali; agevolazioni fiscali per i primi cinque anni, contributi per l’acquisto o l’affitto della prima casa per chi decide di ritornare nella nostra regione e, magari, un bonus di rientro, che potrebbe essere quantificato in 30 mila euro, per chi decide di tornare in Calabria e avviare o continuare la propria attività.

Inoltre, riteniamo fondamentale il sostegno alle start-up e all’imprenditoria giovanile attraverso finanziamenti agevolati e un fondo specifico per le imprese innovative nei settori strategici della regione, quali quelli dell’energia rinnovabile, del turismo sostenibile o della blue economy.

Per favorire la crescita professionale dei giovani calabresi, è essenziale un piano di potenziamento delle competenze con programmi di formazione continua in collaborazione con le nostre università e aziende, focalizzati sulle richieste del mercato del lavoro regionale, come digitalizzazione, installazione, manutenzione e riparazione per coprire la domanda di elettricisti, meccanici e magazzinieri che sono necessarie a colmare il gap fra offerta e domanda di lavoro.

Non possiamo permettere che i giovani calabresi continuino a emigrare per trovare opportunità di lavoro dignitose e per una maggiore crescita professionale.

La nostra regione ha tutte le potenzialità per crescere, ma servono interventi mirati. Solo così la Calabria potrà realmente cambiare rotta e costruire un futuro occupazionale più stabile e inclusivo. (ms)

[Mariaelena Senese è segretaria generale Uil Clabria]

Uil Calabria: È urgente un piano straordinario per sicurezza sul lavoro

«Il piano straordinario per la sicurezza sul lavoro deve essere una priorità assoluta per la Regione Calabria». È quanto ha ribadito Mariaelena Senese, segretaria generale di Uil Calabria, sottolineando come «solo attraverso il potenziamento degli organi ispettivi, la condivisione dei dati e una formazione capillare sarà possibile ridurre il rischio di incidenti e garantire un futuro dignitoso ai lavoratori».

«La Uil Calabria è pronta a collaborare per l’attuazione di misure efficaci che restituiscano centralità alla sicurezza sul lavoro, tutelando vite umane e migliorando la qualità delle condizioni lavorative sul territorio», ha continuato la segretaria.

La Uil, infatti, ha sottolineato, con fermezza, l’urgenza di interventi strutturali per garantire standard adeguati di sicurezza sui luoghi di lavoro. Le continue inadempienze, la carenza di risorse e l’assenza di una cultura radicata della prevenzione rappresentano criticità non più tollerabili. È indispensabile passare dalle dichiarazioni di principio all’attuazione di misure concrete ed efficaci.

La Uil Calabria, quindi, «torna a chiedere l’apertura immediata di un tavolo tecnico di confronto regionale, che coinvolga attivamente le parti sociali, gli enti di vigilanza, la bilateralità del settore edile, con l’obiettivo di definire e attuare un Piano straordinario per la sicurezza sul lavoro».

«Per la Uil Calabria – si legge nella nota – sono tre gli assi di intervento fondamentali per affrontare in maniera sistematica le criticità: Rafforzamento degli organi ispettivi; condivisione e monitoraggio dei dati e formazione e prevenzione».

«La Regione Calabria deve riconoscere l’urgenza di potenziare gli organici delle Aziende sanitarie provinciali – ha sottolineato il sindacato – con particolare attenzione ai servizi di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro. Per ottenere questo risultato è necessario: incrementare il numero di ispettori tecnici dedicati ai settori ad alto rischio, come edilizia, agricoltura e industria manifatturiera; garantire una maggiore frequenza e capillarità dei controlli, con interventi mirati su cantieri e altre aree ad alta esposizione al rischio e fornire agli ispettori adeguati strumenti tecnologici per il monitoraggio in tempo reale delle attività produttive».

«La creazione di strumenti di condivisione dei dati tra Enti, poi – viene sottolineato – è essenziale per migliorare l’efficacia degli interventi ispettivi e prevenire incidenti. Per questo la Uil Calabria ritiene non più procrastinabile l’istituzione di una banca dati regionale delle notifiche preliminari, condivisa tra Cassa edile, Ispettorato del lavoro e Asp, per monitorare in tempo reale l’andamento dei cantieri e il rispetto delle normative».

«Così come di importanza determinante – continua la nota – è la digitalizzazione dei processi di raccolta e analisi dei dati, per identificare rapidamente le aree più critiche e pianificare interventi mirati e la realizzazione di un sistema integrato di monitoraggio regionale, che consenta il tracciamento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e il rispetto degli obblighi di legge».

«La sicurezza sul lavoro, ancora – prosegue la nota – deve essere garantita attraverso percorsi di formazione continua e sistematica. Anche in questo ambito appare importante l’istituzione di una piattaforma regionale sulla formazione, per  consentire agli ispettori di portare a compimento con maggiore celerità le verifiche presso le aziende».

«Ogni lavoratore ha diritto di tornare a casa sano e salvo. Ogni morte evitabile – ha concluso Mariaelena Senese–  rappresenta una responsabilità collettiva, che richiede un intervento deciso e immediato». (rcz)

IN CALABRIA È EMERGENZA ABITATIVA:
NECESSARIO UN PIANO PER RIDURRE IL GAP

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Migliaia di famiglie calabresi continuano a vivere in condizioni di disagio abitativo, senza una prospettiva concreta di miglioramento. È il desolante quadro emerso dal report sul disagio abitativo in Calabria, realizzato da Uil CalabriaUniat Calabria, che chiedono alla Regione un piano straordinario per affrontare  il disagio abitativo nella regione.

La Corte dei Conti, infatti, nella sua relazione semestrale sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nell’evidenziare la lenta crescita della spesa a livello generale, ha rilevato come «si evidenziano ritardi per molti progetti, in particolare nei casi in cui la realizzazione risulta maggiormente complessa (ovvero, quando si tratta di opere pubbliche)».

«Prendendo a riferimento i progetti rientranti nel PINQuA – si legge – che rappresenta la misura del Piano più strettamente connessa alla questione abitativa, oltre un terzo di essi presenta dei ritardi rispetto alla rispettiva programmazione temporale; inoltre, circa l’80 per cento di tali ritardi si concentra nelle fasi precedenti l’avvio dei lavori».

Nonostante gli interventi di riqualificazione, manutenzione ed efficientamento consentano di ampliare gli alloggi disponibili, opportunamente recuperando quelli sfitti perché difficilmente
utilizzabili, per la Corte dei Conti “si è forse persa un’occasione per aumentare gli sforzi di edificazione di nuovi alloggi”.

Mentre in Italia sono 650 mila le famiglie che aspetta l’assegnazione di un alloggio pubblico, questo mentre l’edilizia residenziale pubblica è costretta a districarsi tra difficoltà burocratiche e pratiche, la Calabria, nel 2016, registrava 11.117 domande inevase, pari a un’incidenza di 13,8 domande ogni 1.000 nuclei familiari residenti. Questo dato evidenzia un significativo fabbisogno di alloggi sociali nella regione. L’incidenza è di 13,8 domande ogni 1.000 nuclei familiari residenti, una delle più alte in Italia. Questo indica una carenza strutturale di alloggi disponibili, non adeguata
a rispondere al fabbisogno abitativo della popolazione più vulnerabile.

Non risultano, poi progetti specifici in Calabria legati all’efficientamento energetico di immobili ERP finanziati con risorse del Pnrr. Questo suggerisce una carenza di interventi mirati nel miglioramento delle condizioni abitative pubbliche, considerando che molti immobili ERP sono datati e richiederebbero interventi di ristrutturazione e miglioramento energetico per ridurre i costi e aumentare la vivibilità.

Le abitazioni energivore gravano sulle famiglie a basso reddito. A livello nazionale, ancora, solo il 14% delle famiglie più povere ha accesso a questo tipo di abitazioni. Per la Calabria, non sono disponibili dati dettagliati sugli alloggi a canone calmierato, ma la regione soffre probabilmente di un’offerta limitata, come riflettono i dati generali sul Sud Italia. Solo una piccola percentuale delle famiglie calabresi riesce ad accedere ad alloggi a canone calmierato, a causa di una disponibilità limitata. Il problema è particolarmente grave nel contesto della povertà diffusa nella regione, con un numero elevato di famiglie che rientrano nelle fasce più basse di reddito.

«L’assenza di interventi significativi per la riqualificazione di edifici ERP nella regione conferma la necessità di politiche più incisive per affrontare il disagio abitativo e migliorare la qualità degli alloggi», viene sottolineato dal sindacato nel report, ricordando come servono «politiche che prevedono l’intervento sul territorio attraverso il Pnrr che si esplica nella progettazione dei cosiddetti PINQuA (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare). Il Programma è finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
(PNRR), nell’ambito della Missione 5 “Coesione e inclusione”, componente 2, investimento 2.3».

Approfondendo il dato relativo alla Calabria emerge che i 57 progetti presentati per il finanziamento attraverso il PINQuA sono concentrati in tre città: Corigliano-Rossano, che ne ha presentati 38 per un valore di 45 milioni di euro e una spesa ferma (secondo i dati aggiornati a luglio del 2024 presenti sul portale Openpnrr) all’8,6%; Lamezia Terme, con 16 progetti per un valore di 118 milioni di euro e una spesa ferma al 7,9% (secondo i dati aggiornati a luglio del 2024 presenti sul
portale Openpnrr) e Reggio Calabria, che ha presentato 3 progetti per un totale di 54 milioni di euro e una spesa ferma all’8,6% (secondo i dati aggiornati a luglio del 2024 presenti sul portale Openpnrr).

Nel report vengono sottolineati i numeri relativi agli interventi del Pnrr a valere sull’Ecobonus. In Calabria sono stati presentati 1845 progetti che sono stati finanziati con 439 milioni di euro a valere sul Pnrr e con 483 milioni di euro di investimenti in totale.

Nella relazione della Corte dei conti manca completamente il dato riferito agli interventi a carico di immobili di Edilizia
residenziale pubblica.

«È importante sottolineare – si legge – che quando parliamo di finanziamento totale questo è il risultato dei finanziamenti del Pnrr, dei cofinanziamenti dello Stato, degli enti locali e dei
privati. Per quanto riguarda la riforma degli alloggi universitari in Calabria viene segnalato 1 solo progetto
per un finanziamento totale pari a 3,9 milioni di euro».

Sono, invece, 8 gli interventi del Pnrr finalizzati al potenziamento dell’Housing first (innanzitutto la
casa) e stazioni di posta per persone senza fissa dimora. L’investimento ha lo scopo di aiutare le persone senza dimora ad accedere facilmente all’alloggio temporaneo, in appartamenti o in case di accoglienza, e offrire loro servizi completi sia con il fine di promuoverne l’autonomia che per favorire una piena integrazione sociale. Il finanziamento a valere sul Pnrr ammonta a 6,8 milioni di euro.

Per quanto riguarda, infine, il Programma “Sicuro, verde e sociale: riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica”, approvato nell’ambito del Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, che è finalizzato ad intervenire sul patrimonio di edilizia residenziale pubblica
con l’obiettivo di migliorare l’efficientamento energetico e l’adeguamento sismico degli edifici, nonché di implementare e migliorare le aree verdi nell’ambito urbano di pertinenza degli immobili, anche al fine di ridurre la segregazione ed esclusione sociale, oltre a situazioni di degrado ed obsolescenza, si segnalano 49 progetti, per un finanziamento a valere sul Piano nazionale complementare pari a 97,7 milioni di euro, con 75 gare bandite e 25 gare aggiudicate.

Non può essere trascurato, infine, il fatto che in Calabria sono 450 mila appartamenti vuoti o inutilizzati (circa il 40% del totale degli immobili), mentre in tutta Italia gli immobili inutilizzati sono 8,2 milioni.

Davanti a questo stato di cose, «la Uil Calabria e l’Uniat Calabria – si legge nella nota – hanno elaborato delle proposte che vogliono portare all’attenzione dell’opinione pubblica regionale. Per affrontare l’emergenza serve: un Piano straordinario per l’edilizia pubblica, che porti alla costruzione di nuovi alloggi e recupero del patrimonio immobiliare inutilizzato».

«E, ancora – hanno proseguito – interventi mirati all’efficienza energetica degli immobili per ridurre i costi e migliorare la vivibilità e la creazione di un’Agenzia regionale per l’abitare: Un ente unico per gestire il patrimonio pubblico, coordinare le politiche abitative e sviluppare progetti di edilizia sociale».

«Il rafforzamento dei fondi per l’affitto – continua la nota – misure contro gli sfratti e incentivi per alloggi a canone calmierato per supportare i bisogni delle fasce più deboli della popolazione e la riqualificazione delle periferie e rilancio dei borghi per contrastare il degrado e favorire l’inclusione sociale».

«La casa è un diritto umano fondamentale sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani – viene ribadito – che deve essere tutelato. In una regione come la Calabria, dove il 48,6% della popolazione vive in stato di deprivazione, è indispensabile considerare l’abitare come una politica di welfare prioritario per garantire inclusione e dignità sociale». (ams)

La Uil Calabria accoglie il Prefetto di CZ Castrese De Rosa 

La Uil Calabria ha accolto, nella sua sede regionale di Catanzaro, il Prefetto Castrese De Rosa.

La sua visita, infatti, è stato «un momento – ha detto il sindacato –  di grande rilevanza che conferma limportanza del dialogo tra le istituzioni e il mondo sindacale, soprattutto in una fase cruciale per il futuro del nostro territorio».

«La presenza del Prefetto De Rosa – continua la Uil – rappresenta unopportunità significativa per avviare un confronto sui temi centrali per la Calabria: il lavoro, lo sviluppo economico, il contrasto alla disoccupazione, la lotta alle disuguaglianze sociali e la tutela dei diritti dei lavoratori. Insieme, possiamo esplorare soluzioni concrete per affrontare le criticità che affliggono la nostra comunità, ponendo al centro lobiettivo di una crescita inclusiva e sostenibile».

«Durante l’incontro – ha proseguito – sono stati illustrati i punti cardine delle battaglie sindacali della Uil Calabria, con particolare attenzione alla necessità di rafforzare le infrastrutture, creare occupazione stabile e tutelare i servizi pubblici essenziali. È stata inoltre un’occasione per ribadire l’impegno della Uil nella promozione di un modello di sviluppo che valorizzi le risorse del territorio, combatta la precarietà e favorisca il miglioramento delle condizioni di vita e lavoro di tutti i cittadini calabresi».

«Ringraziamo il Prefetto Castrese De Rosa – ha detto ancora il sindacato – per la sua sensibilità verso i temi del lavoro e del welfare, che rappresentano il cuore della nostra missione. Siamo convinti che la collaborazione tra il mondo istituzionale e quello sindacale sia il pilastro fondamentale per costruire una Calabria più giusta, moderna e solidale».

«La Uil Calabria – conclude la nota – rinnova il suo impegno a essere una voce autorevole e responsabile al fianco di lavoratori, pensionati e giovani, e si augura che questo incontro rappresenti un ulteriore passo verso un dialogo costruttivo e un’azione comune per il bene della collettività». (rcz)

Senese e Comi (Uil): Adeguare a livello nazionale legge per potenziare Osservatorio contro violenza di genere

Mariaelena Senese, segretaria generale di Uil Calabria e Anna Comi, coordinatrice Cpo Uil Calabria, hanno sollecitato «un adeguamento nazionale che estenda quanto già disposto dalla Legge Regionale n.38 del 23 novembre 2016 e dalle successive modifiche del 2017».

«La legge istitutiva dell’Osservatorio, già potenziata con l’integrazione da 5 a 10 rappresentanti delle associazioni, rappresenta un importante presidio a livello regionale per il contrasto alla violenza di genere», hanno sottolineato, chiedendo al Consiglio regionale «di agire, con urgenza, per aggiornare la legge regionale e assicurare che anche le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative possano contribuire con il proprio supporto e le proprie competenze in seno all’Osservatorio».

Una richiesta fatta alla luce del decreto del 12 aprile 2022 (GU n.111 del 13/5/2022) emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, che stabilisce la presenza di tre rappresentanti sindacali tra gli organismi consultivi, è necessario che anche la normativa regionale venga allineata ai nuovi criteri nazionali. Tale decreto richiede che le leggi regionali adeguino entro 90 giorni le disposizioni esistenti, includendo le organizzazioni sindacali tra i membri dell’Osservatorio.

«Solo attraverso un’efficace sinergia tra istituzioni e parti sociali – hanno proseguito – si potrà rafforzare la lotta contro la violenza di genere, garantendo una rete di sostegno e prevenzione efficace su tutto il territorio».

In occasione degli Stati Generali sulla Violenza contro le Donne, tenutisi il 21 novembre e organizzati dall’Osservatorio Regionale sulla Violenza di Genere, la UIL Calabria, con il Coordinamento delle Pari Opportunità, ha firmato il Protocollo d’Intesa per il “coordinamento delle azioni a contrasto della violenza domestica e di genere”. Questo protocollo impegna i soggetti firmatari a promuovere iniziative concrete per contrastare la violenza, stimolando settori pubblici e privati a prendersi una chiara responsabilità su questo drammatico problema.

«La Uil Calabria e il Coordinamento per le Pari Opportunità hanno concluso Senese e Comi – ribadiscono il proprio impegno a supportare tutte le iniziative a tutela delle vittime di violenza e a promuovere una cultura di rispetto e uguaglianza. Adeguare la legge regionale non è solo un atto formale, ma un passo fondamentale per offrire una risposta unitaria e concreta contro la violenza di genere. (rcz)

CATANZARO – Una Panchina rossa contro la violenza sulle donne

Domani mattina, a Catanzaro, alle 10.30, al piazzale automobilistico, sarà inaugurata una Panchina Rossa voluta da Ferrovie della Calabria, congiuntamente alla Uil Calabria e alla Uil Trasporti.

L’iniziativa è stata organizzata in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ed è volta, anche, a sensibilizzare il personale l’utenza sul tema e diffondere il numero 1522, nato appositamente per denunciare violenze di genere.

All’inaugurazione della panchina rossa parteciperanno il presidente di Ferrovie della Calabria, Ernesto Ferraro; la Segretaria generale della Uil Calabria, Mariaelena Senese, il Segretario generale della Uil Trasporti Catanzaro – Vibo Valentia, Benedetto Cassala e il Segretario provinciale Autoferrotranvieri della Uil Trasporti, Maria Rosaria Pisanelli.

Anche presso l’autostazione di Ferrovie della Calabria di Cosenza, sarà collocata una panchina rossa a testimoniare l’attenzione che Ferrovie della Calabria, Uil Calabria e Uil Trasporti rivolgono al tema della violenza contro le donne.

«Ancora molte donne – hanno scritto i promotori dell’iniziativa – sono vittime di discriminazioni o soprusi, bisogna quindi prendere coscienza e valorizzare il ruolo della donna nella vita quotidiana e specialmente nei luoghi di lavoro». (rcz)

AGGRESSIONI AL PERSONALE FERROVIARIO
IN CALABRIA È RECORD NEGATIVO: +57%

di ANTONIETTA MARIA STRATI – In Calabria le aggressioni denunciate dal personale ferroviario crescono, invece di diminuire. Sono 11, infatti, gli episodi di violenza denunciati, con un aumento del 57% rispetto al 2023, anno in cui i casi erano stati 7. Un dato in controtendenza rispetto alla media nazionale, che registra, invece, una diminuzione del 19% contro gli episodi di violenza e rilevato dal report realizzato da Uil CalabriaUil Trasporti Calabria.

«Questo aumento – si legge nel report – pone la Calabria in una posizione critica, evidenziando la necessità di interventi mirati per la sicurezza del personale ferroviario nella regione. Rispetto al dato nazionale, poi, è importante segnalare che la Calabria raggiunge la quota del 5,34% delle aggressioni denunciate in tutta Italia.

Il dato calabrese potrebbe essere attribuibile a una combinazione di fattori socioeconomici e infrastrutturali, tra cui: condizioni sociali e economiche: La Calabria è tra le regioni con maggiori difficoltà economiche e con alti tassi di disoccupazione.

Questi fattori possono generare tensioni sociali che si riflettono anche sul personale ferroviario, percepito come rappresentante di un servizio pubblico.

E ancora, infrastrutture e servizi. La qualità del servizio ferroviario in Calabria soffre di carenze strutturali rispetto ad altre regioni. Treni obsoleti, ritardi e insufficienza delle linee regionali potrebbero contribuire al malcontento dell’utenza, che a volte si manifesta in atteggiamenti aggressivi nei confronti del personale.

E, infine, mancanza di sicurezza sui treni e nelle stazioni. La Calabria presenta una minore presenza di agenti di sicurezza nelle stazioni e sui treni rispetto ad altre regioni. Questo ridotto presidio può facilitare episodi di violenza, poiché i potenziali aggressori sanno di avere un basso rischio di intervento immediato.

«Il trend crescente in Calabria – scrive la Uil – contrasta con la media nazionale in calo. Questo potrebbe indicare una particolare vulnerabilità del personale Trenitalia nella regione, forse legata a dinamiche sociali o a specifici problemi di sicurezza nelle stazioni o a bordo dei treni calabresi. La crescita del 57% delle aggressioni, si tratta uno dei coefficienti più alti in tutto nazione, fanno peggio il Lazio (109%) e le Marche (106%) è un dato preoccupante che richiede attenzione da parte delle autorità locali e nazionali».

Lo è anche alla luce del fatto, come si desume dal Rapporto Pendolaria 2024 di Legambiente, che in Calabria il numero dei viaggiatori è in calo ed è stimato attorno a 11 mila unità. Ma, soprattutto, se lo si legge in rapporto al numero delle corse giornaliere esercitate in Calabria che, sempre secondo i dati raccolti da Legambiente, sul trasporto regionale si attestato a 294 corse giornaliere (183 per Trenitalia e 111 per Ferrovie della Calabria), mentre in Lombardia, per fare un esempio da usare a metro di paragone, le corse registrate sono 2173. I dati dimostrano che la Calabria rappresenta un’area di criticità per quanto riguarda la sicurezza del personale Trenitalia.

«Per comprendere meglio la situazione della Calabria – si legge – è utile confrontarla con altre regioni che hanno registrato variazioni significative: Lazio: Un aumento del 109% (da 11 a 23 casi) indica una problematica simile a quella calabrese, forse legata all’elevato flusso di pendolari e ai conseguenti disservizi che generano tensioni. Liguria: Un calo drastico del 45% (da 33 a 18 casi) potrebbe essere il risultato di iniziative efficaci per aumentare la sicurezza, come la collaborazione con le forze dell’ordine e l’installazione di sistemi di videosorveglianza. Marche: La regione ha visto un incremento del 160% (da 5 a 13 casi), il che suggerisce che problematiche legate a carenze nel servizio possano innescare situazioni analoghe a quelle calabresi».

Dati, quelli emersi dal report, che preoccupano la segretaria generale della Uil Calabria, Mariaelena SeneseNatale Spadaro, segretario generale di Uil Trasporti Calabria, sottolineando la necessità di «un intervento immediato e mirato per garantire la sicurezza del personale ferroviario, proponendo: l’aumento della presenza di forze di sicurezza nelle stazioni e a bordo dei treni, come già attuato in altre regioni con risultati positivi».

«E, ancora – hanno aggiunto – la formazione specifica per il personale per la gestione di situazioni di tensione, allo scopo di prevenire l’escalation di comportamenti aggressivi da parte dell’utenza, da abbinare al lancio, di campagne di sensibilizzazione per promuovere il rispetto verso il personale ferroviario e sensibilizzare i passeggeri sull’importanza del servizio offerto».

«Senza dimenticare – hanno sottolineato – l’importanza di dare corso ad investimenti nelle infrastrutture ferroviarie per migliorare la qualità del servizio, riducendo disservizi che generano frustrazione e aggressività».

Da qui, l’appello e il sollecito da parte di Senese e Spadaro, a tutte le autorità locali e nazionali «a intervenire prontamente, adottando le misure raccomandate per proteggere i lavoratori e migliorare l’esperienza dei passeggeri in Calabria. Solo attraverso un impegno congiunto e una risposta decisa sarà possibile ridurre il numero di aggressioni e creare un ambiente di lavoro sicuro per il personale ferroviario». (ams)