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Palazzo San Giorgio

La denuncia del consigliere Ripepi: Falcomatà chiude 24 uffici comunali

Ventiquattro uffici comunali di Reggio Calabria, distribuiti su tutto il territorio cittadino, saranno chiusi con effetto immediato, a causa dell’assenza di interventi sull’agibilità dei locali. È quanto ha denunciato il consigliere comunale d’opposizione, Massimo Ripepi, sottolineando come ciò è per effetto «diretto dell’inadempienza politico-amministrativa del sindaco Giuseppe Falcomatà».

«La decisione, formalizzata in una comunicazione a firma del Dirigente del Comune, l’ing. Francesco Minutolo, rappresenta l’atto estremo e inevitabile di un datore di lavoro pubblico che ha il dovere giuridico di tutelare l’incolumità dei lavoratori e degli utenti. Il vero problema, però, non risiede nella firma del Dirigente, ma nell’inerzia prolungata e reiterata dell’amministrazione comunale e del suo vertice politico», ha spiegato Ripepi.

«Il dirigente-Datore di Lavoro, ing. Minutolo – ha proseguito – nella missiva indirizzata al sindaco, al segretario Generale, al Capo di Gabinetto e a tutti i Dirigenti ritiene che – considerato l’avvio di una intensa attività di verifica delle condizioni di manutenzione e di agibilità degli edifici comunali, viste le molteplici segnalazioni inerenti le generalizzate criticità riguardanti la sicurezza nei luoghi di lavoro negli uffici comunali, e al fine di tutelare l’integrità e il benessere dei lavoratori dell’Ente – si debbano disporre le misure temporanee, con decorrenza immediata, a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori negli uffici comunali, demandando ai Dirigenti competenti l’adozione delle stesse».

«Misure – ha aggiunto – che necessitano l’inibizione o – nella maggioranza dei casi – addirittura la sospensione delle attività inerenti agli uffici stessi. Infine, il Dirigente ing. Minutolo demanda alla Società Castore l’apposizione di segnaletica, cartellonistica, barriere e di quant’altro necessario al fine di garantire l’applicazione delle suddette misure temporanee, su coordinamento dei Dirigenti competenti e del Servizio “Tutela Salute, Sicurezza sui luoghi di lavoro”».

«Non si tratta di un evento improvviso, né di una calamità naturale – ha continuato –. È il frutto diretto di anni di mancata programmazione, assenza di manutenzione, ritardi cronici negli interventi minimi di messa in sicurezza, e colpevole disinteresse per le condizioni dei luoghi di lavoro e di servizio ai cittadini».

«La chiusura forzata di questi uffici – ha detto ancora – significa interruzione di servizi essenziali, disagio per migliaia di cittadini, ostacolo all’accesso agli atti, rallentamento delle pratiche edilizie, anagrafiche, sociali e tributarie. È un blocco amministrativo senza precedenti che colpisce famiglie, imprese, professionisti e lavoratori comunali».

«La responsabilità è profondamente politica – ha evidenziato –: chi ha guidato la città negli ultimi dieci anni, e continua a farlo, non può chiamarsi fuori. Il Sindaco Falcomatà non ha promosso interventi, non ha investito nella sicurezza, non ha pianificato la riqualificazione delle sedi comunali, lasciando che si deteriorassero fino a diventare inagibili».

«In un momento storico in cui i cittadini chiedono trasparenza, efficienza e dignità nelle istituzioni – ha detto ancora il conisgliere d’opposizione – questa vicenda rappresenta uno scempio amministrativo e politico che segna ulteriormente il declino dell’Ente comunale e dell’intera città. A pagare sono, ancora una volta, i cittadini e i dipendenti pubblici. A rispondere devono essere, senza ambiguità, i vertici politici. La città non può più tollerare silenzi, omissioni e scaricabarile».

«È ora che il sindaco Giuseppe Falcomatà – ha concluso – si assuma le proprie responsabilità di fronte alla città, pubblicamente e senza retorica. Chiedo un Consiglio Comunale urgente per trattare immediatamente e con tutta la popolazione la gravissima situazione che potrebbe totalmente paralizzare la nostra città».

Immediata la risposta dell’Amministrazione comunale, chiarendo «che non esiste alcuna Ordinanza di chiusura di uffici pubblici ed edifici di competenza comunale.

«Sono da tempo in corso – viene spiegato – le attività di verifica, monitoraggio e messa in sicurezza degli edifici comunali. In data odierna, a fronte della nota del “Dirigente Datore di lavoro”, riepilogativa delle criticità, è stato attivato presso la Segreteria Generale dell’Ente un tavolo tecnico, alla presenza di tutti i Dirigenti, del Capo di Gabinetto e del Responsabile per la sicurezza degli ambienti di lavoro (RSPP), per l’analisi puntuale delle criticità residuali che saranno prontamente affrontate».

Infine, viene spiegato nella nota che anche il Prefetto, Clara Vaccaro, è stata informata della situazione e che «sono al vaglio degli organi comunali competenti le necessarie verifiche sulla sussistenza di eventuali profili di responsabilità a tutti i livelli».

Per il sindaco Falcomatà, dunque, «la nota di ieri ha chiarito i toni allarmistici che invece sono stati portati avanti da altre comunicazioni che sono avvenute ieri e noi stiamo avviando intanto un procedimento disciplinare e una verifica di come queste notizie che dovevano essere riservate poi invece siano finite all’attenzione dei giornali».

«Peraltro – ha continuato Falcomatà – è curioso che siano state pubblicate delle notizie delle situazioni e degli immobili che non erano neanche all’interno della disposizione ma invece erano all’interno di una primissima documentazione che poi non ha avuto caratteri di ufficialità, quindi vorremmo approfondire anche questa situazione, dopodiché abbiamo chiesto all’avvocatura del nostro Comune di verificare anche la possibilità di una denuncia per procurato allarme, perché quando purtroppo la cittadinanza viene investita da queste comunicazioni destituite di fondamento, soprattutto se attengono a uffici pubblici e uffici che si relazionano con il pubblico, che sono il cuore pulsante della vita lavorativa della città, questo crea allarme, crea panico, crea dubbio anche su come organizzare la successiva giornata lavorativa».

«Noi siamo già al lavoro – ha concluso – per risolvere problematiche che non nascono né con questa amministrazione né con le precedenti, sono situazioni che riguardano anche immobili storici del nostro comune, rispetto ai quali ovviamente le normative nel corso degli anni sono cambiate e noi lavoriamo con la tranquillità del caso per risolverle, senza creare problematiche alla cittadinanza. Mi dispiace che ovviamente queste situazioni poi vengano trasferite alla cittadinanza nelle forme nei modi e con la gravità che invece non hanno». (rrc)