CATANZARO – Una Panchina rossa contro la violenza sulle donne

Domani mattina, a Catanzaro, alle 10.30, al piazzale automobilistico, sarà inaugurata una Panchina Rossa voluta da Ferrovie della Calabria, congiuntamente alla Uil Calabria e alla Uil Trasporti.

L’iniziativa è stata organizzata in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ed è volta, anche, a sensibilizzare il personale l’utenza sul tema e diffondere il numero 1522, nato appositamente per denunciare violenze di genere.

All’inaugurazione della panchina rossa parteciperanno il presidente di Ferrovie della Calabria, Ernesto Ferraro; la Segretaria generale della Uil Calabria, Mariaelena Senese, il Segretario generale della Uil Trasporti Catanzaro – Vibo Valentia, Benedetto Cassala e il Segretario provinciale Autoferrotranvieri della Uil Trasporti, Maria Rosaria Pisanelli.

Anche presso l’autostazione di Ferrovie della Calabria di Cosenza, sarà collocata una panchina rossa a testimoniare l’attenzione che Ferrovie della Calabria, Uil Calabria e Uil Trasporti rivolgono al tema della violenza contro le donne.

«Ancora molte donne – hanno scritto i promotori dell’iniziativa – sono vittime di discriminazioni o soprusi, bisogna quindi prendere coscienza e valorizzare il ruolo della donna nella vita quotidiana e specialmente nei luoghi di lavoro». (rcz)

AGGRESSIONI AL PERSONALE FERROVIARIO
IN CALABRIA È RECORD NEGATIVO: +57%

di ANTONIETTA MARIA STRATI – In Calabria le aggressioni denunciate dal personale ferroviario crescono, invece di diminuire. Sono 11, infatti, gli episodi di violenza denunciati, con un aumento del 57% rispetto al 2023, anno in cui i casi erano stati 7. Un dato in controtendenza rispetto alla media nazionale, che registra, invece, una diminuzione del 19% contro gli episodi di violenza e rilevato dal report realizzato da Uil CalabriaUil Trasporti Calabria.

«Questo aumento – si legge nel report – pone la Calabria in una posizione critica, evidenziando la necessità di interventi mirati per la sicurezza del personale ferroviario nella regione. Rispetto al dato nazionale, poi, è importante segnalare che la Calabria raggiunge la quota del 5,34% delle aggressioni denunciate in tutta Italia.

Il dato calabrese potrebbe essere attribuibile a una combinazione di fattori socioeconomici e infrastrutturali, tra cui: condizioni sociali e economiche: La Calabria è tra le regioni con maggiori difficoltà economiche e con alti tassi di disoccupazione.

Questi fattori possono generare tensioni sociali che si riflettono anche sul personale ferroviario, percepito come rappresentante di un servizio pubblico.

E ancora, infrastrutture e servizi. La qualità del servizio ferroviario in Calabria soffre di carenze strutturali rispetto ad altre regioni. Treni obsoleti, ritardi e insufficienza delle linee regionali potrebbero contribuire al malcontento dell’utenza, che a volte si manifesta in atteggiamenti aggressivi nei confronti del personale.

E, infine, mancanza di sicurezza sui treni e nelle stazioni. La Calabria presenta una minore presenza di agenti di sicurezza nelle stazioni e sui treni rispetto ad altre regioni. Questo ridotto presidio può facilitare episodi di violenza, poiché i potenziali aggressori sanno di avere un basso rischio di intervento immediato.

«Il trend crescente in Calabria – scrive la Uil – contrasta con la media nazionale in calo. Questo potrebbe indicare una particolare vulnerabilità del personale Trenitalia nella regione, forse legata a dinamiche sociali o a specifici problemi di sicurezza nelle stazioni o a bordo dei treni calabresi. La crescita del 57% delle aggressioni, si tratta uno dei coefficienti più alti in tutto nazione, fanno peggio il Lazio (109%) e le Marche (106%) è un dato preoccupante che richiede attenzione da parte delle autorità locali e nazionali».

Lo è anche alla luce del fatto, come si desume dal Rapporto Pendolaria 2024 di Legambiente, che in Calabria il numero dei viaggiatori è in calo ed è stimato attorno a 11 mila unità. Ma, soprattutto, se lo si legge in rapporto al numero delle corse giornaliere esercitate in Calabria che, sempre secondo i dati raccolti da Legambiente, sul trasporto regionale si attestato a 294 corse giornaliere (183 per Trenitalia e 111 per Ferrovie della Calabria), mentre in Lombardia, per fare un esempio da usare a metro di paragone, le corse registrate sono 2173. I dati dimostrano che la Calabria rappresenta un’area di criticità per quanto riguarda la sicurezza del personale Trenitalia.

«Per comprendere meglio la situazione della Calabria – si legge – è utile confrontarla con altre regioni che hanno registrato variazioni significative: Lazio: Un aumento del 109% (da 11 a 23 casi) indica una problematica simile a quella calabrese, forse legata all’elevato flusso di pendolari e ai conseguenti disservizi che generano tensioni. Liguria: Un calo drastico del 45% (da 33 a 18 casi) potrebbe essere il risultato di iniziative efficaci per aumentare la sicurezza, come la collaborazione con le forze dell’ordine e l’installazione di sistemi di videosorveglianza. Marche: La regione ha visto un incremento del 160% (da 5 a 13 casi), il che suggerisce che problematiche legate a carenze nel servizio possano innescare situazioni analoghe a quelle calabresi».

Dati, quelli emersi dal report, che preoccupano la segretaria generale della Uil Calabria, Mariaelena SeneseNatale Spadaro, segretario generale di Uil Trasporti Calabria, sottolineando la necessità di «un intervento immediato e mirato per garantire la sicurezza del personale ferroviario, proponendo: l’aumento della presenza di forze di sicurezza nelle stazioni e a bordo dei treni, come già attuato in altre regioni con risultati positivi».

«E, ancora – hanno aggiunto – la formazione specifica per il personale per la gestione di situazioni di tensione, allo scopo di prevenire l’escalation di comportamenti aggressivi da parte dell’utenza, da abbinare al lancio, di campagne di sensibilizzazione per promuovere il rispetto verso il personale ferroviario e sensibilizzare i passeggeri sull’importanza del servizio offerto».

«Senza dimenticare – hanno sottolineato – l’importanza di dare corso ad investimenti nelle infrastrutture ferroviarie per migliorare la qualità del servizio, riducendo disservizi che generano frustrazione e aggressività».

Da qui, l’appello e il sollecito da parte di Senese e Spadaro, a tutte le autorità locali e nazionali «a intervenire prontamente, adottando le misure raccomandate per proteggere i lavoratori e migliorare l’esperienza dei passeggeri in Calabria. Solo attraverso un impegno congiunto e una risposta decisa sarà possibile ridurre il numero di aggressioni e creare un ambiente di lavoro sicuro per il personale ferroviario». (ams)

 

Uiltec e Uil Calabria: Bonifica di Crotone, da questione di contrapposizione a questione di opportunità

«Non è più procrastinabile l’avvio della bonifica di un territorio che aspetta da tanto, troppo tempo. E’ necessaria, indispensabile e urgente, perché rappresenta anche un’opportunità, in quanto, ripristinando quei siti, si consentirà che ci siano nuove attività». È quanto ha dichiarato Daniela Paris, segretaria nazionale della Uiltec Calabria, nel corso del Consiglio Regionale della Uiltec Calabria, svoltosi a Lamezia Terme, e al quale ha partecipato tutto il gruppo dirigenziale calabrese dell’organizzazione sindacale, tra cui il segretario regionale di Uiltec, Vincenzo Celi e la segretaria generale della Uil, Mariaelena Senese.

«È necessaria, indispensabile e urgente – ha sottolineato – perché rappresenta anche un’opportunità, in quanto, ripristinando quei siti, si consentirà che ci siano nuove attività. Accogliamo in modo estremamente positivo la proposta del direttore generale del Dipartimento Economia Circolare e Bonifiche del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Luca Proietti, in occasione della sua recente visita in Calabria, che ha lanciato l’istituzione di un tavolo tecnico in Prefettura, a Crotone, con tutti i soggetti istituzionali, politica, associazioni datoriali e sindacati».

«Il risanamento ambientale, sociale e industriale di Crotone e della Calabria – ha ribadito – passano da una vera, leale e concreta bonifica anche del terreno del confronto politico ed istituzionale verso una strategia sinergica e di cooperazione che favorisca un approccio costruttivo al problema della bonifica di Crotone. L’ambiente, la salute dei cittadini di Crotone, non si curano con i vincoli, con gli atti che dimostrano una determinazione piuttosto che un’altra ma trovando soluzioni».

«Non interessa più a nessun crotonese, a nessun calabrese, chi ha detto no o si – ha concluso – la bonifica del SIN di Crotone deve partire».

Il segretario Celi, nel suo intervento, ha ribadito la volontà di «cambiare la narrazione che sta dentro l’interlocuzione tra le parti che guardano alla bonifica di Crotone, un’area industriale che è tra le grandi del Sud e non può non essere utilizzata e valorizzata».

«Occorre produrre idee e progettualità – ha sottolineato – altrimenti temiamo che la bonifica non si faccia più. Troppi vincoli posti e troppi ricorsi al Tar. Eni deve essere indotta ad investire, come avvenuto in altre parti di Italia, con, ad esempio, progetti di economia circolare, possibilità di rifiuti trasformati in biocarburanti. Vogliamo essere attori principali e non spettatori di questa straordinaria e complicata partita che guarda al destino della Calabria, ma non solo».

«Lo stesso generale Emilio Errigo, commissario straordinario delegato a coordinare, accelerare e promuovere la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito di Crotone, in una recente dichiarazione stampa – ha aggiunto – ha sostenuto che la bonifica dei siti di interesse nazionale, e quindi anche Crotone, sono una questione nazionale. Per noi, la bonifica di Crotone non è una questione di contrapposizione ma di opportunità».

«Si tratta di una pagina drammatica della nostra regione – ha sottolineato Maria Elena Senese –. Il Sin è stato istituito nel 2002. Siamo davanti ad un caso evidente di politica tardiva che è stata incapace di risanare un ecosistema ambientale, sociale, industriale ed occupazionale».

«Quello a cui stiamo assistendo è uno scontro istituzionale – ha concluso – che continua a discostarsi dal vero problema che caratterizza il Sin, ovvero la permanenza dei rifiuti e delle sostanze inquinanti a Crotone. Conosciamo bene i numeri elevati dei malati oncologici legati a questo territorio, moltissime persone sono morte. C’è una responsabilità da parte di tutti. Noi non abbasseremo la guardia e continueremo a far battaglia.

L’OPINIONE / Mariaelena Senese: Governo garantisca ripristino fondi per AV SA-RC

di MARIAELENA SENESE – La Uil Calabria esprime una ferma opposizione ai tagli paventati dal governo ai fondi del Pnrr destinati alla realizzazione di alcuni lotti dell’alta velocità ferroviaria fra Salerno e Reggio Calabria. Questa decisione, rilanciata da organi di stampa nazionale, se confermata rischia di compromettere uno dei progetti infrastrutturali più importanti per il nostro territorio, è inaccettabile e deve essere rivista con urgenza.

Il collegamento ferroviario ad alta velocità fra Salerno e Reggio Calabria rappresenta un’opportunità fondamentale per il rilancio economico della Calabria. Non solo contribuirà a ridurre i tempi di percorrenza e migliorare l’accessibilità, ma stimolerà anche lo sviluppo turistico e commerciale della regione. Tagliare i fondi per questo progetto significa negare al Sud Italia un diritto fondamentale alla mobilità e all’integrazione con il resto del Paese.

La realizzazione di questa infrastruttura è cruciale per attrarre investimenti e migliorare le condizioni di vita dei cittadini calabresi. La Uil Calabria è convinta che il taglio di questi fondi potrebbe portare a una stagnazione economica, aggravando la già precaria situazione occupazionale della nostra regione. Ogni euro investito in infrastrutture è un euro investito in occupazione e sviluppo, e ogni taglio rappresenta una perdita irreparabile di opportunità per i nostri giovani e per le generazioni future.

Il Pnrr è stato concepito per ridurre il divario infrastrutturale tra Nord e Sud e per promuovere una crescita inclusiva e sostenibile. I tagli ai fondi destinati all’alta velocità ferroviaria vanno in direzione opposta rispetto agli obiettivi di coesione e sviluppo stabiliti dalla Commissione Europea e dal governo italiano. È fondamentale che il governo mantenga gli impegni assunti e destini le risorse necessarie per completare questo progetto, non solo per la Calabria, ma per il futuro di tutta l’Italia.

Chiediamo pertanto al governo di rivedere immediatamente questa posizione e di garantire il ripristino dei fondi per il progetto di alta velocità ferroviaria fra Salerno e Reggio Calabria. È essenziale avviare un confronto serio con le parti sociali e le istituzioni locali per pianificare e rendere esecutivi i progetti infrastrutturali strategici per la Calabria.

La Uil Calabria è pronta a mobilitarsi per difendere il diritto alla mobilità e allo sviluppo del nostro territorio. Ci aspettiamo che il governo ascolti le voci dei lavoratori, delle associazioni e dei cittadini calabresi, riconoscendo l’importanza di investire in infrastrutture che possono realmente cambiare il volto della nostra regione. (ms)

[Mariaelena Senese è segretaria generale Uil Calabria]

Uil Calabria e Uil Scuola lancia l’allarme per i tagli alla scuola

Mariaelena Senese, segretaria generale di Uil Calabria e Andrea Codispoti, segretario generale Uil Scuola Calabria, hanno espresso preoccupazione per i tagli previsti dalla nuova Legge di Bilancio ai danni dei docenti e del personale Ata, che rappresentano una minaccia grave per il sistema scolastico calabrese e per il diritto allo studio degli studenti della regione.

«Sono tagli che colpiscono il cuore dell’educazione – hanno evidenziato –. Il piano del Governo di ridurre il numero di docenti e collaboratori scolastici appare come una vera e propria scure che si abbatte sulla scuola. Questi tagli non solo compromettono il normale funzionamento delle istituzioni educative, ma mettono a rischio l’intera struttura dell’offerta formativa, in particolare nelle aree interne della Calabria».

«Qui, le scuole non sono solo luoghi di istruzione – hanno proseguito – ma autentici presidi di legalità, centri di aggregazione sociale per le famiglie e un simbolo tangibile della presenza dello Stato in territori spesso afflitti da infiltrazioni mafiose».

«Si tratta di un rischio reale per le comunità locali – hanno ribadito –. Il taglio dei collaboratori scolastici rischia di portare alla chiusura di molti plessi scolastici nelle zone più remote della regione, costringendo gli studenti a lunghe trasferte per raggiungere scuole più distanti. Questo non solo priverà le comunità locali del loro punto di riferimento educativo, ma avrà anche ripercussioni sul sistema dei trasporti pubblici e sulle infrastrutture stradali regionali, già in difficoltà. Il danno sarà duplice: da un lato la desertificazione scolastica, dall’altro un sovraccarico del sistema viario e dei trasporti».

«La Uil Calabria e la Uil Scuola Calabria sottolineano, con forza – hanno detto ancora – che questi tagli vanno a compromettere il diritto fondamentale allo studio, negando agli studenti calabresi l’accesso a un’istruzione di qualità. La scuola deve rimanere un presidio sul territorio, capace di garantire non solo l’apprendimento, ma anche la sicurezza e la coesione sociale».

«In qualità di rappresentanti dei lavoratori del settore scolastico – hanno concluso – chiediamo al Governo di rivedere queste decisioni, evitando che a pagare siano, come sempre, le fasce più vulnerabili della popolazione, e di riconoscere il ruolo centrale della scuola nella costruzione di un futuro più equo e solidale». (rcz)

L’OPINIONE / Mariaelena Senese e Francesco De Biase: La condizione dei caregiver in Calabria non può più essere ignorata

di MARIAELENA SENESE E FRANCESCO DE BIASE – La Uil Calabria vuole portare all’attenzione delle istituzioni regionali una questione di fondamentale importanza: la condizione dei caregiver familiari. I caregiver, che si occupano quotidianamente dell’assistenza a familiari non autosufficienti, anziani, malati cronici o disabili, rappresentano una parte essenziale del nostro sistema di welfare.

La Calabria è una delle regioni con il più alto tasso di popolazione anziana, con una rete di servizi sociali e sanitari pubblici carente e una medicina del territorio che non decolla. In molte aree, i caregiver familiari sono l’unico vero sostegno per le persone non autosufficienti, supplendo a una carenza cronica di servizi pubblici. Nonostante il loro ruolo cruciale, i caregiver affrontano gravi difficoltà.

Intanto, in Calabria si avverte la necessità di dare concretezza alla regolamentazione specifica che, dopo il varo all’inizio del 2024, riconosce il lavoro dei caregiver familiari. Ci chiediamo se gli incentivi economici previsti dalla norma siamo già stati messi a disposizione dei 214 mila caregiver calabresi.

È importante ricordare, poi, che l’impegno del caregiver non è solo fisico, ma anche psicologico. Senza un sistema di supporto adeguato, i caregiver si trovano spesso ad affrontare situazioni di stress e isolamento.

Molti caregiver si trovano a dover gestire patologie complesse senza avere una preparazione adeguata o un supporto professionale. La formazione è scarsa, rendendo la gestione dell’assistenza ancora più difficile e rischiosa.

Alla luce di queste problematiche, vogliamo proporre alla Regione una serie di interventi urgenti volti a migliorare le condizioni di vita dei caregiver e a garantire un’assistenza adeguata alle persone non autosufficienti.

Come primo passo, dunque, la Regione Calabria dovrebbe attivarsi per un riconoscimento di contributi figurativi ai fini pensionistici, affinché il tempo dedicato alla cura non venga penalizzato nel calcolo della pensione futura, dopo aver riconosciuto formalmente il loro lavoro di donatori di cura.

Chiediamo, poi, la destinazione dei finanziamenti previsti dal Fondo per il sostegno del ruolo di cura ed assistenza del caregiver familiare che, sfruttando circa 850 mila euro messo a disposizione dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, da destinare alla copertura di: sostegni economici diretti per le famiglie con anziani o disabili non autosufficienti e servizi di assistenza domiciliare per alleggerire il carico di lavoro dei caregiver, garantendo momenti di sollievo e permettendo loro di prendersi cura della propria salute.

La Regione deve investire nell’espansione e nel potenziamento dei servizi di Assistenza domiciliare integrata, garantendo: maggiore accesso a professionisti sanitari a domicilio, in modo da supportare i caregiver nella gestione di malattie croniche e nella somministrazione di terapie; servizi di sollievo, che prevedano l’intervento di assistenti sociali o operatori sociosanitari per alcune ore al giorno o alla settimana, in modo da permettere ai caregiver di avere del tempo libero per sé.

Chiediamo l’istituzione di un programma regionale di formazione gratuita per i caregiver, che possa fornire loro le competenze necessarie per affrontare con maggiore sicurezza e competenza la gestione quotidiana dell’assistenza. Questi corsi dovrebbero riguardare aspetti pratici, psicologici e sanitari, offrendo anche strumenti per gestire lo stress emotivo che spesso accompagna il lavoro di cura.

La Uil Calabria propone l’istituzione di centri di supporto psicologico per i caregiver, con la creazione di una rete di servizi di ascolto e di gruppi di auto-aiuto. È essenziale fornire supporto emotivo ai caregiver, che spesso affrontano situazioni di solitudine e stress cronico.

Infine, è importante che la Regione promuova accordi con le aziende per facilitare i caregiver che lavorano. Proponiamo l’introduzione di: orari di lavoro flessibili o forme di telelavoro per permettere ai caregiver di conciliare il lavoro con i compiti di assistenza e congedi retribuiti per i caregiver, in modo che possano affrontare periodi particolarmente difficili senza dover subire penalizzazioni economiche.

La condizione dei caregiver in Calabria non può più essere ignorata. Questi cittadini svolgono un compito fondamentale, spesso in silenzio e con sacrifici personali enormi, ma non possono e non devono essere lasciati soli. La Uil Calabria si fa portavoce delle loro esigenze e chiede alla Regione di attuare misure concrete che migliorino la loro qualità della vita e che garantiscano un’assistenza dignitosa e adeguata alle persone non autosufficienti.

La riforma del welfare regionale deve passare anche da qui: dal riconoscimento e dal sostegno a chi si prende cura dei più fragili. La Uil Calabria continuerà a vigilare e a sostenere tutte le azioni necessarie per tutelare i diritti dei caregiver e delle loro famiglie. (ms e fdb)

[Mariaelena Senese e Francesco De Biase sono rispettivamente segretaria generale Uil Calabria e segretario generale Uil Pensionati Calabria]

A Cosenza inaugurato il Centro di ascolto mobbing & stalking

È stato inaugurato, a Cosenza, il Centro di Ascolto Mobbing e Stalking, promosso dalla Uil Calabria, dal Dipartimento nazionale Mobbing&Stalking della Uil e dal Coordinamento Pari Opportunità, con l’obiettivo di «fare rete insieme contro la violenza».

L’iniziativa è stata ufficializzata, alla presenza di Alessandra Menelao, Responsabile nazionale dei Centri di ascolto Uil Mobbing e stalking, presso gli uffici della Camera sindacale territoriale della Uil di Cosenza, guidata dal Segretario generale, Paolo Cretella.

All’inaugurazione dello sportello, che è stata impreziosita dalla firma di un protocollo d’intesa fra la Uil Calabria, rappresentata dalla Segretaria generale Mariaelena Senese, e il Centro anti violenza Roberta Lanzino, presieduto da Roberta Attanasio, era presente anche il sindaco di Cosenza Franz Caruso, il vice questore aggiunto della polizia di Cosenza, Roberta Martire, e il luogotenente dei Carabinieri, Riccardo Lupinacci.

Fare rete insieme contro la violenza è l’obiettivo condiviso dal Coordinamento Pari Opportunità della Uil Calabria, guidato da Anna Comi, che ha raccolto l’invito del Dipartimento nazionale Mobbing&stalking ad aprire uno sportello di ascolto nel territorio di Cosenza.

«Quello che abbiamo inaugurato a Cosenza – ha detto la Coordinatrice delle Pari opportunità della Uil Calabria, Anna Comi — è uno spazio importante dedicato a coloro che vivono il dramma del mobbing, dello stalking e, tragicamente, della violenza contro le donne. Uno spazio importante non solo per le vittime ma anche per la nostra organizzazione che da oggi si approccerà alla questione con ancora più sensibilità e partecipazione. Fare rete insieme contro la violenza non è solo uno slogan, ma una chiamata all’azione per tutti noi, unirsi per contrastare ogni forma di abuso e sostenere chi ne è vittima».

L’iniziativa rappresenta un momento fondamentale per la promozione della lotta contro la violenza sulle donne, con l’obiettivo di fornire un punto di riferimento per le vittime di mobbing e stalking. Lo sportello offrirà supporto, consulenza e assistenza a tutte le persone che subiscono tali forme di violenza, con particolare attenzione alle donne, spesso le più vulnerabili in queste situazioni.

Ne è convinta anche Alessandra Menelao, responsabile nazionale dei Centri di Ascolto Uil Mobbing e stalking della Uil, che durante il suo intervento ha messo in risalto il grande impegno messo in campo dal sindacato calabrese ed ha sostenuto la necessità di replicare quanto fatto a Cosenza in tutta la Calabria.

«È necessario – ha detto Alessandra Menelao – concentrarsi sulla prevenzione, anche con corsi di formazione, a partire dalla scuole primarie, per diffondere una vera cultura del rispetto di genere. È fondamentale, inoltre, che le vittime si rivolgano alle organizzazioni preposte e ai centri d’ascolto come quello che abbiamo appena inaugurato a Cosenza per trovare operatori che possano aiutarle ad affrontare questo percorso, spesso doloroso».

Fare rete insieme contro la violenza non è solo uno slogan per la Uil Calabria, ma una chiamata all’azione per tutta la comunità: unirsi per contrastare ogni forma di abuso e sostenere chi ne è vittima.

«Un punto di riferimento importante – ha dichiarato Senese – per tutte le donne che subiscono violenza e quando parliamo di violenza non è solo quella fisica ma ci sono forme di violenza più subdola che riguardano l’ambito domestico e lavorativo. Lo sportello che abbiamo aperto a Cosenza vuole essere un punto di riferimento per tutte quelle donne che vogliono denunciare, sarà un punto di riferimento per tutte quelle donne e dovrà essere capace di restituire a loro un poco di speranza, di fiducia e dignità. È il nostro modo di contribuire alla costruzione di una società più equa e meno discriminante».

ADOZIONE, MILLE CRITICITÀ IN CALABRIA
SI DEVE APRIRE A SINGLE E COPPIE DI FATTO

di ANNA COMI – Nel mio ruolo di Coordinatrice delle Pari Opportunità della Uil Calabria, e in quello di mamma di due bambini nati fuori dal nostro Paese, mi preme ringraziare e nel contempo rispondere, con alcune precisazioni, all’assessora Caterina Capponi in merito alla riflessione pubblicata sul suo giornale, dal titolo “Cari cittadini calabresi parlate di adozione”.

Parlo innanzitutto in prima persona, in nome di chi i fatti li ha vissuti e può raccontarli davvero dal di dentro.
L’esistenza e la funzionalità dell’ente regionale per le adozioni è di fondamentale importanza per chi vorrebbe adottare un bambino seguendo il percorso dell’adozione internazionale e per questo deve essere potenziato e il suo finanziamento reso strutturale. L’ente regionale infatti si occupa di adozioni internazionali, mentre sono i tribunali per minorenni ad occuparsi delle adozioni nazionali.

A differenza di queste ultime, le adozioni internazionali seguono un iter particolare per cui è necessario dare mandato ad un ente riconosciuto dalla commissione adozioni Internazionali per poter procedere. Uno di questi enti è proprio quello regionale a cui la nostra assessora fa riferimento nel testo. E’ da precisare che solo le coppie sposate, e purtroppo non i single, possono accedervi. Sarebbe buona cosa però se la nostra Regione iniziasse a pensare di farsi promotrice di un’azione forte nei confronti del Governo, affinché single e coppie di fatto tutte, possano avere l’opportunità di accogliere un bambino.

C’è da specificare che le coppie, prima di arrivare a dare mandato ad un ente devono essere in possesso di una idoneità derivante da una serie di relazioni attitudinali e quindi, dopo aver presentato domanda presso il Tribunale per i Minorenni, si devono rivolgere ai servizi sociali del territorio di appartenenza.

Ed è già qui che sorgono le prime difficoltà: in Calabria la rete welfare legata agli enti locali è pari a zero, aggravata dai continui tagli alle risorse. Unico supporto potrebbero essere i consultori ma, come evidenziato da un report presentato proprio dal coordinamento Pari Opportunità della Uil Calabria, a causa di poco personale, tendono a limitare le attività provenienti sia da enti locali che da tribunali per i minorenni cercando di attenersi strettamente alle loro competenze specifiche. La conseguenza è un serio rallentamento di una procedura già difficile di suo e che porta sconforto e frustrazione alla coppia stessa. Pertanto, se realmente stanno a cuore le adozioni, il primo passo per migliorare il sistema è proprio quello di rendere più operativi i consultori attraverso l’assunzione di assistenti sociali e psicologi, figure professionali queste carenti ovunque nella nostra regione.

Un altro punto è quello di dare strutturalità al finanziamento destinato alla operatività di questo servizio. Non di meno deve essere presa in seria considerazione la necessità di un potenziamento di organico per renderlo stabile e sempre più efficiente.
Il servizio delle adozioni, nato qualche anno fa e legato alla regione Piemonte, fino a questo momento ha fatto fatica a decollare. Purtroppo la sua esistenza è legata al mandato politico pertanto funziona a singhiozzo e, come successo già in passato, potrebbe ritrovarsi senza personale lasciando le coppie in balia delle onde. Nè tantomeno è possibile pensare che le coppie possano rivolgersi, per le loro stringenti necessità legate all’iter adottivo e post adottivo, ad operatori che fisicamente si trovano a Torino!

Pertanto, nel ringraziare l’assessora, ci auguriamo che la nostra riflessione venga presa in considerazione rendendo quindi più efficienti i consultori e stabilizzando una volta per tutte il servizio dell’ente regionale che attualmente procede con una programmazione proiettata in avanti soltanto di due anni.

La Uil, inoltre, è da sempre favorevole a incentivare misure a sostegno della genitorialità. (ac)

[Anna Comi è Coordinatrice Pari Opportunità Uil Calabria]

L’OPINIONE / Mariaelena Senese: È urgente cambio di passo nelle politiche regionali per sviluppo della Calabria

di MARIAELENA SENESE – Negli ultimi anni, il Sud Italia ha dimostrato una crescente attrattività e competitività, confermandosi la terza regione più attrattiva tra i 22 Paesi del Mediterraneo, secondo i dati del Mediterranean Sustainable Development Index (Msdi). Tuttavia, nonostante questi progressi significativi, la Calabria continua a soffrire di un grave ritardo infrastrutturale che ostacola il pieno sviluppo delle sue potenzialità economiche e sociali.

Dati significativi emergono dal rapporto Msdi, che evidenzia come il Sud si posizioni al quinto posto nell’analisi economica e al terzo posto nella dotazione di asset, dimostrando una capacità crescente di attrarre investimenti e sviluppare innovazione e cultura. Tuttavia, in Calabria, questi progressi sono ancora frenati da un’infrastruttura inadeguata, che impedisce alla regione di sfruttare appieno queste opportunità.

In particolare, il rilancio del Porto di Gioia Tauro rappresenta una priorità assoluta. Questo porto, uno dei più grandi del Mediterraneo, ha un potenziale strategico per trasformare la Calabria in un hub logistico di rilevanza internazionale, creando nuove opportunità di lavoro e crescita economica. È imperativo che si investa in maniera decisiva nel miglioramento delle infrastrutture portuali e delle reti di trasporto ad esse connesse, per aumentare la competitività del porto e attrarre investimenti internazionali.

La creazione di nuova occupazione è un’altra questione centrale per la nostra regione. Sebbene il Sud abbia registrato un incremento dell’occupazione del 3,1% nel 2023, superando la media nazionale, la Calabria deve fare molto di più per colmare il divario con le altre regioni italiane. È necessario potenziare le politiche attive del lavoro, incentivare la nascita di nuove imprese e sostenere l’innovazione tecnologica, in modo da offrire ai giovani e alle donne svantaggiate opportunità concrete di impiego stabile e qualificato.

Il Mezzogiorno, e con esso la Calabria, rivestono un’importanza strategica non solo per l’Italia, ma per l’intera area mediterranea. Con una visione lungimirante e investimenti mirati, la nostra regione può diventare un ponte naturale tra l’Europa e l’Africa, sfruttando il suo ruolo centrale nel contesto geopolitico ed economico del Mediterraneo. Il successo del Piano Mattei e della Zes unica dipenderà anche dalla capacità della Calabria di superare le sue carenze strutturali e di inserirsi pienamente in questo processo di trasformazione.

In conclusione, riteniamo indispensabile sottolineare l’urgenza di un cambio di passo nelle politiche regionali e nazionali, per trasformare le sfide in opportunità concrete di sviluppo, crescita e occupazione per tutta la regione. (me)

[Mariaelena Senese è segretaria generale Uil Calabria]

L’OPINIONE / Mariaelena Senese: Per colmare divario infrastrutturale occorre un piano di risorse straordinario

di MARIAELENA SENESE – Per colmare il pesante divario infrastrutturale che allontana la Calabria dal resto del Paese occorre un piano di risorse straordinarie. Quelle stanziate sino ad oggi, direttamente dallo Stato e poi messe a disposizione anche dall’Unione Europea attraverso il Pnrr, appaiono insufficienti – nonostante la mole – per ammodernare e rendere efficienti gli assetti viari e ferroviari di questa regione.

Sui fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che spinge forte sul pedale dell’acceleratore rispetto alla Misura 3 rispetto alle altre misure, pesa poi la tagliola del tempo a disposizione per la realizzazione dei progetti. Se, infatti, non si dovesse optare per la richiesta di uno slittamento riteniamo quantomeno difficile, se non impossibile, che i progetti coperti con i fondi del Pnrr possano vedere la luce entro il 2026.

Stiamo parlano di oltre 3 miliardi di euro, quasi il 37% dell’investimento totale previsto dal Pnrr per la Calabria (come si evince dai dati resi pubblici dalla Regione Calabria), che dovrebbero servire per dare corso a venti progetti: 18 per il miglioramento della rete ferroviaria e 2 indirizzati sull’intermodalità e la logistica integrata.

Ma anche questa importante dotazione finanziaria appare poca cosa se paragonata con il costo stimato dall’Anas per il completamento della Strada statale 106 che si attesta sopra i 13 miliardi di euro, quasi quanto si stima possa servire per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Davanti a questa enorme mole di denaro che ancora oggi, nonostante diversi anni di commissariamento, non è bastata a cambiare il volto della Strada statale 106, i tempi ristretti per la messa a terra dei finanziamenti del Pnrr e la loro sbilanciata programmazione, che si dimentica di sostenere economicamente e finanziariamente la cura del settore sanitario, ci fanno intravvedere un futuro cupo per un regione che non riesce a fermare la grave emorragia di giovani che la sta interessando da diverso tempo e, ancora, non è in grado di dare concretezza a politiche infrastrutturali e di sviluppo capaci di segnare una svolta decisiva rispetto al percorso di decrescita in cui è impelagata.

Cosa dire, poi, della tratta ferrata che da anni attende l’elettrificazione del tratto jonico e, da qualche tempo, aspetta che l’Alta velocità possa arrivare sino a Reggio Calabria. Se, infatti, Rete ferroviaria italiana prevede di investire in interventi ferroviari sul territorio della Calabria oltre 36 miliardi di euro, di cui oltre 16 miliardi già finanziati, la messa a terra di questa ingente mole di finanziamenti rimane sulla carta di certo per l’anno corrente ma solo per quanto riguarda i primi interventi per la realizzazione dell’Alta velocità ferroviaria.
Per il momento l’intervento che pare poter avere una accelerazione in vista di una sua definizione, ma comunque con una previsione al 2030 per la sua cantierizzazione, è quello relativo al raddoppio della galleria Santomarco. Per il resto, invece, il prolungamento dell’Alta velocità fino alla città dei Bronzi rimane assai aleatorio.

Davanti a questo stato di cose, quindi, rimarchiamo la necessità di un cambio di passo nelle politiche del Governo rispetto a una terra che non solo non riesce a colmare il suo atavico divario con il resto del Paese ma che, purtroppo, sta perdendo anche contatto rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno. (ms)

[Maria Elena Senese è segretaria generale Uil Calabria]