Si è affrontato una delle sfide più urgenti della nostra società, ossia la solitudine dei giovani nel contesto digitale, nel corso del convegno promosso e organizzato dalla parrocchia San Nicola di Bari e Santa Maria della Neve di Prumo-Riparo-Cannavò, dall’Associazione Ape Reggina e dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile nella Parrocchia San Nicola di Bari e Santa Maria della Neve di Reggio.
Un evento patrocinato dal Comune di Reggio Calabria, Città Metropolitana, Consiglio Regionale della Calabria e dall’Ipalb Tur “G.Trecroci” di Villa San Giovanni (Reggio Calabria) e che ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti delle istituzioni locali, esperti e professionisti.
L’iniziativa ha rappresentato un primo passo di un cammino che, si spera, coinvolga sempre più persone in un’azione concreta di ascolto, sostegno e solidarietà verso le nuove generazioni.
Il convegno, moderato dal prof. Domenico Morabito, si è aperto con l’intervento di don Giovanni Gattuso, parroco delle comunità di Prumo-Riparo e Cannavò, che ha sottolineato come questo incontro non voglia essere un momento celebrativo, ma piuttosto un primo passo di un cammino di ascolto e attenzione concreta ai giovani.
Don Giovanni ha annunciato che seguiranno altri appuntamenti per approfondire il tema della solitudine giovanile, e per offrire un sostegno più diretto alle nuove generazioni.
Tra le numerose figure istituzionali presenti, hanno partecipato l’Arcivescovo Metropolita Fortunato Morrone, il Prefetto Clara Vaccaro, il Rettore dell’Università prof. Giuseppe Zimbalatti, l’Assessore regionale all’Istruzione Stefania Caracciolo, il Sindaco Giuseppe Falcomatà, il Vice Sindaco Paolo Brunetti, il Consigliere Comunale Francesco Barreca, il Generale Cesario Totaro, comandante provinciale dei Carabinieri, la dirigente scolastica Anna Maria Cama del Polo “Righi-Boccioni-Fermi”, il Garante metropolitano per l’infanzia e l’adolescenza Emanuele Mattia, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza Colonello Agostino Tortora e molti altri rappresentanti delle forze dell’ordine e delle istituzioni scolastiche. Presenti anche la dirigente dell’Istituto Alberghiero di Villa San Giovanni “G. Trecroci”, prof.ssa Enza Loiero, con docenti e studenti dell’istituto che hanno partecipato attivamente all’accoglienza e alla preparazione del buffet. Partecipa inoltre il Dirigente del Liceo Statale “Tommaso Gulli”, Prof. Francesco Praticò. Accanto a loro, sono presenti anche numerosi docenti e studenti di diverse scuole del territorio.
Il convegno ha messo in luce un tema centrale: la solitudine dei giovani non è solo un effetto collaterale della connessione digitale, ma una ferita sociale che si nasconde spesso dietro una falsa facciata di interazioni online. Come è emerso dagli interventi, per contrastare l’isolamento è fondamentale l’impegno condiviso di tutti: istituzioni, famiglie e comunità.
Il procuratore del Tribunale per i Minorenni, Roberto Placido Di Palma, ha sottolineato la centralità dei legami umani nel contrastare la solitudine che cresce all’interno di un mondo virtuale. Ha invitato tutti, in particolare le famiglie, ad essere più presenti nella vita dei giovani, offrendo loro un punto di riferimento affettivo e sicuro.
Lo psicoterapeuta dott. Guido De Caro ha approfondito il disagio vissuto da molti ragazzi, un dolore spesso silenzioso che si sviluppa in un contesto di connessioni digitali che non riescono a sostituire le relazioni autentiche. Ha raccontato storie vere che dimostrano come la solitudine stia diventando una ferita sociale sempre più profonda.
Il prof. Vincenzo Malacrinò, docente di biologia ed esperto di comunicazione, ha spiegato come l’isolamento possa influire negativamente sul nostro corpo, generando squilibri e sofferenze psicofisiche. Partendo dalla frase dello scienziato Antonino Zichichi il quale afferma che “lo spirito che non ha materia condiziona la materia” ha evidenziato come il quadro ormonale e dei neurotrasmettitori viene modificato fino al punto di modificare strutture cerebrali nel momento in cui la solitudine persiste per lunghi periodi.
Suor Giuliana Luongo, direttrice dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile, ha sottolineato l’importanza di costruire un dialogo costruttivo, dove il vero affetto possa contrastare la solitudine.
L’intervento di Mons. Morrone, Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, ha rappresentato un momento di profonda riflessione, accompagnato da un’intensa passione per il futuro delle nuove generazioni. Parlando da pastore, ma anche da uomo che conosce bene le sfide del mondo adulto, l’Arcivescovo ha affrontato il tema dell’isolamento giovanile, un argomento che, secondo lui, deve coinvolgere tutti: le famiglie, le istituzioni educative e la comunità intera.
«Il tema dei giovani e dell’isolamento è estremamente rilevante», ha affermato il Vescovo, riconoscendo la difficoltà che questo tema rappresenta per gli adulti. «È una questione complessa che ci riguarda tutti. Le famiglie e le comunità educanti hanno una responsabilità condivisa», ha aggiunto con forza.
Mons. Morrone ha poi condiviso un aneddoto che ha suscitato riflessione: un padre che, nel tentativo di offrire consigli al figlio, diceva: «Quando ero ragazzo io, alla tua età…». Ma il Vescovo ha immediatamente sottolineato l’importanza di vivere ogni fase della vita all’interno di un contesto preciso e in continua evoluzione.
«Ogni epoca ha le proprie sfide», ha proseguito Morrone, mettendo in evidenza la grande trasformazione che sta vivendo la società moderna. Oggi, ha spiegato, «il virtuale e il reale si intrecciano in maniera indissolubile, tanto che i nostri dispositivi mobili sono diventati, ormai, una vera e propria estensione del nostro corpo».
Un fenomeno che influisce profondamente sulla percezione e sul comportamento dei giovani, rendendo urgente una riflessione collettiva su come affrontare questo cambiamento. Ma non è tutto negativo. Al contrario, l’Arcivescovo ha voluto sottolineare anche le potenzialità di questa nuova epoca: «Offre possibilità strepitose. La comunicazione oggi ci permette di essere più vicini». E ha citato un episodio: una ragazza salvata da un pestaggio grazie a una telefonata fatta col cellulare». (rrc)